Coordinate: 41°37′N 14°40′E

Ripalimosani

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Ripalimosani
comune
Ripalimosani – Stemma
Ripalimosani – Bandiera
Ripalimosani – Veduta
Ripalimosani – Veduta
Chiesa di Santa Maria Assunta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Molise
Provincia Campobasso
Amministrazione
SindacoMarco Giampaolo (lista civica Ripa futura) dal 27-5-2019 (2º mandato dal 9-6-2024)
Territorio
Coordinate41°37′N 14°40′E
Altitudine640 m s.l.m.
Superficie33,83 km²
Abitanti3 019[1] (31-12-2022)
Densità89,24 ab./km²
FrazioniPesco Farese
Comuni confinantiCampobasso, Castropignano, Limosano, Matrice, Montagano, Oratino
Altre informazioni
Cod. postale86025
Prefisso0874
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT070059
Cod. catastaleH313
TargaCB
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona E, 2 161 GG[3]
Nome abitantiripesi
Patronosan Michele
Giorno festivo29 settembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Ripalimosani
Ripalimosani
Ripalimosani – Mappa
Ripalimosani – Mappa
Posizione del comune di Ripalimosani nella provincia di Campobasso
Sito istituzionale

Ripalimosani (A Rìpë du Mesanë in molisano[4]) è un comune italiano di 3 019 abitanti[1] della provincia di Campobasso in Molise.

Il territorio di Ripalimosani, intorno al V secolo a.C., faceva parte dell'antica regione del Sannio, abitata dai Sanniti. Tale popolazione era suddivisa in diverse tribù, tra cui i Pentri, che avevano come centro principale la città di Bovianum, corrispondente all'odierna Bojano.

Durante la terza guerra sannitica, svoltasi tra il 298 e il 290 a.C., i Sanniti furono sottomessi in maniera definitiva dall'esercito romano. Tuttavia, nonostante la sconfitta, non cessarono mai di combattere contro Roma, mantenendo vivo lo spirito indomito e fiero che li caratterizzava. Essi continuarono a opporre resistenza attraverso tattiche di guerriglia, con l'obiettivo di difendere i loro valori sacri, come la libertà e la propria indipendenza. Questo conflitto raggiunse il suo culmine nella battaglia di Porta Collina, combattuta nel 82 a.C., dove i Pentri furono sconfitti dal generale romano Lucio Cornelio Silla alle porte di Roma. La disfatta fu terribile: Silla ordinò l'esecuzione di circa ventimila prigionieri Pentri e procedette alla sistematica eliminazione dell'intera etnia, segnando così la fine di un popolo.

Nei decenni successivi, il territorio dei Pentri rimase quasi disabitato, ma gradualmente venne ripopolato con colonie romane, e le principali città furono ricostruite. Nonostante ciò, la regione rimase la meno urbanizzata della penisola, anche a causa della povertà delle sue terre montuose, poco adatte all'agricoltura. Sotto l'impero di Augusto, tra il 27 a.C. e il 14 d.C., l'Italia fu suddivisa in regioni amministrative che rispettavano le antiche suddivisioni etniche, in un modo sorprendentemente simile all'attuale organizzazione territoriale. Il territorio di Ripalimosani fu incluso nel Municipio di Bovianum, appartenente alla Regio IV Samnium.

Dal 493 d.C., Ripalimosani entrò a far parte del Regno degli Ostrogoti, per poi passare sotto il controllo dell'Impero Bizantino nel 536. Successivamente, nel 590, divenne parte del Ducato di Benevento, dominato dai Longobardi, all'interno della Langobardia Minor. Nel 774, la zona fu inclusa nel Principato di Benevento, sotto l'amministrazione del Gastaldato di Bojano.

Le prime testimonianze scritte dell'esistenza di Ripalimosani si trovano in un documento del 1039, noto come la "Pergamena Montagananese". In questa pergamena, i Principi di Benevento, Pandolfo III e Landolfo VI, concedevano a certi forestieri e agli abitanti locali il pieno e libero godimento delle terre, descrivendo i confini di Montagano e menzionando per ben tre volte il territorio di "Ripae", che si riferisce proprio a Ripalimosani.

Nel 1059, Ripalimosani entrò a far parte del Ducato di Puglia e Calabria, sotto il controllo normanno, e fu amministrato dalla Contea di Bojano. Nel 1130, con la formazione del Regno di Sicilia, Ripalimosani fu integrato nella Contea di Molise, che successivamente divenne un contado. Nel 1302, passò al Regno di Napoli, sotto le dinastie angioine e successivamente aragonesi. Dal 1504, la regione divenne parte del Vicereame del Regno di Napoli, sotto la dominazione spagnola, con le dinastie degli Aragona, degli Asburgo di Spagna e infine dei Borbone di Spagna. Nel 1713, il Vicereame di Napoli passò sotto il controllo del Sacro Romano Impero, governato dagli Asburgo d'Austria, per poi tornare sotto i Borbone nel 1735.

