Profondamente segnata dalla dissoluzione dell'Unione Sovietica, la Marina ha sofferto di un lungo periodo di stagnazione dovuto sia all'assenza di una strategia d'impiego sia di un apparato statale/governativo forte. La mancanza di fondi adeguati, infine, portò, dagli anni 1990 all'inizio degli anni duemila, alla cronica insufficiente manutenzione dei mezzi e alla scarsa formazione del personale, situazioni che contribuirono a un esteso stato di degrado delle risorse a disposizione della Marina stessa.
Nell'agosto 2014, il Ministro della difesaSergej Šojgu ha affermato che le capacità navali russe sarebbero state rafforzate con nuove armi ed equipaggiamenti entro i successivi sei anni in risposta agli schieramenti della NATO nell'Europa orientale e ai recenti sviluppi in Ucraina e nel Mar Nero.
Al 2021, è in corso un ambizioso piano di ammodernamento delle unità navali della Forza armata già supportato negli anni precedenti da un consistente miglioramento delle condizioni di servizio dei coscritti e delle infrastrutture a loro disposizione e supportato attivamente dall'industria cantieristica domestica.
La Voenno-morskoj flot, in qualità di componente delle Forze Armate della Federazione Russa, è responsabile della protezione degli interessi della Russia e in particolare delle operazioni militari navali.
La marina russa ha la capacità: di effettuare attacchi con armi nucleari verso obiettivi terrestri, di distruggere flotte e basi navali, di contrastare le linee navali nemiche, di proteggere il trasporto marittimo, di dispiegare delle forze terrestri in operazioni di sbarchi in teatri di operazioni militari.
La marina russa ha i seguenti obiettivi:
dissuadere l'utilizzo o la minaccia della forza militare contro la Russia;
proteggere la sovranità della Russia in mare, così come la libertà dei mari;
creare e mantenere delle condizioni per garantire la sicurezza delle attività economiche marine della Russia;
assicurare la presenza navale della Russia nel mondo;
garantire la partecipazione della comunità internazionale al mantenimento della pace e ad azioni umanitarie che rientrano negli interessi della Russia.
A seconda della situazione politico-militare (tempo di pace, periodo di minacce, tempo di guerra) le missioni della marina russa sono differenziate a seconda del contesto.
in russoРоссийский [...] флот?, Rossijskij [...] flot, in italiano: Flotta del Regno Russo;
dal 2 novembre 1721 al 16 aprile 1917
in russoРоссийский императорский флот?, Rossijskij imperatorskij flot, in italiano: Flotta dell'Impero russo;
dal 16 aprile 1917 al 30 dicembre 1937
in russoМорские силы Рабоче-Крестьянской Красной Армии Союза ССР?, Morskie silы Raboče-Krestʹjanskoj Krasnoj Armii Sojuza SSR, in italiano: Forze navali dell'Armata Rossa degli Operai e dei Contadini dell'URSS;
dal 30 dicembre 1937 al 14 febbraio 1992
in russoВоенно-Морской Флот СССР?, Voenno-Morskoj Flot SSSR, in italiano: Flotta Militare-Marittima dell'URSS;
dal 14 febbraio 1992:
in russoВоенно-Морской Флот Российской Федерации?, Voenno-Morskoj Flot Rossijskoj Federacii, in italiano: Flotta Militare-Marittima della Federazione Russa.
La crisi economica che seguì allo scioglimento dell'URSS, nel 1992, portò a una drastica riduzione degli stanziamenti per le Forze Armate. In particolare, mantenere l'enorme esercito ereditato dalla disciolta Unione Sovietica, alla luce delle disastrose condizioni economiche, costituiva un'impresa proibitiva per la neonata Federazione Russa.
La conseguenza fu un declino generale dello status delle Forze Armate, sorte a cui non sfuggì la marina. Una grossa parte delle navi venne letteralmente abbandonata nei porti, a causa dell'impossibilità sia di ripararle, sia di demolirle per carenza di fondi[1]. Inoltre, tutti i programmi di aggiornamento delle unità navali in servizio vennero cancellati o, nella migliore delle ipotesi, subirono drastici ridimensionamenti e grossi ritardi.
