Nicola Moscardelli

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Nicola Moscardelli

Nicola Moscardelli (Ofena, 9 ottobre 1894Roma, 21 dicembre 1943) è stato un poeta, scrittore ed esoterista italiano.[1]

Nato a Ofena nel 1894 da Serafino ed Elvira Cantera, proprietari terrieri, studiò all'Aquila in ambito umanistico.[1] Già nel 1913 pubblicò due raccolte poetiche, Le fiamme e La veglia, di derivazione simbolista e crepuscolare. Nel 1914 si trasferì a Firenze, dove entrò in ambienti culturali futuristi, collaborando anche con le riviste La Voce e Lacerba; nel 1915 pubblicò quindi l'opera sperimentalista Abbeveratoio. Interventista, combatté sul fronte italiano del Carso, venendo ferito nell'ottobre del 1915 e ricevendo la medaglia d'argento al valor militare.[2] L'esperienza in guerra fu alla base di Tatuaggi, pubblicato nel 1916.[2]

Nicola Moscardelli (primo da destra in piedi) con Gino Gori (terzo da sinistra), Giuseppe Navone (quinto da sinistra), Luciano Folgore (sesto da sinistra).

Da quello stesso anno si stabilì a Roma, dove creò la rivista d'avanguardia Le Pagine (1916-1917) insieme a Giovanni Titta Rosa e Maria Cardini. Pubblicò quindi Gioielleria notturna (1918) e La mendica muta (1919), accolte favorevolmente; si impegnò quindi soprattutto al giornalismo e alla critica letteraria, collaborando con diverse riviste, tra cui Il Tempo, Il Popolo di Roma e L'Italia che scrive. Successivamente iniziò una produzione di prose novellistiche e romanzesche, insieme alla composizione di testi teatrali, cominciata dopo essere entrato in contatto col regista futurista Anton Giulio Bragaglia.[2]

Continuò sempre a scrivere poesie, che diventarono maggiormente filosofico-teologiche e misticiste.[1] Avvicinatosi agli ambienti esoterici, diventò parte del Gruppo di Ur, in cui prese il nome simbolico di "Sirio"/"Sirius",[3] e si accostò a personaggi come Julius Evola e Rudolf Steiner.[2]

Un profondo rapporto di amicizia lo legò a Giovanni Papini che,[4] stimandone l'opera letteraria, lo incluse nella copiosa antologia Poeti d'oggi del 1920, curata insieme a Pietro Pancrazi.[2] Negli anni più maturi, inoltre, fu importante il rapporto artistico con Arturo Onofri e Girolamo Comi.[2]

Né in appoggio né a sfavore del regime fascista, tra il 1929 e il 1939 fu segretario della neonata Accademia d'Italia e, in seguito, insegnò arte poetica e drammatica al Conservatorio Santa Cecilia.[2] Nel 1935, nell'ambito del premio Viareggio si aggiudicò uno dei premi minori;[5] inoltre, nel 1939, ricevette il premio Sanremo nella seconda edizione.

Sposatosi con Lydia Sacer nel 1921, nel 1923 ebbe una figlia, Graziella. Morì a Roma, dopo una lunga malattia, nel 1943.[2]

Tutta la sua opera poetica, ispirata, per il periodo posteriore alla Grande guerra, al magistero di Arturo Onofri, è stata pubblicata nel 2007 nel volume Nicola Moscardelli, Tutte le poesie, a cura di Marilena Pasquini.[1]

Raccolte poetiche
  • Le fiamme, 1913
  • La veglia, 1913
  • Abbeveratoio, 1915
  • Tatuaggi, 1916
  • Gioielleria notturna, 1918
  • La mendica muta, 1919
  • L’ora della rugiada, 1924
  • Le porte di bronzo, 1926
  • Le grazie della terra, 1928
  • Il ponte, 1929
  • Foglie e fiori, antologia, 1937
  • Canto della vita, 1939
  • Dentro la notte, 1950 (postumo)
Romanzi e racconti
  • L'ultima soglia, 1920
  • I nostri giorni, 1923
  • Vita vivente, 1924
  • La vita ha sempre ragione, 1924
  • Il vino della vita, 1926
  • La città dei suicidi, 1927
  • Il sole dell'abisso, 1930
  • L'aria di Roma, 1930
  • Racconti per oggi e per domani, 1938
  • Controluce, 1941 (postumo)
Saggistica
  • Giovanni Papini, 1924
  • Anime e corpi, 1932
  • L'altra moneta, 1933
  • Dostoievski, 1935
  • Vita di Dostoievski, 1936
  • Elogio della poesia, 1938
  • Punti cardinali, 1942
  • Il libro dell'uomo, 1965 (postumo)

Nicola Moscardelli fu anche autore di opere teatrali.[2]

  1. ^ a b c d Cfr. Quarta di copertina di Nicola Moscardelli, Tutte le poesie, a cura di Marilena Pasquini, Ianieri, 2007.
  2. ^ a b c d e f g h i Marilena Pasquini, Moscardelli, Nicola, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 77, 2012.
  3. ^ Mauro Ruggiero, Le muse ermetiche: Esoterismo e occultismo nella letteratura italiana tra fin de siècle e avanguardia, Mimesis, 2019.
  4. ^ Stefano Garzonio, Il Dostoevskij di Nicola Moscardelli. Maestro e Compagno, prefazione a Nicola Moscardelli, Dostoevskij: L'uomo, il poeta, il maestro (1935), Mimesis, 2021.
  5. ^ Premio letterario Viareggio-Rèpaci, su premioletterarioviareggiorepaci.it. URL consultato il 9 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 15 dicembre 2017).

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