Indice
-
Inizio
-
1 Biografia
-
2 Attività artistica
-
3 Idee e opinioni
-
4 Controversie
-
5 Procedimenti giudiziari
-
6 Opere
-
7 Traduzioni, prefazioni
-
8 Televisione
-
9 Teatro
-
10 VHS, DVD
-
11 Radio
-
12 Discografia
-
13 Concerti
-
14 Filmografia
-
15 Pubblicità
-
16 Riconoscimenti
-
17 Note
-
18 Voci correlate
-
19 Altri progetti
-
20 Collegamenti esterni
Daniele Luttazzi
Daniele Luttazzi, pseudonimo di Daniele Fabbri (Santarcangelo di Romagna, 26 gennaio 1961), è un comico, conduttore televisivo, scrittore, autore, attore, traduttore, cantautore e illustratore italiano. Il suo pseudonimo è un omaggio al musicista e attore Lelio Luttazzi.[1]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Figlio di insegnanti elementari,[2] dopo il Liceo ginnasio statale Vincenzo Monti di Cesena frequenta la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Modena, laureandosi con una tesi sperimentale sulla eziopatogenesi autoimmunitaria della gastrite atrofica.[3][4]
Attività artistica
[modifica | modifica wikitesto]Primi anni
[modifica | modifica wikitesto]Capo scout,[5] dal 1979 al 1981 è nella redazione dei mensili AGESCI Camminiamo insieme (rover e scolte) e Giochiamo (lupetti e coccinelle). Per questa rivista scrive e disegna il fumetto Le avventure dei Pezzati, che al secondo anno viene sospeso dalle gerarchie perché giudicato poco ortodosso.[6][7]
A 18 anni collabora con il settimanale cattolico riminese Il Ponte,[2] per il quale scrive e disegna la pagina umoristica Freezer.
Nel 1979 fonda il gruppo new wave ze Endoten Control's.[8][9][10][11]
Nel 1980, a 19 anni, viene eletto consigliere comunale a Santarcangelo di Romagna nelle file della Democrazia Cristiana.[12] Dopo aver ricoperto la sua posizione per un periodo di due anni, decide di rassegnare le dimissioni.[13]
Gli esordi (1988-1998)
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1988 comincia a scrivere e a recitare in cabaret monologhi comici.[14][15] Pubblica alcune vignette sul settimanale satirico Tango.[16] Nel maggio del 1989 vince il concorso per giovani comici La Zanzara d'oro.[17] Partecipa quindi alla rassegna Riso in Italy al teatro Sistina di Roma: in giuria Renzo Arbore, che la settimana seguente lo fa esordire nel programma televisivo D.O.C. (Rai 2).[18] Per tutta l'estate è l'opinionista comico del Maurizio Costanzo Show, a cui partecipa per 30 puntate.[18][19] Scrive una rubrica di critica televisiva sul settimanale Mongolfiera[3] e una pagina illustrata di humor surreale sul mensile Hp Accaparlante.[20]
Nel maggio 1989 viene scritturato di nuovo al Costanzo Show, ma abbandona il programma alla prima puntata in polemica con il nuovo stile televisivo inaugurato da Costanzo, da lui definito "TV del dolore".[19][21] Nell'autunno del 1989 è fra i protagonisti del varietà comico Fate il vostro gioco (Rai 2). Durante la prova generale della prima puntata, una sua battuta sul Partito Socialista porta alla decisione di cancellare la sua partecipazione alle puntate successive.[2][22][18]
Nel 1990, registra per il programma Banane (Telemontecarlo) gli sketch comici Marzullo intervista Hitler e Marzullo intervista Gesù, che però non vengono trasmessi per decisione del produttore del programma Sandro Parenzo.[23][18][24][25] Pubblica i testi degli sketch nel libro Adenoidi. Porta in scena il monologo Oggi in tutta la mia casa c'è uno splendore nuovo[26] e l'anno dopo Chi ha paura di Daniele Luttazzi? Interpreta un giornalista nel film Barocco di Claudio Sestieri. [27] Nel 1992 commenta in diretta programmi tv nel varietà T'amo tv (Telemontecarlo).[24] In estate scrive e interpreta per RadioDue Onde comiche ovvero Fate entrare i cavalli vuoti,[18] varietà in 12 puntate. Ne ricava il quarto monologo teatrale: Fate entrare i cavalli vuoti.[28] È uno dei fondatori del mensile comico-satirico Comix.[23] Nel 1993 traduce #$@&! - L'antologia di Lloyd Llewellyn, il fumetto underground di Daniel Clowes per le Edizioni Telemaco di Daniele Brolli.[18]
Nel 1994 pubblica una parodia del bestseller di Susanna Tamaro Va' dove ti porta il cuore, intitolata Va' dove ti porta il clito, per il quale riceve il "Premio Satira Politica Forte dei Marmi".[29] Dalla parodia, Luttazzi ricava il monologo teatrale omonimo.[30]
Il grande pubblico comincia a conoscerlo nella stagione 1994-1995 su Rai 3 nel programma Magazine 3, assieme a Gloria De Antoni e Oreste De Fornari.[2][31] Luttazzi cura le rubriche Sesso con Luttazzi, La Piccola Biblioteca, e La cartolina di Luttazzi. I testi vengono pubblicati nei libri Sesso con Luttazzi (da cui è tratto l'omonimo spettacolo teatrale) e Adenoidi. Nel 1996 scrive Come sopravvivere quando un gatto se ne va usando l'eteronimo Alessandra Coen.[32]
Raggiunge la popolarità con i personaggi proposti a Mai dire Gol dal 1996 al 1997: Panfilo Maria Lippi, il prof. Fontecedro e Luisella Gori.[33][34] Diventano celebri la frase con cui il giornalista Panfilo apre sempre Tabloid, il suo tg («Questa edizione del telegiornale andrà in onda in forma ridotta per venire incontro alle vostre capacità mentali») e il saluto del prof. Fontecedro, docente universitario freak a Palo Alto («Cosmico!»). Luisella è invece la tipica annunciatrice Mediaset. I programmi televisivi che annuncia hanno un tratto surreale: "Domenica, Rete4. La Santa Messa. La trama, ingenua, è un pretesto per far cantare i fedeli." I testi dei tre personaggi sono riportati nei libri Tabloid e Cosmico![35]
Barracuda: l'esordio come conduttore
[modifica | modifica wikitesto]La prima trasmissione televisiva tutta sua è Barracuda, andata in onda nel 1998–1999 su Italia 1, programma con cui Luttazzi lancia in Italia il genere del talk-show notturno all'americana.[36][37] Luttazzi ha dichiarato al Corriere della Sera[38] che il programma subì il controllo Mediaset e una censura dei contenuti (per esempio nella prima intervista, fu tagliata la risposta di Claudio Martelli «Berlusconi non è un politico, è un piazzista»).[18][39][40] L'anno successivo, il direttore di Italia 1 non riconferma il programma.[7]
L'atto unico Scene da un adulterio è portato in scena dalla Nuova Compagnia di Teatro.[41] Collabora all'edizione italiana del mensile GQ fin dal primo numero (ottobre 1999) con la rubrica satirica La posta del cuore.[42] Verso la fine del 1999 Telecom Italia vara il nuovo servizio 187 e ingaggia Luttazzi come testimonial per la campagna pubblicitaria.[43] Inizialmente il contratto è di un mese, ma lo spot ha successo e il contratto viene rinnovato per due anni. Registi degli spot sono Riccardo Milani e Marcello Cesena.[33]
Satyricon e l'editto bulgaro (2001)
[modifica | modifica wikitesto]Con Satyricon (2001) Luttazzi ripropone il talk-show all'americana nella Rai 2 di Carlo Freccero. Le polemiche si susseguono a partire dalla prima puntata,[44] per culminare nella interruzione dopo l'intervista con Marco Travaglio sul libro L'odore dei soldi.[45][46] Il programma termina alla dodicesima puntata. Berlusconi, Fininvest, Mediaset e Forza Italia lo querelano per diffamazione chiedendo un risarcimento di 41 miliardi di lire.[47] L'anno seguente, il Presidente del Consiglio Berlusconi, durante una visita ufficiale in Bulgaria, accusa Luttazzi, assieme a Michele Santoro ed Enzo Biagi, di fare un uso "criminoso" della tv di stato (il cosiddetto "Editto bulgaro") e si augura che la cosa possa non ripetersi in futuro.[48] Il talk-show di Luttazzi non viene riconfermato[49] e, con i programmi Sciuscià di Michele Santoro e Il Fatto di Enzo Biagi, sparisce dai palinsesti Rai.[50] Una relazione del Parlamento europeo (2004) definisce "ingerenza inammissibile" la richiesta berlusconiana di escludere dalla Rai Biagi, Santoro e Luttazzi.[51] Dopo anni di processi Luttazzi vince le cause.[52][53][54] Da allora Luttazzi non ha più lavorato in Rai.[54] Il 4 aprile 2001 apre il suo blog.[55]
