Clarice Vasini
Clarice Fortunata Pellegrina Vasini, chiamata comunemente Clarice Vasini (Bologna, 1732 – Bologna, 1823), è stata una pittrice e scultrice italiana attiva in ambito bolognese.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nipote da parte di madre del pittore barocco Antonio Calza[1] che le dette fin dall'infanzia un'educazione artistica[2], Clarice Fortunata Pellegrina Vasini[3][4] nacque a Bologna nel 1732 da Cristina Carla Teresa Calza e da Carlo Vasini[5] e visse «in patria».[6]
Apprese i rudimenti del disegno e della pittura da Mariano Collina, pittore mediocre.[1] In seguito si formò alla scultura con Filippo Balugani e Domenico Piò[1][6], nella cui bottega conobbe il suo futuro marito, anch'egli cresciuto in una famiglia di artisti.[2] Nonostante le «discriminazioni educative» e le difficoltà che Vasini e altre artiste come Lucia Casalini Torelli dovettero affrontare[7][8], come racconta Luigi Crespi proseguendo idealmente il censimento dei pittori bolognesi iniziato da Carlo Cesare Malvasia[5], Clarice Vasini, «portata dal suo naturale allo studio del disegno, ha talmente profittato in esso, che oltre l'essere giunta a dipingere competentemente, lavora ancora di scultura, veggendosi molte operazioni del suo talento prodotte.»[5][9]
«Valente in pittura e in scultura»[10], fu soprattutto in merito a quest'ultima arte che le venne riconosciuta una «grande abilità»[6], tanto che il 5 ottobre 1763 le fu attribuito il titolo di membro onorario dell'Accademia Clementina.[2][5][10][11] La sua attività artistica è documentata negli anni Sessanta del Settecento. La scultrice in un primo tempo ripropose il «gusto manierato dei maestri di primo Settecento», successivamente si avvicinò al «fare sciolto e delicatamente naturalistico che avrebbe caratterizzato la generazione successiva.»[2] Vasini adottò le tecniche tipiche della tradizione emiliana dell'epoca post-tridentina, quali lo stucco, la cartapesta, la terracotta colorata e la cera, che «venivano impiegate in occasione di apparati effimeri, processioni, "macchine per esequie" e "sepolcri" allestiti durante la settimana santa, alla cui realizzazione partecipavano i più noti architetti, scenografi, scultori e pittori.»[2]
La scultrice realizzò numerose figure a soggetto religioso, alcune delle quali furono spostate dalle chiese di origine durante le spoliazioni napoleoniche o a seguito di altre vicende.
In una cappella interna della chiesa della certosa di San Girolamo di Casara, forse la cappella di San Girolamo o delle Reliquie, si conservava negli anni venti dell'Ottocento una statua del beato Leonardo da Porto Maurizio[12] in terra cotta, o creta cotta, «conosciuta per il pregio della somiglianza» e collocata in origine nella Chiesa dell'Osservanza di Bologna.[13][14][15][16][17] Sempre nella chiesa di San Paolo in Monte dell'Osservanza, alla fine del Settecento erano ancora presenti una sua statua di San Francesco con angeli sopra un panco laterale presso l'altare e due suoi busti di San Francesco e Sant'Antonio sopra gli usci del coro. In una cappelletta a forma di grotta nel bosco dell'Osservanza era situata un'altra creta cotta raffigurante Leonardo da Porto Maurizio.[18] Nel 1769 Luigi Crespi citava le statue di Santi a tutto tondo nella chiesa de' Riformati di Bologna, ossia la chiesa di San Paolo in Monte dell'Osservanza.[5] Risalendo ancora indietro nel tempo, Fra' Luigi Ranieri, nelle sue Memorie del convento dell'Osservanza, annotava i cambiamenti avvenuti nel 1764, tra cui la collocazione della statua di San Leonardo da Porto Maurizio di Clarice Vasini in sacrestia, forse appena commissionata, e citava la presenza di altre tre statue della scultrice «collocate sopra il tamburro della porta laterale della chiesa».[19]
