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Steinway & Sons
Steinway & Sons | |
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Stato | Germania |
Altri stati | Stati Uniti |
Fondazione | 5 marzo 1853 |
Fondata da | Heinrich Steinweg |
Sede principale | Amburgo – New York |
Gruppo | Steinway Musical Instruments |
Settore | Strumenti musicali |
Prodotti | Pianoforti |
Fatturato | 359,22 milioni di $ (2014) |
Slogan | «The Instrument of the Immortals» |
Sito web | www.steinway.com |
Steinway & Sons è una fabbrica di pianoforti, fondata a New York dalla famiglia tedesca Steinweg nel 1853, durante la presidenza di Franklin Pierce. Una seconda fabbrica Steinway venne fondata nel 1880 ad Amburgo in Germania.[1] Entrambe le fabbriche hanno subito nel tempo notevoli aggiornamenti e producono ancora oggi i pianoforti della marca Steinway & Sons.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La Steinway & Sons venne fondata dalla famiglia tedesca Steinweg, produttrice di pianoforti, arrivata negli Stati Uniti dalla Germania nel 1850. Nel corso del suo primo anno di vita, essa fu obbligata a spostare la sua sede dal quartiere sulla calle Varick di Manhattan all'attuale sito, dove è presente sin dai primi anni '60 dell'Ottocento. Dopo la fondazione, la fabbrica crebbe gradualmente, fino a diventare una delle più note a livello mondiale. I primi successi furono dovuti sia alla qualità degli strumenti, sia alla politica di vendita messa in atto dalla fabbrica, culminata nella sala di esposizione Steinway Hall. La S&S ha poi aperto altre Steinway Halls in diverse città del mondo. Sin dalla sua fondazione, la sala di New York ha visto esibirsi nomi di grande valore, provenienti da vari Paesi; tutti quei pianisti acquisiscono pertanto il titolo onorario di Steinway Artists.
Nei primi quarant'anni di vita della ditta, Heinrich Engelhard Steinweg ed i suoi figli, Henry Jr., Albert, C.F. Theodore, William e Charles, svilupparono il pianoforte moderno. Quasi la metà dei 128 brevetti registrati dalla compagnia risalgono a questo periodo. Nel 1880 venne fondato un Villaggio Steinway, divenuto poi il comprensorio urbano della città di Long Island. Esso conteneva la fabbrica, la fonderia, un ufficio postale, parchi e case per il personale dipendente. Molte delle invenzioni, alla fine del secolo XIX, furono basate sulle investigazioni scientifiche emergenti, che includevano le teorie acustiche del fisico Hermann von Helmholtz.
La Steinway & Sons è oggi considerata una delle più importanti aziende costruttrici di pianoforti a livello mondiale e sicuramente è la più presente in ambito concertistico, tanto che si stima che il 98% delle esibizioni della stagione 2013-2014 sia stato realizzato su strumenti costruiti da questa casa.[2]
I modelli in produzione ad Amburgo sono i seguenti:[3]
- coda:
- D-274
- C-227
- B-211
- A-188
- O-180
- M-170
- S-155
- verticali:
- K-132
- V-125
Il modello C-227 non viene prodotto nella fabbrica di New York.[4]
Inoltre, a partire da marzo 2015, la Steinway ha iniziato a porre sul mercato una linea di autopiani "ad alta risoluzione" (high-resolution player pianos), denominata "Spirio" e composta dei modelli B, O ed M: il primo, gradualmente disponibile in tutte le aree geografiche, il secondo in alcune aree di Europa e Asia, il terzo in alcune aree degli Stati Uniti e del Canada.[5]
Nel 2015 Steinway ha realizzato il suo 600 000esimo pianoforte. Il pianoforte presenta la spirale di Fibonacci e l'impiallacciatura in ebano Macassar. Per realizzarlo, sono state necessarie seimila ore di lavoro in quattro anni ed esso è stato valutato 2,4 milioni di dollari.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ L'area commerciale di quest'ultima è il mercato mondiale, ad esclusione delle Americhe; v.: http://www.pianobuyer.com/current-issue/acoustic-brands-steinway.html Archiviato il 6 febbraio 2017 in Internet Archive.
- ^ dal sito pianocentre.ca Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive.
- ^ Il numero accanto alla lettera indica, in centimetri, per le code la lunghezza, per i verticali l'altezza.