Attività successive (2002-2007)
[modifica | modifica wikitesto]2002
[modifica | modifica wikitesto]Luttazzi torna a teatro col monologo Satyricon. Riferisce che in alcune regioni, come Puglia, Lombardia e Veneto, i teatri subiscono presunte pressioni politiche al fine di cancellare i suoi spettacoli.[4][56][57][58] A Cagliari il sindaco forzista Emilio Floris cerca di impedire lo spettacolo.[47] Luttazzi subisce due strani furti in casa, minacce e intimidazioni, al punto che il suo management assolda delle guardie del corpo per la tournée.[47]
Pubblica Benvenuti in Italia e Capolavori, mini-testi umoristici corredati da sue illustrazioni.[59] Scrive la canzone Sometimes, cantata da Ada Montellanico nel cd Suoni Modulanti.[60] Porta in scena il monologo satirico Adenoidi.[61] Collabora al libro per bambini Abbecedario con una filastrocca sulla lettera X. Il libro vince il Premio Andersen 2003.[62]
Il 10 novembre è intervistato da Pippo Baudo in Cinquanta. Storia della TV di chi l'ha fatta e di chi l'ha vista. La puntata affronta il tema della censura. Durante l'intervento di Luttazzi, l'audience del programma, che era all'8% di share, tocca il 21%.[47] Dopo la messa in onda, Luttazzi denuncia una censura baudiana ai suoi danni, operata tagliando alcune sue battute di satira politica dette durante l'intervista.[47][63] Luttazzi ricorda: «Ai giornalisti fu anche detto che ero stato presente al montaggio. Falso. Il giorno dopo ci fu la strage di Nassiriya, ci misi quattro giorni per far passare sulle agenzie di stampa la denuncia dei tagli subiti. Ma Baudo rimase zitto».[63] Il critico Sebastiano Messina attacca Luttazzi, sostenendo che si sia autocensurato per convenienza.[64] In risposta, Luttazzi lo definisce «incompetente»[65]. Il giornalista Giovanni Floris gli propone di aprire ogni puntata di Ballarò con un intervento satirico registrato, quindi non in diretta, come permesso ad altri comici. Luttazzi rifiuta.[66]
Lascia GQ, giudicando "troppo frivolo" il nuovo corso della rivista, rispetto a quello del direttore dimissionario Andrea Monti.[67]
2003
[modifica | modifica wikitesto]Nel 2003 esce l'edizione italiana di Rolling Stone e Luttazzi, dal primo numero, scrive la rubrica di chiusura.
Il 23 novembre partecipa con un intervento in video alla puntata live di RaiOt: contro il potere politico di Silvio Berlusconi, Luttazzi propone di boicottare le aziende che fanno pubblicità sulle reti Mediaset.[68]
Il 24 novembre la compagnia dell'Archivolto mette in scena a Genova la lettura dei Dialoghi platonici; tra essi c'è anche il racconto Stanotte e per sempre che suscita nuove polemiche per una scena, secondo quanto riportato dall'agenzia ANSA, in cui Luttazzi vestito da Andreotti sodomizzava il cadavere di Aldo Moro.[69] Luttazzi afferma che la scena è stata descritta in maniera inesatta dalle agenzie di stampa e l'esperta di satira latina Margherita Rubino, presente allo spettacolo, si schiera in favore di Luttazzi.[70] La Procura di Genova e l'Ordine dei giornalisti aprono un'inchiesta per oscenità che verrà poi archiviata dopo aver visionato le registrazioni della serata.[71][47]
Espone una selezione di opere grafiche alla galleria Il vicolo di Genova.[72]
2004
[modifica | modifica wikitesto]Luttazzi decide di terminare la sua collaborazione con la rivista Rolling Stone, in polemica con un'intervista a Carlo Rossella fatta dal direttore Carlo Antonelli.[73] Quel numero del periodico era contro la guerra in Iraq di Bush e un articolo di Luttazzi collegava il Nigergate a un dossier costruito a Roma in ambienti contigui al Sismi,[74] ma le domande poste dal direttore Antonelli vertevano su argomenti giudicati da Luttazzi irrilevanti, come ad esempio i gusti musicali. [73][74]
Bompiani pubblica la sua nuova traduzione, integrale e fedele, dei classici di Woody Allen: Rivincite, Senza Piume, Effetti Collaterali.[22][75] Porta nei teatri Bollito misto con mostarda, spettacolo di satira sull'attualità.[76]
2005
[modifica | modifica wikitesto]Pubblica il suo primo album musicale, Money for Dope (EMI).[8][77] Per la rivista MicroMega, intervista diversi autori satirici italiani, ponendo loro domande sulla satira. Fra questi Stefano Benni, Sergio Saviane, Riccardo Mannelli.[78][79] Pubblica il libro Bollito misto con mostarda.
Viene invitato da Adriano Celentano nel programma Rockpolitik, assieme a Biagi e Michele Santoro: Luttazzi, come Biagi, declina l'invito, in polemica con il direttore di Rai 1 Fabrizio Del Noce che si era autosospeso all'annuncio della loro partecipazione al programma.[80][81]
Rinuncia a esibirsi al teatro Smeraldo perché la società che gestisce il teatro si è aggiudicata la gestione del teatro Lirico indicando Marcello Dell'Utri come direttore artistico.[66]
Nell'ottobre 2005 apre il blog interattivo con podcast.[82][83]
2006
[modifica | modifica wikitesto]È in teatro con lo spettacolo Come uccidere causando inutili sofferenze, in cui immagina di essere inviato dal governo in missione in Iraq ad allietare le truppe italiane con una compagnia di varietà.[84][85] L'ultima data del tour, il 24 novembre 2006 al Palalottomatica di Roma, fa il tutto esaurito.[86]
Il 10 novembre esordisce a Conegliano con Barracuda 2007.
2007
[modifica | modifica wikitesto]A febbraio pubblica il suo secondo CD musicale, School Is Boring (Edel).
Con un articolo pubblicato su MicroMega, critica il 'V-Day' promosso da Beppe Grillo ed evidenzia demagogia e populismo delle proposte, nonché l'ambiguità di chi vuole fare il leader politico continuando a fare satira.[87][88][89]
Il ritorno in tv: Decameron
[modifica | modifica wikitesto]Dal 3 novembre 2007 conduce il varietà satirico Decameron: in onda nella seconda serata del sabato sera di LA7, tratta, come recita il titolo, di "politica, sesso, religione e morte". In conferenza-stampa, il direttore di rete Antonio Campo Dall'Orto garantisce che Luttazzi potrà essere libero di dire e fare ciò che vorrà.[90] Nelle prime due puntate, ottiene una percentuale media del 6%: due milioni e mezzo di spettatori.[91] Il programma viene sospeso sabato 8 dicembre 2007 prima della messa in onda della sesta puntata, che avrebbe dovuto trattare dell'ultima enciclica promulgata da papa Benedetto XVI.[92] La7 accusa Luttazzi di aver offeso con una battuta Giuliano Ferrara, uno dei volti più noti della rete.[93] La7 fa causa a Luttazzi[94], che vince sia in primo grado che in appello.[95][96]
2008
[modifica | modifica wikitesto]Esordisce al Gran Teatro di Roma con il monologo Decameron, che comprende quanto previsto per la sesta puntata del programma.
Inaugura la prima pagina a colori del quotidiano il manifesto con la rubrica Ultim'ora , contenente brevi battute sui fatti del giorno.[97] La collaborazione dura qualche mese ed è gratuita, come suo "personale contributo al pluralismo", rivela il direttore Gabriele Polo.[98]
2009
[modifica | modifica wikitesto]Apre sul suo blog una palestra di satira.[99][100] Alla sua scuola si formano gli autori di Lercio.it.[101][102] Pubblica con Feltrinelli il saggio politico-satirico La guerra civile fredda.
