La grande bellezza è un film del 2013 co-scritto e diretto da Paolo Sorrentino. Ha vinto il Premio Oscar come miglior film in lingua straniera.
È stato presentato in concorso al Festival di Cannes 2013.[1][2] Nel 2014 ottiene il Golden Globe e il BAFTA nella stessa categoria, quattro European Film Awards, nove David di Donatello (su 18 nomination), cinque Nastri d'Argento e numerosi altri premi internazionali[3][4][5][6].
Il titolo del film è tratto da un copione inutilizzato dell'attore casertano Roberto De Francesco, amico di Sorrentino[7][8].
Trama
[modifica | modifica wikitesto]Jep Gambardella è un navigato giornalista di costume e critico teatrale, uomo affascinante, impegnato per lo più a vagare tra gli eventi mondani di una Roma immersa nella bellezza della sua storia e nello squallore e superficialità dei suoi abitanti d'oggi, in un contrasto impietoso. Cimentatosi in gioventù anche nella scrittura creativa, è autore di una sola opera, L'apparato umano. Nonostante gli apprezzamenti e i premi ricevuti,[9] Jep non ha più scritto altri libri, non solo per pigrizia, ma soprattutto per un blocco creativo dal quale non riesce a uscire.[10] Col tempo, lo scopo della sua esistenza è diventato quello di trasformarsi in un "mondano". Jep partecipa ogni notte a un teatrino confuso e annoiato di amici intimi e compagni di sventure, tra i quali: Romano, scrittore teatrale mai realizzato e perennemente al guinzaglio di una giovane donna che lo sfrutta senza ricambiare il suo sentimento; Lello, ricco venditore all'ingrosso di giocattoli dalla parlantina sciolta e marito infedele di Trumeau; Viola, facoltosa borghese e madre di un ragazzo affetto da gravi problemi psichici di nome Andrea; Stefania, egocentrica scrittrice radical chic; Dadina, la direttrice nana del giornale per il quale Jep scrive.
Anche la vita culturale non è più in grado di fornirgli stimoli, come quando assiste alla performance di un'osannata artista concettuale[11] e poi in un'intervista ne smaschera l'inconsistenza intellettuale.
Una mattina, tornando da uno di quegli insipidi salotti, Jep incontra sul pianerottolo di casa il marito di Elisa, donna che un tempo era stata il suo primo (e probabilmente unico) vero amore: l'uomo, in lacrime, gli comunica che Elisa è morta lasciando dietro di sé solo un diario chiuso da un lucchetto, che l'uomo ha violato e in cui la donna narra dell'amore mai sopito verso Jep. Il marito ha scoperto così di essere stato, per 35 anni, nient'altro che "un buon compagno". Il vedovo, ora afflitto, tuttavia ben presto troverà consolazione nell'accoglienza affettuosa della sua domestica straniera. L'episodio, unito al compimento del suo 65º compleanno, spinge Jep a una profonda e malinconica rivisitazione della sua vita, a una lunga meditazione su se stesso e sul mondo che lo circonda, e soprattutto innesca in lui un pensiero che, probabilmente, albergava nascosto in lui da molto tempo, quello di cimentarsi ancora nella scrittura.
Roma diventa così teatro onirico di feste, vignette, presagi e incontri casuali: da Ramona, avvenente spogliarellista figlia di un suo vecchio amico, al cardinale Bellucci, in cui è più viva la passione per la cucina che per la fede cattolica; ma soprattutto la città diventa il vero palcoscenico di Jep stesso, sempre più convinto della futilità e dell'inutilità della sua esistenza. Il sogno di recuperare la sua identità di scrittore e letterato, di ritornare a quell'innocente bellezza del primo amore adolescenziale, sembrano infrangersi di fronte allo spettacolo squallido e miserabile con cui ogni sera egli deve e al contempo vuole confrontarsi.
Ben presto anche il giro di frequentazioni di Jep si riduce: Ramona, con cui aveva instaurato un rapporto casto e profondo, muore per un male inguaribile che era anche la causa inconfessata del suo continuo bisogno di denaro, lamentato dal padre; Romano, ormai deluso dall'ingannevole fascino di Roma, lascia la città salutando solo lui; Stefania, umiliata da Jep che le aveva rivelato in faccia i suoi scheletri nell'armadio e le sue menzogne, abbandona il circolo mondano dello scrittore, rincontrandolo solo in seguito e mostrandosi cambiata; Andrea, il figlio di Viola, si suicida schiantandosi volontariamente con l'auto e dopo la sua morte la madre dona tutti i suoi beni alla Chiesa cattolica e diventa missionaria in Africa.
La povertà di contenuti che egli continua a scorgere nelle feste trash e volgari cui malgrado tutto partecipa lo induce intanto, in un momento di ebbrezza, a un'amara confessione a cuore aperto sull'incapacità di adattarsi al mondo circostante.
