Paola Del Din | |
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Soprannome | Renata |
Nascita | Pieve di Cadore, 22 agosto 1923 |
Dati militari | |
Paese servito | Comitato di Liberazione Nazionale |
Forza armata | Brigate Osoppo |
Specialità | Guerra partigiana |
Anni di servizio | 1943 - 1945 |
Guerre | Seconda guerra mondiale |
Campagne | Guerra di liberazione italiana |
Battaglie | Resistenza veneta |
Azioni | Prima donna paracadutista italiana a fare un lancio di guerra |
Decorazioni | Medaglia d'oro al valor militare |
Altre cariche | Presidente regionale dell'Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi in Guerra Presidente dell’Associazione Partigiani Osoppo Presidente della Federazione Italiana Volontari della Libertà |
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Paola Del Din (Pieve di Cadore, 22 agosto 1923) è una partigiana italiana, nota durante la Resistenza con il nome di battaglia di "Renata", medaglia d'oro al valor militare. Nota per essere stata la prima donna paracadutista italiana a fare un lancio di guerra.[1]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Subito dopo l'armistizio, con il fratello Renato, ex allievo della Scuola Militare di Milano (poi diventata Teulié) ed ufficiale dell'8* reggimento Alpini (Divisione Julia), entrò nella resistenza in Friuli-Venezia Giulia nelle file della Brigata Osoppo con il nome di battaglia "Renata".
Durante la guerra prese parte a numerosi e rischiosi incarichi come staffetta e informatrice.
Dopo l'uccisione del fratello da parte dei tedeschi, per incarico della "Osoppo" e su richiesta alleata, riesce a raggiungere gli alleati a Firenze per consegnare documenti di particolare rilievo. Per continuare la sua opera patriottica e rientrare in Friuli, frequenta un corso di paracadutismo e il 9 aprile 1945 si lancia in una zona del Friuli dove prendere contatto con la missione alleata e con la formazione Osoppo. All'atterraggio si frattura una caviglia, ma riesce comunque ad adempiere i suoi compiti e a consegnare i documenti che aveva con sé. In seguito attraversa a più riprese le linee di combattimento, per portare messaggi a reparti alleati in avanzata.
Addestrata dalle forze britanniche è la prima donna paracadutista italiana, e probabilmente l'unica, ad aver compiuto un lancio di guerra[2].
Dopo la Liberazione si laurea in lettere all'Università di Padova, dove insegna per alcuni anni prima di vincere una borsa di studio Fulbright presso l'Università della Pennsylvania dove consegue il titolo di "Master of Arts". Rientrata in Italia, si dedica all'insegnamento nella scuola pubblica.
Nel febbraio del 2007 viene riconfermata alla presidenza nazionale della Federazione Italiana Volontari della Libertà, che lascia nel giugno 2008. È presidente regionale della Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi in Guerra e, dal 2020, è Presidente Onoraria dell'Associazione Nazionale Paracadutisti d'Italia.
Dopo aver espresso pubblicamente la propria opinione in merito all'organizzazione Gladio, con la frase «pur non avendone fatto parte, io non mi sono mai sentita di esprimere un giudizio negativo su Gladio», durante le celebrazioni a Udine del 25 aprile 2005, una trentina di militanti di Rifondazione Comunista e altre formazioni politiche contestarono pesantemente il suo discorso . Il fatto fu fortemente condannato dal segretario regionale dell'ANPI, Luciano Rapotez. I capigruppo di minoranza del Consiglio regionale friulano presentarono una mozione di solidarietà a Paola Del Din che, nella seduta n.118 del 26 maggio 2005, venne respinta con 17 voti favorevoli e 26 voti contrari[3][4].
Nel 2010 Paola Del Din assieme a Carlo Giovanardi ha protestato contro il ministero dei Beni Culturali per la sua attività attorno alla Malga di Porzûs. La protesta della Del Din verteva attorno alle motivazioni riportate nel decreto ministeriale che avrebbe dovuto rendere le Malghe "bene d'interesse culturale", poiché, secondo l'ex partigiana, la ricostruzione dell'eccidio - copiata[5] dalla voce di Teknopedia corrispondente[6] - era «una porcheria»[7]. Il decreto fu quindi ritirato dal ministro Sandro Bondi e poi riproposto con una motivazione storicamente attendibile nel novembre dello stesso anno[8].
