Carpasio frazione, ex comune | |
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Panorama di Carpasio | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Liguria |
Provincia | Imperia |
Comune | Montalto Carpasio |
Amministrazione | |
Data di istituzione | 1861 |
Data di soppressione | 2017 |
Territorio | |
Coordinate | 43°57′35.74″N 7°52′00.39″E |
Altitudine | 720 m s.l.m. |
Superficie | 16 km² |
Abitanti | 163 (1-1-2018) |
Densità | 10,19 ab./km² |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 18028 (già 18010) |
Prefisso | 0184 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 008013 |
Cod. catastale | B814 |
Targa | IM |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[1] |
Cl. climatica | zona E, 2 958 GG[2] |
Nome abitanti | carpasini |
Patrono | sant'Antonino martire |
Giorno festivo | 2 settembre |
Cartografia | |
Posizione della frazione di Carpasio nella provincia di Imperia | |
Carpàsio (Carpaxe in ligure[3][4]) è una frazione di 163 abitanti che ospita la sede comunale del comune italiano di Montalto Carpasio della provincia di Imperia in Liguria.
Geografia fisica
[modifica | modifica wikitesto]Il territorio di Carpasio comprende l'alta valle Carpasina a ridosso delle valli del Maro, di Prelà e di Rezzo. In questa zona del territorio ponentino nasce il torrente Carpasina, presso la vetta del monte Grande, corso d'acqua che poi s'immette nel torrente Argentina nella valle omonima.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Secondo alcune fonti locali l'origine primitiva del villaggio montano risalirebbe molto probabilmente all'Età del ferro[5], come punto di rifugio dei primi insediamenti umani. Tracce di una postazione difensiva d'epoca preromana - un "castellaro" localmente denominato Rocca Castè[5] - sarebbe stata identificata presso un'altura sovrastante il santuario di Nostra Signora della Ciazzima.
Frequentata dai Longobardi dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, fu il re Ariperto II a cedere[5] questa parte del territorio della valle di Oneglia, e quindi anche Carpasio, al pontefice Giovanni VII nel 706[5]; un altro papa, Urbano II, assoggettò poi il territorio sotto la giurisdizione della diocesi di Albenga dal 2 febbraio 1100[5].
Il borgo venne compreso alla fine dell'XI secolo nella Marca Aleramica[5] (nel Contado di Albenga[5]) assieme ad altre comunità del ponente ligure, fino alla dominazione dei conti di Ventimiglia[5] nei secoli successivi che assoggettarono tutta la valle del Maro, dell'Impero e di Prelà. La prima citazione ufficiale del borgo di Carpasio, tuttavia, è risalente ad uno scritto del 1153[5] con il quale il vescovo ingauno Odoardo concesse al signore del feudo di Lingueglietta il diritto di riscuotere le decime[5].
Secondo un documento risalente al 4 ottobre del 1234[5] un terzo del territorio di Carpasio fu venduto dal conte Oberto (conte di Ventimiglia e signore di Badalucco) a tre cittadini del luogo. Il 24 novembre 1259[5] fu il marchese di Ceva Pagano, genero di Oberto, a cedere il feudo al comune di Genova rinunciando ai propri diritti feudali; il 28 settembre 1399[5] il territorio carpasino fu ulteriormente diviso tra diversi signori locali, ma legati ai conti intemeli.
Il 21 luglio del 1433[5] furono stilati gli "Statuti di Carpasio". In tali statuti si stabilì l'indipendenza politica e fiscale di Carpasio, amministrando pertanto proprie finanze ed interessi, ed eleggendo un podestà locale tra i signori feudali del paese.
Con atto stilato il 9 maggio 1455[5] il conte Garspardo di Ventimiglia vendette per la somma di 8.600 lire genovesi[5] ad Onorato Lascaris di Ventimiglia, conte e signore di Tenda, i diritti feudali del paese causando contrasti e incomprensioni tra gli altri pretendenti del feudo. Le continue controversie sulla effettivo dominio di Carpasio consentirono infine la conquista di Emanuele Filiberto I di Savoia, che divenne l'unico signore del Maro e della contea di Tenda a partire dal 12 luglio 1575[5].
Gio Girolamo Doria lo elesse a sede di marchesato nel 1590[5], mentre nel 1620[5] entrò a far parte del principato omonimo dipendente dai Savoia.
