Indice
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Inizio
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1 La pre-stagione
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2 Scuderie e piloti
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3 Riassunto della stagione
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3.1 Gran Premio d'Australia
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3.2 Gran Premio del Brasile
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3.3 Gran Premio d'Argentina
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3.4 Gran Premio di San Marino
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3.5 Gran Premio di Spagna
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3.6 Gran Premio di Monaco
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3.7 Gran Premio del Canada
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3.8 Gran Premio di Francia
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3.9 Gran Premio di Gran Bretagna
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3.10 Gran Premio d'Austria
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3.11 Gran Premio di Germania
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3.12 Gran Premio d'Ungheria
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3.13 Gran Premio del Belgio
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3.14 Gran Premio d'Italia
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3.15 Gran Premio del Lussemburgo
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3.16 Gran Premio del Giappone
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4 Risultati
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5 Classifiche
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6 Note
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7 Bibliografia
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8 Altri progetti
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9 Collegamenti esterni
Campionato mondiale di Formula 1 1998
Campionato mondiale di Formula 1 1998 | |
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Edizione n. 49 del Campionato mondiale di Formula 1 | |
Dati generali | |
Inizio | 8 marzo |
Termine | 1º novembre |
Prove | 16 |
Titoli in palio | |
Piloti | Mika Häkkinen su McLaren MP4/13 |
Costruttori | McLaren |
Altre edizioni | |
Precedente - Successiva | |
Edizione in corso |
Il campionato mondiale di Formula 1 1998 organizzato dalla FIA è stata, nella storia della categoria, la 49ª ad assegnare il Campionato Piloti, vinto per la prima volta dal finlandese Mika Häkkinen, e la 41ª ad assegnare il Campionato Costruttori, andato al team britannico McLaren. È iniziata l'8 marzo ed è terminata il 1º novembre, dopo 16 gare.
L'annata fu caratterizzata dal duello per la conquista del titolo tra Häkkinen e Michael Schumacher, conclusosi solamente all'ultima gara. Nonostante un inizio stagione favorevole al team di Woking, la Ferrari riuscì a recuperare il gap durante l'estate e a contendere fino alla fine il titolo.
Sul piano tecnico il 1998 rappresentò l'addio alla massima categoria automobilistica della casa produttrice di pneumatici Goodyear, che lasciò, per il 1999, il monopolio alla Bridgestone.
La pre-stagione
[modifica | modifica wikitesto]Il calendario
[modifica | modifica wikitesto]La presentazione delle vetture
[modifica | modifica wikitesto]Scuderia | Telaio | Data lancio | Luogo lancio |
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Ferrari | F300 | 7 gennaio[1] | Maranello, Italia[1] |
Stewart-Ford | SF-2 | 13 gennaio[2] | Danton, Regno Unito[2] |
Benetton | B198 | 15 gennaio[3] | Londra, Gran Bretagna[3] |
Jordan | 198 | 19 gennaio[4] | Royal Albert Hall, Londra, Gran Bretagna[4] |
Prost-Peugeot | AP01 | 20 gennaio[5] | Circuito di Catalogna, Spagna[5] |
Sauber-Petronas | C17 | 21 gennaio[6] | Castello di Schönbrunn, Vienna, Austria[6] |
Tyrrell-Ford | 026 | 21 gennaio[7] | Londra, Gran Bretagna[7] |
Williams | FW20 | 28 gennaio[8] | Circuito di Silverstone, Gran Bretagna[8] |
McLaren-Mercedes | MP4/13 | 5 febbraio[9] | Woking, Gran Bretagna[9] |
Arrows | A19 | 17 febbraio[10] | Leafield, Gran Bretagna[10] |
Minardi-Ford | M198 | 23 febbraio[11] | Bologna, Italia[11] |
Scuderie e piloti
[modifica | modifica wikitesto]Piloti
[modifica | modifica wikitesto]Per il 1998 Williams, Ferrari, McLaren e Stewart confermarono i propri piloti.
La Benetton, invece, cambiò totalmente l'organico della scuderia: Berger decise di ritirarsi, mentre Jean Alesi passò alla Sauber, a fianco del confermato Herbert, non senza riservare critiche al suo vecchio team.[12] A sostituirli arrivarono Giancarlo Fisichella dalla Jordan, con cui la trattativa era già stata conclusa nell'estate 1997,[13] e Alexander Wurz, promosso da terzo pilota a titolare.
Con il ritiro di Berger, Damon Hill divenne il pilota più anziano del mondiale; l'ex-campione del mondo, dopo essere stato licenziato dalla Arrows[14], venne ingaggiato dalla Jordan che gli offrí un contratto biennale da 10 milioni di dollari[15], e mantenne Ralf Schumacher come seconda guida. Dal canto suo la squadra di Tom Walkinshaw ingaggiò il finlandese Mika Salo che affiancò il riconfermato Pedro Paulo Diniz.
Il posto lasciato libero da Salo in Tyrrell venne occupato da Ricardo Rosset, accanto a cui debuttò il giapponese Toranosuke Takagi, mentre rimase senza un sedile Jos Verstappen, che tornò così alla Benetton, ma come terzo pilota.
Altri cambiamenti riguardarono la Prost che, oltre a confermare Olivier Panis, decise di puntare su Jarno Trulli al posto di Shinji Nakano, il quale si trasferì alla Minardi insieme all'esordiente Esteban Tuero.