L'intervento a Raiperunanotte (2010)
[modifica | modifica wikitesto]Il 25 marzo 2010 Luttazzi partecipa a Raiperunanotte. La trasmissione, condotta da Michele Santoro, è stata promossa dalla FNSI dopo la decisione della RAI di sospendere i talk-show politici durante il periodo di campagna elettorale per le regionali.[103] Il monologo satirico di Luttazzi[104] suscita entusiasmi e polemiche.[105][106]
Attività successive (2011-in corso)
[modifica | modifica wikitesto]Nel 2011 viene pubblicato il romanzo a fumetti La quarta necessità, soggetto e sceneggiatura di Luttazzi, tavole di Massimo Giacon.[107]
In occasione delle elezioni politiche 2013, Luttazzi dà alle stampe il romanzo satirico Lolito.[108] Allegato a il Fatto Quotidiano, vende 28 000 copie in un solo giorno[109] e il Fatto Quotidiano ne appronta una ristampa immediata,[110] esaurita la quale l'editrice Chiarelettere pubblica (maggio 2013) una nuova prima edizione del romanzo per il canale librerie.[111]
Nel febbraio 2015 esce in edicola con il Fatto Quotidiano il romanzo satirico Bloom Porno-Teo-Kolossal.[112]
Nell'aprile 2016 Luttazzi annuncia sul suo blog che GQ rinuncia alla sua prevista collaborazione.[113]
Nel 2017 scrive l'introduzione della raccolta di testi del collettivo satirico Lercio, intitolata "Per una comicità totale".[114]
A partire dal 14 aprile 2020 gli viene affidata la rubrica satirica giornaliera Non c'è di che su Il Fatto Quotidiano, dove dal 26 aprile 2020, ogni domenica, scrive anche Questioni comiche, una pagina su teoria e prassi della comicità[115][116].
Il 25 aprile 2022 Luttazzi ha partecipato all'evento "20 anni Editto Bulgaro" che si è tenuto al Centro documentale Enzo Biagi di Pianaccio.[117]
Il 22 novembre 2022 viene pubblicato dalla casa editrice Paper First il libro "Infinite Reich", parodia del classico "Infinite Jest", di David Foster Wallace. Il libro è una satira del consumismo USA che viene ricontestualizzato nella Germania Nazista del 1945.[118]
Idee e opinioni
[modifica | modifica wikitesto]Luttazzi elenca cinque principi fondamentali di una battuta comica: brevità, esattezza, semplicità, sorpresa, ritmo. Descrive inoltre la battuta come un micro-racconto formato da una trama (il plot) e una sceneggiatura (la struttura). La risata, sostiene, scatta per la tecnica, non per il contenuto. «Infatti la parafrasi di una battuta, cioè il plot senza struttura, non fa ridere».[119]
La deontologia del comico, secondo Luttazzi, consiste nel dire battute che fanno ridere l'autore.[120]
Quanto alla satira, per Luttazzi è «un punto di vista e un po' di memoria», si occupa fin dall'epoca di Aristofane di quattro temi principali (politica, religione, sesso e morte)[33][121] e ha l'effetto di liberare l'individuo «dai pregiudizi inculcati in lui dai marketing politici, culturali, economici e religiosi».[122] La satira, sostiene, «dà fastidio perché esprime un giudizio sui fatti, addossando responsabilità»[122] e dev'essere contro ogni Potere, anche quello della satira.[123] La satira, per Luttazzi, contrasta il Potere «mantenendo viva nel nostro immaginario quella sana oscillazione fra sacro e profano che chiamiamo dubbio».[13][122][124] Sostiene inoltre che un autore satirico debba saper resistere alla tentazione del potere, cui cede non appena pensa che il suo compito sia "dire la verità".[123] «La satira non è "scrivere battute"», precisa. «Scrivere battute è solo sudoku. La satira è quello che ci fai con quelle battute».[13]
Luttazzi afferma che la satira nasce faziosa con Aristofane[100] e cessa di essere satira quando diventa propaganda partitica.[125]
A proposito delle accuse di volgarità, Luttazzi invita a leggere i maestri del genere: Aristofane, Ruzante, Rabelais, Swift, Sterne, Woody Allen, Karl Kraus e Dario Fo.[126]
Luttazzi ritiene importante distinguere la satira dal semplice sfottò, che è reazionario in quanto rende simpatico il bersaglio[127] e definisce "sfottò fascistoide" ogni materiale satirico che dileggi la vittima di un sopruso poiché questo tipo di sfottò si schiera di fatto dalla parte dei carnefici.[128]
Ha espresso parole di stima nei confronti dei colleghi Maurizio Milani[129][130], Alessandro Bergonzoni, Aldo, Giovanni e Giacomo[131], Corrado Guzzanti e Sabina Guzzanti[132]. Dalle colonne del Fatto Quotidiano ha argomentato contro la comicità reazionaria di Dave Chappelle[133], Checco Zalone e Pio e Amedeo[134].
In forte polemica con Fabio Fazio, ha contestato l'affermazione che alla Rai il programma "Che tempo che fa" si ripagasse con la pubblicità. Inoltre ha stigmatizzato i costi enormi di quel programma e il suo compenso, usando il parametro del costo per spettatore; la partecipazione numerosa in quella trasmissione di artisti appartenenti alla sua stessa agenzia e lo strapotere in Rai di agenzie come quella.[135]
Un suo saggio pubblicato da Fq Millennium analizza "l'arte infame della censura", elencando le sei sanzioni progressive del protocollo disciplinare cui viene sottoposto chi fa "satira vera" nella tv italiana: denigrazione, censura, vessazione, lite temeraria, character assassination e damnatio memoriae[136].
Ha scritto sui rapporti fra copyright, diritto d'autore e norme sociali dei comici, illustrandone limiti e anacronismi in materia di plagio[137].
Sul pregiudizio del realismo referenziale
[modifica | modifica wikitesto]Secondo Luttazzi, «la gente condivide un pregiudizio, quello del realismo referenziale, cioè credere che il senso della parola "gatto" sia l'animale reale gatto. Chi crede questo, pensa che una parola abbia lo stesso senso in tutti i contesti in cui è usata.» Nel sottolinearne l'assurdità, Luttazzi spiega che «il senso di una parola (o di una proposizione) è la funzione che svolge all'interno di una pratica. Due frasi identiche, in contesti diversi, hanno due funzioni diverse e quindi sono due frasi diverse». Per Luttazzi accade lo stesso con le battute comiche: spostandole in un contesto diverso, possono assumere una nuova funzione comica e quindi far ridere per un motivo diverso. Apparentemente simili, in realtà «sono due battute diverse».[13]
Su linguaggio, ideologia e "détournement"
[modifica | modifica wikitesto]Luttazzi sostiene che «un'ideologia dominante si esprime in un linguaggio e può essere corrosa solo con un linguaggio altro. La pratica situazionista del "détournement" ritrova qui tutta la sua urgenza. Il popolaccio, infatti, è schiavo dell'ideologia dominante anche perché si accontenta del semplice senso grammaticale dei testi dati; ma il significato vero di un testo si sprigiona dal rapporto con tutti gli altri testi del discorso, all'interno di pratiche sociali che hanno stabilito il significato di quel rapporto. Non è possibile non dico scardinare, ma neppure criticare l'ideologia dominante se resti all'interno del codice imposto.»[138]
Controversie
[modifica | modifica wikitesto]Nel corso degli anni, diversi detrattori l'hanno accusato di "plagio". Uno dei più assidui fu il giornalista Christian Rocca: dopo le prime puntate di Satyricon (Rai 2, 2001), dalle colonne del Il Foglio accusò Luttazzi di copiare rubriche del Late Show di David Letterman.[139]. Luttazzi replicò che Satyricon era una parodia del Letterman[140] e di non aver mai nascosto di ispirarsi al modello americano «cui lo stesso Letterman si ispira: il "Tonight Show"» di Johnny Carson. Nel 2007 Rocca sostenne che la battuta su Giuliano Ferrara, che portò alla chiusura del programma, fosse un plagio da Bill Hicks.
