Indice
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Inizio
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1 Storia
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2 Giurie
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3 Selezione ufficiale
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4 Premi
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5 Note
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6 Bibliografia
Utente:Michele859/Sandbox41
La 63ª edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino si è svolta a Berlino dal 7 al 17 febbraio 2013, con il Theater am Potsdamer Platz come sede principale.[1] Direttore del festival è stato per il dodicesimo anno Dieter Kosslick.
L'Orso d'oro è stato assegnato al film rumeno Il caso Kerenes di Călin Peter Netzer.
L'Orso d'oro alla carriera è stato assegnato al regista, sceneggiatore e produttore Claude Lanzmann, al quale è stata dedicata la sezione "Homage",[2] mentre la Berlinale Kamera è stata assegnata all'attrice Isabella Rossellini, al regista, sceneggiatore e produttore Richard Linklater e al regista Rosa von Praunheim.[3]
Molte sono state le novità di questa edizione. Oltre all’introduzione del Premio Heiner Carow, intitolato all'omonimo regista e sceneggiatore tedesco deceduto nel 1997 e assegnato a produzioni tedesche capaci di affrontare rilevanti questioni sociali e politiche,[4] sono state inaugurate due nuove sezioni speciali: "Berlinale Classics", che ha offerto la visione di classici recentemente restaurati all'interno della retrospettiva,[5] e "NATIVe - A Journey into Indigenous Cinema", dedicata alla narrazione dei popoli indigeni di tutto il mondo attraverso produzioni degli ultimi cinque decenni.[6] Inoltre, nella sezione "Kinderfilmfest" la giuria internazionale "14plus" ha affiancato quella "Kplus" per l'assegnazione del Grand Prix e dello Special Prize.[7]
Il festival è stato aperto dal film fuori concorso The Grandmaster di Wong Kar-wai, che ha presieduto la giuria internazionale,[8] ed è stato chiuso dal vincitore dell'Orso d'oro.[9]
La retrospettiva di questa edizione, intitolata "The Weimar Touch. The International Influence of Weimar Cinema After 1933", è stata dedicata all'impatto della Repubblica di Weimar sul cinema internazionale dalla salita al potere del nazismo fino agli anni cinquanta.[10]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]«Quando una storia commovente viene raccontata con un'elevata qualità formale ed estetica, 17.000 euro e attori inesperti possono battere i prodotti Arthouse da milioni di dollari in un grande festival cinematografico. Questo è il messaggio della giuria della Berlinale di quest'anno ai registi delle regioni dell'Europa orientale, spesso ignorati a Cannes e Venezia, la cui gente deve fare i conti con lo sconvolgimento sociale del post-comunismo.»
Numero di visitatori: | 475.822 |
Numero di addetti ai lavori: | 15.934 da 124 Paesi |
Numero di giornalisti presenti: | 3.695 da 81 Paesi |
Numero di film proiettati: | 360 |
Numero di proiezioni: | 965 |
Nel 2013 la Berlinale ha infranto la cifra magica di 300.000 biglietti venduti. L'interesse del pubblico ha raggiunto un nuovo picco e, all'interno della traboccante varietà di film, sezioni e serie, è diventata evidente una nuova tendenza. Sebbene non esclusivamente, nuove idee provenivano sempre più da regioni che sono rimaste inattive a lungo a causa di circostanze politiche: l'Europa orientale e l'Asia centrale. Decenni dopo il crollo del comunismo, i paesi di queste regioni stanno rifiorindo, alla ricerca di un orientamento nella prova della storia.[1]
Ciò si è riflesso anche nella cerimonia di premiazione alla Berlinale Palast, quando per la prima volta nella storia del festival, un film rumeno ha ricevuto l'Orso d'oro: Poziţia Copilului (La posa del bambino) di Călin Peter Netzer. Il regista, cresciuto in Germania, racconta la storia dei disperati tentativi di una madre prepotente di nascondere il senso di colpa di suo figlio - ha investito un bambino - sotto il tappeto attraverso la persuasione e l'unto delle mani. Netzer usa tecniche in stile documentaristico per dare forma al suo film, rivelando un sistema corrotto e ossessionato dal denaro. Laddove le ideologie sono cadute, il valore onnipotente del denaro e le conseguenze del capitalismo scatenato diventano ancora più visibili. La produttrice del film Ada Solomon è stata grata per la natura aperta e sperimentale del Concorso della Berlinale che si è avventurato così tanto nel 2013: "Grazie alla Berlinale per essere un laboratorio!" ha esclamato alla cerimonia di premiazione.[1]
Il secondo grande vincitore della serata, il premio Oscar Danis Tanović, è rimasto vicino alla realtà con il suo film Epizoda u životu berača željeza (Un episodio della vita di un raccoglitore di ferro), che racconta la storia degli imperterriti tentativi di una famiglia Rom di sopravvivere quotidianamente vita in Bosnia ed Erzegovina. Epizoda u životu berača željeza ha fatto vincere al suo regista il Gran Premio della Giuria e al suo protagonista l'Orso d'argento come miglior attore. La giuria internazionale 2013 è stata guidata dall'icona del cinema cinese Wong Kar Wai - il cui film Yi dai zong shi (The Grandmaster) ha aperto il concorso - e il potente staff di Tim Robbins, Susanne Bier, Andreas Dresen, Shirin Neshat, Athina Tangari ed Ellen Kuras. Hanno assegnato l'Orso d'argento come migliore attrice all'attrice cilena Paulina Garcia e il Premio Alfred Bauer (Orso d'argento) a Denis Coté con Vic+Flo ont vu un ours (Vic+Flo Saw A Bear), rimasto nei ricordi del pubblico soprattutto per la sua fine. David Gordon Green ha portato a casa l'Orso d'argento come miglior regista per il suo film Prince Avalanche.[1]
Pubblico e critica sono stati inequivocabilmente entusiasti di Pardé, il film che ha ricevuto l'Orso d'argento per la migliore sceneggiatura, scritto da Jafar Panahi. Questo Orso d'argento è stato un altro momento agrodolce nella storia tra il regista iraniano e la Berlinale. Panahi non ha potuto accettare il suo posto nella giuria internazionale nel 2011 a causa di una restrizione di viaggio imposta su di lui, e allo stesso modo non gli è stato permesso di lasciare l'Iran nel 2013. Il suo co-direttore Kamboziya Partovi ha accettato il premio a suo nome. Pardé è un'enfatica esplorazione del potere dell'immaginazione in uno spazio contenuto e mostra che i limiti imposti a un regista dall'esterno possono portare a una grande brillantezza. Il cinema resta un rischio incalcolabile per Panahi: "Secondo i giornali iraniani, il ministero della Cultura ha dichiarato illegale la produzione del film Pardé e classificato come crimine la sua prima alla Berlinale" (Zeit Online, 19 febbraio 2013). Un altro Orso d'argento - per l'eccezionale contributo artistico - è andato ad Aziz Zhambakiyev per il suo lavoro con la macchina da presa in Uroki Garmonii (Harmony Lessons), un film finanziato dalla WCF. Il suo regista Emir Baragzin ha avuto una definitiva spinta alla carriera al Berlinale Talent Campus 2008 e il suo film Uroki Garmonii è stato il primo lungometraggio kazako mai presentato al Concorso della Berlinale. Christiane Peitz del Tagesspiegel ha scritto il 18 febbraio 2013: "Il Concorso di quest'anno impressiona completamente: con le storie del capitalismo selvaggio nell'Europa orientale".[1]
