Dire Straits album in studio | |
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Artista | Dire Straits |
Pubblicazione | 9 giugno 1978 |
Durata | 42:12 |
Dischi | 1 |
Tracce | 9 |
Genere | Roots rock[1][2][3] Pub rock[1][2][3] Blues rock[1][2] |
Etichetta | Vertigo Records |
Produttore | Muff Winwood |
Registrazione | febbraio 1978 |
Formati | LP, CD, MC, download digitale |
Note | rimasterizzato da Bob Ludwig nel 1996 |
Certificazioni originali | |
Dischi d'oro | Austria[4] (vendite: 25 000+) |
Dischi di platino | Canada (4)[5] (vendite: 400 000+) Danimarca[6] (vendite: 20 000+) Francia[7] (vendite: 300 000+) Germania[8] (vendite: 500 000+) Nuova Zelanda[9] (vendite: 15 000+) Paesi Bassi[10] (vendite: 100 000+) Regno Unito (2)[11] (vendite: 600 000+) Stati Uniti (2)[12] (vendite: 2 000 000+) Svizzera (2)[13] (vendite: 100 000+) |
Certificazioni FIMI (dal 2009) | |
Dischi di platino | Italia[14] (vendite: 50 000+) |
Dire Straits - cronologia | |
Album precedente
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Singoli | |
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Dire Straits è il primo album in studio dell'omonimo gruppo musicale inglese.
Il suo immediato successo di critica e di vendite (12 milioni di copie vendute) sancì l'inizio della fortunata carriera del gruppo e soprattutto del suo leader Mark Knopfler.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]L'album venne registrato nel mese di febbraio 1978 ai Basing St. Studios di Londra; il tecnico del suono è Rhett Davies.
Quasi tutto il materiale è tratto da quanto i Dire Straits avevano fino ad allora proposto nelle loro esibizioni in piccoli locali e club londinesi.
Le sonorità un po' déjà vu ma sempre molto fresche e le liriche moderne, pur non rispecchiando la temperie punk all'epoca imperante, resero l'album piacevole e facilmente fruibile in particolar modo al pubblico radiofonico che ne decretò subito il successo. L'album arriva in prima posizione in Australia per tre settimane ed in Francia, in seconda nella Billboard 200 ed in Nuova Zelanda, in terza in Germania e Paesi Bassi, in sesta in Svezia ed in decima in Norvegia. Paradossalmente il disco faticò a imporsi in un primo momento in patria, dove raggiungerà la quinta posizione della Official Albums Chart solo dopo aver prima ottenuto successo nelle altre principali nazioni mondiali. La copertina dell'album raffigura un quadro di Chuck Loyola.
Il disco è stato rimasterizzato e pubblicato con l'intero catalogo dei Dire Straits nel 1996 per il mercato mondiale esclusi gli USA, per cui fu successivamente commercializzato a partire dal 19 settembre 2000.
I brani
[modifica | modifica wikitesto]Down to the Waterline
[modifica | modifica wikitesto]Brano di apertura dell'album, in Down to the Waterline si delineano tutte le coordinate di fondo della poetica di Mark Knopfler, qui impegnato nel tratteggiare una figura femminile che vive in un ricordo struggente.
Water of Love
[modifica | modifica wikitesto]Il brano fu prescelto per il primo demo della band insieme a Sultans of Swing, Down to the Waterline, Wild West End e Sacred Loving, una canzone di David Knopfler successivamente accantonata. Il testo di Water of Love è costruito sul monologo di un uomo tormentato dalla solitudine, che paragona il suo bisogno di essere amato alla necessità vitale di un elemento indispensabile come l'acqua[15]. Un'esecuzione dal vivo della canzone è stata inserita nell'album Live at the BBC[16]. Il pezzo è stato suonato anche dai Notting Hillbillies.
Setting Me Up
[modifica | modifica wikitesto]Si tratta di un brano dalle sonorità country rock, connotato da una marcata spontaneità espressiva; il testo mette a tema una relazione sentimentale travagliata[17]. Setting Me Up è stata la prima canzone dei Dire Straits ad essere interpretata da altri artisti (Albert Lee ed Eric Clapton) ed è entrata anche nel repertorio dei Notting Hillbillies[17].
Six Blade Knife
[modifica | modifica wikitesto]Vicino a Setting Me Up per tematiche, ma caratterizzato da un andamento musicale più tranquillo[18], il brano Six Blade Knife ha costituito una presenza fissa nelle scalette delle prime due tournée del gruppo; è contenuto anche nell'album Live at the BBC[16]. Il titolo della canzone viene richiamato nel testo di Tunnel of Love e in alcune versioni dal vivo di Walk of Life[18].