Durante la stagione
[modifica | modifica wikitesto]L'unico cambio di sedile a stagione in corso avvenne alla Stewart, che licenziò Jan Magnussen dopo il GP del Canada, sostituendolo con Jos Verstappen a partire dal successivo appuntamento in Francia.
Accordi e fornitori
[modifica | modifica wikitesto]Con il ritiro del motorista Renault in veste ufficiale, le scuderie Williams e Benetton continuarono a utilizzare i V10 francesi tramite la consociata Mecachrome, acquistati però come semplici propulsori clienti. La scuderia di Grove cambiò inoltre veste poiché il main sponsor Rothmans International decise per l'avvicendamento tra il vecchio marchio di sigarette Rothmans e il nuovo Winfield:[17] il brand australiano conferí alla vettura una nuova livrea a predominanza rossa,[16] fatto che, almeno inizialmente, scatenò una sorta di «guerra delle rosse» a causa della forte somiglianza con la Rossa per antonomasia della Formula 1, l'italiana Ferrari.[17]
La Prost GP riuscì a concludere l'accordo per la fornitura dei propulsori Peugeot, scambiandoli di fatto con la Jordan, alla quale furono quindi ceduti i Mugen-Honda usati dal team francese fino all'anno prima. La Arrows, in seguito alla fusione con la Brian Hart Ltd., iniziò la produzione di motori in proprio, abbandonando i propulsori Yamaha. La Minardi tornò quindi a servirsi dei motori Ford, impiegando i nuovi V10 adottati anche dalla Tyrrell, che sostituirono i vecchi V8. Per la prima volta dunque tutti i team partecipanti utilizzarono unità dello stesso tipo, a 10 cilindri.
Sul fronte degli pneumatici si registrò il passaggio di Benetton e McLaren dalla Goodyear alla Bridgestone.
Circuiti e gare
[modifica | modifica wikitesto]Per il 1998 vengono previsti 16 Gran Premi, uno in meno del 1997, per via dell'uscita dal calendario del Gran Premio d'Europa che si correva su circuito di Jerez de la Frontera. Di conseguenza il Gran Premio del Giappone tornò a disputarsi come ultimo appuntamento della stagione. Nonostante la summenzionata fuoriuscita di Jerez, il circuito del Nürburgring non riuscì a cambiare titolazione in "Gran Premio d'Europa", mantenendo quella di Gran Premio del Lussemburgo per un altro anno. Il Gran Premio d'Austria venne spostato a fine luglio mentre il Gran Premio di Germania all'inizio di agosto.
Regolamenti
[modifica | modifica wikitesto]Per ciò che concerne i regolamenti, le modifiche rispetto alla stagione precedente risultarono molto importanti. Vennero introdotte due principali innovazioni: venne ristretta la larghezza dell'auto di venti centimetri, portando le vetture a essere molto strette e, per rallentare ulteriormente in curva le vetture, furono aboliti gli pneumatici slick e imposte scanalature (tre nelle coperture anteriori e quattro nelle posteriori) anche per le gomme da asciutto.[18] Inoltre le gomme anteriori furono allargate di un paio di centimetri. Sia Goodyear sia Bridgestone si adattarono ai nuovi regolamenti sulle gomme. La FIA impose poi crash-test più severi e un irrobustimento dei telai di circa dieci centimetri.[19]
Riassunto della stagione
[modifica | modifica wikitesto]Gran Premio d'Australia
[modifica | modifica wikitesto]Le qualifiche del primo Gran Premio della stagione furono dominate dalle McLaren di Mika Häkkinen e David Coulthard, seguiti da Schumacher su Ferrari. Al via le posizioni rimasero invariate, ma al sesto passaggio il tedesco fu costretto al ritiro per l'esplosione del motore. I piloti McLaren procedettero quindi verso la vittoria. Al 36º passaggio, però, Häkkinen rientrò erroneamente ai box a causa di un problema di comunicazione radio.[20] Rientrato in pista alle spalle del suo compagno di squadra, questi prima del traguardo gli cedette la prima posizione in virtù di un accordo interno al team che aveva deciso di assegnare la vittoria a chi fosse scattato in testa alla partenza.[20] Dietro di loro giunsero Frentzen, Irvine, Villeneuve e Herbert.
Gran Premio del Brasile
[modifica | modifica wikitesto]Il week-end brasiliano iniziò con un ricorso presentato da cinque team contro la McLaren per ciò che riguarda l'utilizzo di un freno supplementare, dichiarato poi illegale dai commissari.[21] Le qualifiche furono comunque dominate dal team britannico. Alla partenza il poleman Häkkinen e il suo compagno di squadra Coulthard scattarono al comando, mentre Schumacher partì male e perse alcune posizioni, recuperandole nel corso dei primi giri. Grazie ai pit stop, inoltre, il tedesco sopravanzò Frentzen, installandosi in terza posizione. Frentzen perse poi un'altra posizione, sempre a causa delle soste ai box. Nelle posizioni di testa non si ebbe più alcun cambiamento, con la vittoria di Häkkinen, seguito dal compagno di squadra, Schumacher, Wurz, Frentzen e Fisichella.