Tuttavia, il glamour - così fortemente legato a Hollywood da sembrare che sia stato inventato lì - naturalmente non poteva mancare alla Berlinale 2013: tra le star del Red Carpet c'erano Jane Fonda, Jude Law, Rooney Mara, Matt Damon, Joseph Gordon-Levitt, Shia LaBeouf, Hugh Jackman, Amanda Seyfried, Holly Hunter, Juliette Binoche e Catherine Deneuve. Giorno dopo giorno, le stelle si sono fatte strada al Berlinale Palast e, proprio come i loro fan, non si sono lasciate intimidire dal famigerato clima berlinese. La neve è caduta proprio in tempo per la prima proiezione di gala del festival.[1]
Un momento clou del Concorso 2013 è stato Prima di mezzanotte. Richard Linklater e i suoi coautori e attori principali Ethan Hawke e Julie Delpy hanno visitato il festival una terza volta, dopo il 1995 (Before Sunrise) e il 2004 (Before Sunset), ora con un nuovo episodio nella movimentata storia d'amore dei personaggi Jesse e Céline . Vale la pena essere un habitué: Dieter Kosslick ha presentato al regista sorpreso e felice una Berlinale Camera alla premiere del film. Anche un'altra amica di lunga data della Berlinale, Rosa von Praunheim, è stata premiata con una Berlinale Camera in occasione del debutto del film omaggio Rosakinder di Tom Tykwer, Julia von Heinz, Chris Kraus, Axel Ranisch e Robert Thalheim.[1]
La mancanza di film indipendenti americani negli ultimi anni della Berlinale è stata compensata nel 2013. Il regista di Panorama Wieland Speck ha presentato sei lungometraggi e sette documentari statunitensi come il cuore della sua sezione. Speck ha visto un nuovo senso di audacia nelle produzioni dall'altra parte dello stagno, che sembrano essersi scrollate di dosso lo spirito conservatore dell'era Bush. Ma questa atmosfera libertina era evidente in tutto il programma Panorama e si notava, tra l'altro, in quanto il sesso e le sue innumerevoli variazioni erano un tema comune. Dal Nord America (Don Jon's Addiction di Joseph Gordon-Levitt) all'Asia (Something in the Way di Teddy Soeriaatmadja) all'Europa (Mes séances de lutte di Jacques Doillon), lussuria e fisicità abbondavano. Erano presenti anche i vincitori dell'Oscar Rob Epstein e Jeffrey Friedman, che hanno presentato il loro trattamento della storia dietro Gola profonda, il porno di maggior successo di tutti i tempi.[1]
Un film documentario danese ha fatto scalpore e ha vinto il Panorama Audience Award. L'Atto di uccisione approfondisce le atrocità commesse dagli squadroni della morte indonesiani in seguito al colpo di stato militare nel 1965. Oltre un milione di presunti comunisti furono uccisi in un anno e i crimini rimasero impuniti. Il film penetra costantemente il suo soggetto attraverso i ricordi degli autori, permettendo loro non solo di raccontare le loro azioni, ma di rievocarle. Questo approccio rende la messa in scena del film molto simile a quella dell'opera magnum del regista a cui è stata dedicata la Berlinale Homage 2013: Claude Lanzmann. Distillando i ricordi dei testimoni dai loro corpi e dai loro movimenti, conducendo un'analisi esistenziale e arrivando così al cuore dell'indicibile - Lanzmann ha stabilito la tecnica con Shoah. Il regista francese è stato commosso e felice di essere riconosciuto per il suo lavoro con l'Orso d'Oro Onorario. Il discorso elogiativo al Berlinale Palast è stato pronunciato da un vecchio amico che ha invitato Shoah alla Berlinale nel 1986: l'ex capo sezione del Forum Ulrich Gregor.[1]
Con i suoi metodi documentaristici, The Act of Killing fa riferimento ai confini poco chiari tra finzione e realtà, ha scritto Christiane Peitz il 15 febbraio sul Tagesspiegel: Il film "mette in evidenza in modo mostruoso ciò su cui tanti altri film alla fine si esauriscono: l'insanabile groviglio di fantasia e politica, immaginazione e crimine, morale e spostamento. Immagine e realtà, sono complici secolari." Il tentativo di far fruttificare queste sfere e le zone della loro indistinguibilità è stato un tema comune a tutti i programmi. Tali rappresentazioni estetiche della vita quotidiana tentano di consentire una prospettiva sulla propria dimensione storica, geografica e sociale. L'approccio è stato particolarmente evidente nel Forum, dove film come Terra de ninguém (No Man's Land) di Salomé Lamas, Die 727 Tage ohne Karamo (I 727 giorni senza Karamo) di Anja Salomonowitz, La plaga (The Plague) di Neus Ballús o Sto lyko (To the Wolf) di Christina Koutsospyrou e Aran Hughes ha affrontato costantemente la realtà con una narrazione di fantasia.[1]
Anche Forum Expanded ha attirato l'attenzione: da un lato, con la mostra collettiva "Waves vs. Particles" nell'ex crematorio del matrimonio di Berlino, e dall'altro con una location cinematografica inaspettata: le terme Liquidrom. In quest'ultimo, il pubblico ha potuto godere delle immagini e dei suoni del Quasi-Cinema di Hélio Oiticica e Neville D'Almeida comodamente dalla piscina di acqua salata del Liquidrom. Isabella Rossellini, premiata nel 2013 con una Berlinale Camera e nominata polena di Forum Expanded dalla curatrice della sezione Stefanie Schulte Strathaus, ha presentato il suo ultimo lavoro Mammas.[1]
Il disagio che va di pari passo con i cambiamenti delle costanti politiche e sociali è stato catturato anche nei programmi di film per bambini e ragazzi di Generation. "Velocità aumentate" sono state notate dal direttore della sezione Maryanne Redpath e dal suo vice, Florian Weghorn. I movimenti tipici del raggiungimento della maggiore età, un viaggio con chiari punti di partenza e di arrivo, sono stati sostituiti da fughe potenti e veloci o da derive senza scopo, più radicali ed esistenziali rispetto agli anni precedenti. Il grande vincitore qui è stato il film australiano The Rocket, ambientato nei boschi del Laos e che racconta una storia di pericolosi meandri attraverso la povertà, la superstizione e le bombe inesplose delle recenti guerre. Il regista Kim Mordaunt ha ricevuto non solo l'Orso di cristallo della giuria giovanile, ma anche il mirino per la migliore opera prima. I direttori del programma sono stati particolarmente felici di presentare due produzioni tedesche in prima mondiale in Generation: Kopfüber (UPSIDEdown) di Bernd Sahling in Kplus e ÖDLAND - Damit keiner das so mitbemerkt (WASTELAND - So that No One Becomes Aware of It) di Anne Kodura in 14 più.[1]
In Perspektive Deutsches Kino, Anna Zohra Berrached ha vinto il FGYO-Award Dialogue en prospettiva per il suo film Zwei Mütter (Due madri). Usando le tecniche del documentario per il suo lungometraggio, la regista racconta la storia di una coppia lesbica che incontra una serie di ostacoli al loro desiderio di un figlio. Jan Speckenbach è stato felice di ricevere la seconda edizione del premio "Made in Germany - Perspektive Fellowship". Inoltre, il team di Perspektive e il suo capo sezione Linda Söffker hanno continuato la serie di discussioni "Made in Germany - Talks on Film", con un focus speciale nel 2013 sulle condizioni di produzione per i nuovi talenti tedeschi all'interno e al di fuori del regno delle partnership di montaggio TV.[1]
