Vincenzo Morani

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Vincenzo Morani (Polistena, 12 luglio 1809Roma, 15 giugno 1870) è stato un pittore italiano.

Figlio di Fortunato Morano, il quale apparteneva a una famiglia di decoratori originaria di San Pietro di Caridà, ebbe la sua prima formazione a Polistena nella bottega paterna detta dei Morani insieme ai fratelli Giovanni[1], Francesco e Domenico.[2]

Avendo mostrato buona predisposizione per l'arte, intorno ai diciotto anni fu mandato a studiare a Napoli con un modesto contributo del Comune. Ottenuto poi, grazie ai buoni uffici del generale Vito Nunziante, un sussidio di nove ducati al mese[3], nel 1827 poté iscriversi alla Reale accademia del disegno di Napoli, dove ebbe come maestri Costanzo Angelini, Joseph-Boniface Franque e Camillo Guerra.[4]

Ritratto di Walter Scott 1832

Nel 1830 partecipò alla Biennale borbonica con una tempera, la Veduta di un tempio. Nello stesso anno i benedettini lo incaricarono di dipingere un affresco nel refettorio dell'abbazia della Santissima Trinità di Cava de' Tirreni e nel 1832, mentre concludeva l'opera, incontrò sir Walter Scott, lo scrittore inglese, che ammirava le miniature dei manoscritti custoditi nell'abbazia e ne fece il ritratto. A seguito di questo incontro fortuito, fu presentato nell'aristocratico ambiente degli inglesi residenti a Napoli che gli commissionarono alcuni ritratti.[5]

Nel 1834 vinse la borsa di studio per il pensionato nella capitale pontificia dove si trasferì e dove, pur continuando a partecipare alle Biennali borboniche e a mantenere profittevoli rapporti con la nobiltà napoletana, frequentò Tommaso Minardi e il circolo dei puristi, raffinando la sua arte e divenendo docente di belle arti.[6]

Nel 1840 completò un dipinto di soggetto biblico per il principe Vincenzo Ruffo duca di Antimo e, in seguito all'apprezzamento della critica per questo suo lavoro, fu chiamato dal duca Marino Torlonia ad affrescare la cappella del palazzo di piazza Venezia,[7] e poi dal conte Alessandro, fratello di Marino, per un'altra pittura nella medesima residenza dei Torlonia.

Nel 1847 eseguì una tela commissionatagli da Ferdinando II per la chiesa del cimitero di Poggioreale raffigurante La Crocifissione.[8]

Nel 1852 assunse un nuovo incarico per la chiesa abbaziale di Cava de' Tirreni. Prima del 1856 inviò da Roma tre tele e dal 1857 e fino al 1863 lavorò al ciclo di affreschi sulle pareti e sulle volte della chiesa. Il suo capolavoro, in questo contesto, è la tela della Deposizione, che si trova sull'altare del transetto a sinistra.[9]

Negli stessi anni i suoi dipinti di soggetto religioso trovarono collocazione in varie chiese, tra cui il duomo di Capua, la chiesa di San Francesco a Gaeta, la basilica di San Paolo fuori le Mura a Roma e perfino la nuova chiesa dell'Assunzione a Costantinopoli.

A tale produzione affiancò, con successo, la ritrattistica, quadri di genere[10] e opere di soggetto storico e letterario. Nel 1862 inviò, per l'Esposizione universale di Londra il dipinto di un episodio tratto dalla terza cantica della Divina Commedia insieme a una Scena con costumi romani.[11]

Nel 1870 presentò due tele alla mostra d'Arte Cristiana a Roma e il 15 giugno morì all'età di sessantuno anni.

Ritratto di Charles Januarius Acton
Ritratto di Amico Ricci[12]
Ritratto di Francesco Florimo

Onorificenze, premi e riconoscimenti

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  • Medaglia d'argento nel 1833 alla Biennale borbonica;
  • Borsa di studio nel 1834 per il pensionato a Roma;
  • Professore onorario della Real Accademia di belle arti di Napoli;
  • Medaglia d'oro nel 1870 all'Esposizione d'Arte Cristiana di Roma. .
  1. ^ Guida d'Italia Basilicata Calabria 1980
  2. ^ 800 Calabrese - Galleria Il Triangolo
  3. ^ Francis Napier, Notes on modern painting at Naples - John W. Parker and Son West Strand, Londra, 1855, Pittura napoletana dell’Ottocento, ed. ital. a cura di S. D’Ambrosio, Napoli 1956, p. 44.
  4. ^ Vincenzo Morani nella sezione "Artisti" del blog La vera Polistena
  5. ^ BBC - Your Paintings - Sir Richard Acton (1801–1837), 7th Bt, su bbc.co.uk. URL consultato il 30 ottobre 2015.
  6. ^ Morani Vincenzo *, su istitutomatteucci.it. URL consultato il 1º novembre 2015.
  7. ^ Una descrizione della decorazione della cappella, perduta con la demolizione dell’edificio, si ricava da un articolo pubblicato su L’Album nel 1842, data in cui l’opera risulta conclusa: sulla volta era rappresentato il «Padre eterno che mostra il suo potere su tutto il creato», circondato da lunette in cui erano raffigurati «angioli, che tenenti musici stromenti in mano, osservi assorti come in estasi, a quelle grate armonie » pag 197; nei pennacchi angolari erano dipinti «i profeti maggiori col loro simbolo» e, in quattro lunette a monocromo, le Storie di Mosè. Nell’abside, infine, era raffigurato il Salvatore adorato dagli angeli, riprodotto in incisione nel 1842, decorazione in cui Morani sembra aver assimilato pienamente la lezione del purismo minardiano, richiamando, come elogiavano i contemporanei, sia nella tecnica – quella dell’affresco, recuperato proprio nell’ambito della scuola di Minardi – sia nello stile, «il bel secolo della pittura italiana».[1]
  8. ^ Il dipinto fu magnificato dalla critica come uno dei più riusciti del Morani «per la severità dello stile e il purgato disegno sì nel nudo di Cristo che nei panneggiamenti e nelle figure nelle quali è abbandono facile, naturalezza, grazia » per «il colorito delle carni e delle vesti armoniosamente intonato» e per la disposizione «della luce e delle ombre ben sentita e largamente compresa». L’Album, 1847, p. 131 [2]
  9. ^ Dalla descrizione della basilica nel sito ufficiale della Badia, su badiadicava.it.
  10. ^ "Dalla tradizione alla contemporaneità. Visioni dalla città che cambia" - Museo di Roma in Trastevere, su museodiromaintrastevere.it. URL consultato il 1º novembre 2015.
  11. ^ Biografia di Vincenzo Morani, su cromosema.it, Casa editrice Cromosema.
  12. ^ Il volume che contiene, tra l'altro, l'epistolario con Vincenzo Morani, riporta in copertina un Ritratto di Amico Ricci, opera del 1856 dello stesso Morani.

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