Valle di Cadore comune | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Veneto |
Provincia | Belluno |
Amministrazione | |
Sindaco | Marianna Hofer (lista civica) dal 1-6-2015 (2º mandato dal 22-9-2020) |
Territorio | |
Coordinate | 46°25′02.48″N 12°19′55.14″E |
Altitudine | 851 m s.l.m. |
Superficie | 40,64[1] km² |
Abitanti | 1 833[2] (31-8-2024) |
Densità | 45,1 ab./km² |
Frazioni | Suppiane, Vallesina, Venas di Cadore |
Comuni confinanti | Cibiana di Cadore, Ospitale di Cadore, Perarolo di Cadore, Pieve di Cadore, Vodo di Cadore |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 32040 |
Prefisso | 0435 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 025063 |
Cod. catastale | L590 |
Targa | BL |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[3] |
Cl. climatica | zona F, 4 003 GG[4] |
Nome abitanti | vallesani |
Patrono | san Martino di Tours |
Giorno festivo | 11 novembre |
Cartografia | |
Posizione del comune di Valle di Cadore nella provincia di Belluno | |
Sito istituzionale | |
Valle di Cadore (Val in ladino) è un comune italiano di 1 833 abitanti[2] della provincia di Belluno in Veneto.
Il comune si trova nel fondovalle pianeggiante alle pendici dell'Antelao (3264 m), di fronte al Sasso di Mezzodì.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il comune, di antica origine, sede anche di un castrum romano, era attraversato da una strada chiamata "della Greola" che, salendo da Perarolo di Cadore, proseguiva poi verso nord nella valle del Boite a costituire, almeno dall'XI secolo, l'Antica Strada Regia. Secondo il topografo Alessio De Bon questo tratto era, in epoca romana, parte della via Claudia Augusta Altinate, che proseguiva lungo il centro Cadore fino al passo di Monte Croce di Comelico passando per la val d'Ansiei[5].
Molti i ritrovamenti di reperti risalenti all'età romana, come una lapide databile al I sec. d.C., una moneta raffigurante Druso, vasi, armi e bronzi ora esposti al MARC - Museo Archeologico Cadorino[6]. Nel 1508, in località Rusecco, si combatté la Battaglia di Cadore durante la quale i cadorini, con i veneziani, uscirono vincitori sulle truppe di Massimiliano I d'Austria. Ancora oggi è presente il palazzo Costantini Lanza (ora sottoposto a tutela artistica) dove soggiornò Bartolomeo d'Alviano, che guidò le truppe veneziane. Un'altra costruzione dell'epoca presente ancor oggi è la Casa Costantini de' Leoni.
Altre costruzioni del periodo veneziano sono rintracciabili nella strada che porta alla chiesa di San Martino. Quest'ultima, costruita intorno al XIII secolo, venne restaurata nel 1473, demolita nel 1509 e sostituita da una nuova costruzione. Stessa sorte le toccò nel 1709 quando un forte terremoto la danneggiò; quella attuale è stata costruita nel 1719 e consacrata nel 1739. Meritano una citazione le tele di Antonio Lazzarini e la pala di Francesco da Milano.
Nella notte tra il 20 e il 21 novembre 1869 il paese di Valle fu oggetto di un incendio che distrusse il paese e rese 23 famiglie e 120 abitanti privi della propria abitazione. In questa occasione, il 28 novembre 1868, il Sindaco di San Pietro di Cadore inviò una circolare diretta ai Sindaci della Provincia per richiedere aiuti in denaro, terminando la supplica con queste parole: «La solvenza nella sventura, il mutuo soccorso, sono i migliori argomenti per dimostrare che l'Unità Italiana è non solo politicamente e geograficamente, ma anche moralmente compiuta.»
Da citare anche i ritrovamenti di manici di brocca con dediche in lingua venetica alla divinità Loudera e, di epoca romana, resti di ville ad ipocausto e di mosaici.
Simboli
[modifica | modifica wikitesto]Lo stemma comunale è stato concesso con regio decreto del 9 dicembre 1941.[7]
«Partito: nel 1º d’azzurro, all'abete affiancato da due torri a due piani al naturale, quadrate, merlate e uscenti dai lati e ad esse incatenato di nero, sulla terrazza di verde; al 2º di rosso, a due spade d'argento con impugnature d'oro, decussate, alla fascia d'argento ondata in punta. [Capo del Littorio]. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone, concesso con DPR del 20 gennaio 1998[8], è un drappo partito di rosso e di azzurro.
Monumenti e luoghi di interesse
[modifica | modifica wikitesto]Società
[modifica | modifica wikitesto]Evoluzione demografica
[modifica | modifica wikitesto]Abitanti censiti[9]
Infrastrutture e trasporti
[modifica | modifica wikitesto]La fermata di Vallesina e la stazione di Valle di Cadore sorgevano lungo la ferrovia delle Dolomiti, attiva in questa tratta fra il 1921 e il 1964[10].
Amministrazione
[modifica | modifica wikitesto]Gemellaggi
[modifica | modifica wikitesto]Altre informazioni amministrative
[modifica | modifica wikitesto]La denominazione del comune fino al 1867 era Valle.
La circoscrizione territoriale ha subito le seguenti modifiche: nel 1966 distacco di territori aggregati al comune di Cibiana (Censimento 1961: pop. res. 121).[11]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Consultazione dati del 14º Censimento Generale della Popolazione e delle Abitazioni - Tavola: Superficie territoriale (km²) - Belluno (dettaglio comunale)
- ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2024 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ La topografia dell'antica Italia Settentrionale da Alessio de Bon ad oggi - Metodi e scoperte. Atti del Convegno di studi del 17 ottobre 1998 a Calalzo di Cadore a cura di Renza Fiori.
- ^ Magnifica Comunità di Cadore
- ^ Bozzetto dello stemma del Comune di Valle di Cadore, su ACS, Raccolta dei disegni degli stemmi di comuni e città. URL consultato il 26 settembre 2024.
- ^ Valle di Cadore, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 26 settembre 2024.
- ^ Statistiche I.Stat ISTAT URL consultato in data 28-12-2012.
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it. - ^ Evaldo Gaspari, La ferrovia delle Dolomiti. Calalzo-Cortina d’Ampezzo-Dobbiaco. 1921-1964, Athesia edizioni, Bolzano 2005. ISBN 88-7014-820-3.
- ^ Fonte: ISTAT - Unità amministrative, variazioni territoriali e di nome dal 1861 al 2000 - ISBN 88-458-0574-3
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Valle di Cadore
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su vallesalimbene.it.
- Valle di Cadóre, su sapere.it, De Agostini.
- Vecchie immagini del paese e della gente di Valle e Venas di Cadore, su vallevenasdicadore.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 241896609 · GND (DE) 7525143-7 |
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