Indice
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Inizio
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1 Storia
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2 Nuova sede e sua vendita
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3 Rete e copertura
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4 Clienti (in Italia)
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5 Informazioni societarie
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6 Prodotti
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7 Loghi
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8 Note
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9 Bibliografia
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10 Voci correlate
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11 Altri progetti
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12 Collegamenti esterni
Utente:MarcovalerioLoi/Sandbox2
Tiscali Italia | |
---|---|
Sede aziendale nel Campus Tiscali di Sa Illetta, Cagliari | |
Stato | Italia |
Forma societaria | Società per azioni |
Borse valori | Borsa Italiana: TIS |
Fondazione | 1999 a Cagliari |
Sede principale | Cagliari |
Persone chiave | Renato Soru, AD |
Settore | telecomunicazioni |
Prodotti | |
Fatturato | 172,8 milioni di €[1] (2018) |
Utile netto | 83,2 milioni di € [1] (2018) |
Dipendenti | 642 (2018) |
Slogan | «OnLife» |
Tiscali è una società di telecomunicazioni italiana.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Gestione Renato Soru 1998-2004
[modifica | modifica wikitesto]Tiscali è stata fondata nel gennaio 1998 a Cagliari da Renato Soru, in seguito alla deregolamentazione del mercato telefonico italiano. L'azienda deve il suo nome all'omonimo monte sardo, in cui sono presenti i resti di un villaggio nuragico risalente al VI-IV secolo a.C.
Dal marzo 1999 (da giugno in tutta Italia) Tiscali ha offerto l'accesso gratuito a Internet, denominato Tiscali Free Net[2], spingendo da quel momento tutti i provider italiani ad abrogare l'abbonamento fisso di circa 200 000 Lire l'anno, contribuendo quindi alla diffusione di massa in Italia della rete Internet.
Nel 1999, l'azienda venne quotata sulla Borsa Italiana; dal 2001 fino al 2003 le azioni erano negoziabili anche sulla borsa francese.
Tiscali è stata la prima in Italia a lanciare il servizio di preselezione dell'operatore, e a offrire le telefonate gratuite via internet, grazie al software "Voispring", poi diventato "NetPhone", anche in questo caso non si trattava comunque di chiamate veramente gratuite in quanto il cliente poteva usufruire di questi servizi solo attraverso una connessione a Tiscali grazie alla quale Tiscali riceveva da Telecom Italia una cifra molto vicina a quella spesa per effettuare le cosiddette chiamate "gratuite" ai numeri fissi italiani.
Durante la "Bolla Internet" dell'anno 2000 le quotazioni di Tiscali in borsa salirono in modo vertiginoso e permisero alla società di effettuare numerose acquisizioni "contro carta", offrendo cioè azioni della ditta per acquistare gli asset delle imprese acquisite. Dal 1999 al 2003 Tiscali acquistò numerose aziende europee: le operazioni più grandi furono le acquisizioni di Liberty Surf in Francia e di World Online nei Paesi Bassi. La strategia era quella di costituire un "provider pan-europeo" in modo da diventare un'alternativa continentale alle ex aziende di comunicazioni.
Gestione Ruud Huisman 2004-2005
[modifica | modifica wikitesto]Il 12-13 giugno 2004 si tengono le elezioni per la scelta del presidente della Regione Sardegna e Renato Soru viene eletto. Il 23 settembre 2004 presenta le dimissioni come presidente e come amministratore delegato di Tiscali e sceglie il manager olandese Ruud Huisman come nuovo amministratore delegato (A.D. dal 13 maggio 2004).
Questo evento ha segnato uno spartiacque nella strategia aziendale, che cambiò radicalmente: Tiscali ha venduto quasi tutte le sue controllate estere per focalizzarsi solo sui mercati in cui è molto forte come base-clienti per poter competere con le maggiori società di quei mercati. L'azienda si è focalizzata quindi solo in Italia e Gran Bretagna.
Gestione Tommaso Pompei 2006-2008
[modifica | modifica wikitesto]L'11 gennaio 2006 Tommaso Pompei è nominato A.D. di Tiscali. Nel 2007 sono tornate le acquisizioni con l'acquisto dell'operatore britannico Pipex (Tiscali diviene così il quarto provider internet del Regno Unito) e Homechoice che le permette di entrare nel mercato della IPTV.