Il finlandese della McLaren guidava quindi la classifica piloti con venti punti, seguito a otto lunghezze di distanza da Coulthard.
Gran Premio d'Argentina
[modifica | modifica wikitesto]Il terzo evento stagionale si disputò in Argentina e vide la prima vittoria stagionale della Ferrari, favorita anche dalle condizioni climatiche.[21] La casa di Maranello presentò anche varie modifiche alla vettura (in particolare a motore, retrotreno e radiatori)[21] e la Goodyear aumentò la larghezza delle gomme anteriori.[21] Questi cambiamenti permisero a Schumacher di qualificarsi in prima fila alle spalle di Coulthard.[21] Alla partenza, però, il pilota tedesco fu superato da Häkkinen, il quale riuscì a mantenere la seconda posizione per un solo giro, venendo ripassato dal rivale. Successivamente Schumacher si toccò con Coulthard, il quale finì in testacoda e, alla fine, non andò oltre la sesta piazza. Dietro al pilota tedesco e a Häkkinen giunsero Irvine, Alex Wurz, Alesi, nonostante durante la sosta ai box avesse perso, per un contatto con un cavo, un'appendice aerodinamica,[22] e Coulthard.
Dopo questa gara, caratterizzata anche da alcuni incidenti, che costrinsero al ritiro tra gli altri Johnny Herbert, tamponato da Damon Hill, e il campione del mondo Jacques Villeneuve, eliminato da Coulthard, Häkkinen guidava la classifica piloti con dodici punti di vantaggio su Schumacher e tredici sul compagno di squadra.
Gran Premio di San Marino
[modifica | modifica wikitesto]A Imola, nelle qualifiche del sabato, prevalse nuovamente Coulthard, che riuscì, insieme al compagno Häkkinen, a occupare tutta la prima fila dello schieramento. Al via le due McLaren e Schumacher presero la testa del gruppo, mentre Villeneuve riuscì a sopravanzare Irvine. Contemporaneamente vi furono vari tamponamenti, il più importante dei quali per opera del pilota della Stewart Jan Magnussen, che costrinse al ritiro il suo compagno di squadra. A fine Gran Premio, poi, i vertici del team presero contatti con il collaudatore della Benetton Jos Verstappen nel tentativo di cercare un accordo per sostituire il pilota danese, accusato anche di non riuscire a sviluppare adeguatamente la vettura.[23] Intanto, in gara, Häkkinen fu costretto al ritiro per il surriscaldamento della trasmissione, che mandò in tilt l'elettronica.[24] Dopo la prima sosta ai box, poi, Villeneuve perse la terza posizione a causa dell'apertura dello sportello del serbatoio, cosa che lo costrinse a rientrare nuovamente nella pit lane.[24] Le posizioni rimasero poi invariate fino all'arrivo, nonostante un problema al cambio avuto da Coulthard, analogo a quello del compagno di squadra. Lo scozzese riuscì comunque a mantenere la prima piazza e a vincere la corsa.
Al termine di questo Gran Premio Häkkinen rimaneva in testa alla classifica piloti, seppur con un vantaggio ridotto a tre punti nei confronti del vincitore della gara. Schumacher era invece staccato di sei lunghezze.
Gran Premio di Spagna
[modifica | modifica wikitesto]Come a Imola, anche al Gran Premio di Spagna la McLaren occupava tutta la prima fila, precedendo Schumacher e Giancarlo Fisichella. Al via Häkkinen riuscì a mantenere la prima posizione, seguito dal compagno di squadra, Irvine, Fisichella e Schumacher. Il tedesco, grazie ai pit stop, riuscì poi a ritornare in terza piazza, ma gli venne comminato uno stop&go per aver superato il limite di velocità nei box.[25] Intanto il suo compagno di squadra venne toccato da Fisichella ed entrambi i piloti furono costretti al ritiro. Al romano, che aveva causato l'incidente, fu anche notificata una multa.[25] Le posizioni rimasero quindi immutate con le McLaren nelle prime due posizioni, seguite da Schumacher, Wurz della Benetton, Barrichello, che portava all'esordio il nuovo motore Ford P4,[26] e Villeneuve.
Dopo questo Gran Premio Häkkinen rafforzava la sua leadership nel campionato piloti, salendo a quota 36 punti. Coulthard e Schumacher seguivano a 29 e 24 lunghezze.
Gran Premio di Monaco
[modifica | modifica wikitesto]Come nelle precedenti gare, anche al Gran Premio di Monaco le McLaren conquistarono durante le qualifiche la prima fila, seguite da Fisichella e Schumacher. Al via non vi furono sorpassi e le posizioni rimasero quindi invariate. Al decimo passaggio, Eddie Irvine tentò di superare Frentzen, che era andato largo in una curva, ma i due piloti si toccarono e il tedesco della Williams fu costretto al ritiro, mentre il nordirlandese poté continuare. Pochi giri più tardi esplose il motore di Coulthard, costringendolo al primo ritiro stagionale e lasciando quindi la seconda piazza al romano Fisichella. Attorno al trentesimo giro iniziarono le soste per i piloti che occupavano le prime posizioni e Schumacher fu tra i primi a fermarsi. Rientrato dietro Wurz, tentò più volte di superarlo, ma alla fine, a causa di una collisione, si ritrovò con un tirante della sospensione posteriore danneggiato e dovette rientrare ai box, uscendone tre giri dopo.[27] Häkkinen centrò quindi la sua quarta vittoria stagionale, rafforzando ulteriormente la leadership sugli inseguitori. Il più vicino di questi (Coulthard) si trovava, infatti, a diciassette lunghezze di distacco, mentre Schumacher aveva un ritardo di 22 punti, e la McLaren ne aveva ben 36 in più della Ferrari.
