Catherine Zeta-Jones

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Catherine Zeta-Jones al Tribeca Film Festival 2012
Statuetta dell'Oscar Oscar alla miglior attrice non protagonista 2003

Catherine Zeta-Jones, nata Catherine Zeta Jones (IPA: /ˈziːtə ˈdʒoʊnz/; Swansea, 25 settembre 1969), è un'attrice britannica[1].

Attrice considerata sex symbol,[2][3] ottiene il riconoscimento a Hollywood nel 1998 con il ruolo di Eléna Montero de la Vega nel film La maschera di Zorro.[4] Nel 2001 ottiene una candidatura ai Golden Globe come migliore attrice non protagonista in Traffic di Steven Soderbergh (2001),[5] mentre la sua interpretazione di Velma Kelly nel musical Chicago del 2002 le valse tre premi come attrice non protagonista nel 2003: l'Oscar alla miglior attrice non protagonista,[6], il BAFTA[7] e il SAG Award[8].

Celebre interprete di teatro, ottiene il successo a Broadway con il musical A Little Night Music al fianco di Angela Lansbury.[9] La Zeta-Jones, grazie alla sua interpretazione, si aggiudica un Tony Award,[10] un Drama Desk Award[11] e un Outer Circle Award[12] come migliore attrice.

Gallese di nascita e per parte di padre[13], mentre sua madre Patricia Fair è di origine irlandese, è battezzata Catherine Zeta dal nome delle due nonne, una delle quali, Zeta, a propria volta prese il nome da un'imbarcazione[13]. Fin dai 4 anni d'età si esibì in una compagnia cattolica di recitazione e danza in cui rimase fino a 10 anni[13].

Nel 1987 interpreta Peggy Saywer in Forty-Second Street, e nel 1989 è in teatro con Street Scene[14]. Seguono moltissimi altri musical di successo che la rendono una vera e propria celebrità a Londra. Incide un singolo, For all Time, che riscuote anche un certo successo. Nel 1990 debutta sul grande schermo con il film franco-italiano Le mille e una notte diretta da Philippe de Broca. È successivamente protagonista della fortunata serie televisiva britannica Darling Buds of May (1991-93), in cui interpreta Mariette Larkin, ruolo che le consegna la definitiva fama[15].

Negli anni novanta gira una serie di telefilm e film, tra cui, per la BBC, The Return of the Native[16] The Phantom (film, 1996) di Simon Wincer[17] e Duca si nasce! (1993)[18] e una miniserie su Caterina II di Russia in cui interpreta la zarina.[19] La sua notorietà risale però alla partecipazione a due film di successo: La maschera di Zorro (1998) con Antonio Banderas (Steven Spielberg le fa sostenere un'audizione per il ruolo mentre è sul set de Il mondo perduto - Jurassic Park) ed Entrapment (1999) con Sean Connery. Entrambi i film sono successi al botteghino e le permettono di diventare una delle attrici più quotate all'inizio del nuovo millennio.[20]

Catherine Zeta-Jones al Festival di Cannes 1999

In seguito appare nel film di Stephen Frears Alta Fedeltà, nel quale interpreta il ruolo della "mangiauomini e disonestissima" Charlie Nicolson. Non troppi plausi di critica ottiene l'horror Haunting - Presenze, nel quale recita al fianco di Lili Taylor, Liam Neeson e Owen Wilson. Il film, però, è un successo al botteghino. La critica inizia ad apprezzare le sue doti d'attrice grazie a Traffic (2000) di Steven Soderbergh,[21] nel quale interpreta Helena, spietata moglie di un boss della droga in carcere, che prenderà le redini dell'impero illegale del marito seguendo strade non proprio ortodosse. La sua interpretazione le fa vincere molti premi, tra i quali quello del Sindacato Attori, e le fa ottenere una candidatura ai Golden Globe.[5] In Italia la riconosciamo inoltre per essere stata nel 2000 la testimonial dello spot per la casa automobilistica Alfa Romeo per pubblicizzare la 156 sportwagon.[22]

