Zaffiro (sommergibile)

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Zaffiro
Descrizione generale
TipoSommergibile di piccola crociera
ClasseSirena
ProprietàRegia Marina
CantiereOTO, Muggiano
Impostazione16 settembre 1931
Varo28 giugno 1933
Entrata in servizio4 giugno 1934
Destino finaleaffondato da attacco aereo il 9 giugno 1942
Caratteristiche generali
Dislocamento in immersione842,2 t
Dislocamento in emersione678,95 t
Lunghezzafuori tutto 60,18 m
Larghezza6,45 m
Pescaggio4,66 m
Profondità operativa80 m
Propulsione2 motori diesel Tosi da 1350 CV totali
2 motori elettrici Magneti Marelli da 800 CV totali
Velocità in immersione 7,5 nodi
Velocità in emersione 14 nodi
Autonomiain emersione: 2200 mn a 12 nodi
o 5000 mn a 8 nodi
in immersione:8 mn alla velocità di 8 nodi
o 72 mn a 4 nodi
Equipaggio4 ufficiali, 32 sottufficiali e marinai
Armamento
Armamento
Note
MottoUbique fulgeo[1] ("Risplendo ovunque")
informazioni prese da [4]
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Lo Zaffiro è stato un sommergibile della Regia Marina.

All'ingresso dell'Italia nel secondo conflitto mondiale aveva base a Lero[2].

Svolse la sua prima missione di guerra dal 10 al 14 giugno 1940, al largo di Rodi, senza tuttavia imbattersi in navi nemiche[2].

Tra la fine di luglio e l'inizio di agosto 1941 fu inviato tra Pantelleria e Malta, insieme ad altri sommergibili, a contrastare l'operazione britannica «Style» (consistente nell'invio a Malta di un convoglio di rifornimenti), ma non avvistò le unità inglesi[3].

Fu scelto per recuperare gli operatori degli SLC autori dell'impresa di Alessandria: dal 24 al 26 dicembre 1941, al comando del capitano di corvetta Giovanni Lombardi, si presentò tutte le notti al largo di Rosetta (quindici miglia a settentrione delle foci del Nilo), stazionandovi da mezzanotte alle tre di notte; tale impiego risultò inutile perché erano gli operatori che erano riusciti ad allontanarsi dal porto di Alessandria (il capitano del Genio Navale Antonio Marceglia ed il sottocapo palombaro Spartaco Schergat) erano già stati catturati mentre cercavano di raggiungere Rosetta[4]. Alla fine, il 26 dicembre, il sommergibile dovette rientrare a Lero[2][5].

L'8 giugno 1942, al comando del tenente di vascello Carlo Mottura, partì da Cagliari diretto a sud delle Baleari; in seguito gli fu impartito l'ordine di spostarsi in un'area compresa tra Capo Falcon e Capo Ferrat (al largo di Orano), dove, insieme ad altri tre sommergibili, avrebbe costituito uno sbarramento atto a contrastare l'operazione britannica «Harpoon» nell'ambito della Battaglia di mezzo giugno, che si sarebbe sviluppata di lì a pochi giorni; tuttavia è probabile che tale ordine non lo abbia mai raggiunto, dato che dopo la partenza non diede più sue notizie e vani furono i messaggi radio continuamente inviati fino al 22 luglio[2][6][7].

Si venne poi a sapere che il 9 giugno era stato attaccato da un idrovolante PBY Catalina del 500° Squadron della Royal Air Force, mitragliato, colpito e affondato circa 35 miglia a sudovest di Ibiza, senza sopravvissuti[2][6][8][9].

Scomparvero con il sommergibile il comandante Mottura, altri 4 ufficiali e 42 fra sottufficiali e marinai[10].

Lo Zaffiro aveva svolto 22 missioni di guerra, percorrendo complessivamente 12.919 miglia in superficie e 2629 in immersione[11].

All'inizio del 2005 subacquei spagnoli hanno individuato a grande profondità il relitto di un sommergibile che potrebbe essere lo Zaffiro[12][13].

  1. ^ I motti delle navi italiane, Roma, Ufficio Storico della Marina Militare, 1998, pag. 80
  2. ^ a b c d e Regio Sommergibile Zaffiro, su xmasgrupsom.com. URL consultato il 31 ottobre 2010 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2012).
  3. ^ Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, p. 297
  4. ^ Giorgio Giorgerini, Attacco dal mare. Storia dei mezzi d'assalto della Marina italiana, p. 213. In realtà Giorgerini parla del sommergibile Topazio, ma dato che varie altre fonti [1] [2] Archiviato il 23 settembre 2012 in Internet Archive. [3] parlano del gemello Zaffiro, è probabile che il nome del Topazio sia un errore
  5. ^ Attacco dal mare. Storia dei mezzi d'assalto della Marina italiana, p. 213"
  6. ^ a b Sub Zaffiro
  7. ^ Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, p. 326
  8. ^ Trentoincina
  9. ^ Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, p. 324
  10. ^ Caduti
  11. ^ Attività Operativa
  12. ^ Aparece un submarino perdido | Bajoelagua - Todo sobre el buceo, submarinismo y el mar, su bajoelagua.com. URL consultato il 31 ottobre 2010 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2008).
  13. ^ Asociación Española de Marina Civil (AEMC)[collegamento interrotto]
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