In questa corsa ottennero i primi punti stagionali i piloti della Arrows Mika Salo e Pedro Diniz.
Gran Premio del Canada
[modifica | modifica wikitesto]Per il Gran Premio del Canada la Williams decise di far esordire la FW20 a passo allungato nel tentativo di migliorare le prestazioni.[28] Nonostante ciò le qualifiche furono dominate nuovamente dalla McLaren, con Coulthard davanti al compagno di squadra. Al via, però, Ralf Schumacher rimase fermo, mentre Wurz tamponò Hill, che a sua volta colpì Alesi. Venne quindi ordinato un secondo via, ma stavolta Häkkinen non riuscì a partire, mentre nelle retrovie Ralf Schumacher finì in testacoda e coinvolse nell'incidente Jarno Trulli, il quale finì per colpire Alesi. Fece la sua entrata in pista la safety-car, ma dopo essere rientrata ai box, poco dopo fu nuovamente costretta a uscirvi a causa del terriccio portato in pista da Diniz. A seguito di ciò Coulthard ebbe problemi all'acceleratore che lo costrinsero a cedere a Schumacher la prima posizione. Un incidente di Salo, poi, fece sì che la vettura di sicurezza facesse la sua terza entrata in pista. La Ferrari decise quindi di anticipare la sosta del pilota tedesco, ma all'uscita della pit lane, questi tamponò Frentzen, causandone il ritiro, e l'episodio causò al tedesco uno stop&go. Il comando della corsa passò quindi a Fisichella, ma Schumacher, grazie a una serie di giri veloci,[29] riuscì a riportarsi al comando e vincere, iniziando la sua rimonta nei confronti di Häkkinen. Al terzo posto giunse invece Irvine, seguito da Wurz, Barrichello e Magnussen, che conquistò il suo unico punto in carriera.
Grazie a questa vittoria Schumacher scavalcò Coulthard e si portò secondo a dodici punti di distanza dal leader del mondiale Häkkinen, mentre la Ferrari inseguiva a ventidue lunghezze nel campionato costruttori.
Gran Premio di Francia
[modifica | modifica wikitesto]Il Gran Premio di Francia segnò il ritorno come pilota ufficiale di Jos Verstappen al volante della Stewart al posto di Jan Magnussen. Il pilota danese, che aveva ricevuto dal team britannico un ultimatum,[30] non avendo soddisfatto i vertici della scuderia venne quindi sostituito. Sul piano tecnico, invece, la Ferrari portò diverse novità, tra cui nuovi alettoni anteriori e posteriori e un ripartitore di frenata.[31] Anche la Peugeot presentò un nuovo motore, che rispetto al precedente si differenziava per una maggior potenza.[31] Nonostante ciò le qualifiche furono dominate da Häkkinen, seguito da Schumacher, Coulthard e Irvine. Al via, anche a causa di alcuni problemi con la trasmissione dovuti a una doppia partenza,[32] il finlandese della McLaren venne passato dai piloti Ferrari e si dovette accodare a Irvine. Al pit stop Coulthard, invece, ebbe problemi con la pompa del rifornimento e fu costretto, nella seconda sosta, a rientrare due volte. Il pilota scozzese fu quindi costretto a effettuare una rimonta, conclusa con la conquista del sesto posto finale. Intanto nelle prime posizioni Irvine riuscì a mantenersi davanti a Häkkinen, concludendo secondo dietro al compagno di squadra. La Ferrari, quindi, riuscì a realizzare la prima doppietta dal Gran Premio di Spagna 1990. Giunsero inoltre a punti Wurz (quarto) e Villeneuve (quinto). Con questo successo (il secondo consecutivo) Schumacher si portò a sei punti dal rivale finlandese, mentre nei costruttori la casa di Maranello era a undici punti di distacco dalla McLaren.
Gran Premio di Gran Bretagna
[modifica | modifica wikitesto]Il Gran Premio di Gran Bretagna vide il terzo successo consecutivo di Michael Schumacher e della Ferrari. Nonostante ciò le qualifiche avevano visto il dominio di Häkkinen, che aveva conquistato ancora una volta la pole. Al via l'altro ferrarista Irvine ebbe un problema con il sistema antistallo,[33] che gli causò una partenza lenta e la perdita di varie posizioni. Intanto Alesi riuscì a scattare bene e a guadagnare la quarta posizione, mentre anche Coulthard superò Villeneuve portandosi terzo, alle spalle di Schumacher. Grazie anche a una buona strategia[33] Häkkinen guadagnò diversi secondi sul rivale tedesco, mentre Coulthard si ritirò per un testacoda. Varie uscite di pista, causate dall'asfalto bagnato,[33] fecero sì che entrasse la safety car, la quale contribuì a ricompattare il gruppo e ad annullare il vantaggio del finlandese della McLaren. Dopo il rientro della vettura di sicurezza Häkkinen compì un'uscita di pista e perse il comando della corsa, che passò a Schumacher. Il tedesco, però, compì un sorpasso in regime di bandiere gialle e a tre passaggi dal termine gli venne inflitto uno stop&go. La Ferrari decise quindi di far rientrare il proprio pilota all'ultimo giro, ottenendo la vittoria, transitando però per la pit lane. Quest'episodio fu il primo nella storia della Formula 1.[33] Tramite questo successo Schumacher si portò a due punti da Häkkinen, mentre nel campionato costruttori la Ferrari era a sole tre lunghezze di distacco dalla McLaren.
