Yasujirō Ozu
Yasujirō Ozu (小津 安二郎?, Ozu Yasujirō; Tokyo, 12 dicembre 1903 – Tokyo, 12 dicembre 1963) è stato un regista e sceneggiatore giapponese. Esponente del cinema realista, nei suoi film riassume la tradizione e la modernità del suo paese con una dialettica precisa.[1]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]La sua vita ricalca – si potrebbe dire – la trama minimale dei suoi film, solo sfiorata dai grandi eventi, improntata al suo carattere schivo. Nasce a Tokyo (nel sobborgo di Fukugawa), ma viene educato in un paese di campagna, Matsusaka, insieme ai suoi fratelli. Un carattere non privo di asperità, che si manifestano sin da piccolo; a scuola viene ricordato soprattutto per le risse, per la precoce tendenza all'alcool e per il vezzo di tenere sul banco la foto di Pearl White (ormai dimenticata attrice del cinema muto, interprete di oltre duecento film, tra cui l'allora popolarissima serie The Perils of Pauline). I nomi che all'inizio affascinarono Ozu e che lo spinsero verso la carriera di regista sono ormai quasi perduti nella nebbia del tempo: Pearl White appunto, ma anche Lillian Gish, William S. Hart, Rex Ingram. Il cinema americano ebbe su di lui un'immediata influenza. Si racconta che preferì andare al cinema locale a vedere la prima de Il prigioniero di Zenda piuttosto che sostenere l'esame di ammissione alla scuola superiore commerciale già frequentata dal fratello.
Degli anni successivi si sa poco, se non che riuscì a farsi assumere come maestro nella scuola di un piccolo villaggio di montagna e che alla fine la famiglia fu costretta a riportarlo di peso a Tokyo e a pagare i debiti accumulati grazie alla sua sconfinata passione alcolica.
Considerando che a quell'epoca il cinema in Giappone non godeva di grande prestigio, un'anima persa come il giovane Ozu non fece fatica a fare il suo ingresso nell'ambiente cinematografico. L'inizio della sua carriera è quello di operatore di macchina, un mestiere che prende molto sul serio e che sarà alla base di alcune importanti sperimentazioni e innovazioni che ancora oggi rendono i suoi primi film (in bianco e nero, muti e immersi nella cultura giapponese) estremamente gradevoli e attuali.
La scelta di passare alla regia non fu semplice: "Come aiuto regista potevo bere quanto mi pareva e parlare tutto il tempo. Come regista mi sarebbe toccato lavorare di continuo e stare in piedi anche la notte".
È del 1930 la realizzazione del film Ojōsan che oltre ad essere impregnato della tradizione nipponica, ha un certo apprezzamento verso la maestosa produzione americana che in quei tempi predominava.
Georges Sadoul ha scritto che l'opera del regista è «profondamente radicata nella cultura giapponese, fa parte dello "Shimun GeKi", drammi e commedie che hanno per protagonisti persone comuni, e nel suo caso soprattutto impiegati, piccoli borghesi. Esordì con brevi comiche ispirate da Chaplin e Keaton, per evolvere poi verso un tipo di commedia dolce-amara».[2]
Gli anni trenta
[modifica | modifica wikitesto]Agli inizi degli anni trenta nasce una nuova fase, tutta rivolta alla realtà sociale del suo paese, cosicché ritroviamo nelle sue pellicole personaggi umili e popolari come: disoccupati e laureati in cerca di lavoro in La signorina e la barba (Shukujo to hige), i figli contestatori di Sono nato, ma... (Otona no miru ehon - Umarete wa mita keredo) del 1932, film quest'ultimo che mette in luce l'ineluttabile essere succube dei figli all'autorità. A proposito di quest'ultimo film Gianni Volpi ha scritto che si tratta di un film «burlesco do bambini, (...). I due figli (...), così comici nella loro serietà, riescono a fatica a farsi rispettare (...), vantando di continuo il "valore" del padre».[3] Lo stesso pessimismo è ripreso anche in Dove sono finiti i sogni di gioventù? (Seishun no yume ima izuko) e Una donna di Tokyo (Tokyo no onna) in cui una donna si prostituisce per far studiare suo fratello. In questi anni il regista affina il suo stile, rendendolo autonomo, con una precisa geometria spaziale e modulazione temporale.