Si direbbe il segno di un fallimento durato un'intera vita, ma, proprio nel momento in cui le speranze sembrano abbandonarlo definitivamente, ecco che l'illuminazione arriva: dopo aver ospitato a cena una ultracentenaria missionaria cattolica nel terzo mondo in "odore di santità" – incontro combinato da Dadina nella vana speranza di fargliela intervistare – Jep si reca all'Isola del Giglio per un reportage sul naufragio della Costa Concordia[12], che la stessa Dadina da tempo gli chiedeva. Lì rivive in un flashback la sua prima volta con Elisa e in lui si riaccende un barlume di speranza: egli è finalmente pronto per scrivere il suo nuovo romanzo. Lo sguardo finalmente sereno di Jep che osserva sorridente l'alba romana chiude il film, sulle note di The Beatitudes di Vladimir Martynov, suonato dal Kronos Quartet.
Produzione
[modifica | modifica wikitesto]Le riprese del film sono iniziate a Roma il 9 agosto 2012.[13][14] Le scene ambientate al mare sono state girate invece nei primi di settembre all'Isola del Giglio, presso il faro di Capel Rosso, visibile nel film.[15] Il film è costato circa 9,2 milioni di euro.[16]
Scene tagliate
[modifica | modifica wikitesto]«Sono molto felice che la versione integrale de La grande bellezza possa arrivare per tre giorni al cinema. Durante il montaggio è stato necessario sacrificare alcune scene, fare delle scelte. Questa versione restituisce il film nella sua interezza, permettendo di apprezzare a pieno il lavoro di tutti gli attori, in particolar modo le interpretazioni di Giulio Brogi e Fiammetta Baralla che hanno impreziosito il film con il loro talento e la loro sensibilità.[17]»
Nei titoli di coda del film il regista ringrazia Giulio Brogi e Fiammetta Baralla per la partecipazione. Le scene in cui erano presenti gli attori sono state tagliate nella versione distribuita del film. Queste scene compaiono invece nella versione integrale proiettata dal 27 al 29 giugno 2016 nei cinema.[18]
- In una scena Brogi, nei panni di un anziano regista, racconta a Jep Gambardella la sua prima sensazione di "incanto" visivo: l'accensione del primo semaforo installato a Milano tra piazza Duomo e via Torino: «Mi pare che fosse il 12 aprile 1925. Mio padre mi mise sulle spalle perché c'era una gran folla, ma capisce? Una folla, radunata per vedere un semaforo. Che bellezza! Che grande bellezza!»[19]
- Nell'altra scena tagliata compare Fiammetta Baralla che interpreta la vecchia madre di Sabrina Ferilli.
Colonna sonora
[modifica | modifica wikitesto]- Torino Vocalensemble – I Lie – 5:36 (musica: David Lang) – registrato da Fabrizio Argiolas
- Maya Beiser – World to Come IV – 3:54 (musica: David Lang)
- Else Torp – My Heart's in the Highlands (feat. Christopher Bowers-Broadbent) – 8:29 (testo: Robert Burns – musica: Arvo Pärt)
- Lele Marchitelli – Time – 1:28
- Kronos Quartet – The Beatitudes – 5:25 (musica: Vladimir Martynov)
- Zbigniew Preisner – Dies Irae – 4:54
- The Choir of the Temple Church – The Lamb – 3:33 (musica: John Tavener)
- Donald Johanos – Sinfonia in do maggiore - II (Andante adagio) – 9:35 (musica: Georges Bizet)
- Lele Marchitelli – River Flows – 1:56
- Dawn Upshaw – Sinfonia n. 3 - III (Cantabile semplice) – 16:56 (musica: Henryk Górecki)
- Mikk Üleoja – Beata Viscera – 8:15 (musica: Perotinus)
- Bob Sinclar – Far l'amore (feat. Raffaella Carrà) – 6:25 (Vittorio Sessa Vitali, Carmelo Carucci)
- Decoder Ring – More Than Scarlet – 2:50
- Gui Boratto – Take My Breath Away – 6:48 (Gui Boratto)
- Lele Marchitelli – Brain Waves – 2:03
- Damien Jurado – Everything Trying – 3:26 (Damien Jurado)
- Tape – Parade (feat. Damien Lindelof) – 5:39 (Tape)
- Lele Marchitelli – Color My World – 3:06
- Antonello Venditti – Forever – 4:13 (Antonello Venditti)
- Lele Marchitelli – Surge of Excitement – 2:31
- Rachel's – Water from the Same Source – 6:18 (Rachel's)
- Lele Marchitelli – Settembre non comincia – 1:56
- Monica Cetti – Ti ruberò – 2:58 (Bruno Lauzi)
- Lele Marchitelli – Trumeau – 5:16
- La Banda Gorda – Que no se acabe el mambo – 3:44
- Studio Allstars – We No Speak Americano – 4:30 (Yolanda Be Cool)
- Exchpoptrue – Discoteca – 5:25 (Exchpoptrue)
- El Gato DJ – There Must Be an Angel – 5:11 (Lorraine Bowen)
- Lele Marchitelli – Ramona – 3:01
Durata totale: 145:21
Promozione
[modifica | modifica wikitesto]Il 9 aprile 2013 è stato diffuso online il primo teaser trailer del film.[20]
Distribuzione
[modifica | modifica wikitesto]La grande bellezza arriva nelle sale cinematografiche italiane il 21 maggio 2013, contemporaneamente alla presentazione al 66º Festival di Cannes. Il giorno successivo viene distribuito in Francia dalla Pathé. Durante il settembre 2013 il film esce in Inghilterra, luogo in cui riceve un ampio consenso.[21] Il film arriverà anche nelle sale degli Stati Uniti d'America.