Gran Premio d'Austria
[modifica | modifica wikitesto]La pioggia nelle qualifiche fece sì che, per la prima volta dall'inizio stagione, non ci fosse una McLaren in pole position. Questa fu conquistata da Fisichella, affiancato da Alesi, mentre dietro di loro si piazzarono Häkkinen e Schumacher. Al via il finlandese e il tedesco riuscirono ad andare al comando, ma nelle posizioni più arretrate vari incidenti, tra cui quelli di Takagi e Diniz, provocarono l'entrata della safety car. Al rientro della vettura di sicurezza Schumacher tentò più volte di superare Häkkinen, ma finì fuori pista danneggiando l'ala anteriore e fu quindi costretto a una sosta ai box, rientrando sedicesimo. Intanto Fisichella ebbe dei problemi con il bocchettone della benzina, che si era bloccato,[34] e al suo rientro in pista si trovò appaiato ad Alesi, con cui ebbe un incidente subito dopo. Schumacher, intanto, riuscì a rimontare fino alla quarta posizione e, nel finale di gara, Irvine gli cedette la terza piazza. Al termine di questo Gran Premio il tedesco si ritrovava a otto punti di distacco dal suo rivale finlandese, mentre la Ferrari era ora a dodici lunghezze di distanza dalla McLaren.
Gran Premio di Germania
[modifica | modifica wikitesto]Per l'appuntamento in terra tedesca la Ferrari presentò, seguendo quanto fatto dalle altre scuderie,[35] una vettura a passo lungo. I risultati ottenuti durante alcuni test a Monza erano infatti buoni,[35] ma a Hockenheim i tempi sul giro furono deludenti, sicché il team italiano decise di utilizzare la vettura tradizionale. Nel tentativo di migliorare le prestazioni in qualifica venne pure utilizzato un alettone nuovo, mai collaudato prima,[35] senza però avere rilevanti vantaggi, infatti Irvine e Schumacher si qualificarono rispettivamente sesto e nono. Durante le prove libere, inoltre, il pilota della Tyrrell Ricardo Rosset ebbe un incidente e distrusse la propria vettura riportando una commozione cerebrale.[35] Le qualifiche vennero, ancora una volta, dominate dalle McLaren di Häkkinen e Coulthard. Al via i due piloti riuscirono a mantenere le proprie posizioni, seguiti da Ralf Schumacher, il quale girava sui loro stessi tempi in quanto più scarico di carburante.[36] Dopo le soste ai box i due piloti McLaren rimasero primo e secondo, ma Häkkinen cominciò a rallentare a causa di una perdita d'olio,[36] venendo raggiunto dal compagno di squadra e da Villeneuve. Il pilota canadese fu successivamente costretto a rallentare per problemi alla trasmissione[36] e dovette accontentarsi della terza piazza. La McLaren realizzò quindi una doppietta e Häkkinen portò a sedici punti il vantaggio nei confronti di Schumacher, giunto quinto.
Gran Premio d'Ungheria
[modifica | modifica wikitesto]Durante le qualifiche del Gran Premio d'Ungheria i due piloti McLaren occuparono nuovamente la prima fila, seguiti da Schumacher e Hill. Al via le prime tre posizioni rimasero invariate, mentre Hill fu superato da Irvine. Per circa metà gara, però, non vi furono più sorpassi e solo con la seconda sosta di Schumacher le cose cambiarono; la Ferrari, infatti, decise di variare la propria strategia da due a tre soste e il tedesco riuscì a compiere vari giri record e a guadagnare i secondi necessari per rimanere davanti alle due McLaren. Inoltre sia Coulthard sia Häkkinen avevano problemi di gomme.[37] La vettura del finlandese, inoltre, perdeva anche olio e aveva un guasto a una ruota[37] e il pilota non riuscì ad andare oltre un sesto posto. Schumacher vinse quindi la corsa precedendo Coulthard e Villeneuve, che completarono il podio. In classifica piloti il tedesco ridusse a sette i punti di svantaggio, mentre nei costruttori la McLaren conduceva con ventitré lunghezze sulla casa di Maranello.