In occasione delle celebrazioni del Giovedì santo del 1766, Clarice Vasini ricevette una commissione per la chiesa della Beata Vergine della Grata, a cui furono chiamati a lavorare anche Vincenzo Martinelli e Giacomo Santini con loro opere.[20] Per l'evento Vasini realizzò un gruppo statuario in stucco collocato nel «sepolcro di Nostro Signore» della chiesa, «riscuotendone il dovuto plauso».[5][21] Per la medesima processione del Santo Sepolcro, Marcello Oretti indica più precisamente «quattro statue in stucco e cartapesta», raffiguranti «il "Redentore in foggia di ortolano", la "Maddalena prostrata e un angioletto sopra" in stucco policromo, due per l'interno "la Perseveranza e la Carità, finte di bianco marmo"».[2]
Tra le sue opere plastiche, Luigi Crespi elenca anche una statua "naturale" della beata Vergine addolorata nella Chiesa dei Servi di Maria del Castello di San Martino d'Este, una statua di san Pasquale nella Chiesa dei Riformati nel Castello di Medicina e una statua della beata Vergine nelle scale del convento di San Giorgio di Bologna[5], quest'ultima del 1765 e acquistata sul mercato antiquario per entrare nelle collezioni della Fondazione Carisbo. Questa statua della beata Vergine, o Madonna addolorata, è caratterizzata da «una ripresa di quella propensione ad effetti posati e naturalistici cari all'iconografia sacra (...) , gesti che rimandano alla tradizione pittorica cinque e seicentesca, dal Correggio al Guercino passando per i Carracci, piuttosto che a quella plastica.» Tuttavia, alcuni rimandi al tardo rococò di Angelo Gabriello Piò, del Monti e del Bigari si ritrovano nei tratti delle dita e del profilo della Vergine, «mentre il morbido modellare dei panneggi e delle pieghe è già presago della ventata classicista anti-rococò che si delinéeerà in maniera più chiara a partire dagli anni Sessanta.»[22]
Stimata dal pittore Antonio Crespi[23], poco si sa della sua attività di pittrice.[1] Le opere sono probabilmente in collezioni private. Un solo dipinto le è finora attribuito.[2] Come riportato da Marcello Oretti[3], oltre alle statue i frati dell'Osservanza commissionarono a Vasini anche un ritratto dipinto di padre Leonardo da Porto Maurizio, che sembra ispirarsi a un dipinto di Pierre Subleyras, noto all'epoca grazie all'incisione di A. Baldi. Il quadro fu esposto nel 1763 nella chiesa di Santa Maria del Carrobbio e dall'anno seguente nella sacrestia della chiesa di San Paolo in Monte dell'Osservanza[17][23], in cui si trovava ancora nel 1769.[5] Il successo del dipinto fu tale che vennero dedicati alla pittrice ben due sonetti pubblicati.[2]
Vasini si spense nel 1823.[24][25]
Vita privata
[modifica | modifica wikitesto]La scultrice fu sposata a un certo Pignoni, per questo alcune fonti la indicano come Clarice Vasini Pignoni o Vasini Clarice in Pignoni.[14][18][26]
La notorietà, l'oblio e la "riscoperta"
[modifica | modifica wikitesto]Artista affermata nel XVIII secolo[27], Vasini rappresenta una delle rare donne della sua epoca ad aver svolto una carriera professionale sia come pittrice che come scultrice.