Nel 1806, il Regno di Napoli divenne dipendente dall'Impero Francese, con i regnanti Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat, e Ripalimosani fu inserito nella Provincia di Molise, con Campobasso come capoluogo. Dopo il Congresso di Vienna, nel 1816, il Regno delle Due Sicilie, governato dalla dinastia borbonica, prese il controllo dell'area fino al 1861, quando l'intero territorio italiano fu unificato sotto il Regno d'Italia, con la dinastia dei Savoia. Dal 1946, con la nascita della Repubblica Italiana, Ripalimosani è parte integrante della Regione Abruzzi e Molise, fino alla creazione della Regione Molise nel 1963, alla quale appartiene tuttora.

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 15 settembre 1983.[5] Lo stemma è uno scudo di azzurro che riporta una lettera R d'oro, iniziale del nome comune. Il gonfalone è un drappo partito di giallo e di azzurro.

Monumenti e luoghi d'interesse

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Chiesa madre di Santa Maria Assunta

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La chiesa originale fu costruita nel XIV secolo. Il campanile è del 1463. Ha pianta basilicale con tre navate interne.

Ripalimosani

La facciata è molto particolare perché risente del tipico stile napoletano rinascimentale: è tripartita con portale in legno sormontato da una cornice e una lunetta con la Madonna in trionfo tra angeli. La cornice si compone di due colonne con architrave adorna di riccioli.

L'esterno verso il campanile presenta ancora tratti medievali, come la compatta base della torre e un bassorilievo raffigurante il Diavolo (XIV secolo).

L'interno è staccato alla maniera barocca: importante è l'altare dell'Epifania. Il pulpito è in legno intagliato con elementi floreali, sopra cui vi è un'aquila. Tra le tele maggiori ci sono il ritratto di Scipione Cecere, l'Adorazione dei Magi e la tela di San Michele.

Il campanile è una torre quadrangolare decorata in modo barocco, sopra la cui cella campanaria vi è una lanterna di otto colonne che sorregge la cuspide a cupoletta.

Copia della Sacra Sindone

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Lo stesso argomento in dettaglio: Sacra Sindone.

Si tratta di una storica copia della vera Sindone di Cristo, custodita a Torino. Nel XIX secolo una commissione voluta da monsignor Giovanni Lanza, si recò in Molise per effettuare indagini: questa era la terza copia storica della sindone di Torino.

Secondo la storia, la sindone fu commissionata nel 1594 da Carlo Emanuele I di Savoia. Il pittore avrebbe dovuto dipingere in ginocchio davanti alla vera sindone a Torino per il rispetto. Dopo la sua morte, Savoia dette in eredità la sindone a monsignor Riccardo di Bari. Nel XVIII secolo la copia rimase in custodia dei canonici della chiesa di santa Maria Assunta di Ripalimosani.

Nel XX secolo la fama della sindone iniziò ad essere nota in tutta Italia, e poi nel 2000, anno giubilare, in tutto il mondo. Vi è stata anche una esposizione a Siena.

Oggi la reliquia è conservata nel Convento “S. Pier Celestino” di Ripalimosani.

Convento di San Pietro Celestino

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Sì trova in contrada Colle Rosa. Fu costruito come abbazia, nel X secolo. Prende il suo nome dalla visita di Pietro da Morrone nel XIII secolo; oggi è gestito dai Missionari di Maria Immacolata.

Il complesso conserva la facciata antica in romanico abruzzese, con scarpate e bastioni alla base. Il portale è in bugnato rinascimentale. Il campanile è stato ricostruito nel Novecento.

L'interno ha tre navate con affreschi di Scipione Cecere, santa Maria degli Angeli e la Madonna delle Grazie.
Di interesse è una bambola del Settecento raffigurante Maria bambina.

Palazzo marchesale Riccardo

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In origine era un castello del X secolo, poi modificato in età barocca. Sorse come centro di controllo e non come struttura difensiva. Vi risiedevano per lo più i notai e i burocrati del centro.

Il palazzo è una struttura molto ricca: la parte esterna quadrangolare mostra ancora i segni del castello per quanto concerne i bastioni. Il cortile interno è decorato da arcate. Il portale principale è in stile cinquecentesco classico con architrave che porta una scritta latina.

All'interno vi sono le stanze nobili rimaste perfettamente conservate, con arredamento in rosso porpora. Vi è anche una cappella privata barocca, con altare decorato da una tela raffigurante la Madonna in trionfo.