Tiscali disponeva di una rete proprietaria in fibra ottica paneuropea (ovvero che attraversa molti nodi del continente europeo) e di una rete di accesso che copre numerose centrali telefoniche (ULL).
Piano industriale 2008-2012
[modifica | modifica wikitesto]Nel novembre 2007 Pompei ha presentato il piano industriale 2008-2012.
Aumento di capitale 2008: 150 milioni di euro
[modifica | modifica wikitesto]Nel gennaio 2008, Tiscali avvia un aumento di capitale. Deliberato dal Consiglio di Amministrazione prevede l'emissione di 149.792.880 azioni ordinarie del valore nominale di 0,50 euro ciascuna e godimento regolare da offrire in opzione agli azionisti, in ragione di 6 nuove azioni ordinarie ogni 17 azioni possedute, al prezzo di 1 euro ciascuna, per un controvalore complessivo di Euro 149.792.880. La ricapitalizzazione avrà effetto da lunedì 14 gennaio fino al 25 gennaio 2008. Il capitale sociale di Tiscali passa da 466.752.605 azioni ordinarie a 616.545.485 azioni ordinarie.
Gestione Mario Rosso 2008-2009
[modifica | modifica wikitesto]Nel febbraio 2008 Tommaso Pompei (pur rimanendo in azienda) dà le dimissioni e passa il timone al nuovo amministratore delegato Mario Rosso.
Il 6 marzo 2009 un comunicato di Tiscali riguardo alla situazione debitoria crea un forte ribasso delle azioni ma martedì 10 marzo, raggiunto l'accordo con gli istituti di credito, il titolo Tiscali recupera la perdita della seduta precedente.
Il 19 marzo 2009 Renato Soru (dopo la sconfitta alle elezioni regionali) rientra nel consiglio d'amministrazione dell'azienda da lui fondata.
Il 23 marzo 2009 Tiscali lancia Tiscali Mobile.
L'8 maggio 2009 viene annunciata la vendita di Tiscali UK (che produceva il 69% dei ricavi del gruppo Tiscali). In giugno 2009 Tiscali UK è stata venduta a The Carphone Warehouse che poi ha fatto confluire le attività in TalkTalk. Tiscali praticamente è un ISP solo italiano. Tiscali annuncia un nuovo aumento di capitale di 210 milioni di euro.
Gestione Renato Soru 2009-2015
[modifica | modifica wikitesto]Il 13 maggio 2009 un comunicato Tiscali afferma: "Mario Rosso si è dimesso da presidente e amministratore delegato di Tiscali Italia e il suo posto verrà preso da Renato Soru." In realtà Mario Rosso rimarrà presidente temporaneamente e amministratore delegato e Soru entrerà nel CdA di Tiscali.
Nell'agosto 2009 Tiscali è entrata nella black list (aziende che devono fornire al mercato un'informazione con cadenza mensile sulla propria situazione aziendale e finanziaria) della Consob.
Il 14 settembre 2009 è avvenuto il raggruppamento delle azioni 10:1; il capitale sociale passa da 616.545.485 azioni ordinarie di Tiscali S.p.A. in 61.654.548 nuove azioni ordinarie.
Aumento di capitale 2009: 180 milioni di euro
[modifica | modifica wikitesto]Nell'ottobre 2009 Tiscali avvia un aumento di capitale da circa 180 milioni di euro. Ogni 22 azioni possedute, si avrà la possibilità di acquistare 643 nuove azioni al prezzo di 0,10 Euro l'una; ad ogni nuova azione, inoltre, è abbinato un warrant (denominato “warrant Tiscali SpA 2009/2014”), che darà diritto di sottoscrivere una nuova azione Tiscali ogni 20 warrant esercitati, a un prezzo di 0,80 euro per ogni azione. Dopo l'aumento di capitale, il capitale sociale sarà composto da 1.861.473.919 azioni. Soru convertirà 30,8 milioni di crediti (da parte di Andalas) in capitale, e scenderà dal 20 al 17,7%.
