Sultans of Swing

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Sultans of Swing
singolo discografico
Mark Knopfler in concerto allo Stadion Kranjčevićeva di Zagabria, 1983
ArtistaDire Straits
Pubblicazionemaggio 1978
gennaio 1979[1]
Durata5:48
Album di provenienzaDire Straits
Genere[2]Roots rock
Pub rock
EtichettaVertigo Records (UK)
Warner Bros. Records (USA)
ProduttoreDire Straits (demo)
Muff Winwood (singolo)
Registrazione1978
Formati7"
Certificazioni originali
Dischi d'oroCanada (bandiera) Canada[3]
(vendite: 50 000+)
Germania (bandiera) Germania[4]
(vendite: 250 000+)
Dischi di platinoBrasile (bandiera) Brasile[5]
(vendite: 40 000+)
Danimarca (bandiera) Danimarca[6]
(vendite: 90 000+)
Nuova Zelanda (bandiera) Nuova Zelanda (6)[7]
(vendite: 180 000+)
Regno Unito (bandiera) Regno Unito (2)[8]
(vendite: 1 200 000+)
Certificazioni FIMI (dal 2009)
Dischi di platinoItalia (bandiera) Italia (3)[9]
(vendite: 300 000+)
Dire Straits - cronologia
Singolo precedente
Singolo successivo
(1979)

Sultans of Swing è un brano musicale dei Dire Straits, scritto dal chitarrista e cantante Mark Knopfler. È stato distribuito come singolo nel maggio 1978 e poi ripubblicato nel gennaio 1979[1].

Fu il singolo di debutto dei Dire Straits ed è anche una fra le loro canzoni più note, grazie agli ingegnosi fill e agli assolo di Mark Knopfler che mescolano virtuosismo e tecnica nel suo fingerpicking (che riporta al Bluegrass). Fu subito apprezzata dalla critica, e raggiunse rapidamente i vertici delle classifiche. La particolarità per cui piacque maggiormente fu sicuramente l'assolo finale, contenente una parte molto veloce, messa in posizione strategica per compensare l'apparente monotonia dell'intera canzone.

La classica risposta della chitarra alla voce (fill) è una peculiarità di Knopfler, così come le timbriche pulite.

La storia dipinta dalla canzone è quella di un gruppo jazz, i Sultans of swing, composto da impiegati londinesi che pensano solo alla loro musica senza interessi per la popolarità - si esibiscono solamente in un piccolo club di Londra. Il testo dipinge varie scene che si possono vedere nel locale: due componenti particolarmente significativi del gruppo impegnati a suonare, dei ragazzi vestiti alla moda che non sono assolutamente interessati alla musica e l'uomo che, alla fine della serata, congeda il pubblico.

Il singolo fu originariamente pubblicato nel maggio 1978, ma all'epoca non riuscì a riscuotere molto successo. Venne in seguito ridistribuito nel gennaio 1979, entrando nelle classifiche di mezzo mondo. La canzone raggiunse l'ottavo posto della Official Singles Chart e il quarto nella Billboard Hot 100, permettendo all'album di debutto del gruppo di restare in classifica per oltre un anno.

Esecuzioni dal vivo

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Esistono molte versioni di Sultans of Swing, eseguite dai Dire Straits nei loro numerosi live, nei quali la band, generalmente, aggiunge alla parte finale del brano una sezione strumentale comprensiva di tastiera e caratterizzata da una batteria che ricopre un ruolo di primo piano. Per la parte iniziale, invece, i Dire Straits si concedono variazioni (fra cui brevi assolo e fill), pur lasciando intatta la struttura principale.

Degna di nota è la versione suonata all'Hammersmith Odeon di Londra (contenuta nel loro primo album dal vivo, Alchemy: Dire Straits Live).

7"
  • Lato A

Testi e musiche di Mark Knopfler.

  1. Sultans of Swing – 5:48

Durata totale: 5:48

  • Lato B

Testi e musiche di Mark Knopfler.

  1. Eastbound Train – 4:25

Durata totale: 4:25

Eastbound Train

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Eastbound Train è un brano musicale dei Dire Straits, scritto dal chitarrista e cantante Mark Knopfler[10].

Sotto il profilo stilistico, il pezzo si configura come un vivace boogie sostenuto dai fraseggi chitarristici dello stesso Knopfler[10]. Sebbene sia stata una delle prime canzoni di cui i Dire Straits registrarono un nastro dimostrativo nel 1977, Eastbound Train non è mai stata inserita in un album del gruppo[10]. Un'esecuzione dal vivo del brano è stata però edita come lato B del singolo di debutto della band, Sultans of Swing; un'altra performance conosciuta è quella tratta dall'esibizione trasmessa dal programma televisivo Rockpalast della WDR[10].

