Museo civico d'arte industriale Davia Bargellini | |
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I telamoni all'ingresso del palazzo Davia Bargellini, sede del museo | |
Ubicazione | |
Stato | Italia |
Località | Bologna |
Indirizzo | Palazzo Davia Bargellini, Strada Maggiore n. 44, Strada Maggiore 44, 40125 Bologna e Strada Maggiore, 44, - Bologna |
Coordinate | 44°29′32.34″N 11°21′06.98″E |
Caratteristiche | |
Tipo | arte industriale |
Istituzione | 1926 |
Visitatori | 30 105 (2022) |
Sito web | |
Il Museo d'arte industriale Davia Bargellini è un museo sito nel Palazzo Davia Bargellini a Bologna. Fa parte dei Musei civici d'arte antica ed è gestito da Settore Musei Civici Bologna.
La sede
[modifica | modifica wikitesto]Il palazzo è una costruzione del Seicento dalla struttura possente, progettata dall'architetto Bartolomeo Provaglia, che rinunciò alla classica struttura con portico per evidenziarne l'unicità e la gravosità, in uno spazio lasciato aperto dal portico antistante la basilica di Santa Maria dei Servi. All'ingresso sono due telamoni, scolpiti da Francesco Agnesini e Gabriele Brunelli.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il museo sorse nel 1920, per volere dell'allora Soprintendente alle Gallerie di Bologna e della Romagna, Francesco Malaguzzi Valeri. Egli raggruppò in questa istituzione la Quadreria Davia Bargellini e la raccolta d'arti applicate "Curiosità della vecchia Bologna" di varia provenienza, al fine di ricostruire un appartamento arredato del Settecento bolognese.[1]
Le collezioni
[modifica | modifica wikitesto]L'allestimento rispecchia tuttora quello originario e comprende due nuclei distinti: la galleria di dipinti e la raccolta d'arti applicate.
La galleria, proveniente in buona parte dalla Quadreria della famiglia Bargellini, copre un ampio spettro della scuola bolognese di pittura. Essa spazia dal Trecento (con opere come la Madonna dei Denti di Vitale da Bologna, la Pietà di Simone dei Crocefissi e la Madonna con Bambino di Cristoforo da Bologna) al tardogotico (rappresentato dal San Giovanni Battista di Jacopo di Paolo e l'Evangelista di Michele di Matteo), fino al manierismo (con opere di Prospero e Lavinia Fontana) e al tardo barocco (Giuseppe Maria e Luigi Crespi). A questi dipinti si aggiungono una serie di ritratti di autorevoli componenti della famiglia Bargellini, realizzati da Bartolomeo Passerotti e numerose tele a tema sacro e profano commissionate a Marcantonio Franceschini. La collezione include inoltre una ricca raccolta di scultura bolognese in terracotta, dal XVI al XIX secolo, tra cui alcune opere di Giacomo De Maria, Giacomo Rossi, Giuseppe Maria Mazza, Angelo Piò, Clarice Vasini tra gli altri.[1]
La raccolta di oggetti d'arte applicata include una variegata ed eclettica collezione di oggetti assai diversi: ferri battuti, bronzi ornamentali, chiavi e paramenti liturgici finemente ricamati, nonché una Berlina di Gala tardo settecentesca, dipinta e dorata, con intagliato lo stemma cardinalizio di Filippo de Angelis. Oltre al mobilio e alle suppellettili tipiche del Settecento bolognese, il museo comprende un raro teatrino per marionette e una riproduzione in miniatura dell'interno di un'abitazione privata del XVIII secolo.[1]
Completano la collezione diversi esemplari di ceramica graffita, fra cui boccali trecenteschi di fabbricazione romagnola e centro-italiana, e opere bolognesi rinascimentali, rinvenute durante gli scavi svolti a inizio Novecento nel centro cittadino.[1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d Museo Davia Bargellini, su Musei Civici d'Arte Antica. URL consultato il 23 febbraio 2021.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Museo civico d'arte industriale Davia Bargellini
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale del Museo, su museibologna.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 133224931 · ISNI (EN) 0000 0000 9111 9840 · LCCN (EN) n87939636 |
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