Lenticchia | |
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Vicia lens | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Superrosidi |
(clade) | Rosidi |
(clade) | Eurosidi |
(clade) | Fabidi |
Ordine | Fabales |
Famiglia | Fabaceae |
Sottofamiglia | Faboideae |
Tribù | Fabeae |
Genere | Vicia |
Specie | V. lens |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Sottoregno | Tracheobionta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Rosidae |
Ordine | Fabales |
Famiglia | Fabaceae |
Sottofamiglia | Faboideae |
Tribù | Vicieae |
Genere | Vicia |
Specie | V. lens |
Nomenclatura binomiale | |
Vicia lens (L.) Coss. & Germ., 1845 | |
Sinonimi | |
Cicer lens |
La lenticchia (Vicia lens (L.) Coss. & Germ., 1845) è una pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Fabaceae (o Leguminose)[1], coltivata sin dall'antichità.
È una pianta annuale, i cui frutti sono dei legumi che contengono due semi rotondi appiattiti, commestibili, ricchi di proteine e ferro, noti come lenticchie.
Se ne coltivano diverse varietà, e sono particolarmente apprezzate in Europa, anche se la produzione mondiale in quest'area non è elevata.
Rappresenta una delle prime specie domesticate: testimonianze archeologiche relative alla grotta di Franchthi in Grecia dimostrano che venisse mangiata tra il 13.000 e l'11.000 a.C..[2]
È stata una delle prime colture domesticate e il suo consumo viene attestato nell'episodio biblico di Esaù, nella Genesi.[3]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]La lenticchia è una pianta annuale erbacea, alta da 20 cm a 70 cm. Gli steli sono dritti e ramificati oppure prostrati.
Le foglie sono alterne e composte (imparipennate con 10-15 foglioline oblunghe) e terminano con un viticcio generalmente semplice o bifido. Sono munite alla base di stipole dentate.
I fiori, a corolla papilionacea tipica della sottofamiglia delle Faboideae, sono di color bianco o blu pallido e riuniti in gruppi da due a quattro. Il calice è regolare, a cinque denti sottili e relativamente lunghi. La fioritura avviene tra maggio e luglio.
I frutti sono dei legumi appiattiti, lunghi circa 1,5 centimetri, contenenti due semi, di circa 0,5 centimetri di diametro, dalla caratteristica forma a lente leggermente bombata. Il colore dei semi varia secondo le varietà da pallido (verde chiaro, biondo, rosa) a più scuro (verde scuro, bruno, violaceo).
La lenticchia ha germinazione ipogea, il che significa che i cotiledoni del seme germinante rimangono nel terreno e all'interno del tegumento del seme. Pertanto in questa fase, è meno vulnerabile al gelo, all'erosione del vento o agli attacchi di insetti.
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]Questa specie è originaria delle regioni temperate calde del vecchio mondo:[1]
- Nord Africa: Marocco, Algeria
- Sud dell'Europa: Spagna, Francia e Grecia.
- Asia Minore e Vicino Oriente: Turchia, Siria, Libano, Israele, Palestina, Giordania, Iraq, Iran
- Caucaso e Asia Centrale: Afghanistan, Pakistan, Himalaya occidentale
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]Il primo uso della parola "lens" per designare il genere risale al XVII secolo da parte del botanico Tournefort.[4]
La parola lens per la lenticchia è di origine classica romana o latina, forse derivata da una prominente famiglia romana chiamata Lentulus, proprio come il cognome "Cicero" è derivato dal cece, Cicer arietinum.[5]
Tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]Il genere Vicia fa parte della sottofamiglia Faboideae, che è contenuta nella famiglia delle Fabaceae, comunemente nota come famiglia delle leguminose.
Classificazioni precedenti inserivano la lenticchia nel genere Lens con L. culinaris coltivata e sei taxa selvatici correlati.
