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Nella presente pagina è riportata la '''storia dell'Associazione Sportiva Roma''', [[Squadra di calcio|società]] [[Calcio (sport)|calcistica]] [[italia]]na [[Società per azioni|per azioni]] con sede a [[Roma]]. |
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== La nascita dell'AS Roma == |
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La storia del club giallorosso può essere suddivisa in più periodi: |
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=== Le origini === |
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* [[Storia dell'Associazione Sportiva Roma (dalle origini al 1960)]] |
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Nel 1926 la [[FIGC]] istituisce la "[[Divisione Nazionale]]", una sorta di massima serie divisa in due gironi alla quale accedono [[Alba Roma]] e [[SGS Fortitudo|Fortitudo]], classificate prima e seconda nel Campionato laziale, mentre la [[Prima Divisione 1926-1927|Prima Divisione]], alla quale accedono [[SS Lazio|Lazio]] e [[Roman FC|Roman]], viene declassata a serie cadetta. Alba e Fortitudo sono perciò destinate a disputare un campionato durissimo: è verosimilmente per questo motivo che si tenta subito di potenziare le squadre unendo la sezione calcio dell'[[Club Sportivo Audace Roma|Audace]] a quella dell'Alba e la [[Società Sportiva Pro Roma|Pro Roma]] alla Fortitudo.<ref name="ColCalcioLettere"/> Formalmente vengono create due nuove società, l'Alba-Audace (che è presieduta dall'onorevole [[Ulisse Igliori]]) e la Fortitudo-Pro Roma: in realtà si tratta più che altro di un assorbimento, infatti le maglie indossate dai giocatori rimangono pressoché quelle delle due compagini più quotate, ed alcune fonti riportano la fusione tra società ma non il cambio di nome.<ref name="ColCalcioLettere">{{cita libro|autore=Segio Salvi & Alessandro Savonarelli|titolo=Tutti I Colori Del Calcio. Storia E Araldica Di Una Magnifica Ossessione|editore=Le lettere|anno=2008|città=Firenze}}</ref> Terminato il primo campionato di [[Divisione Nazionale]], diviene evidente che l'apporto di due società minori non è sufficiente a garantire un definitivo salto di qualità alle due squadre capitoline: Alba e Fortitudo difatti retrocedono, sebbene la prima sfiori la salvezza, mentre la seconda chiude ultima con soli 5 punti in 18 partite; curiosamente due di questi vengono da una prestigiosa vittoria per 4-2 sul fortissimo [[Torino Calcio|Torino]] che andrà poi a vincere il campionato (poi revocato per lo "scandalo Allemandi").<ref name=cor1>{{cita libro|autore=Corriere dello Sport-[[Rai Trade]]|titolo=La storia della Roma in 10 DVD|editore=Corriere dello Sport|anno=2006|capitolo=DVD 1 (1927-1942 Dalla fondazione al primo scudetto)}}</ref> |
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* [[Storia dell'Associazione Sportiva Roma (dal 1960 al 1990)]] |
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* [[Storia dell'Associazione Sportiva Roma (dal 1990 a oggi)]] |
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=== La fusione === |
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{{citazione|Gli sportivi romani esulteranno certamente di legittima soddisfazione apprendendo che finalmente è stato raggiunto l'accordo fra tre delle massime associazioni calcistiche. Accordo raggiunto per quella tanto desiderata fusione di forze e di valori che dovrà dare al calcio romano un nuovo assetto ed una nuova forza vivificatrice. L'ormai avvenuta fusione delle tre società «Alba», «Fortitudo» e «Roman», è quanto di più desiderabile, nell'interesse dello sport romano, potevano augurarsi le folle sportive. Al di sopra di interessi minimi di entità personale è stato posto finalmente un unico e grande interesse, quello dello sport.|[[Il Messaggero]], 8 giugno [[1927]]}} |
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[[File:AS Roma family tree.svg|thumb|upright|L'albero genealogico dell'AS Roma]] |
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Con queste parole [[Il Messaggero]], l'8 giugno del 1927, inizia il breve articolo che dà l'annuncio dell'intesa raggiunta per la costituzione dell'A.S. Roma, la cui maglia «porterà i colori dell'Urbe con il [[Fascio littorio|fascio]] e la [[Lupa capitolina|lupa romana]]».<ref>''[[Il Tevere]]'', 8 giugno 1927</ref> |
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Alla fine degli [[anni 1920]] il divario tra le squadre del [[Nord Italia]] e quelle del [[Italia Centrale|Centro]]-[[Italia Meridionale|Sud]] è larghissimo. L'idea non nuova di creare a Roma una sola squadra maggiormente competitiva si tramuta in esigenza con l'imminente creazione del campionato a girone unico.<ref>{{Cita|Avantaggiato-Mignini|cap VII ".. Sempre sul Tevere, Renato Rossini, prende spunto dalla lettera di Farneti per lanciare l’idea di un accorpamento delle tante squadre romane per contrapporre una forza tecnica capitolina allo strapotere del Nord ..."}}</ref> L'[[Alba Roma]], il [[Roman FC|Roman]] e la [[SGS Fortitudo|Fortitudo]] trovano quindi l'accordo per associarsi in un'unica società.<ref name=A/> Precedentemente i tre club che diedero vita alla Roma sono riusciti a conquistare 7 dei 10 Campionati Laziali disputati in seno alla massima divisione della [[FIGC]] (denominati di "Prima Categoria" fino al 1920-21 e di "Prima Divisione" poi): il Roman nel 1914-15, la Fortitudo nel 1919-20, 1920-21 e 1921-22 e l'Alba nel 1923-24, 1924-25, 1925-26.<ref name=EV>{{Cita|Almanacco Panini 1989-2004|pp. 57-68|Almanbis}}.</ref><ref>Nei tornei precedenti al 1912, relegati alla Terza Divisione FIGC o di carattere locale, vi è stato tuttavia un netto predominio della Lazio.{{cita web|url=http://www.sslazio.it/it/societa/storia|titolo=Storia|editore=sslazio.it|accesso=5 agosto 2013}}</ref> Nelle [[Finalissima|finalissime]] scudetto disputate (due dall'Alba e una dalla Fortitudo) le squadre romane sono però sconfitte nettamente dalle squadre del nord.<ref name=A/> |
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Al comunicato fanno seguito diversi giorni di polemica sulla mancata fusione, data da molti per certa, tra Fortitudo, la quale aveva anche il mandato di tutelare gli interessi dell'Alba Audace, e la Lazio, con scambi di lettere aperte sui giornali tra [[Italo Foschi]] e [[Giorgio Vaccaro]], gerarca [[fascismo|fascista]] appartenente al club biancoceleste, a causa del rifiuto da parte della Fortitudo, che di fatto fa saltare le trattative in corso.<ref name=cor1/> Foschi dà corpo all'idea di avere una squadra sportiva che porti il nome della città di Roma e che possa ambire ai massimi risultati, essendo in grado di reggere l'urto del calcio professionistico, già ampiamente praticato dalle formazioni del nord dell'Italia, fino a quel momento dominatrici assolute della scena calcistica nazionale.<ref name=cor1/> |
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[[File:Ferraris IV.jpg|thumb|left|Attilio Ferraris IV, il primo capitano giallorosso]] |
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[[File:Foschi.jpg|thumb|left|upright=0.6|Italo Foschi, uno dei fondatori della Associazione Sportiva Roma]] |
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La squadra [[Capitale (città)|capitolina]] viene costituita a Roma, il 7 giugno [[1927]] grazie alla fusione delle [[Club calcistico|società calcistiche]]: [[Unione Sportiva Alba Audace|Alba Audace]], presieduta dall'onorevole [[Ulisse Igliori]], [[Roman Football Club|Roman]] e [[Fortitudo Pro Roma]]. Il percorso che porta alla fusione viene intrapreso dal [[Segretario generale|segretario]] della federazione romana del [[Partito Nazionale Fascista]]: [[Italo Foschi]], all'epoca anche membro del [[CONI]] e dirigente della Fortitudo e dall'onorevole Ulisse Igliori, membro del direttorio nazionale del PNF; Foschi, seguendo le direttive della [[Carta di Viareggio]] riesce nell'intento di creare un'unica società potenzialmente più competitiva.<ref>{{cita web|url=https://web.archive.org/web/20150611202855/http://www.asroma.it/pdf/20150605_AS_Roma-La_Fondazione_7_giugno_1927-C.pdf|titolo=Associazione Sportiva Roma — La fondazione, 7 giugno 1927|editore=asroma.com|accesso=8 dicembre 2015}}</ref> |
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La squadra capitolina è istituita grazie alla fusione di tre delle società [[calcio (sport)|calcistiche]] della Capitale: Alba, Fortitudo e Roman. Tale decisione viene presa per volere dell'allora segretario della federazione romana del [[Partito Nazionale Fascista]], [[Italo Foschi]] (all'epoca anche membro del [[CONI]] e presidente della Fortitudo Pro Roma), con l'appoggio dell'onorevole [[Ulisse Igliori]], membro del Consiglio nazionale del PNF e presidente dell'Alba Audace.<ref name=cor1/> La data di nascita dell'A.S. Roma è stata a lungo discussa: il giorno della fondazione è il 7 giugno 1927, ovvero (come riportato da diverse testate nazionali, tra cui [[Il Messaggero]], [[La Tribuna]], [[Il Tevere]]) quando viene redatto l'atto costitutivo del nuovo club da parte dei massimi dirigenti di Roman, Alba e Fortitudo. Tale documento, andato in seguito perduto, è stato ratificato da un notaio un mese dopo, l'11 luglio.<ref>{{cita web|url=https://web.archive.org/web/20150611202855/http://www.asroma.it/pdf/20150605_AS_Roma-La_Fondazione_7_giugno_1927-C.pdf|titolo=Associazione Sportiva Roma — La fondazione, 7 giugno 1927|editore=asroma.com|accesso=9 giugno 2015}}</ref> Numerose fonti, tuttavia, indicano come data il 22 luglio 1927, poiché a tale giornata risale la stipula, da parte di Italo Foschi, del documento più antico ancora in possesso della società: l'Ordine del Giorno n. 1, nel quale sono concretate le norme esecutive per la costituzione del club e vi è definito l'organigramma. Tale documento, però, ha un valore inferiore rispetto all'atto costitutivo del 7 giugno.<ref name=cor1/> |
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Nei primi [[anni 1930]] la Roma occupa stabilmente le parti alte della classifica, esordendo in [[Coppa dell'Europa Centrale]] già nel [[Coppa Europa Centrale 1931|1931]].<ref name="CorSportDVD1"/> Protagonisti del periodo sono alcuni [[Calciatore|giocatori]] di spessore presenti nella rosa, quali il [[Capitano (calcio)|capitano]] [[Attilio Ferraris IV]], il [[Portiere (calcio)|portiere]] [[Guido Masetti]], il [[Centrocampista|mediano]] [[Fulvio Bernardini]] ed il [[Attaccante|centravanti]] [[Rodolfo Volk]].<ref name=A/> Nel 1934 il presidente [[Renato Sacerdoti]] rinnova la squadra: cede sia Volk sia il [[Capitano (calcio)|capitano]] Ferraris IV (questo alla [[Società Sportiva Lazio|Lazio]] tra i malumori della tifoseria) e acquista tre giocatori [[Argentina|argentini]], tra i quali [[Enrique Guaita]]. I tre sono protagonisti di una rocambolesca fuga nell'estate del 1935, pare a seguito di minacce circa un arruolamento nella [[Guerra di Abissinia|guerra in Abissinia]].<ref name="CorSportDVD1">{{cita libro|autore=[[Corriere dello Sport]] - [[Rai Trade]]|titolo=La storia della Roma in 10 DVD|editore=[[Corriere dello Sport]]|anno=2006|capitolo=DVD 1 (1927-1942 - Dalla fondazione al primo scudetto)|id=|cid=Corriere dello Sport & Rai Trade, DVD 01}}</ref> Della situazione, probabilmente anche a causa delle sue origini [[Ebreo|ebraiche]], ne fa le spese anche il presidente Sacerdoti che si trova costretto a lasciare la presidenza; nonostante queste vicissitudini la squadra nella [[Associazione Sportiva Roma 1935-1936|stagione 1935-36]] si classifica seconda.<ref name="CorSportDVD1"/> |
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I colori scelti per la nuova compagine nata dalla fusione sono il ''[[Oro (colore)|giallo oro]]'' e il ''[[porpora|rosso porpora]]'', i medesimi della società Roman ma anche quelli del [[gonfalone]] del [[Campidoglio]], e sostanzialmente i colori della [[bandiera]] della città di Roma (giallo dal [[becco]] delle [[Oche del Campidoglio|oche]] che nel [[390 a.C.]] avvertirono con il loro verso i [[Civiltà romana|romani]] dell'imminente arrivo dei [[Galli]] di [[Brenno]] e rosso dal [[sangue]] degli animali che, sempre sul [[Campidoglio]], venivano [[sacrificio|sacrificati]]).<ref name=cor1/> Come simbolo è invece scelta la [[lupa capitolina|lupa]] che allatta [[Romolo]], il fondatore di Roma, e suo fratello [[Romolo e Remo|Remo]]: l'emblema della squadra, uno scudo bipartito rosso-oro sormontato dalla lupa capitolina, comprende tutti questi elementi. Il fatto di rappresentare nei colori e nel simbolo la città e la tradizione di [[Roma]], oltre ad essere l'associazione di tre dei quattro club romani di quei tempi, fa sì che la squadra richiami immediatamente a sé le simpatie della grande maggioranza del popolo appartenente sia ai nuovi [[Quartieri di Roma|quartieri]] che ai [[Rioni di Roma|rioni]] nel cuore della città.<ref name=cor1/> Il primo presidente è lo stesso Foschi, il quale, dopo solo un anno, deve tuttavia abbandonare, poiché viene nominato membro del direttorio federale della [[La Spezia|Spezia]], lasciando così l'incarico a [[Renato Sacerdoti]], industriale del settore alimentare. La sede della Roma è posta nel [[rioni di Roma|rione]] di [[Campo Marzio]], in Via degli Uffici del Vicario 35, nei vecchi uffici del Roman dove era stato stilato l'ordine del giorno del 22 luglio 1927.<ref name=cor1/> Il ruolo di amministratore delegato viene affidato ad Ulisse Igliori. Nei primi due anni di esistenza, la Roma gioca provvisoriamente al [[Motovelodromo Appio]], in attesa della costruzione del nuovo stadio dove si trasferisce fino alla fine degli [[anni 1930]]: il [[Campo Testaccio]].<ref name=cor1/> Per la costituzione della nuova rosa vengono ingaggiati i migliori calciatori delle tre precedenti formazioni; la Fortitudo è la squadra che fornisce la maggioranza dei giocatori (tra cui il capitano [[Attilio Ferraris IV]]). Le ambizioni dei dirigenti del neonato club sono di alto livello, per questo motivo la guida della squadra viene affidata all'allenatore inglese [[William Garbutt]], uno dei più prestigiosi e competenti tecnici dell'epoca, che aveva vinto tutto, battendo ogni record, alla guida del [[Genoa]].<ref name=cor1/> |
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Nella [[Associazione Sportiva Roma 1941-1942|stagione 1941-42]] la Roma conquista il suo primo [[scudetto (sport)|scudetto]], vincendo nell'ultima giornata per 2-0 contro il [[Modena Football Club|Modena]]. Il titolo è frutto, tra gli altri, dell'[[Allenatori|allenatore]] [[Alfred Schaffer]] e del giovane centravanti [[Amedeo Amadei]], autore di 18 reti.<ref name="CorSportDVD1"/> Negli anni successivi, la squadra viene sostanzialmente confermata, nonostante l'elevata età media della ristretta rosa giallorossa. Anche a causa di questo motivo, terminato il [[Seconda guerra mondiale|conflitto mondiale]] e ripresi i campionati, la Roma disputa alcune stagioni particolarmente negative.<ref name="CorSportDVD2">{{cita libro|autore=[[Corriere dello Sport]] - [[Rai Trade]]|titolo=La storia della Roma in 10 DVD|editore=[[Corriere dello Sport]]|anno=2006|capitolo=DVD 2 (1942-1964 Gli assi dello Stadio Torino e dell'Olimpico)|id=}}</ref> |
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Alcune settimane dopo l'istituzione del club, si disputano i primi due incontri della storia societaria, due amichevoli che furono giocate il 16 ed il 17 luglio. Per l'occasione viene scelto un avversario internazionale: gli [[Ungheria|ungheresi]] dell'[[Újpest Football Club|Újpest]]. La sfida iniziale vede a confronto le riserve delle due compagini, quella seguente le prime squadre. Il primo match finisce in pareggio, mentre nel secondo i giallorossi vincono per 2-1.<ref>{{cita web|url=https://web.archive.org/web/20150626193019/http://www.asroma.it/it/notizie/7_giugno_2013_tanti_auguri_roma/|titolo=7 giugno 2013: tanti auguri ROMA|editore=asroma.com|accesso=7 giugno 2013}}</ref> In seguito non tutti i giocatori provenienti dalle tre società che si sono fuse prendono parte della formazione che affronta il primo [[Divisione Nazionale 1927-1928|campionato nel 1927-28]]: alcuni vengono infatti ceduti ancor prima di entrare ufficialmente a far parte della rosa.<ref name=cor1/> |
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Gli [[anni 1940]] si concludono con la Roma salva rispettivamente in due stagioni, entrambe al centro di polemiche per presunti favoritismi [[Arbitro (calcio)|arbitrali]] nei confronti degli stessi giallorossi: nella [[Associazione Sportiva Roma 1947-1948|stagione 1947-48]], in Roma-[[Unione Sportiva Salernitana 1919|Salernitana]], con l'arbitro Vittorio Pera che non vide un evidente fallo sul portiere [[Vittorio Masci]] e, di conseguenza, non annulla il gol decisivo di [[Bruno Pesaola|Pesaola]] che condanna i campani alla [[Serie B]]; nella penultima partita della [[Serie A 1949-1950|stagione 1949-50]], in Roma-[[Novara Calcio|Novara]], incontro terminato 2-1 che permise ai giallorossi di salvarsi.<ref name="CorSportDVD2"/> |
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== Anni 1920 e 1930 == |
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La discesa in B viene solo rimandata di un anno, nella [[Associazione Sportiva Roma 1950-1951|stagione 1950-51]] la squadra perde 11 partite per 1-0 e cambia numerosi [[allenatori]], retrocedendo il 17 giugno 1951, esattamente nove anni dopo la conquista, anch'essa all'ultima giornata, del primo scudetto.<ref name="CorSportDVD2"/> |
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=== Gli inizi === |
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La caduta nella serie cadetta spinge il vecchio presidente Renato Sacerdoti a riprendere la guida della società riuscendo a farla risalire subito nella [[Serie A|massima serie]] nonostante nella [[Associazione Sportiva Roma 1951-1952|stagione 1951-52]] vi sia un unico posto utile per la promozione. Negli anni successivi la squadra viene potenziata con acquisti di rilievo come quelli di [[Alcides Ghiggia]] e [[Dino Da Costa]], questo vincitore della classifica marcatori del [[Serie A 1957-1958|1957-58]] con 22 [[Gol|reti]] e segnando in quasi tutti i [[Derby di Roma|derby]] da lui disputati.<ref name="CorSportDVD2"/> In quegli anni un altro protagonista della squadra è [[Giacomo Losi]] che per 40 anni rimane il calciatore con più presenze in assoluto con la maglia giallorossa, venendo appellato dai tifosi "Core de Roma".<ref>{{Cita news|autore=Stefano Boldrini|url=http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Squadre/Roma/Primo_Piano/2008/02_Febbraio/23/totti.shtml|titolo=Collezione di gettoni Totti è al 10{{Sic|°}} record|pubblicazione=[[La Gazzetta dello Sport]]|data=23 febbraio 2008|accesso=27 luglio 2012}}</ref> In campionato la Roma alterna buone stagioni, come il terzo posto nel [[Serie A 1954-1955|1954-55]], ad altre negative come nel [[Serie A 1956-1957|1956-57]] quando sfiora nuovamente la retrocessione, mentre nelle restanti annate mantiene quasi costantemente il sesto posto in classifica.<ref name="CorSportDVD2"/> |
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[[File:Asroma 25-09-1927.jpg|thumb|La formazione della Roma scesa in campo la prima giornata del campionato 1927-28]] |
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Grazie alla fusione avvenuta tra la [[Ginnastica Sampierdarenese|Sampierdarenese]] e la [[Società Andrea Doria|Andrea Doria]], le antenate della [[Sampdoria]] che daranno vita all'''A.C. Dominante'', il [[Federazione Italiana Giuoco Calcio|Direttorio Calcistico Federale]], decide di assegnare il posto rimasto libero nel girone B della massima serie proprio alla neonata Roma.<ref name=cor1/> La Roma conquista il primo trofeo già nella [[Associazione Sportiva Roma 1927-1928|stagione 1927-28]], quella della sua fondazione, vincendo la [[Coppa CONI]]. Il trofeo, iniziato nell'aprile del 1928, vede la Roma giungere alla finale contro il [[Modena Football Club|Modena]].<ref name=cor1/> Per via dell'impraticabilità del Velodromo Appio, che risulta inoltre poco capiente per il già nutrito numero di tifosi giallorossi, la squadra gioca per un breve periodo di tempo, nel corso del 1929, nello stadio della [[SS Lazio|Lazio]] (che disputa le partite ancora in un girone diverso da quello della Roma), al [[Stadio della Rondinella|Rondinella]]. A partire dal 1930, la Roma può trasferirsi nel nuovo stadio, il [[Campo Testaccio]].<ref name=cor1/> Durante questo periodi sono disputate alcune delle più note partite del club capitolino, tra le quali il primo [[Derby di Roma|derby]] contro la Lazio nel [[Associazione Sportiva Roma 1928-1929|1929]], il quale è giocato in trasferta da parte della Lupa, al Rondinella; i giallorossi se lo aggiudicano con il punteggio di 1-0, con rete di [[Rodolfo Volk]].<ref name=cor1/> |
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[[File:Associazione Sportiva Roma - Coppa delle Fiere 1960-1961.jpg|thumb|upright=0.8|Il capitano Giacomo Losi con la Coppa delle Fiere 1960-61]] |
