Placido Cortese (Cherso, 7 marzo 1907 – Trieste, 15 novembre circa 1944) è stato un religioso e presbitero italiano. La Chiesa cattolica lo venera come Venerabile.[1]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nicolò Cortese nasce a Cherso (Cres, capoluogo dell'omonima isola nel golfo del Quarnaro) il 7 marzo 1907. Entra in seminario a Camposampiero dai francescani conventuali nel 1920. Veste l'abito religioso con il nome di fra Placido e, dopo il noviziato trascorso presso la basilica del Santo a Padova (1923-1924), compie gli studi presso la facoltà Teologica S. Bonaventura a Roma, ottenendo la licenza in teologia.
Dopo l'ordinazione sacerdotale (6 giugno 1930), svolgerà il suo apostolato nella basilica del Santo a Padova e, dal dicembre 1933, nella parrocchia di viale Corsica a Milano. Nel 1937 viene richiamato a Padova come direttore del Messaggero di Sant'Antonio, del quale riesce ad incrementare significativamente gli abbonati, portandoli da 200.000 ai circa 800.000 del 1943[2].
Ma l'interesse maggiore del padre Placido è costituito dal ministero in Basilica e dalla carità. Questa si estese anche agli internati - per lo più sloveni - nel campo di Chiesanuova (un sobborgo di Padova), deportati a seguito dell'occupazione italiana di una parte della Jugoslavia dopo lo smembramento del paese seguito alla sua invasione, e alla nascita in loco dei movimenti di resistenza[3].
Dopo l'armistizio di Cassibile si impegna attivamente per aiutare sbandati, ebrei e ricercati dal regime nazifascista. Si organizza una trafila di servizi clandestini. Da Padova la via della fuga in Svizzera passa per Milano, tramite padre Cortese, padre Carlo Varischi e il prof. Ezio Franceschini dell'Università Cattolica. La collaborazione tra Concetto Marchesi all'Università di Padova e Franceschini all'Università Cattolica fa nascere l'organizzazione FRA-MA. Tra le numerose persone che operavano in questa rete di salvataggio, particolare rilievo ebbero Armando Romani, le sorelle Martini (Teresa, Lidia e Liliana), Milena Zambon e Maria Borgato. Placido Cortese è anche in contatto con quel clero padovano che si impegnò attivamente fino a prendere le armi a fianco dei partigiani[4].
Viene tradito da due infiltrati nell'organizzazione. L'8 ottobre 1944 è arrestato e trasferito nel bunker della Gestapo di piazza Oberdan a Trieste dove viene sottoposto a tortura fino a morire; viene forse cremato nella Risiera di San Sabba.
Riconoscimenti
[modifica | modifica wikitesto]Il 29 gennaio 2002 il vescovo della diocesi di Trieste Eugenio Ravignani dà inizio al processo di beatificazione, conclusosi il 15 novembre 2003. Gli atti sono ora a Roma.
Alla memoria di Placido Cortese[5] è stata conferita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con decreto 5 giugno 2017, la medaglia d'oro al merito civile[6] consegnata nella pontificia Basilica di Sant'Antonio di Padova dal Presidente stesso l'8 febbraio 2018, con la seguente motivazione:
«Direttore del Messaggero di S. Antonio, durante la seconda guerra mondiale nel periodo della resistenza si prodigò, con straordinario impegno caritatevole e nonostante i notevoli rischi personali, in favore di prigionieri internati in un vicino campo di concentramento, fornendo loro viveri, indumenti e denaro. Dopo l'8 settembre 1943 entrò a far parte di un gruppo clandestino legato alla resistenza, riuscendo a far fuggire all'estero numerosi cittadini ebrei e soldati alleati, procurando loro documenti falsi. Per tale attività nel 1944 fu arrestato e trasferito nel carcere di Trieste, dal quale non fece più ritorno. Fulgido esempio di alti valori cristiani e di dedizione al servizio della società civile»
Riconoscimenti
[modifica | modifica wikitesto]- 1946: Attestato di benemerenza degli Alleati, firmato dal maresciallo H. R. Alexander
- 1948: Onorificenza della “croce di bronzo” da parte del presidente cecoslovacco Edvard Beneš
- 1951: Il Comune di Padova gli intitola una via cittadina
- Padova lo ha inserito tra i Giusti, nel Giardino dei Giusti inaugurato nel 2008, assieme a: Carlo Angela, Franca Decima, Parisina Lazzari, Delia Fasolato Mazzucato, le sorelle Teresa, Carla e Lidia Martini, Milena Zambon, Delfina e Maria Borgato, Giovanni Palatucci e Giorgio Perlasca[7].
