Indice
Provincia di Gorizia
Provincia di Gorizia unità non amministrativa | |
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(IT) Provincia di Gorizia (SL) Pokrajina Gorica[1] | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Friuli-Venezia Giulia |
Amministrazione | |
Capoluogo | Gorizia |
Data di istituzione | 1927 |
Data di soppressione | 2017[2] |
Territorio | |
Coordinate del capoluogo | 45°56′00″N 13°37′00″E |
Superficie | 467,14 km² |
Abitanti | 138 625[3] (31-7-2024) |
Densità | 296,75 ab./km² |
Comuni | 25 comuni |
Province confinanti | Goriziano (GO-SLO), Litorale-Carso (KP-SLO), Udine, Trieste |
Altre informazioni | |
Lingue | italiano, friulano, sloveno |
Cod. postale | 34170 (Gorizia), 34070-34079 (provincia) |
Prefisso | 0431, 0481 |
Fuso orario | UTC+1 |
ISO 3166-2 | IT-GO |
Codice ISTAT | 031 |
Targa | GO |
Cartografia | |
Posizione della Provincia di Gorizia all’interno del Friuli-Venezia Giulia. | |
La provincia di Gorizia (pokrajina Gorica in sloveno[4], provincie di Gurize in friulano[5]) è una "unità non amministrativa"[6] della regione Friuli-Venezia Giulia il cui capoluogo è Gorizia. Come ente locale, è stata soppressa il 30 settembre 2017 e attualmente Gorizia è sede dell'omonimo ente di decentramento regionale, che ricalca i confini della vecchia provincia e ne ha ereditato alcune strutture. Rimane invece inalterata come circoscrizione delle amministrazioni statali sul territorio ed è classificata dall'Istituto nazionale di statistica come unità territoriale sovracomunale non amministrativa.[6]
Geografia fisica
[modifica | modifica wikitesto]Confina con la provincia di Udine a ovest, con la provincia di Trieste a sud-est, con la Slovenia (Litorale/Primorska) a nord ed est, e con il mare Adriatico a sud.
Comuni
[modifica | modifica wikitesto]Appartengono alla provincia di Gorizia i seguenti 25 comuni.
- Capriva del Friuli
- Cormons
- Doberdò del Lago
- Dolegna del Collio
- Farra d'Isonzo
- Fogliano Redipuglia
- Gorizia
- Gradisca d'Isonzo
- Grado
- Mariano del Friuli
- Medea
- Monfalcone
- Moraro
- Mossa
- Romans d'Isonzo
- Ronchi dei Legionari
- Sagrado
- San Canzian d'Isonzo
- San Floriano del Collio
- San Lorenzo Isontino
- San Pier d'Isonzo
- Savogna d'Isonzo
- Staranzano
- Turriaco
- Villesse
Il comune più piccolo è Dolegna del Collio con 350 abitanti.
Comuni più popolosi
[modifica | modifica wikitesto]Sono 8 i municipi popolati da più di cinquemila persone[7]:
Stemma | Comune | Abitanti |
---|---|---|
Gorizia | 34 440 | |
Monfalcone | 29 975 | |
Ronchi dei Legionari | 12 034 | |
Grado | 8 194 | |
Cormons | 7 354 | |
Staranzano | 7 260 | |
Gradisca d'Isonzo | 6 469 | |
San Canzian d'Isonzo | 6 198 |
Le città della provincia di Gorizia
[modifica | modifica wikitesto]I comuni della provincia di Gorizia che sono stati insigniti del titolo di città da parte dello Stato Italiano o istituzioni precedenti sono:
- Gorizia, titolo concesso nel 1307 da Enrico II di Gorizia e poi confermato da Massimiliano I d'Asburgo nel 1500
- Cormons, titolo concesso dall'imperatore Francesco Giuseppe nel 1910
- Gradisca d'Isonzo, con decr. gov. del 14 luglio 1936
- Monfalcone, decr. gov. n. 11022 del 1º aprile 1937
- Grado, con decreto del presidente della Repubblica Sandro Pertini del 16 dicembre 1983
- Ronchi dei Legionari, con decreto del presidente della giunta regionale n. 031/2022 del 18 marzo 2022
Dal 2003 il titolo di città viene concesso da parte della Regione Friuli-Venezia Giulia con apposita legge regionale.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La provincia di Gorizia venne istituita nel 1927, nell'ambito del riordino delle circoscrizioni provinciali italiane voluto dal regime fascista; il territorio della nuova provincia corrispondeva a quello degli ex circondari di Gorizia (escluso il comune di Chiopris-Viscone) e di Tolmino della provincia del Friuli[8].
Tra il 1927 e il 1947 la provincia di Gorizia era estesa su un territorio sensibilmente più ampio di quello attuale, visto che comprendeva anche l'alta e media valle dell'Isonzo con i suoi affluenti fino a Gradisca, corrispondendo solo in parte alla vecchia provincia di Gorizia soppressa nel 1923. La provincia di Gorizia esistita dal 1927 al 1947 venne infatti ricreata quattro anni dopo la sua precedente soppressione, causata da motivi amministrativi e politici, con confini leggermente differenti, staccandola dalla provincia di Udine.[8].