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[[File:Associazione Sportiva Roma 1930-31.jpg|thumb|left|Una formazione giallorossa della stagione 1930-31]] |
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Nel [[Associazione Sportiva Roma 1960-1961|1960-61]] la Roma conquista la [[Coppa delle Fiere]] vincendo la doppia finale contro il [[Birmingham City]]: dopo aver pareggiato 2-2 in trasferta, i giallorossi si impongono all'[[Stadio Olimpico di Roma|Olimpico]] per 2-0.<ref>{{Cita news|autore=Robero Frosi|url=http://web.archive.org/web/20160304085726/http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=/archivio/uni_1961_10/19611012_0007.pdf&query=|pagina=7|formato=PDF|titolo=Una coppa per la Roma|pubblicazione=[[l'Unità]]|data=12 ottobre 1961|accesso=27 luglio 2012}}</ref> A questo successo seguirono due vittorie in [[Coppa Italia|Coppe Italia]]: la prima viene ottenuta battendo in finale il [[Torino Calcio|Torino]] nel [[Coppa Italia 1963-1964|1963-64]], nonostante un [[Serie A 1963-1964|campionato]] deludente concluso con un 12º posto in classifica; la seconda affermazione giunge [[Coppa Italia 1968-1969|cinque anni dopo]], al termine di un [[Girone all'italiana|girone]] finale che vede la Roma sfidare il [[Unione Sportiva Foggia|Foggia]] nell'ultima partita decisiva, sebbene ai fini della vittoria risultò determinante il successo in trasferta sul campo del [[Cagliari Calcio|Cagliari]].<ref name="CorSportDVD2"/> |
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Nell'estate del 1933 la Roma, dopo aver venduto il cannoniere Volk, mette a segno tre colpi di mercato acquistando i cosiddetti "tre moschettieri" [[Argentina|argentini]]: l'attaccante [[Enrique Lucas Gonzales Guaita]], la mezz'ala [[Alejandro Scopelli]] e il centro-mediano [[Andrés Stagnaro]].<ref name=cor1/> Nonostante l'apporto di grande peso che i tre argentini danno alla squadra, il ripetersi di alcuni screzi con Fulvio Bernardini, bandiera giallorossa che ha lo stesso ruolo di Stagnaro, portano la squadra ad ottenere dei risultati altalenanti in campionato. Anche all'interno del tifo si crea una spaccatura: cominciano a sorgere due fazioni che sostengono da una parte l'argentino e dall'altra Bernardini.<ref name=cor1/> I tre sudamericani restano alla Roma soltanto per due stagioni, portando la squadra ad un quinto e ad un quarto posto. Dopo esser stati naturalizzati italiani per godere di alcuni vantaggi, tra cui anche quello di poter esser convocati nella [[Nazionale di calcio dell'Italia|Nazionale azzurra]], scappano di nascosto in una notte del 1935 per evitare la chiamata alle armi. L'Italia è infatti in procinto di entrare in [[guerra d'Etiopia|guerra contro l'Etiopia]].<ref name=cor1/> Durante la [[Associazione Sportiva Roma 1934-1935|stagione 1934-35]], per via di un'operazione di ringiovanimento della rosa, il presidente [[Renato Sacerdoti]] decide di vendere il capitano Attilio Ferraris IV che, poco propenso ad allontanarsi da [[Roma]], si accasa alla [[Società Sportiva Lazio|Lazio]], diventandone addirittura il [[capitano (calcio)|capitano]].<ref name=cor1/> |
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A dispetto di tali successi la Roma durante il [[Anni sessanta|decennio]] attraversa una grave crisi finanziaria tale da non permettere, nel 1964, il pagamento degli stipendi ai giocatori. Nel 1967 il presidente [[Franco Evangelisti (politico)|Franco Evangelisti]], dopo alcune importanti cessioni completa il piano di risanamento delle casse societarie, trasformando la Roma in una [[società per azioni]].<ref name="CorSportDVD3"/> La squadra dispone comunque di buoni giocatori, tra i quali l'attaccante argentino [[Pedro Manfredini|Manfredini]], tra i più prolifici cannonieri della storia giallorossa e l'[[oriundo]] [[Antonio Valentin Angelillo|Angelillo]]. Altri protagonisti dell'epoca sono lo [[Svezia|svedese]] [[Arne Selmosson|Selmosson]] e l'[[Uruguay|uruguagio]] [[Juan Alberto Schiaffino|Schiaffino]], [[Fabio Capello|Capello]], [[Giancarlo De Sisti|De Sisti]] e l'[[Allenatori|allenatore]] [[Helenio Herrera|Herrera]].<ref name="CorSportDVD3"/> La Roma di questi anni non riesce mai a superare il quinto posto in classifica in campionato, per questo la stampa accusa i giocatori di condurre stile di vita poco professionale.<ref name="CorSportDVD2"/> |
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La Roma comunque raggiunge la semifinale di [[Coppa delle Coppe 1969-1970|Coppa delle Coppe 1969-70]], perdendo però il sorteggio con la monetina avvenuto al termine della partita di spareggio conclusasi in parità.<ref name="CorSportDVD3">{{cita libro|autore=[[Corriere dello Sport]] - [[Rai Trade]]|titolo=La storia della Roma in 10 DVD|editore=[[Corriere dello Sport]]|anno=2006|capitolo=DVD 3 (1965-1973 L'era dei maghi: da Oronzo Puglise a Helenio Herrera)|id=}}</ref> |
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La reazione della squadra l'anno seguente, nel [[Serie A 1935-1936|campionato 1935-36]], è invece veemente e la Roma, trascinata dai gol di [[Dante Di Benedetti]], giovane attaccante proveniente dal vivaio, arriva seconda, distanziata di un solo punto dal [[Bologna Calcio|Bologna]].<ref name=cor1/> L'entusiasmo per i risultati di quella squadra tuttavia il presidente a non rafforzare in maniera adeguata la rosa e sfortunatamente Di Benedetti, dopo solo un anno, deve smettere a causa di un grave infortunio. La Roma entra così in una crisi profonda culminata nel [[Associazione Sportiva Roma 1938-1939|1938-39]]: il 15 gennaio la Lazio riesce infatti a violare per la prima volta il Campo Testaccio. Molte critiche subissano la squadra ed il principale accusato è proprio la "bandiera" [[Fulvio Bernardini]] che, a fine stagione, si vede costretto ad abbandonare la squadra.<ref name=cor1/> |
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Gli [[anni 1970]] sono uno dei decenni meno gloriosi per la storia romanista: a Giacomo Losi non viene rinnovato il contratto e nell'ultimo anno della presidenza di Marchini vengono ceduti alla [[Juventus]] i "tre gioielli" della rosa: [[Luciano Spinosi|Spinosi]], [[Fabio Capello|Capello]] e [[Fausto Landini|Landini]].<ref name="CorSportDVD3"/> La Roma, ribattezzata "Rometta", oscilla costantemente in posizioni di media classifica ad esclusione del [[Serie A 1974-1975|1974-75]], quando giunge al terzo posto e del [[Serie A 1978-1979|1978-79]] quando ottiene la salvezza solo alla penultima giornata. A dispetto di ciò i giallorossi ottengono il loro secondo trofeo internazionale: la [[Coppa Anglo-Italiana 1972]].<ref name="CorSportDVD3"/> Nella stagione successiva la Roma venne rilevata da [[Dino Viola]], che la trasforma completamente, affidando la guida tecnica a [[Nils Liedholm]].<ref name="CorSportDVD4">{{cita libro|autore=Corriere dello Sport-[[Rai Trade]]|titolo=La storia della Roma in 10 DVD|editore=[[Corriere dello Sport]]|anno=2006|capitolo=DVD 4 (1974-1982 La grande Roma di Nils Liedholm)}}</ref> |
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== Anni 1940 == |
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[[File:BrunoConti.jpg|thumb|upright=0.7|Bruno Conti negli anni 1980]] |
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=== Il primo scudetto e il declino === |
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Viola ottiene immediatamente buoni risultati vincendo due [[Coppa Italia|Coppe Italia]] consecutive superando in entrambe le finali il [[Torino Football Club|Torino]] ai [[Tiri di rigore|rigori]]. Le partite sono caratterizzate dalle parate dei [[Portiere (calcio)|portieri]] e dagli errori dei giocatori, in particolare la sequenza nella finale del [[Coppa Italia 1979-1980|1979-80]] si chiude con sette errori e cinque realizzazioni.<ref name="CorSportDVD4"/> In [[Serie A|campionato]] la crescita societaria porta nella [[Associazione Sportiva Roma 1980-1981|stagione 1980-81]] al raggiungimento di un secondo posto,<ref name="CorSportDVD4"/> ciò anticipa la vittoria del secondo [[scudetto (sport)|scudetto]], avvenuta nella stagione [[Associazione Sportiva Roma 1982-1983|1982-83]], sempre sotto la guida di Nils Liedholm. Elementi di spicco della squadra sono il capitano [[Agostino Di Bartolomei]], il [[Brasile|brasiliano]] [[Paulo Roberto Falcão]], il centravanti [[Roberto Pruzzo]] e l'ala campione del mondo [[Bruno Conti]]. Nell'arco della stagione la Roma conquista il primato nelle prime giornate e lo mantiene continuativamente sino alla fine: il titolo viene conquistato l'8 maggio 1983 nello [[stadio Luigi Ferraris]], dopo un pareggio con il [[Genoa]].<ref name=B>{{cita libro|autore=Corriere dello Sport-[[Rai Trade]]|titolo=La storia della Roma in 10 DVD|editore=[[Corriere dello Sport]]|anno=2006|capitolo=DVD 5 (1982-1983 Il secondo scudetto la Roma di Viola)}}</ref> |
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[[File:Associazione Sportiva Roma 1941-42.jpg|thumb|upright=1.4|La Roma del primo scudetto]] |
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Dopo un decennio di piazzamenti più o meno buoni, nella [[Associazione Sportiva Roma 1941-1942|stagione 1941-42]] arriva il primo trionfo importante: lo [[scudetto (sport)|scudetto]], conquistato il 14 giugno 1942 battendo per 2-0 il [[Modena Football Club|Modena]] nell'allora [[Stadio Nazionale|stadio del PNF]].<ref name=cor1/> Durante la campagna acquisti estiva la dirigenza romanista non spende molto, comprando solamente la mezz'ala [[Renato Cappellini]] ed il centrocampista [[Edmondo Mornese]].<ref name=cor1/> La squadra, guidata dall'allenatore austro-ungherese [[Alfred Schaffer]], ha una rosa molto limitata, e vengono utilizzati per tutto il campionato solamente 15 giocatori a tempo pieno.<ref name=cor1/> |
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[[File:Curva sud roma campione.jpg|thumb|left|I tifosi giallorossi festeggiano all'Olimpico la vittoria dello scudetto 2000-01]] |
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L'anno successivo la Roma vince la sua quinta [[Coppa Italia 1983-1984|Coppa Italia]] e giunse in finale di [[Coppa dei Campioni 1983-1984|Coppa dei Campioni]], che nell'occasione si disputò proprio allo [[Stadio Olimpico (Roma)|Stadio Olimpico di Roma]]. Tuttavia la squadra non riesce ad imporsi contro il [[Liverpool Football Club|Liverpool]] e, dopo aver concluso i tempi regolamentari per 1-1, perde il trofeo ai [[Tiri di rigore|calci di rigore]], a causa degli errori dal dischetto di [[Bruno Conti]] e [[Ciccio Graziani]]. Viola affida successivamente la panchina giallorossa a [[Sven-Göran Eriksson]], che nella [[Serie A 1985-1986|1985-86]] vince la sesta [[Coppa Italia 1985-1986|Coppa Italia]] e giunge vicino a conquistare un nuovo scudetto, conquistato tuttavia dalla Juventus.<ref name=C>{{cita libro|autore=Corriere dello Sport-[[Rai Trade]]|titolo=La storia della Roma in 10 DVD|editore=[[Corriere dello Sport]]|anno=2006|capitolo=DVD 6 (1984-1991 La Roma formato Coppa Italia)}}</ref> |
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La Roma di Viola perde gradualmente competitività riuscendo comunque ad avere un ultimo sussulto nel [[Associazione Sportiva Roma 1990-1991|1990-91]]: pochi mesi dopo la morte del presidente la squadra vicse la sua settima [[Coppa Italia 1990-1991|Coppa Italia]], battendo in finale la [[Sampdoria]] campione d'Italia e raggiunge anche la finale di [[Coppa UEFA]], perdendola nella doppia sfida contro l'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]].<ref name=C/> |
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Morto Viola, la Roma entra in un lungo periodo di caos societario, acuito nel 1993 dall'arresto del nuovo presidente [[Giuseppe Ciarrapico]].<ref>{{Cita news|autore=Franco Melli|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1992/gennaio/21/Bianchi_vittima_delle_promesse_mancate_co_0_9201214201.shtml|titolo=Bianchi vittima delle promesse mancate di Ciarrapico|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=21 gennaio 1992|pagina=30|accesso=27 luglio 2012}}</ref> |
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La società viene rilevata successivamente da [[Franco Sensi]], che rinforza la squadra, mancando tuttavia di ottenere risultati di rilievo.<ref name=A/> Nel decennio si alternano nella panchina in tutto quattro allenatori.<ref>{{cita news|titolo=Il piano dell'opera, da Tullio Ciarrapico a Rosella Sensi|pubblicazione=[[Il Romanista]]|autore=RL|data=5 maggio 2005}}</ref> Tra i giocatori più rappresentativi del periodo figurano la punta argentina [[Abel Balbo]], il centrocampista [[Amedeo Carboni]], un esordiente [[Francesco Totti]], [[Marco Delvecchio]] e [[Vincent Candela]].<ref name=A/> |
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L'anno successivo alla vittoria dello scudetto, il presidente Bazzini conferma in blocco la squadra autrice della stagione precedente, la quale ha però un'età media notevolmente alta.<ref name=cor2>{{cita libro|autore=Corriere dello Sport-[[Rai Trade]]|titolo=La storia della Roma in 10 DVD|editore=Corriere dello Sport|anno=2006|capitolo=DVD 2 (1942-1964) Gli assi dell'Olimpico)}}</ref> Questo, oltre che l'affermazione del [[Grande Torino]] (dominatore del campionato italiano negli [[anni 1940]]) è la causa principale del declino immediato della squadra dello scudetto.<ref name=cor2/> Una crisi tecnica inoltre investe la squadra: l'allenatore [[Alfred Schaffer|Schaffer]] deve abbandonare la squadra per raggiungere la moglie a [[Monaco di Baviera]] dove egli possiede una birreria distrutta dai bombardamenti bellici. Poco tempo dopo Shaffer si ammala gravemente e muore a meno di un anno dalla conquista dello scudetto. A ciò segue, nel [[Serie A 1942-1943|campionato 1942-43]], la caduta della Roma in decima posizione della classifica.<ref name=cor2/> |
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[[File:Coppa Italia 2008 premiazione.jpg|thumb|Il capitano della Roma Francesco Totti alza la Coppa Italia 2007-08]] |
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Nell'estate del 1999 la Roma ingaggia il titolato allenatore [[Fabio Capello]] e la punta [[Vincenzo Montella]], ai quali l'anno successivo segue una campagna acquisti tra le più dispendiose della storia giallorossa che, sostenuta dall'iniezione di capitali derivata dall'ingresso in borsa della società, ingaggia atleti di elevato valore, come l'attaccante [[Gabriel Omar Batistuta]].<ref name="borsa">{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2000/maggio/23/oggi_Roma_quotata_Borsa_ga_0_0005238328.shtml|autore=Antonello Capone|titolo=Da oggi la Roma è quotata in borsa|pubblicazione=[[La Gazzetta dello Sport]]|data=23 maggio 2000}}</ref> La Roma nel 2001 si presenta quindi come pretendente per il titolo che a fine stagione riesce a vincere: la squadra conquista quasi subito la testa della classifica senza abbandonarla per tutta la durata del torneo, tuttavia alcuni pareggi nelle ultime partite la portano a vincere il titolo solamente nell'ultima giornata grazie ad una vittoria sul [[Parma FC|Parma]].<ref name=A/> |
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Negli anni successivi la Roma si mantiene nelle prime posizioni in classifica giungendo seconda nel [[Serie A 2001-2002|2001-02]] e nel [[Serie A 2003-2004|2003-04]].<ref>{{cita news|url=http://www2.raisport.rai.it/news/rubriche/cmercato/200103/05/3aa40c3302ef7/|titolo=Cassano alla Roma|pubblicazione=[[Rai Sport]]|data=5 marzo 2001}}</ref> All'esordio nella nuova [[UEFA Champions League]] la squadra non supera il secondo [[Girone all'italiana|girone]] eliminatorio nonostante si sia trovata prima in classifica a due sole partite dal termine. Nell'estate del 2004 Capello lascia la Roma assieme a diversi giocatori chiudendo definitivamente un ciclo.<ref>{{cita news|url=http://archivio.corriere.it/Archivio/interface/slider_pagine.html#!/29-05-2004/29-05-2004/NobwRAdghgtgpmAXGAJlALlMAaMAzAJwHsYkwAmATgHoAGAVmvNtoBYcx0iyq7Hm2YAL7Zw0eGQDWcAJ4B3IgRQd0cAB7oywgLpA|titolo=Esplode la rabbia dei tifosi: "Capello non era la nostra bandiera"|pagina=44|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=29 maggio 2004}}</ref> In questo periodo [[Rosella Sensi]], sostituendo gradualmente alla presidenza il padre Franco, attua una politica societaria di [[autofinanziamento]] mirata a garantire il mantenimento di un adeguato livello tecnico della squadra.<ref name=A/> |
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=== I tornei durante la guerra === |
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Nel [[Serie A 2005-2006|2005-06]] la Roma ingaggia l'emergente allenatore [[Luciano Spalletti]] con il quale, anche per effetto delle sentenze sportive di [[Scandalo del calcio italiano del 2006|Calciopoli]], riuscì a raggiungere il secondo posto in campionato per tre anni consecutivi.<ref>{{cita news|url=http://www.repubblica.it/2006/07/sezioni/sport/calcio/nuova-serie-a/nuova-serie-a/nuova-serie-a.html|titolo=Stravolta la classifica di Serie A: Inter e Roma in Champions League|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=14 luglio 2006}}</ref> La squadra alternando vittorie e sconfitte si ritaglia anche uno spazio in Europa raggiungendo due volte i quarti di finale di [[UEFA Champions League|Champions League]] e vincendo il girone eliminatorio.<ref name=A/> Tali buoni risultati si concretizzano con la vittoria di due Coppe Italia consecutive ([[Coppa Italia 2006-2007|2006-07]] e [[Coppa Italia 2007-2008|2007-08]]), vinte entrambe in finale contro l'[[Inter]], e la [[Supercoppa italiana 2007]].<ref name=A/> |
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La guerra pone fine anche al campionato nazionale, il quale viene sospeso per due anni: durante il periodo vengono disputati amatorialmente solo dei campionati regionali o locali. La Roma del periodo ha sulla panchina [[Guido Masetti]] che, dopo aver smesso di giocare l'anno successivo alla conquista del titolo, ha intrapreso la carriera di allenatore. La maggior parte dei giocatori non romani tornano nelle proprie città o nei propri paesi (come nel caso dell'argentino [[Miguel Angel Pantò|Pantò]]);<ref name=cor2/> tra i giocatori della vecchia squadra rimane l'ala albanese [[Naim Krieziu]], che ha militato nelle file della Roma anche l'anno dello scudetto, ed Amadei, che ha conquistato la fascia di capitano.<ref name=cor2/> Durante questo periodo la Lupa disputa il [[Campionato romano di guerra 1943-1944|Campionato romano di guerra 1943-44]], il [[Torneo Interregionale "a Quattro" di Roma|Torneo a Quattro]] del 1944, la Coppa Città di Roma del 1945, il [[Campionato romano di guerra 1944-1945|Campionato romano di guerra 1944-45]] e il Torneo Interregionale di Roma del 1945.<ref name=cor2/> |
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Nella [[Associazione Sportiva Roma 2009-2010|stagione 2009-10]] il dimissionario Spalletti viene sostituito dal romano [[Claudio Ranieri]] che raggiunge il secondo posto in campionato e la finale di Coppa Italia, persa sempre contro i nerazzurri, mentre nella [[Associazione Sportiva Roma 2010-2011|stagione successiva]], in seguito alla sconfitta per 4-3 contro il Genoa, Ranieri si dimette per lasciare il posto all'esordiente [[Vincenzo Montella]].<ref>{{cita web|url=http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/calcio/2011/02/21/visualizza_new.html_1584891345.html|titolo=Roma: Montella sino a fine stagione|editore=ansa.it|accesso=21 febbraio 2011}}</ref> Al termine della stagione la società viene ceduta a un gruppo di imprenditori statunitensi guidato inizialmente da [[Thomas DiBenedetto]] e poi da [[James Pallotta]], i cui primi anni di gestione, a fronte di numerosi acquisti, non sortiscono, in un primo momento, risultati di alto livello; tuttavia nel [[Associazione Sportiva Roma 2013-2014|2013-14]], nel [[Associazione Sportiva Roma 2014-2015|2014-15]] e nel [[Associazione Sportiva Roma 2015-2016|2015-16]], con all'approdo in panchina di [[Rudi Garcia]] prima e il ritorno di Spalletti poi, la Roma ritorna ai vertici con tre secondi posti e un terzo posto in campionato.<ref name=A>{{cita web|url=http://www.asroma.com/it/club/storia|titolo=Storia|editore=asroma.com|accesso=8 dicembre 2015}}</ref> |
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Il torneo nazionale riprende solo nel [[Associazione Sportiva Roma 1945-1946|1945-46]], e viene suddiviso di nuovo in due gironi, uno per il Nord ed uno per il Centro-Sud. La Roma, che nel frattempo cambia sia il presidente ([[Pietro Baldassarre]] prende le redini societarie), che l'allenatore ([[Giovanni Degni]] la nuova guida tecnica), è in grado di qualificarsi per la fase finale, arrivando terza nel girone: successivamente, però, la squadra capitolina non riesce a competere con le altre formazioni provenienti dal Nord Italia, come il Grande Torino.<ref name=cor2/> Terminata la [[Seconda guerra mondiale]], la Roma cede nell'estate del 1948 [[Amedeo Amadei]] all'[[Inter]], in cambio della mezz'ala [[Tommaso Maestrelli]] e del centravanti [[Mario Tontodonati]].<ref name=cor2/> Nella [[Associazione Sportiva Roma 1949-1950|stagione 1949-50]] viene ingaggiato [[Fulvio Bernardini]], questa volta in qualità di allenatore, ma che tuttavia non riesce ad ottenere i risultati sperati e è sostituito nelle ultime giornate da [[Luigi Brunella]]: in tale contesto la squadra si salva dalla retrocessione per pochi punti.<ref name=cor2/> |