Il 1985 è l'apogeo della marina sovietica, tuttavia, la dissoluzione dell'Unione Sovietica e la conseguente drastica riduzione delle spese militari hanno prodotto la cancellazione di diversi progetti navali (che erano all'epoca in corso), e la radiazione (a volte anticipata) di molte navi e sottomarini.
La dismissione di molte unità arrivate a fine vita operativa, la dismissione prematura di molte altre unità e la cancellazione o il rallentamento nella costruzione di nuove unità, hanno prodotto il declino e la riduzione della flotta; inoltre alcune unità passarono dalla marina sovietica alle marine militari nate a seguito dell'indipendenza delle Repubbliche dell'Unione Sovietica, in particolare la marina ucraina ereditò diverse unità.
La crisi generale delle forze armate russe ebbe effetti deleteri non solo sugli organici, ma anche, più in generale, sull'operatività delle navi rimaste in servizio.
Infatti, spesso, molte unità considerate "operative", in realtà erano ferme nei porti (questo valeva soprattutto per le grandi unità, che hanno costi di gestione sicuramente più alti), oppure prendevano il mare solo saltuariamente. Questo ha provocato un generale abbassamento del livello di preparazione degli equipaggi, e quindi delle effettive capacità operative della marina nel suo insieme.
Il discorso sulle unità operative, poi, è molto complicato soprattutto per quanto riguarda i sottomarini. Infatti, determinare lo status effettivo di unità di questo tipo è piuttosto difficile.
Occorre poi considerare che le unità radiate o in riserva, spesso, venivano letteralmente abbandonate nei porti, e le navi in riparazione giacevano per anni sugli scali a causa dell'impossibilità di reperire i fondi per i lavori.
I rischieramenti "fuori area" della marina, molto frequenti ai tempi dell'Unione Sovietica, si sono praticamente azzerati. Infatti, per tutti gli anni 1990, l'unica operazione di questo tipo degna di nota effettuata dalla marina della Federazione Russa ha riguardato l'invio di due unità della Flotta del Mar Nero (Kil'din e Liman, navi da appoggio appartenenti alla classe Moma) nel Mar Mediterraneo, per operare azioni di contrasto alle forze NATO durante l'operazione Allied Force. Occorre comunque precisare che il ridimensionamento dell'attività ha colpito principalmente le unità di superficie. Infatti, i sottomarini nucleari hanno proseguito le loro crociere lungo le coste americane (anche se in numero minore rispetto a prima), e vi sono stati numerosi casi di portaerei atomiche dell'US Navy che hanno riferito di essere state "pedinate" anche per giorni da sottomarini della classe Oscar.
Si è quindi avuto un drammatico declino della marina russa, che è proseguito per tutti gli anni novanta ed è culminato con la tragedia del sottomarinoK-141 Kursk, nella quale, oltre alla perdita dell'unità, si è avuta la morte di tutto l'equipaggio.
La scarsità di risorse economiche, poi, ha imposto alla marina di rinunciare praticamente alla totalità delle sue basi all'estero.
Negli anni novanta, l'attività delle navi russe è stata molto scarsa. La tabella seguente[5] mostra il drastico ridimensionamento numerico sofferto dalla marina russa dopo il 1992.
Di seguito, nel dettaglio, le classi e le unità dismesse e cancellate negli anni 1990. Non sono incluse le unità da sbarco minori, i sottomarini non da combattimento (per operazioni speciali, sperimentali e da appoggio) e le unità da appoggio alle operazioni della flotta.
Incrociatori: i rimanenti incrociatori della classe Sverdlov furono radiati all'inizio degli anni 1990, così le unità della classe Kresta I, della classe Kresta II, e tre unità (su quattro) della classe Kynda, mentre solo tre unità (su dieci) della classe Slava furono completate (la quarta nave rimase incompiuta e le altre sei furono cancellate), e infine la quinta unità della classe Kirov fu cancellata, mentre la prima unità della classe (la Kirov) fu messa fuori servizio nel 1992.