L'11 febbraio 2010, la capitalizzazione di Tiscali è di circa 290 milioni di euro.
2009-2013
[modifica | modifica wikitesto]Il 12 ottobre 2009 Tiscali ha presentato il piano industriale 2009-2013[3].
Il 2010 doveva essere un anno di risanamento e di rilancio per Tiscali invece è stato un anno difficilissimo. Le azioni Tiscali hanno chiuso a circa 8 centesimi l'una e, con una perdita del 51,68%, si sono rivelate tra le peggiori azioni della borsa italiana.
Il 2011 è stato un anno privo di grandi avvenimenti per Tiscali ma ha segnato un ulteriore peggioramento: l'EBITDA è peggiorato e sono diminuiti gli utenti ADSL e gli utenti voce. Il 14 agosto 2011 Soru in una intervista dichiara: "La nuova Tiscali non peggiora, migliora. Segue il business plan e dimostra di potercela fare".[4] Nel 2011 il risultato netto di gruppo è negativo per 38,1 milioni di euro.
Nel luglio 2012 le azioni Tiscali hanno raggiunto il minimo storico per una capitalizzazione totale di circa 48 milioni di euro. Nel settembre 2012 Soru dichiara nel suo profilo Facebook: "Tiscali è tutto fuorché una scatola vuota. Paga puntualmente lo stipendio a circa mille persone, ha generato e genera un importante indotto, genera cassa, un margine operativo positivo per circa 60 milioni su base annua, e pur nella crisi generale mostra un nettissimo miglioramento rispetto al passato. Ha saputo focalizzarsi e investire in ricerca e innovazione, e ha appena presentato, o sta per presentare, almeno tre nuovi prodotti Internet su cui fondare il proprio rilancio e la propria presenza anche nei mercati esteri."[5]
Il 19 marzo 2013 viene lanciato istella, il motore di ricerca realizzato da Tiscali e dai fondatori di Arianna in collaborazione con l'Università degli Studi di Pisa e il Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Il 1º settembre l'azienda è diventata partner di Katamail, facendola diventare Tiscali:Katamail.
Da dicembre 2015 Tiscali offre la VDSL2 con profilo 100/20 Mb/s in più di 120 città italiane; la copertura sarà gradualmente estesa nei successivi mesi.
Fusione con il Gruppo Aria e rebranding
[modifica | modifica wikitesto]Il 23 dicembre 2015 si completa la fusione per incorporazione di Aria, azienda italiana attiva nelle telecomunicazioni con tecnologia WiMAX,[6] la fusione viene perfezionata a febbraio 2016 con l'acquisizione della licenza da 40 MHz di Aria su frequenza 3,5 GHz “technology neutral” e la rete di accesso proprietaria Fixed Wireless. Aggregando gli asset di Aria, Tiscali acquisisce una infrastruttura di rete End-to-End proprietaria (rete di trasporto + rete di accesso). Tramite questa infrastruttura di rete proprietaria, Tiscali potrà fornire servizi UltraBroadBand Fixed Wireless LTE. Per effetto della fusione Riccardo Ruggiero assume la carica di amministratore delegato del Gruppo, mentre Renato Soru ne diventa presidente, carica da cui si dimette ad aprile dello stesso anno mantenendo il suo ruolo di azionista.
Da giugno 2016 diventa il principale fornitore di connettività alla pubblica amministrazione italiana, essendosi aggiudicata la gara Consip del sistema pubblico di connettività, insieme a BT Italia e Vodafone Italia.[7][8]
Il 22 settembre 2016, con un comunicato stampa, Tiscali annuncia di aver firmato con Huawei un contratto pluriennale di fornitura di apparati di rete per realizzare nel corso dei prossimi tre anni, a cominciare dal terzo trimestre 2016, una rete di accesso proprietaria a banda ultralarga basata su tecnologia LTE TDD, con una attenzione particolare nelle aree soggette al cosiddetto divario digitale.[9]
In dicembre 2016 stipula un contratto con Fastweb cedendo il ramo d'azienda Tiscali Business, che include i clienti top e il sistema pubblico di connettività aggiudicato in giugno da Consip, ottenendo l'accesso alla rete in fibra di Fastweb ai propri clienti privati domestici e LTE.[10]
Tiscali in seguito alla fusione con ARIA Spa e l'investimento di 15 milioni di euro, avvia un piano per incrementare di altri cinquecento il numero esistente di un centinaio di antenne LTE TDD, volto a fornire connessioni a internet con velocità teorica di download fino a 200 Mb/s tramite tecnologia LTE TDD solo per abitazioni.[11]
Il 9 marzo 2017 Tiscali lancia il nuovo logo ufficiale, che si diversifica dal precedente sia per i colori scelti che per il carattere. Allo stesso tempo vengono comunicati i nuovi accordi con Enel Open Fiber e con Fastweb per portare la fibra a casa dei propri clienti nelle zone metropolitane[12].