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== Anni 1950 == |
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=== La retrocessione in Serie B e il ritorno in A === |
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[[File:Associazione Sportiva Roma 1951-1952.jpg|thumb|left|La formazione della Roma che riconquistò la Serie A nel 1952]] |
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Nell'[[Associazione Sportiva Roma 1950-1951|annata 1950-51]], la squadra ingaggia i tre giocatori [[svezia|svedesi]] [[Knut Nordahl]], l'ala [[Sundquist]] e il mediano [[Andreas Andersson|Andersson]], oltre all'acquisto del terzino della nazionale [[Alberto Eliani]], tutti lanciati durante il [[Mondiali di calcio Brasile 1950|Mondiale del 1950]].<ref name=cor2/> Tuttavia la panchina giallorossa subisce diversi cambi di allenatore nel corso della stagione: il 17 dicembre, infatti, con la Roma ultima in classifica l'allenatore [[Adolfo Baloncieri]] viene esonerato dopo 15 giornate ed al suo posto arriva [[Pietro Serantoni]].<ref name=cor2/> Dopo altre 14 giornate, con la squadra ancora al fondo della classifica, ritorna in panchina [[Guido Masetti]].<ref name=cor2/> La vittoria del [[Padova Calcio|Padova]], diretta avversaria per la permanenza in Serie A, condanna la Roma alla sua prima retrocessione in [[Serie B]].<ref name=cor2/> |
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Nel frattempo, nella [[Associazione Sportiva Roma 1949-1950|stagione 1949-50]] al comando della società era tornato, in qualità di commissario straordinario, [[Renato Sacerdoti]], 17 anni dopo la sua prima presidenza.<ref name=cor2/> Nella stagione 1950-51 la federazione decide di ridurre il numero delle partecipanti al campionato di Serie A, decretando che solo una squadra sarebbe stata promossa di diritto, mentre la seconda classificata in serie B avrebbe partecipato ad uno spareggio con la quartultima della [[Serie A|massima divisione]].<ref name=cor2/> Per compiere questa difficile impresa viene scelto come allenatore [[Gipo Viani]], uno dei precursori del [[catenaccio]], mentre l'ingaggio principale è sicuramente quello della torre [[Carlo Galli (calciatore)|Carlo Galli]].<ref name=cor2/> Avversaria agguerrita [[Associazione Sportiva Roma 1951-1952|della stagione]] è il [[Brescia Calcio|Brescia]] che fino all'ultimo tiene testa alla Roma, la quale rimane tuttavia in testa alla classifica sin dall'inizio del campionato, che conclude al primo posto con 53 punti, con un solo punto di vantaggio sui rivali lombardi. Il 22 giugno del 1952, a dieci anni esatti dalla conquista dello scudetto, i giallorossi festeggiano così il ritorno in [[Serie A]].<ref name=cor2/> |
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=== Il rilancio === |
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[[File:Ghiggia.jpg|thumb|upright=0.5|Alcides Ghiggia]] |
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Gli anni successivi alla promozione portano a Roma grandi novità. La squadra nell'arco di due stagioni viene arricchita di nuovi acquisti: nella [[Associazione Sportiva Roma 1952-1953|stagione 1952-53]] sono acquistati il nazionale [[Egisto Pandolfini]] e il [[Danimarca|danese]] [[Helge Bronée]].<ref name=cor2/> La panchina viene affidata a [[Mario Varglien]], il quale riesce nelle prime giornate a creare un sistema di gioco che consente alla squadra di fare un buon esordio, vanificato però nel corso del campionato da una serie di infortuni che conducono la Roma al sesto posto in classifica.<ref name=cor2/> Il 17 maggio del 1953, la Roma si trasferisce nel nuovo [[Stadio Olimpico di Roma|Stadio Olimpico]].<ref name=cor2/> Nell'estate dello stesso anno viene ingaggiato dal [[Club Atlético Peñarol|Peñarol]] il ventisettenne [[Uruguay|uruguagio]] [[Alcides Ghiggia]], di ruolo [[ala (calcio)|ala]].<ref name=cor2/> |
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Nell'[[Associazione Sportiva Roma 1953-1954|annata 1953-54]], dopo otto giornate, [[Jesse Carver]] affianca Varglien: il tecnico italiano non digersce però il fatto di dover dividere la panchina e alla fine si dimette, lasciando il solo Carver al comando della squadra che conclude la stagione nuovamente in sesta posizione.<ref name=cor2/> Successivamente è degno di nota il secondo posto nel [[Associazione Sportiva Roma 1954-1955|1954-55]], grazie anche alla retrocessione dell'[[Udinese]], che permette alla Roma di tornare in Europa dopo 19 anni. Nel [[Associazione Sportiva Roma 1955-1956|torneo seguente]] la squadra si classifica sesta con il magiaro [[György Sarosi]] in panchina; al di sotto delle aspettative, invece, è la [[Associazione Sportiva Roma 1956-1957|stagione 1956-57]] nella quale i giallorossi sfiorano nuovamente la retrocessione.<ref name=cor2/> Decisamente migliore è l'[[Associazione Sportiva Roma 1957-1958|annata successiva]]: guidati in principio dal britannico [[Alec Stock]] e successivamente da Gunnar Nordahl (nelle vesti di allenatore-giocatore) i capitolini raggiungono la quinta piazza in campionato. Il decennio finisce tuttavia in calando, con il sesto ed il nono posto ottenuti nel [[Associazione Sportiva Roma 1958-1959|1959]] e nel [[Associazione Sportiva Roma 1959-1960|1960]].<ref name=cor2/> Alla guida della compagine subentrano prima una vecchia conoscenza romanista, György Sarosi, e poi un nuovo tecnico, [[Alfredo Foni]].<ref name=cor2/> |
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== Anni 1960 == |
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=== Dalla Coppa delle Fiere alla crisi finanziaria === |
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[[File:Coppafiere.jpg|thumb|upright=1.6|left|Giacomo Losi con la Coppa delle Fiere]] |
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Dopo i tanti esoneri nella panchina giallorossa caratterizzanti le ultime stagioni degli [[anni 1950]], la dirigenza, guidata da [[Anacleto Gianni]] (il quale aveva preso il posto di [[Renato Sacerdoti]]) decide di puntare sugli allenatori [[Alfredo Foni]] prima e [[Luis Carniglia]] poi.<ref name=cor2/> Nel [[Associazione Sportiva Roma 1960-1961|1960-61]] i giallorossi conquistano la [[Coppa delle Fiere]]: la Roma del capitano [[Giacomo Losi]] si aggiudica il trofeo vincendo nella finale doppia contro il [[Birmingham City]].<ref name=A>{{cita web|url=http://www.asroma.com/it/club/storia|titolo=Storia|accesso=5 settembre 2017}}</ref> Dopo la vittoria della [[Coppa delle Fiere]], i giallorossi sostituiscono Carniglia e sulla panchina torna [[Alfredo Foni]], considerato l'autore morale della conquista europea.<ref name=cor2/> |
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Dopo una [[Associazione Sportiva Roma 1962-1963|stagione]] grigia, dove non brilla [[John Charles]], giunto dalla [[Juventus]] a fine carriera, nel [[Associazione Sportiva Roma 1963-1964|1963-64]] il neo presidente conte [[Francesco Marini-Dettina]], un gentiluomo addentratosi per la prima volta nel mondo del calcio che subentrata a Gianni, per potenziare l'attacco durante la campagna acquisti estiva, porta a Roma il tedesco [[Jürgen Schütz]] e [[Angelo Benedicto Sormani]], il quale viene pagato mezzo miliardo di lire, una cifra colossale che si rivela insopportabile per le casse giallorosse.<ref name=cor2/> La [[Associazione Sportiva Roma 1963-1964|stagione 1963-64]] è travagliata, con diversi cambi in panchina: Foni viene sostituito prima provvisoriamente da [[Naim Krieziu]], ex giocatore del primo scudetto giallorosso, ed infine dallo spagnolo [[Luis Miró]], fautore del modulo il 4-2-4 "elastico", che però viene immediatamente rispedito in [[Spagna]], con la squadra che termina la stagione dodicesima.<ref name=cor2/> Le uniche note liete arrivano dai giovani talenti della primavera che si affacciano sui grandi palcoscenici: [[Giancarlo De Sisti]] ed [[Alberto Orlando]], che diventano subito i capocannonieri giallorossi con sette reti a testa, e dalla [[Coppa Italia 1963-1964|Coppa Italia]] vinta in finale contro il [[Torino FC|Torino]], la prima della storia romanista.<ref name=cor2/> Nella [[Associazione Sportiva Roma 1964-1965|stagione successiva]] al suo oneroso acquisto, Sormani viene ceduto alla [[Sampdoria]]: la Roma si trova infatti sull'orlo del fallimento, il deficit arrivata ad un tale punto da vedere la società impossibilitata a pagare gli stipendi.<ref name=cor2/> Nel gennaio del 1965, due giorni prima della 15ª giornata, nella quale la Roma avrebbe giocato fuori casa contro il [[Lanerossi Vicenza]], il neo allenatore [[Juan Carlos Lorenzo]], arrivato dalla Lazio, durante gli allenamenti dichiara polemicamente ai tifosi che la società non ha neanche i soldi per pagare la trasferta: i sostenitori giallorossi, spinti dall'allenatore, decidono quindi di organizzare una colletta che si svolge al [[Teatro Sistina]]. Vengono raccolte dal capitano [[Giacomo Losi]], che con un secchiello passa nella platea del teatro, circa 700.000 lire.<ref name=cor2/> A fine stagione, con la squadra che si classifica decima, la società dà il benservito all'allenatore ed il conte Marini-Dettina venne sostituito dall'On. [[Franco Evangelisti (politico)|Franco Evangelisti]], facente già parte del Consiglio di Amministrazione della società.<ref name=cor3>{{cita libro|autore=Corriere dello Sport-Rai Trade|titolo=La storia della Roma in 10 DVD|editore=[[Corriere dello Sport]]|anno=2006|capitolo=DVD 3 (1965-1973 L'era dei maghi: da Oronzo Pugliese a Helenio Herrera)}}</ref> |
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=== I due maghi === |
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[[File:Herrera-capello.jpg|thumb|Helenio Herrera mentre istruisce Fabio Capello]] |
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Nel [[Associazione Sportiva Roma 1965-1966|1965-66]] viene ingaggiato l'allenatore [[Oronzo Pugliese]], il "mago di Turi".<ref name=cor3/> Gli eventi chiave della stagione sono le cessioni di Angelillo e De Sisti alla Fiorentina; la vendita del giovane campione diviene necessaria per risanare le casse societarie colpite dalla mala gestione degli anni precedenti. Per cercare di allestire una squadra comunque competitiva, Evangelisti porta a Roma, in prestito dal [[Milan]], il mediano [[Nevio Scala]] e lo spagnolo [[Joaquín Peiró]], centravanti prelevato dall'Inter.<ref name=cor3/> Il "mago di Turi" rimane per tre anni alla guida della compagine giallorossa: durante questo periodo la squadra conquista un ottavo, un decimo ed un undicesimo posto.<ref name=cor3/> Insieme a lui, nel [[Associazione Sportiva Roma 1967-1968|1967-68]] lascia anche il presidente Evangelisti che l'anno precedente, nel 1967, al fine di completare il piano di risanamento delle casse societarie, aveva trasformato la Roma in una [[Società per Azioni]].<ref name=cor3/> Nell'ultima stagione di Pugliese la Roma, uscita dalla crisi, può fare acquisti di primo piano: [[Fabio Capello]], [[Giuliano Taccola]] ed infine [[Jair da Costa|Jair]].<ref name=cor3/> Dopo otto giornate la squadra è imbattuta e prima in classifica, ma la sfida persa in casa contro l'Inter per 2-6 fa crollare le illusioni; la dura sconfitta convince nell'estate del 1968 il presidente Evangelisti a compiere l'ultimo colpo prima dell'addio alla presidenza: l'ingaggio del "mago" [[Helenio Herrera]].<ref name=cor3/> La società intanto passa prima provvisoriamente a Franco Ranucci e successivamente all'imprenditore [[Alvaro Marchini]], uomo d'affari della capitale.<ref name=cor3/> |
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Il nuovo allenatore, che aveva portato l'Inter sul tetto del mondo, effettua una rivoluzione all'interno dello spogliatoio: vengono inbgaggiati ingaggiati [[Fausto Landini]] (il quale, insieme a Fabio Capello e [[Luciano Spinosi]], rappresenta uno dei "gioielli del club giallorosso) e [[Sergio Santarini]].<ref name=cor3/> Il secondo, [[rimini|riminese]] di nascita, prende la fascia di capitano da [[Giacomo Losi]], il quale proprio in [[Associazione Sportiva Roma 1968-1969|quella stagione]] conclude la sua carriera da calciatore.<ref name=cor3/> Nonostante le migliori premesse, la squadra stenta a decollare, e il nuovo presidente Marchini non va d'accordo con l'allenatore argentino, che non riesce a riproporre lo stesso gioco della formazione nerazzurra precedentemente allenata.<ref name=cor3/> Ad aggravare ancor più il rapporto tra il patron giallorosso e il tecnico, contribuisce pesantemente uno dei più tragici episodi della storia della Roma, nel quale venne coinvolto il centravanti [[Giuliano Taccola]]: il 16 marzo del 1969 la squadra è impegnata contro il [[Cagliari Calcio|Cagliari]] fuori casa, e Taccola, colto da un malore all'interno degli spogliatoi, nel giro di pochi minuti entra in coma e muore improvvisamente: le cause della morte del calciatore rimangono avvolte nel mistero, ma il ragazzo nel corso della stagione aveva sofferto di continue febbri, causate da un'infezione della quale i medici non sapevano dare alcuna spiegazione chiara.<ref name=cor3/> Superato il trauma per la morte di Taccola, la Roma trova la forza per vincere la sua seconda [[Coppa Italia 1968-1969|Coppa Italia]].<ref name=A/> Nella [[Coppa delle Coppe 1969-1970|Coppa delle Coppe 1969-70]] la Roma viene eliminata in semifinale dai polacchi del [[Górnik Zabrze]] al sorteggio con la monetina, dopo che si erano concluse in parità l'andata a Roma (1-1), il ritorno (2-2) e lo spareggio giocato nel campo neutro di [[Strasburgo]] (1-1).<ref name=cor3/> Proprio in seguito a questa gara la monetina cessa di decretare i successi calcistici e si decide di adottare la sfida ai calci di rigore.<ref name=cor3/> |
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== Anni 1970 == |
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=== Dalla "Rometta" all'arrivo del "barone" === |
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[[File:AS Roma - Coppa Anglo-Italiana 1972.jpg|thumb|left|I festeggiamenti per il trionfo nella Coppa Anglo-Italiana]] |
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Agli inizi del decennio e i dissapori tra il presidente [[Alvaro Marchini]] ed [[Helenio Herrera]] si fanno sempre più intensi: la fuga di notizie di un suo possibile esonero provoca poi una reazione in Herrera, che provocatoriamente compie delle durissime dichiarazioni riguardanti l'incompetenza della società, aggiungendo dubbi personali riguardo alla validità dello scudetto romanista conquistato nel 1942, assegnato a parer suo per volere di [[Benito Mussolini]] in persona. Le dure parole di Herrera causano il suo immediato licenziamento e la squadra viene affidata a [[Luciano Tessari]], allenatore in seconda.<ref name=cor3/> In realtà le cause scatenanti delle parole durissime del tecnico argentino sono da ricondurre al deficitario mercato giallorosso: Marchini nella [[Associazione Sportiva Roma 1970-1971|stagione 1970-71]] vende infatti i tre "gioielli" [[Luciano Spinosi]], [[Fabio Capello]] e [[Fausto Landini]], alla [[Juventus]].<ref name=cor3/> |
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{{Doppia immagine verticale|right|Prati-DeSisti.jpg|AS Roma - Coppa Italia 1979-80 - Sergio Santarini.jpg|AS Roma - Coppa Italia 1980-81 - Agostino Di Bartolomei e Franco Tancredi.jpg|Pierino Prati e Giancarlo De Sisti con la maglia della Roma negli anni 1970|Santarini solleva la terza Coppa Italia|Di Bartolomei e Tancredi festeggiano la quarta Coppa Italia giallorossa, nel 1981}} |
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A rilevare la società ci pensa [[Gaetano Anzalone]], giovane uomo politico ed imprenditore nel campo dell'edilizia, il quale aveva assunto fino a quel periodo la responsabilità del settore giovanile della Roma. Nel giugno del 1971 Anzalone annuncia il ritorno di Herrera, che già al termine della [[Associazione Sportiva Roma 1970-1971|stagione 1970-71]] era stato ricontattato da Marchini, tornato sui suoi passi.<ref name=cor3/> La Roma, che non aveva fatto praticamente acquisti quell'anno, galvanizzata dal ritorno dell'argentino, comincia bene la [[Associazione Sportiva Roma 1971-1972|stagione]] ma da metà dell'anno ha un declino che la fa classificare solamente al settimo posto in campionato.<ref name=cor3/> Da segnalare la vittoria della [[Coppa Anglo-Italiana 1972]] conquistata il 24 giugno nella finale unica, giocata allo [[Stadio Olimpico di Roma]], in cui la Lupa sconfigge il [[Blackpool]] per 3-1.<ref name=A/> La [[Associazione Sportiva Roma 1972-1973|stagione successiva]] il nuovo presidente decide di dare il via ad una campagna di rafforzamento, pescando in parte dal folto vivaio romanista, che Anzalone conosce molto bene, e acquistando il difensore [[Giorgio Morini]] e l'ala [[Valerio Spadoni]].<ref name=cor3/> Da segnalare l'invasione di campo contro l'Inter il 17 dicembre 1972, causato dall'assegnazione di un calcio di rigore (poi segnato) a favore dei nerazzurri: l'episodio produce un cospicuo numero di feriti, 25 tra tifosi e forze dell'ordine, un dirigente romanista subisce una frattura e un tifoso arrestato tenta addirittura il suicidio tagliandosi le vene.<ref name=cor3/> La squadra, dopo quella partita, stenta a riprendersi e a seguito di una serie di risultati negativi Herrera viene esonerato nuovamente e sostituito dall'allenatore delle giovanili [[Antonio Trebiciani]].<ref name=cor3/> |
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Anzalone nella [[Associazione Sportiva Roma 1973-1974|stagione 1973-74]] decide di ingaggiare [[Manlio Scopigno]], l'allenatore che aveva compiuto il miracolo a [[Cagliari]] portando per la prima volta lo [[Scudetto (sport)|scudetto]] sull'[[Sardegna|isola]]; Insieme al tecnico arrivano [[Angelo Domenghini]] ed il centravanti [[Pierino Prati]].<ref name=cor4>{{cita libro|autore=Corriere dello Sport-[[Rai Trade]]|titolo=La storia della Roma in 10 DVD|editore=[[Corriere dello Sport]]|anno=2006|capitolo=DVD 4 (1974-1982 La grande Roma di Nils Liedholm)}}</ref> Tuttavia, dopo aver perso nelle prime sei gare quattro incontri, Scopigno decide tuttavia di abbandonare: subito dopo l'addio dell'ex allenatore del Cagliari, Anzalone non perde tempo ed ingaggia [[Nils Liedholm]], il "barone" svedese.<ref name=cor4/> La [[Associazione Sportiva Roma 1974-1975|stagione del dopo scudetto biancoceleste]] è quella del riscatto per la Roma che, grazie anche al contributo di [[Agostino Di Bartolomei]] proveniente dal vivaio conquista il terzo posto in [[Serie A 1974-1975|campionato]].<ref name=cor4/> |
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=== La fine dell'era Anzalone e l'inizio dell'era Viola === |
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Il 1977 è un anno travagliato che porta a molti cambiamenti: molti giocatori della vecchia guardia vengono ceduti, su tutti il capitano [[Franco Cordova]] che si accasò sulla sponda biancoceleste del [[Tevere]], come molti anni prima fece [[Attilio Ferraris IV]].<ref name=cor4/> La società segue le direttive del presidente Anzalone che da sempre predicava di sposare la linea del ringiovanimento della rosa, mettendo così in luce i giovani talenti del vivaio.<ref name=cor4/> La [[Associazione Sportiva Roma 1976-1977|stagione 1976-77]] è costellata di luci e ombre e, al suo termine, [[Nils Liedholm]] decide di abbandonare: al suo posto viene ingaggiato il sardo [[Gustavo Giagnoni]], già allenatore del Torino. Nella stagione esplode anche [[Agostino Di Bartolomei]] che nel 1978 diventa il giocatore più prolifico della squadra con 10 gol.<ref name=cor4/> Il fatto che il miglior realizzatore della Roma sia un centrocampista fa capire al presidente che la squadra necessita di un centravanti: la a scelta ricade su [[Roberto Pruzzo]] del [[Genoa]], e per arrivare al genoano si deve tuttavia sacrificare l'ala [[Bruno Conti]], che viene pertanto ceduto ai rossoblu, dove era già stato in prestito per una stagione due anni prima, con la formula della comproprietà.<ref name=cor4/> Il momento peggiore di quegli anni si concretizza proprio nella [[Associazione Sportiva Roma 1978-1979|stagione 1978-79]], quando la Roma rischia la retrocessione in [[Serie B]] in un'annata davvero poco positiva, in cui la squadra, riempita di vecchi e stanchi giocatori come De Sisti, Santarini e Spinosi che era tornato dalla Juventus, non riesce a decollare e Giagnoni viene sostituito da [[Ferruccio Valcareggi]].<ref name=cor4/> Alla fine del campionato, il 6 maggio 1979, grazie ad un pareggio in casa con l'[[Atalanta Bergamasca Calcio|Atalanta]] per 2-2, la squadra riesce però a salvarsi in extremis.<ref name=cor4/> La [[Associazione Sportiva Roma 1979-1980|stagione successiva]] Anzalone, stremato dall'ultimo campionato, decide di passare la mano: la Roma viene quindi rilevata dall'ingegner [[Dino Viola]], già membro del [[Consiglio di amministrazione|CdA]] giallorosso, che di lì a poco riuscirà a trasformare completamente la squadra.<ref name=cor4/> Per finalizzare l'obiettivo di creare una Roma di vertice, il presidente Viola promuove il ritorno sulla panchina giallorossa di Nils Liedholm, appena laureatosi Campione d'Italia col [[Milan]]; il presidente, convinto che lo svedese non sia responsabile dei poco brillanti risultati conseguiti quel periodo, lo convince a ritornare nella capitale offrendogli un contratto triennale.<ref name=cor4/> Per soddisfare le richieste di Liedholm viene acquistato [[Carlo Ancelotti]] e ritorna Bruno Conti dal Genoa.<ref name=cor4/> Nel corso della [[Associazione Sportiva Roma 1979-1980|stagione]] la squadra riesce ad esprimersi a livelli tanto alti da ambire alla testa della classifica, ottenendo alla fine un settimo posto finale ma vincendo anche la terza [[Coppa Italia 1979-1980|Coppa Italia]] della storia giallorossa.<ref name=cor4/> |
