Indice
-
Inizio
-
1 Storia
-
1.1 La nascita di SYRIZA
-
1.2 Crisi e rinascita di SYRIZA (2004 - 2006)
-
1.3 Il successo inaspettato alle elezioni del 2007
-
1.4 Dal 2008 al 2011
-
1.5 Nel 2012 SYRIZA diventa il secondo partito greco
-
1.6 Dopo le elezioni: le battaglie politiche dentro e fuori dal Parlamento
-
1.7 Le elezioni europee del 2014: SYRIZA è il primo partito della Grecia
-
1.8 La vittoria alle elezioni politiche del 2015
-
1.8.1 L'antefatto
-
1.8.2 Risultati e conseguenze del voto
-
1.8.3 Alexis Tsipras Primo ministro della Grecia
-
1.8.4 Accordi con l'Europa
-
1.8.5 Nascono le polemiche interne a Syriza
-
1.8.6 La nuova vittoria alle politiche anticipate di settembre 2015
-
1.8.7 Elezioni del 2019 e opposizione
-
1.8.8 Mozione di censura contro Kasselakis
-
-
-
2 Struttura
-
3 Ideologia
-
4 Partiti partecipanti
-
5 Presidenti
-
6 Risultati elettorali
-
7 Galleria d'immagini
-
8 Note
-
9 Bibliografia
-
10 Altri progetti
-
11 Collegamenti esterni
SYRIZA
SYRIZA | |
---|---|
(EL) Συνασπισμός Ριζοσπαστικής Αριστεράς | |
Leader | Sokratis Famellos |
Stato | Grecia |
Sede | 39 Valtetsiou, 106 81, Atene |
Abbreviazione | SYRIZA (ΣΥΡΙΖΑ) |
Fondazione | 2004 (come coalizione) 22 maggio 2012 (come partito) |
Ideologia | Socialismo democratico[1] Socialdemocrazia[2] Eco-socialismo[2][3] Alter-globalizzazione[3] Populismo di sinistra[4] Fazioni: Anti-capitalismo[2] Euroscetticismo moderato[5] Eurocomunismo[6][7] |
Collocazione | Sinistra[1][8][9] |
Partito europeo | SE (membro) EACL (osservatore) |
Gruppo parl. europeo | GUE/NGL |
Seggi Parlamento | 29 / 300
(2024) |
Seggi Europarlamento | 4 / 21
(2024) |
Seggi Periferie | 55 / 700
(2024) |
Seggi Sindaci della Grecia | 6 / 332
(2024) |
Colori | rosso, verde, viola |
Sito web | www.syriza.gr |
Bandiera del partito | |
La Coalizione della Sinistra Radicale - Alleanza Progressista (in greco Συνασπισμός Ριζοσπαστικής Αριστεράς - Προοδευτική Συμμαχία?, Synaspismos Rizospastikis Aristeras - Proodeftikí Symmachía; IPA: [sinaspizˈmos ɾizospastiˈcis aɾisteˈɾas prooðɛftiˈci simaˈçia]), meglio nota con il solo acronimo di SY.RIZ.A. (ΣΥ.ΡΙΖ.Α.; IPA: [ˈsiɾiza]), è un partito politico greco di sinistra, di ispirazione socialista democratica, socialdemocratica, eco-socialista, eurocomunista, anti-capitalista, no-global e marxista.[2][10][11]
Sorto nel 2004 inizialmente come coalizione di partiti e politici indipendenti di area socialista democratica, eco-socialista, trotskista, maoista ed eurocomunista,[6] si è in seguito costituita come partito unico nel 2012;[7] nel luglio del 2013 viene celebrato il primo congresso fondativo.
Alle elezioni parlamentari greche del 17 giugno 2012, SYRIZA è diventato il secondo partito per numero di voti ed il principale partito di opposizione al governo di Antōnīs Samaras.
Il 25 gennaio 2015, imponendosi come primo partito con il 36,3% dei voti, SYRIZA ha vinto le elezioni politiche, mancando tuttavia di due seggi (149 su 300) la maggioranza assoluta in Parlamento.[12] A settembre dello stesso anno, SYRIZA vince nuovamente le elezioni anticipate.[13]
Suo leader è stato, dal 2009 al 2023, Alexīs Tsipras, primo ministro della Grecia dal 2015 al 2019 ed ex presidente del Synaspismós, il principale tra i partiti fondatori.[14][15] A questi è succeduto, dopo la sconfitta alle elezioni del giugno 2023, Stefanos Kasselakīs.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La nascita di SYRIZA
[modifica | modifica wikitesto]Benché si ritenga in genere che il SYRIZA ebbe l'avvio subito prima delle elezioni politiche del 2004, il processo che condusse alla sua formazione può essere ricondotto allo Spazio per il Dialogo, per l'unità e l'azione comune della sinistra (in greco: Χώρος Διαλόγου για την Ενότητα και Κοινή Δράση της Αριστεράς) nel 2001.[16]
Lo "Spazio" del 2001
[modifica | modifica wikitesto]Lo Spazio era composto da varie organizzazioni della sinistra greca che, nonostante le diverse provenienze ideologiche e culturali, condividevano un'azione politica comune in numerosi importanti questioni che impegnavano la Grecia alla fine degli anni novanta: Guerra del Kosovo, privatizzazioni, diritti sociali e civili.
Lo Spazio fornì il terreno comune nel quale i partecipanti poterono lavorare assieme su temi come:
- le riforme neoliberistiche delle pensioni e del sistema di sicurezza sociale;
- l'opposizione alle leggi antiterrorismo;
- la preparazione della partecipazione greca alle manifestazioni popolari contro il G8 di Genova.[6]
Benché lo Spazio non fosse un'organizzazione, ma piuttosto uno sforzo per mettere insieme partiti e organizzazioni, diede vita ad alleanze elettorali per le elezioni amministrative del 2001; la più significativa di esse fu quella condotta da Manolis Glezos per la "superprefettura" di Atene-Pireo.
Lo Spazio costituì così il terreno comune dal quale numerosi partiti che lo costituivano lanciarono il Social forum greco[17], parte del Forum sociale europeo.[18][19]
La nascita ufficiale di SYRIZA nel 2004
[modifica | modifica wikitesto]L'effettiva data di nascita di SYRIZA furono le elezioni parlamentari in Grecia del 2004. Molti dei partecipanti allo Spazio decisero di sviluppare una piattaforma comune che avrebbe condotto ad un'alleanza elettorale. Ciò portò all'effettiva formazione di SYRIZA nel gennaio 2004.[20][21]
I partiti che formarono originariamente la Coalizione della sinistra radicale furono:
- Coalizione della Sinistra, dei Movimenti e dell'Ecologia (Synaspismós);
- Sinistra Ecologista Comunista Rinnovatrice (AKOA);
- Sinistra Operaia Internazionalista (DEA);
- Movimento per l'Unità d'Azione della Sinistra (KEDA) nato da una scissione del Partito Comunista di Grecia;
- Cittadini Attivi, l'organizzazione politica guidata da Manolis Glezos.
Alla nascita della Coalizione contribuirono anche numerosi attivisti di sinistra indipendenti.
Benché l'Organizzazione Comunista di Grecia (KOE) avesse partecipato allo Spazio, decise poi di non prendere parte alla Coalizione.[22]
Alle elezioni la Coalizione raccolse 241.539 voti (il 3.3% del totale) ed elesse sei membri al Parlamento, tutti membri del Synaspismós, il più grande tra i partiti della coalizione. Ciò provocò aspre tensioni all'interno di SYRIZA.
Crisi e rinascita di SYRIZA (2004 - 2006)
[modifica | modifica wikitesto]Dopo le elezioni del 2004, i partiti minori accusarono Synaspismós di non aver tenuto fede all'accordo secondo cui uno dei suoi eletti in parlamento avrebbe dovuto dimettersi per permettere a Yannis Bavias, leader della Sinistra Ecologista Comunista Rinnovatrice (AKOA), di prenderne il posto. La tensione crebbe fino a condurre alla scissione della Sinistra Operaia Internazionalista (DEA) e alla formazione del Kokkino, benché ambedue siano rimasti nella Coalizione.[23]
Tre mesi dopo le elezioni legislative, il Synaspismós scelse di correre da solo per le elezioni europee del 2004 mentre molti dei piccoli partiti della coalizione sostennero la lista femminista Donne per un'altra Europa (gr. Γυναίκες για μια άλλη Ευρώπη).[24]
La crisi terminò nel dicembre 2004, con il IV congresso del Synaspismós, quando la larga maggioranza del partito votò per la rivitalizzazione di SYRIZA. Questo diverso atteggiamento si rafforzò in seguito con l'elezione di Alekos Alavanos (un sostenitore della coalizione) come presidente del Synaspismós, dopo che il precedente leader, Nikos Konstantopoulos, era stato battuto.[25][26]
La Coalizione si rafforzò ulteriormente durante l'organizzazione del Quarto Forum sociale Europeo, ad Atene nel maggio 2006 e con il successo dei candidati di SYRIZA alle elezioni amministrative del 2006. La lista per il comune di Atene era guidata dal trentenne Alexīs Tsipras, proposto da Alavanos che aveva dichiarato il Synaspismós «aperto alle nuove generazioni».[27]
Il successo inaspettato alle elezioni del 2007
[modifica | modifica wikitesto]La Coalizione della Sinistra Radicale fu la grande sorpresa delle elezioni politiche del 2007. Essa aumentò il proprio consenso di 120.000 voti e raggiunse un inaspettato 5,04%.[28][29]
Antefatto
[modifica | modifica wikitesto]Prima delle elezioni, il 22 giugno, i partiti aderenti concordarono una dichiarazione comune. Firmarono la "Dichiarazione della Coalizione della Sinistra Radicale", creando la piattaforma comune sulla quale la Coalizione avrebbe partecipato alle prossime elezioni e le basi dell'alleanza politica.[30]
La coalizione era anche accresciuta di partecipanti, rispetto alla sua composizione originaria del 2004. Nel giugno 2007 l'Organizzazione Comunista di Grecia (KOE) annunciò la propria partecipazione alla Coalizione.[31]
Il 21 agosto aderì anche il gruppo ambientalista Intervento Ecologico (gr. Οικολογική Παρέμβαση);[32] il giorno seguente il Movimento Sociale Democratico (DIKKI) annunciò anch'esso la propria partecipazione alla coalizione.[33]
Il 2 settembre la Corte di Cassazione (gr. Άρειος Πάγος) rifiutò di includere il nome del DIKKI nella coalizione elettorale di SYRIZA, dichiarando che le procedure interne seguite dal DIKKI erano irregolari. Ciò fu duramente criticato da SYRIZA e dal DIKKI, come interferenza indebita nell'attività politica interna di partito.[34]
Dopo le elezioni: Tsipras diventa presidente del partito
[modifica | modifica wikitesto]Il 27 novembre del 2007, Alavanos annunciò che, per motivi personali, non avrebbe rinnovato la propria candidatura alla presidenza del Synaspismós.[35]
Il V congresso del Synaspismós elesse presidente il trentatreenne Alexīs Tsipras, il 10 febbraio 2008.[36] Alavanos mantenne, comunque, la presidenza del gruppo parlamentare del SYRIZA.