- Il 7 marzo 2009 il Comune di Padova ha eretto un cippo in sua memoria presso la caserma Romagnoli di Chiesanuova (campo di internamento negli anni 1942 - 1943).
- Il 5 giugno 2017 il presidente della Repubblica Italiana S. Mattarella conferisce la medaglia d'oro al merito civile alla memoria.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Servo di Dio Placido (Nicolò) Cortese su santiebeati.it, su Santiebeati.it. URL consultato il 25 aprile 2021.
- ^ [1] Storia del Messaggero di S.Antonio
- ^ La riscoperta dell'esistenza di un campo di internamento per slavi a Padova-Chiesanuova la si deve agli studi di Carlo Spartaco Capogreco e di Alessandra Kersevan, oltre a una citazione di Paolo Rumiz in un articolo per La Repubblica. A livello locale l'oblio fu rimosso da una ricerca di Silvio Cecchinato, Un campo di concentramento fascista per slavi in Padova-Chiesanuova, Edito in proprio, Padova 2006, cui seguirono altre iniziative e altri studi.
- ^ [2] Archiviato il 7 maggio 2006 in Internet Archive. Centro Studi Luccini - visto 5 marzo 2009
- ^ Apollonio Tottoli, Padre Placido Cortese(2002), Messaggero, Padova
- ^ http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=346652 | Medaglia d'oro '
- ^ [3] Comune di Padova - visto 9 gennaio 2009
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Apollonio Tottoli, Ho soccorso Gesù perseguitato. Vita passione e morte del Padre Placido Cortese, Provincia Padovana F.M.C., Padova 2001, 206 p.
- Apollonio Tottoli, Padre Placido Cortese vittima del nazismo, Edizioni Messaggero, Padova, 2002, 224 pag., ISBN 88-250-1149-0
- Paolo Damosso, Padre Placido Cortese. Il coraggio del silenzio, Edizioni Messaggero, Padova 2006, 96 p. + DVD
- Il coraggio del silenzio. Padre Placido Cortese (DVD in italiano, inglese, sloveno e croato con documentario di Paolo Damosso ed extra), NOVA-T e Messaggero di Sant'Antonio, Padova 2007.
- Silvio Cecchinato, Un Campo di concentramento fascista in Padova-Chiesanuova (1941-1943), Premio Negrello "Due Sorgenti Oliero", 12.5.2007
- Silvio Cecchinato, Togliamo il silenzio sulle storie non gradite, intervista in "La Lampada", Tempio Internato Ignoto, pp. 7-9, n. 2 - novembre 2007
- Silvio Cecchinato, Gli internati di Chiesanuova morivano di fame, in "La Difesa del Popolo" del 15 marzo 2009 pphttps://commons.wikimedia.org/wiki/File:Difesa_15_marzo_2009_con_intervista_ricercatore_storico_Cecchinato_Silvio.jpg. 34-35
- Franco Biasia, Il campo di concentramento per internati civilidi Chiesanuova-Padova, in "LA LAMPADA" Tempio Internato Ignoto n.3 aprile 2009 p. 14 + DVD http://commons.wikimedia.org/wiki/File:BIASIA_Franco_La_Lampada_n.3_aprile_p._14.pdf http://commons.wikimedia.org/wiki/File:BIASIA_Franco_La_Lampada_n.3_aprile_2009_p._15.pdf http://commons.wikimedia.org/wiki/File:BIASIA_Franco_La_Lampada_n.3_aprile_2009_p._16.pdf http://commons.wikimedia.org/wiki/File:BIASIA_Franco_La_Lampada_n._3_aprile_2009_p._17.pdf
- Ivo Jevnikar e Apollonio Tottoli (a cura di), Padova-Chiesanuova, Un campo di concentramento e la carità di un frate, Over-Oltre (Gabriele Toso fotografo & videomarker), Padova 2009, 88 p.
- Cristina Sartori, Padre Placido Cortese, Edizioni Messaggero, Padova 2010, 134 p.
- Silvio Cecchinato, Una statua per padre Cortese alla Romagnoli, Il Mattino di Padova 15.3.2018, pag. 15
- Silvio Cecchinato, Placido CORTESE nel Lager di Chiesanuova-Chiesa e Stato dimenticano l'aiuto dato agli internati Slavi, Il Mattino di Padova 13.3.2018, p. 18
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Placido Cortese
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Placido Cortese, su Santi, beati e testimoni, santiebeati.it.
- Padre Placido contro i nazisti, su istrianet.org. URL consultato l'11 gennaio 2023 (archiviato dall'url originale il 15 aprile 2013).
- [4][collegamento interrotto]Splinder - visto 9 gennaio 2009
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