Caduta a lungo nell'oblio al pari della pittrice Eleonora Monti[7] tra le altre, Clarice Vasini è stata timidamente "riscoperta" a partire dagli anni Duemiladieci grazie all'interesse portato verso le terrecotte bolognesi, tra cui figura una sua opera già nota, conservata nelle collezioni del museo Davia Bargellini, a cui si sono aggiunti due gruppi plastici raffiguranti l'Annunciazione e la Pietà. Probabilmente, alla "riscoperta" di Vasini hanno contribuito anche il rinnovato interesse per le artiste e la volontà di donare visibilità al loro lavoro, dans l'air du temps.[28] Come ricordato sul sito Genus Bononiae, «se ancora tutta da ricostruire è l'attività pittorica, negli ultimi anni si sta raccogliendo attorno al suo nome un discreto numero di sculture firmate e documentate.»[29] Il lavoro degli storici dell'arte è ancora in corso.[28]
Opere
[modifica | modifica wikitesto]Segue una lista non esaustiva delle sue opere. Alcune informazioni sulle collocazioni, tratte da pubblicazioni d'epoca, potrebbero non essere più attuali.
- Sculture
- statua di San Leonardo da Porto Maurizio, in terra cotta, in origine nella chiesa dell'Osservanza[13][17], dispersa?[2]
- statua di San Leonardo da Porto Maurizio, in creta cotta, in origine nella cappella nel bosco della chiesa dell'Osservanza[18], dispersa?[2]
- statua dell'Estasi di San Francesco con angeli, terra cotta policroma, in origine nella chiesa dell'Osservanza[18], chiesa parrocchiale di Medicina[2]
- busto di San Francesco, in origine chiesa dell'Osservanza[18], disperso[2]
- busto di Sant'Antonio, in origine chiesa dell'Osservanza[18], disperso[2]
- statue di Santi a tutto tondo, in origine nella chiesa dell'Osservanza[5][19]
- statua della beata Vergine addolorata, in origine nella Chiesa dei Servi di Maria nel Castello di San Martino d'Este[5][25]
- statua processionale di san Pasquale Baylon, cartapesta, in origine nella chiesa dei Riformati nel Castello di Medicina[5], dispersa[2]
- statua della beata Vergine, o Madonna addolorata, terracotta dipinta, in origine nel convento di San Giorgio di Bologna a San Giorgio in Poggiale, Collezioni Carisbo, 1765[5][29]
- gruppo statuario in stucco e cartapesta, in origine per il sepolcro di Nostro Signore, nella chiesa della Beata Vergine della Grata, 1766[5][20]
- statua del Redentore in foggia di ortolano
- statua della Maddalena prostrata e un angioletto sopra, stucco policromo
- statua della Perseveranza, finta di marmo bianco
- statua della Carità, finta di marmo bianco
- gruppo scultoreo del Compianto sul Cristo morto con san Francesco, terracotta policroma[30], chiesa arcipretale di San Mamante a Medicina[2]
- statua della Madonna annunciata, o dell'Annunciazione, terracotta modellata e dipinta[31], chiesa arcipretale di San Mamante a Medicina[2]
- scultura di San Gabriele Arcangelo annunciante, terracotta dipinta, Diocesi di Bologna[32]
- scultura della Madonna di Loreto sorretta da angeli sopra le nuvole, terracotta policroma, collezione privata[33][34]
- terracotta, museo Davia Bargellini[24]
- gruppo dell'Annunciazione, terracotta policroma, museo Davia Bargellini[24]
- gruppo della Pietà, terracotta policroma, museo Davia Bargellini[24]
- Zerbinotto, collezione privata[24], Modena, Collezione Guandalini[22]
- Vergine col Bambino, sant'Agostino e san Francesco da Paola, Museo Davia Bergellini[35]
- Giovane signore, parte di un presepe, collezione Guandalini Kabaivanska di Modena[35]
- Pitture
- San Leonardo da Porto Maurizio, olio su tela, 1763, in origine nella sacrestia della chiesa di San Paolo in Monte dell'Osservanza[5][17]
Mostre
[modifica | modifica wikitesto]- Statuette: presepi storici della tradizione bolognese dalle Collezioni d'Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, Casa Saraceni, dal 20 dicembre 2018 al 20 gennaio 2019
- Felsina sempre pittrice, Bologna, Casa Saraceni, dal 16 settembre 2016 al 27 novembre 2016[29][36]
- Dalle Collezioni d'Arte e di Storia della Fondazione Carisbo: antiche statuette in terracotta di presepi bolognesi , palazzo d'Accursio (?), dal 16 dicembre 2015 al 10 gennaio 2016[37]
- Il fascino della terracotta, Cesare Tiazzi (1743 – 1809), uno scultore tra Cento e Bologna, Pinacoteca civica di Cento, Palazzo del Governatore, dal 26 novembre 2011 all'11 marzo 2012
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d Sala Borsa 2004.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p Benedetta Basevi 2016, p. 132.