Tsipras raggiunse una considerevole popolarità tra l'elettorato greco: ciò ha condotto ad una significativa crescita di SYRIZA nei sondaggi elettorali, fino al 18%.[37]
Dal 2008 al 2011
[modifica | modifica wikitesto]Alla fine di giugno del 2008, la formazione trotskista Xekinima annunciò di volersi unire alla coalizione.[38]
Alle elezioni europee del 2009 SYRIZA ottenne il 4,7% dei voti, ottenendo l'elezione di un europarlamentare (sui 22 spettanti alla Grecia).[39]
Alle elezioni parlamentari dello stesso anno, SYRIZA ottenne il 4,6% e 13 deputati su 300, tra cui Tsipras che divenne presidente del gruppo parlamentare.[40][41]
Nel 2010 quattro deputati di SYRIZA (tra cui Fotis Kouvelis) lasciarono la coalizione e costituirono il partito Sinistra Democratica (DIMAR).[42]
Nel 2012 SYRIZA diventa il secondo partito greco
[modifica | modifica wikitesto]Con le elezioni parlamentari del maggio 2012 SYRIZA diviene la seconda forza del parlamento greco, preceduta da Nuova Democrazia e seguita dal PASOK. Questo risultato avviene in un quadro di malcontento generale della popolazione greca verso le politiche per porre rimedio alla crisi del debito pubblico nazionale.[43]
In seguito alla constatazione del leader di Nuova Democrazia di non poter riuscire a formare un governo che avesse una solida maggioranza, il leader di SYRIZA, Alexīs Tsipras, viene incaricato dal Presidente della Repubblica Karolos Papoulias di cominciare le trattative per formare una coalizione di partiti che abbiano la maggioranza dei deputati all'interno del Parlamento greco.[44]
Il 10 maggio 2012 Tsipras annuncia che non riuscirà a formare il governo poiché non dispone di un numero di deputati sufficiente per avere la maggioranza in Parlamento. Tsipras rimette dunque il mandato nelle mani del Presidente della Repubblica che, il giorno dopo, incaricherà il leader del PASOK di formare un nuovo governo.[45]
Il 15 maggio, a causa del fallimento del leader del PASOK e dopo un ultimo estremo tentativo, il presidente della Repubblica Karolos Papoulias dichiara che nessun accordo è stato raggiunto dai partiti per formare una maggioranza di Governo e che quindi la Grecia tornerà alle urne probabilmente la seconda settimana di giugno.[46]
Il 16 maggio si apprende la notizia che il Presidente del Consiglio di Stato greco Panagiōtīs Pikrammenos dirigerà ad interim il Governo greco per portarlo alle elezioni di giugno. Papoulias aveva proposto di estendere il mandato del già capo del governo Lucas Papademos, ma la proposta viene scartata a causa dell'opposizione della sinistra radicale (SYRIZA e KKE).[47]
Il 22 maggio, SYRIZA decide di costituirsi come partito unico, unificando definitivamente tutte le varie componenti al suo interno. Il motivo principale di questa scelta è da ricercarsi nella legge elettorale greca, che attribuisce al partito con più voti un bonus di 50 seggi: presentandosi come "coalizione di partiti", in caso di vittoria, SYRIZA non avrebbe potuto usufruire di questa possibilità.[7][48]
Il nome ufficiale del partito, a seguito di questa unificazione, sarà d'ora in poi "Coalizione della Sinistra Radicale - Fronte Sociale Unitario".[7][48][49]
Alle elezioni del mese dopo SYRIZA si conferma secondo partito e fin dall'inizio annuncia di voler restare all'opposizione.[50][51][52]
Dopo le elezioni: le battaglie politiche dentro e fuori dal Parlamento
[modifica | modifica wikitesto]Nel settembre 2012, Alexīs Tsipras durante una conferenza stampa a Bruxelles affermò a nome del partito:
«Bisogna dire la verità non solo ai cittadini greci ma tutti gli europei: le misure d’austerità non funzionano. La popolazione greca ha sopportato delle prove durissime senza che in due anni e mezzo la crisi sia stata risolta e questo è servito solo a salvare le banche greche, il cui fallimento avrebbe conseguenze in tutto il sistema bancario europeo.»
In quell'occasione egli auspicò la «ricostruzione dell'Eurozona in base ai principi della coesione sociale e della democrazia».[56]
Il 7 novembre 2012 il partito ha organizzato una manifestazione in piazza Syntagma per contestare il voto favorevole del parlamento sulle politiche di austerity imposte dall'Unione europea alla Grecia.[54]
Il 18 gennaio 2013 il Parlamento greco, con 265 voti su 300, vota a favore dell'istituzione di una commissione di inchiesta per valutare l'operato dell'ex ministro dell'economia del PASOK Georgos Papaconstantinou: egli avrebbe rimosso i nomi di tre suoi parenti dalla cosiddetta Lista Lagarde, ossia un documento che contiene i nomi di centinaia di possibili evasori fiscali greci con depositi in Svizzera. Nella stessa seduta il Parlamento ha respinto la proposta di SYRIZA, che voleva un'indagine anche su possibili responsabilità penali, per la stessa vicenda, di un altro ex Ministro delle Finanze e attuale leader del PASOK, Evangelos Venizelos.[57][58][59]
Il 14 febbraio 2013 il partito ha promosso una manifestazione pacifica davanti al Ministero delle Finanze greco, a seguito delle dichiarazioni del segretario generale dello stesso ministero che auspicava la riduzione del salario minimo, che si attestava a 500 euro. Tra i partecipanti vi erano anche due parlamentari di SYRIZA (Kostas Barkas e Vangelis Diamantopoulos) che vennero gettati a terra dai reparti speciali di polizia greca (MAT), che erano stati incaricati di disperdere la manifestazione, e vennero presi a calci nonostante avessero mostrato alle forze dell'ordine la loro tessera da parlamentari.[60][61]
Nei primi mesi del 2013 SYRIZA ha guadagnato numerosi consensi elettorali, arrivando a diventare il primo partito greco per intenzioni di voto.[62][63][64][65]
Il 13 aprile 2013, SYRIZA ha chiesto le dimissioni del governo di centro-destra e le elezioni anticipate. Secondo il leader del partito, questa è «l'unica soluzione per superare la difficile situazione economica in Grecia».[66]
I contrasti con Alba Dorata
[modifica | modifica wikitesto]Il 5 aprile 2013 alcuni membri di Alba Dorata hanno aggredito alcuni immigrati, nei pressi di Chania, e poi hanno organizzato una manifestazione provocatoria, davanti alla sede del KKE; in seguito si sono scagliati anche contro alcuni supporter dell'AEK Atene. A seguito di ciò il segretario locale di Alba Dorata, Stelios Vlamakis, è stato gettato in mare da un gruppo di comunisti, di tifosi dell'AEK Atene e di antifascisti. L'indignazione si è diffusa tra la popolazione della città, e il giorno dopo, a seguito di un appello di SYRIZA, circa 2500 persone sono scese in piazza per condannare l'episodio xenofobo.[67][68][69]
Il 18 maggio 2013, durante una seduta del Parlamento Ellenico in cui si stava discutendo un disegno di legge antirazzista, il parlamentare di Alba Dorata Panagiotis Iliadis venne richiamato numerose volte dal presidente di turno dell'aula, Iannis Dragasakis (SYRIZA), a causa dei toni aggressivi del suo discorso nei confronti del Ministro della Giustizia e del leader di SYRIZA. In seguito il deputato è stato espulso dall'aula dopo aver intimato al vicepresidente del parlamento di «stare seduto». Nell'uscire dall'aula il deputato ha scandito per tre volte lo slogan «Heil Hitler», scatenando l'indignazione generale dei deputati.[70][71] Successivamente Dragasakis ha deciso di applicare, per la prima volta nella storia della Repubblica greca, l'articolo 80 del "Regolamento del Parlamento" per il «comportamento antiparlamentare», che prevede dure sanzioni per l'autore dello slogan.[72] Il giorno seguente Alexīs Tsipras, leader di SYRIZA, ha accusato Nuova Democrazia di «non aver preso posizione contro i neonazisti di Alba Dorata».[73]
Reazioni alla chiusura della ERT
[modifica | modifica wikitesto]Il portavoce del governo greco Simos Kedikoglou, annunciò la chiusura della ERT, la radiotelevisione pubblica greca, l'11 giugno 2013 e il licenziamento di tutti i suoi 2.500 dipendenti, nell'ambito del programma di privatizzazioni delle aziende a partecipazione statale concordato con la «troika» (UE, BCE e FMI).[75][76]
SYRIZA ha partecipato alle varie manifestazioni per difendere la ERT dalla chiusura e per chiedere le dimissioni del governo di centro-destra:[77][78][79]
«In parlamento i partiti di opposizione hanno cominciato un duro ostruzionismo per guadagnare tempo, con Syriza in prima fila per fermare la liquidazione della tv. Tsipras si è precipitato martedì pomeriggio da Salonicco direttamente nella sede dell'Ert, dove già si trovavano da ore l'anziano partigiano Manolis Glezos e decine di deputati di Syriza, per tornare negli studi della tv di stato alle tre di notte per ripetere senza se e senza ma che Syriza sarà al fianco della società greca. Ieri mattina Tsipras ha anche incontrato il presidente della Repubblica greca Karolos Papoulias, sottolineando a muso duro che non deve essere l'usciere della troika.»
