Indice
Tomáš Masaryk
Tomáš Masaryk | |
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Presidente della Cecoslovacchia | |
Durata mandato | 14 novembre 1918 – 14 dicembre 1935 |
Predecessore | carica creata |
Successore | Edvard Beneš |
Dati generali | |
Partito politico | Národní Strana Svobodomyslná |
Titolo di studio | dottorato di ricerca |
Università | Università di Vienna e Akademisches Gymnasium |
Firma |
Tomáš Garrigue Masaryk (IPA: [ˈtomaːʃ ˈɡarɪk ˈmasarɪk]) (Hodonín, 7 marzo 1850 – Lány, 14 settembre 1937) è stato un sociologo, filosofo e politico cecoslovacco, famoso per essere stato il fondatore e primo presidente della Cecoslovacchia. Fondò anche l'Università di Brno, che in seguito fu rinominata Masarykova univerzita in suo onore.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Masaryk nacque a Hodonín (allora chiamata con il nome tedesco di Göding), in Moravia, all'epoca parte dell'impero austro-ungarico, da padre cocchiere e madre cuoca. Da giovane venne avviato al mestiere di fabbro. Studiò successivamente a Brno, a Lipsia, dove conobbe Edmund Husserl, e a Vienna (1872-1876 con Franz Brentano). Nel 1876 ottenne il dottorato e nel 1879 l'abilitazione all'insegnamento universitario con una tesi sul suicidio.
Venne chiamato nel 1882 alla cattedra di filosofia della nuova università ceca a Praga. L'anno successivo iniziò a pubblicare la rivista Athenaeum, volta a sprovincializzare l'ambiente culturale del suo paese. Contribuì a smascherare falsi manoscritti in ceco antico e si oppose a pregiudizi razziali e antisemiti. Nel 1878 aveva sposato la musicologa statunitense di origine ugonotta Charlotte Garrigue associandone il cognome al fine di sostenere la sua lotta per l'emancipazione femminile. Di qui la sigla TGM (Tomáš Garrigue Masaryk).
Nel 1900 contribuì alla fondazione del Partito popolare ceco poi "progressista", ma al Parlamento di Vienna viene eletto con il concorso dei voti socialdemocratici. Allo scoppio della prima guerra mondiale scelse l'esilio e fu l'Italia il primo paese a offrirgli il permesso di soggiorno. Fece tappa a Venezia e si fermò a Roma tra il dicembre 1914 e il gennaio 1915. Quindi partì alla volta di Ginevra, Parigi e Londra, dove come convinto sostenitore del cecoslovacchismo continuò la sua attività per la creazione di uno Stato cecoslovacco. Nel 1917 andò in Russia per organizzare la Legione cecoslovacca, che avrebbe dovuto essere impiegata sul fronte occidentale, ma di fatto divenne il primo nucleo delle forze controrivoluzionarie occidentali contro i bolscevichi.
Da Vladivostok via Tokyo raggiunse gli Stati Uniti, dove entrò in contatto con il presidente Woodrow Wilson e gli prospettò le ragioni della sua causa. Il 30 maggio 1918 firmò a Pittsburgh l'accordo che sanciva la nascita di uno stato comune dei cechi e degli slovacchi con parità di diritti. In America, ottenne il riconoscimento del governo provvisorio cecoslovacco e preparò la Dichiarazione di Washington come dichiarazione di indipendenza dello stato cecoslovacco. Chiese anche aiuto alle legioni cecoslovacche in Russia. [1] Dopo la caduta dell'Impero austro-ungarico, l'Assemblea nazionale provvisoria il 14 novembre 1918 lo elesse primo presidente della Repubblica cecoslovacca. Venne successivamente confermato nel 1920, nel 1927 e nel 1934. Si dimise nel 1935 per ragioni di salute e gli succedette il suo migliore allievo e collaboratore Edvard Beneš, che come lui appartenne alla Massoneria[2].
