Hey Jude/Revolution

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Disambiguazione – "Hey Jude" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi Hey Jude (disambigua).
Hey Jude/Revolution
singolo discografico
Screenshot tratto dal filmato promozionale di Hey Jude
ArtistaThe Beatles
Pubblicazione30 agosto 1968 (UK)
26 agosto 1968 (USA)
Durata10:32
GenereSoft rock
Hard rock
EtichettaApple Records
ProduttoreGeorge Martin
RegistrazioneAbbey Road Studios
Trident Studios - luglio/agosto 1968
Formati7"
Certificazioni originali
Dischi d'oroDanimarca (bandiera) Danimarca[1]
(vendite: 45 000+)
Dischi di platinoRegno Unito (bandiera) Regno Unito[2]
(vendite: 600 000+)
Spagna (bandiera) Spagna[3]
(vendite: 60 000+)
Certificazioni FIMI (dal 2009)
Dischi di platinoItalia (bandiera) Italia[4]
(vendite: 100 000+)
Singoli britannici Regno Unito (bandiera) - cronologia
Singolo successivo
(1969)
Singoli statunitensi Stati Uniti (bandiera) - cronologia
Singolo successivo
(1969)

Hey Jude/Revolution è un singolo discografico dei Beatles pubblicato nel 1968.

  1. Hey Jude – 7:11 (Lennon, McCartney)
  2. Revolution – 3:21 (Lennon, McCartney)

Fu scritto da Paul McCartney, ma accreditato alla coppia Lennon-McCartney[5], originariamente per l'album The Beatles, meglio conosciuto come White Album, ma in seguito come singolo, e infine pubblicato nella raccolta Hey Jude. È stato il primo disco singolo dei Beatles ufficialmente pubblicato per la Apple Records[6] di loro proprietà.

Intitolata originariamente Hey Jules e rinominata in seguito Hey Jude per motivi fonetici, fu scritta da McCartney per confortare Julian, il figlio di Lennon, nel momento del divorzio tra il padre e Cynthia Powell. Nonostante questa versione ufficiale dei fatti, alcuni giornalisti, come per esempio Judith Simons del Daily Express, ritennero che potesse riferirsi o al momento sentimentale difficile di McCartney dopo il fallimento della relazione con Jane Asher oppure fosse dedicata ai Beatles stessi, impegnati in un periodo artistico e storico molto particolare.[7][8]

Julian Lennon scoprì che Hey Jude era stata scritta per lui oltre vent'anni dopo la composizione della canzone. Parlando del suo rapporto con McCartney disse: «Paul e io stavamo molto insieme – più di quanto io stessi con papà. Eravamo molto amici e sembrano esserci più fotografie di me e Paul che giochiamo piuttosto che di me insieme a mio padre».[9] Nel 1996, Julian pagò 25 000 sterline per aggiudicarsi a un'asta lo spartito originale di Hey Jude.[10]

Schizzo con la struttura di Hey Jude
Julian Lennon, fotografato presso il John Lennon Peace Monument nel 2010

Nel maggio 1968,[11] John Lennon e la moglie Cynthia si separarono a causa della relazione extraconiugale di John con Yōko Ono.[12] Il mese seguente, Paul McCartney decise di andare a trovare il figlio di Cynthia e John, Julian,[13] che aveva cinque anni all'epoca, a Kenwood, presso la residenza della coppia a Weybridge.[14] Cynthia era stata parte integrante dell'entourage dei Beatles fin dall'inizio;[15] e Paul sentiva che non era giusto escluderla dalla cerchia in maniera così ingiusta. Cynthia Lennon ricordò di aver vissuto con sorpresa l'inaspettata visita di McCartney: «Rimasi profondamente toccata dalla sua evidente preoccupazione per il nostro benessere... Mentre era in viaggio in macchina[16] compose Hey Jude. Non dimenticherò mai il gesto gentile di Paul nel venire a trovarci».[17]

«Partii con l'idea "Hey Jules", che era Julian, "don't make it bad, take a sad song and make it better". Hey, prova ad affrontare questa cosa terribile. Sapevo che non sarebbe stato facile per lui. Mi dispiace sempre per i bambini di genitori divorziati...[18]»

Il 30 giugno, dopo aver curato la produzione della versione del suo brano strumentale Thingumybob da parte della Black Dyke Mills Band, nello Yorkshire, McCartney si fermò presso un villaggio nella contea di Bedfordshire ed eseguì la canzone in un pub locale per "testarla" dal vivo di fronte a un pubblico.[19]

