Indice
Utente:Kubraucr/Sandbox
Il feudo monastico di Bobbio o feudo monastico di San Colombano di Bobbio fu un territorio molto vasto il cui centro religioso, culturale e politico era l'abbazia di San Colombano di Bobbio, oggi in provincia di Piacenza.
Il suo territorio si estendeva su buona parte delle attuali provincie di Alessandria, Pavia, Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Genova, La Spezia, Massa-Carrara, Lucca e Pisa. Inoltre vi erano feudi sparsi sia come abbazie, priorati o semplici monasteri e celle monastiche isolate in tutta la zona del centro-nord d'Italia.
L'abbazia di Bobbio venne fondata nel 614 dal santo irlandese Colombano, monaco, abate missionario e uomo d'azione che partendo dalla natia Irlanda evangelizzò tutta l'Europa ri-cristianizzandola dopo le invasioni barbariche pagane od ariane, fondando centinaia di abbazie, monasteri o semplici chiese tutte seguenti la sua regola dettata attorno al 591 nell'abbazia di Luxeuil in Francia denominata poi regola dell'Ordine di San Colombano.
Per tutto il Medioevo il monastero di Bobbio fu uno dei più importanti centri monastici d'Europa, celebre per il suo Scriptorium che tra il VII e il IX secolo fu il principale centro di produzione libraria in Italia e uno dei maggiori in Europa.
Nel 1014 Bobbio divenne anche sede vescovile nella persona dell'abate-vescovo-conte Pietroaldo costituendo la Contea di Bobbio.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La donazione longobarda del re Agilulfo e della regina Teodolinda allo stesso san Colombano comprendeva un territorio esteso per quattro miglia attorno al monastero, ma ben presto il possedimento si estese ulteriormente allargandosi in Emilia, Liguria, Piemonte, Lombardia, Veneto e Toscana.
Tra il VII secolo ed il X secolo Bobbio divenne un vero e proprio feudo monastico reale ed imperiale grandissimo ed esteso, non raggruppato su di un unico latifondo, salvo la zona centrale attorno alla città ed alla val Trebbia. Il territorio si estese subito anche all'Oltrepò, alla val Tidone, alla val Curone e alla val d'Aveto in una zona unica e contigua. Ma era anche formato da terreni e piccoli feudi sparsi per tutta l'Italia Settentrionale, dalle coste del mar Ligure al Piemonte e al lago di Como, al lago di Garda, le zone del Ticino e del Po, fino all'Adriatico, con una flotta di imbarcazioni che collegavano Pavia con la Svizzera e per il Po i possedimenti sul Mincio, di Comacchio, Ferrara, Ravenna, Venezia ed Ascoli Piceno, ma anche sul mare con i porti liguri di Moneglia e Porto Venere.
Vi furono possedimenti nel Lodigiano (San Colombano al Lambro e Fombio), nella Val Pellice (Bobbio Pellice), in Valsassina (Piani di Bobbio), in Liguria (San Colombano Certenoli), lungo la zona appenninica per la Via degli Abati (precorritrice dell'antica Via Francigena) da Bobbio passando per Bardi, Borgo Val di Taro, la Cisa e Pontremoli, in Lunigiana, nella Val Fontanabuona, nella Val di Vara e la Magra ed in Garfagnana, ecc.
Il feudo godette della protezione imperiale e papale e l'abate era nullius dioeceseos (Abbazia territoriale) e dal 643 l'abate ebbe anche la carica di Abate mitrato. Dalle incursioni saracene venne difeso anche dagli Obertenghi.
I monaci avevano eretto numerosi monasteri, sia secondo la regola colombaniana sia secondo quella benedettina: vi coltivavano le terre in modo intensivo, impiantando vigneti, oliveti e castagneti e costruendo mulini; inoltre vi erano numerosi allevamenti specialmente di pecore per l'utilizzarne la pergamena per gli scriptoria della stessa Bobbio e dei vari altri monasteri.
I monasteri sparsi dalla Spagna fino alla Germania, in Irlanda ed in Inghilterra erano collegati tra di loro da numerose strade che erano percorse dai pellegrini oltre che dai monaci. Verso il IX secolo, come per tutti i monasteri europei di ogni ordine, accolse la riforma benedettina di Benedetto d'Aniane.
Nel IX e X secolo sul territorio furono anche edificati numerosi castelli e fortificazioni varie a protezione dei borghi e dei luoghi religiosi, specialmente in difesa dalle incursioni saracene.
L'abate Agilulfo iniziò la costruzione nell'883 del nuovo monastero dedicato a San Colombano.
Nella metà del X secolo iniziò la prima decadenza anche per l'affievolirsi della protezione imperiale e papale e molti feudi passarono direttamente agli Obertenghi e poi ai vari rami famigliari come i Malaspina nel 1164, ma anche le vicine diocesi vescovili divenute potenti via via si impossessarono del territorio. Anche perché il potere degli abati si era affievolito ed in molte zone i religiosi e quindi anche i monaci dovevano obbedienza primaria ai locali vescovi.
Sarà l'abate Gerberto, divenuto papa Silvestro II a risolvere le attribuzioni territoriali e sul titolo di conte di cui i predecessori hanno ritenuto effigiarsi dall'846 su di un diploma imperiale ritenuto da molti un falso storico. Infatti ottenne dall'imperatore Ottone III la conferma di tutti i privilegi passati con la conferma del comitato bobbiese all'abate Pietroaldo.
La situazione di decadenza anche cittadina venne superata con la creazione a partire dal febbraio 1014 della diocesi di Bobbio sotto la carica dell'abate-vescovo-conte Pietroaldo, che diverrà contea vescovile prendendo buona parte del territorio abbaziale con restituzioni parziali e donazioni da parte delle vicine diocesi. Con la successiva separazione delle cariche di abate e vescovo e delimitazione dei rispettivi territori si parlerà esclusivamente di contea vescovile di Bobbio. Dopo il 1200 l'abate di Bobbio sarà sottoposto all'autorità del vescovo locale.
La Contea di Bobbio con varie vicissitudini durerà fino al 1743 con il passaggio al Regno di Sardegna e la creazione della Provincia di Bobbio. Invece la Diocesi di Bobbio rimarrà autonoma fino al 1986-89 con le aggregazioni prima sotto Genova e poi sotto Piacenza.
Sviluppo monastico del territorio
[modifica | modifica wikitesto]L'abbazia di Bobbio fu un attivissimo centro di evangelizzazione e di rinascita agricola sotto la protezione reale ed imperiale, e del Papa. Diede le basi e l'impulso per lo sviluppo dell'agricoltura in modo intensivo con il recupero di aree incolte o abbandonate, le bonifiche, le canalizzazioni per scopo irriguo e di drenaggio, acquedotti e migliorie con l'introduzione di innovazioni agricole, agronomiche e le rotazioni agricole, con il recupero di campi ed orti e la diffusione di vigneti, castagneti, oliveti, noceti, piante da frutto, selvicoltura, strumenti agricoli e di aratura, mulini, fratoi, ecc. I monaci diedero, inoltre, un notevole apporto alimentare grazie agli allevamenti ed alla conservazione degli alimenti, proteine e grassi, come olio, burro, formaggi, salumi, grazie a sale e spezie; introdussero il nuovo tipo di vinificazione per il vino a fermentazione alcolica in botti di legno inuso presso i celti e galli. Inoltre si adoperarono per la riapertura delle vie di comunicazione e commerciali e delle vie del sale ed il commercio lungo la pianura e verso la marittima con conscambi di merci varie come olio, sale, spezie, legname, cereali, ortaggi, formaggi, carni, pesce, vino, ecc.
I monaci colombaniani di Bobbio nel territorio di loro competenza ma anche nel resto del nord Italia e d'Europa evangelizzarono i popoli insegnando a pregare a dissodare la terra aprendo orti nelle sterpaglie, e nelle selve anche spazi terrazzati per la coltura del castagno, dell'olivo, della vite, degli alberi da frutto, del grano e degli ortaggi.
Dove un tempo vi era la selva, la roccia, lo strapiombo dei dirupi, nascono presso fiumi e fonti le tende, le case, il villaggio, il borgo. la città, la civiltà. Nascono le edicole, le cappelle, le chiese, i monasteri e le monumentali abbazie. L'abbazia ed i monasteri, per i vari feudi e proprietà terriere, effettuavano contratti agrari sia di livello (i livellari erano una via di mezzo fra feudatari-fattori non monaci, esperti, che gestivano le terre del monastero dietro pagamento di un fitto) che di enfiteusi (con pagamento di un canone annuo e dopo un certo numero di anni alla possibilità di riscatto per affrancatura diventandone proprietario).
Il monastero dilata i suoi spazi fino a diventare rifugio e asilo per i poveri, i pellegrini, ospedale per ammalati ed infermi, grazie all'uso della medicina e della farmacopea e nelle zone con sorgenti termali lo sfruttamento delle acque termali, specie le sulfuree, a scopi antisettici e curativi mediante inalazioni e bagni.
L'abbazia di Bobbio favorisce ed accoglie la cultura ed il sapere grazie al suo scriptorium, la ricchissima biblioteca e le scuole aperte a tutti, e fino alla nascita delle moderne università, essa sarà il maggior centro di sapere universitario italiano e d'Europa. I monasteri colombaniani con le loro biblioteche, saranno cenacoli di studio e di incontri culturali. Alla luce del vangelo e del camminare insieme nasce la comunità cristiana e più tardi la parrocchia.