Nel gennaio 2008 un blog anonimo elencò una serie di battute in inglese sostenendo che Luttazzi le avesse "plagiate", e nel giugno 2010 venne diffuso in Rete un video anonimo che metteva a confronto venti minuti di repertorio di comici anglofoni con la corrispondente versione di Luttazzi. Ne diede notizia il Giornale[141], seguito da la Repubblica[142] e l'Unità[143]. Luttazzi rispose affermando che quel video fosse diffamatorio, sostenendo che i suoi non fossero plagi ma citazioni intenzionali, inserite come parte di un gioco di "caccia al tesoro" intrapreso nel 2005 con i lettori del suo blog.[144][145][146] Il caso divise l'opinione pubblica fra accusatori (Le Iene[147], Emo Philips[148]), accusatori con riserva (Wu Ming[149][150]) e difensori (Roberto Faenza e Roberto Benigni[151]).
Procedimenti giudiziari
[modifica | modifica wikitesto]Accuse di diffamazione
[modifica | modifica wikitesto]Caso Satyricon
[modifica | modifica wikitesto]Nel 2001, in seguito alla sua intervista a Marco Travaglio durante una puntata di Satyricon, Berlusconi, Fininvest, Mediaset e Forza Italia lo querelano per diffamazione chiedendo un risarcimento di 41 miliardi di lire. Dopo 16 anni di processi Luttazzi vince le cause: i fatti raccontati erano veri e la satira di Luttazzi rispettava il criterio della continenza.[152][153]
Caso Cremonini
[modifica | modifica wikitesto]Dopo un monologo di Satyricon in cui commenta un'indagine dei NAS in uno stabilimento Inalca, che aveva portato al sequestro di un capannone con 130 quintali di carni avariate, l'azienda Cremonini gli fa causa per diffamazione, chiedendo un risarcimento di 120 miliardi di lire. Luttazzi vince la causa.[154]
Accuse di plagio
[modifica | modifica wikitesto]Caso Tamaro
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1994 Susanna Tamaro e la Baldini&Castoldi fanno causa a Luttazzi per plagio dopo la pubblicazione di Va' dove ti porta il clito, parodia di Va' dove ti porta il cuore. Luttazzi vince la causa: secondo il giudice è parodia e non plagio.[155] La Tamaro fa ricorso. In favore di Luttazzi si pronunciano Maria Corti, Guido Almansi, Patrizia Violi e Omar Calabrese; per la Tamaro Giampaolo Dossena e Piergiorgio Bellocchio.[156] La Tamaro perde di nuovo.[30]
Caso Decameron
[modifica | modifica wikitesto]L'8 dicembre 2007 l'emittente televisiva LA7, diretta da Antonio Campo Dall'Orto, sospende il programma Decameron sostenendo che nella puntata precedente Luttazzi abbia offeso Giuliano Ferrara[157] con questa battuta: «Dopo quattro anni di guerra in Iraq, 3 900 soldati americani morti, 85 000 civili iracheni ammazzati e tutti gli italiani morti sul campo anche per colpa di Berlusconi, Berlusconi ha avuto il coraggio di dire che lui in fondo era contrario alla guerra in Iraq. Come si fa a sopportare una cosa del genere? Io ho un mio sistema: penso a Giuliano Ferrara dentro una vasca da bagno con Berlusconi e Dell'Utri che gli pisciano addosso, Previti che gli caga in bocca e la Santanchè in completo sadomaso che li frusta. Va già meglio no?»[94] La battuta di Luttazzi riprende un famoso monologo del comico statunitense Bill Hicks che sbeffeggiava il giornalista Rush Limbaugh, di cui Giuliano Ferrara, per Luttazzi, è la versione italiana. Secondo Dall'Orto si tratta di un insulto a Giuliano Ferrara, ma Ferrara ammette che quella di Luttazzi è una battuta satirica.[18][158]
Luttazzi ritiene pretestuoso il motivo addotto dalla direzione della rete, nota che il suo contratto con La7 impediva la sospensione del programma[159] e si dice d'accordo con Dario Fo, che attribuisce la sospensione al monologo satirico sull'enciclica papale Spe Salvi, registrato da Luttazzi per la puntata successiva, mai trasmessa.[160] La Repubblica e Libero intervengono nella polemica sostenendo che un blogger accusa Luttazzi di plagio da Hicks, ma il blogger smentisce decisamente e reindirizza il suo link, che Repubblica e Libero mettono a disposizione dei lettori, a un sito porno.[161] Il giorno dopo, sul Foglio, è Christian Rocca ad accusare Luttazzi di plagio: da Hicks e da altri celebri comici americani. Rocca cita la "caccia al tesoro" di Luttazzi, ma sostiene che la cosa vada ben oltre la citazione.[162] Telecom fa causa a Luttazzi e la perde, venendo condannata al pagamento di un milione e duecento mila euro come risarcimento.[95] Secondo la sentenza, riassume Luttazzi, La7 chiuse Decameron in modo arbitrario e illegittimo e la battuta su Giuliano Ferrara non fu insulto né plagio, ma satira.[163] Telecom Italia Media (ex-La7) ricorre in appello, ma lo perde nell'aprile 2018.[96]
Accuse di evasione fiscale
[modifica | modifica wikitesto]Il 4 ottobre 2014 la procura di Civitavecchia iscrive nel registro degli indagati Daniele Luttazzi per evasione fiscale di oltre 140 000 euro di Irpef. Luttazzi dichiara di non essere un evasore e che si tratta di un errore della Guardia di Finanza.[164] Il 9 ottobre 2017 Luttazzi è assolto con formula piena perché il fatto non sussiste.[165][166]
Opere
[modifica | modifica wikitesto]- 101 cose da evitare a un funerale, Ozzano Emilia, Panini, 1993. ISBN 88-7686-221-8.
- Locuste. Come le formiche, solo più cattive, Ozzano Emilia, Panini, 1994. ISBN 88-7686-496-2.
- Sesso con Luttazzi, Modena, Comix, 1994. ISBN 88-7686-497-0 [Contiene 101 cose da evitare a un funerale]; con VHS, Milano, Mondadori, 2000. ISBN 88-04-47641-9.
- Adenoidi, Milano, Bompiani, 1995. ISBN 88-452-2446-5; Milano, Rizzoli, 1999. ISBN 88-17-68016-8.
- Va' dove ti porta il clito, Modena, Comix, 1995. ISBN 88-7686-630-2; 1996. ISBN 88-7686-681-7.
- C.R.A.M.P.O..Corso Rapido di Apprendimento Minimo per Ottenebrati, Modena, Comix, 1996. ISBN 88-8193-009-9; 1998. ISBN 88-8193-065-X. [Le prime edizioni contengono in appendice Locuste]
- Come sopravvivere quando un gatto se ne va, come Alessandra Coen, Modena, Comix, 1996.
- Gioventù cannibale, con altri, Torino, Einaudi, 1996. ISBN 88-06-14268-2.
- Tabloid, Modena, Comix, 1997. ISBN 88-8193-017-X; 1997. ISBN 88-8193-040-4.
- Teatro. Rettili & roditori, Scene da un adulterio, Modena, Comix, 1998. ISBN 88-8193-056-0.
- Cosmico! Una valida alternativa all'intrattenimento intelligente, Milano, Mondadori, 1998. ISBN 88-04-45082-7.
- Barracuda, Milano, Mondadori, 1999. ISBN 88-04-45850-X.
- Luttazzi Satyricon, Milano, Mondadori, 2001. ISBN 88-04-49523-5.
- Benvenuti in Italia, Milano, Feltrinelli, 2002. ISBN 88-07-84011-1.
- Capolavori, Milano, Feltrinelli, 2002. ISBN 88-07-84021-9.
- La castrazione e altri metodi infallibili per prevenire l'acne, Milano, Feltrinelli, 2003. ISBN 88-07-84029-4.
- Bollito misto con mostarda, Milano, Feltrinelli, 2005. ISBN 88-07-84054-5.
- Lepidezze postribolari, ovvero Populorum progressio, Milano, Feltrinelli, 2007. ISBN 978-88-07-84077-7.
- La guerra civile fredda, Milano, Feltrinelli, 2009. ISBN 978-88-07-70213-6.
- Almanacco Luttazzi della nuova satira italiana 2010, Milano, Feltrinelli, 2010. ISBN 978-8807491009
- La quarta necessità , disegni di Massimo Giacon, Milano, Rizzoli Lizard, 2011. ISBN 978-88-17-05347-1 .
- Lolito , Roma, Editoriale Il Fatto, 2013; Milano, Chiarelettere, 2013. ISBN 978-88-6190-458-3 .