Quando presentò la nuova composizione a Lennon, McCartney gli disse che il verso: The movement you need is on your shoulder era solo provvisorio e che lo avrebbe cambiato per la versione definitiva, poiché aveva già usato la parola shoulder nella strofa precedente; ma Lennon insistette affinché lo mantenesse, dicendo che era «il verso migliore di tutta la canzone».[20]

Sebbene McCartney originariamente avesse composto Hey Jude per Julian, John Lennon pensava che l'avesse scritta per lui. Nel corso di un'intervista del 1980, Lennon dichiarò di "averla sempre considerata una canzone su di lui" e di percepirla, in qualche modo, come una sorta di benedizione della "parte buona" di McCartney verso la relazione Lennon-Ono, anche se così Paul sapeva che avrebbe perso il suo amico.[21]

«Se ci pensi ... Yoko era appena arrivata. Lui mi stava dicendo: "Hey, Jude – Hey, John". So di sembrare uno di quei nostri fan che vuole interpretare il significato nascosto dei nostri testi, ma è possibile sentirla come una canzone dedicata a me ... Inconsciamente, stava dicendo: Vai avanti per la tua strada, lasciami. Razionalmente, invece non voleva lasciarmi andare.[21]»

Registrazione

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Buona parte di Hey Jude fu registrata negli studi di Abbey Road, mentre il lavoro di rifinitura si tenne negli studi Trident, all'epoca considerati i più attrezzati per eseguire registrazioni con un alto numero di tracce. La registrazione fu fruttuosa di aneddoti come ad esempio le volgarità scappate a John Lennon intorno al terzo minuto dell'esecuzione[22][23], il litigio fra Paul McCartney e George Harrison per divergenze sull'arrangiamento e sull'atteggiamento da tenere in studio[24], il rifiuto di un orchestrale a battere le mani e a unirsi al coro[25] e il disaccordo fra Lennon, che chiedeva per la sua Revolution l'onore del lato A del singolo poiché affrontava tematiche di attualità stringente, e gli altri tre che la pensarono diversamente[26].

Alla registrazione prese parte anche il gruppo musicale Badfinger, sotto contratto con la Apple.[22]

Dopo 2 minuti e 59 secondi[27], fra i versi: «Remember, to let her under your skin / Oh, then you'll begin...», si può udire appena, in sottofondo e coperta dalla strumentazione, l'imprecazione di Paul: «Fucking hell!», lasciata nel missaggio definitivo per espressa volontà di Lennon[28].

Musica e arrangiamento

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Hey Jude inizia con la voce solista di McCartney accompagnata dal pianoforte, suonato sempre da lui. Nella seconda strofa l'accompagnamento è arricchito con l'inserimento della chitarra, del basso elettrico e delle percussioni.

Una delle caratteristiche peculiari della canzone è il coro finale, lungo quattro minuti circa, "Naaa-naaa-naaa-na-na-na-naaaaa-na-na-na-naaaaa Hey Jude". Questa coda della canzone richiese la presenza di un'orchestra formata da dieci violini, tre viole, tre violoncelli, due flauti, due contrabbassi, un clarinetto basso, un fagotto, un controfagotto, due clarinetti, quattro tromboni, quattro trombe, due corni, una percussione.[29] La rivista TIME ha descritto la coda come "un fade out che falsifica simpaticamente la dissolvenza come un espediente per porre fine ai dischi pop".

Lo stesso argomento in dettaglio: Revolution (The Beatles).

Un primo fallito tentativo di pubblicizzare il singolo ebbe luogo all'inizio dell'agosto 1968.[30] Con la Apple Boutique che aveva chiuso i battenti una settimana prima, McCartney e una sua "fiamma" di allora, Francie Schwartz, scrissero con della vernice sulle vetrate del negozio chiuso le parole Hey Jude/Revolution.[31] Tale trovata venne scambiata per un graffito antisemita (poiché Jude significa "Ebreo" in tedesco),[31] scandalizzando la comunità ebraica locale,[32][33] e provocando la rottura della vetrata da parte di un passante infuriato.[34] Discutendo dell'episodio nel libro The Beatles Anthology, McCartney spiegò che l'idea gli era venuta solo per sfruttare il grande via vai di gente che passava di lì ogni giorno, e come non fosse assolutamente intenzionale il presunto riferimento antisemita.[20]

Allora i Beatles assunsero il regista Michael Lindsay-Hogg per girare un filmato promozionale per Hey Jude, essendosi lui già occupato in precedenza del video per Paperback Writer nel 1966. Decisero di eseguire il brano dal vivo davanti a un pubblico selezionato. Nel video, si vedono prima i Beatles che iniziano a suonare la canzone, per poi essere raggiunti nel finale dagli spettatori per il coro finale. Hogg girò il filmato ai Twickenham Film Studios il 4 settembre 1968, con McCartney stesso che disegnò il set.