Gran Premio del Belgio
[modifica | modifica wikitesto]Häkkinen, durante le prove, ottenne nuovamente il miglior tempo e partì in pole position, affiancato dal compagno di squadra. La domenica la gara si svolse sotto la pioggia e al via Coulthard, nel tentativo di resistere a un attacco di Irvine, andò in testacoda provocando un incidente in cui rimasero coinvolte sedici vetture. La pista venne poi pulita e fu ordinata una seconda partenza, alla quale però non presero parte Salo, Panis e Rosset perché le loro scuderie non avevano due vetture di riserva[38] e Barrichello, ferito al gomito sinistro.[38] Allo spegnimento del semaforo Michael Schumacher tentò di superare Häkkinen, il quale, nel tentativo di mantenere la prima posizione, perse il controllo della vettura e fu colpito da Herbert. Qualche curva dopo si toccarono Wurz e Coulthard, con l'austriaco costretto al ritiro e lo scozzese che, invece, riuscì a continuare. Entrò quindi in pista la safety car, con Hill in testa alla corsa seguito dalle due Ferrari. Al rientro della vettura di sicurezza Schumacher prese il comando e cominciò a guadagnare parecchi secondi sugli inseguitori, fino a quando, al ventiseiesimo giro, non si ritrovò davanti Coulthard. Lo scozzese, che doveva essere doppiato, venne colpito dalla Ferrari del tedesco, il quale perse una ruota e fu costretto al ritiro. Rientrato nella pit lane, Schumacher si diresse verso i box McLaren e una volta trovato Coulthard lo accusò di aver frenato apposta per cercare l'incidente e tentò di aggredirlo,[39] ma venne trattenuto da Jean Todt e Stefano Domenicali e ricondotto al box della Ferrari. Intanto in pista Hill vinse la corsa davanti al compagno di squadra, facendo segnare quindi la prima e unica doppietta del team Jordan, e ad Alesi.
Nelle classifiche piloti e costruttori i punteggi rimasero invariati visto che né i piloti Ferrari né quelli McLaren avevano ottenuto punti.
Gran Premio d'Italia
[modifica | modifica wikitesto]Su un circuito che pareva sfavorevole alla casa di Maranello[40] Schumacher conquistò la prima pole position dell'anno davanti a Villeneuve e Häkkinen. Al via, però, le due McLaren presero il comando, seguite da Irvine, Villeneuve e Schumacher. Nel corso dei primi passaggi il tedesco della Ferrari riuscì a sopravanzare il canadese della Williams e il compagno di squadra portandosi in terza posizione. Intanto Häkkinen, che aveva problemi di gomme,[40] perse terreno e dovette cedere la prima piazza al compagno di squadra, il quale, però, al sedicesimo passaggio fu costretto al ritiro per la rottura del propulsore. Questo ritiro provocò anche, a causa della nube di fumo bianco sprigionatasi dal motore,[40] un errore di Häkkinen che fu superato da Schumacher. Dopo la prima serie di pit stop il finlandese era più veloce del tedesco, ma, a causa di alcuni problemi ai freni,[40] andò in testacoda e arretrò fino in quarta posizione, venendo superato da Irvine e Ralf Schumacher. A punti giunsero anche Alesi e Hill, reduce da una lunga rimonta.
La Ferrari realizzò quindi la seconda doppietta della stagione e Schumacher raggiunse Häkkinen in classifica piloti a quota ottanta punti.
Gran Premio del Lussemburgo
[modifica | modifica wikitesto]Le qualifiche videro per la prima volta nella stagione una prima fila tutta Ferrari, con Schumacher davanti al compagno di squadra. Al via Irvine scattò meglio e si portò in testa, ma lasciò nel corso del primo giro la prima piazza al tedesco. Il nord irlandese doveva, infatti, coprire le spalle a Schumacher,[41] ma nel corso del tredicesimo passaggio venne superato da Häkkinen, il quale riuscì a guadagnare anche alcuni secondi sul leader della gara. Dopo il primo pit stop, poi, il finlandese riuscì a passare Schumacher e, anche dopo la seconda sosta, mantenne la prima posizione.
Con questa vittoria Häkkinen guadagnò quattro punti sul rivale tedesco, mentre nel campionato costruttori alla McLaren bastava un solo punto per la conquista del titolo.
Gran Premio del Giappone
[modifica | modifica wikitesto]Schumacher, costretto a vincere per conquistare il titolo e a sperare che Häkkinen non arrivasse secondo, ottenne la terza pole position. Ricardo Rosset, poi, per la quinta volta nella stagione non si qualificò, stavolta a causa di problemi fisici.[42] Al via Trulli rimase fermo e fu quindi necessario ripetere l'operazione. Alla seconda partenza fu la vettura di Schumacher a non partire a causa di problemi alla frizione[42] e fu quindi retrocesso in fondo al gruppo. Al terzo via Häkkinen andò in testa, mentre il tedesco della Ferrari tentò di rimontare e dopo cinque giri si trovava in settima posizione, dietro alla Jordan di Hill. Il britannico, però, aiutato anche dalla potenza del proprio motore,[42] riuscì a tenere la sesta piazza e Schumacher lo passò dopo il primo pit stop. Il tedesco recuperò poi fino alla terza posizione, ma al 31º passaggio l'esplosione della gomma posteriore destra, causata dai detriti lasciati da una precedente collisione tra Tuero e Takagi,[42] pose fino alla sua gara. Häkkinen vinse quindi la corsa e il suo primo titolo mondiale, mentre la McLaren conquistava il campionato costruttori.