Il leader di SYRIZA, Alexīs Tsipras, ha affermato che la chiusura della televisione pubblica è un «colpo di Stato»,[80] e ha dichiarato in Parlamento, rivolto al Ministro delle Finanze:[81]
«Lei ha deciso e ordinato di mettere a tacere la televisione di Stato, oscurando anche la democrazia e la libertà di parola. Una cosa del genere avviene solo in due occasioni, Ministro: quando un Paese subisce un’invasione straniera o quando crolla la democrazia.»
In seguito il più grande sindacato dei dipendenti dell’emittente pubblica (Pospert) ha presentato ricorso all'Alta Corte di Stato ellenica, sostenendo che il provvedimento di chiusura di ERT presentato dal governo fosse incostituzionale.[82]
Il 18 giugno 2013 l'Alta Corte di Stato ha accolto il ricorso e ha giudicato incostituzionale il decreto di chiusura dell'ERT.[83] La corte ha inoltre disposto che il segnale dell'emittente pubblica deve rimanere in onda fino a quando il governo greco non avvierà la riforma delle comunicazioni nazionali, varando la nuova versione della televisione di Stato.
«L’articolo 15 [della Costituzione greca] obbliga lo Stato a regolare il buon funzionamento e la radiodiffusione pubblica.»
A seguito della notizia, Tsipras ha dichiarato che: «Il colpo di Stato tentato da Samaras con ERT, significa la decapitazione di migliaia di lavoratori e il diritto dei cittadini greci ad essere informati. Esso ha rivelato i limiti del memorandum e della politica di governo Samaras. [...] La vita del governo si è conclusa oggi».[84]
Le elezioni europee del 2014: SYRIZA è il primo partito della Grecia
[modifica | modifica wikitesto]In vista delle elezioni europee del 2014, il Partito della Sinistra Europea, di cui SYRIZA fa parte, ha scelto come proprio candidato alla Presidenza della Commissione europea il leader del partito Alexīs Tsipras.[86]
I temi principali affrontati da Tsipras in campagna elettorale sono la crisi economica, la proposta di un New Deal europeo, la contestazione delle politiche di austerity dell'UE e la critica al neoliberismo.[86]
Alle elezioni europee del 2014, il partito ha ottenuto più del 26% dei voti superando di tre punti Nea Dimokratia, la formazione politica di centro-destra europeista del primo ministro Antōnīs Samaras, e diventando così il primo partito della Grecia.[87][88]
L'avvenimento ha avuto grande risalto sulla stampa nazionale ed internazionale, poiché è stata la prima volta che un partito di sinistra ha vinto le elezioni in Grecia.[89][90]
I parlamentari di Syriza donano parte delle loro indennità all'organizzazione greca Solidarity4all, che finanzia mense e farmacie, cliniche, programmi di assistenza legale per i poveri, ecc.[91]
La vittoria alle elezioni politiche del 2015
[modifica | modifica wikitesto]L'antefatto
[modifica | modifica wikitesto]Nel mese di dicembre del 2014, il Parlamento greco è stato chiamato ad eleggere il nuovo Presidente della Repubblica così come stabilito dalla Costituzione greca.[92]
La maggioranza di governo, composta da ND e PASOK, propose il nome di Stavros Dimas[93] mentre le opposizioni (tra cui SYRIZA) non proposero alcun candidato, limitandosi a votare contro Dimas in tutte e tre le votazioni.[94][95][96]
Il 29 dicembre 2014, non raggiungendosi il quorum necessario per l'elezione alla terza ed ultima votazione, il parlamento venne sciolto, così come stabilito dalla Costituzione, dovendosi procedere ad elezioni anticipate. Il primo ministro Antōnīs Samaras ha annunciato nuove elezioni parlamentari per il 25 gennaio 2015.[97][98]
I sondaggi precedenti alle elezioni del 2015 hanno visto SYRIZA stabilmente al primo posto per intenzioni di voto.[99][100]
Risultati e conseguenze del voto
[modifica | modifica wikitesto]Il 25 gennaio 2015 Syriza (in una lista unitaria con i Verdi Ecologisti[101][102]) vince le elezioni parlamentari, imponendosi come primo partito e ottenendo il 36,3% dei voti.[12]
La notizia conquista le prime pagine delle principali testate internazionali.[103][104]
Il partito ottiene 149 seggi su 300, mancando di due seggi la maggioranza assoluta in Parlamento.[12] Per tale scopo Pános Kamménos, leader dei Greci Indipendenti (conservatori euroscettici), ha annunciato un'alleanza con SYRIZA per poter formare il nuovo esecutivo.[105][106]
Alexis Tsipras Primo ministro della Grecia
[modifica | modifica wikitesto]Il 26 gennaio 2015 Alexīs Tsipras leader di Syriza giura dinanzi al Presidente della Repubblica della Grecia e assume la carica di Primo ministro della Grecia formando un nuovo Governo[107].
Accordi con l'Europa
[modifica | modifica wikitesto]A seguito della sua elezione a primo ministro, Tsipras, tenta di fare accordi riguardo alla rinegoziazione del debito con l'Unione europea e col Fondo Monetario Internazionale. Tuttavia il governo non è disposto ad accettare le proposte dei creditori e decide di indurre un referendum in cui verrà chiesto se accettare o no le proposte. Col 61,3% vince il NO (OXI in greco). Il giorno antecedente ai risultati (6 luglio) il ministro delle finanze Varufakis però si dimette. Così Tsipras torna a parlare coi creditori e il 13 luglio si raggiunge un accordo, anche se obbliga ad introdurre misure di austerità.
Nascono le polemiche interne a Syriza
[modifica | modifica wikitesto]Il parlamento approva il nuovo pacchetto di riforme del governo grazie ai voti di Nuova Democrazia, To Potami e PASOK. Tuttavia tali riforme (maggiori tasse e allungamento dell'età pensionabile) sono molto contestate dalla minoranza di sinistra Piattaforma di Sinistra. Successivamente Tsipras si dimette da capo del governo e induce nuove elezioni previste per settembre. Ad agosto 25 deputati di Syriza fuoriescono dal partito e creano il gruppo di Unità Popolare, guidati dall'ex ministro Panagiotis Lafazanis e dalla presidente del Parlamento greco Zoi Konstantopolou.[108]
La nuova vittoria alle politiche anticipate di settembre 2015
[modifica | modifica wikitesto]Dopo le dimissioni di Alexīs Tsipras da Primo Ministro della Grecia a causa della scissione dell'ala sinistra anti-euro contraria alla firma del terzo memorandum voluto dal Governo e alla conseguente perdita della maggioranza in Parlamento, il Paese torna alle elezioni politiche anticipate in settembre per la terza volta in un anno. Secondo tutti i sondaggi ci sarebbe stato un testa a testa tra SYRIZA dell'ex premier Tsipras e ND guidata dal segretario pro-tempore, l'ex Presidente del Parlamento ed ex Ministro della Difesa, Vangelīs Meimarakīs. Tsipras ha chiesto la maggioranza assoluta aprendo alla conferma dell'alleanza con gli indipendentisti greci di destra ANEL in chiave anti-austerità lasciando la porta aperta alle forze socialdemocratiche europeiste come PASOK-DIMAR e Il Fiume mentre nega una grossa coalizione con Nuova Democrazia come auspicato da Memarakis. Tsipras ha ribadito il rispetto del memorandum promettendo pero una rinegoziazione del debito greco e sacrifici spalmati in modo equitativo.
Le elezioni confermano la fiducia in SYRIZA che con il 35,5% ottiene 145 seggi pari a 1,925,904 voti riuscendo così a formare una coalizione con i 10 deputati di destra di ANEL, con una maggioranza di 155 deputati su 300 totali. Rispetto a gennaio SYRIZA perde solo lo 0,8% pari a 4 seggi (ne guadagna 22 però considerando anche la scissione del partito di Unità Popolare).
Elezioni del 2019 e opposizione
[modifica | modifica wikitesto]In seguito ai cattivi risulati ottenenuti alle elezioni europee Alexis Tsipras convoca le elezioni anticipate per settembre, nelle quali il partito perde la maggioranza e passa all'opposizione.[109]
Nelle elezioni del maggio 2023 Syriza si conferma secondo partito, Nuova Democrazia, vincitrice, non riesce però a ottenere la maggioranza, a seguito della legge proporzionale senza premio di maggioranza approvata da Syriza nel 2016, vengono convocate nuove elezioni. Nelle elezioni di giugno Syriza perde un 2.24% rispetto a quelle di maggio, confermandosi secondo partito con lo status di Opposizione Ufficiale. Quattro giorni dopo le elezioni Tsipras si dimette da segretario, rimanendo però in carica come deputato. Alle primarie è eletto segretario Stefanos Kasselakis, che dopo le elezioni dichiara che vuole trasformare Syriza in un partito come il Partito Democratico americano. Kasellakis è criticato per aver sostenuto Nuova Democrazia in passato. Durante una riunione del comitato centrale il segretario attacca la minoranza interna del partito portando alla scissione 45 membri del comitato centrale e due deputati della corrente Umbrela, guidata da Eucleidis Tsakalotos.[110] Il 16 novembre anche l'eurodeputato Petros Kokkalis lascia il partito e si iscrive al gruppo Verdi/ALE, fondando poi il proprio partito Kosmos.[111] Il 23 novembre 2023 nove deputati, un eurodeputato e altri 57 membri del comitato centrale della corrente 6 + 6 annunciano l'uscita dal partito guidati da vari ministri dei governi Tsipras, tra cui Effie Achstioglu, principale sfidante di Kasellakis nelle primarie.[112] Nel novembre 2023 per la prima volta dal 2015 Syriza era terza nei sondaggi, dietro al PASOK. A dicembre gli scissionisti di Umbrela e 6 + 6 annunciano la fondazione di un nuovo partito: Nuova Sinistra.
