Davide Cassani

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Davide Cassani
Davide Cassani al Giro d'Italia 2014
NazionalitàItalia (bandiera) Italia
Ciclismo
SpecialitàStrada
Termine carriera1996
Carriera
Squadre di club
1982-1983Termolan
1984-1985Santini
1986-1987Carrera Jeans
1988-1989Gewiss-Bianchi
1990-1993Ariostea
1994GB-MG Boys
1995MG Boys Maglificio
1996Saeco
Nazionale
1985-1995Italia (bandiera) Italia
Carriera da allenatore
1997Mercatone Uno
2014-2021Italia (bandiera) Italia
Statistiche aggiornate al gennaio 2014

Davide Cassani (Faenza, 1º gennaio 1961) è un dirigente sportivo, ex ciclista su strada e commentatore televisivo italiano. Professionista dal 1982 al 1996, vinse due tappe al Giro d'Italia. Dal gennaio del 2014 al settembre del 2021 è stato il commissario tecnico della nazionale italiana maschile élite di ciclismo su strada.[1]

Davide Cassani all'inaugurazione della Ciclovia del Sole (aprile 2021)

Cugino di secondo grado di Roberto Conti che, come lui, è stato un ciclista professionista, Cassani è cresciuto a Solarolo, iniziando a gareggiare da bambino.

Ritiratosi dall'attività agonistica nel 1996, nell'aprile dello stesso anno l'allora direttore di Rai Sport Marino Bartoletti gli affida il ruolo di commentatore televisivo delle gare ciclistiche al fianco dapprima di Adriano De Zan, poi di Auro Bulbarelli, e dal 2010 di Francesco Pancani, fino alla nomina a C.T. della nazionale e di nuovo dal Giro d'Italia 2024. Le ricognizioni in bicicletta per tutte le tappe del Giro d'Italia o quelle clou di montagna lo hanno visto per anni protagonista.

Proprio in virtù del successo di queste ultime, nel 2007 Cassani è stato protagonista insieme all'ex ciclista professionista Massimo Boglia di una pubblicazione editoriale, completa di DVD e fascicoli, intitolata Le Grandi Salite del Ciclismo, nella quale i due ciclisti percorrono le salite più famose affrontate durante il Giro d'Italia e il Tour de France. È autore inoltre dell'Almanacco del Ciclismo pubblicato annualmente e coautore di un libro biografico su Marco Pantani in collaborazione con Ivan Zazzaroni e Pier Bergonzi dal titolo Pantani. Un eroe tragico.

Durante il commento di una tappa del Tour de France 2007 Cassani, elogiando Michael Rasmussen, racconta di averlo incontrato in Trentino mentre si allenava. Questo fatto costerà al danese (che aveva mentito dicendo di essere stato in Messico in quel periodo, per sfuggire ai controlli antidoping) prima l'esclusione dalla sua nazionale e poi - su pressione della Rabobank - l'esclusione dal Tour, che si apprestava a vincere.[2] Durante il Giro d'Italia 2010 Cassani si fa portavoce di un nuovo scandalo che invade il ciclismo, quello delle biciclette elettriche, delle quali si ventilava l'uso nell'ambiente professionistico, testimoniandone l'esistenza e l'efficacia[3].

Davide Cassani in azione al Tour de France 1993.

Esordisce nel professionismo nel 1982 con la Termolan di Bruno Reverberi.[4] Nel 1986 passa alla Carrera: tra i suoi compagni di squadra figurano Claudio Chiappucci, Roberto Visentini e Stephen Roche. Nel 1988 corre per la Gewiss-Bianchi con Moreno Argentin. Dal 1990 al 1994 indossa la casacca dell'Ariostea mentre il 1995 lo vede alla MG Maglificio-Technogym. Nel 1996, appena passato alla Saeco, viene investito da un'automobile: tale incidente lo costringerà a chiudere la carriera.

Specialista nelle fughe da lontano e considerato uno dei migliori gregari nei primi anni novanta, ha ottenuto i suoi migliori risultati nelle corse in linea di un giorno. Può vantare al suo attivo 27 vittorie, più di 800 000 chilometri nelle gambe, oltre 1500 corse tra cui 12 Giri d'Italia, nove Tour de France (dove ha indossato la maglia a pois) e nove partecipazioni ai campionati del mondo.

Tra i risultati più prestigiosi figurano un settimo posto conseguito al Campionato mondiale 1988 disputato in Belgio, il Giro dell'Emilia conquistato nel 1990, nel 1991 e nel 1995, la Milano-Torino nel 1991, due tappe al Giro (1991 la prima, 1993 la seconda), il Trofeo dello Scalatore nel 1991, un nono posto ai mondiali 1991 a Stoccarda, il Giro del Mediterraneo del 1994 e due edizioni della Coppa Agostoni.[5]

Nelle grandi classiche internazionali ha collezionato un terzo posto nella Freccia Vallone del 1992, un terzo posto nel Giro di Lombardia e un quarto nella Liegi-Bastogne-Liegi dello stesso anno (piazzamenti che gli consentirono di classificarsi terzo nella Coppa del Mondo), oltre a un secondo nell'Amstel Gold Race del 1995, battuto a sorpresa dallo svizzero Mauro Gianetti in una volata a due.