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== Anni 1980 == |
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=== Le vittorie di inizio decennio === |
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{{Doppia immagine verticale|left|AS Roma - Coppa Italia 1980-81 - Agostino Di Bartolomei e Franco Tancredi.jpg|Associazione Sportiva Roma 1982-83.jpg|200|Di Bartolomei e Tancredi festeggiano la quarta Coppa Italia giallorossa, nel 1981|La Roma del secondo scudetto}} |
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Nella [[Associazione Sportiva Roma 1980-1981|stagione 1980-81]] viene ripristinata, dopo 14 anni, la possibilità di schierare calciatori stranieri nel campionato italiano. La Roma si muove immediatamente, acquistando dall'[[Sport Club Internacional|Internacional]] il mediano e regista [[Brasile|brasiliano]] [[Paulo Roberto Falcão]]: sconosciuto ai più, il giocatore s'inserisce in poco tempo negli equilibri tattici della Roma, divenendone uomo-chiave.<ref name=cor4/> La squadra disputa un [[Serie A 1980-1981|campionato]] di vertice: a garantire ai giallorossi il ritmo della capolista Juventus sono in particolare le reti del capocannoniere Pruzzo, che giova puntualmente degli assist di Conti e dei lanci di Falcão.<ref name=cor4/> La squadra non riesce tuttavia a superare la Juventus in classifica, terminando seconda alle sue spalle; la Lupa si riscatta in [[Coppa Italia 1980-1981|Coppa Italia]], conquistata per il secondo anno di fila.<ref name=A/> La rapida crescita della squadra subisce un rallentamento nel [[Associazione Sportiva Roma 1981-1982|1981-82]] a causa di una serie di infortuni (su tutti quello di Ancelotti) che condizionano la stagione: la Roma non va infatti oltre il terzo posto. Pertanto sarà solamente a partire dall'anno successivo che la Roma inaugurerà un felice quadriennio coronato da molti riconoscimenti.<ref name=cor4/> |
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{{Doppia immagine verticale|right|Coppa dei Campioni 1983-84, Liverpool-Roma, Di Bartolomei e Souness.jpg|Voeller e Conti 1987-88.jpg|200|Il capitano giallorosso Di Bartolomei stringe la mano a [[Graeme Souness]], prima della finale di Coppa dei Campioni|Völler e Conti}} |
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Nel [[Associazione Sportiva Roma 1982-1983|1982-83]] una mirata campagna acquisti porta a Roma il giovane difensore [[sampdoria]]no [[Pietro Vierchowod]]: se in quell'anno [[Bruno Conti]] rimane in ombra per i postumi del [[Mondiali di calcio Spagna 1982|Mondiale spagnolo]], Falcão e Vierchowod si rivelano i punti di forza della squadra; importanti per la scalata al vertice sono poi le parate di Tancredi, soprattutto sui calci di rigore, e il rientro di Ancelotti, che dimostra di esser tornato in gran forma.<ref name=cor5>{{cita libro|autore=Corriere dello Sport-[[Rai Trade]]|titolo=La storia della Roma in 10 DVD|editore=[[Corriere dello Sport]]|anno=2006|capitolo=DVD 5 (1982-1983 Il secondo scudetto la Roma di Viola)}}</ref> I giallorossi rimangono per quasi tutto il campionato in vetta alla classifica, subendo solamente tre battute d'arresto e duellando nel finale con la Juventus, principale antagonista in quel periodo; l'8 maggio 1983, alla penultima di campionato, la Roma, grazie al pareggio sul campo del Genoa per 1-1, conquista così il suo secondo scudetto con una giornata d'anticipo.<ref name=cor5/> |
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Nell'estate 1983 la Sampdoria nega il prolungamento del prestito di Vierchowod, mentre Prohaska viene ceduto per lasciare il posto al centrocampista [[Toninho Cerezo]], brasiliano proveniente dall'[[Clube Atlético Mineiro|Atlético Mineiro]]. Questi due sacrifici impediscono alla squadra di potersi ripetere in campionato, poiché il rendimento di Cerezo è più discontinuo di quello del predecessore austriaco. L'attacco, orfano di Iorio, viene rafforzato dal campione del Mondo [[Francesco Graziani|Graziani]].<ref name=cor6>{{cita libro|autore=Corriere dello Sport-[[Rai Trade]]|titolo=La storia della Roma in 10 DVD|editore=[[Corriere dello Sport]]|anno=2006|capitolo=DVD 6 (1984-1991 La Roma formato Coppa Italia)}}</ref> In [[Serie A 1983-1984|campionato]] la Roma ritrova il dualismo con la Juventus, che in questa occasione s'impone con due punti di vantaggio sui rivali; in [[Coppa dei Campioni 1983-1984|Coppa dei Campioni]] i la Lupa sfiora l'impresa, venendo battuta ai rigori dal [[Liverpool FC|Liverpool]] in finale.<ref name=cor6/> Ancora una volta la Roma s'impone però in [[Coppa Italia 1983-1984|Coppa Italia]], per la terza volta in cinque anni; i giallorossi sconfiggono il [[Hellas Verona Football Club|Verona]].<ref name=A/> Dino Viola digerisce male la sconfitta contro il Liverpool e decide l'[[Associazione Sportiva Roma 1984-1985|anno successivo]] di cambiare il volto della Roma, affidando la panchina giallorossa ad un altro tecnico svedese, [[Sven-Göran Eriksson]], giovane allenatore che la Roma stava osservando già da qualche tempo.<ref name=cor6/> Nell'anno i giallorossi arrivano solamente settimi in classifica, a causa di diversi problemi sorti all'interno dello spogliatoio, su tutti l'addio di Falcão, che dopo aver subito un grave infortunio, conclude la sua avventura nella Roma con una lunga polemica nei confronti di Viola.<ref name=cor6/> Per rimpiazzare la grave perdita tecnica del brasiliano, Viola mette a segno un colpo di mercato: [[Zbigniew Boniek]].<ref name=cor6/> Dopo questa prima annata, nella [[Associazione Sportiva Roma 1985-1986|stagione 1985-86]] la Roma viene trascinata dai gol di Pruzzo, che diviene [[capocannoniere]] della Serie A per la terza volta con 19 reti, e sfiora nuovamente il tricolore, anche questa volta vinto dai bianconeri.<ref name=cor6/> La squadra conquista tuttavia la sua sesta [[Coppa Italia 1985-1986|Coppa Italia]] in finale contro la [[Sampdoria]].<ref name=A/> |
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=== L'inizio della crisi === |
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L'[[Associazione Sportiva Roma 1986-1987|ultima stagione]] di Eriksson si rivela fallimentare: abbandonano la Roma molti giocatori considerati troppo avanti con l'età dal tecnico, così la squadra incontra numerose difficoltà e lo svedese abbandona la panchina.<ref name=cor6/> Nella [[Associazione Sportiva Roma 1987-1988|stagione 1987-88]] Viola tuttavia vuole rilanciare la squadra giallorossa riportando sulla panchina Liedholm e compiendo tre colpi di mercato: il centravanti tedesco [[Rudi Völler]], il difensore azzurro [[Fulvio Collovati]] e il centrocampista [[Lionello Manfredonia]].<ref name=cor6/> Nella [[Associazione Sportiva Roma 1988-1989|stagione 1988-89]], dopo l'ottima stagione dell'anno precedente, per rilanciare la squadra viene fatto l'acquisto più caro della gestione Viola: [[Ruggiero Rizzitelli]], giovane centravanti e ala proveniente dal [[Associazione Calcio Cesena|Cesena]], il quale nell'idea del presidente avrebbe dovuto sostituire [[Roberto Pruzzo]] che proprio in quella stagione aveva lasciato la maglia giallorossa.<ref name=cor6/> Oltre a Rizzitelli arrivano l'ala destra [[Renato Portaluppi]] e il centrocampista [[Jorge Luís Andrade da Silva|Andrade]].<ref name=cor6/> Il primo si distingue tuttavia soprattutto per la sua vita mondana, e in tutta la stagione segna solamente un gol in un incontro di [[Coppa UEFA]], mentre il secondo gioca pochissime gare dove mette in luce esclusivamente la sua particolare lentezza.<ref name=cor6/> |
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== Anni 1990 == |
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=== Dagli ultimi anni dei Viola ai primi dei Sensi === |
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[[File:AS Roma - Coppa Italia 1990-91.jpg|thumb|upright=1.3|left|Giannini alza la settima coppa Italia: si distinguono, da sinistra, Di Mauro, Rizzitelli e Nela]] |
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Dino Viola muore dopo undici anni di presidenza, nel gennaio del 1991. La società sarà destinata ad avviarsi verso un lungo periodo di caos, accentuato anche dal "caso Lipopil" che coinvolge i giocatori [[Angelo Peruzzi]] e [[Andrea Carnevale]], squalificati dalla [[Commissione di Appello Federale|CAF]] per un anno, dopo che sono rilevate delle tracce di [[fentermina]] nelle loro urine.<ref>{{cita news|url=http://www.repubblica.it/sport/calcio/2010/01/28/news/peruzzi_carnevale_caso_lipopill-2107930/|titolo=Peruzzi, Carnevale e il caso 'Lipopill'|pubblicazione=la Repubblica|data=28 gennaio 2010|accesso=5 settembre 2017}}</ref> In [[Serie A 1990-1991|campionato]] la squadra, sotto la guida di [[Ottavio Bianchi]], si classifica solamente nona nonostante l'apporto del nuovo acquisto [[Aldair]], l'ultimo della gestione-Viola.<ref name=A>{{cita web|url=http://www.asroma.com/it/club/storia|titolo=Storia|accesso=5 settembre 2017}}</ref> La squadra aggiunge tuttavia al proprio palmarès la settima [[Coppa Italia 1990-1991|Coppa Italia]], conquistata contro la [[Sampdoria]] campione d'Italia, inoltre riesce a raggiungere la finale di [[Coppa UEFA 1990-1991|Coppa UEFA]], persa poi contro l'[[Inter]].<ref name=A/> |
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La [[Associazione Sportiva Roma 1991-1992|stagione 1991-92]], la prima orfana di Viola, vede il nuovo presidente [[Giuseppe Ciarrapico]], che aveva acquistato la società già nell'aprile 1991, mettere in atto una politica societaria disorganica, dettata dalla sua scarsa conoscenza - peraltro da lui riconosciuta - del calcio e dell'ambiente.<ref>{{Cita news|autore=Fabrizio Bocca|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/12/06/lo-stile-ciarrapico-la-roma-tutta.html|titolo=Lo stipe Ciarrapico: la Roma è tutta sua|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=6 dicembre 1991|pagina=26|accesso=2 dicembre 2009}}</ref> In [[Serie A 1991-1992|Serie A]] la Lupa ottiene un quinto posto, mentre in [[Coppa delle Coppe 1991-1992|Coppa delle Coppe]] viene eliminata ai quarti dal [[Association Sportive de Monaco Football Club|Monaco]].<ref name=A/> Al termine della stagione Bianchi lascia il posto al tecnico serbo [[Vujadin Boskov]], il quale ha ottenuto con la [[Sampdoria]] risultati molto convincenti ed è fautore di un gioco spettacolare che lascia ampia libertà ai giocatori talentuosi: durante la sua gestione fa esordire in prima squadra anche un [[Francesco Totti]] appena sedicenne.<ref name=A/> In [[Serie A 1992-1993|campionato]], la Roma si classifica al decimo posto in seguito ad una stagione non particolarmente brillante, in [[Coppa UEFA 1992-1993|Coppa UEFA]] viene eliminata ai quarti dal [[Borussia Dortmund]].<ref name=A/> La società entra improvvisamente nel caos nella primavera del 1993: Ciarrapico viene arrestato per [[bancarotta]].<ref>{{cita news|url=http://archivio.corriere.it/Archivio/interface/slider.html#!bancarotta-4-anni-e-mezzo-a-ciarrapico/NobwRAdghgtgpmAXGA1nAngdwPYCcAmYANGAC5wAepSYARlBAMZS7amlQAEALJwxAEtOcTvABeY7H06MBLXFAAOAxtjABfALpA|titolo=Calcio presidenti nella bufera La lunga storia degli scandali|data=10 ottobre 1992|pubblicazione=Corriere della Sera|accesso=5 settembre 2017}}</ref> In seguito a ciò gli imprenditori [[Franco Sensi]] e Pietro Mezzaroma divengono congiuntamente i proprietari della società: durante il loro primo calciomercato Voeller viene ceduto, e sono prelevati il serbo [[Siniša Mihajlović]] e l'attaccante [[Argentina|argentino]] [[Claudio Paul Caniggia]].<ref name=A/> |
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Nel biennio successivo [[Franco Sensi]], divenuto l'unico proprietario della Roma dopo aver rilevato la quota posseduta da Mezzaroma, cerca di dare una decisa virata alla politica societaria;<ref name=A/> chiama in panchina il trasteverino [[Carlo Mazzone]], allenatore notoriamente romanista, e rafforza in modo deciso la squadra, acquistando dall'[[Udinese]] il capo-cannoniere del precedente campionato, [[Abel Balbo]].<ref name=A/> Nel [[Serie A 1993-1994|campionato 1993-94]] la squadra si classifica solamente al settimo posto e in [[Coppa Italia 1993-1994|Coppa Italia]] viene eliminata al terzo turno dalla Sampdoria.<ref name=A/> L'[[Associazione Sportiva Roma 1994-1995|anno successivo]], grazie anche al nuovo innesto [[Daniel Fonseca]], la squadra migliora le proprie prestazioni, ottiene il quinto posto in [[Serie A 1994-1995|campionato]] e raggiunge i quarti di finale di [[Coppa Italia 1994-1995|Coppa Italia]].<ref name=A/> Nella [[Associazione Sportiva Roma 1995-1996|stagione 1995-96]] la Roma si rafforza acquistando il mediano [[Luigi Di Biagio]] e la punta [[Marco Delvecchio]], riesce a replicare in [[Serie A 1995-1996|Serie A]] il risultato dell'annata precedente, in [[Coppa UEFA 1995-1996|Coppa UEFA]] viene eliminata ai quarti dallo [[Slavia Praga]].<ref name=A/> |
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=== Da Carlos Bianchi all'arrivo di Capello === |
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[[File:Zdenek Zeman.JPG|thumb|upright=0.8|Zdeněk Zeman, allenatore della Roma dal 1997-98 al 1998-99 e nel 2012-13]] |
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L'insofferenza dei tifosi sui risultati altalenanti, e la mancanza di vittorie nelle competizioni disputate, spingono il presidente a prendere la sofferta decisione di sostituire Mazzone. Al suo posto viene preso l'argentino [[Carlos Bianchi]], che in precedenza aveva vinto la [[Coppa Intercontinentale]] col [[Vélez Sársfield]]. La [[Associazione Sportiva Roma 1996-1997|stagione]] tuttavia, condizionata anche da acquisti fallimentari (solo [[Vincent Candela]] e [[Damiano Tommasi]] lasceranno il segno nella squadra capitolina), si rivela disastrosa: la Roma scivola ben presto nella seconda metà della classifica, mentre in [[Coppa Italia 1996-1997|Coppa Italia]] la squadra è eliminata dal [[Cesena Calcio|Cesena]]. Sensi esonera Bianchi solo dopo l'ennesima sconfitta e alla guida della squadra viene chiamato [[Nils Liedholm]], il quale, supportato dall'allenatore della primavera [[Ezio Sella]], riesce ad ottenere la salvezza e il dodicesimo posto in classifica.<ref name=A/> Nella [[Associazione Sportiva Roma 1997-1998|stagione successiva]] Franco Sensi decide di rifondare la squadra affidandola al boemo [[Zdeněk Zeman]], il quale nella sua prima stagione termina al quarto posto.<ref name=A/> Nel [[Associazione Sportiva Roma 1998-1999|1998-99]] la Roma preleva il tecnico centrocampista russo [[Dmitrij Aleničev]], che è tuttavia affiancato da altri acquisti non di pari valore come [[Ivan Tomić]], [[Gustavo Bartelt]] e [[Fábio Júnior]] (quest'ultimo pagato 30 miliardi di lire), i quali diminuiscono di fatto la qualità generale della rosa a disposizione di Zeman, con conseguente quinto posto in [[Serie A 1998-1999|Serie A]] e eliminazione agli ottavi sia in [[Coppa Italia 1998-1999|Coppa Italia]] sia in [[Coppa UEFA 1998-1999|Coppa UEFA]].<ref name=A/> Per tali motivazioni, Franco Sensi decide di porre fine alla mancanza di vittorie chiamando in panchina un allenatore titolato e vincente come [[Fabio Capello]], il quale nella sua prima [[Associazione Sportiva Roma 1999-2000|stagione]] in giallorosso ottiene l'acquisto di [[Vincenzo Montella]] e [[Hidetoshi Nakata]], entrambi fondamentali per le vittorie della stagione successiva; nonostante ciò la Roma si classifica solamente sesta in [[Serie A 1999-2000|campionato]].<ref name=A/> |
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== Anni 2000 == |
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=== Il terzo scudetto e le occasioni sfumate === |
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[[File:Austria vs. Russia 20141115 (120).jpg|thumb|upright=0.8|left|Fabio Capello, l'allenatore del terzo scudetto romanista]] |
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Lo scudetto vinto nel 2000 dalla rivale cittadina, la [[SS Lazio|Lazio]], genera in tutto l'ambiente giallorosso estrema voglia di riscatto e grosse aspettative per la [[Associazione Sportiva Roma 2000-2001|stagione successiva]]. Il presidente [[Francesco Sensi|Sensi]], anche grazie alla ricapitalizzazione derivata dalla quotazione in borsa della società,<ref name="borsa">{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2000/maggio/23/oggi_Roma_quotata_Borsa_ga_0_0005238328.shtml|autore=Antonello Capone|titolo=Da oggi la Roma è quotata in borsa|pubblicazione=[[Gazzetta dello Sport]]|data=23 maggio 2000}}</ref> fa propri questi sentimenti predisponendo una delle più dispendiose campagne acquisti nella storia della sua gestione. Il colpo dell'anno è l'ingaggio di [[Gabriel Omar Batistuta]], tra i migliori marcatori di sempre della [[Serie A]]: conteso in un'asta di mercato con l'[[Inter]], arriva dalla [[Fiorentina]] per 70 miliardi di [[Lira italiana|lire]].<ref>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/online/sport/trap/roma/roma.html|titolo=Batistuta è della Roma Un affare da 110 miliardi|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=23 maggio 2000|accesso=1º dicembre 2009}}</ref> Nonostante un inizio stagione tormentato con la sconfitta contro l'[[Atalanta Bergamasca Calcio|Atalanta]] e l'eliminazione dalla [[Coppa Italia 2000-2001|Coppa Italia]],<ref>{{Cita news|autore=Gaetano Imparato|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2000/settembre/25/Roma_gia_nel_caos_ga_0_0009251938.shtml|titolo=La Roma è già nel caos|pubblicazione=Gazzetta dello Sport|data=25 settembre 2000|accesso=3 novembre 2009}}</ref> e prestazioni della squadra in campionato sono comunque convincenti, e portano la Roma presto in vetta alla classifica, che mantiene quasi ininterrottamente: con il pareggio 2-2 a [[Torino]] contro la [[Juventus]] e la vittoria finale per 3-1 contro il [[Parma FC|Parma]] la Lupa sancisce la vittoria del suo terzo scudetto.<ref name=A/> |