La Zeta-Jones è poi protagonista del film di Joe Roth I perfetti innamorati, ironica commedia sul mondo del cinema nel quale interpreta il personaggio odioso e metacinematografico di Gwen Harrison, perfida primadonna di Hollywood pronta a schiavizzare la sorella (che nel film è interpretata da Julia Roberts) e a manipolare come un burattino l'ex marito ancora perdutamente innamorato di lei (John Cusack).[23] Successivamente l'attrice vince il premio Oscar e il BAFTA come miglior attrice non protagonista nel 2003 grazie a Chicago, film in cui balla e canta a ritmo di jazz.[20]

Reduce dal trionfo di Chicago viene ingaggiata dai fratelli Coen per interpretare, a fianco del suo caro amico George Clooney, la sofisticatissima commedia Prima ti sposo poi ti rovino (2003), nella quale interpreta una spietata collezionista di divorzi dal nome "sdoganato": Marylin.[24] In Italia il film supera i dieci milioni di euro al botteghino. Dopo questo film, dirada le sue apparizioni al cinema, riuscendo però a distaccarsi dai personaggi arrivisti e manipolatori che aveva quasi sempre interpretato fino ad allora.[senza fonte] Sarà Steven Spielberg ad aiutarla in questo, affidandole il ruolo di Amelia, hostess insicura e morbosamente attaccata agli uomini quasi a diventarne vittima, che fa innamorare l'apolide Viktor, interpretato da Tom Hanks, in The Terminal (2004).[25] Subito dopo si cala nei panni di Isabel Lahiri, agente dell'Europol che viene sedotta da Brad Pitt in Ocean's Twelve, secondo capitolo della saga che vede per protagonisti la sedicente banda di rapinatori.[26]

Nel 2005 riveste i panni di Elena de la Vega in The Legend of Zorro (2005), sempre diretto da Martin Campbell e interpretato da Antonio Banderas.[27] Nel 2007 gira due film: Sapori e dissapori di Scott Hicks, nel quale interpreta una chef assorbita dal lavoro alle prese con una nipotina orfana,[28] e Houdini - L'ultimo mago di Gillian Armstrong, sugli ultimi anni della vita del mago Harry Houdini (interpretato da Guy Pearce) nei panni di una fattucchiera che tenta di imbrogliarlo per ottenere un'importante somma di denaro.[29] Nel 2009 è la protagonista di The Rebound - Ricomincio dall'amore di Bart Freundlich, assieme a Justin Bartha e John Schneider, in cui interpreta una signora di mezza età che si innamora di un uomo di vent'anni più giovane.[30]

Nel 2009, a seguito della tragica scomparsa di Natasha Richardson, Catherine Zeta Jones è chiamata a sostituirla nella realizzazione del revival di A Little Night Music, musical scritto da Stephen Sondheim e diretto, nella versione del 2009, da Trevor Nunn, liberamente ispirato a Sorrisi di una notte d'estate di Ingmar Bergman. La Zeta Jones interpreta Desirée Armfeldt, un'attrice di successo che tenta in tutti i modi di riconquistare il suo primo amore ormai ammogliato con una ragazza più giovane. Accanto a lei, nel ruolo di sua madre, Angela Lansbury. Lo spettacolo è un successo di critica e soprattutto di pubblico, registrando al botteghino cifre vertiginose. Grazie al bel ruolo di Desirée, Catherine Zeta Jones ha la possibilità di cantare la canzone Send in the Clowns, portata al successo anche da Frank Sinatra, e di aggiungere alla sua galleria di premi il Drama Desk Award come miglior attrice in un musical, l'Outer Circle Award come miglior attrice in un musical e soprattutto l'ambitissimo Tony Award come miglior attrice in un musical.[31]

Dopo una pausa dal set di circa tre anni dovuta agli impegni a Broadway prima e alla malattia del marito Michael Douglas dopo ritorna sul set all'inizio del 2011, e inanella un progetto dietro l'altro: Gabriele Muccino la dirige nella commedia calcistica Quello che so sull'amore. Stephen Frears (che l'aveva già diretta in Alta fedeltà del 2000) la vuole per interpretare Tulip Heimowitz in Una ragazza a Las Vegas, basato sulle memorie di Beth Raymer. Inoltre il regista e coreografo Adam Shankman crea per lei il ruolo della cattiva nell'adattamento cinematografico di Rock of Ages; interpreta poi la moglie fedifraga di Russell Crowe in Broken City di Allen Hughes e un'affascinante dottoressa per Steven Soderbergh, che la dirige per la terza volta in Effetti collaterali.[32] L'attrice interpreta una spia russa nel film Red 2, sequel del film Red del 2010,[33] a fianco di Bruce Willis, Helen Mirren, John Malkovich and Mary-Louise Parker.