Southbound Again
[modifica | modifica wikitesto]Southbound Again è un brano contraddistinto da un tono introspettivo e da una forte impronta autobiografica: il protagonista della canzone è costretto a trasferirsi più volte verso sud esattamente come Mark Knopfler, spostatosi dapprima da Glasgow a Blyth quando era bambino, poi a Leeds per studiare e lavorare, ed infine a Londra per coltivare le proprie aspirazioni di musicista[19].
Sultans of Swing
[modifica | modifica wikitesto]In the Gallery
[modifica | modifica wikitesto]La canzone è incentrata sulla figura dello scultore Harry Phillips, padre del musicista Steve con il quale Mark Knopfler aveva formato un duo chiamato The Duolian String Pickers[20]. Il testo critica l'ipocrisia di alcuni mercanti d'arte, che per proprio tornaconto personale disprezzavano l'opera di Phillips per poi rivalutarlo soltanto dopo la sua morte[20].
Wild West End
[modifica | modifica wikitesto]Il brano racconta con dovizia di particolari alcune vicissitudini quotidiane ambientate nel West End di Londra[21]. Una versione dal vivo del pezzo è stata inclusa nell'album Live at the BBC[16].
Lions
[modifica | modifica wikitesto]Lions è una delle canzoni più rappresentative dell'approccio stilistico dei primi Dire Straits[22]: regolarmente suonata dal vivo fino al 1981, è presente anche nell'album Live at the BBC[16].
Accoglienza critica
[modifica | modifica wikitesto]Recensione | Giudizio |
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AllMusic[2] | |
Rolling Stone[23] | positivo |
Ondarock[24] | Pietra miliare |
Nella recensione retrospettiva per AllMusic, Stephen Thomas Erlewine ha dato all'album un giudizio di quattro stelle su cinque, definendolo «straordinariamente raffinato per un debutto»[2]. Il critico ha elogiato le «linee di chitarra sobrie e di buon gusto di Knopfler» e la sua «inclinazione verso l'immaginario dylaniano, che esalta l'atmosfera fumosa e delicata dell'album»[2].
Nella sua recensione per la rivista Rolling Stone, Ken Tucker scrisse che la band «suona un mix serrato di musica rock, folk e country con uno spirito sereno e ironia arguta»[23]. Tucker elogiò Sultans of Swing per il suo «riff irresistibile» e «ringhiosa linea vocale stile Bob Dylan»[23]. Egli indicò inoltre Setting Me Up come «pezzo celestiale, divertente e amaro»[23].
Il portale Ondarock ha scritto riguardo all'album: «Zero distorsori, un sussurro di voce, una tecnica strabiliante, canzoni strutturalmente complesse ma efficaci: i Dire Straits riuscirono nell'impresa di imporsi senza nulla concedere alle logiche di mercato e ai dettami della moda»[24].
Tracce
[modifica | modifica wikitesto]- Lato A
Testi e musiche di Mark Knopfler.
- Down to the Waterline – 4:01
- Water of Love – 5:22
- Setting Me Up – 3:20
- Six Blade Knife – 4:10
- Southbound Again – 3:10
Durata totale: 20:03
- Lato B
Testi e musiche di Mark Knopfler.
- Sultans of Swing – 5:48
- In the Gallery – 6:15
- Wild West End – 4:42
- Lions – 4:54
Durata totale: 21:39
Formazione
[modifica | modifica wikitesto]- Mark Knopfler – voce, chitarra solista, chitarra ritmica
- David Knopfler – chitarra ritmica, cori
- John Illsley - basso, cori
- Pick Withers - batteria
Classifiche
[modifica | modifica wikitesto]Classifiche settimanali
[modifica | modifica wikitesto]Classifica (1978/79) | Posizione massima |
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Australia[25] | 1 |
Austria[26] | 17 |
Canada[27] | 2 |
Finlandia[28] | 12 |
Francia[29] | 1 |
Germania[26] | 3 |
Italia[30] | 20 |
Norvegia[26] | 10 |
Nuova Zelanda[26] | 2 |
Paesi Bassi[26] | 3 |
Regno Unito[31] | 5 |
Spagna[32] | 10 |
Stati Uniti[33] | 2 |
Svezia[26] | 6 |
Svizzera[26] | 7 |
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c Nannini e Ronconi, pp. 11-29.
- ^ a b c d e f (EN) Stephen Thomas Erlewine, Dire Straits, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 10 marzo 2013.
- ^ a b (EN) Dire Straits – Dire Straits, su herbmusic.net, herbmusic.net. URL consultato il 10 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 18 gennaio 2014).
- ^ (EN) European Gold & Platinum Awards 1987 (PDF), su americanradiohistory.com, Music & Media. URL consultato il 7 luglio 2019.
- ^ (EN) Gold/Platinum, su musiccanada.com, Music Canada. URL consultato il 14 febbraio 2016.
- ^ (DA) Dire Straits, su IFPI Danmark. URL consultato il 28 maggio 2024.