La nuova provincia del 1927 ebbe una superficie di 2730 km² e 209 700 abitanti ed articolata su 128 comuni, ridotti a 42 per effetto di 86 soppressioni avvenute nel 1927-1928. (7 comuni furono ricostituiti nel 1954-1955).
Dopo la vittoria sulla Jugoslavia e la sua parziale occupazione da parte del Regno d'Italia nella primavera del 1941, la provincia di Gorizia non ebbe ampliamenti come invece quella di Zara e quella di Fiume. Divenne però confinante ad est con la nuova provincia di Lubiana, all'interno dell'Italia ingrandita nei suoi confini orientali.
Dal 1943 al 1945 il territorio fu compreso nella Zona d'operazioni del Litorale adriatico (OZAK), un protettorato militare della Germania.[9][10][11] In tale periodo si susseguirono le repressioni nazifasciste che portarono la provincia di Gorizia ad essere la prima in Italia per numero di morti nei campi di sterminio nazisti, seguita dalle province di Firenze, Genova e Fiume.[12]
Dal 1945 al 1947 fu divisa in 2 dalla linea Morgan. La zona A ad ovest, amministrata dagli anglo-americani, comprendeva fra l'altro Plezzo, Caporetto, Canale d'Isonzo, Cormons, Gradisca, Gorizia e Comeno. La zona B ad est, amministrata dagli jugoslavi comprendeva fra l'altro Tolmino, Santa Lucia d'Isonzo, Idria, Aidussina e Vipacco.
Nel 1947 a seguito del trattato di pace di Parigi fu tracciato il nuovo confine. Dei 2730 km² che aveva avuto la provincia dal 1927 in poi, rimasero all'Italia solo circa 215 km², cioè meno di 1/12, con 9[13] comuni su 42; i restanti 33 furono ceduti alla Jugoslavia[14]. Per quanto riguarda la provincia di Trieste, fu creato il Territorio Libero di Trieste con questa città ed altre località della sua provincia, nonché alcuni paesi già appartenuti alla provincia di Pola, mentre rimase all'Italia il mandamento di Monfalcone (esclusa Duino) e il comune di Grado, circa 245 km² con 9 comuni, che furono riaggregati alla provincia di Gorizia, com'era stato fino al 1923.[15] La sistemazione interna avvenne con decreto legge nº 1430 del 28 novembre 1947. I territori degli attuali comuni di Duino-Aurisina, Sgonico e Monrupino, già parte della contea e poi provincia di Gorizia e Gradisca fino al 1923, furono inseriti nella zona A del territorio Libero di Trieste, ora provincia di Trieste. Tutte le altre località che nel 1923 erano passate dalla provincia di Gorizia e Gradisca a quella di Trieste furono cedute alla Jugoslavia.
Nel 1975 con il trattato di Osimo furono attuate alcune lievi rettifiche del confine. In particolare sul monte Sabotino ritornò all'Italia la cresta di cima fra la vetta e i ruderi della chiesa di San Valentino: l'Italia in cambio costruì una strada internazionale per collegare il Collio sloveno a Nova Gorica sulle pendici di quel monte. Nel corso degli anni cinquanta i comuni passarono da 18 iniziali a 25 per via della ricostituzione di 7 (degli 86) comuni soppressi nel 1927-1928.
Il 28 novembre 2016 si è tenuto l'ultimo Consiglio provinciale; dal 1º dicembre 2016 è stato abolito l'ente della provincia di Gorizia, come previsto dal nuovo statuto regionale del Friuli-Venezia Giulia approvato il 20 luglio 2016 da cui sono stati cancellati gli enti intermedi.
Ai sensi della L.R. 26/2014 e successive modifiche la Provincia di Gorizia è stata messa in liquidazione il 1º gennaio 2017 e definitivamente cancellata il 30 settembre 2017. Le funzioni della Provincia sono state trasferite alla Regione, ai Comuni e agli UTI.
Simboli
[modifica | modifica wikitesto]- Stemma
Riconosciuto con DCG del 13 novembre 1929[16], riprende lo stemma dell'antica contea di Gorizia: il leone era l'emblema dei conti, mentre lo sbarrato deriva dalla bandiera di vassallaggio al patriarcato di Aquileia, esistente nel 1338. Dal 1933 al 1943 recava il capo del Littorio.[17]
- Gonfalone
Il gonfalone, concesso con regio decreto del 30 maggio 1929[16], è un drappo partito d'azzurro e di giallo.
