Indice
Ossido di neodimio
Ossido di neodimio | |
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Nome IUPAC | |
Triossido di dineodimio | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | Nd2O3 |
Massa molecolare (u) | 336,48 |
Aspetto | cristalli blu |
Numero CAS | |
Numero EINECS | 215-214-1 |
PubChem | 159373 |
SMILES | O=[Nd]O[Nd]=O |
Proprietà chimico-fisiche | |
Densità (g/cm3, in c.s.) | 7,24 |
Solubilità in acqua | 0,0003 g/100 mL (75 °C) |
Temperatura di fusione | 2272 °C (2545,15 K) |
Temperatura di ebollizione | 3760 °C (4033,15 K) [1] |
Proprietà termochimiche | |
ΔfH0 (kJ·mol−1) | −1807,9 |
S0m(J·K−1mol−1) | 158,6 |
C0p,m(J·K−1mol−1) | 111,3[1] |
Proprietà tossicologiche | |
DL50 (mg/kg) | > 5000 |
Indicazioni di sicurezza | |
Frasi H | ---[2][3] |
Consigli P | --- |
L'ossido di neodimio è il composto chimico formato da neodimio e ossigeno con formula Nd2O3. Forma cristalli esagonali grigio-blu molto chiari[1]. La miscela di terre rare didimio, precedentemente ritenuta un elemento, è parzialmente costituita da ossido di neodimio[4]. Viene prodotto per dissoluzione di composti come la monazite o altre sabbie. Si presenta come polvere sottile di colore violetto ma, a seconda della luce che si utilizza per illuminarlo, può assumere colori diversi: questo è dovuto all'assorbimento intrinseco del neodimio che presenta molti picchi di assorbimento assai stretti nella banda del visibile.
Usi
[modifica | modifica wikitesto]L'ossido di neodimio viene utilizzato per drogare il vetro, compresi gli occhiali da sole, per la fabbricazione dei cristalli per laser a stato solido e per colorare vetri e smalti[5]. Il vetro drogato al neodimio diventa viola a causa dell'assorbimento della luce gialla e verde e viene utilizzato negli occhiali da saldatura[6]. Alcuni vetri drogati al neodimio sono dicroici, cioè cambiano colore a seconda dell'illuminazione. Un tipo di vetro che prende il nome dal minerale alessandrite appare blu alla luce del sole e rosso alla luce artificiale[7]. Ogni anno in tutto il mondo vengono prodotte circa 7000 tonnellate di ossido di neodimio. Anche l'ossido di neodimio viene utilizzato come catalizzatore di polimerizzazione[6].
L'ossido di neodimio viene utilizzato per la preparazione di target da utilizzare nella tecnica della deposizione chimica da vapore (CVD) tramite pressatura della polvere ad altissime pressioni., ma anche per la produzione di magneti di elevata potenza, condensatori ceramici e vetri drogati per filtrare la luce.
Reazioni
[modifica | modifica wikitesto]L'ossido di neodimio si forma quando il nitruro di neodimio(III) o l'idrossido di neodimio(III) viene tostato all'aria[8]
Struttura
[modifica | modifica wikitesto]L'ossido di neodimio ha una forma trigonale A a bassa temperatura con gruppo spaziale P3m1 (gruppo n° 164)[9]. Questo tipo di struttura è favorito nei primi lantanidi[10][11] A temperature più elevate adotta altre due forme, la forma esagonale H nel gruppo spaziale P63/mmc (gruppo n°194) e la forma cubica X in Im3m (gruppo n°229). Le forme ad alta temperatura mostrano disordine cristallografico[12][13]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c (EN) David R. Lide, Handbook of Chemistry and Physics, 87ª ed., Boca Raton, FL, CRC Press, 1998, pp. 471-552, ISBN 0-8493-0594-2.
- ^ Sostanza non pericolosa secondo la regolamentazione (CE) N. 1272/2008.
- ^ Scheda del composto su GESTIS [1]
- ^ (EN) George Stuart Brady, Henry R. Clauser e John A. Vaccari, Materials Handbook, 15ª ed., New York, McGraw-Hill Professional, 2002, p. 779, ISBN 978-00-71-36076-0. URL consultato il 18 marzo 2009.
- ^ (EN) Mary Eagleson, Concise Encyclopedia of Chemistry, Springer, 1994, p. 680, ISBN 978-31-10-11451-5. URL consultato il 18 marzo 2009.
- ^ a b (EN) John Emsley, Nature's Building Blocks, Oxford University Press, 2003, pp. 268–269, ISBN 978-01-98-50340-8. URL consultato il 18 marzo 2009.
- ^ (EN) Charles Bray, Dictionary of Glass, 2ª ed., University of Pennsylvania Press, 2001, p. 103, ISBN 978-08-12-23619-4. URL consultato il 18 marzo 2009.
- ^ (EN) James Frederick Spencer, The Metals of the Rare Earths, Londra, Longmans, Green, and Co, 1919, p. 115. URL consultato il 18 marzo 2009.
- ^ (EN) D. Taylor, Thermal Expansion Data: III Sesquioxides, U2N3, with the corundum and the A-, B- and C-M2O3 structures, in Transactions and journal of the British Ceramic Society, vol. 83, 1984, pp. 92–98.
- ^ (EN) Greenwood, N.N. e Earnshaw, A., Chemistry of The Elements, 2ª ed., Butterwoth-Heinemann, pp. 1238-1239, ISBN 978-00-80-37941-8.
- ^ (EN) A.F. Wells, Structural Inorganic Chemistry, 5ª ed., Oxford University Press, 1984, pp. 544–547.
- ^ (DE) H. Müller-Buschbaum, Zur Struktur der A-Form der Sesquioxide der Seltenen Erden. II. Strukturuntersuchung an Nd2O3, in Zeitschrift für anorganische und allgemeine Chemie, vol. 343, n. 1-2, 1966, pp. 6–10, DOI:10.1002/zaac.19663430103.
- ^ (EN) P. Aldebert e J.P. Traverse, Etude par diffraction neutronique des structures de haute temperature de La2O3 et Nd2O3, in Materials Research Bulletin, vol. 14, n. 3, 1979, pp. 303–323, DOI:10.1016/0025-5408(79)90095-3.
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