Abbazie, monasteri, chiese e celle monastiche
[modifica | modifica wikitesto]Oltre che all'abbazia di San Colombano di Bobbio, abbazia matrice in Italia, vi erano numerosi insediamenti monastici, che possiamo suddividere in abbazie autonome, priorati autonomi con un monastero centrale, priorie ed altri monasteri dipendenti con celle monastiche, monasteri e chiese con celle monastiche (curtis,domuscultae, sortes, pievi, xenodochia, mulini, frantoi e feudi agricoli) contigue o isolate dipendenti sempre da Bobbio.[1][2]
Feudo compatto attorno a Bobbio
[modifica | modifica wikitesto]Centrale vi era l'abbazia di San Colombano di Bobbio con numerosisimi possedimenti sia nei paesi che nelle valli.[3][4][5]
Nel Bobbiese
[modifica | modifica wikitesto]Il territorio di Bobbio descritto nel diploma di Ottone I del 30 luglio 972 comprende oltre Bobbio gli odierni comuni di Coli, Corte Brugnatella e Brallo di Pregola, e le adiacenze nei comuni di Santa Margherita di Staffora, Varzi, Menconico, Zavattarello, Romagnese, Colli Verdi, Alta Val Tidone, Piozzano, Travo, Bettola, Farini, Ferriere:
- Bobbio, Abbazia di San Colombano, Lagobisione, C.na Uccellone, Degara (Dagadana o Dagarari), Mezzano Scotti ed il Monastero di S.Paolo, Dorba (Rivo Turbio), Cadonica (Torre e mulino), Zucconi, Embrisi-Embrici (Eblene), Brodo e Pietra Parcellara, Ajguera, Area o Areglia (Arelia o Arellia) e Poggio Area, Dego, Barberino (cella o castrum Barbarino), Cognolo, Dorbida (Durbola), Santa Maria del Penice, Passo del Penice, Santa Maria (Corte di Cerreto (Cerretum o Cerexia) ed Oracolo di S. Maria di Cerreto in Xarto e Oracolo di S. Bartolomeo di Xarto), Scale, Campore (Xartello), Cogni, Vaccarezza (Vacaritia), Campolungo (Campolongo), Groppo (Petra Pedana e ospitale di Castro Pedano) di Pradegna e Pianelli, Malosso, Boschini, Castellina, Valle e la sua scabia (pendio aspro - Valle - Scarunia de infra Valle), Brugnoni, Piro Ciricio o Porcerin, Ponte, Ca', Ceci (Zeute o Zeuze o Ceuce), Avegni o Vegni (Venni o Vegnistria), Dezza (Decia), San Cristoforo (oracolo di S. Giacomo di Viulio o Vigulio e chiesa di S. Cristoforo d'Uguglio), Valle del Carlone (castagneti e mulini dal Monte Alberto alla Valle di Bardonetto), Colletta di Gazzolo e Caldarola, Moglia (Solia), Cerreta (o Ca Serrea), Cavanna, Riva e Pian dei Castelli, San Martino (oracolo), S.Salvatore (oracolo) e Brayda Giocharella, Telecchio (Trecci), Cassolo, Callegari, Bertuzzi, Cavarelli, Freddezza, Casale S.Ambrogio di Pian ca' sale (oracolo) e Piancasale, Fognano, Arelli (Ureli)
- Coli (Caulo) con l'Eremo della Spelonca di S.Michele, S. Agostino, Rosso o Rossopiana, Barche, Costiere, Porcile-S. Cecilia (Porcili), Peli, Barberino (Barbarino), Pradella (mansus de Pradelle), Roncaiolo (Runco), Scabiazza (Scarunia de super Trivia - Oracolo di S. Anastasio), Gavi (Gave), Caminata Boselli, Costa Caminata, Forno di Sotto e Forno di Sopra (Furnum), Macerato, Aglio (Alium o Allium)
- Corte Brugnatella, Carana, Rossarola (Rossarolia), Brugnello e Borcarezza (Porcaritia), Marsaglia vecchia, Poggio Villeri e Villeri (Vilaura), Montarsolo, Pieve di Montarsolo (Pieve di S. Giacomo o oracolo), Codogno (sorte attorno al rio Codogno - Codonio), Lago, Castelletto o Castel del Lago, Confiente (Conflenti), Casaldrino (Casale Rodolino), Sanguineto, Ozzola, Metteglia (Metellia)
- Brallo di Pregola, Alta Val Staffora-Val Trebbia pavese-Avagnone, Pregola (Predalia, Petra Glova, Petra Grova, Petra Groam, Petra Groa e Corte della Chiesa di S. Agata), Barostro, Campo del Prete o Casa del Campo, Corbesassi (Corbezassi o Curbesassi) e Chiesa di San Colombano e San Marziano, Someglio, Ponti, Pratolungo (Pradolongo), Lama e Valle (le due Lame - Scarunia de Lame e Scaronia intra), Colleri ed il Colle di Arpeselle (Alpecella o Alpicella)
Val Trebbia, Aveto e Nure
[modifica | modifica wikitesto]- Val Trebbia, Calendasco (Kalendasco), Monastero di S. Pietro (già della Risurrezione) a Cotrebbia Vecchia (Caput Trebiae) e Terre Sancti Martini, Gragnano Trebbiense, Campremoldo, Casaliggio (Casaliglum o Casaliglo), Gossolengo (Gondolenci o Godolenci), Rivergaro, corte di Ancarano (Ancarianum), Rallio di Montechiaro, Val Luretta, Gazzola, Momeliano (Mameliano), Casale (Chiesa di San Colombano - scomparsa), Croara (Corvara o Coruara), Lisignano (Licinianus), Rezzanello (Regiano), Rivalta (Ripa Alta), Agazzano (Aricazano), Sarturano (corte di San Paolo di Sarturiano), Sarturianello e Castano, Verdeto, Piozzano, Poviago, Case Colombani e Monte Colombano, San Gabriele, Pomaro (Vicus Pomarius), Montecanino (Canianum), Torresano, Travo (corte di Travano o Travanum o Trevano), Statto, Caverzago (Cabardiacum), Prescigliera (Pietra Parcellara) e Donceto, S.Anna (ant. S.Michele) della Perduca, S. Andrea, S. Maria, Signano, Fellino (Figlini), Azzano, Fiorano-Pigazzano, Mezzanello, Bobbiano (Bubiano), Coni di Rallio, Denavolo, Chiosi, Stazzano-Quadrelli, Scarniago (Cerniago), Cernusca (Cerniaco), Viserano (Vixirano)
- Alta Val Trebbia: Cerignale (Cerinialis o Cerignalis), Carisasca (Carisaschae), Ponte Organasco (S. Maria Magdalena pontis Organaschae), Oneto (Castrum de Oneto), Cariseto (Carexeto), Selva (Selvarezza), Rovereto e Monte Veri verso il Cifalco, Ottone (chiesa di San Bartolomeo), Ottone le la sua scabia (pendio aspro) (Autoni - Scarunia de Autoni), Ottone Soprano (Chiesa di San Colombano), Fabbrica, Fabricula, Croce, Losso, S.Agostino, Traschio, Ca', Rettagliata, Frassi, Gramizzola e Toveraia (Tebolaria), Orezzoli ed i xenodochia e ospitali dei Monti Dego e Oramara (Alpe Longa) passo del Cifalco verso la Scoffera di Torriglia, Moglia, Santa Maria e Cà Fredda, Artana (Atroana), Belnome, Bertassi, Bertone, Pizzonero, Bogli, Tartago, Campi, Cattribiasca (Castrum Ca Trebbiasca), Zerba (Herbida-Gerba - Zerbanum) e Gabanum, Cerreto (Cereto), Pej, Samboneto (S. Pietro de Sanguineto), Vesimo (Veximus o Vigesimus) (Chiesa di San Colombano) e la val Boreca
- Alta Val Trebbia genovese: Torriglia (corte di Turrigio o Turricia), Scoffera (Crux ferrea), Abbazia di Santa Maria di Patrania e la Chiesa di Sant'Onorato, Propata, Rondanina, Montebruno, Rusca (terra di Ruscha), Fascia, Fontanigorda (Fontana ingorda), Rovegno (Rovegna o Rovengna), Garbarino (Garbarinus), Loco, Gorreto, Monte Zucchello (Zucchelli)
- Val d'Aveto, Ferriere, corte di San Pietro di Torrio (Turio, Turrio o Turium), Aveto (Auce), Gambaro e Monte Carevolo (in Gambaro et Alpe Carebalo), Ciregna, Castello, Castelcanafurone (Dermona o Cremona o Pescremona), Brugneto, Noce (Nocicla o Nocilia), Casale (Remisso), Salsominore (Salse), Ruffinati (Rio Raffinati), Cattaragna (Caterrecagna), Castagnola, Boschi, Grondone, Cerreto, Cassimorenga, Pomarolo, Centenaro e Granaria, Retorto (Riotorto), Canadello, S. Pietro in Valle di Noceto (Nuceto), Rompeggio, Pertuso, Selva, Casaldonato, Curletti, Alpe Longa, Solaro, Monte Crociglia, Monte Maggiorasca (Monte Moiolasca), Monte Tomarlo (Monte Tomaruli), Monte Chiodo (Monte Cudule)
- Val d'Aveto genovese: Santo Stefano d'Aveto, Alpicella d'Aveto, Campomenoso, Pievetta (Pieve di S. Giovanni de Sexegnae), Cornareto o Cornaleto (Cornaletum), Amborzasco, Ascona (Scaona), Rezzoaglio (Rusagni), Luco e Cabanne (Capanna Gataria), Agoraie (Lacoraria), Alpepiana (S.Petri de Alpepiana), Brignole (Brugnole), Canale, Insula, Vicomezzano, Vicosoprano, Cerisola (Ceresola o Cerexola), Parazzuolo, Priosa (Pelosa o Perosa) e Salto o Villa Salto (Xalto o Sarto), Casaleggio, Villa Sbarbaro, Villacella-Pietramartina e il monastero di Pietra Martina, Isola Rotonda, Ventarola
- Val Nure, Podenzano, Verano-Podenzano (Veriano), Zivedo (Gibidis o Gibidi), Ponte dell'Olio, Cassano (Cassiano) con Campo Magiore e Fontana, Zucconi, Monte Santo, Albrona (Brona), Vigolzone, Marano (Mariano) e Carmiano, Chiulano, Mansano, Luzzano, Bettola, Val Perino, corte di Calenzano (Clauziano) e lo xenodochio del Santo Salvatore, Ebbio (Deblo), Missano (Missiano) e Montecicioni, Murlo (Murle o Murlle), Recesio (Recisio o Ricese) e Borgo San Bernardino, pieve di Revigozzo (Rivegocio), Spongiola (Spuniola), Farini, Mareto, Nicelli (Niçelli), Cogno San Savino e Cogno San Bassano, Mulino di Ulmu o di Cogno, Pradovera (Petra Dueria), Valle, Unghia, Predalbora (Petra Bodolasca), Pennula (Propenno), Barsi e Groppallo (Gropallum), Banzolo (xenodochium de Banzollo), Groppazzolo, Boccolo della Noce, Duxio, Sanadogo-Le Moline (C. dei Prenzali sul Sanadogo), Clapeto, Boli, Coletta, Castello, Montereggio (Mons Regis), Croce Lobbia (terre ad Crucem) di Ferriere
Val Tidone
[modifica | modifica wikitesto]- Val Tidone, Castel San Giovanni (Castrum Sancti Johannis de Olubra), Vicobarone (Vico Baroni cum prato Agiulfi) e la Chiesa di San Colombano, e Mascandola (Marescando) di Ziano Piacentino, Castelnuovo (Castello Novo) di Borgonovo Val Tidone, Arcello (Argele), Azzano, Casanova (Casa Nova), Gabbiano (Cabiano), Rocca Pulzana, Monte Altone o Aldone Pianello Val Tidone (Chiesa di San Maurizio e San Colombano), Alta Val Tidone, Pieve Stadera (Chiesa di San Colombano di Monterosso - scomparsa), Trebecco, Salenso e Campaniola-Trevozzo di Nibbiano, San Sinforiano (Sanctum Simphorianum), Genepreto, Caminata, Lazzarello, Costalta, Morasco, Caselle o Casella (corte), Montemartino, Marzonago (Marciago), Caprile (Capro), Busseto (Buzeto), Corneto, Sevizzano, Praticchia (o Petra Tigia) Cicogni (Cigugni) Pecorara (corte di Pecoraria di tutta la Val Tidone)
Oltrepò
[modifica | modifica wikitesto]- Voghera, Oltrepò pavese, Torrazza Coste, Barbata Santa Giuletta, Cella di San Colombano Redavalle, Casteggio, Montalto Pavese, Villa lllibardi e Lirio, Fortunago, Calvignano, Cappelletta di Borgo Priolo (Barbada o Barbata cum Solariolo), Borgoratto Mormorolo e S. Maria di Mormorola (corte di Memoriola), Spariano di Bosnasco, Valle del Coppa, Valle Scuropasso, Val Versa, Zenevredo, Montù Beccaria, Monte Acuto, Auliano (corte e pieve e xenodochio di S. Benedetto - Aulianum), Luliatica e Vinzasca (Vinzasco), Rovescala (Rovecla o Roveclam), Castana, Canneto Pavese, Montescano, Portalbera e il Porto Peducoloso (Pontem Peduculosum), Soriasco (corte di Sorlasco - Sorlascum) e Pizzofreddo di Santa Maria della Versa, Begoglio (Bogolium), Donelasco, Montarco, Rocca de' Giorgi (Aimericus - Almerici terra), Volpara, Golferenzo (Gulferisi o Gulferixe), Montecalvo Versiggia, Pietra de' Giorgi
- Valle Staffora, Massinigo Santa Margherita di Staffora
- Staffora-Val Nizza-Ardivestra-Val Tidone, Cecima, Trebbiano Ponte Nizza, Nizza (corte di S. Paolo in Nizza), Pratolungo, Casarasco, Cassano, Monte, S.Albano (di Bobbio) (corte di S. Albano in Candubrio) Val di Nizza, Colli Verdi, Canevino, S.Ilario, Bozzola, Casa de' Fabiani, Molino d'Alberto, Rio Torbida, S. Agata Valverde, Montelungo e S.Maria di Montelungo, Pometo, Torre degli Alberi (Torre d'Albera) Ruino
- Alta Val Staffora, Bosmenso, Castano, Cavagnolo, Ranzi e S. Matteo di Ranzi, Monteforte, Bognassi, Cagnano (xenodochio di S. Martino, corte e mulino), Canianum, Carro, Linaro, Cagnarello, Sagliano (corte e mulino) Varzi, S.Pietro, Casasco, Polinago o Pornago, Cella (di Bobbio), Carpeneto, Monte Martino o Montemartino, Monte Zucchello, Vigomarito o Vicomarito, Campolungo, Cadalenci Menconico, Livello o Livelli Bagnaria
- Alta Val Tidone pavese, Rossone, San Silverio, Rivaroli, S. Severo, Silvano e Tovazza (corte di Tovacia e Prato Silvando o Silvando), Pradelle, Perducco (corte di S. Antonino), S. Paolo di Sarturiano (o Sarturanello) Zavattarello, Montagna o Montana, Totonenzo o Tatonenza, Valle, Rivarolo, Grazi Romagnese
Piacenza e pianura piacentina, Cremona, Parma, pianura e valli del Ceno e Taro, Emilia e dintorni
[modifica | modifica wikitesto]- Piacenza, Chiesa ed ospitale di S.Brigida e xenodochio della S.Resurrezione, con le pertinenze in città e nelle campagne cittadine[6] (in seguito i beni passeranno al monastero piacentino di S. Sisto) di Vicotagolo, Vicourbano, I Vaccari (Vicovaccario), Cortemaggiore, Chero (Carium o Cario), Montanaro (Montenarii) e Olmeto (Ulmeto o Ulmetium) Genepreto (Geneureto) di Travazzano di Carpaneto Piacentino, Molano, San Giorgio Piacentino, Tollara (Tegularia), Trespedano, Galusano (Sinterassi e Galusiano), Arano, Luganiano (Lugagnano Val d'Arda), Corte di Paderna (curtis di Padernum, Paderno), Muradello (Chiesa di San Colombano) e Pontenure (Pontenuro), Fontana Fredda e Roveleto, Saliceto, Solarolo (Solaria o Solariolum o Solariolo) Cadeo, Lusurasco (Laurasco) di Alseno.