L'influenza del cinema tedesco sul cinema internazionale, al suo apice durante la Repubblica di Weimar, è stata la rubrica della Retrospettiva del 2013, dal titolo "The Weimar Touch. The International Influence of Weimar Cinema after 1933".[1]
Anche Berlinale Shorts ha affrontato il tema del cambiamento. La curatrice del programma Maike Mia Höhne ha esplicitamente indicato i principi organizzativi delle società moderne come una stella guida del suo programma. Se nel 2012 una categoria estetica - la narrazione - era al centro della sezione, nel 2013 si è rivolta alle strutture politiche aperte. L'Orso d'oro per il miglior cortometraggio è andato al film francese La Fugue (The Runaway) e al suo regista Jean-Bernard Marlin, che manda un assistente sociale impegnato nelle banlieue apparentemente aliene di Marsiglia. Una produzione tedesca, die ruhe bleibt (resta tranquillo) di Stefan Kriekhaus, ha ricevuto l'Orso d'argento.[1]
Grazie al successo ottenuto nel 2012, la serie di discussioni Film + Talk è proseguita all'Haus der Berliner Festspiele nell'ambito del programma Berlinale Special 2013. Con The Spirit of '45, Ken Loach ha presentato un altro aspetto dei temi centrali nel 2013: la perdita di alternative al capitalismo. Il suo film documentario si concentra sulla Gran Bretagna del secondo dopoguerra, quando il socialismo era una realtà, e sul declino della comunità sotto la pressione dell'agenda neoliberista di Margaret Thatcher dagli anni '80. In Assistance Mortelle (Assistenza fatale), Raoul Peck, originario di Port-au-Prince ed ex ministro della Cultura haitiano, mette in dubbio il senso e l'assurdità di operazioni di soccorso ben intenzionate per i paesi colpiti dalla catastrofe. Il quadro che dipinge è più catastrofico delle catastrofi stesse. Il doppio lungometraggio Gold - Du kannst mehr als du denkst (Gold - Puoi fare più di quanto pensi) e Mein Weg nach Olympia (My Way to Olympia) ha fatto notizia. Entrambi i film si concentrano sugli atleti portatori di handicap e sulla loro partecipazione alle Paralimpiadi del 2012 a Londra. Oltre a garantire l'accesso al teatro in sedia a rotelle, la Berlinale ha anche fornito un interprete di lingua dei segni per tradurre il discorso del film con i registi Michael Hammon e Niko von Glasow per i non udenti. Il regista Niko von Glasgow, lui stesso handicappato dalla talidomide, ha dichiarato con entusiasmo in un'intervista a Deutschlandradio il 15 febbraio 2013: "Andare al cinema dovrebbe essere un diritto umano fondamentale! Penso che sia meraviglioso che la Berlinale abbia preso l'iniziativa in merito".[1]
Mentre i critici lo vedono come un sintomo di eccessiva complicazione del festival, i biglietti sono andati esauriti il primo giorno di vendita: "Berlinale Goes Kiez" ha goduto di popolarità ininterrotta nel suo quarto anno. Accolti da Tom Tykwer, Benjamin Heisenberg, Ulrich Köhler e altri in qualità di padrini del programma, il pubblico e gli ospiti del festival hanno assistito alle proiezioni nei cinema della Berlinale Kiez. Con "NATIVe - A Journey into Indigenous Cinema", il festival ha presentato una nuova serie speciale dedicata ai racconti cinematografici globali dei popoli indigeni. Curata da Maryanne Redpath, la serie del 2013 si è concentrata sulle regioni "tradizionali" della cultura cinematografica indigena: Australia, Nuova Zelanda/Oceania, Canada e Stati Uniti.[1]
"A qualcuno piace caldo - Cineasti come intrattenitori" era il motto dell'11° Berlinale Talent Campus. Secondo i responsabili del progetto Matthijs Wouter Knol e Christine Tröstrum, il cinema fa principalmente parte dell'industria dell'intrattenimento e questo aspetto viene spesso trascurato durante la fase di sviluppo del progetto. Facevano parte del programma la scoperta di nuovi modelli di finanziamento e percorsi di distribuzione, nonché panel e workshop con ospiti di spicco come Matthew Libatique, Paul Verhoeven, Jane Campion o Ulrich Seidl.[1]
Il Berlinale Co-Production Market ha celebrato il suo decimo anniversario nel 2013. 38 progetti selezionati hanno cercato partner di produzione, inclusi cinque progetti dell'iniziativa Berlinale Residency, che ha avuto luogo per la prima volta nel 2012. La Residenza offre a registi emergenti un soggiorno di tre mesi per lo sviluppo del progetto a Berlino. Anche l'European Film Market ha tratto vantaggio nel 2013 dalla sua posizione di principale fiera internazionale del cinema dell'anno. Come negli anni precedenti, ha visto un aumento degli espositori e le vendite sono rimaste costanti nonostante la difficile congiuntura economica. Particolarmente ben accolti sono stati gli Industry Debates, che includevano discorsi sulle prospettive nell'industria cinematografica dell'Europa tormentata dalla guerra e sul futuro delle tecnologie 3D.[1]
Il Premio Heiner Carow, sponsorizzato dalla Fondazione DEFA, sarà assegnato fino al 2019 a film e documentari tedeschi della sezione Panorama, mentre dal 2020 sarà riservato a produzioni presentate nella sezione Perspektive Deutsches Kino. Dieter Kosslick: «Vedo il premio come un importante collegamento tra passato e presente. Heiner Carow è stato un regista che ha realizzato film politicamente ed esteticamente audaci, opere socialmente impegnate e critiche che spesso hanno attirato un vasto pubblico... Come assiduo ospite della Berlinale, Carow sapeva anche come realizzare film che attiravano il pubblico internazionale». Ralf Schenk, presidente della fondazione DEFA: «Con il Premio Heiner Carow, la Fondazione DEFA sta realizzando la sua missione di promuovere il nuovo cinema tedesco e sostenere i giovani registi. Siamo lieti di essere rappresentati con questo nuovo premio alla Berlinale».[12]
Panorama: Molti dei documentari hanno quello che serve per il grande schermo. Si occupano di temi internazionali esplosivi, come Palestina e Medio Oriente nello Stato 194 e Alam laysa lana (A World Not Ours); oppure tentano di venire a patti con il passato in Indonesia, come in The Act of Killing. Il film Gut Renovation si concentra sul rapido progresso della gentrificazione nei paesi occidentali. E un ritratto è dedicato a una delle figure più ispiratrici del cinema tedesco: Roland Klick.[13] Art/Violence by Udi Aloni, Batoul Taleb and Mariam Abu Khaled will now reinforce the programme’s previously announced focus on “Palestine and the Middle East”.[14]
Panorama: Un numero impressionante di produzioni statunitensi riporta alla memoria i primi anni '80 fino alla metà degli anni '90, quando il cinema indipendente statunitense era un marchio di fabbrica del programma Panorama. La crisi che ne è seguita sembra essere stata superata. Gli ultimi anni si sono succeduti in una nuova fase creativa che sta prendendo forma. Panorama è lieta di stare al passo con questo sviluppo includendo un numero record di film estremamente diversificati dalla regione.[15]
Nella sotto-sezione Panorama Special, in occasione dell'assegnazione del Premio Heiner Carow è stato proiettato Die Legende von Paul und Paula, diretto dal regista tedesco nel 1973.[14]
