Società Italiana Vetro | |
---|---|
Stato | Italia |
Forma societaria | società per azioni |
Fondazione | 1962 |
Chiusura | 1995 |
Sede principale | Milano |
Settore | vetrario |
Società Italiana Vetro S.p.A. era una azienda pubblica italiana del gruppo EFIM. Operava nel settore della produzione di vetro piano greggio e vetro piano trasformato, sia con impiego nell'edilizia che nell'automotive.
Era il secondo produttore europeo di vetri per auto, con una quota di mercato del 22%, dopo Saint Gobain con il 38%.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]È stata fondata nel 1962 da Enrico Mattei, Finanziaria Ernesto Breda e Libbey. Eugenio Occorso racconta su La Repubblica[1] che Eni aveva scoperto in Abruzzo un giacimento di metano di qualità così scarsa da renderlo inutilizzabile per gli usi domestici. Allora si decise di usarlo per fondere il silice e fare il vetro . Rimase fino al 1985 proprietà di Eni (Samim S.p.A.)[2], poi SIV passa sotto il controllo di EFIM.
Nel 1994 venne privatizzata e ceduta per 210 miliardi di lire a Pilkington Italia SA (Gruppo Pilkington PLC) e Vetrotech Ltd (Gruppo Techint)[3]. Nel 1995 passa sotto il totale controllo dell'azienda anglosassone e diventa Pilkington SIV S.p.A..
Nel 2002 si trasforma in Pilkington Italia.
Nel frattempo, nel 2000, la giapponese NSG Group inizia a investire nel capitale della Pilkington, nel 2001 la NSG Group e la Pilkington diventano società affiliate, nel 2004 la NSG Group diventa azionista di maggioranza della Pilkington e nel 2006 ne acquisisce definitivamente la proprietà.[4]
Attività
[modifica | modifica wikitesto]SIV partecipava 25 società tra le quali Vetrerie del Mediterraneo, Conterie Veneziane di Murano, Veneziana Vetro (Porto Marghera, ex ENI-Samim) e la jv con Saint Gobain, Flovetro. Era infatti la capogruppo EFIM per il settore del vetro.[5][6]
Il primo stabilimento della società è stato quello di San Salvo (CH) che è in funzione ancora oggi.
Nel 1992 aveva realizzato un fatturato di 750 miliardi di lire,[7] con il 1991 chiuso con 5.220 dipendenti e 3.7 miliardi di utili.[8]
Aveva come clienti Opel[9], Fiat, Renault, Citroën, GM,[10] Rover, BMW, Audi, Innocenti, Maserati[11] con il 70% del fatturato dovuto a esportazioni.[12]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ repubblica.it
- ^ camera.it
- ^ agcm.it Archiviato il 9 gennaio 2001 in Internet Archive.
- ^ nsggroup.net
- ^ repubblica.it
- ^ eur-lex.europa.eu
- ^ camera.it
- ^ repubblica.it
- ^ repubblica.it
- ^ repubblica.it
- ^ corriere.it
- ^ corriere.it
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Massimiliano Affinito, Marcello De Cecco, Angelo Dringoli, Le privatizzazioni nell'industria manifatturiera italiana ISBN 9788879895927
Controllo di autorità | VIAF (EN) 77146094350800332748 · LCCN (EN) no2016038490 |
---|