- Monticelli Pavese (oggi sotto Pavia), Monticelli d'Ongina e San Nazzaro (magazzini del monastero sul Po), Caselle Landi (oggi sotto Lodi)
- Cremona, Alfiano e Corte de' Frati, Castelleone
- Parma, Oratorio di San Colombano dell'Abbazia di San Giovanni Evangelista, Mariano, monastero di San Pietro di Fidenza, prioria della corte di Rovacchia (Rovacas o Rovaclas o Rovacla) a Rovacchia-Coduro, Rovacchia-Ferrari, Cabriolo, Cannetolo, Castione Marchesi, Parola, Pieve Cusignano di Fidenza (Borgo San Donnino), pievania di S. Martino in valle Purpuraria di Corticelli a San Secondo Parmense, pievania di Santo Stefano della corte di Soragna (Sorania), Villula (Villolae) di Corniglio, pievania della corte di Fiesso (Flexum o Flexo) con Casaltone di Parma, di Gattatico (RE) e Sorbolo, Coenzo, Nocetolo (Nocetole) e Olmo di Gattatico (RE), Noceto (Nucedo), Mariano di Pellegrino Parmense, Berceto, Abbazia di San Moderanno di Berceto, castello di Pietramogolana (Petra Mugulana), domusculta della corte di Solignano (Salonianum o Soloniano) e (Castrum Nebbla), castello Persico o di La Persica (castellum Persicum), castello di Scipione o di Berteradi (castellum Berteradi) Salsomaggiore
- Valle del Ceno, Calice (Carice) e la Chiesa di Sant'Apollinare (pieve di Calice), Carniglia, Casalporino, Chiesiola, Cornolo, Drusco, Nociveglia, Porcile, Romezzano, Selvola (Serra) Bedonia, Monte Maggiorasca (Monte Moiolasca), Monte Tomarlo (Monte Tomaruli), Monte Chiodo (Monte Cudule), corte di Boccolo (Boccolo de' Tassi - Bocolo) e il suo xenodochio con la chiesa di S.Pietro, Bardi, Credarola e Granelli, Acquanera (oggi Santa Giustina), Tanugola, Tosca di Varsi, Benna (prato Bennadi), Vianino, Serravalle, Varano de' Melegari (corte di Variaco e Variano o Variacum) e Varano dei Marchesi di Medesano
- Val di Taro, Tornolo (Turnelli), Pastano, Santa Maria del Taro, Borio, Isola, Compiano (Campoplano), Pieve di Campi (S. Paolo), Campi, Groppo Albareto, Montegroppo, San Quirico di Legio, Val Gotra, Passo di Centocroci
- Reggio Emilia, Monastero di San Prospero, Fogliano
- Modena, Fanano, Fellicarolo, Cà Ietta e Il Colombano (casolare ed antico edificio monastico) e Cà Norra con il luogo detto Colombano, Casa Baroni, Canevare e Magredola, Piumazzo di Castelfranco Emilia
- Bologna (Chiesa di San Colombano e Basilica di Santo Stefano)
- Ferrara, Comacchio, Codigoro, Abbazia di Pomposa
- Ravenna
Lungo la Via degli Abati e la Via dei Monasteri regi
[modifica | modifica wikitesto]- Via degli Abati: Pavia con la Chiesa di San Colombano maggiore e lo xenodochio, Chiesa di San Colombano minore, Basilica di San Michele Maggiore, Monastero di San Giovanni, Monastero di San Pietro in Ciel d'Oro, Monastero e chiesa di San Salvatore, altri monasteri colombaniani di Pavia, Monastero e chiesa di San Pietro in Verzolo e Roncaro (Cassina Runcore), Belvedere di Valle Salimbene, Ponte della Becca a La Becca di Linarolo, Mezzanino, Albaredo Arnaboldi, Campospinoso, Broni, Colombarone di Canneto Pavese, Castana, Santa Maria della Versa, Montecalvo Versiggia, Canevino e Pometo di Colli Verdi, Caminata, Trebecco, Lazzarello di Pecorara di Alta Val Tidone, Praticchia-Grazzi ed il Giardino botanico alpino di Pietra Corva di Romagnese, Sassi Neri, Casteghino, Santa Maria, La Valle, strada di Squera, Bobbio, abbazia di San Colombano, Ponte Vecchio (detto Gobbo o del Diavolo), Rio Foino, Gambado, Bellocchi, Santa Cecilia e Fontana di Coli, Boioli, Magrini, Faraneto, Cornaro, Pescina, Sella dei Generali, Nicelli-Mareto, Croce Lobbia di Ferriere, Farini, Groppazzolo, Groppallo, Boccolo Noce, Passo delle Pianazze, Passo Linguadà, Boccolo de' Tassi (Bocolo) e il suo xenodochio con la chiesa di S.Pietro, Grezzo (Grecio) e Cogno di Grezzo, Gazzo e Cogno di Gazzo, Osacca e il valico di S. Donna, Faggio (Fao) e Pione, S. Protaso (Odolo), Bardi
- Via dei Monasteri regi: Monastero di Fiorenzuola, Castell'Arquato, Vernasca (Chiesa e Pieve di San Colombano), Lugagnano Val d'Arda e Velleia, Monastero di Val Tolla, Passo del Pellizzone, Bardi e la Via degli Abati.
- Bardi, Monastero di Gravago, Chiesa di Casanova di Bardi e il Castello di Lacore, Varsi e Villora (Villolae), Monte Dosso, Pessola, Mariano e rocca di Gusaliggio (Chiesa di San Colombano) della Pieve di Gusaliggio di Valmozzola, Specchio (Monte Speclo)/Monte Spinola di Solignano, Pieve di San Giorgio con la Chiesa di San Colombano de Turre o Turrem e Turris o Turrexana o Borgo Torresana (attuale Borgo Val di Taro), Pontolo, Rovinaglia, castrum di Roccamurata, Valle del Verde, Borgallo e l'ospitale di S. Bartolomeo, Passo del Brattello, Baselica, Cervara, Grondola, Vignola, Pontremoli
Lungo la Via Postumia - l'alessandrino, Tortona, Valle Scrivia, Val Borbera, Val Curone
[modifica | modifica wikitesto]- Tortona, Valle Scrivia e l'antica Via Postumia, Val Borbera, Precipiano di Vignole Borbera e l'abbazia di San Pietro di Precipiano, Arquata Scrivia, Val Lemme, Gavi, Pasturana e il monastero di San Martino, Borghetto di Borbera, Stazzano, Variana di Grondona, Valle Spinti, Sezzadio (Sezze) (Abbazia di Santa Giustina), Montaldo Bormida, S. Gregorio di Ceta (Fraconalto) e S. Maria del Porale
- nell'Alessandrino Masio e la chiesa di San Pietro, Quargnento e la chiesa di San Dalmazio, San Giorgio Monferrato e la chiesa di Sant'Evasio di Pozzo Sant'Evasio e di San Pietro di Quinzano (Quintiano o Quintianum), Lu e l'antica pieve di San Giovanni di Mediliano, Oviglio, Val Curone, Pontecurone, Bidella e Vico Lardario Rivanazzano, Volpeglino, Casasco, Avolasca (Audelascum), Garbagna, Sant'Agata Fossili, Casalnoceto, Fabbrica e Salogni di Fabbrica Curone, Fabbrica di Montegioco, Casei Gerola, San Sebastiano Curone, Albera Ligure, Monastero di Vendersi, Cornareto (Cornaletum) e Cabella Ligure, Abbazia di Dova Superiore, Pobbio, Piuzzo, Cantalupo Ligure, Semega, Carrega Ligure, Magioncalda, Vigoponzo (Vico Pontio) di Dernice, Mongiardino Ligure, Roccaforte Ligure, Rocchetta Ligure
- Alto Monferrato, Ponzone, Ciglione, Spigno Monferrato, Montechiaro d'Acqui, Belforte Monferrato, Ovada, Pareto
Genova dal Ponente al Levante ligure - la Marittima e la Tuscia
[modifica | modifica wikitesto]- Genova con l'Abbazia di S.Stefano e la Chiesa di San Pietro in Banchi (area dell'antica borsa merci e del porto antico con accesso alle navi del monastero), monastero di S. Andrea della Porta, San Siro di Struppa, Molassana e alta Val Bisagno verso l'alta Val Trebbia, S. Alberto (S. Oberto) di Bargagli (Bragaci), Davagna e Chiesa di S. Pietro, Moranego e Chiesa di S. Colombano, Scoffera, Badia di Sant'Andrea de Sexto degli Erzelli, Badia di Tiglieto, Tiglieto
- Valle Stura, Masone, Rossiglione, Belforte Monferrato (Monastero del Faldellino).
- Sestri Ponente, Valle Scrivia e l'antica Via Postumia, Val Polcevera, Val Verde (Italia), Val Lemme, Alta valle Scrivia, Valle Spinti, Sant'Olcese, Casella, Valbrevenna, Savignone, Crocefieschi, Busalla, Ronco Scrivia, Vobbia, corte di Clavarezza (Clauereza) e la chiesa di San Michele, Noceto (Nuseto).