- Bloom Porno-Teo-Kolossal, Roma, Il Fatto Quotidiano, 2015.
- Infinite Reich, Roma, Paper First, 2022.
Traduzioni, prefazioni
[modifica | modifica wikitesto]- Traduzione e introduzione di Daniel Clowes, L'antologia ufficiale di Lloyd LLewellyn, Bologna, Telemaco, 1992.
- Prefazione a Lenny Bruce, Come parlare sporco e influenzare la gente, Milano, Bompiani, 1995. ISBN 88-452-2445-7
- Traduzione e introduzione di Woody Allen, Effetti collaterali, Milano, Tascabili Bompiani, 2004. ISBN 88-452-3304-9
- Traduzione e introduzione di Woody Allen, Senza piume, Milano, Tascabili Bompiani, 2004. ISBN 88-452-3305-7
- Traduzione e introduzione di Woody Allen Rivincite, Milano, Tascabili Bompiani, 2004. ISBN 88-452-3306-5
- Introduzione a Stan Lee e John Romita Sr., The complete Spider-Man, vol. II, 29/1/1979-11/1/1981, Modena, Panini comics, 2007. ISBN 978-88-8343-717-5
- Introduzione a Lercio. Lo sporco che fa notizia. Il libro, Brescia, Shockdom, 2017. ISBN 8893360594
Televisione
[modifica | modifica wikitesto]- Fate il vostro gioco, 1989 (censurato alla prima puntata) - Rai 2
- Banane, 1990 (censurato alla prima puntata) - TMC
- T'amo TV, 1992-93 - TMC
- Magazine 3, 1993-1994 - Rai 3
- Mai dire Gol, 1996-1998 - Italia 1
- Barracuda, 1999 - Italia 1
- Satyricon (chiuso alla quarta puntata, riaperto dopo sondaggio tv, sospeso per una puntata dopo la settima, chiuso alla dodicesima), 2001 - Rai 2
- Decameron (chiuso alla quinta puntata), 2007 - LA7
- Raiperunanotte, 2010 - Sky TG24, Current TV, YouDem, RED TV, Repubblica Radio TV e varie televisioni locali)
Teatro
[modifica | modifica wikitesto]- Non qui, Barbara, nessuno ci sta guardando (1989)
- Oggi in tutta la mia casa c'è uno splendore nuovo (1990)
- Chi ha paura di Daniele Luttazzi? (1991)
- Fate entrare i cavalli vuoti (1992)
- Sesso con Luttazzi (1993, 1999, 2004, 2008)
- Va' dove ti porta il clito (1995, 2009)
- Adenoidi (1996)
- Tabloid (1997)
- Barracuda LIVE (1998)
- Scene da un adulterio (1998) (recitato dalla Nuova Compagnia di Teatro)
- Satyricon (2001)
- Adenoidi 2003 (2003)
- Dialoghi platonici (2003) (recitati da attori dello Stabile di Genova e dell'Archivolto, per la regia di Giorgio Gallione)
- Bollito misto con mostarda (2004)
- Come uccidere causando inutili sofferenze (2005)
- Barracuda 2007 (2007)
- Decameron (2008)
VHS, DVD
[modifica | modifica wikitesto]- Sesso con Luttazzi (il monologo teatrale) (VHS, Polygram, 1997)
- Tabloid (VHS, Polygram, 1997)
- Sesso con Luttazzi (la rubrica di Magazine 3) (VHS, Mondadori, 1999)
- Satyricon (VHS, L'Espresso, 2001)
- Barracuda live! (VHS, Cecchi Gori Home Video, 2001)
- Adenoidi 2003 (VHS e DVD, Elleu Multimedia, 2003)
- Luttazzi contro! (contiene Adenoidi, Satyricon e Luttazzi special 2003) (DVD, Corriere della sera, 2004)
- Bollito misto con mostarda (contiene libretto I giardini dell'epistassi) (DVD, Feltrinelli, 2006)
- Decameron (DVD, Il Fatto Quotidiano, 2010)
Radio
[modifica | modifica wikitesto]Discografia
[modifica | modifica wikitesto]- 2005 - Money for Dope (EMI)
- 2007 - School Is Boring (Edel Music)
Concerti
[modifica | modifica wikitesto]- Songbook (2009)
Filmografia
[modifica | modifica wikitesto]- Barocco (1991)
- Viva Zapatero! (2005)
Pubblicità
[modifica | modifica wikitesto]- Caramelle Balsamiche "Victors" (1990)
- Telecom "servizio 187" (2000-2001)
Riconoscimenti
[modifica | modifica wikitesto]- 1994 – Premio Satira Politica Forte dei Marmi ("Va' dove ti porta il clito")
- 1995 – Premio Regia Televisiva (coautore e conduttore, "Magazine 3")
- 1996 – Premio Regia Televisiva (coautore e cointerprete, "Mai dire gol")
- 1997 – Premio Regia Televisiva (coautore e cointerprete, "Mai dire gol")
- 1999 – Premio Regia Televisiva ("Barracuda")
- 2008 – Premio Riccione TTV ("Decameron")
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Lo zio di Daniele: Lelio Luttazzi, su film.it (archiviato dall'url originale il 29 settembre 2013).
- ^ a b c d Giorgio Dell'Arti, Daniele Luttazzi, su cinquantamila.corriere.it (archiviato dall'url originale il 24 marzo 2013).
- ^ a b Daniele Luttazzi, su lettera.com (archiviato dall'url originale il 12 gennaio 2008).
- ^ a b Daniela Preziosi, Berlusconi? Uno che si fa gli affari suoi, su brianzapopolare.it (archiviato dall'url originale il 31 gennaio 2016).
- ^ Giampaolo Cerri, La lobby degli scout, dentro e fuori dal Palazzo, su panorama.it (archiviato dall'url originale il 15 giugno 2016).
- ^ Alessandro Di Nocera, Un comico fra i comics, su comicus.it (archiviato dall'url originale il 15 giugno 2016).
- ^ a b Silvia Fumarola, No, non sarò cattivo sarò una vera carogna, su ricerca.repubblica.it. URL consultato il 9 giugno 2016 (archiviato l'11 agosto 2016).
- ^ a b Andrea Scanzi, Tra Broadway e Santarcangelo, su andreascanzi.it (archiviato dall'url originale il 7 maggio 2006).
- ^ Davide Bassi, Daniele Luttazzi Money for Dope, su ondarock.it (archiviato dall'url originale il 9 gennaio 2016).
- ^ J.R.D., Daniele Luttazzi Money for Dope, su blackmailmag.com (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2013).
- ^ l'Unità, Il piacere delle battute di Daniele Luttazzi e i cori del Trio Carbone (PDF), su archiviostorico.unita.it (archiviato dall'url originale il 12 giugno 2016).
- ^ Andrea Montanari, Ma Luttazzi era un DC, su quotidianonet.ilsole24ore.com (archiviato dall'url originale il 26 febbraio 2009).
- ^ a b c d Malcom Pagani, Lolito, su luttazzi.wordpress.com (archiviato dall'url originale il 26 marzo 2016).
- ^ Antonio Di Giacomo, Cabaret di tradizione l'estate a Conversano tra classici e risate, su ricerca.repubblica.it. URL consultato il 9 giugno 2016 (archiviato l'11 agosto 2016).
- ^ Luca Telese, Parla l'uomo che ha scoperto Checco Zalone, su liberoquotidiano.it (archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2016).
- ^ La Settimana Enogistica (PDF), su archivio.unita.news.
- ^ Alessandro Valentini, Intervista esclusiva a Daniele Luttazzi, su teatro.it (archiviato dall'url originale il 15 giugno 2016).
- ^ a b c d e f g h Stefano Biolchini, Botta e risposta tra Daniele Luttazzi e Giuliano Ferrara, su ilsole24ore.com (archiviato dall'url originale il 15 giugno 2016).
- ^ a b Intervista pubblicata sulla rivista The Artist, n.5 - parte 2. Ivan Manuppelli, Puck il nano intervista Daniele Luttazzi, su hurricaneivan.blogspot.it (archiviato dall'url originale il 7 marzo 2016).
- ^ Luca Baldazzi, "Ai confini della risata": quando Luttazzi scriveva su "Accaparlante", su superabile.it (archiviato dall'url originale il 28 febbraio 2009).
- ^ Corriere della sera, I personaggi lanciati dal "Costanzo Show", su web.archive.org.
