Teodosio I | |
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Patriarca di Alessandria | |
Intronizzazione | 535 |
Fine patriarcato | 536 (Chiese calcedoniane) 567 (Chiesa copta) |
Predecessore | Timoteo III (Chiesa copta) Timoteo IV (Chiese calcedoniane) |
Successore | Pietro IV (Chiesa copta) Gaiano (Chiese calcedoniane) |
Nascita | Egitto |
Morte | Costantinopoli 22 giugno 567 |
San Teodosio I | |
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Patriarca di Alessandria | |
Nascita | Egitto, ? |
Morte | Costantinopoli, 22 giugno 567 |
Venerato da | Chiesa ortodossa copta |
Ricorrenza | 28 ba'unah (5 luglio) |
Teodosio I (Egitto, ... – Costantinopoli, 22 giugno 567) l'ultimo patriarca di Alessandria riconosciuto sia dalle chiese calcedoniane (cattolica e ortodossa) sia da quelle miafisite (copta).
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nel 535 fu eletto patriarca di Alessandria per volontà dell'imperatrice Teodora, succedendo a Timoteo III (IV). Essendo però monofisita, nel 536 fu costretto alla fuga dagli oppositori e costretto a chiedere aiuto a Teodora. Costei inviò Narsete ad Alessandria d'Egitto per rimettere a capo della cristianità egizia Teodosio ed esiliare il suo rivale Gaiano[1]; alla testa di 6.000 uomini Narsete riuscì in centoquattro giorni a vincere i sostenitori di Gaiano e a restaurare Teodosio sul trono patriarcale.[2] Tuttavia i ribelli non si diedero per vinti e organizzarono una nuova rivolta. Per sedici mesi Narsete rimase ad Alessandria conducendo una guerra civile contro i ribelli e venendo costretto addirittura in un'occasione a incendiare parte della città. Alla fine Teodosio, a causa dei disordini, decise di ritornare a Costantinopoli lasciando Alessandria presumibilmente insieme a Narsete.[3]
Teodosio, essendosi rifiutato di accettare il credo di Calcedonia, venne rimosso dal trono patriarcale e spedito in esilio a Derkos in Tracia; al suo posto venne eletto al soglio patriarcale un monaco calcedoniano, Paolo di Tabennisi; per la prima volta in cinquant'anni il patriarca di Alessandria non era monofisita.[2] Da quest'atto seguì la separazione delle due linee patriarcali, copta ed ortodossa, in modo definitivo, rendendo stabile lo scisma tra le due Chiese.
Teodosio passò gli ultimi ventotto anni della sua vita imprigionato in Alto Egitto come capo della Chiesa Copta; deceduto il 22 giugno 567, la Chiesa Copta elesse come successore Pietro IV.[4]
Culto
[modifica | modifica wikitesto]Teodosio è commemorato nel sinassario copto il 28º giorno del Ba'unah (5 luglio).
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Gaiano era legato a Giuliano di Alicarnasso, assertore di una dottrina cristologica, chiamata aftartodocetismo, la cui ortodossia è dubbia.
- ^ a b Evans, J. A., p. 84, 2002.
- ^ PLRE III, p. 913.
- ^ Paona 28 : Lives of Saints : Synaxarium - CopticChurch.net, su www.copticchurch.net. URL consultato il 1º novembre 2022.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Padri Benedettini della Congregazione di S.Mauro in Francia, L'Arte di verificare le date dei fatti storici delle inscrizioni delle cronache e di altri antichi monumenti dal principio dell'era cristiana fino all'anno 1770, traduzione di Giuseppe Pontini di Quero, vol. 2, Venezia, Tipografia Gatti, p. 284-285.
- (EN) Otto Friedrich August Meinardus, Two Thousand Years of Coptic Christianity, Il Cairo, American University in Cairo Press, 2002, p. 274, ISBN 9774247574.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni di o su Teodosio I di Alessandria
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Teodòsio patriarca di Alessandria, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- (EN) Theodosius Of Alexandria, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Theodosius I (536), su patriarchateofalexandria.com, Sito ufficiale del Patriarcato di Alessandria. URL consultato il 27 aprile 2022.
- (AR) البابا ثاؤذوسيوس الأول [Papa Teodosio I], su st-takla.org, Sito ufficiale della Chiesa di Santa Takla Haymanot. URL consultato il 29 luglio 2020.
- (EN) 1. The Departure of St. Theodosius, 33rd Pope of Alexandria., su copticchurch.net, Coptic Orthodox Church Network. URL consultato il 29 luglio 2020.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 17630471 · ISNI (EN) 0000 0004 5879 7390 · CERL cnp00167109 · LCCN (EN) nb2006016481 · GND (DE) 100962467 · BNF (FR) cb125036507 (data) |
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