- Il Ponente ligure ed il suo entroterra, Imperia Porto Maurizio, Sanremo, la chiesa di Santo Stefano e l'Eremo di San Michele, il principato benedettino di Seborga, Valle Argentina, Taggia e l'abbazia di Nostra Signora del Canneto, Ceriana, Bajardo, Badalucco, Triora, Molini di Triora, la Pievania di San Tommaso e la chiesa di Santa Brigida di Dolcedo, Il feudo monastico di Pietralata (Prelà e Vasia) con il monastero di San Michele, Cipressa, Costarainera, Pietrabruna, Civezza, San Lorenzo al Mare, Pompeiana, Riva Ligure, Santo Stefano al Mare (principato monastico di Villaregia), Terzorio, Diano Arentino, Diano Castello, Diano San Pietro, Diano Marina, San Bartolomeo al Mare, Villa Faraldi, il monastero di San Colombano di Gavenola di Borghetto d'Arroscia, Ranzo e Chiesa dell'Assunta di Bacelega, Aquila d'Arroscia, Cosio di Arroscia, Mendatica, Montegrosso Pian Latte, Pornassio, Rezzo, Carpasio, Montalto Ligure, Borgomaro e la pieve dei Santi Nazario e Celso, Aurigo, Caravonica, Chiusanico e la pievania di San Lorenzo, Chiusavecchia, Lucinasco, Pontedassio, Cesio, Vessalico, Pieve di Teco l'antico monastero di San Pietro in Carpeneto (Carpeneta), la Chiesa della Madonna della Ripa, Cartari e Calderara e Moano, Armo, Ospedaletti, Capo Sant'Ampelio di Bordighera, Val Roia, Ventimiglia, porto canale dell'Oasi del Nervia (porto monastico) ed il priorato di San Michele Arcangelo, dall'abbazia di Pedona e dal Colle di Tenda verso la Val Nervia, Tenda (Francia) e San Dalmazzo di Tenda, Saorgio (Francia), Passo Muratone, Pigna Pieve di San Tommaso e Buggio, Castel Vittorio e S.M.Assunta di Nogareto, Isolabona Veonegi e Marcora-Marcola, Apricale e Chiesa di San Pietro in Ento, Rocchetta Nervina, Perinaldo, priorato di S. Maria de Mota di Dolceacqua il Portu e la pieve di S. Giorgio, Camporosso pieve di S. Pietro, San Biagio della Cima, Soldano, Vallebona, Vallecrosia Chiesa di San Rocco e San Vincenzo, priorato di Airole, Olivetta San Michele, con il collegamento fino a Nizza, monastero di Cimiez ed i possedimenti del Nizzardo, dai monasteri del basso Piemonte, amministrati dall'Abbazia di Novalesa, dall'abbazia di San Dalmazzo di Pedona, dal monastero isolano dell'abbazia di Lerino in Provenza e dall'abbazia di Santo Stefano di Genova
- Nel Savonese, Andora e Rollo, Laigueglia, Alassio, Villanova d'Albenga, Albenga e l'abbazia di San Martino dell'Isola Gallinara, Toirano e l'Abbazia di San Pietro in Varatella, Finale Ligure e l'Abbazia di Santa Maria di Finalpia, Varigotti e l'antica chiesa di San Lorenzo, Noli e la Chiesa di San Giuliano, Isola di Bergeggi e il monastero di Sant'Eugenio, Altare, Savona e Lavagnola, Val Bormida, Abbazia del Salvatore di Giusvalla, Cairo Montenotte, Dego, Mioglia, Piana Crixia e prioria di San Colombano di Lodisio, Pontinvrea, Sassello, Stella
- Il Levante ligure ed il suo entroterra, Pieve Ligure, Recco, Camogli e l'Abbazia di San Fruttuoso di Capodimonte, Portofino, Santa Margherita Ligure, Rapallo.
- Valle Sturla, Borzonasca, corte di Caregli (Carelio) con la chiesa di San Vincenzo e il Monte Carelio, Asenino (Ansamano), Campori (Campo Adventionis), Caroso (Carustum), Belpiano (Porcile), Bertigaro (Butigarium o Butiguarium), Pian dei Costi-Case Dorbora (Durbula), Fontana Sparsa, Francisca, Giaiette (cella di Cerredo posta nella Val di Taro ed inserita nella corte di Calice di Bedonia e Tornolo), Temossi (Temusi o Themoso) e Alpe Tasida, Perlezzi (Perlice), Prato-Sopralacroce (Prato Monachorum e Super Crucem), Recroso, Borzone (Bresone o Brozano o Brozono o Borzono) con l'Abbazia di Borzone, Passo del Bocco (Bocho o Boco), Cerreto (Cerredo), Corerallo (Colleralli), Pontegiacomo (Pontiliaco), Porciletto, Semovigo, Vignolo (castrum de Vignale o Vignalis), Mezzanego (Mezanule), Val Fontanabuona, Avegno, Vaccarezza Cicagna e il Santuario di Nostra Signora dei Miracoli, Coreglia Ligure, Canevale (Canaualium o Omavalium o Omanalium), Pian dei Manzi, Vaccarezza, Cogorno, Breccanecca, San Colombano della Costa, Monticelli e la chiesa di Santa Maria, Favale di Malvaro, Il Piano, Canavissolo, Priagna, Carezza Lorsica, Acqua, Co' di Verzi, Lumarzo, Moconesi, Neirone, Orero, Pianmegorino, Soglio, Certenoli, Vignale (Bembelia o Banbegia o Bembeggi) e la chiesa di San Colombano di San Colombano Certenoli, Scaona o Scaruglia, Monte, Romaggi (Rimagi o Remagi), Plecheri-Villagrande di Cichero, Tribogna, Cassanesi, Uscio, Leivi, Oneto, Carasco (Carascum o Carsascum) e la prioria di S. Marciano, Rivarola (Rivarolus) e la corte del monastero di S. Giorgio di Comorga, corte di Graveglia (Gravelia o Gravilia o Grauilia) e la prioria di Sant'Eufemiano, S. Maria-S. Pellegrino, San Pietro di Sturla (Insula Sancti Petri), Campo Molino, Terrarossa, Paggi, Val Graveglia, Ne, Antigastro, Reppia (Repla o Ripus o Ressa) e le chiese di Sant'Apollinare e di Santa Maria degli Angeli, Arzeno, Pontori, Montedonico, Noceto, Osti-San Michele (Vasti o Vausti), Treulano o Treulario, Sambuceto e la prioria dei Santi Cipriano e Giustina e Saranta.
- Da Chiavari, Caperana (Capellani o Capellana), Campodonico (Solariolo), Maxena, Moggia (Molia), Ri, Sanguineto, Rupinaro e la chiesa di San Giacomo, fino alle Cinque Terre, Lavagna (Lavannia), Brozano, Rezza (Reda), Villa Floriano o Florania, Sestri Levante (Segestri), Cascine (Cassine o Cassinas), Costa (Costa de Fossa Luparia), Fossa Lupara (Fossa Luparia), Libiola, Punta Manara (Caput Syrtanorum), Bargone, Verici (Castanetum Vilici), Casarza Ligure e la chiesa di San Colombano, Val Petronio, Moneglia (porto marittimo del monastero) e l’Alpe Adra, Castiglione Chiavarese (Castellionum o Castellione o Castilione) con l'Abbazia del Connio, Campegli (Canpenticem o Canpentis) e il santuario di Sant'Elena, Monte San Nicolao e l'Ospedale di San Nicolao di Pietra Colice, Passo del Bracco, Bonassola, Deiva Marina, Framura e la chiesa di San Martino, Levanto, Monterosso al Mare, Riomaggiore e Vernazza, ...
- La Spezia, Porto Venere (porto marittimo del monastero), Isola del Tino, Lerici, Tellaro (Telano)
- Val di Vara, Val di Magra e Lunigiana, Beverino, Bolano, Borghetto di Vara, Brugnato e l'Abbazia di Brugnato, Calice al Cornoviglio, Follo, Pignone, Riccò del Golfo, Carro, Carrodano, Maissana, Ossegna, Rocchetta di Vara, Sesta Godano e la chiesa di San Colombano di Cornice, Varese Ligure, Cavizano, Cento Croci, Porciorasco, Zignago, Ameglia, Arcola, Castelnuovo Magra, Ortonovo, Sarzana, Santo Stefano di Magra, Vezzano Ligure, Luni
- Lunigiana e Massa-Carrara, Aulla, Villafranca in Lunigiana, Filattiera, Fosdinovo, Pontremoli, Cervara e lo xenodochio di Nostra Signora della Cervara, Mulazzo, priorato della Madonna del Monte di Mulazzo, Chiosi di Crespiano, Fivizzano, Zeri (Cerri), Montignoso Pratum Agiulfi
- Lucca (Chiesa di San Colombano di Apulia (o Pulia) con ospizio per i pellegrini (oggi scomparsa) nei pressi del Baluardo di San Colombano ed i possedimenti della chiesa di San Salvatore in Busdagno, della chiesa di San Pietro di Careggine e di Castiglione in Garfagnana), Chiesa di San Michele in Foro, Chiesa di San Micheletto, Luni, I monasteri di Brancoli, Tempagnano, Massa Bofoli, Vaccoli e Sesto
- Capannori, Monastero di San Colombano in frazione San Colombano, Chiesa di San Colombano di Segromigno (ex parrocchiale) a San Colombano alto, Chiesa di San Colombano di Rimortoli, assieme all'ex ospitale di San Concordio, Sant'Andrea di Compito (Ex Chiesa di San Colombano), Camaiore, Castiglione di Garfagnana
- Populonia, Monastero di San Quirico, Castagneto Carducci, Donoratico, Castello di Donoratico
- Pisa (Pisa civettate una chiesa e una casa in Pisa con un reddito annuo di 6 soldi) e Prioria di Putignano (Poteniano) di Pisa, monastero di San Michele Arcangelo di Cuoza di Pugnano, Abbazia di San Savino, Vecchiano (Veclano), Monastero di San Pietro in Palazzuolo in Poggio a Badia di Monteverdi Marittimo, Pievania della corte di San Gervasio in Veriana (o Verriana) e oratorio di San Colombano a San Gervasio di Palaia, Barbialla di Montaione
- Pistoia, abbazia di San Bartolomeo in Pantano, Pescia, Pietrabuona
- I monasteri di Coverciano, Ripoli, Badia a Settimo, Marradi (Marade pievania della prioria di Frassineto), monastero di San Colombano a Settimo e San Colombano a Scandicci, vicino a Firenze, San Casciano in Val di Pesa, Bargino, Montefiridolfi, Stazzema, Terrinca
- Capraia, Gorgona e Isola di Montecristo
- Arezzo, Casentino, prioria di Frassineto della corte di Tuscia a Frassineta (Fraxenedum o Fraxenetum) e la pievania di Sarna (Sarnam) di Chiusi della Verna
- Siena, Abbadia San Salvatore e l'abbazia di San Salvatore all'Amiata
- Tuscia viterbese, Viterbo, Ischia di Castro l'abbazia di San Colombano di Castro e l'eremo di San Colombano di Poggio Conte, Farnese e la chiesa di Santa Maria di Sala della Selva del Lamone, monastero di San Mamiliano di Vulci
Piemonte
[modifica | modifica wikitesto]- Cuneo, Abbazia di San Dalmazzo di Pedona Borgo San Dalmazzo, Valle Stura di Demonte, Valle Grana, Monastero di San Costanzo[7] di Villar San Costanzo - Dronero, Valle Maira, Monastero di S. Pietro e Colombano di Pagno[8], Valle Bronda, Valle Varaita, Valle Po, Valle Infernotto, Saluzzo, Monastero di Santa Maria di Caramagna[9], Valle Gesso, Limone Piemonte e Valle Vermenagna, Chiusa di Pesio e la Valle Pesio, Valle Ellero, Bongiovanni di Villanova Mondovì, Val Tanaro, Briga Alta, Val Corsaglia, Valle Mongia, Roero, priorato di S. Antonino di Bra, Ceresole d'Alba e chiesa di S. Pietro, Monteu Roero (Monte Acuto) con le chiese di S. Giorgio e S. Pietro di Pulciano, S. Lorenzo di Caraglio, S. Biagio di Centallo, Casale Soprano di Dogliani, Perno di Monforte d'Alba, Camairana nei pressi di Trezzo Tinella, Cossano Belbo, monastero di San Colombano a Borgata Soprana di Monasterolo Casotto e convento di Pogliola di Morozzo, pievania di S. Colombano di Monchiero, Rea di Murazzano, Pezzolo Valle Uzzone, Bergolo, Cortemilia, Levice
- Torino, Cattedrale di S. Salvatore di Torino, Ivrea, San Ponso, Acqui Terme, San Mauro Torinese, San Colombano Belmonte, Lusigliè e l'antica prioria di San Colombano, Abbazia di Novalesa, la Sacra di San Michele e l'Ospizio del Moncenisio, con la Val Susa, la Val Pellice, ecc. fino all'entroterra ligure
- Alba e l'abbazia di San Frontiniano, Langhe, Diano d'Alba, Ricca (xenodochio dei Santi Maria e Michele di Rega), Paterno (Paternum), Solaria, domusculte di Perolas e Casadegolo, Cocianico, Alpe Tritivinio, Casaliglo, Pane, Sole, Panantena, corte di Pecorari (o Pecoraria) e chiesa di S. Colombano Monte Guntelmi
- Asti, Alfiano, corte di Camariano (Camarianum o Camairano), Camerano Casasco, Vigliano d'Asti, xenodochio di Corziagno (Quotiano o Quotianum o Cotianicum) di Montiglio Monferrato (Monteglo o Monteclo), Cocconato, Cossombrato, Montechiaro d'Asti e chiesa di San Colombano di Montechiaro (Monteclaro o Monte Claro), Monferrato, Nizza Monferrato, Ca' Buonvicino, corte di S. Martino in valle Porporaria di Cortiglione (Corticelle o Corteselle)
- Vercelli, Monastero di San Michele di Lucedio, Corticella e Santa Maria di Roasio, S. Martino a Roccapietra di Varallo
- Novara, Abbazia dei Santi Nazario e Celso, Arona (Aronia), monastero di San Colombano e la pieve di Santa Maria di Biandrate, Casalbeltrame, Casalvolone, Greggio, Olengo, Vicolungo, monastero di San Colombano di Briga Novarese
- Intra e Pallanza (Palantas) di Verbania (lago Maggiore), S. Giovanni a Montorfano e Valle dell'Ossola
Feudi sparsi del centro-nord d'Italia
[modifica | modifica wikitesto]Sono indicati sia città o comuni con un monastero colombaniano all'interno del paese con possedimenti limitrofi esterni o monasteri esterni con un territorio coltivato.