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La società, complice la futura partecipazione alla [[Champions League]], conferma ampiamente la rosa, acquistando inoltre il portiere [[Ivan Pelizzoli]] (che tuttavia non riuscirà ad imporsi ad alti livelli), il terzino [[Leandro Cufré]] e l'astro nascente del calcio italiano [[Antonio Cassano]], gioiello del [[Associazione Sportiva Bari|Bari]] dalla personalità estrosa ma ribelle.<ref>{{cita news|url=http://www2.raisport.rai.it/news/rubriche/cmercato/200103/05/3aa40c3302ef7/|titolo=Cassano alla Roma|pubblicazione=[[Rai Sport]]|data=5 marzo 2001}}</ref> La [[Associazione Sportiva Roma 2001-2002|stagione 2001-02]] regala subito alla bacheca giallorossa la [[Supercoppa italiana 2001|Supercoppa italiana]]: il 19 agosto 2001, infatti, i giallorossi ospitano la [[Fiorentina]], vincitrice della [[Coppa Italia]], e prevalgono per 3-0, grazie alle reti di [[Vincent Candela|Candela]], Montella e Totti.<ref>{{Cita news|autore=Mattia Chiusano|url=http://www.repubblica.it/online/calciomercato/supercoppa/supercoppa/supercoppa.html?ref=search|titolo=Roma non si ferma più vince la Supercoppa|pubblicazione=la Repubblica|data=20 agosto 2001|accesso=30 novembre 2009}}</ref> In campionato la Roma però stenta le prime partite e, nonostante le buone prestazioni, termina seconda alle spalle dei bianconeri;<ref>{{cita news|url=http://www2.raisport.rai.it/mcalcio/2001_2002/a/classifica.html|titolo=Classifica generale Serie A 2001/2002|pubblicazione=Rai Sport|accesso=4 settembre 2017}}</ref> in [[UEFA Champions League 2001-2002|Champions League]] giunge solo alla seconda fase a gironi.<ref>{{cita news|url=http://archivio.corriere.it/Archivio/interface/slider.html#!la-festa-mancata-della-Roma-si-trasforma-in-rissa/NobwRAdghgtgpmAXGA1nAngdwPYCcAmYANGAC5wAepSYANlAAQBmcAzqYzFBAMZQcN8cWvQYAlbFwasAlg1K4orJnikyIDXDNasoYAL4BdIA|titolo=La festa mancata della Roma si trasforma in rissa|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|autore=Luca Valdiserri|data=14 marzo 2002|accesso=4 settembre 2017}}</ref> Nel [[Associazione Sportiva Roma 2002-2003|2002-03]] la società predispone una campagna acquisti incentrata sull'austerità, soprattutto a causa delle crescenti difficoltà economiche derivate dalle elevate spese di mercato degli anni precedenti. Dei pochi acquisti l'unico nome rilevante è quello dell'ex regista del Barcellona [[Josep Guardiola]], il quale disputa però uno scorcio di stagione al di sotto delle aspettative e viene successivamente ceduto.<ref>{{Cita news|autore=Stefano Petrucci, Luca Valdiserri|url=https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2003/ottobre/17/Roma_allarme_rosso_bilancio_non_co_10_031017032.shtml|titolo=Roma, è allarme rosso: bilancio non certificato|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=17 ottobre 2003|accesso=5 novembre 2009}}</ref> In questo contesto, non bastano la buona vena di Totti e la crescita costante di Cassano a trascinare la Roma verso le parti alte della classifica. I giallorossi terminano il campionato all'ottavo posto (il peggiore risultato dei precedenti dieci anni), e si guadagnano la partecipazione alla successiva [[Coppa UEFA 2003-2004|Coppa UEFA]] solo grazie al raggiungimento della finale di Coppa Italia, poi persa contro il [[Milan]].<ref>{{cita news|url=http://www.gazzetta.it/speciali/statistiche/2003/home/index_06.shtml|titolo=Statistiche 2002/2003|pubblicazione=Gazzetta dello Sport|accesso=4 settembre 2017}}</ref> In [[UEFA Champions League 2002-2003|Europa]] viene raggiunta solamente la seconda fase a gironi come l'anno precedente.<ref name=A/> La [[Associazione Sportiva Roma 2003-2004|stagione successiva]], grazie anche all'acquisto di [[Christian Chivu]], la Roma ritorna ai vertici ottenendo un secondo posto finale in [[Serie A 2003-2004|Serie A]].<ref name=A/> |
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=== Dall'addio di Capello al primo Spalletti === |
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[[File:Luciano Spalletti.JPG|thumb|right|Luciano Spalletti nel primo periodo giallorosso]] |
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Nonostante il positivo campionato passato, la situazione economica della società nel 2003-04 comincia ad aggravarsi sempre più.<ref>{{Cita news|autore=Walter Galbiati|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/10/18/roma-dentro-la-voragine dei-debiti.html|titolo=Roma, dentro la voragine dei debiti|pubblicazione=la Repubblica|data=18 ottobre 2003|pagina=52|accesso=1º dicembre 2009}}</ref> I dirigenti si trovano pertanto costretti ad aderire al [[condono fiscale]] promosso dal [[governo Berlusconi II|secondo governo Berlusconi]] sanando un pregresso debito fiscale derivato da [[imposta|imposte]] e ritenute dovute per gli anni 2002 e 2003, versando, in tre distinte rate, un importo complessivo di 79,5 milioni di euro, con un risparmio di circa 20 milioni rispetto al debito effettivo.<ref>{{cita web|url=https://web.archive.org/web/20120609041501/http://www.asroma.it/pdf/corporate/comunicati_finanziari/2005-01-17_debiti_tributari_a.s._roma.pdf|titolo=DEBITI TRIBUTARI A.S. ROMA|editore=asroma.com|data=17 gennaio 2005|accesso=29 aprile 2013}}</ref> Nel [[Associazione Sportiva Roma 2004-2005|2004-05]], dopo l'addio di Capello, si alternano in tutto cinque allenatori nella panchina giallorossa ([[Cesare Prandelli]], [[Rudi Völler]], [[Ezio Sella]], [[Luigi Delneri]] e [[Bruno Conti]]) arrivando solamente ottava e qualificandosi alla [[Coppa UEFA]] solo per aver raggiunto la finale di [[Coppa Italia 2004-2005|Coppa Italia]] persa contro l'[[Inter]].<ref name=A/> |
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Nella [[Associazione Sportiva Roma 2005-2006|stagione 2005-06]], per ricostruire la squadra, viene ingaggiato [[Luciano Spalletti]].<ref name=A/> La società, con i ritorni di Bruno Conti al ruolo di direttore tecnico e di [[Daniele Pradè]] a direttore sportivo, cerca di portare avanti una campagna acquisti di livello accettabile nonostante la stessa sia stata bloccata, per quasi tutta l'estate, dal controversa procedura di acquisto, nell'anno precedente, di [[Philippe Mexès]]: tra i nuovi arrivi solo [[Rodrigo Taddei]] e [[Doniéber Alexander Marangon|Doni]] si imporrano nel modulo del nuovo allenatore.<ref>{{cita news|url=http://www.corriere.it/Primo_Piano/Sport/2005/07_Luglio/21/mexes.shtml|titolo=Caso Mexes: bloccato il mercato della Roma|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=7 luglio 2005|accesso=4 settembre 2017}}</ref><ref name=A/> All'inizio della stagione la squadra si trova tuttavia a navigare nelle posizioni di metà classifica, anche a causa di malcelati malumori all'interno dello spogliatoio per le continue intemperanze di Antonio Cassano,<ref>{{Cita news|autore=Stefano Petrucci|url=https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2004/novembre/13/Torna_Cassano_castigo_finito_co_9_041113117.shtml|titolo=Torna Cassano, il castigo è finito|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=13 novembre 2004|accesso=3 novembre 2009}}</ref> pertanto, a dicembre, viene presa la decisione di cedere il talento barese, in scadenza di contratto, al Real Madrid per circa 5 milioni di euro: da quel momento in poi la squadra ritrova la compattezza necessaria che le permette di stabilire un filotto di undici vittorie consecutive in [[Serie A|campionato]] e la quinta posizione, poi divenuta seconda a seguito dello scandalo [[Calciopoli]].<ref>{{Cita news|autore=Mattia Chiusano|url=http://www.repubblica.it/2005/l/sezioni/sport/calcio/afcassano/afcassano/afcassano.html?ref=search|titolo=Affare fatto per Cassano al Real, la Roma avrà 5 milioni e mezzo|pubblicazione=la Repubblica|data=30 dicembre 2005|accesso=16 dicembre 2009}}</ref><ref name=A/> |
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Contro i nerazzurri la Roma disputa in agosto la partita di assegnazione della [[Supercoppa italiana 2006|Supercoppa italiana]], essendo l'Inter diventata d'ufficio anche Campione d'Italia, tuttavia viene sconfitta ai [[tempi supplementari]].<ref>{{cita news|url=http://www.repubblica.it/2006/08/sezioni/sport/calcio/supercoppa-inter-roma/supercoppa-inter-roma/supercoppa-inter-roma.html|titolo=Supercoppa all'Inter, che rimonta |
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Roma a due facce, ha meno ricambi|pubblicazione=la Repubblica|accesso=4 settembre 2017|data=26 agosto 2006}}</ref> Nella [[Associazione Sportiva Roma 2006-2007|stagione 2006-07]] la Roma, pur integrando la rosa con gli acquisti dei terzini [[Max Tonetto]] e [[Marco Cassetti]], della punta [[Mirko Vučinić]] e del regista [[David Pizarro]], non va oltre il secondo posto in [[Serie A 2006-2007|campionato]] e i quarti di finale di [[UEFA Champions League 2006-2007|Champions League]], conquista tuttavia proprio contro l'Inter la sua ottava [[Coppa Italia 2006-2007|Coppa Italia]].<ref name=A/> L'[[Associazione Sportiva Roma 2007-2008|annata successiva]] vede la cessione di Chivu<ref>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/2007/07/sezioni/sport/calcio/calciomercato-27-lug/calciomercato-27-lug/calciomercato-27-lug.html|titolo=Chivu all'Inter, ora è ufficiale «Roma grazie, ma è una scelta di vita»|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=27 luglio 2007|accesso=3 novembre 2009}}</ref> e l'arrivo di [[Juan Silveira dos Santos|Juan]].<ref>{{cita news|url=http://www.gazzetta.it/Calcio/Primo_Piano/2007/06_Giugno/21/henry_2106.shtml|titolo=Colpo Roma, Juan è suo|pubblicazione=[[Gazzetta dello Sport]]|data=21 giugno 2007|accesso=4 settembre 2017}}</ref> La nuova sfida tra Inter e Roma, valida per l'assegnazione della [[Supercoppa italiana 2007]] vede prevalere la squadra giallorossa per 1-0 con gol di [[Daniele De Rossi]] su [[calcio di rigore]]: la Lupa così la seconda Supercoppa della sua storia, stavolta ai danni della squadra Campione d'Italia.<ref name=A/> In [[Serie A 2007-2008|campionato]] i giallorossi si confermano al secondo posto alle spalle dei nerazzurri, in [[UEFA Champions League 2007-2008|Champions League]] vengono eliminati nuovamente ai quarti di finale.<ref name=A/> In [[Coppa Italia 2007-2008]], per la quarta volta consecutiva, la Roma raggiunge la finale del torneo contro l'Inter, la quale termina 2-1 per i giallorossi, che vincono così la seconda Coppa Italia consecutiva, la nona per il club capitolino.<ref name=A/> |
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=== Il ridimensionamento economico e gli ultimi anni dei Sensi === |
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[[File:Rosella sensi.JPG|thumb|left|Rosella Sensi, amministratore delegato e poi presidente del club]] |
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Il 17 agosto 2008, a due settimane dall'inizio della [[Associazione Sportiva Roma 2008-2009|nuova stagione]], muore il presidente [[Franco Sensi]], carica da lui coperta dal 1993. La scomparsa dell'artefice del terzo scudetto genera notevole sconforto e grande commozione in tutto l'ambiente giallorosso, ed i funerali vedono la partecipazione di migliaia di persone, tra le quali non solo tifosi romanisti.<ref>{{cita news|url=http://www.gazzetta.it/Calcio/Primo_Piano/2008/08/18/sensirug.shtml|pubblicazione=Gazzetta dello Sport|data=18 agosto 2008|titolo=Addio a Franco Sensi Il presidente più grande|accesso=5 settembre 2017}}</ref> La famiglia Sensi decide in ogni caso di proseguire nella conduzione della società, nonostante la forte esposizione debitoria della compagnia di famiglia [[Compagnia Italpetroli|Italpetroli]] (controllante la stessa Roma) verso l'istituto bancario [[Unicredit]]:<ref>{{Cita news|autore=Luca Valdiserri|url=http://archivio.corriere.it/Archivio/interface/slider.html#!Roma-per-la-gloria-e-il-bilancio/01-10-2008/01-10-2008/NobwRAdghgtgpmAXGAJlALlMAaMAzAJwHsYkwAGARgHpLzqAmc8gDhzHSLKtvqdbABfbOGjwyAazgBPAO5ECKdujgAPdGQBKJKAAIADnAK6ANnoDmJhQEs9cXdZO6ARo6gQAxta6CAukA|titolo=Roma per la gloria e il bilancio|pubblicazione=Corriere della Sera|data=1º ottobre 2008|accesso=5 novembre 2009}}</ref> pertanto la figlia [[Rosella Sensi|Rosella]], divenuta in precedenza amministratore delegato, viene nominata presidente.<ref name=A/> I giallorossi acquistano il terzino sinistro [[John Arne Riise]], l'attaccante brasiliano [[Julio Baptista]] e il fantasista francese [[Jérémy Ménez]]. Nel corso delle stagioni disputate, i tre giocatori alterneranno buone partite a prestazioni incolori, non consentendo così alla Roma di compiere il definitivo salto di qualità.<ref name=A/> In estate la Roma non riesce ad aggiudicarsi la [[Supercoppa italiana 2008]]: la partita, terminata sul 2-2 dopo i tempi regolamentari e supplementari, vede prevalere l'Inter ai calci di rigore per 8-7.<ref>{{cita news|url=http://www.repubblica.it/2008/08/sezioni/sport/calcio/supercoppa-2008/inter-roma-supercoppa/inter-roma-supercoppa.html|titolo=Totti sbaglia, Zanetti fa centro |
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la Supercoppa va ai nerazzurri|data=24 agosto 2008|accesso=5 settembre 2017}}</ref> In [[Serie A 2008-2009|campionato]] la squadra, a causa dei numerosi infortuni occorsi ad alcuni giocatori fondamentali (compreso il capitano Totti) e della cattiva condizione generale della rosa, non va oltre il sesto posto, mentre in [[UEFA Champions League 2008-2009|Champions]] viene eliminata agli ottavi dall'[[Arsenal]].<ref name=A/> |
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La mancata qualificazione alla più redditizia [[UEFA Champions League 2009-2010|Champions League 2009-10]] porta la dirigenza romanista a cedere al [[Liverpool FC|Liverpool]] il centrocampista [[Alberto Aquilani]], cresciuto nel vivaio giallorosso.<ref>{{cita news|url=http://www.corriere.it/sport/09_agosto_07/aquilani_firma_liverpool_5bf7dc5e-838b-11de-ac4b-00144f02aabc.shtml|titolo=Aquilani firma 5 anni con il Liverpool|pubblicazione=Corriere della Sera|data=7 agosto 2009|accesso=5 settembre 2017}}</ref> Mentre Unicredit avvia le procedure giudiziali di recupero del proprio credito,<ref>{{Cita news|url=http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/09_novembre_3/unicredit_pignora_sensi-1601951939596.shtml|titolo=Offensiva Unicredit contro l'Italpetroli della famiglia Sensi|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=3 novembre 2009|accesso=20 novembre 2009}}</ref> la società, non potendo destinare agli acquisti i soldi ricevuti, non riesce ad accontentare le richieste tecniche di Spalletti, dedicandosi solamente ad operazioni minori, tra le quali l'acquisto del difensore [[Nicolás Burdisso]].<ref>{{cita news|url=http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Roma/22-08-2009/roma-fatta-burdisso-501102654924.shtml|titolo=Roma, fatta per Burdisso Prestito: subito in campo?|pubblicazione=Gazzetta dello Sport|data=22 agosto 2009}}</ref> Dopo le sconfitte nelle prime due partite di [[Serie A 2009-2010|campionato]], [[Claudio Ranieri]] subentra a Spalletti come allenatore, portando la squadra a un inaspettato secondo posto in Serie A.<ref name=A/> |
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== Anni 2010 == |
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=== La transizione e gli inizi della Roma americana === |
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[[File:Vincenzo Montella.JPG|thumb|right|Vincenzo Montella, da allenatore, in conferenza stampa]] |
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La risoluzione dell'annosa controversia tra Italpetroli ed Unicredit viene affidata ad un [[arbitrato]], durante il quale le parti pervengono ad un'intesa su un accordo riguardante la messa in vendita della Roma.<ref>{{cita news|url=http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2010-07-08/rosella-sensi-firma-intesa-222658.shtml?uuid=AY4vBH6B|titolo=Accordo tra Italpetroli e Unicredit. Rosella Sensi gestirà la Roma|pubblicazione=[[Il Sole 24 Ore]]|data=8 luglio 2010|accesso=4 settembre 2017}}</ref> La [[Associazione Sportiva Roma 2010-2011|stagione 2010-11]] vede l'alternarsi nella panchina di [[Vincenzo Montella]] a Ranieri a stagione in corso, in [[Serie A 2010-2011|Serie A]] i giallorossi disputano un campionato altalenante, che non impedisce però alla squadra di superare la fase a gironi di [[UEFA Champions League 2010-2011|Champions League]], dove verranno eliminati agli ottavi dallo [[Shakhtar Donetsk]].<ref>{{Cita news|url=https://web.archive.org/web/20110813184513/http://www.corrieredellosport.it/live/SerieA/Stagione2010-2011/classifica.shtml|titolo=Classifica Serie A, Stagione 2010/2011|pubblicazione=[[Corriere dello Sport]]|accesso=4 settembre 2017}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Fabrizio Bocca|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/03/09/disfatta-gomitate-la-roma-degli-orrori-perde.html|titolo=Disfatta e gomitate la Roma degli orrori perde anche la faccia|pubblicazione=la Repubblica|data=9 marzo 2011|accesso=4 settembre 2017}}</ref> A metà agosto, al termine di un lunghissimo iter, si conclude la vendita della società giallorossa alla cordata statunitense composta da Thomas DiBenedetto, Richard D'Amore, Michael Ruane e [[James Pallotta]], il quale sarebbe diventato in seguito il futuro presidente della società.<ref name=A/> I primi anni della nuova Roma americana non ottengono risultati di vertice nonostante tra i nuovi acquisti figurino giocatori come [[Pablo Osvaldo]], [[Miralem Pjanić]] e [[Marcos Aoás Corrêa|Marquinhos]]: nelle prime due stagioni, con [[Luis Enrique]] come allenatore nella [[Associazione Sportiva Roma 2011-2012|prima stagione]] e Zeman e [[Aurelio Andreazzoli|Andreazzoli]] nella [[Associazione Sportiva Roma 2012-2013|seconda]], la Lupa non riesce a qualificarsi neanche per l'[[UEFA Europa League|Europa League]], ottenendo anche una sconfitta dalla Lazio nella finale di [[Coppa Italia 2012-2013|Coppa Italia del 2013]]<ref name=A/> |
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=== L'arrivo di Garcia e il ritorno di Spalletti === |
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[[File:Rudi Garcia - AS Roma - Ritiro 2014 (Bad Waltersdorf) - Edited.jpg|thumb|left|upright=0.8|Il francese Rudi Garcia, tecnico della Roma di metà anni 2010 tornata in lotta per lo scudetto]] |
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La necessità di ridurre le spese di gestione, dovuta al reiterato fallimento degli obiettivi sportivi prefissi, rende obbligatorie le cessioni di Marquinhos (ceduto al [[Paris Saint-Germain Football Club|Paris Saint Germain]] per oltre 30 milioni di euro (e sostituito da [[Mehdi Benatia]]), Osvaldo e Lamela (vengono acquistati [[Adem Ljajić]] e [[Gervinho]]); viene inserito in rosa anche il versatile centrocampista [[Alessandro Florenzi]], cresciuto nelle giovanili.<ref>{{cita news|lingua=en|pubblicazione=[[ESPN]]|url=http://www.espnfc.com/story/1502852/paris-saint-germain-sign-marquinhos-from-roma|titolo=Marquinhos seals PSG switch|data=19 luglio 2013|accesso=4 settembre 2017}}</ref><ref name=A/> Si opta anche per un cambio di allenatore: viene ingaggiato l'ex [[LOSC Lille Métropole|Lilla]] [[Rudi Garcia]],<ref>{{cita web|url=https://web.archive.org/web/20150701182312/http://www.asroma.it/it/notizie/12/06/2013_rudi_garcia/|titolo=Rudi Garcia|editore=asroma.com|data=12 giugno 2013|accesso=12 giugno 2013}}</ref> con il quale la Roma recupera rapidamente convinzione e spirito di sacrificio, giungendo inaspettatamente al record italiano di dieci vittorie consecutive iniziali.<ref>{{Cita web|url=https://web.archive.org/web/20150701193045/http://www.asroma.it/it/notizie/una_roma_da_10_e_lode/|titolo=Una Roma da 10 e lode|data=1º novembre 2013|editore=asroma.com|accesso=4 settembre 2017}}</ref> A dispetto del cammino da record, qualche successivo pareggio fa scivolare la Roma in seconda posizione, alle spalle della Juventus.<ref name=A/> L'[[Associazione Sportiva Roma 2014-2015|annata successiva]] il club riottiene il secondo posto in [[Serie A 2014-2015|campionato]] grazie ai nuovi innesti [[Kostas Manolas]] (che ha sostituito Benatia) e [[Seydou Keita]],<ref name=A/> risultato che però non si ripete la [[Associazione Sportiva Roma 2015-2016|stagione successiva]] nella quale, nonostante i rinforzi in attacco ([[Edin Džeko]] e [[Mohamed Salah]]) e in difesa ([[Antonio Rüdiger]]), i giallorossi, dopo una buona partenza iniziale, iniziano a accusare una serie di prestazioni scadenti, tra cui spicca il 6-1 subìto in Champions League in casa del [[Futbol Club Barcelona|Barcellona]]: Garcia viene sostituito da Luciano Spalletti, il quale porta la squadra a un terzo posto in campionato.<ref name=A/> Nel [[Associazione Sportiva Roma 2016-2017|2016-17]] la Roma, con la perdita di Pjanić compensata dai nuovi acquisti, non riesce a superare i play-off di [[UEFA Champions League 2016-2017|Champions]], arriva seconda in [[Serie A 2016-2017|Serie A]] ma non ottiene risultati importanti nelle coppe.<ref name=A/> Al termine di Roma-[[Genoa]] vi è un tributo a [[Francesco Totti]], nella sua ultima partita da professionista.<ref>{{cita news|url=http://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Roma/28-05-2017/totti-addio-pieno-d-amore-perche-questo-calcio-lui-roma-200625511569.shtml|titolo=Totti, un addio pieno d'amore: perché questo è il calcio e lui è la Roma|pubblicazione=[[Gazzetta dello Sport]]|data=28 maggio 2017|accesso=4 settembre 2017}}</ref> |
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== Note == |
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{{Note strette}} |
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<references/> |
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== Bibliografia == |
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=== Libri === |
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*{{cita libro|cognome=Bartolozzi|nome=Annibale|titolo=Capitano mio capitano. Storia della A.S. Roma attraverso i suoi capitani coraggiosi|editore=Larus Editore|anno=2010|città=|isbn=978-88-599-4289-4|cid=Bartolozzi}} |
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== Voci correlate == |
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*[[Storia dell'Associazione Sportiva Roma (dalle origini al 1960)]] |
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*[[Storia dell'Associazione Sportiva Roma (dal 1960 al 1990)]] |
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*[[Storia dell'Associazione Sportiva Roma (dal 1990 a oggi)]] |
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== Collegamenti esterni == |
== Collegamenti esterni == |
Versione delle 09:15, 10 set 2017
Nella presente pagina è riportata la storia dell'Associazione Sportiva Roma, società calcistica italiana per azioni con sede a Roma.