Nel giugno 2018 Alex Kossuta è nominato CEO del gruppo.[13] Pochi mesi più tardi, il 16 novembre 2018, la società decide di vendere la licenza detenuta da Aria per 40 MHz nella banda 3,5 GHz e il ramo di azienda Fixed Wireless Access di Tiscali stessa a Fastweb per una somma totale di 198 milioni di euro, comprensivi di un accordo wholesale e di un saldo di una parte del debito verso fornitori. La plusvalenza ha effetti postivi sull'utile 2018 che chiude a 83,2 milioni (appena 0,8 milioni nel 2017)[14] mentre i ricavi diminuiscono a 172,8 milioni (flessione del 16%) e il margine operativo scenda da 29,1 milioni a 20,5.[1]
In seguito all'accordo, la società ha reso noto il nuovo piano industriale 2018-2021 che garantisce, nell'orizzonte temporale dei prossimi 12 mesi, l'equilibrio patrimoniale e finanziario attraverso una complessa operazione di riorganizzazione societaria.[15]
Il ritorno di Soru
[modifica | modifica wikitesto]Nel maggio 2019 Amsicora acquisisce il 22% del capitale, cedutogli da Ict Holding, e Renato Soru torna presidente e amministratore delegato. [16].
Sempre nel maggio 2019 opera una partnership con Open Fiber per la diffusione in Italia dei servizi ultrabroadband in modalità Fiber To The Home (FTTH), la rete in fibra ottica che arriva direttamente nelle abitazioni e negli uffici e che Open Fiber sta realizzando sull’intero territorio nazionale [17].
Nuova sede e sua vendita
[modifica | modifica wikitesto]Nel 2003 Tiscali trasferì la sua sede al Campus Tiscali, località "Sa Illetta" alle porte della città di Cagliari.
Nel febbraio 2007 è stata concretizzata dalla controllata Tiscali Italia S.p.A, la vendita, con contestuale locazione finanziaria di ritorno, per l'importo di 60 milioni di euro al netto delle imposte, della sede cagliaritana nella località "Sa Illetta" denominata "Tiscali Campus".[18]
Rete e copertura
[modifica | modifica wikitesto]Rete mobile
[modifica | modifica wikitesto]Tiscali Mobile opera al 100% sotto rete mobile 2G/3G/HSDPA+ ( max 42,2 Mb/s in download ) di TIM.
Rete fissa
[modifica | modifica wikitesto]- 686 siti in ULL (pari al 40% della popolazione);
- 182 comuni raggiunti da FTTC VULA 100/20 Mb/s (sotto rete wholesale TIM);
- 48 comuni raggiunti da FTTH VULA 1000/100 Mb/s (sotto rete wholesale TIM).
- Cagliari, Perugia, Milano, Bologna e Torino raggiunti da FTTH 1000/300 Mb/s (sotto rete wholesale Open Fiber).
Clienti (in Italia)
[modifica | modifica wikitesto]Telefonia mobile
[modifica | modifica wikitesto]250.780 linee mobili (su rete mobile TIM - virtuale MVNO) (2018)
Telefonia fissa
[modifica | modifica wikitesto]666.210 linee fisse totali
542.800 linee a banda larga ADSL e Fibra
Nel maggio 2015 Tiscali risulta primo tra gli aggiudicatari della gara Consip per il Sistema pubblico di connettività (SPC), ovvero il sistema di connessione internet e intranet della pubblica amministrazione italiana.[19]
Informazioni societarie
[modifica | modifica wikitesto]Numero di dipendenti
[modifica | modifica wikitesto]Il numero dei dipendenti al 31 dicembre 2018 è di 642.
