Paolo Supino | |
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Nascita | Pisa, 25 novembre 1893 |
Morte | Roma, 1973 |
Religione | Ebraismo |
Dati militari | |
Paese servito | Italia Italia |
Forza armata | Regio Esercito Esercito Italiano |
Corpo | Fanteria |
Grado | Generale di divisione |
Comandante di | Scuola di guerra dell'esercito Divisione corazzata "Centauro" |
Pubblicazioni | vedi qui |
Altre cariche | Ingegnere |
dati tratti da Gli ebrei in Italia tra persecuzione fascista e reintegrazione postbellica[1] | |
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Paolo Supino (Pisa, 25 novembre 1893 – Roma, 1973) è stato un generale italiano, considerato, insieme ad Amedeo Mecozzi, uno dei massimi teorici nazionali della guerra fredda e della strategia globale.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Pisa il 25 novembre 1893,[1] figlio di Raffaele e Elena Galligo. Arruolatosi nel Regio Esercito ne scalò la gerarchia militare, fino ad arrivare al grado di colonnello, ottenuto il 26 luglio 1938.[2] Ebreo, con l’approvazione delle leggi razziali, avvenuta nel novembre dello stesso anno, fu posto in congedo[N 1] assoluto[2] a partire dal 31 dicembre. Laureatosi in ingegneria,[3] nel dopoguerra rientrò nei ranghi dell’esercito italiano, divenendo uno dei massimi teorici nazionali della guerra fredda e della strategia globale.[4] Ricoprì gli incarichi di Comandante delle Scuole d’Applicazione d’Arma,[5] della Scuola di guerra dell'esercito[5] e della Divisione corazzata "Centauro".[3] Fu promosso generale di divisione[5] nel 1954, poco dopo la sua messa in posizione ausiliaria,[1] e ricoprì anche gli incarichi di Capo di Gabinetto del Ministero della guerra[5] e poi di quello della Difesa[5] e fu il primo Segretario generale dell’Esercito.[5]
Sposato con Emma Esdra, la coppia ebbe tre figli. Si spense a Roma nel 1973.[1]
La nuova strategia militare italiana
[modifica | modifica wikitesto]Tra il 1951 e il 1965 scrisse numerose opere di carattere militare, e pubblicò numerosi articoli sulla Rivista Militare[4] collaborando anche con l’Enciclopedia Treccani. Il suo pensiero prevedeva due aspetti considerati fondamentali: una precisa soluzione di continuità tra strategia classica e strategia globale nucleare,[6] e la possibilità di razionalizzare[N 2] la guerra, riducendo il previsto spazio tra lasciato all’imprevisto e a tutti i fattori non quantificabili.[6] Se nella guerra fredda assumeva importanza la “strategia della minaccia” che mirava ad ottenere la dissuasione, altrettanta ne assumeva la preparazione che diventava decisiva.[6] Se una nuova guerra convenzionale avrebbe nuovamente ridotto l’Europa ad un cumulo di macerie, altrettanto, e più rapidamente, l’avrebbe fatto una guerra nucleare.[6] Pertanto si sarebbe dovuto ricorrere a tutte le strategie possibili che non prevedevano l'uso delle armi,[6] ma non si doveva disarmare completamente la nazione e disporre di un valido strumento militare che prevedeva validi armamenti convenzionali e anche armi nucleari.[6] Inoltre la mobilitazione in caso di guerra di grandi contingenti di uomini era da considerarsi superata,[6] in quanto le vie di comunicazione sarebbero state tra gli obiettivi primari del nemico e lo spirito combattivo dei soldati mobilitati sarebbe stato da considerarsi, quanto meno, incerto.[6] Il conflitto sarebbe iniziato con le stesse forze disponibili in tempo di pace, e si doveva disporre di un esercito formato da volontari ben armati ed addestrati, con elevata prontezza operativa,[6] grande mobilità supportata dall’aviazione militare da trasporto e da combattimento.[7] L’impiego dell’aeronautica non doveva essere subalterno a quello delle forze terrestri, ma si doveva operare in completa sintonia mediante una completa strategia interforze.[7]
Pubblicazioni
[modifica | modifica wikitesto]- Considerazioni sulla battaglia moderna, Edizioni Rivista Militare, Roma, 1951.