Facente parte del successivo Regno di Sardegna, i territori della valle e quindi anche la municipalità di Carpasio confluirono tra il 1801 e il 1803 nella Repubblica Ligure andando a costituire l'XI cantone dell'Argentina nella Giurisdizione degli Ulivi[6]. Annesso al Primo Impero francese[6], dal 13 giugno 1805 al 1814 il territorio venne inserito nel Dipartimento di Montenotte sotto l'arrondissement di Porto Maurizio[6].
Nuovamente inglobato nel Regno di Sardegna dal 1815[6], così come stabilito dal Congresso di Vienna del 1814, confluì nel Regno d'Italia dal 1861[6]. Dal 1859 al 1927 il territorio fu compreso nel I mandamento di Borgomaro del circondario di Porto Maurizio facente parte della provincia di Porto Maurizio e, con la sua costituzione, della successiva provincia di Imperia[6].
Durante le ultime fasi della seconda guerra mondiale alcuni partigiani di Carpasio, facenti parte del battaglione della divisione garibaldina "Felice Cascione"[5], intentarono una vittoriosa battaglia contro l'esercito tedesco presso la vetta del monte Grande tra il 4 e il 5 settembre 1944[5]. E sempre a Carpasio fu fissata la sede della IV Brigata "Elsio Guarrini"[5].
Dal 1973 al 30 aprile 2011 ha fatto parte della Comunità montana Argentina Armea.
Montalto Carpasio
[modifica | modifica wikitesto]L'11 giugno 2017[7] si è svolto negli allora due comuni di Carpasio e Montalto Ligure un referendum consultivo per l'unificazione dei due territori in un unico ente comunale. In entrambi i centri è stato raggiunto il quorum necessario del 30% per la convalida della consultazione con il risultato similare del 77% dei voti favorevoli all'unione. Il nuovo comune denominato Montalto Carpasio, è stato istituito il 1º gennaio 2018.
Simboli
[modifica | modifica wikitesto]- Stemma
- Gonfalone
«Drappo partito di rosso e di verde…»
Lo stemma e il gonfalone del comune di Carpasio erano stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 9 aprile 1953.[9]
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]Architetture religiose
[modifica | modifica wikitesto]- Chiesa parrocchiale di Sant'Antonino nel centro storico di Carpasio. Eretta nel 1404 in stile barocco, è corredata dall'antico campanile in pietra fortemente inclinato. Fu sottoposta ad un accurato restaurato nel XVII secolo.
- Chiesa di San Giovanni Battista del XIV secolo, primitiva parrocchiale del borgo, sita nella parte bassa del paese. Conserva l'abside originaria databile tra i secoli XII e XIII.
- Oratorio della Santissima Annunziata nel centro storico di Carpasio. La costruzione è risalente all'epoca barocca e quindi al XVII secolo. In facciata (restaurata) è presente un affresco raffigurante l'Annunciazione e analoga scena ritrae un dipinto conservato all'interno dell'edificio.
- Cappella di San Bernardo, a nord dell'abitato carpasino.
- Cappella dei Santi Carlo e Rocco, ad ovest dell'abitato, databile tra il 1579 e il 1583.
- Cappella di Sant'Antonio, a sud del centro storico di Carpasio.
- Cappella di San Sebastiano, ad oriente del centro storico, risalente nel primo impianto al medioevo, ma rifatto poi internamente in stile barocco.
- Santuario della Natività di Maria Vergine o detto anche della Madonna di Ciazzima, eretto nel 1609, distante a circa due chilometri dal centro abitato. Lungo il sentiero che porta al santuario mariano sono collocate le edicole raffiguranti le tappe della Via Crucis.
- Cappella della Madonna del Rosario nella frazione di Arzene.
- Cappella del Sacro Cuore di Gesù nella frazione di Costa.
Aree naturali
[modifica | modifica wikitesto]Monte Carpasina è un sito di interesse comunitario (SIC) istituito con il Decreto Ministeriale del 25 marzo 2005, ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva Habitat).
Società
[modifica | modifica wikitesto]Evoluzione demografica
[modifica | modifica wikitesto]Abitanti censiti[10]
Etnie e minoranze straniere
[modifica | modifica wikitesto]Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2014, i cittadini stranieri residenti a Carpasio erano 23[11], pari al 13,53% della popolazione totale.