- ^ a b Marcello Oretti, Notizie de' professori di disegno, manoscritto conservato nella Biblioteca dell'Archiginnasio, cit. in Silvia Massari 2009 e in Benedetta Basevi 2016
- ^ (EN) Babette Bohn e Raffaella Morselli, Reframing Seventeenth-Century Bolognese Art: Archival Discoveries, Amsterdam, Amsterdam University Press, 2019, p. 74, nota 2, ISBN 9789462986336.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n Luigi Crespi 1769, p. 319.
- ^ a b c Girolamo Bianconi 1820, pp. 558-559.
- ^ a b Julia K. Dabbs 2020.
- ^ «... e certamente si' nella pittura, che nella scultura avrebbe fatti maggiori progressi, se da maestri periti nell'arte fosse stata ella diretta.» Luigi Crespi 1769, p. 319
- ^ Per capire l'exploit della Vasini basti citare questo passaggio aneddotico ripreso in Giulio Natali 1950, pp. 167 e 181, nota 34: «Due sole scultrici conosco: la bolognese Clarice Vasini, ricordata dal Crespi, fiorita intorno al 1766, e la fantesca Maria, domestica di uno scultore, morta in giovine età (1785?) dopo aver dato alte speranze di sè nell'arte insegnatale dal padrone. (...) Le pittrici sono legioni...»
- ^ a b Accademia Clementina. Atti e memorie, vol. 38-39, Bologna, Nuova Alfa, 1998, p. 226.
- ^ Guida di Bologna, 1782, p. 374 e Guida di Bologna, 1826, p. 191 cit. in Giovanni Zecchi 1829, nota 77, p. XLVII
- ^ A metà del Settecento, padre Leonardo da Porto Maurizio compì numerosissime missioni in Emilia e a Bologna. Molto legato al convento di San Paolo in Monte, sarà beatificato nel 1796. Cfr. Silvia Massari 2009
- ^ a b Girolamo Bianconi 1820, p. 430.
- ^ a b Giovanni Zecchi 1829, pp. XXVIII- XXIX - XLVII, note 77 e 78.
- ^ Niccolò Laurenti e Francesco Gasparoni 1847, p. 310.
- ^ Per le vicissitudini della chiesa e del convento dell'Osservanza, con le ricostruzioni del 1826 a seguito dei rimaneggiamenti e delle demolizioni dell'Aldini nel 1813, si rimanda a 13 luglio 1828 - Ricostruita la chiesa di San Paolo in Monte sul colle dell'Osservanza, su bibliotecasalaborsa.it, Biblioteca Sala Borsa. URL consultato il 19 luglio 2021.
- ^ a b c d Silvia Massari 2009.
- ^ a b c d e f Carlo Cesare Malvasia 1792, pp. 407, 409, 410 e 523.
- ^ a b Fra' Luigi Ranieri 1999, pp. 77-78.
- ^ a b Gaetano Giordani 1851, p. 22.
- ^ Per le celebrazioni del 1746 erano invece stati chiamati altri artisti rinomati del calibro di Angelo Piò e Pietro Scandellari. Cfr. Gaetano Giordani 1851, p. 22
- ^ a b Benedetta Basevi 2016, p. 135.
- ^ a b Fra' Luigi Ranieri 1999, p. 241 nota 138.
- ^ a b c d e Roberto Martorelli, Terracotte Bolognesi.
- ^ a b Giuseppe Campori 1855, p. 482.
- ^ Giuseppe Campori 1855, p. 536.