La nascita dell'AS Roma
Le origini
Nel 1926 la FIGC istituisce la "Divisione Nazionale", una sorta di massima serie divisa in due gironi alla quale accedono Alba Roma e Fortitudo, classificate prima e seconda nel Campionato laziale, mentre la Prima Divisione, alla quale accedono Lazio e Roman, viene declassata a serie cadetta. Alba e Fortitudo sono perciò destinate a disputare un campionato durissimo: è verosimilmente per questo motivo che si tenta subito di potenziare le squadre unendo la sezione calcio dell'Audace a quella dell'Alba e la Pro Roma alla Fortitudo.[1] Formalmente vengono create due nuove società, l'Alba-Audace (che è presieduta dall'onorevole Ulisse Igliori) e la Fortitudo-Pro Roma: in realtà si tratta più che altro di un assorbimento, infatti le maglie indossate dai giocatori rimangono pressoché quelle delle due compagini più quotate, ed alcune fonti riportano la fusione tra società ma non il cambio di nome.[1] Terminato il primo campionato di Divisione Nazionale, diviene evidente che l'apporto di due società minori non è sufficiente a garantire un definitivo salto di qualità alle due squadre capitoline: Alba e Fortitudo difatti retrocedono, sebbene la prima sfiori la salvezza, mentre la seconda chiude ultima con soli 5 punti in 18 partite; curiosamente due di questi vengono da una prestigiosa vittoria per 4-2 sul fortissimo Torino che andrà poi a vincere il campionato (poi revocato per lo "scandalo Allemandi").[2]
La fusione
«Gli sportivi romani esulteranno certamente di legittima soddisfazione apprendendo che finalmente è stato raggiunto l'accordo fra tre delle massime associazioni calcistiche. Accordo raggiunto per quella tanto desiderata fusione di forze e di valori che dovrà dare al calcio romano un nuovo assetto ed una nuova forza vivificatrice. L'ormai avvenuta fusione delle tre società «Alba», «Fortitudo» e «Roman», è quanto di più desiderabile, nell'interesse dello sport romano, potevano augurarsi le folle sportive. Al di sopra di interessi minimi di entità personale è stato posto finalmente un unico e grande interesse, quello dello sport.»
Con queste parole Il Messaggero, l'8 giugno del 1927, inizia il breve articolo che dà l'annuncio dell'intesa raggiunta per la costituzione dell'A.S. Roma, la cui maglia «porterà i colori dell'Urbe con il fascio e la lupa romana».[3] Al comunicato fanno seguito diversi giorni di polemica sulla mancata fusione, data da molti per certa, tra Fortitudo, la quale aveva anche il mandato di tutelare gli interessi dell'Alba Audace, e la Lazio, con scambi di lettere aperte sui giornali tra Italo Foschi e Giorgio Vaccaro, gerarca fascista appartenente al club biancoceleste, a causa del rifiuto da parte della Fortitudo, che di fatto fa saltare le trattative in corso.[2] Foschi dà corpo all'idea di avere una squadra sportiva che porti il nome della città di Roma e che possa ambire ai massimi risultati, essendo in grado di reggere l'urto del calcio professionistico, già ampiamente praticato dalle formazioni del nord dell'Italia, fino a quel momento dominatrici assolute della scena calcistica nazionale.[2]
La squadra capitolina è istituita grazie alla fusione di tre delle società calcistiche della Capitale: Alba, Fortitudo e Roman. Tale decisione viene presa per volere dell'allora segretario della federazione romana del Partito Nazionale Fascista, Italo Foschi (all'epoca anche membro del CONI e presidente della Fortitudo Pro Roma), con l'appoggio dell'onorevole Ulisse Igliori, membro del Consiglio nazionale del PNF e presidente dell'Alba Audace.[2] La data di nascita dell'A.S. Roma è stata a lungo discussa: il giorno della fondazione è il 7 giugno 1927, ovvero (come riportato da diverse testate nazionali, tra cui Il Messaggero, La Tribuna, Il Tevere) quando viene redatto l'atto costitutivo del nuovo club da parte dei massimi dirigenti di Roman, Alba e Fortitudo. Tale documento, andato in seguito perduto, è stato ratificato da un notaio un mese dopo, l'11 luglio.[4] Numerose fonti, tuttavia, indicano come data il 22 luglio 1927, poiché a tale giornata risale la stipula, da parte di Italo Foschi, del documento più antico ancora in possesso della società: l'Ordine del Giorno n. 1, nel quale sono concretate le norme esecutive per la costituzione del club e vi è definito l'organigramma. Tale documento, però, ha un valore inferiore rispetto all'atto costitutivo del 7 giugno.[2]
I colori scelti per la nuova compagine nata dalla fusione sono il giallo oro e il rosso porpora, i medesimi della società Roman ma anche quelli del gonfalone del Campidoglio, e sostanzialmente i colori della bandiera della città di Roma (giallo dal becco delle oche che nel 390 a.C. avvertirono con il loro verso i romani dell'imminente arrivo dei Galli di Brenno e rosso dal sangue degli animali che, sempre sul Campidoglio, venivano sacrificati).[2] Come simbolo è invece scelta la lupa che allatta Romolo, il fondatore di Roma, e suo fratello Remo: l'emblema della squadra, uno scudo bipartito rosso-oro sormontato dalla lupa capitolina, comprende tutti questi elementi. Il fatto di rappresentare nei colori e nel simbolo la città e la tradizione di Roma, oltre ad essere l'associazione di tre dei quattro club romani di quei tempi, fa sì che la squadra richiami immediatamente a sé le simpatie della grande maggioranza del popolo appartenente sia ai nuovi quartieri che ai rioni nel cuore della città.[2] Il primo presidente è lo stesso Foschi, il quale, dopo solo un anno, deve tuttavia abbandonare, poiché viene nominato membro del direttorio federale della Spezia, lasciando così l'incarico a Renato Sacerdoti, industriale del settore alimentare. La sede della Roma è posta nel rione di Campo Marzio, in Via degli Uffici del Vicario 35, nei vecchi uffici del Roman dove era stato stilato l'ordine del giorno del 22 luglio 1927.[2] Il ruolo di amministratore delegato viene affidato ad Ulisse Igliori. Nei primi due anni di esistenza, la Roma gioca provvisoriamente al Motovelodromo Appio, in attesa della costruzione del nuovo stadio dove si trasferisce fino alla fine degli anni 1930: il Campo Testaccio.[2] Per la costituzione della nuova rosa vengono ingaggiati i migliori calciatori delle tre precedenti formazioni; la Fortitudo è la squadra che fornisce la maggioranza dei giocatori (tra cui il capitano Attilio Ferraris IV). Le ambizioni dei dirigenti del neonato club sono di alto livello, per questo motivo la guida della squadra viene affidata all'allenatore inglese William Garbutt, uno dei più prestigiosi e competenti tecnici dell'epoca, che aveva vinto tutto, battendo ogni record, alla guida del Genoa.[2]
Alcune settimane dopo l'istituzione del club, si disputano i primi due incontri della storia societaria, due amichevoli che furono giocate il 16 ed il 17 luglio. Per l'occasione viene scelto un avversario internazionale: gli ungheresi dell'Újpest. La sfida iniziale vede a confronto le riserve delle due compagini, quella seguente le prime squadre. Il primo match finisce in pareggio, mentre nel secondo i giallorossi vincono per 2-1.[5] In seguito non tutti i giocatori provenienti dalle tre società che si sono fuse prendono parte della formazione che affronta il primo campionato nel 1927-28: alcuni vengono infatti ceduti ancor prima di entrare ufficialmente a far parte della rosa.[2]
Anni 1920 e 1930
Gli inizi
Grazie alla fusione avvenuta tra la Sampierdarenese e la Andrea Doria, le antenate della Sampdoria che daranno vita all'A.C. Dominante, il Direttorio Calcistico Federale, decide di assegnare il posto rimasto libero nel girone B della massima serie proprio alla neonata Roma.[2] La Roma conquista il primo trofeo già nella stagione 1927-28, quella della sua fondazione, vincendo la Coppa CONI. Il trofeo, iniziato nell'aprile del 1928, vede la Roma giungere alla finale contro il Modena.[2] Per via dell'impraticabilità del Velodromo Appio, che risulta inoltre poco capiente per il già nutrito numero di tifosi giallorossi, la squadra gioca per un breve periodo di tempo, nel corso del 1929, nello stadio della Lazio (che disputa le partite ancora in un girone diverso da quello della Roma), al Rondinella. A partire dal 1930, la Roma può trasferirsi nel nuovo stadio, il Campo Testaccio.[2] Durante questo periodi sono disputate alcune delle più note partite del club capitolino, tra le quali il primo derby contro la Lazio nel 1929, il quale è giocato in trasferta da parte della Lupa, al Rondinella; i giallorossi se lo aggiudicano con il punteggio di 1-0, con rete di Rodolfo Volk.[2]
Nell'estate del 1933 la Roma, dopo aver venduto il cannoniere Volk, mette a segno tre colpi di mercato acquistando i cosiddetti "tre moschettieri" argentini: l'attaccante Enrique Lucas Gonzales Guaita, la mezz'ala Alejandro Scopelli e il centro-mediano Andrés Stagnaro.[2] Nonostante l'apporto di grande peso che i tre argentini danno alla squadra, il ripetersi di alcuni screzi con Fulvio Bernardini, bandiera giallorossa che ha lo stesso ruolo di Stagnaro, portano la squadra ad ottenere dei risultati altalenanti in campionato. Anche all'interno del tifo si crea una spaccatura: cominciano a sorgere due fazioni che sostengono da una parte l'argentino e dall'altra Bernardini.[2] I tre sudamericani restano alla Roma soltanto per due stagioni, portando la squadra ad un quinto e ad un quarto posto. Dopo esser stati naturalizzati italiani per godere di alcuni vantaggi, tra cui anche quello di poter esser convocati nella Nazionale azzurra, scappano di nascosto in una notte del 1935 per evitare la chiamata alle armi. L'Italia è infatti in procinto di entrare in guerra contro l'Etiopia.[2] Durante la stagione 1934-35, per via di un'operazione di ringiovanimento della rosa, il presidente Renato Sacerdoti decide di vendere il capitano Attilio Ferraris IV che, poco propenso ad allontanarsi da Roma, si accasa alla Lazio, diventandone addirittura il capitano.[2]
La reazione della squadra l'anno seguente, nel campionato 1935-36, è invece veemente e la Roma, trascinata dai gol di Dante Di Benedetti, giovane attaccante proveniente dal vivaio, arriva seconda, distanziata di un solo punto dal Bologna.[2] L'entusiasmo per i risultati di quella squadra tuttavia il presidente a non rafforzare in maniera adeguata la rosa e sfortunatamente Di Benedetti, dopo solo un anno, deve smettere a causa di un grave infortunio. La Roma entra così in una crisi profonda culminata nel 1938-39: il 15 gennaio la Lazio riesce infatti a violare per la prima volta il Campo Testaccio. Molte critiche subissano la squadra ed il principale accusato è proprio la "bandiera" Fulvio Bernardini che, a fine stagione, si vede costretto ad abbandonare la squadra.[2]
Anni 1940
Il primo scudetto e il declino
Dopo un decennio di piazzamenti più o meno buoni, nella stagione 1941-42 arriva il primo trionfo importante: lo scudetto, conquistato il 14 giugno 1942 battendo per 2-0 il Modena nell'allora stadio del PNF.[2] Durante la campagna acquisti estiva la dirigenza romanista non spende molto, comprando solamente la mezz'ala Renato Cappellini ed il centrocampista Edmondo Mornese.[2] La squadra, guidata dall'allenatore austro-ungherese Alfred Schaffer, ha una rosa molto limitata, e vengono utilizzati per tutto il campionato solamente 15 giocatori a tempo pieno.[2]
L'anno successivo alla vittoria dello scudetto, il presidente Bazzini conferma in blocco la squadra autrice della stagione precedente, la quale ha però un'età media notevolmente alta.[6] Questo, oltre che l'affermazione del Grande Torino (dominatore del campionato italiano negli anni 1940) è la causa principale del declino immediato della squadra dello scudetto.[6] Una crisi tecnica inoltre investe la squadra: l'allenatore Schaffer deve abbandonare la squadra per raggiungere la moglie a Monaco di Baviera dove egli possiede una birreria distrutta dai bombardamenti bellici. Poco tempo dopo Shaffer si ammala gravemente e muore a meno di un anno dalla conquista dello scudetto. A ciò segue, nel campionato 1942-43, la caduta della Roma in decima posizione della classifica.[6]
I tornei durante la guerra
La guerra pone fine anche al campionato nazionale, il quale viene sospeso per due anni: durante il periodo vengono disputati amatorialmente solo dei campionati regionali o locali. La Roma del periodo ha sulla panchina Guido Masetti che, dopo aver smesso di giocare l'anno successivo alla conquista del titolo, ha intrapreso la carriera di allenatore. La maggior parte dei giocatori non romani tornano nelle proprie città o nei propri paesi (come nel caso dell'argentino Pantò);[6] tra i giocatori della vecchia squadra rimane l'ala albanese Naim Krieziu, che ha militato nelle file della Roma anche l'anno dello scudetto, ed Amadei, che ha conquistato la fascia di capitano.[6] Durante questo periodo la Lupa disputa il Campionato romano di guerra 1943-44, il Torneo a Quattro del 1944, la Coppa Città di Roma del 1945, il Campionato romano di guerra 1944-45 e il Torneo Interregionale di Roma del 1945.[6]
Il torneo nazionale riprende solo nel 1945-46, e viene suddiviso di nuovo in due gironi, uno per il Nord ed uno per il Centro-Sud. La Roma, che nel frattempo cambia sia il presidente (Pietro Baldassarre prende le redini societarie), che l'allenatore (Giovanni Degni la nuova guida tecnica), è in grado di qualificarsi per la fase finale, arrivando terza nel girone: successivamente, però, la squadra capitolina non riesce a competere con le altre formazioni provenienti dal Nord Italia, come il Grande Torino.[6] Terminata la Seconda guerra mondiale, la Roma cede nell'estate del 1948 Amedeo Amadei all'Inter, in cambio della mezz'ala Tommaso Maestrelli e del centravanti Mario Tontodonati.[6] Nella stagione 1949-50 viene ingaggiato Fulvio Bernardini, questa volta in qualità di allenatore, ma che tuttavia non riesce ad ottenere i risultati sperati e è sostituito nelle ultime giornate da Luigi Brunella: in tale contesto la squadra si salva dalla retrocessione per pochi punti.[6]
Anni 1950
La retrocessione in Serie B e il ritorno in A
Nell'annata 1950-51, la squadra ingaggia i tre giocatori svedesi Knut Nordahl, l'ala Sundquist e il mediano Andersson, oltre all'acquisto del terzino della nazionale Alberto Eliani, tutti lanciati durante il Mondiale del 1950.[6] Tuttavia la panchina giallorossa subisce diversi cambi di allenatore nel corso della stagione: il 17 dicembre, infatti, con la Roma ultima in classifica l'allenatore Adolfo Baloncieri viene esonerato dopo 15 giornate ed al suo posto arriva Pietro Serantoni.[6] Dopo altre 14 giornate, con la squadra ancora al fondo della classifica, ritorna in panchina Guido Masetti.[6] La vittoria del Padova, diretta avversaria per la permanenza in Serie A, condanna la Roma alla sua prima retrocessione in Serie B.[6]
Nel frattempo, nella stagione 1949-50 al comando della società era tornato, in qualità di commissario straordinario, Renato Sacerdoti, 17 anni dopo la sua prima presidenza.[6] Nella stagione 1950-51 la federazione decide di ridurre il numero delle partecipanti al campionato di Serie A, decretando che solo una squadra sarebbe stata promossa di diritto, mentre la seconda classificata in serie B avrebbe partecipato ad uno spareggio con la quartultima della massima divisione.[6] Per compiere questa difficile impresa viene scelto come allenatore Gipo Viani, uno dei precursori del catenaccio, mentre l'ingaggio principale è sicuramente quello della torre Carlo Galli.[6] Avversaria agguerrita della stagione è il Brescia che fino all'ultimo tiene testa alla Roma, la quale rimane tuttavia in testa alla classifica sin dall'inizio del campionato, che conclude al primo posto con 53 punti, con un solo punto di vantaggio sui rivali lombardi. Il 22 giugno del 1952, a dieci anni esatti dalla conquista dello scudetto, i giallorossi festeggiano così il ritorno in Serie A.[6]
Il rilancio
Gli anni successivi alla promozione portano a Roma grandi novità. La squadra nell'arco di due stagioni viene arricchita di nuovi acquisti: nella stagione 1952-53 sono acquistati il nazionale Egisto Pandolfini e il danese Helge Bronée.[6] La panchina viene affidata a Mario Varglien, il quale riesce nelle prime giornate a creare un sistema di gioco che consente alla squadra di fare un buon esordio, vanificato però nel corso del campionato da una serie di infortuni che conducono la Roma al sesto posto in classifica.[6] Il 17 maggio del 1953, la Roma si trasferisce nel nuovo Stadio Olimpico.[6] Nell'estate dello stesso anno viene ingaggiato dal Peñarol il ventisettenne uruguagio Alcides Ghiggia, di ruolo ala.[6]
Nell'annata 1953-54, dopo otto giornate, Jesse Carver affianca Varglien: il tecnico italiano non digersce però il fatto di dover dividere la panchina e alla fine si dimette, lasciando il solo Carver al comando della squadra che conclude la stagione nuovamente in sesta posizione.[6] Successivamente è degno di nota il secondo posto nel 1954-55, grazie anche alla retrocessione dell'Udinese, che permette alla Roma di tornare in Europa dopo 19 anni. Nel torneo seguente la squadra si classifica sesta con il magiaro György Sarosi in panchina; al di sotto delle aspettative, invece, è la stagione 1956-57 nella quale i giallorossi sfiorano nuovamente la retrocessione.[6] Decisamente migliore è l'annata successiva: guidati in principio dal britannico Alec Stock e successivamente da Gunnar Nordahl (nelle vesti di allenatore-giocatore) i capitolini raggiungono la quinta piazza in campionato. Il decennio finisce tuttavia in calando, con il sesto ed il nono posto ottenuti nel 1959 e nel 1960.[6] Alla guida della compagine subentrano prima una vecchia conoscenza romanista, György Sarosi, e poi un nuovo tecnico, Alfredo Foni.[6]
Anni 1960
Dalla Coppa delle Fiere alla crisi finanziaria
Dopo i tanti esoneri nella panchina giallorossa caratterizzanti le ultime stagioni degli anni 1950, la dirigenza, guidata da Anacleto Gianni (il quale aveva preso il posto di Renato Sacerdoti) decide di puntare sugli allenatori Alfredo Foni prima e Luis Carniglia poi.[6] Nel 1960-61 i giallorossi conquistano la Coppa delle Fiere: la Roma del capitano Giacomo Losi si aggiudica il trofeo vincendo nella finale doppia contro il Birmingham City.[7] Dopo la vittoria della Coppa delle Fiere, i giallorossi sostituiscono Carniglia e sulla panchina torna Alfredo Foni, considerato l'autore morale della conquista europea.[6]