Fregate e Navi ASW: dismissione delle rimanenti unità della classe Petya e della classe Mirka, inizio dismissione delle più vecchie unità della classe Krivak, cancellazione di cinque unità (su sette) della classe Neustrašimyj (la prima fu commissionata nel 1993 e la seconda nel 2009), inizio costruzione di due unità della classe Gepard (che entreranno in servizio più di dieci anni dopo) e cancellazione della classe Novik (fregata).
Corvette e Piccole Navi ASW: dismissione delle unità della classe Poti, della prima serie della classe Nanuchka, mentre la classe Bora (composta da due unità) fu iniziata a metà degli anni 1980, ma entrò in servizio alla fine degli anni 1990.
SSK: dismissione completa della classe Zulu, della classe Whiskey e della classe Foxtrot, dismissione parziale della classe Romeo e della classe Tango, cancellazione di alcune unità della classe Kilo (che fu commissionata a partire dagli anni 1980) e forte rallentamento nella realizzazione della classe Lada (il primo sottomarino fu impostato nel 1997 per poi entrare in servizio nel 2010, il secondo fu impostato solo nel 2005).
SSA(N): ingresso in servizio della classe X-Ray (tre SSAN), della classe Uniform (tre SSAN), impostazione del Losharik (un SSAN, commissionato negli anni 2010); ritiro dal servizio della classe Bravo (quattro SSA), classe India (due SSA), del BS-555 (un SSA), ingresso in servizio della classe Losos (due SSA, decommissionati nel 1996), del S-533 Forel (un SSA, decommissionato nel 2002) e impostazione del B-90 Sarov (un SSA, commissionato nel 2008).
Nello specifico, l'unica portaerei oggi operativa è l'Admiral Kuznecov (ex Tbilisi). La gemella Varjag venne abbandonata incompleta presso il cantiere navale di Nikolaev nel 1992, e successivamente venduta alla Cina. I tre esemplari della classe Kiev sono stati radiati nel 1993, sia per motivi economici, sia per la difficoltà di svolgere l'ordinaria manutenzione (il cantiere navale di Nikolaev, dov'erano state costruite, è oggi in Ucraina), mentre l'esemplare modificato Admiral Gorškov è stato messo in riparazione nel 1995 in seguito a un incidente. Nel 2004 è stato venduto all'India, ed è sottoposto a lavori di aggiornamento per la stessa (ingresso in servizio era previsto nel 2012). I due esemplari della classe Moskva sono stati formalmente radiati nel 1992, anche se in pratica non erano più operativi dalla fine degli anni ottanta. Il programma Ul'janovsk, riguardante la costruzione di portaerei a propulsione nucleare, è stato cancellato nel 1992 per mancanza di fondi e l'unico esemplare in costruzione, mai ultimato, venne demolito sullo scalo.
Gli incrociatori sono passati dai trentadue esemplari del 1985 ai quattro attuali. Nello specifico, si tratta dell'incrociatore da battaglia atomico lanciamissili Pëtr Velikij (ex Jurij Andropov), appartenente alla classe Kirov dai tre esemplari della classe Slava (Varjag, Moskva e Maršal Ustinov), e da un'unità della classe Kara (il Kerč'). Risulta sottoposto a lavori di aggiornamento l'Admiral Nachimov (classe Kirov), mentre gli altri due esemplari non sono più operativi (uno è stato smantellato, l'altro è da anni in attesa di riparazione). Tutti gli Sverdlov, risalenti ai primi anni cinquanta, sono stati radiati entro l'inizio degli anni novanta, così come i Kresta e i Kynda.
