Jean Charles Galissard de Marignac
Jean Charles Galissard de Marignac (Ginevra, 24 aprile 1817 – Ginevra, 15 aprile 1894) è stato un chimico svizzero, famoso per le sue ricerche sui pesi atomici e per i suoi studi sulle terre rare, che lo portarono a scoprire l'itterbio (1878) e il gadolinio (1880).
Vita
[modifica | modifica wikitesto]Jean Charles Galissard de Marignac nacque a Ginevra da Jacob Galissard de Marignac, consigliere a Ginevra, e Suzanne Le Royer. Entrò all'École polytechnique di Parigi nel 1835 e ne uscì dopo due anni, primo della sua classe. Dal 1837 al 1839 frequentò la Ecole des Mines de Paris, dove studiò analisi dei minerali e in missioni scientifiche all'estero conobbe vari scienziati, tra i quali Berzelius, Liebig e Wöhler. Nel 1840 frequentò il laboratorio di Liebig a Giessen. Alexandre Brongniart lo chiamò alla fabbrica di porcellane di Sèvres, dove Marignac rimase solo pochi mesi.
Nel 1841, a soli 24 anni, fu nominato professore di chimica all'Accademia di Ginevra, che nel 1873 diventerà Università di Ginevra. Nel 1845 fu nominato anche professore di mineralogia. Mantenne questi incarichi senza interruzioni fino al 1878, quando si ritirò dall'insegnamento per motivi di salute. Continuò le sue ricerche in un laboratorio privato che aveva nella propria casa.[1] Morì nel 1894.
Galissard de Marignac è sepolto con la moglie Marie, nata Dominicé, e il figlio Edouard (1849-1871) nel Cimetière des Rois, considerato il Pantheon di Ginevra.
Ricerche
[modifica | modifica wikitesto]Marignac condusse tutta la sua attività di ricerca da solo, senza l'aiuto di alcuno studente o collaboratore. La sua attività di ricerca si esplicò quasi esclusivamente nel campo della chimica inorganica. Nelle sue pubblicazioni si firmava in genere come Charles Marignac. I risultati più significativi furono i seguenti.
Misure dei pesi atomici
[modifica | modifica wikitesto]Dal 1842 al 1883, utilizzando una semplice bilancia, misurò con una precisione senza precedenti il peso atomico di 29 elementi (il 42% degli elementi noti nel 1883).[2] Divenne famoso per l'abilità e la pazienza dimostrata in queste misure. Berzelius stesso, uno dei massimi chimici inorganici del tempo, lo lodò dicendo:
- "Queste esperienze sembrano essere state eseguite con una precisione veramente speciale, e sono state ripetute con una pazienza degna di lode... Esse meritano la massima fiducia. Si spera e si auspica che i chimici che si impegnano ad una revisione dei pesi atomici si conformino all'elevata precisione di Marignac, alla sua pazienza e alla sua coscienza scrupolosa."
Nuovi elementi: itterbio e gadolinio
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1870 iniziò a interessarsi in modo particolare delle terre rare e del problema della loro separazione. Nel 1878, quando era gà in pensione, lavorando su un materiale che si supponeva contenesse solo erbio isolò un nuovo elemento che chiamò itterbio,[3] dal nome della cittadina svedese di Ytterby. Due anni dopo, nel 1880, analizzando un pezzo di samarskite scoprì un secondo elemento, che chiamò gadolinio in onore del chimico finlandese Johan Gadolin.