Mozione di censura contro Kasselakis
[modifica | modifica wikitesto]Il 7 settembre 2024 cento membri del comitato centrale presentano una mozione di censura contro il segretario Stefanos Kasselakis, accusando il segretario di aver spostato a destra il partito provocando le sconfitte elettorali.[113] Il giorno seguente 163 su 300 membri del comitato centrale dichiarano Kasselakis decaduto dal suo ruolo.[114]
Le nuove elezione per la scelta del segretario si tengono il 24 novembre 2024. I candidati sono Pavlos Polakis, Sokratis Famellos, Nikolas Farantouris e Apostolos Gletsos, di questi solo i primi due accedono al ballottagio. Dopo il ritiro dal ballottaggio di Polakis Sokratis Famellos diventa il nuovo segretario. A seguito del rifiuto della sua candidatura alla segreteria, Kasselakis lascia Syriza per fondare un nuovo movimento chiamato "Movimento Democratico"[115], a cui aderiscono 5 deputati del partito, questa scissione porta Syriza ad avere 27 deputati, superato dal PASOK il partito perde lo status di opposizione ufficiale nel parlamento.
Struttura
[modifica | modifica wikitesto]Segretari
[modifica | modifica wikitesto]- Alekos Alavanos (2004-2009)
- Alexīs Tsipras (2009-2023)
- Stefanos Kasselakis (2023-2024)
- Sokratis Famellos (2024-)
Ideologia
[modifica | modifica wikitesto]Il partito si richiama ai principi del socialismo democratico, della socialdemocrazia e dell'anticapitalismo.
La principale componente della coalizione originale SYRIZA, era composta da Synaspismós, un partito socialista democratico che sosteneva valori tipici dell'ecosocialismo[2][6][19][116], e dell'eurocomunismo[6], ma anche da altre realtà politiche ben differenziate che si richiamano in maniera più o meno esplicita al maoismo ed al trotskismo.[19][117]
Per quanto riguarda le politiche economiche, SYRIZA si è sempre dichiarata contro le politiche neoliberiste dell'Unione europea e, in generale, delle istituzioni economiche internazionali. Per contrastare tali politiche il partito propone programmi di «giustizia sociale» e di «protezione dei diritti fondamentali».[118][119][120][121]
Il partito, sin dalla sua fondazione, ha avuto al proprio interno una forte componente femminista e anti-razzista; da aggiungere che SYRIZA si definisce «movimento antifascista e antinazista».[19][122]
SYRIZA mette al centro del proprio programma la legalizzazione del matrimonio omosessuale e delle politiche a favore del diritto di asilo per gli immigrati.
Altri punti programmatici sostenuti dal partito sono:[123]
- Tagliare drasticamente la spesa militare.
- Adottare una tassa sulle transazioni finanziarie e anche una tassa speciale per i beni di lusso.
- La protezione del diritto alla istruzione, alla sanità e all'ambiente.
- Smilitarizzare la guardia costiera (in Grecia: Limenikò Sòma − Ellinikì Aktofylakì) e sciogliere le forze speciali anti-sommossa. Proibire la presenza di poliziotti con il volto coperto o con armi da fuoco nelle manifestazioni. Cambiare i corsi per poliziotti in modo da mettere in primo piano i temi sociali come l'immigrazione, le droghe o l'inclusione sociale.
- Depenalizzare il consumo di droghe, combattendo solo il traffico. Aumentare i fondi per i centri di disintossicazione.
- Nazionalizzare gli ospedali privati. Eliminare ogni partecipazione privata nel sistema pubblico sanitario ed eliminare i ticket a carico dei cittadini nel servizio sanitario.
- Esigere dalla UE un cambiamento nel ruolo della BCE perché finanzi direttamente gli Stati e i programmi di investimento pubblico.
- Sottoporre a referendum vincolanti i trattati e altri accordi rilevanti europei.
Nel gennaio 2013 un deputato di SYRIZA, Tasos Kourakis ha presentato al Parlamento greco una proposta di legge che prevede la separazione netta tra Chiesa ortodossa e Stato, mai realizzata nel paese. Progetti come questi testimoniano il forte laicismo del partito, sostenuto da tutte le sue componenti.[124][125][126][127]
Il rapporto con l'Unione europea
[modifica | modifica wikitesto]SYRIZA è stata spesso accusata dai suoi avversari politici e dalla stampa di essere contraria all'euro e alla permanenza della Grecia nell'Unione europea. Tuttavia il partito non ha mai messo in dubbio la permanenza della Grecia in Europa e nella moneta unica.[128][129][130]
Il leader di SYRIZA ha infatti affermato che «se la sinistra radicale rappresentata da SYRIZA vincerà le prossime elezioni, la Grecia rimarrà nell'Euro».[131][132]
SYRIZA avverte l'assoluta necessità di cambiare le politiche economiche dell'UE (a cominciare dalle politiche di austerity), giudicate troppo a favore dei «poteri forti» (come banche e grandi imprese). Il partito ritiene che per uscire dall'attuale crisi economica sia d'obbligo mettere al centro delle politiche economiche europee temi come: il lavoro, lo stato sociale, il reddito, la tutela e i diritti dei più deboli e i «beni comuni».[133][134][135]
Si può ben dire, riassumendo, che SYRIZA sia un partito con una sua particolare visione europeista e contrario alle politiche di austerity.[128][136]
Nell'ottobre 2012, a seguito della visita di Angela Merkel ad Atene, il leader di SYRIZA, Alexīs Tsipras dichiarò:[137]
«Angela Merkel è venuta ad Atene per dare il suo appoggio al governo di coalizione del premier Antōnīs Samaras e alle misure che vuole imporre, ma il popolo non reggerà al peso dell’austerità e alla fine vinceremo perché abbiamo il diritto dalla nostra parte.»
Nel dicembre 2012 il comitato centrale di SYRIZA ha approvato, con il 75%, una mozione che sostiene il mantenimento della Grecia nell'Unione europea; nonostante questo SYRIZA continua a contestare in maniera decisa le politiche di austerity imposte dall'Europa alla Grecia, in particolare per quanto riguarda le privatizzazioni dei servizi pubblici, i tagli agli stipendi dei dipendenti statali e l'aumento della pressione fiscale.[138][139]
Il 9 dicembre 2012 alcuni membri del partito, con una fiaccolata ad Oslo insieme a gruppi no-global, hanno contestato duramente la decisione di assegnare il Premio Nobel per la pace all'Unione europea. Alcuni parlamentari di SYRIZA hanno dichiarato che:[140][141]
«Non è giusto assegnare il premio Nobel all'Unione Europea: [...] la gente deve unirsi contro un'Unione Europea che aiuta solo le banche e le grandi aziende.»
Il 14 febbraio 2013, il parlamentare europeo di SYRIZA Nikos Houndìs ha rivolto un'interrogazione alla Commissione europea in merito alle politiche di austerity che il paese sta applicando su ordine della cosiddetta «troika» (UE, BCE e FMI). La stessa Commissione ha rilevato che il governo greco «deve garantire la conformità delle leggi approvate alla Costituzione greca»; a ciò si aggiunge il fatto che il "Tribunale Superiore" (la Corte costituzionale greca) si è pronunciato, in passato, contro tali politiche di austerity ritenendole in violazione dei principi costituzionali in materia di tutela dei diritti della persona e del lavoro.[142]
Partiti partecipanti
[modifica | modifica wikitesto]SYRIZA, attualmente[quando?], comprende i seguenti partiti:[6][143][144][145][146][147]
Partito o movimento politico | Ideologia | Periodo | Sito ufficiale |
---|---|---|---|
Cittadini attivi (Ενεργοί Πολίτες) | Socialismo democratico Nazionalismo di sinistra |
dal 2004 | energw.gr. URL consultato il 6 marzo 2020 (archiviato dall'url originale l'11 luglio 2012). |
Gruppo Politico Anticapitalista (ΑΠΟ) | Anti-capitalismo Comunismo Trotskismo |
dal 2011 | antipol.wordpress.com. |
Organizzazione Comunista di Grecia (KOE) | Comunismo Maoismo |
dal 2007 | koel.gr. |
Movimento Sociale Democratico (DIKKI) | Socialismo democratico Eco-socialismo Euroscetticismo moderato Nazionalismo di sinistra |
2007-2016 | dikki.org. |
Ecosocialisti di Grecia (Οικοσοσιαλιστές Ελλάδας) | Eco-socialismo | 2008-2013 | ecosocialist.gr. URL consultato il 20 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 23 luglio 2012). |
Sinistra Operaia Internazionalista (DEA) | Comunismo Trotskismo Internazionalismo proletario |
dal 2004 | dea.org. |
Movimento per l'Unità d'Azione della Sinistra (KEDA) | Comunismo Marxismo-leninismo |
dal 2004 | edromos.gr. URL consultato il 7 gennaio 2020 (archiviato dall'url originale il 10 maggio 2011). |
Gruppo di Sinistra Radicale Roza | Comunismo Luxemburghismo Femminismo socialista |
— | |
Radicali (Ριζοσπάστες) | Socialismo democratico Nazionalismo di sinistra |
dal 2011 | rizospastes.gr. URL consultato il 12 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 14 giugno 2013). |
Kokkino (Κόκκινο) | Comunismo Trotskismo |
2004-2014 | kokkino.org. |
Sinistra Ecologista Comunista Rinnovatrice (AKOA) | Eurocomunismo Eco-socialismo |
2004-2013 | akoa.gr. URL consultato il 15 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 3 febbraio 2006). |
Coalizione della Sinistra, dei Movimenti e dell'Ecologia (Synaspismós, SYN) | Socialismo democratico Eco-socialismo Eurocomunismo Femminismo Pacifismo |
2004-2013 | syn.gr. |
Organizzazione Socialista Internazionalista (Xekinima) (aderente al CWI-CIO) | Trotskismo | xekinima.org. | |
Movimento Unitario | Socialismo democratico Socialdemocrazia |
enotikinisi.gr. URL consultato il 17 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 28 aprile 2012). |
Presidenti
[modifica | modifica wikitesto]N° | Immagine | Presidente | Mandato | Primo ministro | ||
---|---|---|---|---|---|---|
1 | Nikos Konstantópoulos | 15 gennaio 2004 | 12 dicembre 2004 | – | ||
2 | Alékos Alavanos | 12 dicembre 2004 | 7 settembre 2009 | |||
3 | Alexis Tsipras | 7 settembre 2009 | 29 giugno 2023 | 2015–2019 | ||
4 | Stefanos Kasselakīs | 24 settembre 2023 | 8 settembre 2024 | – | ||
5 | Sokratis Famellos | 24 novembre 2024 | in carica | – |
Risultati elettorali
[modifica | modifica wikitesto]Dal 2004 al 2006 il partito si stava ancora costituendo: dunque si presentava alle elezioni come alleanza di alcune forze politiche. Dal 2007 sino al 2011 tutte queste forze si coalizzeranno tutte sotto il simbolo di SYRIZA, nonostante il partito rimanga ancora, de iure, una coalizione di più formazioni. Dal 2012 SYRIZA diventerà un unico partito.