Gran parte dei cacciatorpediniere missilistici oggi in servizio in Russia appartengono alle classi Sovremenny e Udaloj. Tuttavia, alcune unità sono state radiate o vendute all'estero (Cina), mentre altre risultano in riparazione/revisione. Tutti i programmi relativi alla costruzione di queste classi sono stati cancellati, con l'eccezione dei Sovremenny costruiti per la Cina. Attualmente, risulta un Sovremenny in costruzione, ma non si conosce lo stato di avanzamento dei lavori e non è chiaro se sia per la Marina Russa. Risulta operativo un esemplare della classe Kara (il Kerč', che però in Russia è considerato incrociatore), con un altro paio di esemplari in revisione, e un Kashin.
La forte diminuzione del numero delle fregate è dovuto al fatto che gran parte delle classe Krivak sono state radiate (oggi, escludendo quelle in servizio con la Guardia di Frontiera Federale Russa, ne sopravvivono tre/quattro). Inoltre, il programma Neustrašimyj, riguardante la costruzione di una nuova classe di fregate, ha subito un fortissimo ridimensionamento, tanto che oggi è entrata in servizio la sola capoclasse (un altro esemplare è in costruzione). Invece, il programma Novik, relativo a una versione economica delle Neustrašimyj, è stato cancellato.
Le corvette operative sono passate dai circa 200 esemplari del 1990 alla sessantina attuale. Le navi oggi operative appartengono alle classi Parchim (costruita in Germania Est, è sostanzialmente una copia su licenza delle Grisha V), Nanuchka, Grisha (solo esemplari delle ultime versioni) e Bora (entrati in servizio a partire dal 1997). Sono stati interamente radiati entro la prima metà degli anni novanta tutti gli esemplari delle classi Mirka, Petya, Riga e Koni.
Le navi da pattugliamento sono solo un quarto di quello che erano nel 1990. Infatti, le classi più vecchie sono state ritirate dal servizio attivo nel corso degli anni novanta, e oggi sopravvivono solo i superstiti delle classi Yaz, Pauk, Tarantul, Matka e Turya. Inoltre, occorre considerare che gran parte di queste unità sono in servizio con la Guardia di Frontiera Federale Russa. Risultano ritirate dal servizio le classi Poti, Stenka e Osa.
Il numero delle navi anfibie operative ha subito un calo piuttosto drastico. Occorre considerare che, in generale, alcune di queste unità (soprattutto con riferimento alle classi più anziane) sono oggi utilizzate come chiatte o mezzi da trasporto. Oggi sopravvivono solo una ventina di navi anfibie della classi Alligator e Ropucha, oltre che pochi hovercraft delle classi Pomornik e Polnocny (questi ultimi nella sola Flottiglia del Caspio). Delle grandi navi da sbarco della classe Ivan Rogov, ne rimane operativa solo una, della quale è prevista la revisione a partire dal 2007. Inoltre, tutti i programmi relativi allo sviluppo degli ekranoplani sono stati cancellati nel 1992.
La flotta sovietica di sottomarini nucleari lanciamissili balistici (SSBN), che era probabilmente la più numerosa del mondo, ha subito un drastico ridimensionamento. Questa diminuzione numerica è dovuta sia alla radiazione delle classi più vecchie, sia allo smantellamento di alcuni esemplari per ottemperare alle disposizioni dei trattati sul disarmo. In particolare, entro la prima metà degli anni novanta, si è avuta la totale radiazione delle classi Delta I e II e della classe Yankee (di cui sopravvivono però un paio di esemplari disarmati, utilizzati per scopi di ricerca e appoggio). La classe Delta III è stata ridotta a un terzo, mentre è rimasta operativa la classe Delta IV. Per quanto riguarda i giganteschi sottomarini della classe Typhoon, oggi ne rimangono tre (su sei), non tutti pienamente operativi e dal destino incerto. Considerando l'età dei mezzi radiati, si può vedere che si è trattato di un vero e proprio processo di razionalizzazione della flotta: infatti, la marina russa ha più volte dichiarato che il numero minimo desiderabile di SSBN non avrebbe mai dovuto essere inferiore a dodici unità, e infatti non si è mai scesi sotto questa soglia.