- Milano, Monastero di Sant'Ambrogio, Basilica di San Simpliciano, Paullo, Vaprio d'Adda, Arlate
- Pavia, con la Chiesa di San Colombano maggiore e lo xenodochio, Chiesa di San Colombano minore, Basilica di San Michele Maggiore, Monastero di San Giovanni, Monastero di San Pietro in Ciel d'Oro, Monastero e chiesa di San Salvatore, altri monasteri colombaniani di Pavia, Monastero e chiesa di San Pietro in Verzolo, San Colombanino di Gualdrasco di Bornasco, Vigevano, Monastero di Sant'Anastasio - Abbazia di Santa Cristina ed il suo feudo: Inverno di Inverno e Monteleone, Chignolo Po, Badia Pavese, Miradolo Terme, Pieve Porto Morone, Marudo (LO), Sant'Angelo Lodigiano (LO), Corte Sant'Andrea (LO).
- Lodi, San Colombano al Lambro feudo di San Colombano e della pieve di San Germano: Mombrione, Valbissera, Montecolato, San Salvatore, Graffignana e Vimagano, Montemalo (Castellazzo e Camatta) di Chignolo Po. Abbadia Cerreto, Pieve di San Clemente e Cascina Ceradello-Colombina (Ceredellum) di Bertonico, Camairago e Castiglione d'Adda (Casale Lupano, San Vito e Senadolo o Senadogo), Fombio
- Bergamo, Valtesse, Parzanica, Cortenuova, Martinengo
- Brescia, Monastero di San Michele e San Pietro - San Salvatore - Santa Giulia, Alfianello, Val Camonica, Val Sabbia, Val Trompia, Bovegno, Collio e la prioria di San Colombano
- Como e Luriate Abbate ora Lurate Caccivio (lago di Como)
- Lecco, Abbazia di Piona, Introbio e la Valsassina (con i Piani di Bobbio)
- Sondrio, Chiavenna, Traona, Bormio, Valdidentro, Valdisotto, San Colombano, Oga
Veneto - Priorato di Bardolino e Valpolicella - Trentino - Friuli-Venezia Giulia - Istria
[modifica | modifica wikitesto]Autonomo ma dipendente dall'Abate di Bobbio vi era il vasto e ricco Priorato di Bardolino, con il territorio del lago di Garda ed il Garda orientale, con le proprietà veronesi in Verona e fra i fiumi Mincio e Adige, della zona della Valpolicella, del veronese e lungo la Via Postumia, oggi sotto tre regioni (Lombardia, Veneto e Trentino).
L'elenco di vari monasteri e celle monastiche è notevole, possiamo citare fra i maggiori: Bardolino, Pastrengo, Lazise, Garda e Rocca di Garda, Costermano con le priorie di Marciaga, Castion e Sapora (attuale Albarè), Affi, Cavaion Veronese, Pastrengo, Bussolengo, Gaium di Rivoli Veronese, Torri del Benaco con la prioria di Albisano, San Zeno di Montagna, Brenzone sul Garda, Malcesine, Ferrara di Monte Baldo, Ceredello e la prioria Pesina di Caprino Veronese, la prioria di Rivalta di Brentino Belluno, Avio, Riva del Garda, Summo Laco (o Summus Lacus), San Giorgio e Arco, Brentonico, Mori, Peschiera del Garda, Desenzano del Garda, Lonato del Garda, Sirmione, Salò e la prioria di Solarolo con Balbiana e Manerba del Garda, Toscolano Maderno, Valpolicella con la prioria di San Pietro in Cariano, pieve di San Floriano, pieve di San Martino, prioria di Santa Sofia, e la prioria di Priviniano (vallis provinianensis vicino al fiume Adige), Fumane, Erbezzo (Adarbassium o Adarbassio o Aderbassio), Marano di Valpolicella e la chiesa di Santo Stefano, Negrar di Valpolicella, Pescantina, pieve di San Giorgio di Valpolicella di Sant'Ambrogio di Valpolicella, Ossenigo di Dolcè, Casaleone (Casaleovani e Casale Lupani con xenodochio), Castel d'Azzano, Povegliano Veronese e Villafranca di Verona, Verona, Chiesa dei Santi Nazaro e Celso, Chiesa di Santa Maria in Organo.
Per i collegamenti fra Po, Mincio e Lago di Garda: Porto Mantovano (con possedimenti terrieri e diritti sulla navigazione fluviale sul Po), Mantova, Barbasso (ad Arbaxium o Arbaxio o Arbatium o Arbatio) con Barbassolo e Frassinara (Fraxeneta o Fraxineta) di Roncoferraro e Riva di Suzzara.
Da Comacchio con le saline gestite dal monastero di Bobbio ed il porto fluviale monastico, Codigoro, Abbazia di Pomposa, con il trasporto di sale con chiatte verso il Po e la pianura padana e verso il Mincio ed il Garda per le peschiere.
Il Monastero di San Colombano in Bardolino gestito autonomamente dai monaci colombaniani gestisce numerosi poderi coltivati e molti vengono dati in affitto ala popolazione locale, che ogni anno il 23 novembre (ricorrenza del santo irlandese) versa all'abbazia madre un fitto.
In particolare, va segnalata la presenza di aziende e poderi monastici soprattutto nella parte meridionale del Lago di Garda, da cui l'abbazia ricava notevoli quantitativi di olio d'oliva[10][11], necessario soprattutto per l'illuminazione, e di pesce, consistente in trote e anguille[12]. Poiché i monaci dovevano disporre continuativamente di pesce date le esigenze del loro regime alimentare, dettate dalla regola monastica per la parte igienistica e salutistica, sul lago e nei dintorni di esso figura organizzata una fitta rete di peschiere, che erano delle vere e proprie piccole aziende, dotate di infrastrutture, attrezzi, vasche, che assicuravano lo smistamento della merce sui fiumi mediante imbarcazioni fluviali a chiglia piatta, come sandoni, burchi, burchielli. Scendendo lungo il Mincio, a Porto Mantovano queste imbarcazioni incrociavano i battelli pieni di sale che risalivano da Comacchio, prodotto che veniva utilizzato per la salagione del pesce[13].
Il monastero era famoso inoltre per la conciatura delle pelli, per la cui lavorazione usava lo scotano o Rhus cotinus, un arbusto che veniva raccolto e ridotto in polvere.
Un quarto del raccolto veniva inviato all'Abbazia di Bobbio, ricevendo in cambio libri e codici per la biblioteca del monastero.
La prima testimonianza documentale longobarda è un atto del re Liutprando che dona al già esistente priorato di Bardolino una corte regia di pesca al monastero di Bobbio, una seconda donazione da parte di re Rachis si ebbe con la grande pischaria di Peschiera del Garda che ne muto l'antico nome. Ancora a metà del XII secolo il documento Breve recordationis de Terris Ecclesiae Sancti Columbani, documenta ancora le proprietà dell'Abbazia di Bobbio. Rimarranno di proprietà del cenobio bobbiese fino al 1208, quando poi papa Innocenzo III passerà il priorato monastico di Bardolino al controllo della Diocesi di Verona. Il priorato ed il monastero di San Colombano di Bardolino vennero soppressi nel 1810 in epoca napoleonica e le proprietà terriere passarono al demanio.
Altre proprietà legata a fondazioni monastiche da parte di monaci colombaniani di Bardolino nell'area veneta-friulana:
- Trento, Vallagarina, Rovereto, Trambileno con l'eremo di San Colombano, Vallarsa, il monastero di Vezzano vicino a Trento
- Verona, Soave, Illasi e la prioria della Chiesa di San Colombano, San Bonifacio
- Vicenza, abbazia dei Santi Felice e Fortunato
- Padova, Monselice
- Treviso, monastero di San Teonisto di Casier, monastero di San Martino Urbano, chiesa di San Colombano e feudo monastico di Breda di Piave, Vallio di Roncade, Monastier di Treviso, monastero di Santa Maria del Piave, Castelfranco Veneto, Treville, Poisolo e Soranza (con l'antico villaggio medievale di San Colombano), Godego, Monastiero e Borghetto di San Martino di Lupari
- Venezia, monastero dell'isola di San Servolo, Torcello, monastero di Sant'Andrea di Torcello, Monastero di San Giovanni Evangelista di Torcello, Chioggia, monastero della Santissima Trinità e San Michele di Brondolo
- Pordenone, monastero di Santa Maria di Sesto al Reghena
- Udine, abbazia di San Michele di Cervignano, Aquileia, monastero S. Maria fuori le mura di Monastero di Aquileia, monastero di San Martino della Beligna, Cividale del Friuli, monastero di Santa Maria in Valle, santuario della Beata Vergine di Castelmonte, monasteriolo di San Giovanni d'Antro
- Gorizia, Grado, monastero di Santa Maria di San Canzian d'Isonzo
- Trieste, monastero di Santa Maria a Grignano, monastero di San Giovanni al Timavo o di Tuba, Muggia, Muggia Vecchia, Basilica di Santa Maria Assunta (Muggia Vecchia), Lazzaretto, Monte San Michele, Chiampore, San Colombano di Capodistria, monastero di San Nicolò d'Oltra di Ancarano e Punta Grossa
I possedimenti sul monte Baldo
[modifica | modifica wikitesto]Per l’età longobarda vi è una documentazione molto scarsa riguardante la costa orientale del Lago di Garda e il monte Baldo.[14] Nelle fonti che descrivono i possedimenti del monastero compaiono solo località non appartenenti al monte Baldo, per esempio Peschiera, che viene donata dal re longobardo Rachis al monastero di Bobbio a metà dell’VIII secolo.[15]
Nelle fonti si parla anche di una curtis di Garda che sarebbe stata parte dei beni del monastero di S. Colombano già nei secoli IX e X, ma le terre appartenenti a questa curtis sembrano trovarsi a sud del monte Baldo, a nord del Lago di Garda o ancora a est dell’Adige, nella Valpolicella, quindi l’area presa in considerazione è esclusa.[16]
Con l'XI e soprattutto con il XII secolo compaiono notizie più consistenti nelle fonti. Nel Breviarium de terra sancti Columbani, datato ai secoli X-XI, Avio viene menzionata tra i territori in cui sono presenti beni del monastero.[17]
Alla seconda metà del XII secolo inoltre risale il Breve recordationis de terris ecclesiae Sancti Columbani, un documento in cui sono elencati i possedimenti del monastero di Bobbio, compresi quelli del priorato di San Colombano a Bardolino (VR), un monastero dipendente da Bobbio che aveva una propria parte di autonomia e che gestiva sotto la supervisione del monastero piacentino alcune terre sulla costa orientale del Garda e anche sul monte Baldo: tra i possedimenti citati ci sono terre a Marciaga e Castion Veronese (nel comune di Costermano), a Montagna (San Zeno di Montagna),[18] e a Pesina (nel comune di Caprino Veronese). Quindi queste terre appartengono a Bobbio, pur con la mediazione del priorato, sicuramente almeno nel XII secolo.[19]
Vi sono anche altri documenti di XII secolo, facenti parte dell’archivio del monastero di Bobbio e riferiti specificamente al priorato di S. Colombano di Bardolino.[20] In essi si parla di terre coltivate soprattutto a olivo, vite e robbia[21] che i monaci di Bardolino possedevano e spesso davano in locazione: tra le località citate vi sono Marciaga e Bondi (Costermano), Valle Tesina (Castion Veronese, frazione di Costermano), Pesina (Caprino Veronese) e Albisano (Torri del Benaco).[22] Più nello specifico, in queste carte[23] compaiono diverse località nel territorio di Costermano: oltre alle già citate Bondi[24] e Marciaga,[25] vi sono poi varie zone tutte nel territorio di Castion Veronese, tra cui la località detta a Ceretdina,[26] campo Raldollaro,[27] Valene,[27] Braido,[27][28] monte Scriculli o Scriçoli o Scriçuli,[27][28][29] Trasine[27][28][30] e il castello di Castion.[27][28] Come si può notare, Marciaga, Pesina e soprattutto Castion Veronese compaiono abbondantemente sia in queste carte che nel Breve recordationis de terris ecclesiae Sancti Columbani.