Giurie
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Giuria internazionale
[modifica | modifica wikitesto]- Wong Kar-wai, regista, sceneggiatore e produttore (Cina) - Presidente di giuria[7]
- Susanne Bier, regista e sceneggiatrice (Danimarca)
- Andreas Dresen, regista e sceneggiatore (Germania)
- Ellen Kuras, direttrice della fotografia (Stati Uniti)
- Shirin Neshat, regista, fotografa e artista visuale (Iran)
- Tim Robbins, attore, regista, sceneggiatore e produttore (Stati Uniti)
- Athīna Rachīl Tsaggarī, regista, sceneggiatrice e produttrice (Grecia)
Giuria "Opera prima"
[modifica | modifica wikitesto]- Oren Moverman, regista e sceneggiatore (Israele)[7]
- Taika Waititi, attore, regista e sceneggiatore (Nuova Zelanda)
- Lucy Walker, regista (Regno Unito)
Giuria "Cortometraggi"
[modifica | modifica wikitesto]- Hong Hyung-sook, regista e sceneggiatrice (Corea del Sud)[7]
- Javier Fesser, regista e sceneggiatore (Spagna)
- Susanne Pfeffer, storica dell'arte e curatrice (Germania)
Giurie "Generation"
[modifica | modifica wikitesto]Kinderjury/Jugendjury
[modifica | modifica wikitesto]Gli Orsi di cristallo sono stati assegnati da due giurie nazionali, la Kinderjury per la sezione "Kplus" e la Jugendjury per la sezione "14plus", composte rispettivamente da undici membri di 11-14 anni e sette membri di 14-18 anni selezionati dalla direzione del festival attraverso questionari inviati l'anno precedente.[7]
Giurie internazionali
[modifica | modifica wikitesto]Nelle sezioni "Kplus" e "14plus", il Grand Prix e lo Special Prize sono stati assegnati da due giurie internazionali composte, rispettivamente, da Jan Naszewski (Polonia), fondatore della società di distribuzione New Europe Film Sales, la regista e sceneggiatrice Rosario Garcia-Montero (Perù) e la scrittrice e sceneggiatrice Katharina Reschke (Germania), e da Xavier García Puerto (Spagna), direttore del Festival internazionale del cinema di Tarragona, il regista e sceneggiatore Andrew Okpeaha MacLean (Stati Uniti) e la regista e sceneggiatrice Lucy Mulloy (Cuba).[7]
Selezione ufficiale
[modifica | modifica wikitesto]In concorso
[modifica | modifica wikitesto]- Camille Claudel 1915, regia di Bruno Dumont (Francia)
- Il caso Kerenes (Pozitia copilului), regia di Călin Peter Netzer (Romania)
- Charlie Countryman deve morire (Charlie Countryman), regia di Fredrik Bond (Stati Uniti, Romania)
- Closed Curtain (Pardé), regia di Jafar Panahi e Kambuzia Partovi (Iran)
- Effetti collaterali (Side Effects), regia di Steven Soderbergh (Stati Uniti)
- Elle s'en va, regia di Emmanuelle Bercot (Francia)
- An Episode in the Life of an Iron Picker (Epizoda u zivotu beraca zeljeza), regia di Danis Tanović (Bosnia ed Erzegovina, Francia, Slovenia)
- Gloria, regia di Sebastián Lelio (Cile, Spagna)
- Gold, regia di Thomas Arslan (Germania, Canada)
- Harmony Lessons (Uroki garmonii), regia di Emir Baigazin (Kazakistan, Germania, Francia)
- Layla Fourie, regia di Pia Marais (Germania, Sud Africa, Francia, Paesi Bassi)
- A Long and Happy Life (Dolgaya schastlivaya zhizn), regia di Boris Chlebnikov (Russia)
- Nobody's Daughter Haewon (Nugu-ui ttal-do anin Hae-won), regia di Hong Sang-soo (Corea del Sud)
- Paradise: Hope (Paradies: Hoffnung), regia di Ulrich Seidl (Austria, Francia, Germania)
- Prince Avalanche, regia di David Gordon Green (Stati Uniti)
- Promised Land, regia di Gus Van Sant (Stati Uniti)
- La religiosa (La religieuse), regia di Guillaume Nicloux (Francia, Germania, Belgio)
- Vic + Flo Saw a Bear (Vic + Flo ont vu un ours), regia di Denis Côté (Canada)
- W imię..., regia di Małgorzata Szumowska (Polonia)
Fuori concorso
[modifica | modifica wikitesto]- Before Midnight, regia di Richard Linklater (Stati Uniti, Grecia)
- I Croods (The Croods), regia di Kirk DeMicco e Chris Sanders (Stati Uniti)
- Dark Blood, regia di George Sluizer (Stati Uniti, Regno Unito, Paesi Bassi)
- The Grandmaster (Yi dai zong shi), regia di Wong Kar-wai (Hong Kong, Cina)
- Treno di notte per Lisbona (Night Train to Lisbon), regia di Bille August (Germania, Svizzera, Portogallo)
Berlinale Special
[modifica | modifica wikitesto]- Assistance mortelle, regia di Raoul Peck (Francia, Haiti, Stati Uniti, Belgio)
- The Crash Reel, regia di Lucy Walker (Stati Uniti)
- Gold - Du kannst mehr als du denkst, regia di Michael Hammon (Germania)
- My Way to Olympia (Mein Weg nach Olympia), regia di Niko von Glasow (Germania)
- The Spirit of '45, regia di Ken Loach (Regno Unito)
- Top of the Lake - Il mistero del lago (Top of the Lake), regia di Jane Campion, Garth Davis e Ariel Kleiman (Regno Unito, Australia, Nuova Zelanda)
- Unter Menschen, regia di Christian Rost e Claus Strigel (Germania, Austria, Ungheria)
Berlinale Special Gala
[modifica | modifica wikitesto]- The Look of Love, regia di Michael Winterbottom (Regno Unito)
- La migliore offerta, regia di Giuseppe Tornatore (Italia)
- Les Misérables, regia di Tom Hooper (USA, Regno Unito)
- Tokyo Family (Tōkyō kazoku), regia di Yōji Yamada (Giappone)
Berlinale Special Tribute
[modifica | modifica wikitesto]- Rosakinder, regia di Chris Kraus, Axel Ranisch, Robert Thalheim, Tom Tykwer e Julia von Heinz (Germania)
Cortometraggi
[modifica | modifica wikitesto]- 2011 12 30, regia di Leontine Arvidsson (Svezia)
- About Ndugu, regia di David Muñoz (Spagna)
- À coup de couteau denté, regia di Clément Decaudin (Francia)
- Ashura, regia di Köken Ergun (Turchia, Germania)
- L'attesa (Al Intithar), regia di Mario Rizzi (Italia, Emirati Arabi Uniti)
- Ba bi lun shao nian, regia di Zhou Yan (Cina)
- Between Regularity and Irregularity, regia di Masahiro Tsutani (Giappone)
- Una ciudad en una ciudad, regia di Cylixe (Germania)
- Echo, regia di Merlin Flügel (Germania)
- Forst, regia di Ulu Braun (Germania, Finlandia)
- La fugue, regia di Jean-Bernard Marlin (Francia)
- Hypozentrum, regia di Xenia Yvon Lesniewski (Germania)
- In Praise of the Day (Beshivhey Hayom), regia di Oren Adaf (Israele)
- Ja, kada sam bila klinac, bila sam klinka, regia di Ivana Todorovic (Serbia)
- Khutwa Khutwa, regia di Ossama Mohammed (Siria)
- Kwaku Ananse, regia di Akosua Adoma Owusu (Ghana, Stati Uniti, Messico)
- Love Games, regia di Joung Yumi (Corea del Sud)
- Misterio, regia di Chema García Ibarra (Spagna)
- Primate Cinema: Apes as Family, regia di Rachel Mayeri (Stati Uniti, Regno Unito)
- Die Ruhe bleibt, regia di Stefan Kriekhaus (Germania)
- La sainteté, regia di Ahd (Francia, Arabia Saudita)
- The Silent Passenger (Mugon no joukyaku), regia di Hirofumi Nakamoto (Giappone)
- Undress Me (Ta av mig), regia di Victor Lindgren (Svezia)
- Tabatô, regia di João Viana (Portogallo, Guinea-Bissau)
- Traumfrau, regia di Oliver Schwarz (Svizzera, Germania)
- Utan titel, regia di Leontine Arvidsson (Svezia)
- Uzushio: Seto Current, regia di Naoto Kawamoto (Giappone)
- Whaled Women, regia di Ewa Einhorn e Jeuno Je Kim (Svezia)
Panorama
[modifica | modifica wikitesto]- Baek-ya, regia di Lee-Song Hee-il (Corea del Sud)
- Behind the Camera (Dwitdamhwa, gamdokyi micheotseoyo), regia di E J-yong (Corea del Sud)
- Belated (Deshora), regia di Barbara Sarasola-Day (Argentina, Colombia, Norvegia)