Il numero di sottomarini equipaggiati con missili a crociera o antinave (SSGN) è passato da settantadue alla decina attuale. Il motivo di questo crollo è dovuto alla radiazione, avvenuta nei primi anni novanta, delle classi Juliett ed Echo, che risalivano agli anni sessanta. In questo periodo, si è anche avuta la radiazione delle meno numerose classi Charlie e Yankee Notch. Attualmente, sopravvivono solo i moderni Oscar, progettati appositamente per il contrasto alle portaerei atomiche americane. Anche in questo caso, quindi, si è trattato di un processo di razionalizzazione degli organici.
Gli SSN operativi sono passati da settanta alla ventina attuale. I battelli appartengono soprattutto alla classe Akula, la più recente. Tuttavia, sono in servizio anche tre esemplari della classe Sierra (unici sottomarini esistenti oggi con lo scafo interamente in titanio), oltre che una manciata di Victor III. Circa quaranta battelli della classe Victor sono stati radiati nel corso degli anni novanta, mentre il ritiro dal servizio dei vecchi classe November era iniziato già a fine anni ottanta e si è concluso nel 1992. Per quanto riguarda i classe Alfa, i sottomarini con la più alta velocità mai entrati in servizio, sono stati tutti radiati nella prima metà degli anni novanta. Oggi ne sopravvive solo uno, utilizzato come nave test.
Il numero di sottomarini convenzionali è passato dai sessantacinque del 1990 alla ventina del 2005. Questo ridimensionamento è dovuto alla radiazione delle classi Foxtrot e Tango[6].
La situazione ha iniziato a mutare a partire dal 2003, quando vennero tenute diverse esercitazioni navali. La maggiore fu probabilmente l'esercitazione russo-indiana INDRA 2003, che coinvolse due cacciatorpediniere della Flotta del Pacifico e quattro navi della Flotta del Mar Nero (comandate dall'incrociatore Moskva, appartenente alla classe Slava). Si trattò di un'operazione notevole, perché la marina russa dimostrò di essere in grado di mantenere per tre mesi una flotta di sei navi nell'oceano Indiano. Un'altra importante esercitazione fu la Vostok-2003 (in agosto), che coinvolse navi da guerra e anfibie della Flotta del Pacifico. A tale esercitazione presero parte anche navi e mezzi aerei di Sud Corea e Giappone.
Nel 2004 la Flotta del Nord tenne un'importante esercitazione navale che coinvolse tredici navi di superficie (compresi la portaereiAdmiral Kuznecov e l'incrociatore missilistico classe KirovPëtr Velikij) e sette sottomarini. Tuttavia, nonostante le enormi dimensioni, il successo dell'esercitazione fu oscurato dal fallimento di due lanci consecutivi di missili balistici.
Nel 2005 le esercitazioni proseguirono. In particolare, grande importanza ebbero Peace Mission 2005 con la Cina (in agosto) e INDRA 2005 con l'India (in ottobre). Tuttavia, vi furono problemi per la marina in luglio, quando il DSRVAS-28 (appartenente alla classe Priz), operativo con la Flotta del Pacifico, rimase bloccato nel corso di un'operazione di riparazione subacquea, e fu recuperato (con tutto l'equipaggio) dalla Royal Navy.
Nel 2006 l'IISS stimava in 142 000 uomini il personale della marina russa.
Tra la fine del 2007 e l'inizio del 2008 si è avuto il più grande rischieramento fuori area effettuato dalla marina russa da 15 anni. Il rischieramento è stato effettuato nel Mar Mediterraneo e nell'Atlantico settentrionale, e iniziò il 4 dicembre 2007. Le maggiori unità impiegate sono state la portaereiAdmiral Kuznecov, i due cacciatorpediniere della classe UdalojAdmiral Levčenko e Admiral Čabanenko, e l'incrociatoreMoskva della classe Slava. Queste navi sono state accompagnate da numerose unità da appoggio. L'esercitazione, che si è conclusa in febbraio, ha visto la partecipazione anche di quaranta aerei.