Nel 2016 è protagonista di un film, L'esercito di papà, ispirato all'omonima e popolare serie televisiva britannica prodotta dalla BBC alla fine degli anni sessanta.[34] A fianco di Bill Nighy, Michael Gambon e Toby Jones interpreta una giornalista affascinante e misteriosa che piomba in un paesino del Kent durante la seconda guerra mondiale destabilizzando gli animi di un plotone composto da militari annoiati.[35]

Dal 2017 i suoi impegni sono esclusivamente televisivi. Nel 2017 interpreta Olivia de Havilland in Feud,[36] la serie antologica di Ryan Murphy che racconta l'aspra rivalità tra le attrici Joan Crawford e Bette Davis. Nel 2018 è la criminale colombiana Griselda Blanco nel film per la televisione Cocaine Godmother, diretto dal premio Oscar Guillermo Navarro.[37] Nello stesso anno l'attrice è la protagonista della serie Queen America[38], distribuita sulla piattaforma Facebook Watch, in cui interpreta una cinica coach di aspiranti reginette di bellezza. Continua a dedicarsi alla televisione unendosi al cast della seconda stagione della serie Prodigal Son[39] e, nel 2022, è Morticia Addams nella serie Mercoledì[40] e la cacciatrice di tesori senza scrupoli Billie nella serie Il mistero dei Templari - La serie[41].

Catherine Zeta Jones insieme al marito Michael Douglas al Tribeca Film Festival 2012

Catherine Zeta-Jones è sposata dal 2000 con l'attore statunitense Michael Douglas[42][43], dal quale ha avuto due figli, Dylan Michael[44] e Carys Zeta[45].

Patrocina un festival per registi emergenti in Galles, oltre a essere un'attiva ricercatrice di fondi a favore di centri per disabili[46] e per l'infanzia[47][48][49]. Per le sue attività artistiche e di beneficenza nel 2010 ha ricevuto l'onorificenza di commendatrice dell'Ordine dell'Impero Britannico[50].

Ha ammesso di aver sofferto di sindromi ipomaniacali dovute al disturbo bipolare di tipo II.[51][52]

Trasmissioni televisive (parziale)

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Album in studio

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Documenti sonori

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  • 1993 – The Darling Buds Of May: Le Grand Weekend / Christmas Is Coming (Two Original TV Episodes) (con David Jason, Pam Ferris e Philip Franks)
  • 1993 – The Darling Buds Of May: Climb The Greasy Pole (Parts 1 & 2) (Two Original TV Episodes) (con David Jason, Pam Ferris e Philip Franks)
  • 1992 – For All Time
  • 1994 – True Love Ways (con David Essex)
  • 1995 – I Can't Help Myself
  • 1995 – In The Arms of Love
  • 2002 – I Move On (con Renée Zellweger)
  • 2003 – Music From The Miramax Motion Picture Chicago
Commendatrice dell’Ordine dell’Impero Britannico - nastrino per uniforme ordinaria
«Per il contributo all'industria cinematografica e alle opere di beneficenza»
— 11 giugno 2010[50]

Riconoscimenti

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Doppiatrici italiane

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Nelle versioni in italiano delle opere in cui ha recitato, Catherine Zeta-Jones è stata doppiata da:

  • Francesca Fiorentini in Le avventure del giovane Indiana Jones, Alta fedeltà, Chicago, Prima ti sposo poi ti rovino, The Rebound - Ricomincio dall'amore, Una ragazza a Las Vegas, Rock of Ages, Quello che so sull'amore, L'esercito di papà, Feud, Mercoledì, Il mistero dei Templari - La serie
  • Pinella Dragani ne La maschera di Zorro, Entrapment, Traffic, I perfetti innamorati, The Terminal, The Legend of Zorro, Effetti collaterali
  • Roberta Pellini in Broken City, Red 2, Prodigal Son
  • Gabriella Borri in Haunting - Presenze, Sapori e dissapori
  • Laura Boccanera in Cristoforo Colombo - La scoperta
  • Serena Verdirosi in Duca si nasce!
  • Cinzia De Carolis in The Phantom
  • Roberta Paladini in Caterina di Russia
  • Monica Gravina in Titanic
  • Emanuela Rossi in Ocean's Twelve
  • Cinzia Villari in Houdini - L'ultimo mago

Da doppiatrice è sostituita da:

  1. ^ (EN) Sheila Johnston, Catherine Zeta-Jones: the evergreen girl of the valleys, in The Daily Telegraph, 12 giugno 2010. URL consultato il 24 aprile 2023 (archiviato dall'url originale il 15 gennaio 2012).
  2. ^ Gianmaria Cataldo, Catherine Zeta-Jones: 10 cose che non sai sull’attrice, in Cinefilos, 12 ottobre 2022. URL consultato il 20 gennaio 2023 (archiviato il 12 ottobre 2022).
  3. ^ (EN) Glamour, Without Apologies, in Vanity Fair, New York, Condé Nast, gennaio 2001, ISSN 0733-8899 (WC · ACNP). URL consultato il 20 gennaio 2023 (archiviato il 19 settembre 2020).
  4. ^ (EN) James Berardinelli, The Mask of Zorro, su reelviews.net, 17 luglio 1998. URL consultato il 24 aprile 2023 (archiviato il 6 marzo 2000).
  5. ^ a b c d (EN) Catherine Zeta-Jones, in Golden Globe Awards, Hollywood Foreign Press Association. URL consultato il 20 gennaio 2023 (archiviato il 20 gennaio 2023).
  6. ^ a b (EN) The 75th Academy Awards, su oscars.org, Academy of Motion Picture Arts and Sciences. URL consultato il 22 gennaio 2023 (archiviato il 4 aprile 2023).
  7. ^ (EN) Actress in a Supporting Role in 2003. Winner: Catherine Zeta-Jones, «Chicago», su awards.bafta.org, British Academy of Film and Television Arts. URL consultato il 25 aprile 2023 (archiviato il 28 febbraio 2023).
  8. ^ (EN) Duncan Campbell, «Chicago» leads Oscar race after guild awards, in The Guardian, 11 marzo 2003. URL consultato il 25 aprile 2023.
  9. ^ (EN) A Little Night Music, With Zeta-Jones and Lansbury, Begins on Broadway, su playbill.com. URL consultato il 19 gennaio 2023 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2014).
  10. ^ a b (EN) WINNERS / 2010, su tonyawards.com. URL consultato il 19 gennaio 2023.
  11. ^ (EN) 2010 Awards, su dramadesk.org. URL consultato il 19 gennaio 2023.
  12. ^ (EN) 2009-2010 Awards, su outercritics.org. URL consultato il 19 gennaio 2023.
  13. ^ a b c (EN) Ginger Strejcek, Catherine the Great, in Seasons Magazine, Atlanta, Atlanta Social Season, Inverno 2005 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2016).
  14. ^ (EN) Michael Billington, Opera, in The Guardian, 21 dicembre 1989, p. 28.
  15. ^ (EN) Gillian Rowe, Just a lovely day of perfick darlings, in The Observer, 28 aprile 1991, p. 53.
  16. ^ (EN) Stuart Jeffries, Licence to Chill, in The Guardian, 1º gennaio 1996, p. 33.
  17. ^ (EN) Guide Wednesday, in The Guardian, 22 dicembre 1999, p. 62.