- Aspetti della guerra moderna, Edizioni Rivista Militare, Roma, 1952.
- Problemi dell’esercito, capi, quadri, specializzati, Collezione Gladio, Roma, 1954.[8]
- Saggi sulla ricerca operativa e sull’automazione, Arti Grafiche Istituto Editoriale, Roma, 1958.
- Dalla strategia classica alle nuove strategie, Edizioni Rivista Militare, Roma, 1962.
- Strategia globale, Editrice Frusinate, Frosinone, 1965.
Articoli
[modifica | modifica wikitesto]- I campi minati tedeschi e alleati nella testa di sbarco di Anzio, in Rivista Militare, Ministero della Difesa – Esercito, Roma, anno IV, n. 7, luglio 1948.
- Carri armati e strade ordinarie, in Rivista Militare, Ministero della Difesa – Esercito, Roma, anno IV, n. 11, novembre 1948.
- La preparazione dei quadri presso gli eserciti moderni, in Rivista Militare, Ministero della Difesa – Esercito, Roma, anno VII, n. 2, febbraio 1951.
- Carichi eccezionali per strutture ordinarie con particolare riguardo alle opere d’arte delle strade ordinarie, Atti e rassegna tecnica della Società degli Ingegneri e degli Architetti di Torino, Nuova Serie, Torino, Anno 7, numero 6, giugno 1953.
- I parametri della concezione strategica, in Rivista militare, Ministero della Difesa – Esercito, Roma, anno XIII, n. 2, febbraio 1957.
Note
[modifica | modifica wikitesto]Annotazioni
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Tra gli ufficiali posti in congedo ricordiamo Umberto Beer, Giorgio Morpurgo, Umberto Pugliese, Ettore Ascoli, Giorgio Liuzzi, Daniele Pescarolo, ecc.
- ^ Tale razionalizzazione era già prevista nel pensiero militare di Antoine de Jomini e di Nicola Marselli.
Fonti
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d Pavan, Schwarz 2001, p. 167.
- ^ a b Rossi 2003, p. 10.
- ^ a b Carichi eccezionali per strutture ordinarie con particolare riguardo alle opere d’arte delle strade ordinarie, Atti e rassegna tecnica della Società degli Ingegneri e degli Architetti di Torino, Nuova Serie, Torino, Anno 7, numero 6, giugno 1953, pag.220.
- ^ a b Biagini, Alberini 2001, p. 205.
- ^ a b c d e f Corsini 2011, p. 47.
- ^ a b c d e f g h i Biagini, Alberini 2001, p. 206.
- ^ a b Biagini, Alberini 2001, p. 207.
- ^ Corsini 2011, p. 42.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Ferruccio Botti, L'arte militare del 2000 - uomini e strategie tra XIX e XX secolo, Roma, Edizioni Rivista Militare, 1998.
- Antonello Biagini e Paolo Alberini, Il convegno nazionale di Storia Militare, Roma, Commissione Italiana di Storia Militare, 2001.
- Stefano Mangullo, Dal fascio allo scudo crociato. Cassa per il Mezzogiorno, politica e, Milano, Franco Angeli Editore, 2015, ISBN 8-89170-757-0.
- Ilaria Pavan e Guri Schwarz, Gli ebrei in Italia tra persecuzione fascista e reintegrazione postbellica, Firenze, Editrice La Giuntina, 2001, ISBN 8-88057-139-7.
- Gianni Rossi, La destra e gli ebrei: una storia italiana, Soveria Mannelli, Rubbettino Editore, 2003, ISBN 8-84980-592-6.
Periodici
[modifica | modifica wikitesto]- Gualtiero Corsini, Riflessioni sui marescialli, in Rivista Militare, n. 4, Roma, Ministero della Difesa, ottobre-novembre-dicembre 2011, pp. 42-47.