A partire dal 2008 il servizio militare è stato ridotto a un anno e un importante ridimensionamento e sforzo riorganizzativo ha coinvolto l'intera forza armata.
L'incrociatore Kerč', unica unità ancora operativa della classe Kara, fino all'incendio del dicembre 2014[7]
Marinai russi durante la celebrazione della Giornata della Marina a Sebastopoli nel 2012
Accurati piani di modernizzazione della flotta russa si sono resi necessari a partire dagli anni 2010 quando una serie di avvenimenti ha sottolineato l'importanza ricoperta dalla componente navale delle forze armate della Federazione nella difesa di siti strategici, territori e aree esclusive di sfruttamento economico (EEZ) di interesse nazionale.
Tra questi, vi sono:
la capacità di proiezione delle forze navali nel Mar Nero (anche a fronte di un'intensificata attività della NATO conseguente all'annessione della Crimea)
il presidio delle rotte artiche;
la difesa di porti e centri produttivi dislocati sul Mar Baltico.
Il miglioramento della situazione economica, guidato dagli alti prezzi di gas e petrolio, ha consentito l'inizio (o la ripresa) di importanti programmi di costruzioni navali nonché la realizzazione di progetti cantieristici dal tonnellaggio importante, capacità persa con la dissoluzione dell'Unione Sovietica.
L'ammodernamento della flotta, seppur con sensibili ritardi e continue, profonde revisioni dei progetti navali, è proseguito su più fronti, tra cui:
la modernizzazione delle grandi unità di superficie (cacciatorpediniere e incrociatori);
la ripresa dell'attività cantieristica propriamente detta, attraverso la realizzazione di nuove navi di medie e piccole dimensioni (fregate, navi da sbarco, corvette, cacciamine);
lo sviluppo di nuove classi di sottomarini (SSBN, SSGN e SSK).
Al 2014 erano circa 850 (incluse le navi da appoggio) le unità della marina in servizio.
A seguito della crisi di Crimea del 2014 e il regime sanzionatorio internazionale adottato nei confronti della Federazione Russa, 186 componenti, più o meno complesse, utilizzate in ambito militare sono state oggetto di embargo rallentando o addirittura sospendendo la prosecuzione di numerosi progetti navali.[8] La sospensione della consegna delle sole turbine a gas provenienti dall'Ucraina sospesero la costruzione delle fregate classe Admiral Gorshkov (immesse in servizio solo a partire dal 2018) e di cinque unità della classe Admiral Grigorovič causando l'abbandono della produzione al di là dei tre esemplari già consegnati.
In questa cornice di avvenimenti si colloca il blocco della fornitura di due navi da sbarco classe Mistral, poi vendute alla marina egiziana.[9]
A partire dal settembre 2015, complice l'impegno di un contingente militare russo a supporto dell'esercito siriano, molteplici unità della Marina russa hanno compiuto missioni finalizzate all'indebolimento dell'ISIS e delle fazioni ribelli siriane. Tali operazioni hanno seguito un percorso ascendente di complessità e hanno avuto il merito di dimostrare un'inaspettata combat readiness dell'apparato navale russo e di capacità offensive in costante aumento.
Il 1º ottobre 2015 è stato condotto con successo il primo attacco missilistico navale contro obiettivi terrestri nella storia della Marina russa, capacità rimasta fino a quel momento sconosciuta alle controparti occidentali. Inoltre, tale operazione ha rappresentato il battesimo del fuoco dei nuovi missili cruise di fabbricazione russa Kalibr, lanciati da unità di superficie dislocate al largo delle coste siriane e nel Mar Caspio. Nelle settimane successive sono seguiti ulteriori lanci anche da sottomarini d'attacco classe Kilo in navigazione sommersa, inediti vettori di questo sistema d'arma.
Alla Marina russa è stato dato in concessione ventennale dalle autorità siriane l'utilizzo della base navale di Tartus, oggetto di ampliamento e ammodernamento nel corso della seconda metà degli anni 2010.