Nel XII secolo i territori del monastero di Bobbio sulla sponda orientale del Garda erano amministrati in modo complesso e molto efficace. Questo potrebbe dimostrare che i possedimenti erano antichi e che i monaci e gli abati di Bobbio, avvalendosi della presenza monastica a Bardolino, avevano una lunga esperienza nel rapportarsi con la realtà locale in queste zone, forse fin dall’età altomedievale.[31]
Più avanti nel tempo, in documenti di metà ‘600, risultano possedimenti del priorato di S. Colombano di Bardolino, e quindi a loro volta legati al monastero di S. Colombano a Bobbio, alcune terre a Costermano, in particolare nelle già incontrate località di Marciaga e Castion.[32]
Possedimenti esteri
[modifica | modifica wikitesto]- Wangen e la chiesa parrocchiale di San Colombano, Tuggen (feudo monastico donato all'abbazia di Bobbio nel 844 e passata nel 872 all'abbazia di San Gallo)
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Valeria Polonio Felloni Il monastero di San Colombano di Bobbio dalla fondazione all'epoca carolingia - Tabella I dei possedimenti in Italia - Pag 16a
- ^ Eleonora Destefanis, Il Monastero Di Bobbio in Eta Altomedievale, Ricerche di archeologia altomedievale e medievale, Firenze, All'insegna del giglio, 2002, pp. 67-70, ISBN 978-88-7814-207-7, OCLC 231963750. URL consultato il 14 dicembre 2019 (archiviato il 14 dicembre 2019). Ospitato su archive.is. - Carte di distribuzione Fig. 44-44a-44b
- ^ Valeria Polonio Felloni, Il monastero di San Colombano di Bobbio dalla fondazione all'epoca carolingia, Genova 1962, pp. 136 (Fonti e studi di storia ecclesiastica, II) - Tabella II dei possedimenti limitrofi - Pag 33
- ^ Alessandro Schiavi, Il monastero di Bobbio e il paesaggio delle Curtes dell'Oltrepò Pavese nei secoli IX-X - Archivum Bobiense n. 21, Bobbio 1999 - Pag 151-191
- ^ Giacomo Coperchini, Le Terre di S. Colombano: La Valle in qua situm est Monasterium ed il Monastero Sancti Pauli de Mediana - Articoli in Archivum Bobiense n. 22 e 23, Bobbio 2000-2001
- ^ Pietro Maria Campi, Monastero di Santa Brigida e sue proprietà feudali - Volume X pag. 326, in Historia ecclesiastica di Piacenza, XIII Volumi, Piacenza 1651
- ^ Monastero di San Costanzo su Arte & Fede
- ^ Monastero di Pagno su Arte & Fede
- ^ Riccardo Ciliberti, Francesco Salvestrini, I Vallombrosani nel Piemontemedievale e moderno - Ospizi e monasteri intorno alla strada di Francia, Ed. Viella, 2014
- ^ A. Brugnoli, L'olivicoltura altomedievale nel territorio gardesano e veronese: aspetti di tecniche agrarie, in Il Garda. L'ambiente, l'uomo, 10 (1994)
- ^ G. M. Varanini, L'olivo e l'olio nell'alto medioevo tra alimentazione e liturgia (secoli VI-XI); l'olivicoltura gardesana altomedievale: l'organizzazione della proprietà ecclesiastica, in Olio ed olivi del Garda veronese. Le vie dell'olio gardesano dal medioevo ai primi del Novecento, Vago di Lavagno (Verona), 1994
- ^ B. Andreolli, Le peschiere di San Colombano di Bobbio e l'attività di pesca sul Garda nei secoli centrali del medioevo, in Il Garda. L'ambiente, l'uomo. Il priorato di San Colombano di Bardolino e la presenza monastica nella Gardesana Orientale, Atti del Convegno (Bardolino 26-27 ottobre 1996), pp. 13-19
- ^ A. Greco Bergamaschi, Le saline del monastero di San Colombano di Bobbio, in Bollettino Storico Piacentino, XLVII (1953), pp. 49-56
- ^ Varanini 2005, pp. 163 e 167
- ^ CDV I, n. 34
- ^ Castagnetti 1983, p. 45
- ^ Castagnetti 1979, p.180
- ^ Per Montagna si veda Piazza 1994, p. XXVIII e nota 14 p. XII
- ^ Riguardo al Breve recordationis de terris ecclesiae Sancti Columbani e alle località citate in questo paragrafo si veda Piazza 1997, p. 33
- ^ Piazza 1994
- ^ Piazza 1994, p. XXX
- ^ Per queste località si veda Piazza 1994, tavola II
- ^ Piazza 1994
- ^ Piazza 1994, doc. 10
- ^ Piazza 1994, doc. 55
- ^ Piazza 1994, doc. 44
- ^ a b c d e f Piazza 1994, doc. 53
- ^ a b c d Piazza 1994, doc. 56
- ^ Piazza 1994, doc. 79
- ^ Piazza 1994, doc. 69
- ^ Piazza 1994, pp. XII-XIV e pp. XLIX- LIV
- ^ Chiappa 1997, p.85
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Catholic Encyclopedia, Volume II. New York 1907, Robert Appleton Company. Nihil obstat, 1907. Remy Lafort, S.T.D.
- Ludovico Antonio Muratori, Antiquitates Italicae Medii Aevi, 6 Volumi, Milano 1738-42
- Codex Diplomaticus Langobardiae, a cura di G. Porro Lambertenghi, Torino 1873
- Codice Diplomatico Longobardo, Vol. I, a cura di Luigi Schiaparelli, Roma 1929
- Codice Diplomatico Longobardo, Vol. II, a cura di Luigi Schiaparelli, Roma 1933
- Codice Diplomatico Longobardo, Vol. III.1, a cura di C. Bruhl, Roma 1973
- Codice Diplomatico Longobardo, Vol. III.2, a cura di T. Kolzer, Roma 1981
- Pietro Maria Campi, Della Historia ecclesiastica di Piacenza, Piacenza 1651-1662
- Pietro Maria Campi, Monastero di Santa Brigida e sue proprietà feudali - Volume X pag. 326, in Della Historia ecclesiastica di Piacenza, XIII Volumi, Piacenza 1651
- H. Bresslau, Miracula Sancti Columbani, in MGH, Scriptorum tomi XXX pars II, Lipsiae, 1934 - pp. 993-1015
- C. Cipolla - G. Buzzi Codice Diplomatico del Monastero di S. Colombano di Bobbio fino all'anno MCCVIII - Vol. I - Fonti per la Storia d'Italia - VOLUME I - n.52, Biblioteca del Senato, Palazzo Madama, Roma 1918
- C. Cipolla - G. Buzzi Codice Diplomatico del Monastero di S. Colombano di Bobbio fino all'anno MCCVIII - Vol. II - Fonti per la Storia d'Italia - VOLUME II - n.53, Biblioteca del Senato, Palazzo Madama, Roma 1918
- C. Cipolla - G. Buzzi Codice Diplomatico del Monastero di S. Colombano di Bobbio fino all'anno MCCVIII - Vol. III - Fonti per la Storia d'Italia - VOLUME III - n.54, Biblioteca del Senato, Palazzo Madama, Roma 1918
- C. Cipolla, Documenti per la storia del priorato di S. Colombano di Bardolino prima della sua trasformazione in commenda (secolo IX-XV) - In: Atti e memorie, Verona 1904
- Arch. di Stato di Torino, Sez. I, Materie ecclesiastiche, Benefizi divisi per paese dall’A alla Z, m. 10-13 (Bardolino), 16-17 (Bobbio). Cfr. inventario n. 248.
- Gian Giacomo Fissore, Italy XXVIII, Piemonte I, Novara, Torino, in Guglielmo Cavallo, G. Nicolaj (a cura di), Chartae Latinae Antiquiores. Facsimile Edition of the Latin Charters, 2nd Series: Ninth Century, 2000, p. LVI, Dietikon-Zürich.
- Gian Giacomo Fissore, A. Olivieri, Italy XXIX, Piemonte II, Novara, Torino, in Guglielmo Cavallo, G. Nicolaj (a cura di), Chartae Latinae Antiquiores. Facsimile Edition of the Latin Charters, 2nd Series: Ninth Century, 2001, p. LVII, Dietikon-Zürich.
- Anselmo M. Tommasini, I Santi irlandesi in Italia, Società editrice Vita e Pensiero - Tipografia Pontificia ed Arcivescovile S. Giuseppe, Milano 1932
- Annibale Maestri, Il culto di San Colombano in Italia, in "Archivio storico di Lodi", 1939 e segg.
- AA. VV., Agricoltura e mondo rurale in occidente nell'altomedioevo, Atti della XIII Settimana di studio del Centro italiano di studi sull’Alto Medioevo, Spoleto 1966
- AA. VV., San Colombano e la sua opera in Italia, atti del convegno storico colombaniano (Bobbio, 1-2 settembre 1951) a cura della Deputazione di storia patria per le Prov. Parmensi - Sezione di Piacenza, Bobbio 1953
- AA. VV., La fondazione di Bobbio nello sviluppo delle comunicazioni tra Langobardia e Toscana nel Medioevo, Atti del convegno (Bobbio, 1-2 ottobre 1999), Bobbio 2000
- Atti della Società Ligure di Storia Patria, Donazione del monastero di Santo Stefano nel 972 da parte del vescovo Teodolfo ai monaci di Bobbio ed altre loro proprietà a Genova e provincia, Genova, 1870 - Conferimento dei vescovi di Genova ai Benedettini di Bobbio ed intitolazioni a San Colombano - Volume II - Parte I - Fascicolo III - Capitolo Terzo, pp. 438-457
- Enrico Angiolini, L'incidenza religiosa e sociale di San Colombano e del monastero di Bobbio nell'Appennino Emiliano d'Occidente e nella cornice del monachesimo europeo: il convegno di Bobbio e di Bardi, in "Atti degli Studi del Convegno di Bobbio e Bardi", 22 - 25 settembre 1994
- Alberto Attolini, Il monastero di San Colombano in Bobbio, Ed. Mucchi, Modena 2001
- Alessandro Barbero, Carlo Magno. Un padre dell'Europa, Collana Storia e Società, Roma-Bari, Laterza, 2000, ISBN 88-420-6054-2.