- ^ Elizabeth Fries Ellet 1859, p. 200.
- ^ a b «Il procedere degli studi consente di far emergere personalità fino ad ora note solo nella bibliografia o con un numero ristretto di opere. E' recente la definizione biografica di Clarice Vasini (1732 - 1823), raro esempio di donna artista - oltretutto scultrice – partendo da una terracotta nota da tempo presso il Davia Bargellini, cui si sono aggiunti due gruppi policromi rappresentanti l'Annunciazione e la Pietà, ed un Zerbinotto in collezione privata.» Roberto Martorelli, Terracotte Bolognesi
- ^ a b c F32229 - Madonna addolorata, su Genus Bononiae - Musei nella Città, Fondazione Carisbo. URL consultato il 19 luglio 2021.
- ^ Vasini C. sec. XIX, Gruppo scultoreo Compianto, su BeWeB - Beni Ecclesiastici in web, CEI - Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l'edilizia di culto, 6 febbraio 2018. URL consultato il 19 luglio 2021.
- ^ Vasini C. sec. XIX, Statua Madonna annunciata, su BeWeB - Beni Ecclesiastici in web, CEI - Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l'edilizia di culto, 6 febbraio 2018. URL consultato il 19 luglio 2021.
- ^ Vasini C. sec. XIX, Scultura Angelo annunciante, su BeWeB - Beni Ecclesiastici in web, CEI - Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l'edilizia di culto, 6 febbraio 2018. URL consultato il 19 luglio 2021.
- ^ Michele Buldrini, Clarice Vasini 1732 - 1823, Bologna, su La Bottega del Restauro, 19 gennaio 2019. URL consultato il 19 luglio 2021 (archiviato dall'url originale il 18 luglio 2021).
- ^ Madonna di Loreto in terracotta policroma sorretta da angeli sopra le nuvole, firmata nel retro "Clarice Vasini F." Scultore bolognese – XVIII sec., su pennabilliantiquariato.net. URL consultato il 19 luglio 2021.
- ^ a b Benedetta Basevi 2016, p. 134.
- ^ Felsinea sempre pittrice. In mostra a Casa Saraceni le Acquisizioni d’arte e donazioni 2014-2016, su fondazionecarisbo.it, Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna. URL consultato il 19 luglio 2021.
- ^ Mostra "Dalle Collezioni d'Arte e di Storia della Fondazione Carisbo: antiche statuette in terracotta di presepi bolognesi", su fondazionecarisbo.it, Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna. URL consultato il 19 luglio 2021.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Girolamo Bianconi, Guida del forestiere per la città di Bologna e suoi sobborghi, divisa in due parti con tavole in rame, Bologna, Annesio Nobili, 1820, pp. 430, 558 e 559.
- Luigi Crespi, Vite de' pittori Bolognesi non descritte nella Felsina pittrice, Roma, Stamperia di Marco Pagliarini, 1769, p. 319, SBN IT\ICCU\RMRE\001937.
- Giovanni Zecchi, Descrizione del Cimitero di Bologna (PDF), fascicolo XLI, Bologna, Giovanni Zecchi, 1829, pp. XXVIII, XXIX e XLVII.
- Silvia Massari, La cappella invernale. I dipinti, in Donatella Biagi Maino e Giulia Gandolfi (a cura di), L'Osservanza di Bologna. Convento e chiesa di San Paolo in Monte, Bologna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, 2009, pp. 110-111, SBN IT\ICCU\UBO\2813344.
- (EN) Julia Kathleen Dabbs, Life Stories of Women Artists, 1550-1800: An Anthology, Routledge, 2020, ISBN 9781351560221.
- Giulio Natali, Il Settecento. Parte 2, in Storia letteraria d'Italia, vol. 8, F. Vallardi, 1950, pp. 167 e 181, nota 34.
- Clarice Vasini, in Delle donne illustri italiane dal XIII al XIX secolo, Fratelli Pallotta tipografi, 1855, p. 256.