Contemporaneamente alle operazioni navali, sono proseguiti a ritmi serrati lo sviluppo e l'introduzione di nuovi sistemi d'arma imbarcati: tra questi i missili Kalibr nelle varie versioni, i P-800 Oniks, i missili intercontinentali R-30 Bulava, il sistema antiaereo Pantsir-M e il sistema SAM Poliment-Redut basato sull'S-350. È inoltre stato confermato lo sviluppo di un missile antinave ipersonico, lo Zirkon.
Nel 2018 viene commissionata la prima fregata di nuova produzione dall'era sovietica, la Admiral Gorshkov.
Rilevante, infine, la ripresa di crociere a lungo raggio delle unità della marina negli oceani Atlantico, Pacifico e Indiano.
Negli anni 2020 proseguono i lavori di ringiovanimento della flotta con la messa in servizio di nuove classi di corvette missilistiche (Gremyascij, Karakurt e Merkurij) e di nuove unità di prima linea dal tonnellaggio superiore alle 4 000 tonnellate.
Nel luglio 2020 viene consegnato alla Marina il primo esemplare di sottomarino SSBN classe Borei aggiornato. L'anno successivo seguono ulteriori esemplari della rinnovata classe Yasen-M. Proseguono i test dei nuovi sistemi d'arma ipersonici Zirkon.
Nel giugno 2021 la forza armata conduce un'esercitazione su larga scala a circa 25 miglia dalle isole Hawaii, la prima di questo genere nella recente storia della marina della Federazione.[10]
Il 23 giugno 2021, al largo delle coste della Crimea, il cacciatorpediniere HMS Defender della Royal Navy sconfina per 3 km all'interno delle acque territoriali russe causando un grave incidente diplomatico tra i due Paesi.[11] A seguito dell'esplosione di colpi di avvertimento l'unità britannica devìa la rotta riportandosi in acque internazionali.[12] Dell'incidente vengono rilasciate numerose testimonianze audio e video registrate a bordo di tutte le unità coinvolte.
L'incrociatore Pëtr Velikij della classe Kirov, in navigazione, è l'unico esemplare operativo di questa classe, che con l'esclusione delle portaerei, sono le navi da combattimento più grandi oggi in servizio operativo
L'Aviazione di marina della Flotta militare marittima russa (in russoМорская авиация Военно-морского флота России?, Morskaja aviacija Voenno-morskogo flota Rossii, abbreviato in МА ВМФ России sulle code degli aerei[14].) costituisce l'aviazione navale della Russia. Essa subentra alla Forza aerea della marina dell'Unione Sovietica (in russoВоенно-воздушные силы Военно-морского флота СССР?, Voenno-vozdušnыe silы Voenno-morskogo flota SSSR).
Anch'essa ha subito un forte ridimensionamento a seguito della dissoluzione dell'Unione Sovietica, se infatti alla fine degli anni 1980 poteva contare su un'aviazione imbarcata composta da 80 Yak-38, 113 Ka-25 e 106 Ka-27, alla fine degli anni 1990 essa constava di 10 Su-25UTG, 52 Su-27K (Su-33), 73 Ka-25 e 119 Ka-27. Ma la riduzione più consistente si ebbe nell'aviazione basata a terra ad ala fissa che passava dai 770 aerei nel 1985, ai 745 nel 1990, ai 420 nel 1995, nel 430 nel 2000, ai 279 nel 2005 fino ai 260 nel 2008; viceversa la componente elicotteristica basata a terra rimase piuttosto stabile, con circa 300 elicotteri.
Ogni flotta della marina russa include una componente terrestre; nell'ottobre 1989 furono create le Truppe costiere (in russoБереговые войска (БВ)?, Beregovыe vojska (BV)) e queste sono organizzate in due unità (che erano preesistenti):
le Truppe costiere missilistiche e d'artiglieria (in russoБереговые ракетно-артиллерийские войска (БРАВ)?, Beregovыe raketno-artillerijskie vojska (BRAV)), incaricate della difesa delle coste contro attacchi navali e sbarchi. Esse sono dotate di sistemi missilistici e d'artiglieria costiera (antinave, antiaerei e anticarro) e mezzi corazzati (carri armati, IFV, APC e semoventi). Ognuna delle quattro Flotte e la Flottiglia del Caspio sono dotate di diverse unità raggruppate in brigate, reggimenti o battaglioni.