Elezioni parlamentari
[modifica | modifica wikitesto]Anno | Voti | % | +/- | Seggi | +/- | Note | Fonte |
---|---|---|---|---|---|---|---|
2004 | 241.637 | 3,26% | 6 / 300
|
Opposizione (# 4) |
Ministero dell'Interno. | ||
2007 | 361.101 | 5,04% | 1,78% | 14 / 300
|
8 | Opposizione (# 4) |
Ministero dell'Interno. |
2009 | 315.665 | 4,60% | 0,44% | 13 / 300
|
1 | Opposizione (# 5) |
Ministero dell'Interno. |
2012-I | 1.054.751 | 16,77% | 12,17% | 52 / 300
|
39 | Opposizione (# 2) |
Ministero dell'Interno. |
2012-II | 1.655.022 | 26,89% | 10,72% | 71 / 300
|
19 | Opposizione (# 2) |
Ministero dell'Interno. |
2015-I | 2.245.978 | 36,34% | 8,57% | 149 / 300
|
78 | Governo di coalizione SYRIZA-ANEL |
Ministero dell'Interno. |
2015-II | 1.925.904 | 35,46% | 0,88% | 145 / 300
|
4 | Governo di coalizione SYRIZA-ANEL |
Ministero dell'Interno. |
2019 | 1.781.174 | 31,53% | 3,93% | 86 / 300
|
59 | Opposizione (# 2) |
Ministero dell'Interno. |
2023 (Mag.) | 1.184.500 | 20,07% | 11,46% | 71 / 300
|
15 | Opposizione (# 2) |
Ministero dell'Interno. |
2023 (Giu.) | 929.968 | 17,83% | 2,24% | 48 / 300
|
23 | Opposizione (# 2) |
Ministero dell'Interno. |
Elezioni europee
[modifica | modifica wikitesto]Anno | Voti | % | +/- | Seggi | +/- | Note | Fonte |
---|---|---|---|---|---|---|---|
2004 | 254.447 | 4,16% | 1 / 24
|
Partecipazione alle elezioni come Synaspismós | Ministero dell'Interno (archiviato dall'url originale il 30 agosto 2018). | ||
2009 | 240.930 | 4,70% | 0,54% | 1 / 22
|
— | Ministero dell'Interno. | |
2014 | 1.518.608 | 26,57% | 21,90% | 6 / 21
|
5 | # 1 | Ministero dell'Interno. URL consultato il 12 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 27 maggio 2014). |
2019 | 1 343 788 | 23,76% | 2,81% | 6 / 21
|
# 2 | Ministero dell'Interno. | |
2024 | 593 133 | 14,92% | 8,84% | 4 / 21
|
2 | # 2 |
Galleria d'immagini
[modifica | modifica wikitesto]Attività politica di SYRIZA
[modifica | modifica wikitesto]-
Attivisti del DIKKI, uno dei partiti che compongono SYRIZA, nel 2007.
-
Manifestazione di attivisti del Coalizione della Sinistra, dei Movimenti e dell'Ecologia, nel 2007.
-
Dibattito televisivo per le elezioni parlamentari in Grecia del 2009 (Tsipras al centro).
-
Incontro tra George Papandreou e Tsipras, l'8 marzo 2011.
-
Incontro tra Jean-Luc Mélenchon e Alexīs Tsipras, il 21 maggio 2012.
Manifesti elettorali
[modifica | modifica wikitesto]-
Manifesto elettorale del 2007, contro Nuova Democrazia e PASOK.
-
Manifesto elettorale del 2007: «Sono colpevoli: il loro 'sviluppo' sacrifica esseri umani e l'ambiente.»
-
Manifesto elettorale del 2007: «Il loro 'sviluppo' brucia le nostre foreste.»
-
Manifesto elettorale del 2007: «La vita deve vincere. Stiamo cambiando il paesaggio politico: è un nostro diritto!»
-
Manifesto elettorale del 2007, contro Nuova Democrazia e PASOK.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (EN) Christopher Wellbrook, Libertarian Socialism: Politics in Black and Red, in Parliamentary Affairs, Palgrave Macmillan, 2013, p. 67, DOI:10.1093/pa/gst028, ISBN 978-0-230-28037-3.«[...] Increasingly aggressive austerity policies that are serving to undercut what remains of the social democratic consensus, along with a number of organisational shifts within the UK left and the perceived success of the Greek Left unity organisation SYRIZA, have raised the question of unitary organisation high on the political agenda within the broad Left milieu [...]»
- ^ a b c d e (EN) Wolfram Nordsieck, Greece, in Parties & elections in Europe. URL consultato il 29 maggio 2012 (archiviato il 9 ottobre 2015).
- ^ a b (EN) Uwe Backes e Patrick Moreau, Communist and Post-Communist Parties in Europe, Gottinga, Vandenhoeck & Ruprecht, 2008, pp. 571–575, ISBN 978-3-525-36912-8.
- ^ Left-wing populism in the European periphery: the case of SYRIZA
- ^ https://theconversation.com/what-britain-should-learn-from-syriza-and-greek-eurosceptics-40653
- ^ a b c d e f Yorgos Mitralias, Syriza, o lo sfondamento magistrale di un'esperienza unica e originale, su vittorioagnoletto.it, 12 maggio 2012. URL consultato il 23 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 5 aprile 2015).
- ^ a b c d (EL) Ενιαίο κόμμα ο ΣΥΡΙΖΑ, su Ta Nea, 22 maggio 2012. URL consultato il 23 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 12 aprile 2013).
- ^ (EN) Alex Callinicos, The second coming of the radical left, International Socialism, 28 giugno 2012 (archiviato il 9 ottobre 2015).
- ^ (EN) Kevin Featherstone, Greece implodes as protests drown out its European vocation, su blogs.lse.ac.uk, London School of Economics and Political Science, 8 maggio 2012 (archiviato il 17 luglio 2015).
- ^ (EN) Jon Stone, Syriza: Everything you need to know about Greece’s new Marxist governing party, in The Independent, 26 gennaio 2015. URL consultato il 24 ottobre 2015 (archiviato il 24 ottobre 2015).
- ^ (EN) Helena Smith, Syriza’s chief economist plots a radical Greek evolution within the eurozone, in The Guardian, 23 dicembre 2014. URL consultato il 24 ottobre 2015 (archiviato il 24 ottobre 2015).«He is the first to concede the programme is radical. "I am a Marxist," he says. "The majority [in Syriza] are."»
- ^ a b c Grecia, trionfa Tsipras: "Troika è il passato". Ma per la maggioranza gli mancano due seggi, in la Repubblica, 25 gennaio 2015. URL consultato il 26 gennaio 2015 (archiviato il 26 gennaio 2015).
- ^ Tsipras vince di nuovo le elezioni in Grecia: “Noi duri a morire, continueremo a lottare insieme", in La Stampa, 20 settembre 2015. URL consultato il 22 settembre 2015 (archiviato il 22 settembre 2015).
- ^ Davide Frattini, archiviostorico.corriere.it, http://archiviostorico.corriere.it/2012/maggio/19/Quando_capo_Syriza_respinto_Genova_co_8_120519017.shtml (archiviato il 13 aprile 2013).
- ^ (EN) Andy Denwood, Alexis Tsipras, leader of Syriza, su BBC News, 14 maggio 2012. URL consultato il 13 marzo 2013 (archiviato il 23 settembre 2015).
- ^ (EL) Angela Xidi et al, Συνέντευξη Τύπου εκπροσώπων του «Χώρου Διαλόγου και Κοινής Δράσης της Αριστεράς», su syn.gr, 15 gennaio 2012. URL consultato il 23 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 29 giugno 2012).
- ^ (EN) What is Greek Social Forum, in socialforum.gr, 6-10 novembre 2002. URL consultato il 2 maggio 2004 (archiviato dall'url originale il 2 maggio 2004).