Gli anni quaranta e cinquanta
[modifica | modifica wikitesto]Oltre ad una evoluzione stilistica ce n'è anche una tematica. Il tema della famiglia accentrato nelle pellicole precedenti diverrà pian piano il contrasto tra la modernità e la tradizione, esempio primo il film del 1936 Figlio unico (Hitori musuko) considerato assieme a Sono nato, ma... uno dei migliori film dell'epoca. Nel 1941 la sua tematica ebbe un'ulteriore evoluzione. Ozu prende a difendere i valori nazionalisti nei film satirici Fratelli e sorelle della famiglia Toda (Todake no kyodai) e C'era un padre (Chichi ariki), nazionalismo che oramai non esiste più secondo il regista, ne dà dimostrazione infatti nel film Il chi è di un inquilino (Nagaya shinshiroku).
Nel dopoguerra Ozu diventa molto popolare nel suo paese. Nel 1951 egli ritorna ancora ai temi della famiglia, stavolta con un padre riflessivo che serva da monito per chi non lo è, nel film Il tempo del raccolto del grano (Bakushu). In prosieguo, la sua tematica è tutta rivolta alla perdita dei valori e quella dell'autorità, temi che si ritrovano nei suoi ultimi film Crepuscolo di Tokyo (Tokyo boshoku) e Fiori d'equinozio (Higanbana).
Il suo capolavoro è considerato Viaggio a Tokyo (Tokyo monogatari) del 1953. In Occidente è considerato il "più giapponese" dei registi nipponici e solo dopo il 1960 alcune sue opere vengono distribuite all'estero.
Yasujirō Ozu soccombe al cancro alla gola esattamente il giorno del suo sessantesimo compleanno, il 12 dicembre 1963. Viene sepolto nel tempio di Engaku-ji, a Kita Kamakura.
Filmografia
[modifica | modifica wikitesto]Cortometraggi
[modifica | modifica wikitesto]- Zange no yaiba (懺悔の刃?) (1927) - perduto
- Wakōdo no yume (若人の夢?) (1928) - perduto
- Nyōbō funshitsu (女房紛失?) (1928) - perduto
- Kabocha (カボチャ?) (1928) - perduto
- Hikkoshi fūfu (引越し夫婦?) (1928) - perduto
- Nikutaibi (肉体美?) (1928) perduto
- Takara no yama (宝の山?) (1929) - perduto
- Mi sono laureato, ma... (大学は出たけれど?, Daigaku wa detakeredo) (1929)
- Kaishain seikatsu (会社員生活?) (1929) - perduto
- Un bambino che non molla mai (突貫小僧?, Tokkan kozō) (1929)
- Kekkongaku nyūmon (結婚学入門?) (1930) - perduto
- Anche se non sono riuscito a laurearmi... (落第はしたけれど?, Rakudai wa shitakeredo) (1930)
- La moglie di quella notte (朗かにその夜の妻?, Sono yo no tsuma) (1930)
- Erogami no onryō (エロ神の怨霊?) (1930) - perduto
- Ashi ni sawatta kōun (足に触った幸運?) (1930) - perduto
- Haru wa gofujin kara (春は御婦人から?) (1932) - perduto
- Una donna di Tokyo (東京の女?, Tokyo no onna) (1933)
- Kagamijishi (1936) - cortometraggio documentario
- La ragazza che cosa ha dimenticato? (1937)
- Il chi è di un inquilino (1947)
- Watashi wa Beretto (1964) - un filmato promozionale per la casa automobilistica Isuzu Jidosha, pubblicato postumo
Lungometraggi
[modifica | modifica wikitesto]- Giorni di gioventù (学生ロマンス 若き日?, Gakusei romansu: wakaki hi) (1929)
- Rissa tra amici in stile giapponese (和製喧嘩友達?, Wasei kenka tomodachi) (1929)
- Spensierato (朗かに歩め?, Hogaraka ni ayume) (1930)
- Ojōsan (お嬢さん?) (1930)
- La signorina e la barba (淑女と髭?, Shukujo to hige) (1931)