Risultati
[modifica | modifica wikitesto]Gran Premi
[modifica | modifica wikitesto]Risultati qualifiche
[modifica | modifica wikitesto]
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Classifiche
[modifica | modifica wikitesto]Sistema di punteggio
[modifica | modifica wikitesto]Posizione | 1ª | 2ª | 3ª | 4ª | 5ª | 6ª |
---|---|---|---|---|---|---|
Punti | 10 | 6 | 4 | 3 | 2 | 1 |
Classifica Piloti
[modifica | modifica wikitesto]Pos. | Pilota | Punti | ||||||||||||||||
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1 | Mika Häkkinen | 1 | 1 | 2 | Rit | 1 | 1 | Rit | 3 | 2 | 1 | 1 | 6 | Rit | 4 | 1 | 1 | 100 |
2 | Michael Schumacher | Rit | 3 | 1 | 2 | 3 | 10 | 1 | 1 | 1 | 3 | 5 | 1 | Rit | 1 | 2 | Rit | 86 |
3 | David Coulthard | 2 | 2 | 6 | 1 | 2 | Rit | Rit | 6 | Rit | 2 | 2 | 2 | 7 | Rit | 3 | 3 | 56 |
4 | Eddie Irvine | 4 | 8 | 3 | 3 | Rit | 3 | 3 | 2 | 3 | 4 | 8 | Rit | Rit | 2 | 4 | 2 | 47 |
5 | Jacques Villeneuve | 5 | 7 | Rit | 4 | 6 | 5 | 10 | 4 | 7 | 6 | 3 | 3 | Rit | Rit | 8 | 6 | 21 |
6 | Damon Hill | 8 | SQ | 8 | 10* | Rit | 8 | Rit | Rit | Rit | 7 | 4 | 4 | 1 | 6 | 9 | 4 | 20 |
7 | Heinz-Harald Frentzen | 3 | 5 | 9 | 5 | 8 | Rit | Rit | 15* | Rit | Rit | 9 | 5 | 4 | 7 | 5 | 5 | 17 |
8 | Alexander Wurz | 7 | 4 | 4 | Rit | 4 | Rit | 4 | 5 | 4 | 9 | 11 | 16 | Rit | Rit | 7 | 9 | 17 |
9 | Giancarlo Fisichella | Rit | 6 | 7 | Rit | Rit | 2 | 2 | 9 | 5 | Rit | 7 | 8 | Rit | 8 | 6 | 8 | 16 |
10 | Ralf Schumacher | Rit | Rit | Rit | 7 | 11 | Rit | Rit | 16 | 6 | 5 | 6 | 9 | 2 | 3 | Rit | Rit | 14 |
11 | Jean Alesi | Rit | 9 | 5 | 6 | 10 | 12* | Rit | 7 | Rit | Rit | 10 | 7 | 3 | 5 | 10 | 7 | 9 |
12 | Rubens Barrichello | Rit | Rit | 10 | Rit | 5 | Rit | 5 | 10 | Rit | Rit | Rit | Rit | NP | 10 | 11 | Rit | 4 |
13 | Mika Salo | Rit | Rit | Rit | 9 | Rit | 4 | Rit | 13 | Rit | Rit | 14 | Rit | NP | Rit | 14 | Rit | 3 |
14 | Pedro Paulo Diniz | Rit | Rit | Rit | Rit | Rit | 6 | 9 | 14 | Rit | Rit | Rit | 11 | 5 | Rit | Rit | Rit | 3 |
15 | Johnny Herbert | 6 | 11* | Rit | Rit | 7 | 7 | Rit | 8 | Rit | 8 | Rit | 10 | Rit | Rit | Rit | 10 | 1 |
16 | Jarno Trulli | Rit | Rit | 11 | Rit | 9 | Rit | Rit | Rit | Rit | 10 | 12 | Rit | 6 | 13 | Rit | 12* | 1 |
17 | Jan Magnussen | Rit | 10 | Rit | Rit | 12 | Rit | 6 | 1 | |||||||||
18 | Shinji Nakano | Rit | Rit | 13 | Rit | 14 | 9 | 7 | 17* | 8 | 11 | Rit | 15 | 8 | Rit | 15 | Rit | 0 |
19 | Esteban Tuero | Rit | Rit | Rit | 8 | 11 | Rit | Rit | Rit | Rit | Rit | 16 | Rit | Rit | 11 | NC | Rit | 0 |
20 | Ricardo Rosset | Rit | Rit | 14 | Rit | NQ | NQ | 8 | Rit | Rit | 12 | NQ | NQ | NP | 12 | Rit | NQ | 0 |
21 | Toranosuke Takagi | Rit | Rit | 12 | Rit | 13 | 11 | Rit | Rit | 9 | Rit | 13 | 14 | Rit | 9 | 16 | Rit | 0 |
22 | Olivier Panis | 9 | Rit | 15* | 11* | 16* | Rit | Rit | 11 | Rit | Rit | 15 | 12 | NP | Rit | 12 | 11 | 0 |
23 | Jos Verstappen | 12 | Rit | Rit | Rit | 13 | Rit | Rit | 13 | Rit | 0 | |||||||
Pos. | Pilota | Punti |
Legenda | 1º posto | 2º posto | 3º posto | A punti | Senza punti/Non class. | Grassetto – Pole position Corsivo – Giro più veloce |
Squalificato | Ritirato | Non partito | Non qualificato | Solo prove/Terzo pilota |
* Indica quei piloti che non hanno terminato la gara ma sono ugualmente classificati avendo coperto, come previsto dal regolamento, almeno il 90% della distanza totale.