Commissario tecnico della nazionale ciclismo

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Il 28 gennaio 2014, con la nomina ufficiale da parte del Consiglio Federale della FCI, si insedia come commissario tecnico della nazionale italiana di ciclismo su strada maschile élite, succedendo a Paolo Bettini.[6] Durante il suo mandato la nazionale conquista due mondiali a cronometro (entrambi vinti da Filippo Ganna nel 2020 e nel 2021) e quattro europei in linea (Matteo Trentin nel 2018, Elia Viviani nel 2019, Giacomo Nizzolo nel 2020, Sonny Colbrelli nel 2021). Sfiora il titolo iridato della prova in linea nel 2019, con l'argento di Matteo Trentin, battuto nella volata a tre all'arrivo dal danese Mads Pedersen.
Il 30 settembre del 2021, scaduto il contratto come CT, la Federazione offre a Cassani la presidenza della Ciclista Servizi, che verrà da lui rifiutata.[1]

  • 1987 (Carrera Jeans, una vittoria)
1ª prova Gran Premio Sanson
  • 1989 (Gewiss, una vittoria)
5ª tappa Grand Prix Tell (Stein > Emmen)
  • 1990 (Ariostea, due vittorie)
Giro dell'Emilia
Coppa Bernocchi
  • 1991 (Ariostea, sette vittorie)
1ª prova Trofeo dello Scalatore (Triora > Colle di Nava)
2ª prova Trofeo dello Scalatore
Classifica finale Trofeo dello Scalatore
Coppa Agostoni
8ª tappa Giro d'Italia (Città di Castello > Prato)
Giro dell'Emilia
Milano-Torino
  • 1992 (Ariostea, quattro vittorie)
Giro di Campania
4ª tappa Tirreno-Adriatico (Cassino > Sora)
Giro della Provincia di Reggio Calabria
Gran Premio Città di Camaiore
  • 1993 (Ariostea, due vittorie)
Coppa Agostoni
15ª tappa Giro d'Italia (Corvara in Badia > Lumezzane)
  • 1994 (GB-MG, sette vittorie)
1ª prova Gran Premio Sanson
3ª tappa Tour Méditerranéen (Pierrefeu)
5ª tappa, 2ª semitappa Tour Méditerranéen (Mont Faron)
7ª tappa Tour Méditerranéen (Tolone/Mont Faron)
Classifica generale Tour Méditerranéen
4ª tappa Vuelta al País Vasco (Balmaseda > Alto de Ibardin)
  • 1995 (MG Boys, tre vittorie)
Giro dell'Emilia
Coppa Sabatini
Giro di Romagna

Altri successi

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Criterium di Partinico
Criterium di Formigine
  • 1987 (Carrera Jeans)
3ª tappa Giro d'Italia (Lerici > Lido di Camaiore, cronosquadre)
2ª tappa Tour de France (Berlino, cronosquadre)
2ª tappa Tour de France (Bron > Chassieu, cronosquadre)
3ª tappa Tour de France (Calais > Eurotunnel, cronosquadre)
1982: 40º
1983: 37º
1984: ritirato
1985: 54º
1986: 35º
1987: 43º
1988: ritirato
1989: ritirato
1991: ritirato
1992: 105º
1993: 66º
1985: ritirato
1986: ritirato
1987: 111º
1990: 80º
1991: 112º
1992: ritirato
1993: 105º
1994: 108º
1995: 112º

Classiche monumento

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1984: 42º
1985: 57º
1993: 9º
1994: 65º
1987: 14º
1990: 43º
1992: 4º
1993: 15º
1994: 54º
1995: 31º
1988: 8º
1989: 18º
1990: 14º
1991: 27º
1992: 3º
1994: 6º

Competizioni mondiali

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Palma d'oro al merito tecnico - nastrino per uniforme ordinaria
«Insignito in base all'art. 15 del regolamento (brevetto n. 59)»
— 2016
  1. ^ a b Ciclismo, Davide Cassani-Italia: è finita! L'ex ct lascia la Federazione e rifiuta la proposta di Ciclistisca Servizi, in Eurosport, 11 ottobre 2021. URL consultato il 12 ottobre 2021.
  2. ^ Pier Augusto Stagi, Tour: Rasmussen, cacciato e licenziato per una bugia, in Il Giornale, 27 luglio 2007. URL consultato il 17 maggio 2021.
  3. ^ Bici elettriche, lo Scandalo, su tuttobiciweb.it. URL consultato il 4 gennaio 2015.
  4. ^ Davide Cassani: “Ciclismo? Gioie e drammi si bilanciano e non c’è mai nulla di scontato”, su giocopulito.it. URL consultato il 16 maggio 2021.
  5. ^ Davide Cassani, il luogotenente perfetto diventato commissario tecnico della nazionale, su sport660.wordpress.com. URL consultato il 17 maggio 2021.
  6. ^ CONSIGLIO FEDERALE: Le decisioni prese nella prima riunione del 2014, in Federazione Ciclistica Italiana, 5 gennaio 2014. URL consultato il 28 gennaio 2014 (archiviato dall'url originale il 2 febbraio 2014).

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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