- ^ (EL) Ποιους στηρίζει ο Χώρος, ΧΩΡΟΣ ΔΙΑΛΟΓΟΥ ΚΑΙ ΚΟΙΝΗΣ ΔΡΑΣΗΣ ΤΗΣ ΑΡΙΣΤΕΡΑΣ, su epohi.gr, 9 febbraio 2001. URL consultato il 23 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 16 luglio 2012).
- ^ a b c d Hilary Wainwright, Syriza, una luce in Europa, su sbilanciamoci.info, 6 settembre 2012. URL consultato il 23 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2013).
- ^ (EL) Nick Voutsis, Δηλώσεις του Υπεύθυνου Τύπου του ΣΥΝ σχετικά με την Πρωτοβουλία για τη Συσπείρωση της Αριστεράς, su syn.gr, 17 dicembre 2012. URL consultato il 23 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 29 giugno 2012).
- ^ (EL) Tο μανιφέστο του Συνασπισμού, in BBC News, 15 gennaio 2004. URL consultato il 23 settembre 2012 (archiviato il 29 giugno 2012).
- ^ (EL) Τοποθέτηση ψήφου της ΚΟΕ για τις βουλευτικές εκλογές του 2004, Φλεβάρης 2004, su koel.gr, 1º febbraio 2004. URL consultato il 23 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
- ^ (EL) Georgios Panagiotis, Αριστεροί χορευτές σε αυταρχικό χορό δεν χορεύουν, su epohi.gr. URL consultato il 23 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 31 luglio 2012).
- ^ (EN) Ευρωεκλογές χωρίς τα προβλήματα της Ευρώπης, su epohi.gr, 23 maggio 2004. URL consultato il 23 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 31 luglio 2012).
- ^ (EL) ΠΟΛΙΤΙΚΗ ΑΠΟΦΑΣΗ 4ου ΣΥΝΕΔΡΙΟΥ ΤΟΥ ΣΥΝΑΣΠΙΣΜΟΥ ΤΗΣ ΑΡΙΣΤΕΡΑΣ ΤΩΝ ΚΙΝΗΜΑΤΩΝ ΚΑΙ ΤΗΣ ΟΙΚΟΛΟΓΙΑΣ (PDF), su syn.gr, 9 dicembre 2012. URL consultato il 23 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale l'11 giugno 2015).
- ^ (EL) Ομιλία του Αλέκου Αλαβάνου στο 4ο Συνέδριο του Συνασπισμού, su syn.gr, 10 dicembre 2004. URL consultato il 23 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale l'11 gennaio 2013).
- ^ (EN) Coalition selects A. Tsipras for Athens mayorship, in ANMA, 2006. URL consultato il 6 giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 6 giugno 2009).
- ^ Elezioni in Grecia, vince Kostas Karamanlis. Il premier uscente: «Ora avanti con le riforme», su la Repubblica, 17 settembre 2007. URL consultato il 27 febbraio 2013 (archiviato il 13 aprile 2013).
- ^ (EN) Christoforos Vernardakis, The Transition from a two-party to a multi-party system: deliberations and realignments in the Greek party system after the September 2007 elections. (PDF), in vernardakis.gr, marzo 2008. URL consultato il 24 settembre 2015 (archiviato il 2 aprile 2015).
- ^ (EL) Η Διακήρυξη του Συνασπισμού Ριζοσπαστικής Αριστεράς όπως παρουσιάστηκε στις 22 Ιουνίου 2007, su syriza.gr, 22 giugno 2007. URL consultato il 24 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2007).
- ^ (EL) Στον ΣΥΡΙΖΑ προσχώρησε η Κομμουνιστική Οργάνωση Ελλάδας, su in.gr, 20 giugno 2007. URL consultato il 23 febbraio 2013 (archiviato il 2 agosto 2012).
- ^ (EL) Δελτίο Τύπου, su oikologiki-paremvasi.gr, 21 agosto 2007. URL consultato il 23 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 29 settembre 2007).
- ^ (EL) Συνέντευξη τύπου Αλ. Αλαβάνου, in dikki.gr, 22 agosto 2007. URL consultato il 4 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 22 gennaio 2008).
- ^ (EL) Με ένα άθλιο δικαστικό πραξικόπημα ο Άρειος Πάγος ενώ ανακήρυξε όλους τους υποψηφίους του ΔΗΚΚΙ αφαίρεσε το όνομα "ΔΗΚΚΙ" απο τον τίτλο του ψηφοδελτίου, in dikki.gr, 2 settembre 2007. URL consultato l'11 gennaio 2014 (archiviato dall'url originale il 20 settembre 2007).
- ^ (EL) Συνεδρίαση της Πολιτικής Γραμματείας του ΣΥΝ, su syn.gr, 27 novembre 2007. URL consultato il 26 febbraio 2013 (archiviato il 7 gennaio 2013).
- ^ (EN) Tsipras new SYN leader, new CPC elected, in AMNA, 10 febbraio 2008. URL consultato il 24 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 6 giugno 2009).
- ^ (EN) Angus Reid, Governing New Democrats Still Lead in Greece, su angus-reid.com, 3 maggio 2008. URL consultato il 26 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2012).«[...] The Coalition of the Radical Left (SYR) is third with 18.4 per cent [...]»
- ^ (EL) Απόφαση του Ξεκινήματος για συμμετοχή στο Συριζα, su xekinima.org, 10 giugno 2008. URL consultato il 24 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 23 maggio 2011).
- ^ (EN) European Parliament / About Parliament / Results by country (2009), su Parlamento europeo, 2009. URL consultato il 4 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 4 luglio 2013).
- ^ (EN) Elections to the Hellenic Parliament (Vouli) - Results Lookup, su electionresources.org, 2009. URL consultato il 10 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 4 luglio 2013).
- ^ Antonio Ferrari, Svolta in Grecia, i socialisti tornano al potere, su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 5 ottobre 2009. URL consultato il 4 luglio 2013 (archiviato il 4 luglio 2013).
- ^ (EN) SYRIZA split creates new party, in Kathimerini, 10 giugno 2010. URL consultato il 24 settembre 2015 (archiviato dall'url originale l'11 agosto 2015).
- ^ (EN) Helena Smith, Greek voters vent anger towards austerity at ballot box, in The Guardian, 7 maggio 2012. URL consultato il 24 settembre 2015 (archiviato il 24 settembre 2015).
- ^ Grecia: Syriza prova a formare coalizione anti-austerity, su la Repubblica, 8 maggio 2012. URL consultato il 26 febbraio 2013 (archiviato il 13 aprile 2013).
- ^ Grecia: Tsipras rimette mandato, ora tocca a Venizelos, su ANSA, 10 maggio 2012. URL consultato il 26 febbraio 2013 (archiviato il 1º luglio 2012).
- ^ Grecia, nessun accordo sul governo: elezioni per la seconda volta in due mesi, su la Repubblica, 15 maggio 2012. URL consultato il 27 febbraio 2013 (archiviato l'11 gennaio 2013).
- ^ Grecia alle urne il 17 giugno: un magistrato premier ad interim, su la Repubblica, 16 maggio 2012. URL consultato il 27 febbraio 2013 (archiviato l'8 settembre 2012).
- ^ a b (EN) Mo.U., Tsipras and SYRIZA eye 50-seats bonus as «single party», su Keep Talking Greece, 22 maggio 2012. URL consultato il 26 marzo 2013 (archiviato il 27 gennaio 2013).
- ^ (EN) Greece’s Left-Wing SYRIZA submits application for party status, su kurir.mk, 23 maggio 2012. URL consultato il 26 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2013).
- ^ Grecia, Tsipras: «Syriza rimarra' all'opposizione», su ADNkronos, 18 giugno 2012. URL consultato il 26 marzo 2013 (archiviato dall'url originale l'8 aprile 2013).
- ^ Syriza ammette sconfitta: «Saremo forza di opposizione», su Euronews, 18 giugno 2012. URL consultato il 26 febbraio 2013 (archiviato il 9 aprile 2013).
- ^ (EN) George Gilson, Syriza’s «responsible opposition», su athensnews.gr, 25 giugno 2012. URL consultato il 26 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 3 luglio 2012).
- ^ Atene, Piazza Syntagma respinge la solidarietà della Merkel con sassaiole e tafferugli, su euronews, 9 ottobre 2012. URL consultato il 14 aprile 2013.
- ^ a b Francesco De Palo, Grecia, approvato il pacchetto austerity. Molotov davanti al Parlamento, su Il Fatto Quotidiano, 7 novembre 2012. URL consultato il 24 marzo 2013 (archiviato il 13 aprile 2013).
- ^ Argiris Panagopoulos, «Scende in piazza l'Europa che resiste», su Rifondazione, 11 novembre 2012. URL consultato il 14 aprile 2013.
- ^ Grecia: Syriza chiede all’Europa la cancellazione del debito, su L'Indipendenza online, 27 settembre 2012. URL consultato il 23 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 1º ottobre 2012).
- ^ Atene indaga un ex-ministro per il giallo della lista Lagarde, in la Repubblica, 18 gennaio 2013. URL consultato il 24 marzo 2013.
- ^ Davide M. De Luca, Lo scandalo della «lista Lagarde», su Il Post, 30 dicembre 2012. URL consultato il 24 marzo 2013.
- ^ Francesco De Palo, Lista Lagarde, Papacostantinou capro espiatorio. Atene salva gli ex-premier, su il Fatto Quotidiano, 18 gennaio 2013. URL consultato il 24 marzo 2013.
- ^ atenecalling, I MAT attaccano due deputati di Syriza, su InfoAUT, 19 febbraio 2013. URL consultato il 23 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 25 aprile 2015).
- ^ D.C, Violenza della polizia contro Syriza, cariche contro i manifestanti, su Tribuno del popolo, 14 febbraio 2013. URL consultato il 5 giugno 2021 (archiviato dall'url originale il 12 aprile 2013).
