John Huston

Da Teknopedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
John Huston sul set del film Chinatown (1974)
Statuetta dell'Oscar Oscar al miglior regista 1949
Statuetta dell'Oscar Oscar alla migliore sceneggiatura non originale 1949

John Marcellus Huston (Nevada, 5 agosto 1906Middletown, 28 agosto 1987) è stato un regista, attore, sceneggiatore e scrittore statunitense naturalizzato irlandese.

È considerato uno dei maestri del cinema hollywoodiano degli anni d'oro[1][2].

John Huston con la figlia Anjelica

Nacque nella città di Nevada (Missouri) col nome John Marcellus Huston, dall'attore canadese Walter Huston e da Reah Gore, giornalista. I due si separarono quando il figlio aveva poco più di tre anni. Rimasto a vivere con la madre e con la nonna, John trascorse un'infanzia e un'adolescenza movimentate, tra una città e l'altra degli Stati Uniti, fino a che sua madre si risposò con Howard E. Stevens, importante dirigente di una compagnia ferroviaria, andando a stabilirsi nel Minnesota.

Tra gli undici e i tredici anni, fu afflitto da un disturbo di crescita, erroneamente diagnosticato come grave malattia renale, per cui venne ricoverato in una clinica e sottoposto a una dieta ipocalorica e ipoproteica. Solo qualche mese dopo, compreso che si trattava di un falso allarme, i medici ne autorizzarono la dimissione. Trasferitosi in California con la famiglia, si iscrisse a una scuola superiore di Los Angeles, si avvicinò alle arti figurative, studiò il francese e imparò i rudimenti del pugilato, vincendo anche un campionato di dilettanti.

Quando venne a sapere che suo padre, ormai quarantenne, aveva fatto il suo esordio a Broadway, decise di andare a trovarlo e cominciò ad avvicinarsi al mondo della cultura, facendo la conoscenza di diverse personalità dell'epoca quali Francis Scott Fitzgerald, Eugene O'Neill, Theodore Dreiser e Sinclair Lewis. Grazie al loro appoggio, iniziò a pubblicare i primi racconti sulla prestigiosa rivista American Mercury.

John Huston era ateo[3].

Sceneggiatore

[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1929 venne convocato da Samuel Goldwyn a Hollywood dove, per una paga di 150 dollari alla settimana, firmò il suo primo contratto come sceneggiatore alla Metro, poi alla Universal Pictures, e lavorò alla riscrittura di La sposa nella tempesta (1931), diretto da William Wyler. Dopo un breve e infruttuoso periodo alla Gaumont-British di Londra, tornò a Hollywood dove nel 1938 venne messo sotto contratto dalla Warner. In quel periodo, la Warner produceva ben 60 film all'anno e, trattandosi soprattutto di pellicole d'azione e d'avventura, era data enorme importanza alla storia e agli sceneggiatori, mentre ad esempio alla Metro, che basava il suo fatturato sui divi, si privilegiava il lavoro dei registi.

I primi film Warner a cui Huston lavorò erano di origine teatrale: Il sapore del delitto (1938), diretto da Anatole Litvak, e Figlia del vento (1938), un melodramma di ambientazione sudista su misura per Bette Davis, che con questa pellicola desiderava prendersi una rivincita su Via col vento (1939), per il quale non aveva ottenuto la parte di Rossella. Tra i lavori successivi, assume un'importanza fondamentale Una pallottola per Roy (1941), che permise a Humphrey Bogart il salto di qualità e gli diede la patente di protagonista.

Proprio il talento dimostrato con quest'ultima sceneggiatura gli diede l'opportunità di realizzare il primo film come regista. Il mistero del falco (1941), dal romanzo di Dashiell Hammett Il falcone maltese che era già stato portato sullo schermo nel 1931 (The Maltese Falcon) e nel 1936 (Satan Met a Lady), ma senza successo. Huston ne preparò una sceneggiatura straordinariamente fedele all'originale e Jack Warner affidò a lui stesso la regia, assegnandogli però un budget limitato. Il film venne pertanto realizzato tutto in interni, e senza nessun divo di primissimo piano, ma proprio l'oculatezza di Huston nella scelta degli attori (a parte il già noto Bogart, anche la dark lady Mary Astor, Peter Lorre, Sydney Greenstreet e suo padre Walter Huston in un piccolo ruolo non accreditato nei titoli) e la sua inaspettata capacità nel dirigerli e nell'ideare le scene faranno de Il mistero del falco un cult movie per almeno tre generazioni di cinefili.

Statua di John Huston a Puerto Vallarta in Messico

Il successo del film sorprese gli stessi dirigenti della casa cinematografica, che si affrettarono ad annunciarne un sequel, che però non verrà mai realizzato. La seconda regia che gli venne affidata fu un film ad alto costo, In questa nostra vita (1942) con Bette Davis, Olivia de Havilland e George Brent. Seguì Agguato ai tropici (1942), che vide riunito buona parte del cast de Il mistero del falco. Proprio qualche giorno prima del termine delle riprese, il regista ricevette una convocazione urgente dall'esercito (da cui si era congedato con il grado di tenente) che lo richiamava in servizio.

Al seguito delle forze alleate, Huston realizzò tre documentari di propaganda bellica, uno dei quali girato nelle Isole Aleutine, e uno (The Battle of San Pietro) girato in Italia. Questo film risultò talmente realistico e impressionante, che le autorità militari ne vietarono la proiezione. Solo grazie all'interessamento del generale Marshall verrà poi concessa l'autorizzazione. Il terzo documentario, girato in un ospedale psichiatrico militare, fu proibito per lo stesso motivo: non verrà mai proiettato e oggi sembra che sia andato perduto. In realtà esiste ed è liberamente ottenibile, assieme agli altri due documentari precedenti, sul sito archive.org.