- ^ a b Giulia Santerini, Cos'è la satira? Un punto di vista e un po' di memoria, su capital.it (archiviato dall'url originale il 17 gennaio 2006).
- ^ a b F. Cappa, P. Gelli, Dizionario dello spettacolo del 900, su delteatro.it (archiviato dall'url originale il 4 giugno 2006).
- ^ a b Andrea Scanzi, Fabio Fazio (e non solo): i santini del veltronismo, su temi.repubblica.it (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- ^ Paolo Bracalini, L'editore di Telelombardia pensa a TeleSantoro "La voglio faziosa come lui. E il tg a Travaglio", su ilgiornale.it (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2016).
- ^ l'Unità, Spettacoli a Roma. Sala Umberto: "Oggi in tutta la mia casa c'è uno splendore nuovo", su web.archive.org.
- ^ IMDb, Barocco (1991), su imdb.com. URL consultato il 30 aprile 2019 (archiviato l'8 febbraio 2017).
- ^ Daniele Luttazzi inaugura la stagione teatrale "Akroama", su archivio.agi.it (archiviato dall'url originale il 15 giugno 2016).
- ^ Premio Satira Forte dei Marmi, Museo Satira Albo d'oro, su museosatira.it (archiviato dall'url originale il 10 giugno 2016).
- ^ a b Francesco Verni, Va' dove ti porta il c…lito Tamaro e sentimento secondo Luttazzi, su corrieredelveneto.corriere.it (archiviato dall'url originale il 26 marzo 2010).
- ^ Monica Baulino, Amo la tv, quella vera, su ilfriuli.it (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2007).
- ^ Daniele Luttazzi, "Il mio libro segreto, su danieleluttazzi.wordpress.com (archiviato dall'url originale il 15 giugno 2016).
- ^ a b c Andrea Scanzi, Man on the Moon, su andreascanzi.it (archiviato dall'url originale il 25 maggio 2003).
- ^ Cafeletterario.it, Daniele Luttazzi, uno scrittor-comico, su wuz.it (archiviato dall'url originale il 28 marzo 2016).
- ^ Daniele Luttazzi, il ritorno, su repubblica.it (archiviato dall'url originale il 25 febbraio 2015).
- ^ Antonio Dipollina, Reduce dal contestatissimo programma televisivo il comico ripropone da domani al Ciak il suo spettacolo, su ricerca.repubblica.it. URL consultato l'8 giugno 2016 (archiviato l'8 agosto 2016).
- ^ Mariano Sabatini, Chiude il Late Show, solo Luttazzi come Letterman, su notizie.tiscali.it (archiviato dall'url originale il 15 giugno 2016).
- ^ Maria Volpe, Luttazzi: Pentito? Torno in Rai e attacco tutti, su web.archive.org.
- ^ Bruno Giurato, Da Battisti a Fiorello tutti i segreti di Fatma tra musica e tivù, su ilgiornale.it (archiviato dall'url originale il 1º novembre 2015).
- ^ La Stampa, Luttazzi ricomincia da Chiesa e scandali, su lastampa.it (archiviato dall'url originale il 15 giugno 2016).
- ^ il Tirreno, Capalbio scopre il teatro, su ricerca.gelocal.it (archiviato dall'url originale il 15 giugno 2016).
- ^ Ernesto Massimetti, Intervista con Andrea Monti, su ricerca.gelocal.it (archiviato dall'url originale il 18 aprile 2016).
- ^ Fiorenza Gonzales, Intervista a Daniele Luttazzi, su monitore.comune.cosenza.it (archiviato dall'url originale il 19 luglio 2003).
- ^ Denise Pardo, Sforza Italia, su quattrostracci.altervista.org (archiviato dall'url originale il 20 agosto 2008).
- ^ Cristiano Zepponi, Chi ha paura della satira?, su instoria.it (archiviato dall'url originale il 18 settembre 2015).
- ^ Curzio Maltese, Parla Luttazzi, su danieleluttazzi.it (archiviato dall'url originale il 10 maggio 2006).
- ^ a b c d e f P. Gomez, M. Travaglio, Regime, su books.google.it. URL consultato il 7 giugno 2016 (archiviato il 1º luglio 2016).
- ^ Corriere della sera, Berlusconi: «Via Santoro, Biagi e Luttazzi», su corriere.it (archiviato dall'url originale l'11 dicembre 2004).
- ^ Antonello Tomanelli, La censura a Daniele Luttazzi, su difesadellinformazione.com (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- ^ Stefano Corradino, Quei criminali di Biagi, Santoro e Luttazzi, su Articolo 21, liberi di... (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2013).
- ^ Gabriele Mastellarini, Assalto alla stampa, su books.google.it (archiviato il 15 giugno 2016).
- ^ Rita Celi, Luttazzi torna in tv più arrabbiato che mai, su repubblica.it (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
- ^ il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, Cassazione: 'Non deve risarcire Berlusconi': aveva chiesto 10 mln, su ilfattoquotidiano.it (archiviato dall'url originale il 7 maggio 2016).
- ^ a b Antonello Tomanelli, Il 'caso Satyricon', su difesadellinformazione.com (archiviato dall'url originale il 15 giugno 2016).
- ^ Luttazzi Flashback, Il blog di Luttazzi: evoluzione grafica (2001-2011), su luttazziflashback.wordpress.com (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2014).
- ^ Enrico Arosio, Benvenuti in Italia!, su archivio.feltrinellieditore.it (archiviato dall'url originale il 15 giugno 2016).
- ^ Daniela Tancredi, Quando ridere fa male al potere, su italy.peacelink.org (archiviato dall'url originale il 16 luglio 2006).
- ^ Radio Popolare, Intervista a Daniele Luttazzi, su diodati.org (archiviato dall'url originale il 15 giugno 2016).
- ^ Rodolfo Di Giammarco, Luttazzi: Mi do al disegno e sogno una striscia su RaiDue, su ricerca.repubblica.it. URL consultato l'8 giugno 2016 (archiviato l'8 agosto 2016).
- ^ Adriano Mazzoletti, Ada Montellanico Suoni Modulanti, su jazzitalia.net (archiviato dall'url originale il 7 marzo 2016).
- ^ Marco Bracconi, Il ritorno di Daniele Luttazzi "Perché Bin Laden in tv e io no?", su repubblica.it (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- ^ Teatro dell'Archivolto, Abbecedario l'alfabeto a teatro, su lacittadelteatro.it (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2016).
- ^ a b la Repubblica, Daniele Luttazzi, ritorno light satira politica ma con misura, su repubblica.it (archiviato dall'url originale il 10 giugno 2016).
- ^ Sebastiano Messina, Per chi suona la campana di Pippo, su repubblica.it (archiviato dall'url originale il 10 giugno 2016).
- ^ Luca Barachetti, Intervista a Daniele Luttazzi, su fioriblu.it (archiviato dall'url originale il 23 marzo 2005).
- ^ a b P. Gomez, M. Travaglio, Inciucio, su books.google.it. URL consultato il 9 giugno 2016 (archiviato il 5 agosto 2016).
- ^ Telestreet Reggio Emilia, Intervista a Daniele Luttazzi, su youtube.com.
- ^ Sabina Guzzanti RaiOt, intervento di Daniele Luttazzi (34:33), su youtube.com. URL consultato il 12 giugno 2016 (archiviato il 15 giugno 2016).
- ^ (ANSA) - GENOVA, 25 NOV - Nuove polemiche in arrivo per Luttazzi. Nei 'Dialoghi platonici' c'è una scena in cui Andreotti denuda e sodomizza il cadavere di Moro. Uno spettacolo choc quello di Luttazzi a Genova, a dispetto del titolo. Doveva essere una serie di botta e risposta fra quattro personaggi 'platonici', Fedone, Menone, Gorgia e Timeo, in realtà sono state soltanto botte pesanti, a Fini e Berlusconi, con qualche scappellotto anche a Rutelli. Applausi alla fine, ma anche molto imbarazzo fra il pubblico. 2003-11-25 - 15:05:00
- ^ D. Alfonso, M. Rubino, Niente scandalo per Moro, su feltrinelli.it (archiviato dall'url originale l'11 marzo 2007).
- ^ Emanuela Marmo, Intervista a Luttazzi, su danieleluttazzi.it (archiviato dall'url originale il 12 ottobre 2006).
- ^ Francesco Cascione, Luttazzi dietro l'angolo, su mentelocale.it (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2007).