- G. A. Baruffi, La via Francigena. Sulle vie dei pellegrini in provincia di Pavia, Pavia 1999
- G. A. Baruffi, La "rotta" per San Colombano. Gli indizi offerti dall'archeologia e dalla toponomastica, in R. Stopani (a cura di), Prima della francigena. Itinerari romei nel "Regnum Langobardorum", Firenze 2000, pp. 71-96.
- A. G. Bergamaschi, Le saline del monastero di S. Colombano di Bobbio, in Bollettino storico piacentino, XLVIII, 1953 - pp. 49-56.
- A. G. Bergamaschi, Sul ‘dominatus’ fondiario del monastero di San Colombano in Bobbio nel periodo longobardo, in Bollettino storico piacentino, LII, 1957 - pp. 49-75.
- A. G. Bergamaschi, Attività commerciali e privilegi fluviali padani del monastero di S. Colombano di Bobbio, in Archivio storico lombardo, s. IX, II, 1962 - pp. 48-61.
- A. G. Bergamaschi, I poteri giurisdizionali del monastero di S. Colombano di Bobbio, in Columba, 2, Bobbio 1964 - pp. 3-10.
- A. G. Bergamaschi, I poteri giurisdizionali del monastero di S. Colombano in Bobbio, in Bollettino storico piacentino, LXIII, 1968 - pp. 113-125.
- A. G. Bergamaschi, Sul ‘dominatus’ fondiario del monastero di San Colombano di Bobbio nel periodo carolingio (835-862), in Studi storici in onore di Emilio Nasalli Rocca, Piacenza 1971, pp. 27-42.
- G. P. Bognetti, L'abbazia regia di San Salvatore di Tolla (Note di storia e di diritto: con una sentenza inedita dell'arcivescovo di Genova, del 1191), in Bollettino storico piacentino, XXIV/1-2, 1929 - pp. 3-11, 67-81.
- G. Bottazzi, Bizantini e Longobardi nell'Appennino toscano-emiliano-ligure, in La Garfagnana. Storia, cultura, arte, Atti del convegno (Castelnuovo Garfagnana 1992), Modena 1993, pp. 31-71.
- Andrea Castagnetti, S. Colombano di Bobbio, in Inventari altomedievali di terre, coloni e redditi, a cura di A. Castagnetti, M. Luzzati, G. Pasquali, A. Vasina, Roma, 1979 (FSI, 104), VIII/1-4, pp. 119-192
- Andrea Castagnetti, Distretti fiscali autonomi o sottocircoscrizioni della contea cittadina? La Gardesana veronese in epoca carolingia, «Rivista storica italiana», LXXXII (1970), pp. 736-743.
- Andrea Castagnetti, Continuità e discontinuità nella terminologia e nella realtà organizzativa agraria: ‘fundus’ e ‘casale’ nei documenti ravennati altomedievali, in Medioevo rurale. Sulle tracce della civiltà contadina, a cura di V. Fumagalli, G. Rossetti, Bologna 1980, pp. 201-219.
- Andrea Castagnetti, L'organizzazione del territorio rurale nel Medioevo. Circoscrizioni civili ed ecclesiastiche nella 'Langobardia' e nella 'Romania', Bologna 1982
- Andrea Castagnetti, Le comunità della regione gardense fra potere centrale, governi cittadini e autonomie nel medioevo (secoli VIII-XIV), in Giorgio Borelli (a cura di), Un lago, una civiltà: il Garda, vol. I, Verona, 1983, pp. 31-114.
- Andrea Castagnetti, Le decime e i laici, in Chittolini G., Miccoli G. (a cura di), La chiesa e il potere politico dal Medioevo all’età contemporanea, Torino 1986
- Andrea Castagnetti, La campanea e i beni comuni della città, in L’ambiente vegetale nell’alto medioevo, Atti della XXXVII Settimana di studio del Centro italiano di studi sull’Alto Medioevo, Spoleto 1990, pp. 137-174.
- Andrea Castagnetti, Arimanni in 'Langobardia' e in 'Romania' dall'età carolingia all'età comunale, Verona 1996
- Andrea Castagnetti, ‘Teutisci’ fra gli immigrati transalpini nella ‘Langobardia’ carolingia, Verona 2006
- Andrea Piazza, Le carte di San Colombano di Bardolino (1134-1205), Editrice Antenore, Padova , 1994 (Fonti per la storia della Terraferma veneta, 8), pp. 230
- Bruno Chiappa, I beni del priorato di San Colombano di Bardolino fra Seicento e Settecento, Il priorato di San Colombano di Bardolino e la presenza monastica nella Gardesana Orientale, Atti del Convegno (Bardolino 26-27 ottobre 1996), Caselle di Sommacampagna, Centro Studi per il Territorio Benacense, 1997, pp. 81-94.
- M. Chiappe, Il Tigullio e il suo entroterra nell'Alto Medioevo: i distretti bizantino-longobardi di Lavagna, Sestri e Bargagli , Lavagna 1996.
- Giacomo Coperchini, Quadro ecologico e interpretazione storica del territorio piacentino-bobbiense, in Bollettino storico piacentino, 1988 LXXXIII, pp. 253-270.
- Giacomo Coperchini, Il monastero di Mezzano nell'economia piacentina prima dell'indizione delle crociate, in Archivio Storico per le Province Parmensi, 1996 XLVIII, pp. 167-187.
- Giacomo Coperchini, Le terre di S. Colombano: la ‘Valle in qua situm est monasterium’(primo contributo), in Archivum Bobiense, 2000 XXII, pp. 291-304.
- Giacomo Coperchini, Le terre di S. Colombano: la ‘Valle in qua situm est monasterium’ ed il monastero di ‘Sancti Pauli de Mediana’, in Archivum Bobiense, 2001 XXIII, pp. 231-241.
- Giacomo Coperchini, Toponimi altomedievali della Val d'Arda, in Quaderni della Valtolla, 2001 IV, pp. 9-42.
- N. Criniti, La Tabula Alimentaria di Veleia, Parma 1991
- N. Criniti, I pagi, i vici e i fundi della tavola alimentaria veleiate e la toponomastica moderna, in Bollettino storico piacentino, 1991 LXXXVI/1, pp. 109-127.
- P. L. Dall'Aglio, La conquista dell’Emilia da parte dei Longobardi. Considerazioni storico-topografiche, in Ocnus, 1994 II, pp. 37-42.
- P. L. Dall'Aglio, Abbazie, potere centrale e viabilità nell’Emilia longobarda, in Ocnus, 1997 V, pp. 85-96.
- P. L. Dall'Aglio, G. Marchetti, Geomorfologia e scelte insediative: i casi di Bobbio e Cortemaggiore (Piacenza), in Atti Ticinensi di Scienza della Terra, 1989, 32, pp. 163-174.
- W. Davies, P. Fouracre, Property and power in the Early Middle Ages, Cambridge 1995
- Eleonora Destefanis, Il Monastero di Bobbio in Eta Altomedievale - Hardcover, All'insegna del giglio, Firenze 2002 - ISBN 88-7814-207-7
- Eleonora Destefanis, La Val d'Aveto in Eta Altomedievale, in APM - Archeologia Postmedievale, 6, 2002 - L'approccio storico-ambientale al patrimonio rurale delle aree protette a cura di Roberto Maggi, Carlo Montanari, Diego Moreno - Atti del Seminario internazionale, Torriglia e Montebruno (GE), 21 e 22 maggio 2002 - Edizioni All'Insegna del Giglio, Firenze 2003
- Eleonora Destefanis, La Diocesi di Piacenza e il monastero di Bobbio, Spoleto 2008, pp. VIII-356, ill - ISBN 978-88-7988-933-9
- Eleonora Destefanis, Dal Penice al Po: il “territorio” del monastero di Bobbio nell'Oltrepò pavese-piacentino in età altomedievale, in Dalla curtis alla pieve fra archeologia e storia. Territori a confronto: l’Oltrepò Pavese e la Pianura Veronese. Atti della Giornata di Studi, Torrazzetta di Borgo Priolo (PV), 27 ottobre 2007, a cura di S. Lusuardi Siena, Mantova 2008, pp. 71-100 – Distribuito in formato digitale da “Reti Medievali”, www.retimedievali.it
- Eleonora Destefanis, Il monastero di Bobbio sulle vie del pellegrinaggio altomedievale: fonti scritte e dati materiali, in Pellegrinaggi e monachesimo celtico. Dall'Irlanda alle sponde del Mediterraneo, Atti della giornata di Studio (Genova, 14 ottobre 2010), a cura di Francesco Benozzo e Marina Montesano, Alessandria 2010 [2011] (numero speciale di «Studi Celtici»), pp. 59-108 - Distribuito in formato digitale da “Reti Medievali”, www.retimedievali.it
- Eleonora Destefanis, Bobbio come monastero “di valle” nell’Appennino nord-occidentale (VII-XII secolo), in Le valli dei monaci = De re monastica III, a cura di L. PANI ERMINI, II, Spoleto 2012, pp. 703-732
- Eleonora Destefanis, Paola Guglielmotti, La diocesi di Bobbio. Formazione e sviluppi di un'istituzione millenaria, Firenze 2015 – Distribuito in formato digitale da “Reti Medievali”, www.retimedievali.it
- Vittorio Fainelli (a cura di), Codice diplomatico veronese, vol. I, Deputazione di Storia Patria per le Venezie, 1940.
- G. Fasoli, Aspetti di vita economica e sociale nell'Italia del secolo VII, in Caratteri del secolo VII in Occidente, Atti della V Settimana di studio del Centro italiano di studi sull’Alto Medioevo, Spoleto 1958, pp. 103-159.
- G. Fasoli, Navigazione fluviale. Porti e navi sul Po”, in La navigazione mediterranea nell'Alto Medioevo, in Atti della XXV Settimana di studio del Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo, Spoleto 1978, pp. 565-620.
- Felice da Mareto, Abbazia di S. Salvatore di Tolla, in Studi storici in onore di Emilio Nasalli Rocca, Piacenza 1971, pp. 191-221.
- Valeria Polonio Felloni, Il monastero di San Colombano di Bobbio dalla fondazione all'epoca carolingia, Genova 1962, pp. 136 (Fonti e studi di storia ecclesiastica, II)
- Valeria Polonio Felloni, Il monachesimo nel Medioevo italico, in G. M. Cantarella - V. Polonio - R. Rusconi, Chiesa, chiese, movimenti religiosi, Roma-Bari 2001 (Manuali Laterza 149), pp. 81–187.
- Valeria Polonio Felloni, Colombano europeo?, in San Colombano e l'Europa, a cura di L. Valle - P. Pulina, Como - Pavia 2001 (Ibis, Minimalia), pp. 137–148.
- Valeria Polonio Felloni, Tra universalismo e localismo: costruzione di un sistema, in Il cammino della Chiesa genovese dalle origini ai nostri giorni, a cura di D.Puncuh, Genova 1999.
- Valeria Polonio Felloni, Il monastero di Borzone: quali radici?, in L'abbazia di Borzone. Verso la rinascita, Atti del II seminario di studi, Abbazia di Borzone, 10 maggio 2003, a cura di Barbara Bernabò, Chiavari 2005, pp. 15-37.
- M. Ferrari, Nuovi frammenti documentari bobbiesi, in Italia medievale e Umanistica, vol. 10, 1967 - pp. 1-23.
- A. Ferretto I primordi e lo sviluppo del Cristianesimo in Liguria e in particolare a Genova, in: Atti della Società Ligure di Storia Patria, XXXIX, 1907.
- G. Fiori, Il monastero di S. Paolo di Mezzano in Val Trebbia, in Archivio storico per le province parmensi, 1996 XLVIII, pp. 93-111.
- U. Formentini, Il comitato torresano e la contea di Lavagna dai Bizantini ai Franchi, in Archivio storico per le province parmensi, 1929 XXIX, pp. 7-39.
- N. Francovich Onesti, Vestigia longobarde in Italia (568-774). Lessico e antroponimia, Roma 2000
- V. Fumagalli, Crisi del dominico e aumento del masserizio nei beni infra valle del monastero di San Colombano di Bobbio dall’862 all’883, in Rivista di Storia dell’Agricoltura, 1966, 4, pp. 352-359.