Coltivazione
[modifica | modifica wikitesto]La lenticchia è relativamente tollerante alla siccità e viene coltivata in tutto il mondo. Le lenticchie possono crescere su vari tipi di terreno, da quello sabbioso a quello argilloso, ma crescono meglio nei terreni sabbiosi profondi con fertilità moderata. Il pH ideale del terreno è intorno a 7. Le lenticchie non tollerano la sommersione o il ristagno d'acqua.[6]
Le lenticchie migliorano le proprietà fisiche dei terreni e aumentano la resa delle successive colture di cereali. La fissazione biologica dell'azoto o altri effetti rotazionali potrebbero essere la ragione delle rese più elevate dopo le lenticchie.[7]
Le condizioni di coltivazione delle lenticchie variano a seconda delle diverse regioni di coltivazione. Nei climi temperati le lenticchie vengono piantate in inverno e in primavera, quando le temperature sono basse, e la crescita vegetativa avviene nella tarda primavera e in estate. Le precipitazioni in questo periodo non sono limitate. Nelle zone subtropicali, le lenticchie vengono piantate a temperature relativamente elevate alla fine della stagione delle piogge e la crescita vegetativa avviene grazie all'umidità residua del terreno nella stagione estiva. Le precipitazioni in questo periodo sono limitate. Nell'Asia occidentale e nel Nord Africa, alcune lenticchie vengono piantate come raccolto invernale prima delle nevicate. La crescita delle piante avviene durante lo scioglimento della neve. Con questo tipo di coltivazione, la resa dei semi è spesso molto più elevata.[8]
Varietà
[modifica | modifica wikitesto]Esistono quattro categorie principali di lenticchie: marroni, verdi, rosse/gialle e speciali.[9]
Le lenticchie marroni sono la varietà più comune: il loro colore può variare di colore dal marrone al nero scuro e hanno un sapore delicato e terroso.[9]
Le lenticchie verdi sono molto simili alle lenticchie marroni, ma hanno un sapore più robusto e leggermente pepato e sono disponibili in diverse dimensioni. Le lenticchie verdi possono avere un colore da un verde pallido a un verde scuro con sfumature di blu e nero.[9]
Le lenticchie rosse e gialle hanno un colore che varia dal giallo dorato all'arancione e al rosso. Sono anche l'unica varietà venduta spaccata. Queste lenticchie un po' dolci sono molto comuni nella cucina indiana e mediorientale e sono la chiave per piatti classici come il dhal indiano.[9]
Esistono molte altre varietà di lenticchie speciali, ma due sono le più comuni: la beluga nera e la Puy. Entrambe le varietà più piccole delle lenticchie marroni o verdi e hanno un sapore ricco e terroso.[9]
Tra le cultivar italiane, si ricordano la lenticchia di Onano, la lenticchia di Altamura e la lenticchia di Castelluccio di Norcia (IGP).[10]
Produzione
[modifica | modifica wikitesto]Produzione di lenticchie – 2022[11] | |
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Paease | Milioni di t |
Canada | 2.3 |
India | 1.3 |
Australia | 1.0 |
Turchia | 0.4 |
Russia | 0.3 |
Mondo | 6.7 |
Secondo i dati forniti dalla FAO, nel 2013 la produzione mondiale di lenticchie è stimata in 4,9 milioni di tonnellate.[12]
Il Canada produce la quota maggiore (2,2 milioni di tonnellate) pari a circa il 34% della produzione mondiale totale, quasi tutta (95%) nella provincia di Saskatchewan. L'India è il secondo produttore mondiale, guidata dagli stati del Madhya Pradesh e dell'Uttar Pradesh, che insieme rappresentano circa il 70 %della produzione nazionale di lenticchie.
Usi
[modifica | modifica wikitesto]Le lenticchie possono essere consumate ammollate, germinate, fritte, al forno o bollite – il metodo di preparazione più comune.[13] I semi richiedono un tempo di cottura da 10 a 40 minuti, a seconda della varietà; le varietà piccole, senza buccia, come la comune lenticchia rossa, richiedono tempi di cottura più brevi (e a differenza della maggior parte dei legumi, non necessitano di ammollo). La maggior parte delle varietà ha un sapore caratteristico e terroso. Le lenticchie con la buccia rimangono intere anche se cotte con moderazione, mentre quelle senza buccia tendono a disintegrarsi in una densa purea, che può essere utilizzata per preparare vari piatti. La composizione delle lenticchie conferisce un'elevata capacità emulsionante che può essere ulteriormente incrementata dalla fermentazione dell'impasto nella panificazione.[14]
Le lenticchie bollite sono composte per il 70% da acqua, per il 20% da carboidrati, per il 9% da proteine e per lo 0,4% da grassi. Le lenticchie contengono carotenoidi, luteina e zeaxantina e acidi grassi polinsaturi.[15]
Avversità
[modifica | modifica wikitesto]Le malattie da funghi che colpiscono la lenticchia sono l'antracnosi (Ascochyta pisi), la ruggine (Uromyces ervi), la peronospora (Peronospora viciae) e il marciume basale (Sclerotinia sclerotiorum). Tra gli insetti il più dannoso è il tonchio (Bruchus signaticornis).