  18. ^ (EN) Peter Malcolm, Lighting up the screen, in The Guardian, 1º aprile 1993, p. 24.
  19. ^ (EN) Lisa Nesselson, Review: "Catherine the Great", in Variety, Variety Media, LLC., 14 luglio 1995. URL consultato il 20 gennaio 2023.
  20. ^ a b Catherine Zeta-Jones, in la Repubblica. URL consultato il 25 aprile 2023 (archiviato il 26 ottobre 2017).
  21. ^ Claudia Morgoglione, Douglas e Zeta Jones nell'inferno della droga, in la Repubblica, 8 marzo 2001. URL consultato il 25 ottobre 2017.
  22. ^ Pubblicità all'insegna del fascino con Alfa Sportwagon e Catherine Zeta Jones, su media.stellantis.com, Stellantis, 8 marzo 2000. URL consultato il 25 ottobre 2017.
  23. ^ Perfetti innamorati, Julia Roberts e Catherine Zeta Jones sorelle rivali a Hollywood, in Il Sussidiario, 16 luglio 2012. URL consultato il 25 ottobre 2017.
  24. ^ Prima ti sposo, poi ti rovino, su Comingsoon.it, Anicaflash S.r.l..
  25. ^ The Terminal: trama, cast e curiosità del film con Tom Hanks e Catherine Zeta-Jones, in TVZap, GEDI, 15 maggio 2019. URL consultato il 1º dicembre 2019.
  26. ^ Ocean's Twelve, in MYmovies.it, Mo-Net Srl. URL consultato il 1º dicembre 2019.
  27. ^ The Legend of Zorro: trama, cast e curiosità del film con Antonio Banderas, in TVZap, GEDI, 7 dicembre 2018. URL consultato il 1º dicembre 2019.
  28. ^ (EN) Sage Anderson, How to Watch 'The Bear': Where to Stream the Smash Hulu Series Online, su rollingstone.com, 3 agosto 2022. URL consultato il 19 gennaio 2023.
  29. ^ Anton Filippo Ferrari, Houdini – L'ultimo mago: tutto quello che c'è da sapere sul film, in TPI, 23 giugno 2021. URL consultato il 19 gennaio 2023.
  30. ^ The Rebound - Ricomincio dall'amore, su comingsoon.it. URL consultato il 19 gennaio 2023.
  31. ^ (EN) Baz Bamigboye, Liz Thomas, Emily Sheridan e Donna Mcconnell, And the award for the most toe-curling speech of 2010 goes to.... Catherine Zeta-Jones, in Daily Mail, Associated Newspapers Ltd., 14 giugno 2010. URL consultato il 1º dicembre 2019.
  32. ^ «Effetti collaterali»: Jude Law e Channing Tatum nel nuovo film di Steven Soderbergh, in Excite Cinema, Excite Network, 26 aprile 2013. URL consultato il 1º aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 2 maggio 2013).
  33. ^ "Red 2", Catherine Zeta Jones nel team di vecchietti - 1 di 10, in la Repubblica, 9 agosto 2013. URL consultato il 1º aprile 2016 (archiviato il 31 ottobre 2014).
  34. ^ Pietro Ferraro, «Dad's Army»: primo trailer e poster della commedia con Michael Gambon e Catherine Zeta-Jones, in Cineblog, Milano, T-Mediahouse, 13 agosto 2015. URL consultato il 25 aprile 2023 (archiviato il 25 aprile 2023).
  35. ^ (EN) Amy Murphy, «Dad's Army» film: First photos of Catherine Zeta Jones, Toby Jones and Bill Nighy released, in The Independent, 26 ottobre 2014. URL consultato il 19 gennaio 2023.
  36. ^ Alessandra Venezia, Catherine Zeta Jones: «Le batoste della vita non mi fanno paura», in iO Donna, RCS MediaGroup, 25 marzo 2017. URL consultato il 27 marzo 2017.
  37. ^ Viola Barbisotti, «Cocaine Godmother»: Catherine Zeta Jones protagonista del film, in Cinematographe, Velletri, 17 ottobre 2017, ISSN 2499-3093 (WC · ACNP). URL consultato il 25 ottobre 2017 (archiviato il 25 ottobre 2017).