Classifica Costruttori
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Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Pino Allievi, Candido Cannavò, Ferrari, mondiale annunciato, in Gazzetta dello sport, 08 gennaio 1998, p. 19.
- ^ a b Arrivano Stewart e Benetton, in Gazzetta dello sport, 12 gennaio 1998, p. 32.
- ^ a b Pino Allievi, Giorgio Piola, Benetton, tre motivi per vincere, in Gazzetta dello sport, 16 gennaio 1998, p. 21.
- ^ a b Giancarlo Gavalotti, Ralf minaccia il fratello Michael, in Gazzetta dello sport, 20 gennaio 1998, p. 23.
- ^ a b E a Barcellona debutta la Prost, in Gazzetta dello sport, 20 gennaio 1998, p. 23.
- ^ a b Pino Allievi, Il nuovo Alesi riparte da Sauber, in Gazzetta dello sport, 22 gennaio 1998, p. 21.
- ^ a b Giancarlo Gavalotti, La Tyrrell dell'addio fra gaffes, problemi di piloti e nuovi padroni, in Gazzetta dello sport, 18 febbraio 1998, p. 24.
- ^ a b Pino Allievi, Giorgio Piola, Williams, una freccia mondiale, in Gazzetta dello sport, 29 gennaio 1998, p. 22.
- ^ a b Pino Allievi, Giorgio Piola, La McLaren torna a ruggire, in Gazzetta dello sport, 06 febbraio 1998, p. 24.
- ^ a b La Arrows imita il Cavallino. Motore e telaio fatti in casa, in Gazzetta dello sport, 18 febbraio 1998, p. 24.
- ^ a b Raffaele Dalla Vite, Minardi si affida a Brunner per fare il salto di qualità, in Gazzetta dello sport, 24 febbraio 1998, p. 26.
- ^ Pino Allievi, Il nuovo Alesi riparte da Sauber, in Gazzetta dello Sport, 22 gennaio 1998, p. 21.
- ^ Andrea Cremonesi, Benetton punta su Fisichella, in Gazzetta dello Sport, 23 luglio 1997, p. 17.
- ^ Giancarlo Galavotti, Hill compleanno amaro: via dalla Arrows, in Gazzetta dello Sport, 18 settembre 1997, p. 25.
- ^ Andrea Cremonesi, Hill sposa Jordan con un sogno: "Rivincere il mondiale", in Gazzetta dello Sport, 20 settembre 1997, p. 21.
- ^ a b Simone Peluso, Livree iconiche | Williams 'Winfied' 1998-99, su formulapassion.it, 14 maggio 2020.
- ^ a b c Cristina Caruso, Williams la copia rossa, in La Gazzetta dello Sport, 8 gennaio 1998.
- ^ Boccafogli, D'Alessio, Williams, p. 86.
- ^ Giorgio Piola, Motori spenti un mese, da dicembre in pista le novità, in Gazzetta dello sport, 30 ottobre 1997, p. 23.
- ^ a b Boccafogli, D'Alessio, Williams, p. 179.
- ^ a b c d e Boccafogli, D'Alessio, Williams, p. 87.
- ^ Boccafogli, D'Alessio, Williams, p. 20.
- ^ Boccafogli, D'Alessio, Williams, p. 21.
- ^ a b Boccafogli, D'Alessio, Williams, p. 185.
- ^ a b Boccafogli, D'Alessio, Williams, p. 187.
- ^ Boccafogli, D'Alessio, Williams, p. 22.
- ^ Boccafogli, D'Alessio, Williams, p. 189.
- ^ Boccafogli, D'Alessio, Williams, p. 90.
- ^ Boccafogli, D'Alessio, Williams, p. 191.
- ^ Boccafogli, D'Alessio, Williams, p. 25.
- ^ a b Boccafogli, D'Alessio, Williams, p. 91.
- ^ Boccafogli, D'Alessio, Williams, p. 193.
- ^ a b c d Boccafogli, D'Alessio, Williams, p. 195.
- ^ Boccafogli, D'Alessio, Williams, p. 197.
- ^ a b c d Boccafogli, D'Alessio, Williams, p. 92.
- ^ a b c Boccafogli, D'Alessio, Williams, p. 199.
- ^ a b Boccafogli, D'Alessio, Williams, p. 201.
- ^ a b Boccafogli, D'Alessio, Williams, p. 203.
- ^ Boccafogli, D'Alessio, Williams, p. 82.
- ^ a b c d Boccafogli, D'Alessio, Williams, p. 205.
- ^ Boccafogli, D'Alessio, Williams, p. 207.
- ^ a b c d Boccafogli, D'Alessio, Williams, p. 209.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Roberto Boccafogli, Paolo D'Alessio, Bryn Williams, F1 '98. La prima volta di Häkkinen, SEP, 1998, ISBN 88-87110-03-4.
- Jean-François Galeron, Formula 1 98. The Grand Prix Season: Teams, Drivers, Circuits, Statistics, Queen Anne Press, 1998, ISBN 1-85291-593-5.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Campionato mondiale di Formula 1 1998
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN, FR, ES) Sito ufficiale della FIA, su fia.com. URL consultato il 19 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 28 gennaio 2011).
- (EN) Sito ufficiale Formula 1, su formula1.com.
- (IT, FR, EN, ES, DE, PT) La stagione 1998 su Statsf1.com, su statsf1.com.
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