- ^ Crisi Grecia, sondaggio: Syriza torna il primo partito [collegamento interrotto], su ANSAmed, 27 febbraio 2013. URL consultato il 26 marzo 2013.
- ^ Grecia: Syriza è primo partito, su ANSA, 15 marzo 2013. URL consultato il 26 marzo 2013.
- ^ Gabriele Mastroleo, Grecia, Syriza sempre primo partito. Tsipras, da Londra: «Nostra via di uscita dalla crisi è sempre più realistica», su il Corsaro, 15 marzo 2013. URL consultato il 26 marzo 2013.
- ^ (EN) Maria Korologou, SYRIZA leads poll, so does Samaras, su Greek Reporter, 20 marzo 2013. URL consultato il 26 marzo 2013.
- ^ (ES) Europapress, Grecia: SYRIZA pide elecciones anticipadas porque es «la única salida» a la crisis actual, su el Economista, 13 aprile 2013. URL consultato il 14 aprile 2013.
- ^ Redazione, Leader neonazista finisce in mare dopo una rissa con immigrati e comunisti del Kke, su il Sussidiario, 7 aprile 2013. URL consultato il 9 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 5 giugno 2014).
- ^ Marco Santopadre, Grecia: i nazisti picchiano, gli antifascisti gettano in mare un loro leader, su Contropiano, 8 aprile 2013. URL consultato il 9 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 5 giugno 2014).
- ^ Grecia: leader neonazista di Alba Dorata gettato in mare da immigrati e comunisti, su fanpage, 6 aprile 2013. URL consultato il 9 aprile 2013.
- ^ (EL) Η αποβολή Ηλιόπουλου «και τα χάιλ Χίτλερ», su YouTube, 17 maggio 2013, a 0 min 29 s. URL consultato il 18 maggio 2013 (archiviato il 19 maggio 2013).
- ^ Grecia, deputato di Alba dorata esce dall’Aula urlando: «Heil Hitler», su blitzquotidiano.it, 17 maggio 2013. URL consultato il 18 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 19 maggio 2013).
- ^ (EN) Golden Dawn MP calls other MPs «goats», su enetenglish.gr, Eleftherotypia, 17 maggio 2013. URL consultato il 18 maggio 2013 (archiviato il 19 maggio 2013).
- ^ (EN) Tsipras lashes out against New Democracy, su enetenglish.gr, Eleftherotypia, 18 maggio 2013. URL consultato il 18 maggio 2013 (archiviato il 19 maggio 2013).
- ^ https://www.bbc.com/news/world-europe-22875637
- ^ Maria Strada, Grecia, il governo chiude la tv di Stato, su corriere.it, Corriere della Sera, 11 giugno 2013. URL consultato il 16 giugno 2013 (archiviato il 16 giugno 2013).
- ^ Pavlos Nerantzis, Vi spiego perché la Grecia ha spento la tv pubblica, su europaquotidiano.it, Europa, 14 giugno 2013. URL consultato il 16 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2013).
- ^ Grecia: decine di migliaia in piazza per lo sciopero a sostegno della ERT, su it.euronews.com, Euronews, 13 giugno 2013. URL consultato il 16 giugno 2013 (archiviato il 16 giugno 2013).
- ^ Teodoro Andreadis Synghellakis, Grecia, sciopero a difesa della Ert di T.A.S., su unita.it, l'Unità, 13 giugno 2013. URL consultato il 16 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2013).
- ^ Argiris Panagopoulos, In rivolta per la tv pubblica, su ilmanifesto.it, il manifesto, 13 giugno 2013. URL consultato il 16 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2013).
- ^ Sebastiano Caputo, Chiude la tv statale greca. Alexis Tsipras (Syriza): «È colpo di Stato», su rinascita.eu, Rinascita, 12 giugno 2013. URL consultato il 16 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2013).
- ^ Stamatis Giannisis, Grecia: Ert, continuano le proteste, su it.euronews.com, Euronews, 14 giugno 2013. URL consultato il 16 giugno 2013 (archiviato il 16 giugno 2013).
- ^ Francesco De Palo, Tv greca, chiusura incostituzionale? Lunedì la corte decide: rischio elezioni, su ilfattoquotidiano.it, il Fatto Quotidiano, 16 giugno 2013. URL consultato il 18 giugno 2013 (archiviato il 18 giugno 2013).
- ^ La tv greca può tornare a trasmettere, su ilpost.it, il Post, 18 giugno 2013. URL consultato il 18 giugno 2013 (archiviato il 18 giugno 2013).
- ^ a b Francesco De Palo, Grecia, la Corte Suprema: «La chiusura della tv pubblica viola la Costituzione», su ilfattoquotidiano.it, il Fatto Quotidiano, 17 giugno 2013. URL consultato il 18 giugno 2013 (archiviato il 18 giugno 2013).
- ^ Ettore Livini, Schiaffo dei giudici a Samaras: «Atene deve riaccendere Ert», su repubblica.it, la Repubblica, 17 giugno 2013. URL consultato il 18 giugno 2013 (archiviato il 18 giugno 2013).
- ^ a b Alexis Tsipras: "Un'altra Europa è possibile. Basta austerità, serve un New Deal europeo. Cerco alleati in Italia", in L'Huffington Post, 7 febbraio 2014. URL consultato il 22 giugno 2014 (archiviato il 22 giugno 2014).
- ^ Europee 2014, Grecia: Syriza di Tsipras primo partito, in Lettera 43, 25 maggio 2014. URL consultato il 22 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 22 giugno 2014).
- ^ Sergio Rame, Grecia, trionfa Tsipras ma è exploit neonazi, in Il Giornale, 25 maggio 2014. URL consultato il 22 giugno 2014 (archiviato il 22 giugno 2014).
- ^ (EN) Helena Smith, Leftwing Syriza party triumphs in European elections in Greece, in The Guardian, 26 maggio 2014. URL consultato il 22 giugno 2014 (archiviato il 22 giugno 2014).
- ^ (EN) SYRIZA scores first election win but coalition stands firm after EU vote, in Kathimerini, 25 maggio 2014. URL consultato il 22 giugno 2014 (archiviato il 22 giugno 2014).
- ^ Christine Berry y Joe Guinan, People Get Ready!: Preparing for a Corbyn Government, 2019
- ^ Essa prevede che si svolgano tre votazioni, con quorum diversi (nelle prime due 200 deputati su 300, nella terza 180) per riuscire ad eleggere il nuovo presidente. Se non si riesce a raggiungere il quorum in nessuna delle tre votazioni, il Presidente della Repubblica uscente scioglie il Parlamento entro i dieci giorni successivi e convoca le elezioni anticipate.
- ^ L’elezione anticipata del presidente in Grecia, in Il Post, 9 dicembre 2014. URL consultato il 31 dicembre 2014 (archiviato il 30 dicembre 2014).
- ^ Grecia: elezioni presidente della Repubblica, fallisce anche il terzo tentativo. Ora il voto anticipato., in L'Huffington Post, 29 dicembre 2014. URL consultato il 31 dicembre 2014 (archiviato il 30 dicembre 2014).
- ^ Grecia, il premier Samaras fa “scouting” di parlamentari per evitare le elezioni, in Europa, 22 dicembre 2014. URL consultato il 31 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 30 dicembre 2014).«Alla prima votazione, la scorsa settimana, Dimas ha ottenuto 160 voti, ovvero la maggioranza di governo (formata da conservatori e socialisti) più cinque voti indipendenti [...]»
- ^ Grecia, seconda fumata nera per l’elezione del presidente, in Europa, 23 dicembre 2014. URL consultato il 31 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 30 dicembre 2014).«I parlamentari greci non sono riusciti, nella seconda tornata di voto, a eleggere il presidente. [...] Dimas ha ottenuto 168 voti, 12 in meno del quorum necessario. Ci sono state 131 schede bianche, che per il regolamento parlamentare ellenico valgono come voti contrari, ed un astenuto.»
- ^ Grecia: elezioni il 25 gennaio. Crolla la Borsa di Atene, in Corriere della Sera, 29 dicembre 2014. URL consultato il 31 dicembre 2014 (archiviato il 31 dicembre 2014).
- ^ Vittorio da Rold, Fumata nera sul presidente, la Grecia torna a votare il 25 gennaio, in Il Sole 24 Ore, 29 dicembre 2014. URL consultato il 31 dicembre 2014 (archiviato il 31 dicembre 2014).
- ^ Pavlos Nerantzis, All’orizzonte un’alleanza di governo anti memorandum, in il manifesto, 30 dicembre 2014. URL consultato il 31 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 31 dicembre 2014).
- ^ Thomas Fazi, Varoufakis: «Solo tante menzogne sulla ripresa greca», in il manifesto, 29 dicembre 2014. URL consultato il 31 dicembre 2014 (archiviato il 31 dicembre 2014).
- ^ (EN) Green Party congratulates Greek Greens as they head for government, su greenparty.org.uk, Partito Verde di Inghilterra e Galles, 5 gennaio 2015. URL consultato il 24 ottobre 2015 (archiviato il 24 ottobre 2015).
- ^ (EN) Green change in Greece, su europeangreens.eu, Partito Verde Europeo, 9 gennaio 2015. URL consultato il 24 ottobre 2015 (archiviato il 24 ottobre 2015).«On January 4, the EGP member party, Oikologoi Prasinoi, decided by a majority of about 75% to accept an offer from the Syriza party for a joint candidacy.»
- ^ Grecia, la vittoria di Tsipras sui giornali, in Sky TG24, 26 gennaio 2015. URL consultato il 26 gennaio 2015 (archiviato il 26 gennaio 2015).«Dall'Inghilterra alla Spagna, il trionfo di Syriza alle elezioni occupa le prime pagine di tutte le testate.»
