Teodoro Ducci (Budapest, 12 agosto 1913 – 12 novembre 2002) è stato un superstite dell'Olocausto ungherese naturalizzato italiano, membro di rilievo dell'Associazione Nazionale ex Deportati Politici.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Teodoro, detto Teo, nasce a Budapest in Ungheria in una famiglia ebraica; i genitori sono Rodolfo Ducci e Luisa Hoffman[1]. I Ducci, che si erano trasferiti dalla nazione d'origine all'Italia e più precisamente a Padova, vengono catturati l'11 febbraio 1944 a Firenze[1].
Teo e il padre Rodolfo vengono condotti al carcere maschile delle Murate e vi resteranno per qualche mese. Saranno poi condotti al campo di Fossoli e, da lì, deportati al campo di concentramento di Auschwitz il 5 aprile 1944[1]. Il padre Rodolfo sarà ucciso all'arrivo, il 10 aprile 1944[1], mentre Teodoro rimarrà nel campo per quasi un anno: gli sarà assegnato il numero di matricola 180025. Ducci sarà poi trasferito e giungerà in data 29 gennaio 1945 a Mauthausen[2] dove rimarrà fino alla liberazione da parte degli americani, che avverrà il 5 maggio 1945.
Ducci stesso descrive questo momento nel suo libro Un tallèt ad Auschwitz con le seguenti parole: Io ricado sul mio materasso, esausto, incredulo, incapace di formulare un pensiero. Eppure mi rendo conto che è giunta l'ora lungamente sognata. È finita. A Mauthausen sono arrivati gli americani. È il 5 maggio 1945.[3].
Nel Dopoguerra, Ducci racconterà la sua esperienza in diversi libri e pubblicazioni, affinché non se ne perda memoria. Sarà inoltre un membro particolarmente attivo dell'Associazione Nazionale ex Deportati Politici di cui è stato fondatore e vicepresidente della sezione di Milano[4].
Pubblicazioni
[modifica | modifica wikitesto]- Teo Ducci (A cura di), Bibliografia della deportazione nei campi nazisti, Mursia, 1997, ISBN 88-425-2222-8
- Teo Ducci, In memoria della deportazione: opere di architetti italiani, Mazzotta, 1997, ISBN 88-202-1224-2
- Teo Ducci (A cura di), Scavando nella memoria. 10 note tematiche, ANED - Provincia di Milano, 1998
- Teo Ducci, Un tallèt ad Auschwitz, Giuntina, 2000, ISBN 88-8057-106-0
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Liliana Picciotto Fargion, Il libro della memoria, Mursia, ISBN 88-425-0779-2.
- Teo Ducci, Un tallèt ad Auschwitz, Giuntina, 2000, ISBN 88-8057-106-0.
- Marco Forti, Per Teo Ducci, fra Auschwitz e Mauthausen, e dopo, Le Monnier Firenze, 2001.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Olocausto in Italia
- Superstiti dell'Olocausto
- Campo di concentramento di Auschwitz
- Campo di concentramento di Mauthausen
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Teo Ducci, su CDEC Digital Library, Fondazione centro di documentazione ebraica contemporanea.
- Intervista a Teo Ducci alla Stazione di Lambrate di Milano, su digital-library.cdec.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 51871778 · ISNI (EN) 0000 0003 7447 1828 · SBN VIAV158871 · BAV 495/335645 · LCCN (EN) nb98038784 · GND (DE) 122532600 · BNF (FR) cb13758883g (data) · J9U (EN, HE) 987007260787705171 · CONOR.SI (SL) 161115235 |
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