Le lettere patenti sono provvedimenti aventi forza di legge emanati da un sovrano senza l'approvazione di nessun Consiglio. Esse corrispondono a decreti emanati dal governo, ma non necessitano di una conversione in legge ed entrano immediatamente in vigore. Possono anche sancire provvedimenti amministrativi e in questo caso hanno valore di ordinanza. Per antonomasia in Italia, quelle con cui re Carlo Alberto concesse nel 1848, primo sovrano e stato nella penisola italiana, i diritti civili e politici (compreso l'accesso alla carriera accademica e a quella militare) a valdesi ed ebrei.[1][2]
Il termine patenti si riferisce alla validità erga omnes, ossia nei confronti di tutti, dei provvedimenti, in contrapposizione alle "lettere chiuse" (litterae clausae) che avevano natura privata.
Riconoscimento della nobiltà
[modifica | modifica wikitesto]Le lettere patenti furono utilizzate anche come documento, concesso dal sovrano, per attestare o conferire la nobiltà di una persona. Il sovrano era generalmente insindacabile nell'esercizio di questa sua prerogativa.
Esempi particolari sono le lettere patenti di "nobiltà generosa" diffuse nella Sardegna aragonese, come i titoli di rango e nobilitazione, particolari per il valore certificatorio della nobiltà generosa e per conferire, al contempo, la nobiltà ereditaria; presso la Santa Sede, ciò avvenne per mezzo dei conferimenti del Cavalierato della milizia aurata (Speron d'Oro), ad vitam-ad personam, ma perpetuo nella nobiltà (fino alle modifiche giuridiche di Gregorio XVI nel 1841) e poi con il Cavalierato di gran croce dell'Ordine Piano (dalla Fondazione di Pio IX alle modifiche di Pio XII).[3][4]
Diplomazia
[modifica | modifica wikitesto]Il nuovo Zingarelli[5] le definisce documenti conferiti dallo Stato invitante al console, mediante cui quest'ultimo è legittimato ad agire in qualità di organo diplomatico.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ https://www.chiesavaldese.org/aria_cms.php?page=32
- ^ Luciano Violante, Tullia Zevi, Gianni E. Rostan, Gustavo Zagrebelsky, Alberto Cavaglion, Mario Miegge, Jean Baubérot, 1848-1998. Il lungo cammino della libertà. Centocinquantesimo anniversario del riconoscimento dei diritti civili e politici alle minoranze valdese ed ebraica, Roma, Camera dei deputati, 1998.
- ^ Brancaleone, "Legislazione Nobiliare Pontificia" (Rivista araldica del Collegio araldico romano, anno 1903)
- ^ Bertucci, "I Titoli nobiliari e cavallereschi pontifici", 1925.
- ^ Undicesima edizione, gennaio 1986, ISBN 88-08-02908-5
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su lettere patenti
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) letters patent, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | Thesaurus BNCF 51742 · LCCN (EN) sh85076247 · J9U (EN, HE) 987007563022905171 |
---|