Il Gidrografičeskaja služba Rossii[16] è il servizio idrografico della marina russa dipendente dal Ministro della difesa della Federazione russa; il nome completo (dal 2006) è in russoУправление Навигации и Океанографии Министерства Обороны Российской Федерации (УНиО Минобороны России)?, Upravlenie Navigacii i Okeanografii Ministerstva Oboronы Rossijskoj Federacii (UNiO Minoboronы Rossii), la cui traduzione italiana è: "Dipartimento di navigazione e oceanografia del Ministero della Difesa della Federazione Russa" (DNeO Ministero della Difesa Russo).
La marina russa risulta composta da quattro flotte e una flottiglia e ha in carico di 280 unità, tra navi e sottomarini (escluse le unità d'appoggio). Inoltre ogni flotta ha alle sue dipendenze un'aviazione di marina e delle truppe costiere. Di seguito le flotte in ordine decrescente di grandezza:
I gradi della marina della Federazione russa hanno ereditato i corrispondenti gradi della marina sovietica. Il grado più alto nella marina è Ammiraglio della flotta che però è un titolo onorifico e non è stato più concesso dal 2007 dopo il ritiro dal servizio dell'ammiraglioVladimir Masorin. I gradi oggi assegnati sono stati definiti con decreto presidenziale nº 293 dell'11 marzo 2010.
I progetti riguardanti le più grandi unità navali quali il cacciatorpediniere pesante Lider e la portaerei Shtorm sono attualmente on hold; a essi sono stati preferiti programmi di riconversione di unità navali già in servizio e lo sviluppo di programmi meno ambiziosi e più economici quali, ad esempio, una versione pesante delle fregate classe Gorshkov.
^abLa Squadra del Mediterraneo della Marina russa (o il Dispositivo di collegamento della Marina russa nel Mediterraneo) è uno squadra (o anche una forza d'impiego visto che è costituita ad hoc) creata il 21 settembre 2013 per svolgere le sue attività navali nel Mar Mediterraneo. La squadra navale è subordinata al comando della Flotta del Mar Nero ed è composta da unità navali provenienti dalle 4 Flotte della Marina russa. Tale squadra navale ha base nel porto militare russo di Tartus (o anche installazione logistica) ed è l'erede del 5ª Squadra del Mediterraneo (1967-1992) della Marina sovietica.
^La 77ª brigata fu sciolta nel 2008, tuttavia due battaglioni sussistono: il 414º battaglione autonomo di fanteria di marina e il 727º battaglione autonomo di fanteria di marina.
^Come completo: in russoОперативное соединение ВМФ России на Средиземном море?, Operativnoe soedinenie VMF Rossii na Sredizemnom more, in italiano: "Forza d'impiego della Marina militare russa nel Mediterraneo".
Francesco Fatutta, Marina sovietica e russa (1946-1999) : Repertorio del naviglio (tomo I), in Supplemento, n. 517, Roma, Rivista marittima, novembre 1999, ISSN 0035-6964 (WC · ACNP), SBNNAP0267409.
Francesco Fatutta, Marina sovietica e russa (1946-1999) : Repertorio del naviglio (tomo II), in Supplemento, Roma, Rivista marittima, novembre 2000, ISSN 0035-6964 (WC · ACNP), SBNNAP0267410.
Francesco Fatutta, Marina sovietica e russa (1946-1999) : Repertorio del naviglio (tomo III), in Supplemento, n. 524, Roma, Rivista marittima, giugno 2001, ISSN 0035-6964 (WC · ACNP), SBNNAP0267411.
(RU) М. Terešina, История российского флота (Istorija rossijskogo flota), Mosca, 2014, ISBN978-5-699-76413-6.