Indebitamento netto
[modifica | modifica wikitesto]- A seguito dell'aumento di capitale 2009, l'indebitamento netto è passato da 419,3 milioni di euro (30 settembre 2009) a 264,21 (31 ottobre 2009).[20][21]
- Al 31 dicembre 2009 la posizione finanziaria netta è negativa per 211,2 milioni di euro.
- Al 31 dicembre 2014 la posizione finanziaria netta è negativa per 192,6 milioni di euro.
- Al 31 dicembre 2015 la posizione finanziaria netta è negativa per 165,6 milioni di euro.
- Al 31 dicembre 2016 la posizione finanziaria netta è negativa per 186,118 milioni di euro.
- Al 31 ottobre 2018 la posizione finanziaria netta è negativa per 175,117 milioni di euro.
In ottemperanza alla richiesta della Consob, ai sensi dell’articolo 114 comma 5 del Decreto Legislativo N. 58/98, Tiscali rilascia ogni mese le informazioni relative alla posizione finanziaria netta del Gruppo, con separazione tra componenti a breve e componenti a medio o lungo termine.
Capitale sociale
[modifica | modifica wikitesto]Al 26 giugno 2018 il capitale sociale di Tiscali è pari a euro 43.065.376,20 e composto da 3.981.880.763 azioni ordinarie prive di valore nominale.[22]
Valore delle azioni
[modifica | modifica wikitesto]Tiscali è entrata in borsa nell'ottobre 1999, al prezzo di 46 euro per azione. A marzo 2000 fu segnato il picco di 1197 euro per un'azione. Nell'aprile 2000 c'è stato uno stock split 10:1 (il possessore di 1 azione si è trovato con 10 nuove azioni)[23]. Il primo dicembre 2005 hanno raggiunto il valore di 1,723 euro, attingendo il massimo dei 5 anni precedenti. Il 14 settembre 2009 è avvenuto il raggruppamento 10:1 (con annullamento, quindi, del frazionamento azionario del 2000). Il 23 luglio 2012 le azioni hanno raggiunto il minimo storico di 0,026 euro per azione (per una capitalizzazione totale di 48,398 milioni di euro).
Il 25 ottobre 2018 la società, mostrando evidenti segnali di debolezza nella competizione in un mercato molto dinamico quale quello delle TLC, tocca il suo valore azionario più basso di sempre. Le azioni infatti sono scambiate dagli investitori per 0,0087 euro: meno di un centesimo l’una.
Al 18 dicembre 2018 le azioni di Tiscali hanno chiuso a Piazza Affari con un valore di 0,0146.[24]
Dividendi
[modifica | modifica wikitesto]Le azioni Tiscali non hanno mai distribuito dividendi.
Azionariato
[modifica | modifica wikitesto]Gli azionisti di Tiscali SpA sono:
- Amsicora srl 22,1%
- Renato Soru 7,9%
aggiornamento al 25 luglio 2019.[25]
Consiglio di amministrazione
[modifica | modifica wikitesto]Attualmente il CdA è composto da:
- Renato Soru
- Riccardo Ruggiero
- Alexander Okun
- Konstantin Yanakov
- Nikolay Katorzhnov
- Paola De Martini (consigliere indipendente)
- Anna Belova (consigliere indipendente)
- Franco Grimaldi (consigliere indipendente)
- Alice Soru
Prodotti
[modifica | modifica wikitesto]- Banda larga, sia flat che a consumo.
- Linee VOIP.
- Telefonia mobile, Tiscali, nel luglio 2007, ha raggiunto un accordo con Telecom Italia per diventare operatore mobile virtuale e il 23 marzo 2009 ha lanciato Tiscali Mobile.
- Portale web: Tiscali.it è un portale italiano, presente anche in Gran Bretagna, in Germania e in Repubblica Ceca.
- VAS (Servizi a Valore Aggiunto): vendita musica online o abbonamento mensile con ascolto illimitato di un milione circa di brani musicali, ecc.