La versione finale fu un montaggio di varie take differenti ed incluse una "introduzione" da parte del presentatore David Frost.[35] Il filmato venne trasmesso in Gran Bretagna durante il Frost on Sunday dell'8 settembre 1968,[36] e negli Stati Uniti nel programma The Smothers Brothers Comedy Hour il 6 ottobre.[37]

Hey Jude venne pubblicata su singolo il 26 agosto 1968 negli Stati Uniti ed il 30 agosto nel Regno Unito,[38] insieme a Revolution come lato B, nel formato 7".[39] Fu uno dei quattro singoli pubblicati in simultanea per il lancio dell'etichetta Apple Records (gli altri furono Those Were the Days di Mary Hopkin, Sour Milk Sea di Jackie Lomax, e Thingumybob della Black Dyke Mills Band[32]). La pubblicazione venne presentata da Derek Taylor, che, magnificò Hey Jude/Revolution come "primo singolo della Apple records".[40]

Il singolo riscosse enorme successo e fu un'ottima pubblicità per la Apple Records,[41] facendo da contraltare al recente fallimento della Apple Boutique.[42] Hey Jude iniziò la sua permanenza di sedici settimane nella Official Singles Chart il 7 settembre 1968, raggiungendo la vetta una settimana dopo. Restò al numero 1 per due settimane prima di cedere il posto a Those Were the Days della Hopkin, brano prodotto da Paul McCartney.[43]

Il 30 novembre 1968, NME riportò che le vendite del singolo avevano raggiunto le oltre sei milioni di copie in tutto il mondo.[44][45] Hey Jude divenne il singolo di debutto dal maggior successo di sempre, vendendo circa otto milioni di copie e raggiungendo la vetta della classifica in undici nazioni differenti.[43]

La rivista Rolling Stone la colloca all'ottavo posto nella classifica delle 500 migliori canzoni di tutti i tempi.[46]

Nonostante la durata eccezionale per un singolo (7 minuti e 11 secondi) rimase nelle classifiche britanniche e statunitensi per ben 16 settimane.[47]

Il disco vendette in sei mesi oltre cinque milioni di copie in tutto il mondo, e dopo quattro anni il numero complessivo salì a sette milioni e mezzo.[48] Fece ingresso nelle classifiche inglesi il 7 settembre 1968, e vi rimase per 16 settimane; l'11 settembre raggiunse la prima posizione che mantenne per due settimane, prima di essere spodestato dal singolo di Mary Hopkin Those Were the Days, disco prodotto da Paul McCartney per l'etichetta Apple.[47] Negli Stati Uniti ebbe ancor maggiore successo, approdando in classifica il 14 settembre e restando nella hit parade per 19 settimane, delle quali 9 consecutive – dal 28 settembre al 23 novembre – occupando il primo posto.[47]
In Canada arriva al primo posto per tre settimane, in Australia per 13 settimane ed in Olanda e Norvegia per sei settimane. Il brano arriva primo anche in Germania, Svizzera, Austria; Danimarca, Francia per tre settimane, Irlanda, Nuova Zelanda, Spagna, Svezia e Jugoslavia. Anche gli appassionati italiani accolsero con entusiasmo il brano che soggiornò per quindici settimane nelle Hit Parade raggiungendone la quarta posizione.[49]