Per quanto riguarda le minoranze etniche inserite nel nuovo stato, l'ordinamento cecoslovacco, pur essendo di stampo centralistico, attribuì ad esse diritti senz'altro superiori a quelli stabiliti da altri paesi, per esempio la Polonia, la Romania, la Jugoslavia e l'Italia fascista, ma non va dimenticato che esse erano in Cecoslovacchia molto più consistenti che altrove, arrivando fino a circa il 50% dell'intera popolazione. I soli Tedeschi erano tanto numerosi da rendere impossibile le stesse politiche di assimilazione forzata attuate ad esempio contro gli Ungheresi fin dal gennaio 1919 e non fu un caso se due ministri della minoranza tedesca dei Sudeti furono sempre nel governo di Praga dal 1926 al 1938.[3] Suo figlio, Jan Masaryk, fu ministro degli Esteri nel governo in esilio di Beneš (1940-1945) e successivamente in quello di Klement Gottwald fino al 10 marzo 1948, quando venne trovato morto nel cortile di Palazzo Černín, sede del Ministero.
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze cecoslovacche
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze straniere
[modifica | modifica wikitesto]Opere
[modifica | modifica wikitesto]- La Nuova Europa. Il punto di vista slavo, Edizioni Studio Tesi (ora distribuito dalle Edizioni Mediterranee di Roma), a cura di Francesco Leoncini.
- La Russia e l'Europa. Studi sulle correnti spirituali in Russia, Bologna, FirenzeLibri Editore 1971, 2 voll., Nuova edizione completamente riveduta con aggiornamento storico e bibliografico.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Preclík, Vratislav. Masaryk a legie (Masaryk and legions), váz. kniha, 219 pages, first issue vydalo nakladatelství Paris Karviná, Žižkova 2379 (734 01 Karvina, Czech Republic) ve spolupráci s Masarykovým demokratickým hnutím (Masaryk Democratic Movement, Prague), 2019, ISBN 978-80-87173-47-3, pages 36 - 39, 41 - 42, 106 - 107, 111-112, 124–125, 128, 129, 132, 140–148, 184–199.
- ^ Valerio Perna, "Nazionalità e nazioni durante gli anni bellici", in: La massoneria nella Grande Guerra, a cura di Aldo A. Mola, Bastogi, Roma, 2016, p. 153.
- ^ F. Leoncini, La questione dei Sudeti 1918-1938, Libreria Editrice Cafoscarina 2005.
- ^ Propuestsa, solicitudes y nombramientos de la Real y Muy Distinguida Orden de Carlos III. P. 221
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- François Fejtö, Requiem per un impero defunto.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikisource contiene una pagina in lingua ceca dedicata a Tomáš Masaryk
- Wikisource contiene una pagina in lingua inglese dedicata a Tomáš Masaryk
- Wikisource contiene una pagina in lingua tedesca dedicata a Tomáš Masaryk
- Wikiquote contiene citazioni di o su Tomáš Masaryk
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Tomáš Masaryk
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Masaryk, Tomáš Garrigue, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Ettore Lo Gatto, MASARYK, Tomáš Garrigue, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1934.
- MASARYK, Tomaš Garrigue, in Enciclopedia Italiana, I Appendice, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1938.
- Masaryk, Tomáš Garrigue, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- (IT, DE, FR) Tomáš Masaryk, su hls-dhs-dss.ch, Dizionario storico della Svizzera.
- (EN) Ludwig von Gogolák, Tomáš Masaryk, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (DE) Masaryk, Thomas (Garrigue) (XML), in Dizionario biografico austriaco 1815-1950.
- (EN) Opere di Tomáš Masaryk, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Opere riguardanti Tomáš Masaryk, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Tomáš Masaryk, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) "Tomas Garrigue Masaryk" sul sito del presidente della Repubblica Ceca, su hrad.cz. URL consultato l'11 marzo 2006 (archiviato dall'url originale il 18 aprile 2006).
- (CS) opera di T. G. Masaryk sulla rivoluzione mondiale - Světová revoluce : za války a ve válce 1914-1918. [Prima ed.]. Praha: Orbis, 1925. 650 p. - opera in formato elettronico
Controllo di autorità | VIAF (EN) 56651696 · ISNI (EN) 0000 0001 0844 7446 · BAV 495/5318 · LCCN (EN) n80086389 · GND (DE) 118578626 · BNE (ES) XX865348 (data) · BNF (FR) cb121743345 (data) · J9U (EN, HE) 987007274808905171 · NSK (HR) 000100389 · NDL (EN, JA) 00514852 · CONOR.SI (SL) 13218147 |
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