Aspetti medici
[modifica | modifica wikitesto]Nella lenticchia è noto essere contenuta una proteina (epitope) con elevato potere allergizzante: Len c 1. Questa proteine spesso è causa di allergie alimentari anche gravi specie nella prima infanzia.[16]
Riferimenti culturali
[modifica | modifica wikitesto]Quella delle lenticchie viene ritenuta una delle più antiche coltivazioni dell'uomo, che si stava avvicinando all'agricoltura.[17]
Secondo la tradizione, le lenticchie simboleggiano la prosperità e il denaro, in quanto hanno una forma che ricorda quella delle monete. Per tale motivo, in Italia durante il cenone di San Silvestro si mangiano le lenticchie (spesso come accompagnamento di zampone o cotechino), come simbolo di prosperità per l'anno nuovo.
Nella cultura ebraica le lenticchie, insieme alle uova, fanno parte delle cerimonie tradizionali del lutto perché la loro forma rotonda simboleggia il ciclo di vita dalla nascita alla morte.
In Etiopia le lenticchie stufate chiamate kik o kik wot accompagnano la focaccia injera, il piatto nazionale. Lenticchie a pasta gialla sono inoltre usate per fare uno stufato non piccante che è uno dei primi cibi solidi per lo svezzamento dei bambini.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (EN) Vicia lens, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 21 aprile 2023.
- ^ Springer, su link.springer.com.
- ^ Antico Testamento, Libro della Genesi, 25, 29-34
- ^ The lentil: botany, production and uses, CABI, 2009, ISBN 978-1-84593-487-3.
- ^ Harold McGee, "On Food and Cooking", 2004 Edition, Scribners. ISBN 0-684-80001-2
- ^ The lentil: botany, production and uses, CABI, 2009, ISBN 978-1-84593-487-3, OCLC 435462765.
- ^ Lentil: an ancient crop for modern times, Springer Verlag, 2007, ISBN 978-1-4020-6312-1, OCLC 213090571.
- ^ Lentil: an ancient crop for modern times, Springer Verlag, 2007, ISBN 978-1-4020-6312-1, OCLC 213090571.
- ^ a b c d e Everything You Need to Know About Lentils | 2016 International Year of Pulses, su www.fao.org. URL consultato il 30 novembre 2024.
- ^ eAmbrosia, su ec.europa.eu. URL consultato il 30 novembre 2024.
- ^ Production of lentils in 2022; Crops/World Regions/Production Quantity/Year from pick lists, su fao.org, United Nations Food and Agriculture Organization, Statistics Division, 2024. URL consultato il 15 gennaio 2024.
- ^ (EN) FAOSTAT, su faostat3.fao.org, Food And Agriculture Organization Of The United Nations - Statistics Division. URL consultato il 19 marzo 2015.
- ^ The lentil: botany, production and uses, CABI, 2009, ISBN 978-1-84593-487-3, OCLC 435462765.
- ^ Pushkar Singh Bora, Functional properties of native and succinylated lentil (Lens culinaris) globulins, in Food Chemistry, vol. 77, n. 2, 1º maggio 2002, pp. 171–176, DOI:10.1016/S0308-8146(01)00332-6. URL consultato il 20 settembre 2024.
- ^ Bing Zhang, Zeyuan Deng e Yao Tang, Fatty acid, carotenoid and tocopherol compositions of 20 Canadian lentil cultivars and synergistic contribution to antioxidant activities, in Food Chemistry, vol. 161, 15 ottobre 2014, pp. 296–304, DOI:10.1016/j.foodchem.2014.04.014. URL consultato il 20 settembre 2024.
- ^ The food allergy database has moved to www.inflammation-repair.manchester.ac.uk/informAll, su foodallergens.ifr.ac.uk. URL consultato il 19 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2010).
- ^ * Tommaso Maggiore, Francesco Salamini Ricerca, innovazione e progresso dell’agricoltura Rivista i tempi della terra (archiviato dall'url originale il 19 gennaio 2019).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (RU) Elena Ivanovna Barulina, Čečevica SSSR i drugich stran, Leningrado, Institut Rastenievodstva, 1930.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni sulle lenticchie
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) lentil, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
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