- Burn It Up, Djassa (Le djassa a pris feu), regia di Lonesome Solo (Costa d'Avorio, Francia)
- Concussion, regia di Stacie Passon (Stati Uniti)
- Fatal (Kashi-ggot), regia di Lee Don-ku (Corea del Sud)
- A Fold in My Blanket (Chemi sabnis naketsi), regia di Zaza Rusadze (Georgia)
- Inch'Allah, regia di Anaïs Barbeau-Lavalette (Canada, Francia)
- Interior. Leather Bar., regia di James Franco e Travis Mathews (Stati Uniti)
- Lose Your Head, regia di Stefan Westerwelle e Patrick Schuckmann (Germania)
- Meine Schwestern, regia di Lars Kraume (Germania, Francia)
- Rock the Casbah (Rock Ba-Casba), regia di Yariv Horowitz (Israele, Francia)
- Soguk, regia di Ugur Yücel (Turchia)
- Something in the Way, regia di Teddy Soeriaatmadja (Indonesia)
- So Much Water (Tanta agua), regia di Ana Guevara e Leticia Jorge (Uruguay, Messico, Paesi Bassi, Germania)
- Upstream Color, regia di Shane Carruth (Stati Uniti)
Panorama Special
[modifica | modifica wikitesto]- Alabama Monroe - Una storia d'amore (The Broken Circle Breakdown), regia di Felix Van Groeningen (Belgio, Paesi Bassi)
- Ayer no termina nunca, regia di Isabel Coixet (Spagna)
- Don Jon, regia di Joseph Gordon-Levitt (Stati Uniti)
- Frances Ha, regia di Noah Baumbach (Stati Uniti, Brasile)
- Habi, la extranjera, regia di María Florencia Álvarez (Argentina, Brasile)
- It's All So Quiet (Boven is het stil), regia di Nanouk Leopold (Paesi Bassi, Germania)
- Kai po che!, regia di Abhishek Kapoor (India)
- Die Legende von Paul und Paula, regia di Heiner Carow (Germania Est)
- Lifelong (Hayatboyu), regia di Asli Özge (Turchia, Germania, Paesi Bassi)
- Love Battles (Mes séances de lutte), regia di Jacques Doillon (Francia)
- Lovelace, regia di Rob Epstein e Jeffrey Friedman (Stati Uniti)
- Maladies, regia di Carter (Stati Uniti)
- La piscina, regia di Carlos M. Quintela (Cuba, Spagna, Venezuela)
- Reaching for the Moon (Flores Raras), regia di Bruno Barreto (Brasile)
- Will You Still Love Me Tomorrow? (Ming tian ji de ai shang wo), regia di Arvin Chen (Taiwan)
- Workers, regia di Jose Luis Valle (Messico, Germania)
- Youth, regia di Tom Shoval (Israele, Germania, Francia)
Cortometraggi
[modifica | modifica wikitesto]- Bopha Pitorng Chhomnas Tekpleang, regia di Sao Sopheak (Cambogia)
- Jury (Joo-ri), regia di Kim Dong-ho (Corea del Sud)
Panorama Dokumente
[modifica | modifica wikitesto]- Art/Violence, regia di Udi Aloni, Mariam Abu Khaled e Batoul Taleb (Palestina, Israele, Stati Uniti)
- L'atto di uccidere (The Act of Killing), regia di Joshua Oppenheimer (Stati Uniti, Danimarca, Norvegia)
- Bambi, regia di Sébastien Lifshitz (Francia)
- Belleville Baby, regia di Mia Engberg (Svezia)
- Born This Way, regia di Shaun Kadlec e Deb Tullmann (Stati Uniti, Camerun)
- Exposed, regia di Beth B (Stati Uniti)
- Fifi Howls from Happiness (Fifi az khoshhali zooze mikeshad), regia di Mitra Farahani (Stati Uniti, Iran, Francia)
- Gut Renovation, regia di Su Friedrich (Stati Uniti)
- La Maison de la radio, regia di Nicolas Philibert (Francia, Giappone)
- Naked Opera, regia di Angela Christlieb (Lussemburgo, Germania)
- Narco Cultura, regia di Shaul Schwarz (Stati Uniti, Messico)
- Out in Ost-Berlin: Lesben und Schwule in der DDR, regia di Jochen Hick e Andreas Strohfeldt (Germania)
- Parade, regia di Olivier Meyrou (Francia, Stati Uniti)
- Paul Bowles: The Cage Door Is Always Open, regia di Daniel Young (Svizzera, Marocco)
- Roland Klick: The Heart Is a Hungry Hunter, regia di Sandra Prechtel (Germania)
- Salma, regia di Kim Longinotto (Regno Unito, India)
- Sing Me the Songs That Say I Love You: A Concert for Kate McGarrigle, regia di Lian Lunson (Stati Uniti)
- State 194, regia di Dan Setton (Stati Uniti, Israele)
- TPB AFK: The Pirate Bay Away from Keyboard, regia di Simon Klose (Svezia, Danimarca, Norvegia, Regno Unito, Paesi Bassi, Germania)
- A World Not Ours (Alam laysa lana), regia di Mahdi Fleifel (Regno Unito, Libano, Danimarca, Emirati Arabi Uniti)
Forum
[modifica | modifica wikitesto]Programma principale
[modifica | modifica wikitesto]- The 727 Days Without Karamo (Die 727 Tage ohne Karamo), regia di Anja Salomonowitz (Austria)
- The Battle of Tabato (A batalha de Tabatô), regia di João Viana (Guinea-Bissau, Portogallo)
- Boundary (Fahtum pandinsoong), regia di Nontawat Numbenchapol (Thailandia, Cambogia, Francia)
- Char... The No-Man's Island (...Moddhikhane Char), regia di Sourav Sarangi (India, Giappone, Italia, Danimarca, Norvegia)
- Cold Bloom (Sakura namiki no mankai no shita ni), regia di Atsushi Funahashi (Giappone)
- Coming Forth by Day (Al-khoroug lel-nahar), regia di Hala Lotfy (Egitto, Emirati Arabi Uniti)
- Computer Chess, regia di Andrew Bujalski (Stati Uniti)
- Echolot, regia di Athanasios Karanikolas (Germania)
- Elelwani, regia di Ntshaveni Wa Luruli (Sud Africa)
- The Eternal Return of Antonis Paraskevas (I aionia epistrofi tou Antoni Paraskeva), regia di Elina Psikou (Grecia, Repubblica Ceca)
- Everyday Objects (Halbschatten), regia di Nicolas Wackerbarth (Germania, Francia)
- Father's Garden: The Love of My Parents (Vaters Garten - Die Liebe meiner Eltern), regia di Peter Liechti (Svizzera)
- La figlia (I kori), regia di Thanos Anastopoulos (Grecia, Italia)
- Fynbos, regia di Harry Patramanis (Sud Africa, Grecia, Stati Uniti)
- Hélio Oiticica, regia di Cesar Oiticica Filho (Brasile)
- In Bloom (Grzeli nateli dgeebi), regia di Nana Ekvtimishvili e Simon Groß (Georgia, Germania, Francia)
- I Used to Be Darker, regia di Matthew Porterfield (Stati Uniti)
- Je ne suis pas mort, regia di Mehdi Ben Attia (Francia)
- Katiyabaaz, regia di Deepti Kakkar e Fahad Mustafa (India, Stati Uniti)
- Killing Strangers (Matar extraños), regia di Nicolás Pereda e Jacob Secher Schulsinger (Messico, Danimarca)
- Krugovi, regia di Srdan Golubović (Serbia, Germania, Francia, Slovenia, Croazia)
- La Paz, regia di Santiago Loza (Argentina)
- Materia oscura, regia di Massimo D'Anolfi e Martina Parenti (Italia)
- Das merkwürdige Kätzchen, regia di Ramon Zürcher (Germania)
- The Meteor (Le météore), regia di François Delisle (Canada)
- Mo sheng, regia di Ling Quan (Cina)
- La plaga, regia di Neus Ballús (Spagna, Francia, Germania)
- Quando ti ho visto (Lamma shoftak), regia di Annemarie Jacir (Palestina, Giordania, Grecia, Emirati Arabi Uniti)
- The Roots (Senzo ni naru), regia di Kaoru Ikeya (Giappone)
- Shirley: Visions of Reality, regia di Gustav Deutsch (Austria)
- Sieniawka, regia di Marcin Malaszczak (Germania, Polonia)
- A Single Shot, regia di David M. Rosenthal (Regno Unito, Stati Uniti, Canada)
- Stemple Pass, regia di James Benning (Stati Uniti)
- A Stranger (Obrana i zastita), regia di Bobo Jelcic (Croazia, Bosnia ed Erzegovina)
- Terra de ninguém, regia di Salomé Lamas (Portogallo)
- Together (Tian mi mi), regia di Chao-jen Hsu (Taiwan)
- To the Wolf (Sto lyko), regia di Aran Hughes e Christina Koutsospyrou (Grecia, Francia, Regno Unito)
- The Town of Whales (Kujira no machi), regia di Keiko Tsuruoka (Giappone)
- Viola, regia di Matías Piñeiro (Argentina, Stati Uniti)
- The Weight of Elephants, regia di Daniel Borgman (Danimarca, Nuova Zelanda, Germania, Svezia)
- Za Marksa..., regia di Svetlana Baskova (Russia)