- (EN) Elizabeth Fries Ellet, Women Artists in All Ages and Countries, London, Harper & Brothers, 1859, p. 200.
- Manuale pittorico felsineo, ovvero repertorio nominativo dei pittori bolognesi, Bologna, 1859, p.73 in G. Bosi, Archivio patrio di antiche e moderne rimembranze felsinee, vol. IV, Bologna, 1859
- Guida di Bologna 1782
- Agostino Mario Comanducci, Dizionario illustrato dei pittori, disegnatori e incisori italiani moderni e contemporanei (archiviato il 15 marzo 2016).
- Benedetta Basevi, Felsina sempre pittrice. Acquisizioni d'arte e donazioni per la storia di Bologna (2014-2016) (catalogo della mostra), a cura di Angelo Mazza, Bologna, Bononia University Press, 2016, pp. 132-135, ISBN 9788869231698.
- Cristina Grimaldi Fava e Antonella Mampieri (a cura di), La raccolta Guandalini: rilievi e sculture, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, 2014, SBN IT\ICCU\UBO\4075028. (Clarice Vasini)
- Carlo Cesare Malvasia, Pitture scolture ed architetture delle chiese luoghi pubblici, palazzi, e case della città di Bologna, e suoi subborghi: coll'indice di tutti i professori indistintamente, ed in seguito de' luoghi più osservabili, e delle opere più insigni coll'indicazione delle pagine ove sono nominati li autori delle medesime, Bologna, Stamperia del Longhi, 1792, pp. 407, 409, 410 e 523, SBN IT\ICCU\RAVE\002283.
- Gaetano Giordani, Memorie storico-artistiche intorno la chiesa della Madonna alla grada, Soc. Tip. Bolognese, 1851, p. 22.
- Giuseppe Campori, Gli artisti italiani e stranieri negli stati estensi catalogo storico corredato di documenti inediti, tip. della R. D. Camera, 1855, pp. 482 e 536.
- N.N., La Certosa di Bologna. Descrizione fatta nel 1835, in Niccolò Laurenti e Francesco Gasparoni (a cura di), Piacevole raccolta di opuscoli sopra argomento d'arti belle scelti da autori antichi e moderni e ripubblicati, vol. 4, Roma, Tip. Menicanti, 1847, pp. 309-310.
- La Certosa di Bologna. Appendice, in Gazzetta privilegiata di Bologna, n. 152, 5 novembre 1835.
- Fra' Luigi Ranieri, Memorie del convento dell'Osservanza di Bologna (1712-1784), in Marco Poli e Manuela Rubbini (a cura di), Memorie del convento dell'Osservanza di Bologna (1712-1784) con l'aggiunta di Giornale di Cose memorabili (1717-1773) di fra' Pasquale Pasquali, Bologna, Costa Editore, 1999, pp. 77, 78 e 241 nota 138, SBN IT\ICCU\UBO\0345602.
- (EN) Babette Bohn, Women Artists, Their Patrons, and Their Publics in Early Modern Bologna, Pennsylvania, Pennsylvania State University Press, 2021, p. 237, ISBN 9780271086965.
- Luigi Samoggia, in Giuseppe Adani, Cristina Grimaldi Fava e Antonella Mampieri (a cura di), Il fascino della terracotta, Silvana editore, 2011, pp. 222-225 ISBN 9788836622405
Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Domande & risposte. Vorrei avere notizie sulla scultrice pittrice bolognese Vasini Clarice, su bibliotecasalaborsa.it, Biblioteca Sala Borsa, 20 aprile 2004. URL consultato il 18 luglio 2021 (archiviato dall'url originale il 17 luglio 2021).
- Roberto Martorelli, Terrecotte bolognesi dal Settecento al Novecento, su Storia e Memoria di Bologna, Istituzione Bologna Musei. URL consultato il 18 luglio 2021.
- Vasini Clarice, su BeWeB - Beni Ecclesiastici in web, CEI - Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l'edilizia di culto. URL consultato il 19 luglio 2021.
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