Il processo Marignac
[modifica | modifica wikitesto]Messo a punto da Marignac nel 1866, il processo Marignac è considerato il primo procedimento industriale per separare niobio e tantalio. Il metodo si basa sulla cristallizzazione frazionata di K2TaF7 da soluzioni di acido fluoridrico. In queste condizioni il niobio non forma K2NbF7, bensì K2NbOF5 che è più solubile di K2TaF7. Riducendo K2TaF7 con sodio si ottiene tantalio metallico di purezza soddisfacente. Il niobio prodotto per questa via non è invece molto puro. Il processo Marignac è stato abbandonato dopo il 1950, quando fu messo a punto un nuovo metodo di separazione basato sull'estrazione con solventi.[4]
Altri studi
[modifica | modifica wikitesto]Marignac si interessò di molti altri argomenti. Dimostrò che la formula del quarzo era SiO2[5] e che l'ozono non è una specie contenente azoto, bensì un'altra forma di ossigeno.[6]
Si interessò dell'isomorfismo di fluorostannati e fluorosilicati, risolvendo la questione allora dibattuta della composizione dell'acido silicico. Successivamente studiò i fluoruri di zirconio, boro, tungsteno e altri elementi. Preparò l'acido silicotungstico, uno dei primi esempi di acidi inorganici complessi.[6]
Nell'ambito della chimica fisica fece ricerche sui processi di soluzione, studiando in particolare gli effetti termici prodotti dalla diluizione di soluzioni saline, la variazione di calore specifico delle soluzioni saline al variare della temperatura e della concentrazione.[6]
Incarichi e onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Le sue lezioni e conferenze furono considerate modelli di chiarezza e precisione, ma Marignac fu una personalità schiva e modesta. Rifiutò la carica di rettore dell'Accademia e scoraggiò i tentativi dei suoi amici di proporlo per la Legion d'onore francese.[5] Ricevette tuttavia numerosi riconoscimenti, tra i quali la Medaglia Davy (1886) e l'Ordre du Mérite (1888) dall'imperatore di Prussia.[2] Fu membro di numerose Accademie scientifiche.
Opere
[modifica | modifica wikitesto]Un elenco delle sue opere è contenuto nei due volumi:
- Jean Charles Galissard de Marignac, Emile Ador, Œuvres complètes: Notice biographique. Travaux divers 1840-1860, Ginevra, Eggimann.
- Jean Charles Galissard de Marignac, Emile Ador, Œuvres complètes: Mémoires et critiques 1860-1887, Ginevra, Eggimann.
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- E. Ador, Jean-Charles Galissard De Marignac. Sein leben und seine werke, in Ber. deutsch. chem. Ges., vol. 27, n. 4, 1894, pp. 979–1021, DOI:10.1002/cber.18940270495. URL consultato il 26 marzo 2012.
- (EN) J. Emsley, Nature's Building Blocks: An A–Z Guide to the Elements, Oxford University Press, 2003, ISBN 978-0-19-850340-8.
- E. Grimaux, Jean-Charles GALISSARD DE MARIGNAC (1817-1894), in Annales des Mines. URL consultato il 29 marzo 2012.
- (EN) C. K. Gupta e A. K. Suri, Extractive Metallurgy of Niobium, CRC Press, 1994, ISBN 978-0-8493-6071-8.
- A. Vos, Jean-Charles Galissard de Marignac. Le forçat de la chimie minérale, in Campus (Université de Genève), n. 102, 2011, pp. 32-33. URL consultato il 29 marzo 2012.
- B. Winter-Werner e D. Perret, Chemical Landmark 2011 – Designation of the Laboratory of Jean-Charles Galissard de Marignac in Geneva (PDF), in Chimia, vol. 65, n. 12, 2011, pp. 984-986, DOI:10.2533/chimia.2011.984. URL consultato il 1º dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 10 dicembre 2018).
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Jean Charles Galissard de Marignac
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Marignac, Jean-Charles Galissard de, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Alfredo Quartaroli, MARIGNAC, Jean-Charles Galissard de, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1934.
- Marignac, Jean-Charles Galissard de-, su sapere.it, De Agostini.
- (IT, DE, FR) Jean Charles Galissard de Marignac, su hls-dhs-dss.ch, Dizionario storico della Svizzera.
- (EN) Jean-Charles Galissard de Marignac, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Jean Charles Galissard de Marignac, su accademiadellescienze.it, Accademia delle Scienze di Torino.
- (EN) Opere di Jean Charles Galissard de Marignac / Jean Charles Galissard de Marignac (altra versione), su Open Library, Internet Archive.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 19794373 · ISNI (EN) 0000 0000 7985 8405 · CERL cnp01497280 · LCCN (EN) n87813115 · GND (DE) 116781092 · BNF (FR) cb125593590 (data) · J9U (EN, HE) 987007272120205171 |
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