- ^ a b F. Amadei, A. Mallozzi, Luttazzi: il sesso è politico, su alicenonlosa.it (archiviato dall'url originale il 15 maggio 2006).
- ^ a b P. Madeddu, Intervista a 'Rolling Stone' (integrale), su danieleluttazzi.it (archiviato dall'url originale il 12 ottobre 2006).
- ^ Boris Sollazzo, Daniele Luttazzi: come ti traduco Woody (tra comicità e musica), su omero.it (archiviato dall'url originale il 29 settembre 2007).
- ^ Rodolfo Di Giammarco, Luttazzi ritorna a teatro "I politici? un carrello di bolliti", su repubblica.it (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- ^ Fabrizio Gianuario, Daniele Luttazzi, oltre la tv che ha paura, su kwmusica.kataweb.it (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2007).
- ^ Daniele Luttazzi, Domande sulla satira a chi la satira la fa, su stefanobenni.it (archiviato dall'url originale il 7 maggio 2006).
- ^ la Repubblica, tutte le settimane fino al 18 maggio, su ricerca.repubblica.it. URL consultato il 9 giugno 2016 (archiviato l'8 agosto 2016).
- ^ la Repubblica, Luttazzi: no a RockPolitik, su ricerca.repubblica.it. URL consultato il 9 giugno 2016 (archiviato l'8 agosto 2016).
- ^ Corriere della sera, Anche Luttazzi lascia solo Celentano, su corriere.it (archiviato dall'url originale il 15 giugno 2016).
- ^ Daniele Luttazzi, Nasce il blog, su danieleluttazzi.it (archiviato dall'url originale il 7 ottobre 2006).
- ^ Maria Genovese, Intervista a Daniele Luttazzi, su babylonbus.org (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2007).
- ^ Radio Sherwood, Intervista a Daniele Luttazzi, su sherwood.it (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2006).
- ^ Toni Jop, Veri italiani, Luttazzi va alla guerra, su lernesto.it (archiviato dall'url originale il 4 giugno 2006).
- ^ la Repubblica, Palalottomatica, pienone per Luttazzi, su ricerca.repubblica.it. URL consultato il 14 giugno 2016 (archiviato il 10 agosto 2016).
- ^ Daniele Luttazzi, Il cosa e il come, su temi.repubblica.it (archiviato dall'url originale il 6 aprile 2016).
- ^ Serenella Mattera, Luttazzi prende le distanze Da Beppe solo demagogia, su ricerca.repubblica.it. URL consultato l'8 giugno 2016 (archiviato l'8 agosto 2016).
- ^ Lorenzo Salvia, Luttazzi: Beppe populista, fa flash mobbing, su corriere.it (archiviato dall'url originale il 24 gennaio 2010).
- ^ La Stampa, Daniele Luttazzi torna in tv, su lastampa.it (archiviato dall'url originale il 28 agosto 2007).
- ^ Gabriele Fazio, Perché c'è bisogno di Luttazzi in tv, su agi.it. URL consultato il 17 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 5 gennaio 2019).
- ^ Alessandra Vindrola, Luttazzi, su ricerca.repubblica.it. URL consultato l'8 giugno 2016 (archiviato l'8 agosto 2016).
- ^ la Repubblica, Offese a Giuliano Ferrara La7 sospende "Decameron", su repubblica.it (archiviato dall'url originale il 6 aprile 2015).
- ^ a b Antonello Tomanelli, Luttazzi epurato da La7 per aver inventato il paradosso di Berlusconi, su difesadellinformazione.com (archiviato dall'url originale il 25 marzo 2016).
- ^ a b Renato Franco, Satira in tv, Luttazzi vince la causa contro La7, su corriere.it (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- ^ a b Daniele Luttazzi, Caso "Decameron": Telecom Italia Media (ex-La7) ha perso contro di me anche in appello, su danieleluttazzi.wordpress.com (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2018).
- ^ la Repubblica, Il manifesto a colori e con i corsivi di Luttazzi, su ricerca.repubblica.it. URL consultato l'8 giugno 2016 (archiviato l'8 agosto 2016).
- ^ la Repubblica, È l'effetto di campagne sbagliate, su ricerca.repubblica.it. URL consultato l'8 giugno 2016 (archiviato l'8 agosto 2016).
- ^ Federico Ferrazza, Internet fammi ridere, su espresso.repubblica.it (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2016).
- ^ a b Daniele Luttazzi, La Palestra (2009), su luttazziflashback.wordpress.com (archiviato dall'url originale il 27 marzo 2016).
- ^ Marianna Venturini, Lercio, i fondatori: «Non chiamatele bufale, facciamo satira», su lettera43.it (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- ^ Annamaria Vicini, Lercio.it, la satira corre sul web, su lospiteinquietante.it (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2016).
- ^ FNSI, Diretta "Raiperunanotte" nella sala Tobagi della Fnsi, oggi alle 20,30, su fnsi.it (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2016).
- ^ il Fatto Quotidiano, Raiperunanotte Daniele Luttazzi, su youtube.com. URL consultato il 30 aprile 2019 (archiviato il 15 marzo 2016).
- ^ il Post, Il pubblico di Raiperunanotte è diviso su Luttazzi, su ilpost.it (archiviato dall'url originale il 17 maggio 2012).
- ^ Da Santoro Berlusconi come Mussolini Poi c'è lo spettacolo osceno di Luttazzi, su ilgiornale.it (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2016).
- ^ Nicola D'Agostino, "La quarta necessità": Daniele Luttazzi e Massimo Giacon raccontano a fumetti l'italiano medio che pensa sempre e solo a se stesso, su archivio.panorama.it (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2016).
- ^ Andrea Sesta, Daniele Luttazzi, su finzionimagazine.it (archiviato dall'url originale il 24 marzo 2013).
- ^ Laura Landi, Lolito. Una parodia, su libriblog.com (archiviato dall'url originale il 26 maggio 2013).
- ^ il Fatto Quotidiano, Lolito. Una parodia, su ilfattoquotidiano.it (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
- ^ Lolito, su chiarelettere.it, Chiarelettere (archiviato dall'url originale il 9 marzo 2016).
- ^ Daniela Ranieri, Daniele Luttazzi, "la mia Odissea Teo-Porno, kolossal per tornare in Rai", su ilfattoquotidiano.it (archiviato dall'url originale il 2 giugno 2016).
- ^ Daniele Luttazzi, La parodia che non potrete leggere su GQ #200, su danieleluttazzi.wordpress.com. URL consultato il 13 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 27 febbraio 2018).
- ^ Daniele Luttazzi, Per una comicità totale, su luttazzimixer.wordpress.com. URL consultato il 9 agosto 2019 (archiviato il 9 agosto 2019).
- ^ Daniele Luttazzi, Daniele Luttazzi torna con "Non c'è di che", nuova rubrica sul Fatto – "Polemiche su Conte e l'uso personalistico della sua latrina", in Il Fatto Quotidiano, 14 aprile 2020. URL consultato il 18 aprile 2020.
- ^ Questioni comiche, su DL Blog, 6 maggio 2020. URL consultato il 4 agosto 2020 (archiviato dall'url originale il 7 agosto 2020).
- ^ 25 aprile: paese di Biagi ricorda 20 anni 'editto bulgaro' - Libri - Ansa.it, su Agenzia ANSA, 22 aprile 2022. URL consultato il 21 aprile 2024.
- ^ Infinite Reich, 16 novembre 2022. URL consultato il 22 agosto 2023.
- ^ Preoparazione H e cinti erniari per principianti, su DL Blog, 1º gennaio 2024. URL consultato il 5 gennaio 2024.
- ^ Daniele Luttazzi, Lepidezze postribolari, su books.google.it. URL consultato il 30 dicembre 2021 (archiviato il 16 giugno 2016).
- ^ Stefania Rossini, Provoco, ergo sum, su espresso.repubblica.it (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2007).
- ^ a b c Daniele Luttazzi, La guerra civile fredda, su books.google.it (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2016).
- ^ a b Daniele Luttazzi, Lepidezze postribolari, su books.google.it. URL consultato il 30 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2016).
- ^ Ivan Grozny, Di immortale c'è solo la satira, su sherwood.it (archiviato dall'url originale il 1º maggio 2007).
- ^ Daniele Luttazzi, Daniele Luttazzi risponde ad Andrea Scanzi: "Hanno ucciso la satira, ma non me", su ilfattoquotidiano.it (archiviato dall'url originale il 15 febbraio 2016).