Il testo di Eastbound Train presenta una vicenda ambientata sullo sfondo della metropolitana di Londra: il narratore, rimasto colpito da una donna incontrata alla stazione di King's Cross, manifesta il desiderio di incontrarla nuovamente[10].

Classifica (1979) Posizione
massima
Australia[11] 6
Belgio (Fiandre)[12] 14
Canada[13] 4
Francia[14] 22
Germania[12] 20
Irlanda[15] 6
Italia[16] 12
Nuova Zelanda[12] 12
Paesi Bassi[12] 11
Regno Unito[17] 8
Stati Uniti[18] 4
  1. ^ a b (EN) Sultans of Swing, su discogs.com, Discogs.
  2. ^ (EN) Dire Straits – Dire Straits, su herbmusic.net. URL consultato il 10 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 18 gennaio 2014).
  3. ^ (EN) Sultans of Swing – Gold/Platinum, su Music Canada. URL consultato il 14 febbraio 2016.
  4. ^ (DE) Dire Straits – Sultans Of Swing – Gold-/Platin-Datenbank, su musikindustrie.de, Bundesverband Musikindustrie. URL consultato il 31 marzo 2023.
  5. ^ (PT) Dire Straits – Certificados, su Pro-Música Brasil. URL consultato il 23 giugno 2024.
  6. ^ (DA) Sultans of Swing, su IFPI Danmark. URL consultato il 9 febbraio 2021.
  7. ^ (EN) Official Top 40 Singles - 10 June 2024, su The Official NZ Music Charts. URL consultato l'11 giugno 2024.
  8. ^ (EN) Sultans of Swing, su British Phonographic Industry. URL consultato il 6 gennaio 2023.
  9. ^ Sultans of Swing (certificazione), su FIMI. URL consultato il 30 ottobre 2023.
  10. ^ a b c d e Nannini e Ronconi, p. 128.
  11. ^ (EN) David Kent, Australian Chart Book 1970–1992, Australian Chart Book, St Ives, N.S.W, 1993, ISBN 0-646-11917-6.
  12. ^ a b c d (NL) Dire Straits - Sultans of Swing, su ultratop.be, Ultratop. URL consultato il 19 maggio 2015.
  13. ^ (EN) Top Singles (PDF), su Collectionscanada.gc.ca, Library and Archives Canada. URL consultato il 19 maggio 2015.
  14. ^ (FR) Accès direct à ces Artistes, su infodisc.fr. URL consultato il 19 maggio 2015. Selezionare "DIRE STRAITS" e premere "OK".
  15. ^ (EN) Database, su irishcharts.ie, The Irish Chart. URL consultato il 19 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 25 febbraio 2018).
  16. ^ Hit Parade Italia - Tutti i successi del 1979, su hitparadeitalia.it, Hit Parade Italia. URL consultato il 19 maggio 2015.
  17. ^ (EN) Official Singles Chart Top 75: 01 April 1979 - 07 April 1979, su officialcharts.com, Official Charts Company. URL consultato il 19 maggio 2015.
  18. ^ (EN) Dire Straits – Chart history, su Billboard, Penske Media Corporation. URL consultato il 19 maggio 2015. Cliccare sulla freccia all'interno della casella nera per visualizzare la classifica desiderata.
  • Andrea Del Castello, Mark Knopfler. Il crogiolo dei generi culturali, Lanciano, Move Editore, 2005, ISBN non esistente.
  • Ezio Guaitamacchi, 1000 canzoni che ci hanno cambiato la vita, Milano, Rizzoli, 2009, ISBN 978-88-17-03392-3.
  • Colin Irwin, Dire Straits, Bresso, Gruppo Editoriale Futura, 1994, ISBN 1-85797-584-7.
  • Giulio Nannini, Mauro Ronconi, Le canzoni dei Dire Straits, Milano, Editori Riuniti, 2003, ISBN 88-359-5319-7.
  • (EN) Michael Oldfield, Dire Straits, Londra, Sidgwick & Jackson, 1984, ISBN 0-283-98995-5.
  • Giancarlo Passarella, Dire Straits – Solid Rock, Bresso, Music Makers, 2000, ISBN 88-86129-02-5.
  • Giancarlo Passarella, Manuali rock: Dire Straits – Storie e interviste, Roma, Arcana editrice, 1994, ISBN 88-7966-042-X.
  • Betty Shapiro, Dire Straits – Studio su testi e musiche, Milano, Kaos Edizioni, 1989, ISBN non esistente.
  • Alessandra Ziliani, Dire Straits & rock-poesia, Milano, Arti grafiche AGEL, 1982. ISBN non esistente.

Collegamenti esterni

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