Proiezioni speciali
[modifica | modifica wikitesto]- Cousin Jules (Le cousin Jules), regia di Dominique Benicheti (Francia)
- Portrait of Jason, regia di Shirley Clarke (Stati Uniti)
- Turning Point of the Youngsters (Cheongchun-eui sipjaro), regia di Ahn Jong-hwa (Corea)
- What Happened to This City? (Kya hua is shahar ko?), regia di Deepa Dhanraj (India)
Keisuke Kinoshita
[modifica | modifica wikitesto]- Farewell to Dream (Yūyake-gumo), regia di Keisuke Kinoshita (Giappone)
- Jubilation Street (Kanko no machi), regia di Keisuke Kinoshita (Giappone)
- Konyaku yubiwa, regia di Keisuke Kinoshita (Giappone)
- Legend of a Duel to the Death (Shitō no densetsu), regia di Keisuke Kinoshita (Giappone)
- Onna, regia di Keisuke Kinoshita (Giappone)
Forum Expanded
[modifica | modifica wikitesto]- Un Archipel, regia di Till Roeskens e Marie Bouts (Francia)
- Arturo, regia di Pilar Alvarez (Cuba)
- Blinder Fleck, regia di Björn Speidel (Germania)
- Bühne, regia di Daniel Kötter (Germania)
- El Cafeteria, regia di Paul Geday e Attiyat El Abnoudi (Egitto)
- Cuba, regia di Filipa César (Francia)
- Cutaways of Jiang Chun Gen - Forward and Back Again, regia di James T. Hong (Taiwan, Stati Uniti)
- Déjeuner chez Gertrude Stein, regia di Isabelle Prim (Francia)
- Dragooned, regia di Sandy Amerio (Francia)
- Edward Krasiński’s Studio, regia di Babette Mangolte (Stati Uniti)
- Excited State, Chapter 3: Lost Referents of Some Attraction, regia di Malak Helmy (Egitto)
- Farther than the Eye Can See, regia di Basma Alsharif (Emirati Arabi Uniti, Libano)
- Frog Spider Hand Horse House, regia di Shelly Silver (Stati Uniti)
- Kalte Probe, regia di Constanze Ruhm e Christine Lang (Austria, Germania)
- Lessons in Process, regia di Philip Hoffman (Cuba, Canada)
- Leviathan, regia di Lucien Castaing-Taylor e Véréna Paravel (Stati Uniti, Francia, Regno Unito)
- Mammas, regia di Isabella Rossellini (Stati Uniti, Germania, Francia)
- Microbrigades: Variations of a Story, regia di Florian Zeyfang, Alex Schmoeger e Lisa Schmidt-Colinet (Germania)
- Never, regia di Armando Lulaj (Albania)
- Not Blacking Out, Just Turning The Lights Off, regia di James Richards (Regno Unito)
- Once Every Day, regia di Richard Foreman (Stati Uniti)
- Pipe Dreams, regia di Ali Cherri (Libano, Francia)
- Por primera vez, regia di Octavio Cortázar (Cuba)
- Remanence I - (Lost, Lost, Lost, Lost), regia di Joshua Bonnetta (Canada)
- Rotation, regia di Clara Wieck e Ginan Seidl (Germania)
- RP31, regia di Lucy Raven (Stati Uniti)
- The Runaway Troupe of the Cartesian Theater, regia di Lior Shamriz (Germania, Cina)
- View from the Acropolis, regia di Lonnie van Brummelen e Siebren de Haan (Paesi Bassi)
- Yugoslavia, How Ideology Moved our Collective Body, regia di Marta Popivoda (Germania, Francia, Serbia)
- Yumen, regia di J.P. Sniadecki, Huang Xiang e Xu Ruotao (Stati Uniti, Cina)
Generation
[modifica | modifica wikitesto]Generation Kplus
[modifica | modifica wikitesto]- Anina, regia di Alfredo Soderguit (Uruguay, Colombia)
- Don't Expect Praises (You ren zan mei cong hui, you ren ze bu), regia di Jin Yang (Cina, Corea del Sud)
- Eskil & Trinidad, regia di Stephan Apelgren (Svezia)
- La eterna noche de las doce lunas, regia di Priscilla Padilla (Colombia)
- Marussia, regia di Eva Pervolovici (Francia, Russia)
- Mother, I Love You (Mammu, es Tevi milu), regia di Janis Nords (Lettonia)
- Ödland - Damit keiner das so mitbemerkt, regia di Anne Kodura (Germania)
- The Rocket, regia di Kim Mordaunt (Australia, Thailandia, Laos)
- Satellite Boy, regia di Catriona McKenzie (Australia)
- Stepping on the Flying Grass (Cita-Citaku setinggi tanah), regia di Eugene Panji (Indonesia)
- Twa Timoun, regia di Jonas D'Adesky (Belgio, Haiti)
- UpsideDown (Kopfüber), regia di Bernd Sahling (Germania)
- The Zigzag Kid (Nono, het Zigzag Kind), regia di Vincent Bal (Paesi Bassi, Belgio)
Cortometraggi
[modifica | modifica wikitesto]- The Amber Amulet, regia di Matthew Moore (Australia)
- Black Horn Night Heron, regia di Miriam Ditchfield (Singapore)
- Cahaya, regia di Jean Lee (Stati Uniti, Indonesia, Singapore)
- Cheong, regia di Kim Jung-in (Corea del Sud)
- Ezi un lielpilseta, regia di Ēvalds Lācis (Lettonia)
- The Fox Who Followed the Sound (Roubahi keh beh donbal-e seda raft), regia di Fatemeh Goudarzi (Iran)
- Hannah and the Moon, regia di Kate Charter (Regno Unito)
- Happy Birthday, regia di Muhand Heayl (Iraq, Ungheria, Regno Unito, Paesi Bassi)
- I'm Going to Mum's, regia di Lauren Jackson (Nuova Zelanda)
- Köttbullarna och mobbångrarna, regia di Johan Hagelbäck (Svezia)
- Krot na more, regia di Anna Kadykova (Russia)
- Matilde, regia di Vito Palmieri (Italia)
- My Father's Truck, regia di Mauricio Osaki (Brasile, Vietnam)
- Niño Árbol, regia di Waldo Salgado (Cile)
- L'ombrello blu (The Blue Umbrella), regia di Saschka Unseld (Stati Uniti)
- Rosa, zusje van Anna, regia di Janet Van den Brand (Belgio)
- Sonyacha Aamba, regia di Govinda Raju (India)
- Summer Suit, regia di Bec Peniston-Bird (Australia)
- Zima prishla, regia di Vassiliy Shlychkov (Russia)
Generation 14plus
[modifica | modifica wikitesto]- Baby Blues (Bejbi blues), regia di Kasia Rosłaniec (Polonia)
- Capturing Dad (Chichi wo torini), regia di Ryōta Nakano (Giappone)
- The Cold Lands, regia di Tom Gilroy (Stati Uniti)
- The End of the World (Um fim do mundo), regia di Pedro Pinho (Portogallo)
- Hide Your Smiling Faces, regia di Daniel Patrick Carbone (Stati Uniti)
- Jîn, regia di Reha Erdem (Turchia, Germania)
- Myeong-wangseong, regia di Shin Su-won (Corea del Sud)
- Red Princesses (Princesas rojas), regia di Laura Astorga (Costa Rica, Venezuela)
- Shopping, regia di Mark Albiston e Louis Sutherland (Nuova Zelanda)
- Tang Wong, regia di Kongdej Jaturanrasamee (Thailandia)
- Touch of the Light (Ni guang fei xiang), regia di Jung-chi Chang (Taiwan)
- Tough Bond, regia di Austin Peck e Anneliese Vandenberg (Stati Uniti)
Cortometraggi
[modifica | modifica wikitesto]- Äta lunch, regia di Sanna Lenken (Svezia)
- Barefoot, regia di Danis Goulet (Canada)
- The Chair, regia di Grainger David (Stati Uniti)
- The Date (Treffit), regia di Jenni Toivoniemi (Finlandia)
- Destimação, regia di Ricardo de Podestá (Brasile)
- Dina & Noel, regia di Sivan Levy e Natalie Melamed (Israele)
- Djur jag dödade förra sommaren, regia di Gustav Danielsson (Svezia)
- The First Time (Första gången), regia di Anders Hazelius (Svezia)
- Flight of the Pompadour, regia di Karan Kandhari (Regno Unito)
- Nashorn im Galopp, regia di Erik Schmitt (Germania)
- Ninja & Soldier, regia di Isamu Hirabayashi (Giappone)
- The Package (O Pacote), regia di Rafael Aidar (Brasile)
- Rabbitland, regia di Nikola Majdak Jr. e Ana Nedeljkovic (Serbia)
- Yardbird, regia di Michael Spiccia (Australia)
- The Yearning Room, regia di Minka Jakerson (Svezia)
- You Like It, I Love It, regia di James Vaughan (Australia)
Perspektive Deutsches Kino
[modifica | modifica wikitesto]- Dead, regia di Sven Halfar (Germania)
- Einzelkämpfer, regia di Sandra Kaudelka (Germania)
- Endzeit, regia di Sebastian Fritzsch (Germania, Austria)
- Freier Fall, regia di Stephan Lacant (Germania)