Cultura
[modifica | modifica wikitesto]Istruzione
[modifica | modifica wikitesto]Musei
[modifica | modifica wikitesto]- Museo storico della Resistenza. Sito in un casone nella frazione di Costa e aperto nel 1982[5] raccoglie reperti e documenti sulle battaglie dei partigiani locali nella lotta per la liberazione del paese e della valle. Tra i reperti conservati ed esposti divise, fotografie, armi, cimeli e testimonianze storiche di quel periodo bellico.
- Museo della lavanda. Inaugurato nel 2012[12] presso il centro storico di Carpasio, curato dalla locale associazione culturale Officina delle Erbe, contiene reperti e documenti sulla coltivazione della lavanda, attività tradizionalmente svolta nel paese.
Geografia antropica
[modifica | modifica wikitesto]Il territorio del comune decaduto era costituito, oltre che dall'ex capoluogo comunale di Carpasio e dalle frazioni di Arzene, Costa e Fontanili anche dalle località di Colle d'Oggia, Costarossa, Costorello, Faravello, Prati Piani e Rairan per un totale di 16,29 km2[13].
Economia
[modifica | modifica wikitesto]La principale risorsa economica della frazione è l'attività agricola, specie la coltivazione degli ortaggi (patate, fagioli, zucche, cavoli, fave, cipolle, aglio) e la produzione di olio di oliva.
Infrastrutture e trasporti
[modifica | modifica wikitesto]Strade
[modifica | modifica wikitesto]Il territorio di Carpasio è attraversato principalmente dalla strada provinciale 21 che gli permette il collegamento stradale con Borgomaro, a nord, innestandosi con la provinciale 24 e a sud con la frazione di Montalto Ligure.
Ex amministrazione
[modifica | modifica wikitesto]Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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1915 | 1920 | Domenico Cotta | Sindaco | ||
anni 1930 | anni 1930 | Antonio Cotta | Partito Nazionale Fascista | Podestà | |
1954 | 1975 | Maria Luisa Vita | Sindaco | ||
1985 | 1990 | Sergio Banaudi | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1990 | 1995 | Sergio Banaudi | Democrazia Cristiana, poi Partito Popolare Italiano | Sindaco | |
1995 | 1999 | Giovanni Battista Guasco | Lista civica | Sindaco | |
1999 | 2009 | Innocenza Cotta | Lista civica "Carpasio 2000" | Sindaco | |
2009 | 26 maggio 2014 | Valerio Verda | Lista civica "Carpasio 2000" | Sindaco | |
26 maggio 2014 | 31 dicembre 2017 | Claudio Seravalli | Lista civica "Valle Carpasina 2014" | Sindaco | [14] |
Gemellaggi
[modifica | modifica wikitesto]Carpasio era gemellata con:
- Saorge, dal 2006
Altre informazioni amministrative
[modifica | modifica wikitesto]Carpasio faceva parte dell'Unione dei comuni delle Valli Argentina e Armea.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario del professor Gaetano Frisoni, Nomi propri di città, borghi e villaggi della Liguria del Dizionario Genovese-Italiano e Italiano-Genovese, Genova, Nuova Editrice Genovese, 1910-2002.
- ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 146, ISBN 88-11-30500-4.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w Fonte dal libro di Andrea Gandolfo, La provincia di Imperia: storia, arti, tradizioni. Volume 1, Peveragno, Blu Edizioni, 2005.
- ^ a b c d e f Fonte dal Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Artistiche, su siusa.archivi.beniculturali.it. URL consultato l'8 novembre 2013.
- ^ La Liguria avrà un Comune in meno: Montalto e Carpasio si mettono insieme, su ilsecoloxix.it. URL consultato il 14 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 12 giugno 2017).
- ^ a b Carpasio, su araldicacivica.it. URL consultato il 6 novembre 2011.
- ^ Carpasio, decreto 1953-04-09 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 3 luglio 2022.
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
- ^ Dato Istat al 31/12/2014, su demo.istat.it. URL consultato il 4 novembre 2015 (archiviato dall'url originale il 26 ottobre 2019).
- ^ Fonte dal sito ufficiale del museo della lavanda di Carpasio, su museodellalavanda.it. URL consultato il 14 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 26 agosto 2013).
- ^ Fonte dallo statuto comunale di Carpasio (PDF), su incomune.interno.it. URL consultato l'8 novembre 2013.
- ^ A partire dal 1º gennaio 2018 l'ente si unisce con Montalto Ligure costituendo il neo comune di Montalto Carpasio
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Carpasio
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Carpàsio, su sapere.it, De Agostini.
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