Dopo una stagione grigia, dove non brilla John Charles, giunto dalla Juventus a fine carriera, nel 1963-64 il neo presidente conte Francesco Marini-Dettina, un gentiluomo addentratosi per la prima volta nel mondo del calcio che subentrata a Gianni, per potenziare l'attacco durante la campagna acquisti estiva, porta a Roma il tedesco Jürgen Schütz e Angelo Benedicto Sormani, il quale viene pagato mezzo miliardo di lire, una cifra colossale che si rivela insopportabile per le casse giallorosse.[6] La stagione 1963-64 è travagliata, con diversi cambi in panchina: Foni viene sostituito prima provvisoriamente da Naim Krieziu, ex giocatore del primo scudetto giallorosso, ed infine dallo spagnolo Luis Miró, fautore del modulo il 4-2-4 "elastico", che però viene immediatamente rispedito in Spagna, con la squadra che termina la stagione dodicesima.[6] Le uniche note liete arrivano dai giovani talenti della primavera che si affacciano sui grandi palcoscenici: Giancarlo De Sisti ed Alberto Orlando, che diventano subito i capocannonieri giallorossi con sette reti a testa, e dalla Coppa Italia vinta in finale contro il Torino, la prima della storia romanista.[6] Nella stagione successiva al suo oneroso acquisto, Sormani viene ceduto alla Sampdoria: la Roma si trova infatti sull'orlo del fallimento, il deficit arrivata ad un tale punto da vedere la società impossibilitata a pagare gli stipendi.[6] Nel gennaio del 1965, due giorni prima della 15ª giornata, nella quale la Roma avrebbe giocato fuori casa contro il Lanerossi Vicenza, il neo allenatore Juan Carlos Lorenzo, arrivato dalla Lazio, durante gli allenamenti dichiara polemicamente ai tifosi che la società non ha neanche i soldi per pagare la trasferta: i sostenitori giallorossi, spinti dall'allenatore, decidono quindi di organizzare una colletta che si svolge al Teatro Sistina. Vengono raccolte dal capitano Giacomo Losi, che con un secchiello passa nella platea del teatro, circa 700.000 lire.[6] A fine stagione, con la squadra che si classifica decima, la società dà il benservito all'allenatore ed il conte Marini-Dettina venne sostituito dall'On. Franco Evangelisti, facente già parte del Consiglio di Amministrazione della società.[8]
I due maghi
Nel 1965-66 viene ingaggiato l'allenatore Oronzo Pugliese, il "mago di Turi".[8] Gli eventi chiave della stagione sono le cessioni di Angelillo e De Sisti alla Fiorentina; la vendita del giovane campione diviene necessaria per risanare le casse societarie colpite dalla mala gestione degli anni precedenti. Per cercare di allestire una squadra comunque competitiva, Evangelisti porta a Roma, in prestito dal Milan, il mediano Nevio Scala e lo spagnolo Joaquín Peiró, centravanti prelevato dall'Inter.[8] Il "mago di Turi" rimane per tre anni alla guida della compagine giallorossa: durante questo periodo la squadra conquista un ottavo, un decimo ed un undicesimo posto.[8] Insieme a lui, nel 1967-68 lascia anche il presidente Evangelisti che l'anno precedente, nel 1967, al fine di completare il piano di risanamento delle casse societarie, aveva trasformato la Roma in una Società per Azioni.[8] Nell'ultima stagione di Pugliese la Roma, uscita dalla crisi, può fare acquisti di primo piano: Fabio Capello, Giuliano Taccola ed infine Jair.[8] Dopo otto giornate la squadra è imbattuta e prima in classifica, ma la sfida persa in casa contro l'Inter per 2-6 fa crollare le illusioni; la dura sconfitta convince nell'estate del 1968 il presidente Evangelisti a compiere l'ultimo colpo prima dell'addio alla presidenza: l'ingaggio del "mago" Helenio Herrera.[8] La società intanto passa prima provvisoriamente a Franco Ranucci e successivamente all'imprenditore Alvaro Marchini, uomo d'affari della capitale.[8]
Il nuovo allenatore, che aveva portato l'Inter sul tetto del mondo, effettua una rivoluzione all'interno dello spogliatoio: vengono inbgaggiati ingaggiati Fausto Landini (il quale, insieme a Fabio Capello e Luciano Spinosi, rappresenta uno dei "gioielli del club giallorosso) e Sergio Santarini.[8] Il secondo, riminese di nascita, prende la fascia di capitano da Giacomo Losi, il quale proprio in quella stagione conclude la sua carriera da calciatore.[8] Nonostante le migliori premesse, la squadra stenta a decollare, e il nuovo presidente Marchini non va d'accordo con l'allenatore argentino, che non riesce a riproporre lo stesso gioco della formazione nerazzurra precedentemente allenata.[8] Ad aggravare ancor più il rapporto tra il patron giallorosso e il tecnico, contribuisce pesantemente uno dei più tragici episodi della storia della Roma, nel quale venne coinvolto il centravanti Giuliano Taccola: il 16 marzo del 1969 la squadra è impegnata contro il Cagliari fuori casa, e Taccola, colto da un malore all'interno degli spogliatoi, nel giro di pochi minuti entra in coma e muore improvvisamente: le cause della morte del calciatore rimangono avvolte nel mistero, ma il ragazzo nel corso della stagione aveva sofferto di continue febbri, causate da un'infezione della quale i medici non sapevano dare alcuna spiegazione chiara.[8] Superato il trauma per la morte di Taccola, la Roma trova la forza per vincere la sua seconda Coppa Italia.[7] Nella Coppa delle Coppe 1969-70 la Roma viene eliminata in semifinale dai polacchi del Górnik Zabrze al sorteggio con la monetina, dopo che si erano concluse in parità l'andata a Roma (1-1), il ritorno (2-2) e lo spareggio giocato nel campo neutro di Strasburgo (1-1).[8] Proprio in seguito a questa gara la monetina cessa di decretare i successi calcistici e si decide di adottare la sfida ai calci di rigore.[8]
Anni 1970
Dalla "Rometta" all'arrivo del "barone"
Agli inizi del decennio e i dissapori tra il presidente Alvaro Marchini ed Helenio Herrera si fanno sempre più intensi: la fuga di notizie di un suo possibile esonero provoca poi una reazione in Herrera, che provocatoriamente compie delle durissime dichiarazioni riguardanti l'incompetenza della società, aggiungendo dubbi personali riguardo alla validità dello scudetto romanista conquistato nel 1942, assegnato a parer suo per volere di Benito Mussolini in persona. Le dure parole di Herrera causano il suo immediato licenziamento e la squadra viene affidata a Luciano Tessari, allenatore in seconda.[8] In realtà le cause scatenanti delle parole durissime del tecnico argentino sono da ricondurre al deficitario mercato giallorosso: Marchini nella stagione 1970-71 vende infatti i tre "gioielli" Luciano Spinosi, Fabio Capello e Fausto Landini, alla Juventus.[8]
A rilevare la società ci pensa Gaetano Anzalone, giovane uomo politico ed imprenditore nel campo dell'edilizia, il quale aveva assunto fino a quel periodo la responsabilità del settore giovanile della Roma. Nel giugno del 1971 Anzalone annuncia il ritorno di Herrera, che già al termine della stagione 1970-71 era stato ricontattato da Marchini, tornato sui suoi passi.[8] La Roma, che non aveva fatto praticamente acquisti quell'anno, galvanizzata dal ritorno dell'argentino, comincia bene la stagione ma da metà dell'anno ha un declino che la fa classificare solamente al settimo posto in campionato.[8] Da segnalare la vittoria della Coppa Anglo-Italiana 1972 conquistata il 24 giugno nella finale unica, giocata allo Stadio Olimpico di Roma, in cui la Lupa sconfigge il Blackpool per 3-1.[7] La stagione successiva il nuovo presidente decide di dare il via ad una campagna di rafforzamento, pescando in parte dal folto vivaio romanista, che Anzalone conosce molto bene, e acquistando il difensore Giorgio Morini e l'ala Valerio Spadoni.[8] Da segnalare l'invasione di campo contro l'Inter il 17 dicembre 1972, causato dall'assegnazione di un calcio di rigore (poi segnato) a favore dei nerazzurri: l'episodio produce un cospicuo numero di feriti, 25 tra tifosi e forze dell'ordine, un dirigente romanista subisce una frattura e un tifoso arrestato tenta addirittura il suicidio tagliandosi le vene.[8] La squadra, dopo quella partita, stenta a riprendersi e a seguito di una serie di risultati negativi Herrera viene esonerato nuovamente e sostituito dall'allenatore delle giovanili Antonio Trebiciani.[8]
Anzalone nella stagione 1973-74 decide di ingaggiare Manlio Scopigno, l'allenatore che aveva compiuto il miracolo a Cagliari portando per la prima volta lo scudetto sull'isola; Insieme al tecnico arrivano Angelo Domenghini ed il centravanti Pierino Prati.[9] Tuttavia, dopo aver perso nelle prime sei gare quattro incontri, Scopigno decide tuttavia di abbandonare: subito dopo l'addio dell'ex allenatore del Cagliari, Anzalone non perde tempo ed ingaggia Nils Liedholm, il "barone" svedese.[9] La stagione del dopo scudetto biancoceleste è quella del riscatto per la Roma che, grazie anche al contributo di Agostino Di Bartolomei proveniente dal vivaio conquista il terzo posto in campionato.[9]
La fine dell'era Anzalone e l'inizio dell'era Viola
Il 1977 è un anno travagliato che porta a molti cambiamenti: molti giocatori della vecchia guardia vengono ceduti, su tutti il capitano Franco Cordova che si accasò sulla sponda biancoceleste del Tevere, come molti anni prima fece Attilio Ferraris IV.[9] La società segue le direttive del presidente Anzalone che da sempre predicava di sposare la linea del ringiovanimento della rosa, mettendo così in luce i giovani talenti del vivaio.[9] La stagione 1976-77 è costellata di luci e ombre e, al suo termine, Nils Liedholm decide di abbandonare: al suo posto viene ingaggiato il sardo Gustavo Giagnoni, già allenatore del Torino. Nella stagione esplode anche Agostino Di Bartolomei che nel 1978 diventa il giocatore più prolifico della squadra con 10 gol.[9] Il fatto che il miglior realizzatore della Roma sia un centrocampista fa capire al presidente che la squadra necessita di un centravanti: la a scelta ricade su Roberto Pruzzo del Genoa, e per arrivare al genoano si deve tuttavia sacrificare l'ala Bruno Conti, che viene pertanto ceduto ai rossoblu, dove era già stato in prestito per una stagione due anni prima, con la formula della comproprietà.[9] Il momento peggiore di quegli anni si concretizza proprio nella stagione 1978-79, quando la Roma rischia la retrocessione in Serie B in un'annata davvero poco positiva, in cui la squadra, riempita di vecchi e stanchi giocatori come De Sisti, Santarini e Spinosi che era tornato dalla Juventus, non riesce a decollare e Giagnoni viene sostituito da Ferruccio Valcareggi.[9] Alla fine del campionato, il 6 maggio 1979, grazie ad un pareggio in casa con l'Atalanta per 2-2, la squadra riesce però a salvarsi in extremis.[9] La stagione successiva Anzalone, stremato dall'ultimo campionato, decide di passare la mano: la Roma viene quindi rilevata dall'ingegner Dino Viola, già membro del CdA giallorosso, che di lì a poco riuscirà a trasformare completamente la squadra.[9] Per finalizzare l'obiettivo di creare una Roma di vertice, il presidente Viola promuove il ritorno sulla panchina giallorossa di Nils Liedholm, appena laureatosi Campione d'Italia col Milan; il presidente, convinto che lo svedese non sia responsabile dei poco brillanti risultati conseguiti quel periodo, lo convince a ritornare nella capitale offrendogli un contratto triennale.[9] Per soddisfare le richieste di Liedholm viene acquistato Carlo Ancelotti e ritorna Bruno Conti dal Genoa.[9] Nel corso della stagione la squadra riesce ad esprimersi a livelli tanto alti da ambire alla testa della classifica, ottenendo alla fine un settimo posto finale ma vincendo anche la terza Coppa Italia della storia giallorossa.[9]
Anni 1980
Le vittorie di inizio decennio
Nella stagione 1980-81 viene ripristinata, dopo 14 anni, la possibilità di schierare calciatori stranieri nel campionato italiano. La Roma si muove immediatamente, acquistando dall'Internacional il mediano e regista brasiliano Paulo Roberto Falcão: sconosciuto ai più, il giocatore s'inserisce in poco tempo negli equilibri tattici della Roma, divenendone uomo-chiave.[9] La squadra disputa un campionato di vertice: a garantire ai giallorossi il ritmo della capolista Juventus sono in particolare le reti del capocannoniere Pruzzo, che giova puntualmente degli assist di Conti e dei lanci di Falcão.[9] La squadra non riesce tuttavia a superare la Juventus in classifica, terminando seconda alle sue spalle; la Lupa si riscatta in Coppa Italia, conquistata per il secondo anno di fila.[7] La rapida crescita della squadra subisce un rallentamento nel 1981-82 a causa di una serie di infortuni (su tutti quello di Ancelotti) che condizionano la stagione: la Roma non va infatti oltre il terzo posto. Pertanto sarà solamente a partire dall'anno successivo che la Roma inaugurerà un felice quadriennio coronato da molti riconoscimenti.[9]
Nel 1982-83 una mirata campagna acquisti porta a Roma il giovane difensore sampdoriano Pietro Vierchowod: se in quell'anno Bruno Conti rimane in ombra per i postumi del Mondiale spagnolo, Falcão e Vierchowod si rivelano i punti di forza della squadra; importanti per la scalata al vertice sono poi le parate di Tancredi, soprattutto sui calci di rigore, e il rientro di Ancelotti, che dimostra di esser tornato in gran forma.[10] I giallorossi rimangono per quasi tutto il campionato in vetta alla classifica, subendo solamente tre battute d'arresto e duellando nel finale con la Juventus, principale antagonista in quel periodo; l'8 maggio 1983, alla penultima di campionato, la Roma, grazie al pareggio sul campo del Genoa per 1-1, conquista così il suo secondo scudetto con una giornata d'anticipo.[10]
Nell'estate 1983 la Sampdoria nega il prolungamento del prestito di Vierchowod, mentre Prohaska viene ceduto per lasciare il posto al centrocampista Toninho Cerezo, brasiliano proveniente dall'Atlético Mineiro. Questi due sacrifici impediscono alla squadra di potersi ripetere in campionato, poiché il rendimento di Cerezo è più discontinuo di quello del predecessore austriaco. L'attacco, orfano di Iorio, viene rafforzato dal campione del Mondo Graziani.[11] In campionato la Roma ritrova il dualismo con la Juventus, che in questa occasione s'impone con due punti di vantaggio sui rivali; in Coppa dei Campioni i la Lupa sfiora l'impresa, venendo battuta ai rigori dal Liverpool in finale.[11] Ancora una volta la Roma s'impone però in Coppa Italia, per la terza volta in cinque anni; i giallorossi sconfiggono il Verona.[7] Dino Viola digerisce male la sconfitta contro il Liverpool e decide l'anno successivo di cambiare il volto della Roma, affidando la panchina giallorossa ad un altro tecnico svedese, Sven-Göran Eriksson, giovane allenatore che la Roma stava osservando già da qualche tempo.[11] Nell'anno i giallorossi arrivano solamente settimi in classifica, a causa di diversi problemi sorti all'interno dello spogliatoio, su tutti l'addio di Falcão, che dopo aver subito un grave infortunio, conclude la sua avventura nella Roma con una lunga polemica nei confronti di Viola.[11] Per rimpiazzare la grave perdita tecnica del brasiliano, Viola mette a segno un colpo di mercato: Zbigniew Boniek.[11] Dopo questa prima annata, nella stagione 1985-86 la Roma viene trascinata dai gol di Pruzzo, che diviene capocannoniere della Serie A per la terza volta con 19 reti, e sfiora nuovamente il tricolore, anche questa volta vinto dai bianconeri.[11] La squadra conquista tuttavia la sua sesta Coppa Italia in finale contro la Sampdoria.[7]
L'inizio della crisi
L'ultima stagione di Eriksson si rivela fallimentare: abbandonano la Roma molti giocatori considerati troppo avanti con l'età dal tecnico, così la squadra incontra numerose difficoltà e lo svedese abbandona la panchina.[11] Nella stagione 1987-88 Viola tuttavia vuole rilanciare la squadra giallorossa riportando sulla panchina Liedholm e compiendo tre colpi di mercato: il centravanti tedesco Rudi Völler, il difensore azzurro Fulvio Collovati e il centrocampista Lionello Manfredonia.[11] Nella stagione 1988-89, dopo l'ottima stagione dell'anno precedente, per rilanciare la squadra viene fatto l'acquisto più caro della gestione Viola: Ruggiero Rizzitelli, giovane centravanti e ala proveniente dal Cesena, il quale nell'idea del presidente avrebbe dovuto sostituire Roberto Pruzzo che proprio in quella stagione aveva lasciato la maglia giallorossa.[11] Oltre a Rizzitelli arrivano l'ala destra Renato Portaluppi e il centrocampista Andrade.[11] Il primo si distingue tuttavia soprattutto per la sua vita mondana, e in tutta la stagione segna solamente un gol in un incontro di Coppa UEFA, mentre il secondo gioca pochissime gare dove mette in luce esclusivamente la sua particolare lentezza.[11]
Anni 1990
Dagli ultimi anni dei Viola ai primi dei Sensi
Dino Viola muore dopo undici anni di presidenza, nel gennaio del 1991. La società sarà destinata ad avviarsi verso un lungo periodo di caos, accentuato anche dal "caso Lipopil" che coinvolge i giocatori Angelo Peruzzi e Andrea Carnevale, squalificati dalla CAF per un anno, dopo che sono rilevate delle tracce di fentermina nelle loro urine.[12] In campionato la squadra, sotto la guida di Ottavio Bianchi, si classifica solamente nona nonostante l'apporto del nuovo acquisto Aldair, l'ultimo della gestione-Viola.[7] La squadra aggiunge tuttavia al proprio palmarès la settima Coppa Italia, conquistata contro la Sampdoria campione d'Italia, inoltre riesce a raggiungere la finale di Coppa UEFA, persa poi contro l'Inter.[7]
La stagione 1991-92, la prima orfana di Viola, vede il nuovo presidente Giuseppe Ciarrapico, che aveva acquistato la società già nell'aprile 1991, mettere in atto una politica societaria disorganica, dettata dalla sua scarsa conoscenza - peraltro da lui riconosciuta - del calcio e dell'ambiente.[13] In Serie A la Lupa ottiene un quinto posto, mentre in Coppa delle Coppe viene eliminata ai quarti dal Monaco.[7] Al termine della stagione Bianchi lascia il posto al tecnico serbo Vujadin Boskov, il quale ha ottenuto con la Sampdoria risultati molto convincenti ed è fautore di un gioco spettacolare che lascia ampia libertà ai giocatori talentuosi: durante la sua gestione fa esordire in prima squadra anche un Francesco Totti appena sedicenne.[7] In campionato, la Roma si classifica al decimo posto in seguito ad una stagione non particolarmente brillante, in Coppa UEFA viene eliminata ai quarti dal Borussia Dortmund.[7] La società entra improvvisamente nel caos nella primavera del 1993: Ciarrapico viene arrestato per bancarotta.[14] In seguito a ciò gli imprenditori Franco Sensi e Pietro Mezzaroma divengono congiuntamente i proprietari della società: durante il loro primo calciomercato Voeller viene ceduto, e sono prelevati il serbo Siniša Mihajlović e l'attaccante argentino Claudio Paul Caniggia.[7]