Classifiche di tutti i tempi

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Classifica (1958-2021) Posizione
Stati Uniti[50] 13
The Beatles
Altri musicisti
  1. ^ (DA) Hey Jude/Revolution, su IFPI Danmark. URL consultato il 12 giugno 2024.
  2. ^ (EN) Hey Jude/Revolution, su British Phonographic Industry. URL consultato il 5 maggio 2021.
  3. ^ (EN) Awards Record, su El Portal de Música. URL consultato il 21 febbraio 2024. Digitare "The Beatles" in "Artist" per visualizzare il contenuto desiderato.
  4. ^ Hey Jude/Revolution (certificazione), su FIMI. URL consultato il 17 giugno 2024.
  5. ^ Intervista riportata in Mio marito John Lennon di Giuseppe Videtti, pubblicato su La Repubblica del 9 ottobre 2005, pag. 1
  6. ^ (EN) Tony Bramwell, Magical Mystery Tours - My Life with the Beatles, St. Martin's Press, New York 2006, pag. 280.
  7. ^ David Sheff, All We Are Saying: The Last Major Interview with John Lennon and Yoko Ono, New York, St. Martin's Press, 2000, pp. 186, ISBN 0-312-25464-4.
  8. ^ Bill Harry, The Beatles Encyclopedia: Revised and Updated, London, Virgin Publishing, 2000, pp. 517, ISBN 0-7535-0481-2.
  9. ^ Cross, 2005, pag. 367
  10. ^ The Sunday Times, 29 settembre 1996.
  11. ^ Riley, 2011, pag. 397
  12. ^ Womack, 2014, pag. 389
  13. ^ The Beatles, Hey Jude, Rolling Stone, 7 aprile 2011
  14. ^ Sounes, 2010, pp. 208, 221
  15. ^ Sounes, 2010, pag. 221
  16. ^ Una Aston Martin DB5
  17. ^ Cross, 2005, pag. 366
  18. ^ Miles, 1997, pag. 465
  19. ^ Miles, 2001, pag. 302
  20. ^ a b The Beatles, 2000, pag. 297
  21. ^ a b Sheff, 2000, pag. 186
  22. ^ a b Chris Hunt, The Story Of Hey Jude, su Beatles Special, Mojo, 2003.
  23. ^ Craig Cross, The Beatles, 2005, pp. 368.
  24. ^ Barry Miles, Paul McCartney: Many Years From Now, 1997, pp. 466.
  25. ^ Mark Lewisohn, The Beatles Recording Sessions, 1988, pp. 146.
  26. ^ Jann S. Wenner, Lennon Remembers, Rolling Stone, 1970, London, Verso, 2000, ISBN 1-85984-600-9.
  27. ^ Mark Lewisohn, Beatles - Otto anni ad Abbey Road, Arcana Editrice, Milano, 1990, pag. 314.
  28. ^ (EN) Geoff Emerick, Here, There and Everywhere, Gotham Books, New York, 2007, pagg. 262-3
  29. ^ Ian MacDonald, The Beatles. L'opera completa, Mondadori, Milano 1994, pag. 291.
  30. ^ Miles, 2001, pag. 305–06
  31. ^ a b Sounes, 2010, pag. 222
  32. ^ a b Miles, 2001, pag. 306
  33. ^ Womack, 2014, pp. 391–92
  34. ^ The Apple Boutique, su lifeofthebeatles.blogspot.fr, In The Life Of... The Beatles, 2 giugno 2006. URL consultato il 31 luglio 2013.
  35. ^ Cross, 2005, pag. 368
  36. ^ Miles, 2001, pag. 309
  37. ^ Schultheiss, 1980, pag. 222
  38. ^ Castleman, Podrazik, 1976, pag. 67–68
  39. ^ Lewisohn, 1988, pag. 200
  40. ^ Doggett, 2011, pag. 49
  41. ^ Doggett, 2011, pag. 52
  42. ^ Riley, 2011, pag. 408
  43. ^ a b Cross, 2005, pag. 481
  44. ^ Schultheiss, 1980, pag. 226
  45. ^ Miles, 2001, pag. 321
  46. ^ (EN) The Beatles, ‘Hey Jude’, su rollingstone.com, Rolling Stone. URL consultato il 13 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 19 ottobre 2012).
  47. ^ a b c (EN) UK sigle release: Hey Jude, su beatlesbible.com, beatlesbible.com. URL consultato il 13 febbraio 2013.
  48. ^ Barry Miles, Paul McCartney - Many Years From Now, Rizzoli, Milano 1997, pag. 370.
  49. ^ "I favolosi Beatles" di Mario Pezzolla, ed. VideoRai-Eri (alla voce "I Beatles in Hit-Parade" pag.14)
  50. ^ (EN) Greatest of All Time Hot 100 Songs, su Billboard. URL consultato il 23 novembre 2021.

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