- Bandiera
Drappo troncato di azzurro e di giallo, caricato al centro dello stemma provinciale al centro. Viene esposta anche la semplice bandiera bicolore senza lo stemma.[18]
Società
[modifica | modifica wikitesto]Evoluzione demografica
[modifica | modifica wikitesto]Abitanti censiti; in verde la popolazione residente entro i vecchi confini provinciali
Natura
[modifica | modifica wikitesto]- Biotopo palude del Fiume Cavana - Monfalcone
- Riserva naturale dei Laghi di Doberdò e Pietrarossa - Doberdò del Lago
- Riserva naturale bosco Plessiva - Cormons
- Riserva naturale bosco Piuma - Gorizia
- Riserva naturale regionale della foce dell'Isonzo - Staranzano
- Riserva naturale regionale della valle Cavanata - Grado
Economia
[modifica | modifica wikitesto]Cultura
[modifica | modifica wikitesto]Lingue e dialetti
[modifica | modifica wikitesto]Oltre alla lingua italiana, nella provincia di Gorizia la popolazione utilizza la lingua friulana (nella variante friulano orientale) e la lingua slovena.
In 15 comuni su 25, vige la legge regionale 18 dicembre 2007, n. 29 "Norme per la tutela, valorizzazione e promozione della lingua friulana"[19].
In 8 comuni su 25 la lingua slovena è riconosciuta e tutelata al pari della lingua friulana dalla legge statale 482/99 e dalla legge 38/01.
Accanto alle lingue riconosciute ufficialmente, varianti locali della lingua veneta sono parlate a Gorizia, così come nella Bisiacaria (il dialetto bisiaco) e il dialetto gradese (graìsan) a Grado. Il veneto è compreso e comunemente parlato anche dalla maggior parte dei madrelingua friulani e sloveni.
Amministrazione
[modifica | modifica wikitesto]Elenco dei presidenti
[modifica | modifica wikitesto]Turismo
[modifica | modifica wikitesto]Galleria d'immagini
[modifica | modifica wikitesto]-
Foce dell'Isonzo dal satellite
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Come da Decreto del Presidente della regione 346/2008 (PDF), su lexview-int.regione.fvg.it.
- ^ Solo come ente amministrativo, vedi Annuario Statistico italiano 2021 (PDF), Roma, Istituto nazionale di statistica, 2021, p. 5.
- ^ Bilancio demografico mensile anno 2024 (dati provvisori), su demo.istat.it.
- ^ Allegato/Priloga (PDF), su usrfvg.gov.it.
- ^ Comuni friulanofoni del Friuli-Venezia Giulia (PDF), su arlef.it, Agenzia Regionale per la Lingua Friulana.
- ^ a b Annuario Statistico italiano 2021 (PDF), Roma, Istituto nazionale di statistica, 2021, p. 5.
- ^ Dati al 30-09-2017, ultimo giorno di operatività dell'ente Bilancio demografico mensile ISTAT Archiviato il 16 luglio 2018 in Internet Archive.
- ^ a b Regio Decreto Legge 2 gennaio 1927, n. 1, art. 1
- ^ ANTONIO GIANGRANDE, IL COMUNISTA BENITO MUSSOLINI, Antonio Giangrande. URL consultato il 19 settembre 2016.
- ^ Moreno Gentili, L'inferno dentro. Confessioni di un collaborazionista, Sonda, 1º gennaio 2010, ISBN 9788871065748. URL consultato il 19 settembre 2016.
- ^ Sergio Galimberti, La Chiesa, Santin e gli ebrei a Trieste, MGS press, 1º gennaio 2001. URL consultato il 19 settembre 2016.
- ^ I dati si riferiscono all'insieme dei detenuti politici ed ebrei. Brunello Mantelli e Nicola Tranfaglia, Il libro dei deportati, vol 1, tomo 3, p. 2533. ISBN 978-88-425-4228-5
- ^ 2 dei quali (Dolegna del Collio e Gorizia) perdite territoriali.
- ^ 29 furono ceduti per intero e 4 (Castel Dobra, Merna, Opacchiasella e San Martino Quisca) parzialmente. Attualmente sono articolati su 12 comuni sloveni per via di successive aggregazioni
- ^ La Provincia di Gorizia nelle sue vicissitudini. A cura dell'Amministrazione Provinciale di Gorizia - Ufficio Studi, 1966.
- ^ a b Gorizia (provincia), su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 27 maggio 2024.
- ^ Friuli-Venezia Giulia, Stemmi provinciali con capo littorio, su rbvex.it. URL consultato il 27 maggio 2024.
- ^ Provincia di Gorizia, su rbvex.it. URL consultato il 27 maggio 2024.
- ^ Denominazioni ufficiali in Lingua Friulana, su arlef.it, Arlef. URL consultato il 26 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2013).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Barbara Sturmar, GORIZIA NASCOSTA raccolta illustrata di curiosità di Gorizia e della sua provincia, Trieste, Lint Editoriale, ISBN 978-88-8190-266-8.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Provincia di Gorizia (1919-1923)
- Provincia di Gorizia (1927-1945)
- Casa d'Asburgo
- Friuli
- Venezia Giulia
- Diffusione dello sloveno in Italia
- Strade provinciali della provincia di Gorizia
- Contea cerimoniale
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla provincia di Gorizia
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