- Bijin aishu (美人と哀愁?) (1931)
- Il coro di Tokyo (東京の合唱?, Tōkyō no kōrasu) (1931)
- Sono nato, ma... (1932)
- Mata au hi made (また逢ふ日まで) (1932)
- Dove sono finiti i sogni di gioventù? (1932)
- La donna della retata (1933)
- Capriccio passeggero (1933)
- Una madre dovrebbe essere amata (1934)
- Storia di erbe fluttuanti (1934)
- Una locanda di Tokyo (1935)
- Figlio unico (1936)
- Fratelli e sorelle della famiglia Toda (1941)
- C'era un padre (1942)
- Una gallina nel vento (1948)
- Tarda primavera (1949)
- Le sorelle Munekata (1950)
- Il tempo del raccolto del grano (1951)
- Il sapore del riso al tè verde (1952)
- Viaggio a Tokyo (1953)
- Inizio di primavera (1956)
- Crepuscolo di Tokyo (1957)
- Fiori d'equinozio (1958)
- Buon giorno (1959)
- Erbe fluttuanti (1959)
- Tardo autunno (1960)
- L'autunno della famiglia Kohayagawa (1961)
- Il gusto del sakè (1962)
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Yasujiro Ozu, su treccani.it.
- ^ Georges Sadoul, Ozu Yasujiro, in Il cinema, Vol. 1 - I cineasti, n. 13, Firenze, G.C.Sansoni Editore, marzo 1981, pp. 285-286.
- ^ Gianni Volpi, I mille film. Guida alla formazione di una cineteca, Milano, Baldini&Castoldi, marzo 2017, p. 201.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Dario Tomasi, Yasujiro Ozu (1996), Milano: Il Castoro Cinema
- Paul Schrader, Il trascendente nel cinema. Ozu, Bresson, Dreyer (2002), Donzelli
- Kiju Yoshida, O Anticinema de Yasujiro Ozu (2003), Cosac & Naify
- Shigehiko Hasumi, Kantoku Ozu Yasujiro (2003), Chikuma Shobo
- Yasujirō Ozu, Scritti sul cinema, a cura di Franco Picollo e Hiromi Yagi, Donzelli, 2016 - ISBN 978-88-6843-481-6
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Film e remake dello stesso regista
- Tokyo-Ga
- Ozu Film Festival, concorso internazionale di cortometraggi intitolato a Ozu
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni di o su Yasujiro Ozu
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Yasujiro Ozu
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (JA) Sito ufficiale, su cinemaclassics.jp.
- Ozu, Yasujiro, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- (EN) Ozu Yasujirō, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Opere di Yasujirō Ozu, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Yasujirō Ozu, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) Yasujirō Ozu, su AllMovie, All Media Network.
- (EN) Yasujirō Ozu, su Rotten Tomatoes, Fandango Media, LLC.
- (EN) Yasujirō Ozu, su BFI Film & TV Database, British Film Institute (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2018).
- Note sull'opera di Ozu, su scaruffi.com.
- Ozu Film Festival, concorso internazionale di cortometraggi intitolato a Ozu
- OZU Yasujiro Story, su youtube.com.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 33209 · ISNI (EN) 0000 0000 8078 7835 · ULAN (EN) 500294090 · LCCN (EN) n82116259 · GND (DE) 118591053 · BNE (ES) XX872110 (data) · BNF (FR) cb12065958p (data) · J9U (EN, HE) 987007271715805171 · NDL (EN, JA) 00064358 · CONOR.SI (SL) 36243043 |
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