- V. Fumagalli, Distretti cittadini e circoscrizioni rurali nell'Emilia occidentale dall'VIII al XII secolo, in Modena, 1972, Suppl 6/72, Atti del convegno Storia e problemi della montagna italiana (Pavullo, maggio 1971), pp. 37-39.
- V. Fumagalli, In margine al problema delle circoscrizioni amministrative dell'Italia settentrionale longobarda durante il Medioevo, in Atti del Convegno Storico di Bagni di Lucca, Bologna, 1977, pp. 3-13.
- V. Fumagalli, Coloni e signori nell’Italia settentrionale. Secoli VI-XI, Bologna 1978
- V. Fumagalli, Il regno italico, Torino 1978
- V. Fumagalli, G. Rossetti, Medioevo rurale: sulle tracce della civiltà contadina, Bologna 1980
- V. Fumagalli, Le modificazioni politico-istituzionali in Italia sotto la dominazione carolingia, in Nascita dell'Europa ed Europa carolingia: un'equazione da verificare, Atti della XXVII Settimana di studio del Centro italiano di studi sull’Alto Medioevo, Spoleto 1981
- V. Fumagalli, Il monachesimo in Valdarda, in Fiorenzuola. Una città e la sua storia, Piacenza, 1993, pp.31-41.
- V. Fumagalli, Economia, società, istituzioni nell’Appennino tosco-emiliano occidentale durante l’alto medioevo. Alcuni spunti e risultati di ricerca, in Signori feudali e comunità appenniniche nel Medioevo, Atti delle giornate di studio (Capugnano, 3-4 settembre 1994), 1995, pp. 7-12.
- V. Fumagalli, M. L. Forlini, G. Bottazzi, A. Ghiretti, Bardi e la valli di Ceno e Taro nella storia, Modena 1990
- V. Fumagalli, G. Petracco Sicardi, D. Ponzini, Valtaro e Valceno nell’Altomedioevo, Milano 1990
- F. Gaggia, Il mulino dei padri Camaldolesi: già del Priorato di San Colombano di Bardolino, Centro studi per il territorio Benacense, La grafica, Vago di Lavagno, 1995
- P. Galetti, Carlo Cipolla storico e diplomatista del monastero di San Colombano di Bobbio, in «Archivio storico per le province parmensi», s. 4, XXVII (1975), pp. 186-88.
- P. Gandolfi, Origini, fortune e decadenza dell'antica abbazia piacentina di Tolla, Piacenza 1975
- Osvaldo Garbarino, Monaci, milites e coloni: materiali scritti e costruiti per una storia del Tigullio altomedioevale, Edizioni De Ferrari, Genova [2000], 316 p. ill.
- Osvaldo Garbarino, Il problema storico dell'Alpe Adra e dei suoi confini, secondo la tesi del diploma interpolato, in:I Quaderni di Ivo, II, nº 2, 1998.
- Rolando Gaspari, II priorato di San Colombano di Bardolino dalle origini al «Breve recordationis», Padova, Istituto di Storia Medioevale e Moderna, 1971
- Stefano Gasparri, I duchi longobardi, Roma 1978
- Stefano Gasparri, Pavia longobarda, in Storia di Pavia, II. L’alto medioevo, Pavia, 1987, pp. 19-67.
- Stefano Gasparri, Il regno longobardo in Italia, in S. Gasparri, P. Cammarosano (a cura di), Langobardia, Udine, 1990, pp. 237-305.
- F. Ghizzoni, Dalla dominazione longobarda all’anno Mille, in Storia di Piacenza, 1990, 1, pp.
110-172.
- L. M. Hartmann, L’attività economica del monastero di Bobbio nel IX secolo, in Archivum Bobiense, 1980, II, pp. 107-135.
- S. Lusuardi Siena, Memoriola/Mormorola. Riscoperta di una pieve dell’Oltrepò pavese, Varzi 2006
- N. Maffezzoli, La pieve di Santa Maria di Garda, s.d.s.l., Malcesine sul Garda, 1987, pp. 146-7.
- Giorgia Musina, Le campagne di Piacenza tra VII e IX secolo: insediamenti e comunità, Tesi per il Dottorato di ricerca in Storia Medievale - Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, 2012
- Andrea Piazza, Monastero e vescovado di Bobbio (dalla fine del X agli inizi del XIII secolo), Centro italiano di studi sull'alto medioevo, Spoleto 1997 (Testi, studi, strumenti), pp. VI-190 - ISBN 88-7988-382-8
- ATTI DEL 4° CONGRESSO INTERNAZIONALE DI STUDIO SULL'ALTO MEDIOEVO: «PAVIA CAPITALE DI REGNO» (Pavia - Scaldasole - Monza - Bobbio, 10-14 settembre 1967), Spoleto 1969, pp. 550, tavv. f.t. 146.
- A. Piazza, Le carte medievali di San Colombano di Bobbio presso l'Archivio di Stato di Torino, in Studi di storia medioevale e di diplomatica, Edizioni New Press, Como, 12-13 (1992-1993), pp. 163–206.
- A. Piazza, Gli studi bobbiesi di Carlo Cipolla, in Carlo Cipolla e la storiografia italiana fra Otto e Novecento. Atti del convegno di studio (Verona, 23-24 novembre 1991), Accademia di agricoltura, scienze e lettere di Verona, Verona 1994, pp. 185–202.
- A. Piazza, Le carte di San Colombano di Bardolino (1134-1205), in Fonti per la storia della Terraferma veneta, 8, Editrice Antenore, Padova 1994, pp. 230.
- A. Piazza, Memoria documentaria e amministrazione di un patrimonio eccentrico: i beni di San Colombano di Bardolino nel XII secolo, in "Archivum Bobiense", Editrice degli A.S.B., Bobbio, XVIII-XIX (1996/1997), pp. 55–69; edito pure in Il priorato di San Colombano di Bardolino e la presenza monastica nella Gardesana Orientale. Atti del Convegno (Bardolino 26-27 ottobre 1996), Centro Studi per il Territorio Benacense, Caselle di Sommacampagna 1997, pp. 31–38 = "Il Garda. L'ambiente, l'uomo", 13 (1997).
- A. Piazza, Identità territoriali di un'area di tradizione monastica: l'Appennino bobbiese tra X e XIII secolo, di prossima pubblicazione in un volume curato dal prof. R. Greci.
- A. Piazza, Il monastero di San Colombano di Bobbio dall'abate Gerberto all'"abbas et episcopus" Pietroaldo. Relazione al Congresso internazionale: Gerberto d'Aurillac da abate di Bobbio a papa dell'anno 1000, Bobbio, 28-30 settembre 2000, di prossima pubblicazione negli Atti del Congresso.
- Gian Pietro Brogiolo, Monica Ibsen, Chiara Malaguti, Archeologia a Garda e nel suo territorio (1998-2003), Ed. All'insegna del giglio, 2006
- Beatrice Mancini, Incastellamente nel Garda orientale. Evoluzione e controllo del territorio, Progetto Archeologico Garda - II - 1999-2000
- Gregorio Penco Storia del monachesimo in Italia: dalle origini alla fine del Medioevo Ed. Jaca Book 1983
- G. Poggi, Origini della Chiesa genovese - Dai primi Vescovi ai Longobardi (IV-VIII secolo), in Genova preromana, romana e medievale, nel volume "Genova", Giovanni Ricci, Libreria Moderna, Galleria Mazzini, 1914
- Aldo A. Settia, Presenza bobbiese dei monaci di San Colombano a Alba e Asti in Aldo A. Settia, L'alto medioevo ad Alba. Problemi e ipotesi a cura di R. Comba in Studi per una storia d'Alba, V, Alba medievale. Dall'alto medioevo alla fine della dominazione angioina: VI-XIV secolo, Alba 2010, pp. 23-55
- Renato Stopani Prima della Francigena: itinerari romei nel Regnum Langobardorum, Ed. Le lettere, Firenze 2000
- Michele Tosi Bobbio Guida storica artistica e ambientale della città e dintorni - Archivi Storici Bobiensi 1983
- Michele Tosi Storia di Bobbio - Archivi Storici Bobiensi
- Michele Tosi Bobbio e la valle del Trebbia, in Storia di Piacenza. Dalle origini all'anno mille - Cassa di Risparmio di Piacenza e Vigevano, Piacenza 1990
- Michele Tosi I monaci colombabiani del sec. VII portano un rinnovamento agricolo-religioso nella fascia litorale ligure, in: Archivum Bobiense, XIV-XV, 1992-93
- Michele Tosi, Flavio Giuseppe Nuvolone, Archivum Bobiense Rivista annuale degli Archivi storici Bobiensi (1979-2008). Bobbio
- G.M. Varanini, L’olivicoltura e l'olio gardesano nel medioevo, aspetti della produzione e della commercializzazione, in Un lago, una civiltà: il Garda, I, Verona 1983, p. 133 e nota 103.
- G.M. Varanini, Il territorio fra l'Adige, il Baldo e il Garda nei secoli IX e X, in Ricerche di Storia Gardesana, Medioevo, Studi e documenti, 1 , Verona 2005, pp. 161-254
- R. Zanussi San Colombano d'Irlanda Abate d'Europa - Ed. Pontegobbo, 2007 ISBN 88-86754-38-8
- Alessandro Zironi Il monastero longobardo di Bobbio. Crocevia di uomini, manoscritti e culture, Spoleto 2004, pp. VI-208 - ISBN 88-7988-090-X
- P. Coletto G.L. Olmi Bobbio ritratto di una città - Edizioni La Trebbia, Bobbio 2002
- C. Artocchini Castelli piacentini - TEP, Piacenza 1983
- A. Corna, Castelli e rocche del Piacentino, Piacenza 1913
- Bruna Boccaccia Bobbio Città d'Europa - Ed. Pontegobbo 2000 ISBN 88-86754-33-7
- Paolo Gulisano, Colombano: un santo per l'Europa, Milano 2007. ISBN 978-88-514-0472-7
- San Colombano abate d'Europa, a cura di Paolo Gulisano, Adolfo Morganti, Mauro Steffenini; fotografie di Manuela Ravanello, Luisa Vassallo, Castel Bolognese 2007. ISBN 978-88-526-0152-1
- Vittorio Pasquali La Provincia di Bobbio Post napoleonica - Descrizione del territorio e dell'economia nell'anno 1814 - (Archivi di Stato di Torino: "Quadro del circondario di Bobbio", mazzo 44) - Mappa della Contea di Bobbio - Ed. Amici di San Colombano, Bobbio 2004
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Bobbio
- Storia di Bobbio
- Abbazia di San Colombano
- Eremo di San Michele (Coli)
- Ordine di San Colombano
- monachesimo
- Via degli Abati
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Portale europeo su San Colombano, su saintcolumban.eu.
- Eleonora Destefanis Dal Penice al Po: il "territorio” del monastero di Bobbio nell’Oltrepò pavese-piacentino in età altomedievale (PDF), su rm.unina.it.
- Estratto del libro Fortunato Vinelli. Un vescovo per Chiavari di Vinelli Luigi con PROLOGO: I Vinelli: radici antiche nella Diocesi di Chiavari - I monaci di San Colombano (PDF), su internosedizioni.com.
- Tesi Università di Bologna Piacenza e Bobbio territori fra il VII e IX secolo (PDF), su amsdottorato.cib.unibo.it.
- Ricerca sulla Via degli Abati da Bobbio a Pontremoli per Roma sui possedimenti del monastero di Bobbio, su valcenoweb.it. URL consultato il 9 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 9 novembre 2013).
- La Corte bobiense di Turris (Borgo Val di Taro) ed i suoi possedimenti (PDF), su zappafermi.it. URL consultato il 2 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 19 febbraio 2014).
- Santi irlandesi e fondazioni monastiche irlandesi in Italia (TXT), su archive.org.
- Presenza bobbiese dei monaci di San Colombano a Alba e Asti, su docs.google.com.