- Business (servizi per le aziende): connettività ADSL e HDSL, hosting, VoIP e telefonia dedicate alle aziende.
- IPTV, dall'11 dicembre 2007 al 31 dicembre 2008[26] Tiscali ha offerto in Italia Tiscali TV. In Gran Bretagna un servizio simile (Homechoice) è nato nel marzo 2007 ed è attualmente ancora attivo.
- Indoona è stata una piattaforma di messaggistica istantanea e per smartphone e web. Nata nel 2009 con il nome di wiPhone, nel 2011 ha preso il nome Indoona (dal sardo in d'una, tutto in una). Era una piattaforma aperta nata per far comunicare le persone, il web, gli oggetti e i servizi intelligenti tra di loro, direttamente dalla rubrica contatti del proprio telefono. Su indoona era possibile usufruire delle tradizionali funzionalità di messaggistica e VoiP disponibili sul mercato ma anche dialogare in più lingue con i propri contatti, leggere i post dei propri blogger preferiti, ricevere aggiornamenti dal proprio comune, interagire con i propri dispositivi connessi in rete e tanto altro ancora, tutto attraverso la chat. Nella sezione “Applicazioni” era possibile trovare sempre le ultime app collegate oppure - nel caso di aziende o sviluppatori - collegarne di nuove. Su indoona, come su una tradizionale chat, era possibile scambiarsi messaggi di testo e vocali creare gruppi e condividere file audio, immagini, musica, mappe, sticker, emoji e altri tipi di file. Gli utenti indoona di tutto il mondo potevano inoltre chiamarsi e videochiamarsi gratis da smartphone o PC, mentre per la telefonia tradizionale i clienti potevano accedere alle tariffe agevolate del servizio indoona out. Indoona era disponibile per iOS, Android e Windows Phone. Il servizio è stato chiuso il 31 agosto 2017[27].
- Open Campus nasce per offrire programmi di accelerazione per startup digitali, spazi di coworking e un ricco calendario di eventi per gli appassionati d'innovazione e creatività.
- Istella (“stella” in alcune varietà di sardo) è un motore di ricerca lanciato il 19 marzo 2013, realizzato da Tiscali e dai fondatori del motore Arianna[28] per volere di Renato Soru, in collaborazione con l'Università degli Studi di Pisa e il Consiglio Nazionale delle Ricerche. L'obiettivo dei suoi sviluppatori non è quello di superare i motori di ricerca esistenti ma fornire all'utente un nuovo mezzo di ricerca soprattutto per ciò che non è indicizzato dagli altri motori. Il sito, infatti, beneficia della associazione con numerosi archivi pubblici e privati, come l'agenzia LaPresse e l'Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani. A differenza di Google, la politica di tutela della privacy di Istella sostiene di non conservare i dati degli utenti e le loro ricerche o indirizzi IP[29][30][31].
Loghi
[modifica | modifica wikitesto]-
Quinto e attuale logo Tiscali in uso dal 2019
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c Tiscali, i conti del 2018 e il piano al 2021, su soldionline.it, 3 aprile 2019. URL consultato il 13 maggio 2019.
- ^ In Rete senza abbonamento Si paga solo la telefonata, su repubblica.it.
- ^ [1]
- ^ Soru: Tiscali crescerà da sola - Il Sole 24 ORE
- ^ Soru: Tiscali è in fase di rilancio | Prima Comunicazione
- ^ Nasce la nuova Tiscali, conclusa la fusione con Aria, su Corcom.it, 23 dicembre 2015. URL consultato il 23 dicembre 2015.
- ^ Copia archiviata, su consip.it. URL consultato il 7 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 22 ottobre 2016). SPC Consip
- ^ http://www.bitmat.it/blog/news/55814/consip-e-agid-sottoscritti-i-contratti-per-la-connettivita-e-aggiudicati-i-primi-due-lotti-della-gara-per-i-servizi-cloud Sottoscritti i contratti SPC
- ^ mvnonews, Tiscali insieme a Huawei per il lancio di una rete LTE proprietaria, su MVNO News, 22 settembre 2016. URL consultato il 9 ottobre 2016.
