Caravanserraglio

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Caravanserraglio dotato di camere e un piazzale centrale con abbeveratoio

Il caravanserraglio è un edificio costituito in genere da un muro che racchiude un ampio cortile e un porticato. Era utilizzato per la sosta delle carovane che attraversavano il deserto.

Poteva anche includere stanze per i viandanti utilizzate liberamente dai viaggiatori. In molti di essi erano presenti anche delle biblioteche, e soprattutto la sera c’era l’opportunità di profondi scambi culturali tra persone di diverse latitudini. Tutto ciò favorì lo sviluppo della cultura centro asiatica, ma soprattutto la diffusione di idee tra i due capi del mondo.[1]

Tipico della cultura persiana, se ne possono però vedere molti esempi anche nell'Africa settentrionale e in tutto il Medio e Vicino Oriente. Molte di queste strutture furono edificate da maestri ingegneri appartenenti ad ordini Sufi i quali applicavano i principi di geometria aurea e del perfetto rapporto delle proporzioni, come avveniva per le moschee.[1] Tra i maggiori e meglio conservati caravanserragli è quello di Sultan Han in Turchia.[2]

Oggi molti vecchi caravanserragli si sono trasformati in moderne strutture ricettive.

Etimologia e traslitterazione

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Il termine deriva dal persiano كاروانسرا, composto dalle parole caravan (كاروان) e sarayı (سرا); in turco contemporaneo: kervansaray. In origine, in turco il vocabolo per designare il caravanserraglio era bal kapan han: «la casa del Bailo»[3].

Il termine caravanserraglio ha assunto anche il significato traslato di "luogo di grande confusione".

  1. ^ a b Gabriele Mandel, La via al sufismo, Bompiani, 2016, p. 16, ISBN 978-88-452-1275-8.
  2. ^ [1]
  3. ^ Franco Rigo, Da Venezia a La Tana, in Storia Veneta, n. 77, Padova, Elzeviro, giugno 2024, p. 52, n. 3.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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  • Caravanserraglio, in Enciclopedia dell'arte medievale, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1991-2000.
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