- Metamorphosen, regia di Sebastian Mez (Germania)
- Die mit dem Bauch tanzen, regia di Carolin Genreith (Germania)
- Silvi, regia di Nico Sommer (Germania)
- Two Mothers (Zwei Mütter), regia di Anne Zohra Berrached (Germania)
- Die Wiedergänger, regia di Andreas Bolm (Germania)
Cortometraggi
[modifica | modifica wikitesto]- Chiralia, regia di Santiago Gil (Germania)
- Kalifornia, regia di Laura Mahlberg (Germania)
Proiezioni speciali
[modifica | modifica wikitesto]- Anatomy of a Departure (Anatomie des Weggehens), regia di Oliver Tataru (Germania, Romania)
- Der Glanz des Tages, regia di Tizza Covi e Rainer Frimmel (Austria)
- Reality 2.0, regia di Víctor Orozco Ramírez (Messico, Germania)
Retrospettiva
[modifica | modifica wikitesto]- Anche i boia muoiono (Hangmen Also Die!), regia di Fritz Lang (Stati Uniti)
- A qualcuno piace caldo (Some Like It Hot), regia di Billy Wilder (Stati Uniti)
- Il capitano Mollenard (Mollenard), regia di Robert Siodmak (Francia)
- Car of Dreams, regia di Graham Cutts e Austin Melford (Regno Unito)
- Casablanca, regia di Michael Curtiz (Stati Uniti)
- Le catene della colpa (Out of the Past), regia di Jacques Tourneur (Stati Uniti)
- Com'era verde la mia valle (How Green Was My Valley), regia di John Ford (Stati Uniti)
- Confessioni di una spia nazista (Confessions of a Nazi Spy), regia di Anatole Litvak (Stati Uniti)
- Il corvo (Le Corbeau), regia di Henri-Georges Clouzot (Francia)
- La donna di picche (The Queen of Spades), regia di Thorold Dickinson (Regno Unito)
- Einmal eine große Dame sein, regia di Gerhard Lamprecht (Germania)
- Ergens in Nederland, regia di Ludwig Berger (Paesi Bassi)
- First a Girl, regia di Victor Saville (Regno Unito)
- Furia (Fury), regia di Fritz Lang (Stati Uniti)
- Gado Bravo, regia di António Lopes Ribeiro e Max Nosseck (Portogallo)
- Le Golem, regia di Julien Duvivier (Cecoslovacchia, Francia)
- Het mysterie van de Mondscheinsonate, regia di Kurt Gerron (Paesi Bassi)
- L'imboscata (Pièges), regia di Robert Siodmak (Francia)
- Incatenata (The Chase), regia di Arthur Ripley (Stati Uniti)
- L'infernale Quinlan (Touch of Evil), regia di Orson Welles (Stati Uniti)
- Lasciate fare alle donne (Glückskinder), regia di Paul Martin (Germania)
- Lettera da una sconosciuta (Letter from an Unknown Woman), regia di Max Ophüls (Stati Uniti)
- M, regia di Joseph Losey (Stati Uniti)
- Nessuno sfuggirà (None Shall Escape), regia di André De Toth (Stati Uniti)
- Il pazzo di Hitler (Hitler's Madman), regia di Douglas Sirk (Stati Uniti)
- Peter, regia di Henry Koster (Stati Uniti, Ungheria, Austria)
- I ragazzi del retrobottega (The Small Back Room), regia di Michael Powell e Emeric Pressburger (Regno Unito)
- Gli scherzi del denaro (Komedie om geld), regia di Max Ophüls (Paesi Bassi)
- Sogno di una notte di mezza estate (A Midsummer Night's Dream), regia di William Dieterle e Max Reinhardt (Stati Uniti)
- Vittorio e Vittoria (Viktor und Viktoria), regia di Reinhold Schünzel (Germania)
- Vogliamo vivere! (To Be or Not to Be), regia di Ernst Lubitsch (Stati Uniti)
Berlinale Classics
[modifica | modifica wikitesto]- Cabaret, regia di Bob Fosse (Stati Uniti)
- Il delitto perfetto (Dial M for Murder), regia di Alfred Hitchcock (Stati Uniti)
- Fronte del porto (On the Waterfront), regia di Elia Kazan (Stati Uniti)
- Lo studente di Praga (Der Student von Prag), regia di Stellan Rye (Germania)
- Viaggio a Tokyo (Tōkyō monogatari), regia di Yasujirō Ozu (Giappone)
Homage
[modifica | modifica wikitesto]- The Karski Report (Le rapport Karski), regia di Claude Lanzmann (Francia)
- Pourquoi Israël, regia di Claude Lanzmann (Israele, Francia)
- Shoah, regia di Claude Lanzmann (Francia, Regno Unito)
- Sobibor - 14 ottobre 1943, ore 16.00 (Sobibór, 14 octobre 1943, 16 heures), regia di Claude Lanzmann (Francia)
- Tsahal, regia di Claude Lanzmann (Francia, Germania)
- Un vivant qui passe, regia di Claude Lanzmann (Francia, Germania)
NATIVe - A Journey into Indigenous Cinema
[modifica | modifica wikitesto]- 10 canoe (Ten Canoes), regia di Rolf de Heer e Peter Djigirr (Australia)
- Atanarjuat il corridore (Atanarjuat), regia di Zacharias Kunuk (Canada)
- The Ballad of Crowfoot, regia di Willie Dunn (Canada)
- Bastion Point: Day 507, regia di Merata Mita, Leon Narbey e Gerd Polhmann (Nuova Zelanda)
- Beneath Clouds, regia di Ivan Sen (Australia)
- Boy, regia di Taika Waititi (Nuova Zelanda)
- Circle of the Sun, regia di Colin Low (Canada)
- Ebony Society, regia di Tammy Davis (Nuova Zelanda)
- The Exiles, regia di Kent Mackenzie (Stati Uniti)
- From Sand to Celluloid: Payback, regia di Warwick Thornton (Australia)
- Green Bush, regia di Warwick Thornton (Australia)
- Nana, regia di Warwick Thornton (Australia)
- Ngangkari, regia di Erica Glynn (Australia)
- On the Ice, regia di Andrew Okpeaha MacLean (Stati Uniti)
- The Orator (O le tulafale), regia di Tusi Tamasese (Nuova Zelanda)
- Le rêve d'une mère, regia di Cherilyn Papatie (Canada)
- Richard Cardinal: Cry from the Diary of a Métis Child, regia di Alanis Obomsawin (Canada)
- Samson and Delilah, regia di Warwick Thornton (Australia)
- Skins, regia di Chris Eyre (Stati Uniti)
- Sotto il segno di Orione (Ngati), regia di Barry Barclay (Nuova Zelanda)
- Te Whakarauora Tangata, regia di Merata Mita (Nuova Zelanda)
- Trudell, regia di Heather Rae (Stati Uniti)
- Turangawaewae, a Place to Stand, regia di Cathy Macdonald (Stati Uniti)
- Two Cars, One Night, regia di Taika Waititi (Nuova Zelanda)
Culinary Cinema
[modifica | modifica wikitesto]- L'amour des moules, regia di Willemiek Kluijfhout (Paesi Bassi, Belgio)
- Couscous Island, regia di Francesco Amato e Stefano Scarafia (Italia)
- The Fruit Hunters, regia di Yung Chang (Canada)
- Una Furtiva Lagrima, regia di Carlo Vogele (Stati Uniti)
- GMO OMG, regia di Jeremy Seifert (Stati Uniti, Haiti, Norvegia)
- Green Porno – 2ª stagione, regia di Isabella Rossellini e Jody Shapiro (Stati Uniti)
- Haleema, regia di Boris Schaarschmidt (Germania, Stati Uniti)
- Jadoo, regia di Amit Gupta (Regno Unito)
- Make Hummus Not War, regia di Trevor Graham (Regno Unito, Stati Uniti, Palestina, Libano, Israele, Australia)
- The Moo Man, regia di Andy Heathcote e Heike Bachelier (Regno Unito)
- Oltre il giardino (Being There), regia di Hal Ashby (Stati Uniti)
- Perú Sabe, regia di Jesús M. Santos (Perù, Spagna)
- Red Obsession, regia di David Roach e Warwick Ross (Australia, Cina, Francia, Regno Unito, Hong Kong)
- La rizière, regia di Xiaoling Zhu (Francia, Cina)
- Slow Food Story, regia di Stefano Sardo (Italia, Irlanda)
- Sueños de cocina, regia di Felipe Ugarte (Spagna)
Premi
[modifica | modifica wikitesto][[File:Calin Peter Netzer.jpg|upright=1.2|thumb|Il regista Călin Peter Netzer, Orso d'oro per Il caso Kerenes. [[File:Berlinale 2013 81 Berliner Filmfestspiele cr.jpg|upright=1.2|thumb|Paulina García, migliore attrice per Gloria. [[File:Sebastian Lelio.JPG|upright=1.2|thumb|Il regista Sebastián Lelio, vincitore del Guild Film Prize e del Premio della giuria ecumenica per Gloria. [[File:Isabella Rossellini (Berlin Film Festival 2013).jpg|upright=1.2|thumb|Isabella Rossellini, una delle vincitrici della Berlinale Kamera.