- ^ La vittoria di Syriza sui giornali del mondo. La Bild: «Trionfa Tsipras, l'euro-terrore», in TGcom24, 26 gennaio 2015. URL consultato il 26 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2015).
- ^ Grecia, coalizione di governo: Tsipras trova l'intesa con l'Anel, in Il Messaggero, 26 gennaio 2015. URL consultato il 26 gennaio 2015 (archiviato il 26 gennaio 2015).
- ^ Vittorio Da Rold, Grecia: leader Greci Indipendenti, abbiamo accordo con Syriza, in ADNkronos, 26 gennaio 2015. URL consultato il 26 gennaio 2015 (archiviato il 26 gennaio 2015).
- ^ Grecia, Tsipras ha giurato: è il nuovo premier. Al governo con la destra anti-austerity - Repubblica.it.
- ^ (EL) "Λαϊκή Ενότητα" το νέο κόμμα του Λαφαζάνη, su capital.gr.
- ^ (EN) Greece’s Tsipras to call snap elections after resounding defeat, su Al Jazeera. URL consultato il 7 agosto 2024.
- ^ (EN) Left-wing faction breaks away from SYRIZA, su ekathimerini.com.
- ^ (EL) Π. Κόκκαλης: «Κόσμος» το όνομα του νέου κόμματος, su naftemporiki.gr.
- ^ (EN) Achtsioglou’s 6 + 6 Faction Set to Break from Troubled SYRIZA Too, su thenationalherald.com.
- ^ (EL) Kατατέθηκε πρόταση μομφής εναντίον του Στέφανου Κασσελάκη στην ΚΕ, su ΕΦΣΥΝ, 7 settembre 2024. URL consultato il 30 novembre 2024.
- ^ (EN) SYRIZA central committee approves censure motion against leader Stefanos Kasselakis, su ekathimerini.com, 8 settembre 2024. URL consultato il 30 novembre 2024.
- ^ (EN) Kasselakis announces new political movement after exiting SYRIZA, su ekathimerini.com.
- ^ (EN) Paul Mason, Trying to understand Syriza, su paulmasonnews.tumblr.com, 12 maggio 2012. URL consultato il 27 febbraio 2013.
- ^ (EN) Richard Seymour, The challenge of Syriza, su Isg - International Socialist Group, 7 giugno 2012. URL consultato il 27 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 23 luglio 2012).
- ^ (EN) John G. Milios, Neoliberal Europe in Crisis: SYRIZA’s Alternative (PDF), su users.ntua.gr, 2012, pp. 14-17. URL consultato il 7 aprile 2013.
- ^ (EN) E. Papadopoulou, G. Sakellaridis (a cura di), The political economy of public debt and austerity in EU (PDF), su cadtm.org, 2012. URL consultato il 7 aprile 2013.
- ^ (EN) SYRIZA leader: «Neoliberal policy dangerous», su ANAMPA, 11 gennaio 2013. URL consultato il 7 aprile 2013.
- ^ (EN) Ingo Schmidt, Greece, Syriza and the Struggle Against Austerity, su Global Research, 19 marzo 2013. URL consultato il 7 aprile 2013.
- ^ Syriza: chi siamo, che cosa vogliamo, su Sinistra critica (sito ufficiale), 10 gennaio 2013. URL consultato il 24 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 24 febbraio 2013).
- ^ Programma elettorale di SYRIZA, su web.rifondazione.it. URL consultato il 9 marzo 2013.
- ^ In Grecia, infatti, la Costituzione statuisce la «predominanza» della Chiesa ortodossa e stabilisce che il Presidente della Repubblica deve giurare in nome della Santissima Trinità. Inoltre, poiché, in Grecia il clero ortodosso è stipendiato dallo stato, Kourakis è arrivato a proporre di coprire questa spesa tassando tutti coloro che si dichiarano ortodossi e utilizzando il denaro così ottenuto per gli stipendi dei religiosi.
- ^ (EN) KPG, MP Kourakis’ «Church-Tax» proposal sparks new dispute between ND-SYRIZA, su Keep Talking Greece, 28 gennaio 2013. URL consultato il 9 marzo 2013.
- ^ (EN) Andy Dabilis, SYRIZA wants state break with church, su Greek Reporter, 28 gennaio 2013. URL consultato il 9 marzo 2013.
- ^ (EN) Government, SYRIZA clash over church tax proposal, su ekathimerini.com, 28 gennaio 2013. URL consultato il 10 marzo 2013.
- ^ a b Gabriele Carracov, Syriza non è un partito anti-Europa. Perché la stampa italiana racconta bugie?, su Gli Altri, 19 giugno 2012. URL consultato il 13 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 22 giugno 2012).
- ^ Anna Colucchino, La Grecia alle elezioni: il terrorismo psicologico su Syriza e la guerra sporca dei media, su fanpage.it, 17 giugno 2012. URL consultato il 5 aprile 2013.
- ^ Marco Zerbino, Tsipras: «Syriza, una speranza per la Grecia e l’Europa», su MicroMega, 15 giugno 2012. URL consultato il 5 aprile 2013.
- ^ Grecia, il programma di SYRIZA, su Il Corsaro, 24 maggio 2012. URL consultato il 5 giugno 2021 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2013).
- ^ Tsipras: «Se vinciamo non abbandoniamo l'euro», su FIRST online, 22 maggio 2012. URL consultato l'11 aprile 2013.
- ^ In Grecia Syriza. E in Italia?, su Controlacrisi.org, 30 giugno 2012. URL consultato il 13 marzo 2013.
- ^ Debora Billi, Elezioni Grecia: Syriza, e le balle sull'«uscita dall'euro», su Crisis, 17 giugno 2012. URL consultato il 13 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2013).
- ^ Stefano Versace, Un po’ Grillo, un po’ Hollande: la sinistra greca fa boom con la crisi, su LINKiesta, 5 giugno 2012. URL consultato il 13 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 7 giugno 2012).
- ^ Grecia, Tsipras: «Stiamo andando direttamente all'inferno», su FIRST online, 17 maggio 2012. URL consultato l'11 aprile 2013.
- ^ Angela Merkel ad Atene: scontri e lancio di lacrimogeni tra polizia e manifestanti, su blitzquotidiano.it, 9 ottobre 2012. URL consultato l'8 marzo 2013.
- ^ (EN) Costas Iordanidis, The «Europeanization» of SYRIZA, su Ekathimerini.com, 5 dicembre 2012. URL consultato il 27 febbraio 2013.
- ^ (EN) Panos Petrou, Debating the future in Greece, su SocialistWorkers, 19 dicembre 2012. URL consultato il 27 febbraio 2013.
- ^ Oslo, il premio Nobel alla Ue. Proteste con Syriza e no global, su laRepubblica, 9 dicembre 2012. URL consultato il 7 marzo 2013.
- ^ (EN) Kjetil Hovland, Greece's Syriza to join protests against EU's Nobel, su Wall Street Journal, 6 dicembre 2012. URL consultato il 7 marzo 2013.
- ^ Luigi Pandolfi, La Grecia rischia la crisi umanitaria in tempo di pace, su LINKiesta.it, 1º marzo 2013. URL consultato il 1º marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2013).
- ^ Grecia: Tsipras modera toni ma Syriza ha tante anime [collegamento interrotto], su ansamed.ansa.it, 15 giugno 2012. URL consultato il 26 febbraio 2013.
- ^ Anna Coluccino, Elezioni Grecia 2012 – Gli exit poll confermano l'avanzata xenofoba, Syriza secondo partito, su fanpage.it, 6 maggio 2012. URL consultato il 26 febbraio 2013.
- ^ Grecia: la sinistra trionfa, ma non riesce a formare il governo, su sinistra.ch, 12 maggio 2012. URL consultato il 26 febbraio 2013.
- ^ Traduzione di Gigi Viglino e Ada Cinato, Una nuova radicalità a sinistra - Intervista con Stathis Kouvelakis, su bandierarossafvg.blogspot.it, 14 giugno 2012. URL consultato il 5 giugno 2021 (archiviato dall'url originale il 19 dicembre 2012).
- ^ (EN) Greece: New elections due as pro-austerity coalition talks fail, su chinaworker.info, 3 giugno 2012. URL consultato il 26 febbraio 2013.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Libri e opere pubblicate
- (EN) José Magone, Comparative European Politics: An Introduction, Taylor & Francis, 2009, ISBN 978-0-415-41892-8.
- (EN) International socialist review: the quarterly journal of the International Socialist Organization, International Socialist Organization, 2008, pp. 57-62.
- (EN) Uwe Backes e Patrick Moreau, Communist and Post-Communist Parties in Europe, Vandenhoeck & Ruprecht, 2008, ISBN 978-3-525-36912-8.
- (EN) Kate Hudson, The New European Left: A Socialism for the Twenty-First Century?, Palgrave Macmillan, 2012, ISBN 978-0-230-24876-2.
- Petros Markaris, Tempi bui, Bompiani, 2013, ISBN 978-88-587-5849-6.
- (EN) Hank Johnston e Seraphim Seferiades, Violent Protest, Contentious Politics, and the Neoliberal State, Ashgate Publishing, Ltd., 2012, ISBN 978-1-4094-1877-1.
- Saggistica politica online
- (EN) Donal Mac Fhearraigh, SYRIZA and the Rise of Radical Left-Reformism in Europe, in Irish Marxist Review, 2012.
- (EN) Maria Kyriakidou, «Another world is possible as long as it is feminist too»: dissenting discourses and acts by Greek leftist feminists (PDF), 2012.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni di o su SYRIZA
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su SYRIZA
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EL) Sito ufficiale, su syriza.gr.
- (EN) Coalition of the Radical Left, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Programma politico di SYRIZA, su web.rifondazione.it.
- (EL) Elenco dei deputati di SYRIZA. al Parlamento Ellenico
Controllo di autorità | VIAF (EN) 311459223 · LCCN (EN) n2014065141 · J9U (EN, HE) 987007415732405171 |
---|