- ^ Rodolfo Di Giammarco, Luttazzi non crede alla nuova Rai "Bene Biagi, ma io resto fuori", su repubblica.it (archiviato dall'url originale il 24 aprile 2016).
- ^ Daniele Luttazzi, Lepidezze postribolari, su books.google.it (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2016).
- ^ Daniele Luttazzi, Mentana a Elm Street (PDF), su wumingfoundation.com (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2013).
- ^ State a casa a fare i compiti #1 - NAZIONE INDIANA https://www.nazioneindiana.com/2003/10/20/state-a-casa-a-fare-i-compiti-1/
- ^ https://soundcloud.com/pineneandcbd/luttazzi-univ-trieste-2004-09-13
- ^ Andrea Scanzi, Man on the Moon, su andreascanzi.it (archiviato dall'url originale il 25 maggio 2003). https://web.archive.org/web/20030525030156/http://www.andreascanzi.it/collaborazioni/mucchio/interviste_luttazzi.htm
- ^ https://soundcloud.com/pineneandcbd/luttazzi-univ-trieste-2004-08-13
- ^ Su Dave Chappelle e il discorso tossico, su danieleluttazzi.wordpress.com. URL consultato il 16 dicembre 2023.
- ^ Contro il “politicamente scorretto” e altre tattiche reazionarie, su danieleluttazzi.wordpress.com. URL consultato il 16 dicembre 2023.
- ^ Fabiofazio non è stato epurato, su danieleluttazzi.wordpress.com. URL consultato il 16 dicembre 2023.
- ^ L’arte infame della censura, su danieleluttazzi.wordpress.com. URL consultato il 16 dicembre 2023.
- ^ A proposito di plagio, originalità, diritto d’autore, copyright e comicità, su danieleluttazzi.wordpress.com. URL consultato il 16 dicembre 2023.
- ^ Daniela Ranieri, Daniele Luttazzi, “la mia Odissea Teo-Porno, kolossal per tornare in Rai”, su ilfattoquotidiano.it.
- ^ Christian Rocca, contro Luttazzi, su camilloblog.it (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2016).
- ^ Bye Bye Letterman, articolo su il Fatto quotidiano del 19 maggio 2015 [1]
- ^ Massimiliano Lussana, Quel copione di Luttazzi smascherato battuta per battuta, su ilgiornale.it (archiviato dall'url originale il 10 marzo 2016).
- ^ Katia Riccardi, La Rete contro Luttazzi: "Copia" I dubbi dei fan, il tam-tam cresce, su repubblica.it (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2016).
- ^ Francesca Fornario, Copiare è grave; lecito? Le nostre 10 domande a Luttazzi e la sua risposta, su unita.it (archiviato dall'url originale il 25 maggio 2014).
- ^ Il blog di Luttazzi 2001-2011: evoluzione grafica, su luttazziflashback.wordpress.com. URL consultato il 30 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2014).
- ^ Ferruccio Sansa, Luttazzi: 'Copio e lo faccio apposta', su ilfattoquotidiano.it (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2015).
- ^ Daniele Luttazzi, Luttazzi smascherato!, su danieleluttazzi.blogspot.com.es (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2018).
- ^ Servizio de Le Iene, su iene.mediaset.it. URL consultato il 20 gennaio 2019 (archiviato il 21 gennaio 2019).
- ^ Il primo dei post di Philips sulla vicenda plagio, su facebook.com.
- ^ I Wu Ming su Luttazzi: «Sbranato dalla comunità dei fan», su unita.it (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2014).
- ^ WuMing e il pensiero sul caso plagio, su wumingfoundation.com. URL consultato il 21 gennaio 2019 (archiviato il 21 gennaio 2019).
- ^ Roberto Faenza, L'eterna maledizione del plagio, su web.archive.org.
- ^ Sentenza del processo sulla presunta diffamazione verso Silvio Berlusconi [2]
- ^ Daniele Luttazzi torna in tv: come andarono a finire le cause dopo Satyricon e Decameron?, articolo su tvblog del 5 gennaio 2019 [3]
- ^ Pier Luigi Salinaro, Prosciolto il comico Luttazzi, in La Gazzetta di Modena, 17 marzo 2009. URL consultato il 18 dicembre 2023 (archiviato dall'url originale il 28 giugno 2018).
- ^ "Va' dove ti porta il cuore": in tribunale caso tamaro-luttazzi, su archivio.agi.it (archiviato dall'url originale il 15 giugno 2016).
- ^ Susanna Nirenstein, Il tormentone Tamaro-Luttazzi, su ricerca.repubblica.it. URL consultato il 15 giugno 2016 (archiviato l'11 agosto 2016).
- ^ la Repubblica, Offese a Giuliano Ferrara La7 sospende "Decameron", su repubblica.it (archiviato dall'url originale il 27 novembre 2015).
- ^ Giuliano Ferrara, Quella su di me era satira ma se c'è un limite sono contento, su ricerca.repubblica.it. URL consultato il 9 giugno 2016 (archiviato l'8 agosto 2016).
- ^ Leandro Palestini, Luttazzi "La censura? Ho criticato l'Enciclica", su repubblica.it (archiviato dall'url originale il 18 aprile 2016).
- ^ Emilio Targia, Intervista a Daniele Luttazzi sul suo nuovo spettacolo: "Decameron", su radioradicale.it (archiviato dall'url originale il 14 giugno 2016).
- ^ Matteo Lenardon, Luttazzi, amico del LOAL, su 7yearwinter.com (archiviato dall'url originale il 16 aprile 2016).
- ^ Christian Rocca, "You know how you can tell when a moth farts, Daniele?", su camilloblog.it (archiviato dall'url originale il 3 maggio 2016).
- ^ Daniele Luttazzi, Caso "Decameron": La7 ha perso la causa contro di me, su danieleluttazzi.wordpress.com (archiviato dall'url originale il 12 ottobre 2014).
- ^ Gianluca Ciucci, Daniele Luttazzi risponde alle accuse: "Non sono un evasore fiscale, la Guardia di finanza ha avuto un abbaglio", su huffingtonpost.it (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- ^ Michele Galvani, Daniele Luttazzi assolto da evasione fiscale. Il giudice: «Sbloccate il conto, versò i 140.000 euro», su spettacoliecultura.ilmessaggero.it (archiviato dall'url originale il 10 ottobre 2017).
- ^ Luttazzi assolto, non evase il fisco, su ansa.it (archiviato dall'url originale il 10 ottobre 2017).
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni di o su Daniele Luttazzi
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Daniele Luttazzi
- Wikinotizie contiene l'articolo Televisione: La7 sospende Luttazzi per le offese a Ferrara, 8 dicembre 2007
- Wikinotizie contiene l'articolo Luttazzi: Repubblica nelle trame di un blog, 13 dicembre 2007
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su danieleluttazzi.it.
- Blog ufficiale, su danieleluttazzi.wordpress.com.
- (EN) Daniele Luttazzi, su Discogs, Zink Media.
- (EN) Daniele Luttazzi, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
- (EN) Daniele Luttazzi, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) Daniele Luttazzi, su AllMovie, All Media Network.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 4835898 · ISNI (EN) 0000 0001 2020 1158 · SBN TO0V163326 · LCCN (EN) nr97020763 · GND (DE) 1012656160 · BNF (FR) cb14497177t (data) · CONOR.SI (SL) 79889251 |
---|
- Comici italiani
- Conduttori televisivi italiani del XX secolo
- Conduttori televisivi italiani del XXI secolo
- Scrittori italiani del XX secolo
- Scrittori italiani del XXI secolo
- Nati nel 1961
- Nati il 26 gennaio
- Nati a Santarcangelo di Romagna
- Autori televisivi italiani
- Blogger italiani
- Cantautori italiani del XXI secolo
- Cantautori jazz
- Cantautori pop
- Cantautori pop rock
- Traduttori dall'inglese all'italiano
- Traduttori italiani
- Umoristi italiani
- Conduttori televisivi di Rai 2 degli anni 1980
- Conduttori televisivi di Italia 1 degli anni 1990
- Conduttori televisivi di Rai 3 degli anni 1990
- Conduttori televisivi di Rai 2 degli anni 2000
- Conduttori televisivi di La7 degli anni 2000
- Gruppi e musicisti dell'Emilia-Romagna