Tornato in patria, si dedicò alla trasposizione cinematografica del romanzo dello scrittore B. Traven, Il tesoro della Sierra Madre, girando l'omonima pellicola (1947) nella quale Bogart ebbe l'opportunità di dimostrare nuovamente le proprie capacità di grande attore e, subito dopo, L'isola di corallo (1948), in cui lo stesso attore fu affiancato dalla giovanissima moglie Lauren Bacall. Nel 1950 fu il turno di Giungla d'asfalto, da molti giudicato il suo capolavoro, al quale fecero seguito grandi successi quali La regina d'Africa (1951), Moulin Rouge (1952) e Moby Dick (1956). Poco successo ottenne invece Il tesoro dell'Africa (1953). Nel cast de Gli spostati (1960), Huston riunì Marilyn Monroe, Clark Gable e Montgomery Clift. Per i primi due, questo film sarà l'ultimo della carriera, in quanto i due attori andranno subito dopo incontro a una prematura morte.

Nel 1966 il produttore Dino De Laurentiis gli affidò la direzione di La Bibbia, kolossal girato in Italia e basato sulla Genesi che però, a fronte degli enormi investimenti, si rivelò un fallimento sia sul piano commerciale che artistico. Ne La Bibbia, Huston si ritagliò la significativa parte del patriarca Noè, inizialmente offerta a Charlie Chaplin e ad Alec Guinness. Dopo alcuni film girati in Europa, tornò negli Stati Uniti nel 1972 per realizzare un altro film amato dai critici e dai cinefili: si tratta di Città amara, un film sul mondo del pugilato che affronta il tema dalla parte dei perdenti.

Al costoso progetto tratto da Kipling e intitolato L'uomo che volle farsi re (1975), fece seguito un periodo di inattività dovuto a problemi di salute e a un intervento per l'impianto di un pacemaker. Tra le ultime opere della sua carriera, sono da ricordare Fuga per la vittoria (1981) e L'onore dei Prizzi (1985), che farà guadagnare a sua figlia Anjelica un Oscar, analogamente a quanto era capitato nel 1948 con Il tesoro della Sierra Madre a suo padre Walter. Nel 1987 girò il suo ultimo film The Dead - Gente di Dublino tratto dal racconto I morti di James Joyce. Il film, acclamato dalla critica, diventò quindi il suo testamento spirituale.

L'esordio di Huston come attore risale all'età di soli tre anni quando, vestito da Zio Sam, uscì da una scatola e declamò in pubblico la filastrocca "Yankee Doodle Dandy". Bisognerà aspettare altri sedici anni per vederlo nuovamente recitare, questa volta come professionista, in un teatro di New York. Nel cinema, accanto ai ruoli di attore che si ritagliò spesso nei propri film, sono da ricordare le sue partecipazioni a Il cardinale (1963) di Otto Preminger e a Chinatown (1974) di Roman Polański.

Nel 1941 fu candidato all'Oscar per la "Miglior sceneggiatura non originale" con il film Il mistero del falco, il cupo noir in cui si affermò per uno stile crudo e asciutto, e nuovamente nel 1948 per Il tesoro della Sierra Madre. Alla morte del suo amico Humphrey Bogart, a Huston toccò il compito di preparare un discorso funebre in suo onore, dopo il rifiuto di Spencer Tracy che temeva di emozionarsi troppo.

Nel 1973 comparve come Legislatore, voce narrante che apre Anno 2670 - Ultimo atto di J. Lee Thompson. Nel 1978 fu il protagonista de Il triangolo delle Bermude, thriller fantascientifico diretto da René Cardona jr. e girato con scarse risorse. Huston era anche un discreto pittore: creò nel 1982 la rappresentazione grafica per Château Mouton Rothschild.

È sepolto all'Hollywood Forever Cemetery a Hollywood, California.

Sceneggiatore

[modifica | modifica wikitesto]

Riconoscimenti

[modifica | modifica wikitesto]

Doppiatori italiani

[modifica | modifica wikitesto]

Nelle versioni in italiano dei film in cui partecipa come attore, John Huston è stato doppiato da:

Da doppiatore è sostituito da:

  1. ^ John Huston - Biografia, su IMDb. URL consultato il 5 agosto 2024.
  2. ^ MYmovies.it, John Huston, su MYmovies.it. URL consultato il 5 agosto 2024.
  3. ^ cfr. in Reportweb.TV l'articolo di Giorgia Passavanti del 05.08.2006. Inoltre, viene definito "ateo inveterato" da Ugo Casiraghi, Alfabetiere del cinema, a cura di L. Pellizzari, Falsopiano, Alessandria, 2006, consultabile anche nella sezione "Critica" di Mymovies alla voce "John Huston".
  • John Huston, Cinque mogli e sessanta film (An Open Book, 1980), trad. Paola Chiesa, Collana Albatros, Roma, Editori Riuniti, febbraio 1982; col titolo Un libro aperto, Postfazione di Alberto Pezzotta, Collana I grandi delfini, Milano, La nave di Teseo, 2024, ISBN 978-88-346-1750-2. [autobiografia]
  • Morando Morandini, John Huston, Il Castoro Cinema n. 74, Milano, Editrice Il Castoro, 1996, ISBN 88-8033-047-0.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]
  • Five Came Back, regia di Laurent Bouzereau (2017) - documentario a lui dedicato

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN114480829 · ISNI (EN0000 0001 2096 8885 · SBN RAVV029452 · ULAN (EN500472031 · LCCN (ENn78096855 · GND (DE118555014 · BNE (ESXX1643464 (data) · BNF (FRcb119080970 (data) · J9U (ENHE987007429562505171 · NSK (HR000164536 · NDL (ENJA01067643 · CONOR.SI (SL15076451