Cappella della Madonna della Neve

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La cappella dedicata alla Madonna della Neve si trova nella contrada Quercigliole, nella parte occidentale dell'area rurale di Ripalimosani, a oltre due chilometri dal centro abitato, su una collina a 733 metri sul livello del mare.[5]

Secondo una leggenda, la Madonna della Neve prende il nome da una miracolosa nevicata avvenuta a Roma sul colle Esquilino la notte del 5 agosto 352, evento che ispirò la costruzione della Basilica di Santa Maria Maggiore. La cappella di Quercigliole, un tempo appartenente all'Ordine di Malta, ha origini incerte. Tuttavia, esiste già in una mappa del 1651 dell'Atlante Capecelatro, sebbene con una configurazione diversa rispetto a quella attuale.

La struttura è semplice, con un prospetto caratterizzato da un timpano mistilineo e un frontone interrotto, sormontato da una piccola campana. Il portale è lineare, con un architrave in pietra e una lunetta sopra, protetta da una grata in ferro, che funge da unica fonte di luce per la facciata. Due colonne in rilievo fiancheggiano il portale. Sopra il frontone si trova una base cilindrica che sostiene la cupola, con ulteriori aperture per la luce.

All'interno, la chiesetta ha una pianta a croce greca, con una struttura portante composta da quattro archi che formano un quadrato, sorreggendo la base cilindrica. Nell'abside si trova l'altare maggiore con una nicchia che ospita la statua della Madonna della Neve, portata in processione la prima domenica di luglio. Un secondo altare, più piccolo, è situato a destra dell'abside, con una nicchia contenente un'altra statua della Madonna, più piccola. Una leggenda narra che questa seconda statua fu creata perché la statua originale causava nevicate ogni volta che veniva portata fuori dalla cappella.

All'interno sono presenti due tele che raffigurano "La lapidazione di Santo Stefano" e "San Silvestro", collocate ai lati della base cilindrica. Tra le due tele si trova un piccolo crocifisso, inserito in una nicchia rettangolare. Ai lati della chiesetta sono annesse due cappelle utilizzate per la tumulazione, mentre sul retro si trovano le sagrestie e la casa del romito.

Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[6]

Etnie e minoranze straniere

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Al 31 dicembre 2019 gli stranieri residenti a Ripalimosani sono 82, pari al 2,7% della popolazione. La nazionalità maggiormente rappresentata era quella nigeriana con 13 residenti.

Tra le attività più tradizionali vi sono quelle artigianali, che pur non essendo diffuse come nel passato non sono del tutto scomparse, e si distinguono per la lavorazione della canapa finalizzata alla produzione di corde e di funi.[7]

A Ripalimosani il calcio è rappresentato dall'A.S.D. Ripalimosani, nata nel 1963. Dal 2013 al 2017 è stata operativa anche l'A.S.D. Tre Archi Ripalimosani.. Entrambe le squadre nella stagione 2015-2016 hanno militato nel girone C molisano di 1ª Categoria, concludendo la stagione con lo stesso numero di punti. L'A.S.D. Ripalimosani nella sua storia ha militato per due volte nel torneo di Eccellenza, oltre a diverse stagioni nel torneo di Promozione molisano.

Amministrazione

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Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
15 giugno 1975 9 giugno 1980 Giuseppe Iafelice Partito Comunista Italiano Sindaco
9 giugno 1980 12 maggio 1985 Giuseppe Iafelice Partito Comunista Italiano Sindaco
12 maggio 1985 7 maggio 1990 Giuseppe Iafelice Partito Comunista Italiano Sindaco [8]
7 maggio 1990 24 aprile 1995 Giuseppe Cannavina Democrazia Cristiana Sindaco [8]
24 aprile 1995 14 giugno 1999 Gaetano Tudino Partito Democratico della Sinistra Sindaco [8]
14 giugno 1999 14 giugno 2004 Giuseppe Di Nobile lista civica Campanile Sindaco [8]
14 giugno 2004 8 giugno 2009 Giuseppe Di Nobile lista civica Campanile Sindaco [8]
8 giugno 2009 26 maggio 2014 Paolo Petti lista civica Campanile Sindaco [8]
26 maggio 2014 27 maggio 2019 Michele Di Bartolomeo lista civica Ripartiamo Sindaco [8]
27 maggio 2019 9 giugno 2024 Marco Giampaolo lista civica Ripartiamo Sindaco [8]
9 giugno 2024 in carica Marco Giampaolo lista civica Ripa futura Sindaco [8]
  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 539, ISBN 88-11-30500-4.
  5. ^ a b Ripalimosani, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 18 dicembre 2022.
  6. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  7. ^ Atlante cartografico dell'artigianato, vol. 2, Roma, A.C.I., 1985, p. 22.
  8. ^ a b c d e f g h i http://amministratori.interno.it/

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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