Nel biennio successivo Franco Sensi, divenuto l'unico proprietario della Roma dopo aver rilevato la quota posseduta da Mezzaroma, cerca di dare una decisa virata alla politica societaria;[7] chiama in panchina il trasteverino Carlo Mazzone, allenatore notoriamente romanista, e rafforza in modo deciso la squadra, acquistando dall'Udinese il capo-cannoniere del precedente campionato, Abel Balbo.[7] Nel campionato 1993-94 la squadra si classifica solamente al settimo posto e in Coppa Italia viene eliminata al terzo turno dalla Sampdoria.[7] L'anno successivo, grazie anche al nuovo innesto Daniel Fonseca, la squadra migliora le proprie prestazioni, ottiene il quinto posto in campionato e raggiunge i quarti di finale di Coppa Italia.[7] Nella stagione 1995-96 la Roma si rafforza acquistando il mediano Luigi Di Biagio e la punta Marco Delvecchio, riesce a replicare in Serie A il risultato dell'annata precedente, in Coppa UEFA viene eliminata ai quarti dallo Slavia Praga.[7]
Da Carlos Bianchi all'arrivo di Capello
L'insofferenza dei tifosi sui risultati altalenanti, e la mancanza di vittorie nelle competizioni disputate, spingono il presidente a prendere la sofferta decisione di sostituire Mazzone. Al suo posto viene preso l'argentino Carlos Bianchi, che in precedenza aveva vinto la Coppa Intercontinentale col Vélez Sársfield. La stagione tuttavia, condizionata anche da acquisti fallimentari (solo Vincent Candela e Damiano Tommasi lasceranno il segno nella squadra capitolina), si rivela disastrosa: la Roma scivola ben presto nella seconda metà della classifica, mentre in Coppa Italia la squadra è eliminata dal Cesena. Sensi esonera Bianchi solo dopo l'ennesima sconfitta e alla guida della squadra viene chiamato Nils Liedholm, il quale, supportato dall'allenatore della primavera Ezio Sella, riesce ad ottenere la salvezza e il dodicesimo posto in classifica.[7] Nella stagione successiva Franco Sensi decide di rifondare la squadra affidandola al boemo Zdeněk Zeman, il quale nella sua prima stagione termina al quarto posto.[7] Nel 1998-99 la Roma preleva il tecnico centrocampista russo Dmitrij Aleničev, che è tuttavia affiancato da altri acquisti non di pari valore come Ivan Tomić, Gustavo Bartelt e Fábio Júnior (quest'ultimo pagato 30 miliardi di lire), i quali diminuiscono di fatto la qualità generale della rosa a disposizione di Zeman, con conseguente quinto posto in Serie A e eliminazione agli ottavi sia in Coppa Italia sia in Coppa UEFA.[7] Per tali motivazioni, Franco Sensi decide di porre fine alla mancanza di vittorie chiamando in panchina un allenatore titolato e vincente come Fabio Capello, il quale nella sua prima stagione in giallorosso ottiene l'acquisto di Vincenzo Montella e Hidetoshi Nakata, entrambi fondamentali per le vittorie della stagione successiva; nonostante ciò la Roma si classifica solamente sesta in campionato.[7]
Anni 2000
Il terzo scudetto e le occasioni sfumate
Lo scudetto vinto nel 2000 dalla rivale cittadina, la Lazio, genera in tutto l'ambiente giallorosso estrema voglia di riscatto e grosse aspettative per la stagione successiva. Il presidente Sensi, anche grazie alla ricapitalizzazione derivata dalla quotazione in borsa della società,[15] fa propri questi sentimenti predisponendo una delle più dispendiose campagne acquisti nella storia della sua gestione. Il colpo dell'anno è l'ingaggio di Gabriel Omar Batistuta, tra i migliori marcatori di sempre della Serie A: conteso in un'asta di mercato con l'Inter, arriva dalla Fiorentina per 70 miliardi di lire.[16] Nonostante un inizio stagione tormentato con la sconfitta contro l'Atalanta e l'eliminazione dalla Coppa Italia,[17] e prestazioni della squadra in campionato sono comunque convincenti, e portano la Roma presto in vetta alla classifica, che mantiene quasi ininterrottamente: con il pareggio 2-2 a Torino contro la Juventus e la vittoria finale per 3-1 contro il Parma la Lupa sancisce la vittoria del suo terzo scudetto.[7]
La società, complice la futura partecipazione alla Champions League, conferma ampiamente la rosa, acquistando inoltre il portiere Ivan Pelizzoli (che tuttavia non riuscirà ad imporsi ad alti livelli), il terzino Leandro Cufré e l'astro nascente del calcio italiano Antonio Cassano, gioiello del Bari dalla personalità estrosa ma ribelle.[18] La stagione 2001-02 regala subito alla bacheca giallorossa la Supercoppa italiana: il 19 agosto 2001, infatti, i giallorossi ospitano la Fiorentina, vincitrice della Coppa Italia, e prevalgono per 3-0, grazie alle reti di Candela, Montella e Totti.[19] In campionato la Roma però stenta le prime partite e, nonostante le buone prestazioni, termina seconda alle spalle dei bianconeri;[20] in Champions League giunge solo alla seconda fase a gironi.[21] Nel 2002-03 la società predispone una campagna acquisti incentrata sull'austerità, soprattutto a causa delle crescenti difficoltà economiche derivate dalle elevate spese di mercato degli anni precedenti. Dei pochi acquisti l'unico nome rilevante è quello dell'ex regista del Barcellona Josep Guardiola, il quale disputa però uno scorcio di stagione al di sotto delle aspettative e viene successivamente ceduto.[22] In questo contesto, non bastano la buona vena di Totti e la crescita costante di Cassano a trascinare la Roma verso le parti alte della classifica. I giallorossi terminano il campionato all'ottavo posto (il peggiore risultato dei precedenti dieci anni), e si guadagnano la partecipazione alla successiva Coppa UEFA solo grazie al raggiungimento della finale di Coppa Italia, poi persa contro il Milan.[23] In Europa viene raggiunta solamente la seconda fase a gironi come l'anno precedente.[7] La stagione successiva, grazie anche all'acquisto di Christian Chivu, la Roma ritorna ai vertici ottenendo un secondo posto finale in Serie A.[7]
Dall'addio di Capello al primo Spalletti
Nonostante il positivo campionato passato, la situazione economica della società nel 2003-04 comincia ad aggravarsi sempre più.[24] I dirigenti si trovano pertanto costretti ad aderire al condono fiscale promosso dal secondo governo Berlusconi sanando un pregresso debito fiscale derivato da imposte e ritenute dovute per gli anni 2002 e 2003, versando, in tre distinte rate, un importo complessivo di 79,5 milioni di euro, con un risparmio di circa 20 milioni rispetto al debito effettivo.[25] Nel 2004-05, dopo l'addio di Capello, si alternano in tutto cinque allenatori nella panchina giallorossa (Cesare Prandelli, Rudi Völler, Ezio Sella, Luigi Delneri e Bruno Conti) arrivando solamente ottava e qualificandosi alla Coppa UEFA solo per aver raggiunto la finale di Coppa Italia persa contro l'Inter.[7]
Nella stagione 2005-06, per ricostruire la squadra, viene ingaggiato Luciano Spalletti.[7] La società, con i ritorni di Bruno Conti al ruolo di direttore tecnico e di Daniele Pradè a direttore sportivo, cerca di portare avanti una campagna acquisti di livello accettabile nonostante la stessa sia stata bloccata, per quasi tutta l'estate, dal controversa procedura di acquisto, nell'anno precedente, di Philippe Mexès: tra i nuovi arrivi solo Rodrigo Taddei e Doni si imporrano nel modulo del nuovo allenatore.[26][7] All'inizio della stagione la squadra si trova tuttavia a navigare nelle posizioni di metà classifica, anche a causa di malcelati malumori all'interno dello spogliatoio per le continue intemperanze di Antonio Cassano,[27] pertanto, a dicembre, viene presa la decisione di cedere il talento barese, in scadenza di contratto, al Real Madrid per circa 5 milioni di euro: da quel momento in poi la squadra ritrova la compattezza necessaria che le permette di stabilire un filotto di undici vittorie consecutive in campionato e la quinta posizione, poi divenuta seconda a seguito dello scandalo Calciopoli.[28][7]
Contro i nerazzurri la Roma disputa in agosto la partita di assegnazione della Supercoppa italiana, essendo l'Inter diventata d'ufficio anche Campione d'Italia, tuttavia viene sconfitta ai tempi supplementari.[29] Nella stagione 2006-07 la Roma, pur integrando la rosa con gli acquisti dei terzini Max Tonetto e Marco Cassetti, della punta Mirko Vučinić e del regista David Pizarro, non va oltre il secondo posto in campionato e i quarti di finale di Champions League, conquista tuttavia proprio contro l'Inter la sua ottava Coppa Italia.[7] L'annata successiva vede la cessione di Chivu[30] e l'arrivo di Juan.[31] La nuova sfida tra Inter e Roma, valida per l'assegnazione della Supercoppa italiana 2007 vede prevalere la squadra giallorossa per 1-0 con gol di Daniele De Rossi su calcio di rigore: la Lupa così la seconda Supercoppa della sua storia, stavolta ai danni della squadra Campione d'Italia.[7] In campionato i giallorossi si confermano al secondo posto alle spalle dei nerazzurri, in Champions League vengono eliminati nuovamente ai quarti di finale.[7] In Coppa Italia 2007-2008, per la quarta volta consecutiva, la Roma raggiunge la finale del torneo contro l'Inter, la quale termina 2-1 per i giallorossi, che vincono così la seconda Coppa Italia consecutiva, la nona per il club capitolino.[7]
Il ridimensionamento economico e gli ultimi anni dei Sensi
Il 17 agosto 2008, a due settimane dall'inizio della nuova stagione, muore il presidente Franco Sensi, carica da lui coperta dal 1993. La scomparsa dell'artefice del terzo scudetto genera notevole sconforto e grande commozione in tutto l'ambiente giallorosso, ed i funerali vedono la partecipazione di migliaia di persone, tra le quali non solo tifosi romanisti.[32] La famiglia Sensi decide in ogni caso di proseguire nella conduzione della società, nonostante la forte esposizione debitoria della compagnia di famiglia Italpetroli (controllante la stessa Roma) verso l'istituto bancario Unicredit:[33] pertanto la figlia Rosella, divenuta in precedenza amministratore delegato, viene nominata presidente.[7] I giallorossi acquistano il terzino sinistro John Arne Riise, l'attaccante brasiliano Julio Baptista e il fantasista francese Jérémy Ménez. Nel corso delle stagioni disputate, i tre giocatori alterneranno buone partite a prestazioni incolori, non consentendo così alla Roma di compiere il definitivo salto di qualità.[7] In estate la Roma non riesce ad aggiudicarsi la Supercoppa italiana 2008: la partita, terminata sul 2-2 dopo i tempi regolamentari e supplementari, vede prevalere l'Inter ai calci di rigore per 8-7.[34] In campionato la squadra, a causa dei numerosi infortuni occorsi ad alcuni giocatori fondamentali (compreso il capitano Totti) e della cattiva condizione generale della rosa, non va oltre il sesto posto, mentre in Champions viene eliminata agli ottavi dall'Arsenal.[7]
La mancata qualificazione alla più redditizia Champions League 2009-10 porta la dirigenza romanista a cedere al Liverpool il centrocampista Alberto Aquilani, cresciuto nel vivaio giallorosso.[35] Mentre Unicredit avvia le procedure giudiziali di recupero del proprio credito,[36] la società, non potendo destinare agli acquisti i soldi ricevuti, non riesce ad accontentare le richieste tecniche di Spalletti, dedicandosi solamente ad operazioni minori, tra le quali l'acquisto del difensore Nicolás Burdisso.[37] Dopo le sconfitte nelle prime due partite di campionato, Claudio Ranieri subentra a Spalletti come allenatore, portando la squadra a un inaspettato secondo posto in Serie A.[7]
Anni 2010
La transizione e gli inizi della Roma americana
La risoluzione dell'annosa controversia tra Italpetroli ed Unicredit viene affidata ad un arbitrato, durante il quale le parti pervengono ad un'intesa su un accordo riguardante la messa in vendita della Roma.[38] La stagione 2010-11 vede l'alternarsi nella panchina di Vincenzo Montella a Ranieri a stagione in corso, in Serie A i giallorossi disputano un campionato altalenante, che non impedisce però alla squadra di superare la fase a gironi di Champions League, dove verranno eliminati agli ottavi dallo Shakhtar Donetsk.[39][40] A metà agosto, al termine di un lunghissimo iter, si conclude la vendita della società giallorossa alla cordata statunitense composta da Thomas DiBenedetto, Richard D'Amore, Michael Ruane e James Pallotta, il quale sarebbe diventato in seguito il futuro presidente della società.[7] I primi anni della nuova Roma americana non ottengono risultati di vertice nonostante tra i nuovi acquisti figurino giocatori come Pablo Osvaldo, Miralem Pjanić e Marquinhos: nelle prime due stagioni, con Luis Enrique come allenatore nella prima stagione e Zeman e Andreazzoli nella seconda, la Lupa non riesce a qualificarsi neanche per l'Europa League, ottenendo anche una sconfitta dalla Lazio nella finale di Coppa Italia del 2013[7]
L'arrivo di Garcia e il ritorno di Spalletti
La necessità di ridurre le spese di gestione, dovuta al reiterato fallimento degli obiettivi sportivi prefissi, rende obbligatorie le cessioni di Marquinhos (ceduto al Paris Saint Germain per oltre 30 milioni di euro (e sostituito da Mehdi Benatia), Osvaldo e Lamela (vengono acquistati Adem Ljajić e Gervinho); viene inserito in rosa anche il versatile centrocampista Alessandro Florenzi, cresciuto nelle giovanili.[41][7] Si opta anche per un cambio di allenatore: viene ingaggiato l'ex Lilla Rudi Garcia,[42] con il quale la Roma recupera rapidamente convinzione e spirito di sacrificio, giungendo inaspettatamente al record italiano di dieci vittorie consecutive iniziali.[43] A dispetto del cammino da record, qualche successivo pareggio fa scivolare la Roma in seconda posizione, alle spalle della Juventus.[7] L'annata successiva il club riottiene il secondo posto in campionato grazie ai nuovi innesti Kostas Manolas (che ha sostituito Benatia) e Seydou Keita,[7] risultato che però non si ripete la stagione successiva nella quale, nonostante i rinforzi in attacco (Edin Džeko e Mohamed Salah) e in difesa (Antonio Rüdiger), i giallorossi, dopo una buona partenza iniziale, iniziano a accusare una serie di prestazioni scadenti, tra cui spicca il 6-1 subìto in Champions League in casa del Barcellona: Garcia viene sostituito da Luciano Spalletti, il quale porta la squadra a un terzo posto in campionato.[7] Nel 2016-17 la Roma, con la perdita di Pjanić compensata dai nuovi acquisti, non riesce a superare i play-off di Champions, arriva seconda in Serie A ma non ottiene risultati importanti nelle coppe.[7] Al termine di Roma-Genoa vi è un tributo a Francesco Totti, nella sua ultima partita da professionista.[44]
Note
- ^ a b Segio Salvi & Alessandro Savonarelli, Tutti I Colori Del Calcio. Storia E Araldica Di Una Magnifica Ossessione, Firenze, Le lettere, 2008.
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- ^ Il Tevere, 8 giugno 1927
- ^ Associazione Sportiva Roma — La fondazione, 7 giugno 1927 (PDF), su asroma.it, asroma.com. URL consultato il 9 giugno 2015 (archiviato dall'url originale l'11 giugno 2015).
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- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac ad ae af Corriere dello Sport-Rai Trade, DVD 2 (1942-1964) Gli assi dell'Olimpico), in La storia della Roma in 10 DVD, Corriere dello Sport, 2006.
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- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u Corriere dello Sport-Rai Trade, DVD 3 (1965-1973 L'era dei maghi: da Oronzo Pugliese a Helenio Herrera), in La storia della Roma in 10 DVD, Corriere dello Sport, 2006.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p Corriere dello Sport-Rai Trade, DVD 4 (1974-1982 La grande Roma di Nils Liedholm), in La storia della Roma in 10 DVD, Corriere dello Sport, 2006.
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- ^ a b c d e f g h i j k Corriere dello Sport-Rai Trade, DVD 6 (1984-1991 La Roma formato Coppa Italia), in La storia della Roma in 10 DVD, Corriere dello Sport, 2006.
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- ^ Mattia Chiusano, Affare fatto per Cassano al Real, la Roma avrà 5 milioni e mezzo, in la Repubblica, 30 dicembre 2005. URL consultato il 16 dicembre 2009.
- ^ Supercoppa all'Inter, che rimonta Roma a due facce, ha meno ricambi, in la Repubblica, 26 agosto 2006. URL consultato il 4 settembre 2017.
- ^ Chivu all'Inter, ora è ufficiale «Roma grazie, ma è una scelta di vita», in la Repubblica, 27 luglio 2007. URL consultato il 3 novembre 2009.
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- ^ Luca Valdiserri, Roma per la gloria e il bilancio, in Corriere della Sera, 1º ottobre 2008. URL consultato il 5 novembre 2009.
- ^ Totti sbaglia, Zanetti fa centro la Supercoppa va ai nerazzurri, 24 agosto 2008. URL consultato il 5 settembre 2017.
- ^ Aquilani firma 5 anni con il Liverpool, in Corriere della Sera, 7 agosto 2009. URL consultato il 5 settembre 2017.
- ^ Offensiva Unicredit contro l'Italpetroli della famiglia Sensi, in Corriere della Sera, 3 novembre 2009. URL consultato il 20 novembre 2009.
- ^ Roma, fatta per Burdisso Prestito: subito in campo?, in Gazzetta dello Sport, 22 agosto 2009.
- ^ Accordo tra Italpetroli e Unicredit. Rosella Sensi gestirà la Roma, in Il Sole 24 Ore, 8 luglio 2010. URL consultato il 4 settembre 2017.
- ^ Classifica Serie A, Stagione 2010/2011, in Corriere dello Sport. URL consultato il 4 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2011).
- ^ Fabrizio Bocca, Disfatta e gomitate la Roma degli orrori perde anche la faccia, in la Repubblica, 9 marzo 2011. URL consultato il 4 settembre 2017.
- ^ (EN) Marquinhos seals PSG switch, in ESPN, 19 luglio 2013. URL consultato il 4 settembre 2017.
- ^ Rudi Garcia, su asroma.it, asroma.com, 12 giugno 2013. URL consultato il 12 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 1º luglio 2015).
- ^ Una Roma da 10 e lode, su asroma.it, asroma.com, 1º novembre 2013. URL consultato il 4 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 1º luglio 2015).
- ^ Totti, un addio pieno d'amore: perché questo è il calcio e lui è la Roma, in Gazzetta dello Sport, 28 maggio 2017. URL consultato il 4 settembre 2017.
Bibliografia
Libri
- Annibale Bartolozzi, Capitano mio capitano. Storia della A.S. Roma attraverso i suoi capitani coraggiosi, Larus Editore, 2010, ISBN 978-88-599-4289-4.
Collegamenti esterni
- (it en) Sito ufficiale, su asroma.com. Lingua sconosciuta: it en (aiuto)
- (DE, EN, IT) Storia dell'Associazione Sportiva Roma, su Transfermarkt.it, Transfermarkt GmbH & Co. KG.