Onorificenze e riconoscimenti
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- L'onorificenza fu consegnata ufficialmente dal generale comandante della Regione militare Nord-Est Lodovico Donati, il 23 maggio 1960, al cospetto dei reparti militari d'onore, schierati nella piazza d'armi di Padova.
— 23 novembre 2007[10]
- Presidente Onorario dell'Associazione Nazionale Paracadutisti d'Italia (A.N.P.d'I.)[12]
- Madrina del 46º Corso "L.Di Bernardo" della Scuola Sottufficiali Carabinieri di Firenze (1993-1995).
- Madrina del 186º Corso "Dignità" (2004-2006) dell'Accademia militare di Modena.
- Madrina del 201º Corso "Esempio" (2019-2021) dell'Accademia militare di Modena.
- Madrina del corso "Del Din" (2007-2010) della Scuola militare "Teulié" di Milano.
- Insignita del titolo "Cadetto ad honorem" dell'Accademia Militare di Modena in data 18/10/2021 nel corso di una cerimonia per il cambio di Comandante nella stessa Accademia.[13]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Chi è Paola Del Din, partigiana e medaglia d'oro, su corriere.it. URL consultato il 28 aprile 2023.
- ^ Raffaele Oriani, La mia vita da partigiana senza paura di volare [collegamento interrotto], in Il Venerdì di Repubblica, 21 luglio 2017, pp. 52-53. URL consultato il 9 aprile 2020.
- ^ Tommaso Cerno, L'Anpi condanna l'attacco alla Del Din. Ma Rc rincara: noi contestiamo Gladio, in Messaggero Veneto, 27 aprile 2005. URL consultato il 9 aprile 2020.
- ^ Regione Friuli-Venezia Giulia, Atti consiliari, seduta n.118 del 26 maggio 2005, pagg.21-36
- ^ "Teknopedia, conto su di te. Ma attenti alla gaffe" da "L'eco di Bergamo" del 28 maggio 2010
- ^ Versione della voce a gennaio 2010, periodo in cui è stato diffuso il documento del ministero
- ^ Pasticcio storico su Porzûs: Bondi blocca il riconoscimento, in messaggeroveneto.gelocal.it, 27 maggio 2010.
- ^ Fabrizio Caccia, Porzûs, corretti gli errori della «relazione copiata», in Corriere della Sera, 27 novembre 2010. URL consultato il 6 settembre 2012 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2013).
- ^ DEL DIN Paola, su quirinale.it, Presidenza della Repubblica Italiana. URL consultato il 9 aprile 2020.
- ^ La partigiana Paola Del Din cittadina onoraria di Tolmezzo (PDF), in Patria Indipendente, ANPI, 27 gennaio 2008, p. 44. URL consultato il 9 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 24 marzo 2020).
- ^ Carlo Benfatti, La paracadutista partigiana Paola diventa poggese (PDF), in Gazzetta di Mantova, 25 aprile 2012, p. 28. URL consultato il 9 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 5 aprile 2023).
- ^ Organigramma Nazionale, su assopar.it, Associazione Nazionale Paracadutisti d'Italia. URL consultato il 1º maggio 2023.
- ^ Il Generale di Divisione Rodolfo Sganga ha ceduto il comando al Generale di Brigata Davide Scalabrin., su esercito.difesa.it. URL consultato il 28 aprile 2023.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Enzo Collotti, Renato Sandri, Frediano Sessi, Dizionario della Resistenza, Torino, Einaudi, 2001, ISBN 88-06-15855-4.
- Del Din Paola, su anpi.it.
- Francesco Graziani, regia di Leonardo Patané (a cura di), 25 Aprile - Dietro le linee nemiche, su raiplaysound.it, 25 aprile 2023. URL consultato il 20 settembre 2023.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Paola Del Din, in Donne e Uomini della Resistenza, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia.
- 25 Aprile - Dietro le linee nemiche, su raiplaysound.it, 25 Apr 2023. URL consultato il 13 novembre 2023.
- Del Din Paola, su fiapitalia.it.
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