- ^ (FR) Les Certifications depuis 1973, su infodisc.fr. URL consultato il 14 febbraio 2016. Selezionare "DIRE STRAITS" e premere "OK".
- ^ (DE) Dire Straits – Dire Straits – Gold-/Platin-Datenbank, su musikindustrie.de, Bundesverband Musikindustrie. URL consultato il 17 gennaio 2023.
- ^ (EN) Dean Scapolo, The Complete New Zealand Music Charts: 1966–2006, Wellington, Dean Scapolo and Maurienne House, 2007, ISBN 978-1-877443-00-8.
- ^ (NL) Goud/Platina, su nvpi.nl, Nederlandse Vereniging van Producenten en Importeurs van beeld- en geluidsdragers. URL consultato il 14 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 4 luglio 2018).
- ^ (EN) BRIT Certified, su bpi.co.uk, British Phonographic Industry. URL consultato il 14 febbraio 2016.
- ^ (EN) Dire Straits – Gold & Platinum, su Recording Industry Association of America. URL consultato il 14 febbraio 2016.
- ^ (DE) Edelmetall, su swisscharts.com, Schweizer Hitparade. URL consultato il 14 febbraio 2016.
- ^ Dire Straits (certificazione), su FIMI. URL consultato il 23 gennaio 2023.
- ^ Nannini e Ronconi, pp. 17-18.
- ^ a b c d Giancarlo Passarella, Discografia, in Nannini e Ronconi, p. 226.
- ^ a b Nannini e Ronconi, pp. 19-20.
- ^ a b Nannini e Ronconi, pp. 20-21.
- ^ Nannini e Ronconi, pp. 21-22.
- ^ a b Nannini e Ronconi, pp. 24-26.
- ^ Nannini e Ronconi, pp. 26-28.
- ^ Nannini e Ronconi, pp. 28-29.
- ^ a b c d (EN) Ken Tucker, Dire Straits, in Rolling Stone, 25 gennaio 1979. URL consultato il 4 dicembre 2012.
- ^ a b Dire Straits - Dire Straits :: Le pietre miliari di Onda Rock
- ^ a b (EN) David Kent, Australian Chart Book 1970–1992, Australian Chart Book, St Ives, N.S.W, 1993, ISBN 0-646-11917-6.
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- ^ Dario Salvatori, Venticinque anni di Hit Parade in Italia, Milano, Mondadori Editore, 1982.
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- ^ (EN) Dire Straits – Chart history, su Billboard, Penske Media Corporation. URL consultato il 19 maggio 2015. Cliccare sulla freccia all'interno della casella nera per visualizzare la classifica desiderata.
- ^ (FR) Les Albums (CD) de 1978 par InfoDisc, su infodisc.fr. URL consultato il 19 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2013).
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- ^ (EN) Top Selling Albums of 1979, su nztop40.co.nz, Recording Industry Association of New Zealand. URL consultato il 19 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 4 luglio 2017).
- ^ (NL) Jaaroverzichten 1979, su dutchcharts.nl. URL consultato il 19 maggio 2015.
- ^ (EN) Complete UK Year-End Album Charts, su chartheaven.9.forumer.com, chartheaven. URL consultato il 19 maggio 2015 (archiviato l'11 gennaio 2012).
- ^ (EN) Top Pop Albums of 1979, su billboard.biz, 31 dicembre 1979. URL consultato il 19 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 15 gennaio 2013).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Andrea Del Castello, Mark Knopfler. Il crogiolo dei generi culturali, Lanciano, Move Editore, 2005, ISBN non esistente, ..
- Colin Irwin, Dire Straits, Bresso, Gruppo Editoriale Futura, 1994, ISBN 1-85797-584-7, ..
- Giulio Nannini, Mauro Ronconi, Le canzoni dei Dire Straits, Milano, Editori Riuniti, 2003, ISBN 88-359-5319-7, ..
- (EN) Michael Oldfield, Dire Straits, Londra, Sidgwick & Jackson, 1984, ISBN 0-283-98995-5, ..
- Giancarlo Passarella, Dire Straits – Solid Rock, Bresso, Music Makers, 2000, ISBN 88-86129-02-5, ..
- Giancarlo Passarella, Manuali rock: Dire Straits – Storie e interviste, Roma, Arcana editrice, 1994, ISBN 978-88-7966-042-6, ..
- Betty Shapiro, Dire Straits – Studio su testi e musiche, Milano, Kaos Edizioni, 1989, ISBN non esistente, ..
- Alessandra Ziliani, Dire Straits & rock-poesia, Milano, Arti grafiche AGEL, 1982. ISBN non esistente.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Dire Straits, su AllMusic, All Media Network.
- (EN) Dire Straits, su Discogs, Zink Media.
- (EN) Dire Straits, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.