- ^ Cfr.: http://steinway.com/pianos/steinway/grand ; http://eu.steinway.com/de/pianos/steinway/fluegel-pianos Archiviato il 17 giugno 2016 in Internet Archive. ; http://eu.steinway.com/it/pianoforti/steinway/pianoforti-a-coda/ .
- ^ http://www.steinway.com/news/press-releases/steinway-sons-announces-steinway-spirio-a-new-high-resolution-player-piano-system ; http://www.steinway.com/spirio ; http://eu.steinway.com/de/pianos/steinway/spirio-selbstspielsystem Archiviato l'11 giugno 2016 in Internet Archive. ; Copia archiviata, su eu.steinway.com. URL consultato il 7 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 20 aprile 2016).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Ronald V. Ratcliffe, Steinway & Sons, San Francisco, CA, Chronicle Books, 1989, ISBN 0-87701-592-9
- Richard K. Lieberman, Steinway & Sons, New Haven, CT, Yale University, 1995, ISBN 978-0-300-06850-4
- Donald W. Fostle, The Steinway Saga: An American Dinasty, New York, Scribner, 1995, ISBN 978-0-684-19318-2
- Susan Goldenberg, Steinway. From Glory to Controversy. The Family, the Business, the Piano, Oakville, ON - Buffalo, NY, Mosaic, 1996, ISBN 0-88962-607-3 (storia molto dettagliata dell'azienda, con particolare riguardo agli aspetti gestionali; gli ultimi 2 capitoli includono notizie sui passaggi di proprietà a partire dal 1972)
- Martha Novak Clinkscale, Makers of the piano. Volume 2. 1820-1860, Oxford, Oxford University, 1999, ISBN 978-0-19-816625-2 , pagg. 353-356
- Theodore E. Steinway, People and Pianos: A Pictorial History of Steinway & Sons, 3ª ed., Pompton Plains, NJ, Amadeus, 2005, ISBN 978-1-57467-112-4
- Miles Chapin, Rodica Prato, 88 Keys: The Making of a Steinway Piano, Pompton Plains, NJ, Amadeus, 2006, ISBN 978-1574671520
- James Barron, Piano. The Making of a Steinway Concert Grand, New York, Times Books, 2006, ISBN 978-0-8050-8304-0
- Max Matthias, Steinway Service Manual: Leitfaden zur Pflege und Reparatur eines Steinway, 1ª ed., Frankfurt/M, Erwin Bochinsky, 1990, ISBN 3-923639-84-8 ; 2ª ed., Frankfurt/M, Erwin Bochinsky, 1998, ISBN 3-923639-15-5 ; 3ª ed., Bergkirchen, PPV Medien, 2006, ISBN 3-923639-15-5 , ISBN 978-3923639151 ; ed. it. (trad. Steno Giulini, collabor. Sergio Brunello e Giovanni Bettin): Steinway service manual. Guida per la cura e manutenzione dello Steinway, Milano, Rugginenti, 2005, ISBN 88-7665-510-7
- Roy F. Kehl, David R. Kirkland, The Official Guide to Steinway Pianos, Montclair, NJ, Amadeus, 2011, ISBN 978-1574671988
- Steinway World-Wide Technical Reference Guide. Steinway & Sons. Boston. Essex, Long Island City, NY, Steinway & Sons, 200_ [pubblicazione di 165 pagg. su CD]
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Steinway & Sons
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Sito ufficiale, su steinway.com.
- Steinway & Sons (canale), su YouTube.
- (EN) Steinway & Sons, su Internet Broadway Database, The Broadway League.
- Acoustic & Digital Piano Buyer. Fall 2016 Edition, voce: Steinway & Sons, su pianobuyer.com. URL consultato il 5 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 6 febbraio 2017).
- Acoustic & Digital Piano Buyer. Fall 2016 Edition: Steinway è classificata ai vertici tra le marche di alto livello, su pianobuyer.com. URL consultato il 5 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 6 febbraio 2017).
- The Steinway & Sons Collection in La Guardia and Wagner Archives, Long Island City, NY - Stati Uniti Archiviato il 22 giugno 2020 in Internet Archive.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 122256053 · ISNI (EN) 0000 0000 8484 5860 · LCCN (EN) n81055122 · GND (DE) 2032471-6 · BNF (FR) cb14780987z (data) · J9U (EN, HE) 987007310781805171 · NDL (EN, JA) 00720477 |
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