Ametista | |
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Descrizione generale | |
Tipo | Sommergibile di piccola crociera |
Classe | Sirena |
Proprietà | Regia Marina |
Cantiere | OTO, Muggiano |
Impostazione | 16 settembre 1931 |
Varo | 24 aprile 1933 |
Entrata in servizio | 1º aprile 1934 |
Destino finale | autoaffondato il 12 settembre 1943 in seguito all'armistizio |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento in immersione | 842,2 t |
Dislocamento in emersione | 678,95 t |
Lunghezza | fuori tutto 60,18 m |
Larghezza | 6,45 m |
Pescaggio | 4,66 m |
Profondità operativa | 80 m |
Propulsione | 2 motori diesel Tosi da 1350 CV totali 2 motori elettrici Magneti Marelli da 800 CV totali |
Velocità in immersione | 7,5 nodi |
Velocità in emersione | 14 nodi |
Autonomia | in emersione: 2200 mn a 12 nodi o 5000 mn a 8 nodi in immersione:8 mn alla velocità di 8 nodi o 72 mn a 4 nodi |
Equipaggio | 4 ufficiali, 32 sottufficiali e marinai |
Armamento | |
Artiglieria | alla costruzione:
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Siluri | 4 tubi lanciasiluri da 533mm a prua 2 tubi da 533mm a poppa (6 siluri a bordo) |
informazioni prese da [1] | |
voci di sommergibili presenti su Teknopedia |
L'Ametista è stato un sommergibile della Regia Marina.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Nei primi mesi del 1940 fu impiegato per sperimentare il rilascio di SLC da un sommergibile: sulla coperta furono sistemati dei supporti su cui furono posti tre dei mezzi, poi assicurati con cavi[1]. L'Ametista s'immerse poi nella rada di La Spezia e rilasciò i tre SLC che raggiunsero e minarono il vecchio esploratore Quarto; i tempi e la complessità dell'operazione fecero comunque capire che quella adottata non era la soluzione più agevole per il trasporto di SLC (sui sommergibili Gondar e Sciré, infatti, furono adottati dei contenitori cilindrici)[1].
Nei primi mesi della seconda guerra mondiale operò in Mar Egeo, senza risultati[2].
Nel 1941 ne era comandante il capitano di corvetta Virgilio Spigai[2].
Nel settembre di quell'anno fu inviato nel Canale di Caso insieme ai sommergibili Gemma e Tricheco[3].
Nel dicembre 1942 fu sottoposto ad un controllo in seguito al quale fu valutato al 95 % della sua efficienza: i principali problemi consistevano nella rumorosità di pompe e linee d'assi e nel fatto che gli idrofoni si trovavano in stato giudicato «mediocre» (mentre gli altri apparati, quali segnalatori acustici e scandagli ultrasonori, erano giudicati in buono stato)[4].
Il 9 settembre 1943, in seguito all'armistizio, partì da Fiume al comando del tenente di vascello Luigi Ginocchio, arrivando ad Ancona due giorni dopo, di mattino[2]. Lasciò il capoluogo marchigiano per portarsi a Brindisi alle tre del pomeriggio del 12 settembre, trainando il sommergibile tascabile CB. 11, ma al largo di Numana decise di autoaffondarsi come aveva già fatto il sommergibile Serpente[2]. Si ebbero tre vittime (il sergente Carmine Cantone ed i capi di 2ª classe Enrico Castellato e Luigi Martano)[5].
L'Ametista aveva svolto in tutto 27 missioni di guerra, percorrendo 15.619 miglia in superficie e 3246 in immersione[6].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Giorgio Giorgerini, Attacco dal mare. Storia dei mezzi d'assalto della Marina italiana, p. 112
- ^ a b c d Regio Sommergibile Ametista
- ^ Sommergibile "GEMMA"
- ^ Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, p. 349
- ^ Caduti
- ^ Attività Operativa