  38. ^ (EN) Rachel Montpelier, Catherine Zeta-Jones to Topline Facebook Watch Series "Queen America", in Women and Hollywood, Women and Hollywood Productions, LLC, 4 maggio 2018. URL consultato il 20 ottobre 2022 (archiviato l'11 aprile 2019).
  39. ^ (EN) Rick Porter, Catherine Zeta-Jones Joins Fox's «Prodigal Son», in The Hollywood Reporter, Los Angeles, Penske, 6 gennaio 2021, ISSN 0018-3660 (WC · ACNP). URL consultato il 19 gennaio 2023 (archiviato il 19 gennaio 2023).
  40. ^ Anthony Breznican, Ecco la nuova famiglia Addams nel "Mercoledì" di Tim Burton, in Vanity Fair, Milano, Condé Nast, 17 agosto 2022, ISSN 1723-6673 (WC · ACNP). URL consultato il 19 gennaio 2023 (archiviato il 19 gennaio 2023).
  41. ^ (EN) Valerie Nome, Join People at Disney's "National Treasure" Escape Room Experience in L.A. for Two Days Only This Week!, in People, New York, Dotdash Meredith, 5 dicembre 2022, ISSN 0093-7673 (WC · ACNP). URL consultato il 19 gennaio 2023 (archiviato il 5 dicembre 2022).
  42. ^ (EN) Zeta Jones: Chorus girl to Hollywood player, in BBC, 17 novembre 2001. URL consultato il 14 agosto 2015 (archiviato il 24 luglio 2015).
  43. ^ a b (EN) Emily St. Martin, Michael Douglas and Catherine Zeta-Jones' Relationship Timeline, in People, New York, Dotdash Meredith, 6 dicembre 2022, ISSN 0093-7673 (WC · ACNP). URL consultato il 19 gennaio 2023 (archiviato il 25 marzo 2023).
  44. ^ (EN) Pass Notes: No: 1697: Dylan Douglas, in The Guardian, 11 agosto 2000, p. 3.
  45. ^ (EN) Hugh Davies e Richard Savill, To Zeta Jones with love – a baby girl called Carys, in The Daily Telegraph, 23 aprile 2003, p. 9.
  46. ^ (EN) Actress Pools Her Cash to Help Disabled Win Grant, in CBS, 13 gennaio 2003. URL consultato il 18 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 17 ottobre 2013).
  47. ^ (EN) Zeta Jones is charity's ambassador, in London Evening Standard, 14 ottobre 2005. URL consultato l'8 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 15 aprile 2016).
  48. ^ (EN) Jones and Douglas back children's charity, in BBC, 5 ottobre 2000. URL consultato l'8 aprile 2016 (archiviato il 22 aprile 2016).
  49. ^ (EN) Catherine Zeta-Jones renames Children's Hospital for Wales, in ITV, 9 novembre 2012. URL consultato l'8 aprile 2016 (archiviato il 23 aprile 2016).
  50. ^ a b (EN) The London Gazette (PDF), n. 59446, 11 giugno 2010, p. 7.
  51. ^ Catherine Zeta Jones (intimistica): «Io bipolare, soffro di depressione», in Corriere della Sera, 16 novembre 2012. URL consultato il 25 aprile 2023 (archiviato il 16 novembre 2012).
  52. ^ (EN) Mike Fleeman e J.D. Heyman, Catherine Zeta-Jones Treated for Bipolar Disorder, in People, New York, Dotdash Meredith, 13 aprile 2011, ISSN 0093-7673 (WC · ACNP). URL consultato il 19 gennaio 2023 (archiviato il 22 marzo 2017).

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Predecessore Oscar alla miglior attrice non protagonista Successore
Jennifer Connelly
per A Beautiful Mind
2003
per Chicago
Renée Zellweger
per Ritorno a Cold Mountain
Controllo di autoritàVIAF (EN117030909 · ISNI (EN0000 0001 1085 5975 · SBN TO0V394261 · LCCN (ENno95013287 · GND (DE131634488 · BNE (ESXX1493455 (data) · BNF (FRcb139333698 (data) · J9U (ENHE987007430682905171 · CONOR.SI (SL10324323