- ^ http://finanza.lastampa.it/Notizie/0,901011/Fastweb_e_Tiscali_annunciano_un_accordo_strategico.aspx?refresh_ce
- ^ Tiscali: in progetto nuove antenne per la tecnologia LTE-TDD, in Mondo Mobile Web, 21 gennaio 2017. URL consultato il 28 febbraio 2017.
- ^ mvnonews, Tiscali si rifà il look, ecco la nuova Visual Identity e Mission: portare la banda ultralarga ovunque, su MVNO News, 9 marzo 2017. URL consultato il 10 marzo 2017.
- ^ Alex Kossuta, su investors.tiscali.it, giugno 2018. URL consultato il 13 maggio 2019.
- ^ http://investors.tiscali.it/upload/bilanci/01%20-%20Relazione%20Finanziaria%20Annuale%20al%2031%2012%2017.pdf
- ^ Tiscali, nel primo semestre utile netto di 3,3 milioni - MilanoFinanza.it, su www.milanofinanza.it. URL consultato il 18 dicembre 2018.
- ^ Corriere comunicazioni
- ^ La Notizia
- ^ ADUC - Notizia - ITALIA - Tiscali vende la sede di Cagliari e incassa 60 milioni di euro
- ^ Copia archiviata, su consip.it. URL consultato il 21 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 21 giugno 2015). CONSIP aggiudica nel 2015 la nuova gara SPC.
- ^ [2]
- ^ Black List: sale il debito di Cell Therapeutics, scende quello di Tiscali
- ^ Tiscali - Investor Relations | Azioni, su investors.tiscali.it. URL consultato il 18 dicembre 2018.
- ^ Tiscali, da martedì via al «frazionamento» Ai soci dieci titoli per ogni azione posseduta
- ^ http://borse.quifinanza.it, Quotazioni Storiche Tiscali - Qui Finanza, su QuiFinanza. URL consultato il 18 dicembre 2018.
- ^ consob.it, http://www.consob.it/web/area-pubblica/quotate/documenti/assetti_proprietari/semestre2-2019/186264_Az.html?hkeywords=&docid=13&page=4&hits=230&nav=false&filedate=25/07/2019&sem=/documenti/assetti_proprietari/semestre2-2019/186264_Az.html&link=Pie-chart+Capitale+ordinario=/documenti/assetti/semestre2-2019/186264_TOrdDich.html;+Pie-chart+Capitale+votante=/documenti/assetti/semestre2-2019/186264_TVotDich.html&xsl=assetti.xsl&p_p_id=ConsobPubblicazioni_WAR_consobpubblicazioni_INSTANCE_MX5G5vF1agLh&p_p_state=maximized .
- ^ DVB24 - Tiscali chiude la sua offerta di IPTV Archiviato il 23 febbraio 2018 in Internet Archive.
- ^ indoona, su www.indoona.com. URL consultato il 28 dicembre 2017.
- ^ Rosaria Amato, Istella, la nuova scommessa di Tiscali: arriva il motore di ricerca "social", su repubblica.it, la Repubblica, 19 marzo 2013. URL consultato il 24 marzo 2013.
- ^ Daniele Vulpi, Così Soru racconta istella: "La mia magnifica ossessione", su repubblica.it, la Repubblica, 19 marzo 2013. URL consultato il 24 marzo 2013.
- ^ istella, Istella non memorizza ciò che fai su internet, su istella.it. URL consultato il 24 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 22 marzo 2013).
- ^ istella, Cosa ti stai perdendo finora?, su istella.it. URL consultato il 24 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 22 marzo 2013).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Alfredo Franchini, Tiscali, una storia tutta italiana, Frilli editore, 2012
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]{{FTSE Italia Small Cap}} {{Telefonia fissa italiana}} {{Cagliari}} {{Portale|aziende|telefonia|telematica}} [[Categoria:Compagnie telefoniche italiane]] [[Categoria:Aziende della città metropolitana di Cagliari]] [[Categoria:Internet provider italiani]] [[Categoria:Aziende di gestione della fibra ottica in Italia]] [[Categoria:Aziende informatiche italiane]] [[Categoria:Siti web]] [[Categoria:Motori di ricerca]] [[Categoria:Motori di ricerca italiani]]