Premi della giuria internazionale
[modifica | modifica wikitesto]- Orso d'oro: Il caso Kerenes di Călin Peter Netzer
- Orso d'argento, gran premio della giuria: An Episode in the Life of an Iron Picker di Danis Tanović
- Menzioni speciali: Promised Land di Gus Van Sant e Layla Fourie di Pia Marais
- Orso d'argento per il miglior regista: David Gordon Green per Prince Avalanche
- Orso d'argento per la migliore attrice: Paulina García per Gloria di Sebastián Lelio
- Orso d'argento per il miglior attore: Nazif Mujić per An Episode in the Life of an Iron Picker di Danis Tanović
- Orso d'argento per la migliore sceneggiatura: Jafar Panahi per Closed Curtain di Jafar Panahi e Kambuzia Partovi
- Orso d'argento per il miglior contributo artistico: Aziz Zhambakiyev per la fotografia di Harmony Lessons di Emir Baigazin
- Premio Alfred Bauer: Vic + Flo Saw a Bear di Denis Côté
Premi della giuria "Opera prima"
[modifica | modifica wikitesto]- Migliore opera prima: The Rocket di Kim Mordaunt
- Menzione speciale: The Battle of Tabato di João Viana
Premi della giuria "Cortometraggi"
[modifica | modifica wikitesto]- Orso d'oro per il miglior cortometraggio: La fugue di Jean-Bernard Marlin
- Orso d'argento, premio della giuria: Die Ruhe bleibt di Stefan Kriekhaus
- Menzione speciale: Ashura di Köken Ergun
- DAAD Short Film Prize: Tabatô di João Viana
- Cortometraggio candidato agli European Film Awards: Misterio di Chema García Ibarra
Premi onorari
[modifica | modifica wikitesto]- Orso d'oro alla carriera: Claude Lanzmann
- Berlinale Kamera: Isabella Rossellini, Rosa von Praunheim, Richard Linklater
Premi delle giurie "Generation"
[modifica | modifica wikitesto]Kinderjury Generation Kplus
[modifica | modifica wikitesto]- Orso di cristallo: The Rocket di Kim Mordaunt
- Menzione speciale: Satellite Boy di Catriona McKenzie
- Orso di cristallo per il miglior cortometraggio: The Amber Amulet di Matthew Moore
- Menzione speciale: Ezi un lielpilseta di Ēvalds Lācis
Generation Kplus International Jury
[modifica | modifica wikitesto]- Grand Prix per il miglior lungometraggio: Mother, I Love You di Janis Nords
- Menzione speciale: Satellite Boy di Catriona McKenzie
- Special Prize per il miglior cortometraggio: Cheong di Kim Jung-in
- Menzione speciale: Ezi un lielpilseta di Ēvalds Lācis
Jugendjury Generation 14plus
[modifica | modifica wikitesto]- Orso di cristallo: Baby Blues di Kasia Rosłaniec
- Menzione speciale: Myeong-wangseong di Shin Su-won
- Orso di cristallo per il miglior cortometraggio: Rabbitland di Nikola Majdak Jr. e Ana Nedeljkovic
- Menzione speciale: The Date di Jenni Toivoniemi
Generation 14plus International Jury
[modifica | modifica wikitesto]- Grand Prix per il miglior lungometraggio: Shopping di Mark Albiston e Louis Sutherland
- Menzione speciale: Baby Blues di Kasia Rosłaniec
- Special Prize per il miglior cortometraggio: The First Time di Anders Hazelius
- Menzione speciale: Barefoot di Danis Goulet
Premi delle giurie indipendenti
[modifica | modifica wikitesto]- Premio della giuria ecumenica
- Concorso: Gloria di Sebastián Lelio
- Menzione speciale: An Episode in the Life of an Iron Picker di Danis Tanović
- Panorama: L'atto di uccidere di Joshua Oppenheimer
- Menzione speciale: Inch'Allah di Anaïs Barbeau-Lavalette
- Forum: Krugovi di Srdan Golubović
- Menzione speciale: The Roots di Kaoru Ikeya - Premio FIPRESCI
- Concorso: Il caso Kerenes di Călin Peter Netzer
- Panorama: Inch'Allah di Anaïs Barbeau-Lavalette
- Forum: Hélio Oiticica di Cesar Oiticica Filho - Guild Film Prize: Gloria di Sebastián Lelio
- Premio CICAE Art Cinema
- Panorama: Rock the Casbah di Yariv Horowitz
- Forum: In Bloom di Nana Ekvtimishvili e Simon Groß - Label Europa Cinemas: Alabama Monroe - Una storia d'amore di Felix Van Groeningen
- Premio Caligari: Hélio Oiticica di Cesar Oiticica Filho
- Peace Film Prize: A World Not Ours di Mahdi Fleifel
- Premio NETPAC: Quando ti ho visto di Annemarie Jacir
- Amnesty International Film Award: The Rocket di Kim Mordaunt
- Premio Heiner Carow: Naked Opera di Angela Christlieb
- FGYO - Award Dialogue en Perspective: Two Mothers di Anne Zohra Berrached
- Cinema Fairbindet Prize: Art/Violence di Udi Aloni, Mariam Abu Khaled e Batoul Taleb
- Teddy Award
- Miglior lungometraggio: W imię... di Małgorzata Szumowska
- Miglior documentario: Bambi di Sébastien Lifshitz
- Miglior cortometraggio: Undress Me di Victor Lindgren
- Premio della giuria: Concussion di Stacie Passon
- Premio Else dei lettori di Siegessäule: W imię... di Małgorzata Szumowska
Premi del pubblico e dei lettori
[modifica | modifica wikitesto]- Panorama Audience Award
- Film: Alabama Monroe - Una storia d'amore di Felix Van Groeningen
- Documentari: L'atto di uccidere di Joshua Oppenheimer - Premio dei lettori della Berliner Morgenpost: Harmony Lessons di Emir Baigazin
- Premio dei lettori di Der Tagesspiegel: Father's Garden: The Love of My Parents di Peter Liechti
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t 63rd Berlin International Film Festival - February 7-17, 2013, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 15 maggio 2023.
- ^ Nov 29, 2012: Homage and Honorary Golden Bear for Claude Lanzmann, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 16 marzo 2017.
- ^ Awards 2013, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 16 marzo 2017.
- ^ Nov 6, 2012: DEFA Foundation's Newly Created Heiner Carow Prize to Be Awarded at the Berlinale, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 6 giugno 2017.
- ^ Jan 31, 2013: Berlinale Classics, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 6 giugno 2017.
- ^ Jan 17, 2013: "Native - A Journey into Indigenous Cinema", su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 6 giugno 2017.
- ^ a b c d e f Juries - 2013, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 23 giugno 2022.
- ^ Dec 19, 2012: Wong Kar-wai's The Grandmaster to Open the 63rd Berlinale, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 16 marzo 2017.
- ^ Feb 16, 2013: The 63rd Berlin International Film Festival To Come to a Splendid Close, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 16 marzo 2017.
- ^ Nov 20, 2012: Berlinale Retrospective 2013: The Weimar Touch. The International Influence of Weimar Cinema After 1933, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 16 marzo 2017.
- ^ Facts & Figures of the Berlinale 2013, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 5 gennaio 2020.
- ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore
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: non è stato indicato alcun testo per il marcatorepress.6n
- ^ Dec 18, 2012: Panorama 2013: First Films and Programmes, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 16 marzo 2017.
- ^ a b Jan 22, 2013: Panorama Programme 2013 Now Complete, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 16 marzo 2017.
- ^ Jan 15, 2013: Selection of Fictional Features for Panorma's Main Programme and Panorama Special Now Complete, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 16 marzo 2017.