Dopo la vittoria del Golden Globe 2014, il 16 gennaio 2014 il film ritorna nuovamente nelle sale cinematografiche delle principali città italiane.[22]
Dopo tre anni dall'uscita italiana e due dalla consacrazione agli Oscar, come preannunciato dalla Nexo Digital, dal 27 al 29 giugno 2016, viene proiettata la versione integrale del film, arricchita di 30 minuti reintegrati.[23]
Prima Tv
[modifica | modifica wikitesto]Dopo la vittoria dell'Oscar 2014, il 4 marzo 2014 il film è stato trasmesso in prima serata da Canale 5,[24] totalizzando 8 861 000 spettatori e raggiungendo il 36,11% di share, diventando quindi la pellicola cinematografica più vista degli ultimi dieci anni sulla televisione italiana.[25]
Accoglienza
[modifica | modifica wikitesto]Incassi
[modifica | modifica wikitesto]Nella prima settimana di programmazione in Italia il film ha incassato 2 471 175 €. L'incasso totale nelle sale italiane è stato di 7 269 378 €.[26] Il film ha incassato in tutto il mondo 24.164.400 di dollari superando il budget di 9.200.000 euro.[27]
Critica
[modifica | modifica wikitesto]Critica italiana
[modifica | modifica wikitesto]È stato osservato che mentre la critica cinematografica internazionale ha giudicato in genere positivamente il film di Sorrentino, quella italiana si è divisa in giudizi severi:[28]
«Magari La grande bellezza si accontentasse di essere un brutto film. È piuttosto "un'esperienza emotiva inedita", come ha scritto Walter Veltroni sul Messaggero di ieri.»
Oppure di grande apprezzamento:[29]
«È un film disorganico, opulento, frammentario e sfacciato, ma anche bello da ridurti in lacrime, questo omaggio alla Capitale firmato da Paolo Sorrentino.»
Contrasto di giudizi che è stato variamente interpretato,[30] ma che nelle valutazioni negative sembra ricollegarsi al motivo ricorrente della supposta presunzione e ambizione del regista di proporre una sua visione, quasi un seguito de La dolce vita di Federico Fellini,[31] che trova invece accoglienza nell'immaginario degli spettatori stranieri che apprezzano questa riproposizione.
Viene però notato che in realtà[32]:[28]
«La grande bellezza sta a La dolce vita come la via Veneto di oggi sta alla via Veneto del 1959. Adesso è solo una strada di hotel di lusso dove è vano ricercare il clima notturno di un tempo: i caffè affollati di artisti e intellettuali, le scorribande di divi e fotografi, i night-club frequentati da una variegata fauna di nobili, perdigiorno e letterati.»
«La dolce vita è entrato nella storia perché fu un corto circuito tra l'immaginazione di Fellini e una Roma vera, viva, esagerata, in un certo senso già felliniana di suo. I paparazzi e i divi c'erano davvero, gli scrittori di talento che si dissipavano e lavoravano per il cinema pure [...].»
Si rimprovera inoltre al regista una compassata freddezza e distanza dai personaggi della sua storia e dalla bellezza di Roma che è la grande protagonista incombente in tutto il film:
«Il Fellini della Dolce vita, cui si pensa immancabilmente, aveva una pietas profonda verso i suoi personaggi, e quella compassione permetteva allo spettatore di allora come di adesso, di agire una qualche proiezione emotiva. La grande bellezza di Sorrentino è invece abissale, freddissima, distanziata, un ologramma sullo sfondo.[33]»
Per altri invece proprio la rivisitazione dei temi felliniani nella visione di Sorrentino costituisce il maggior titolo di merito del film:[34]
«Con tutte le rughe, gli eccessi, la sovrabbondanza di scene e "finali", il difficile paragone con Fellini e quant'altro gli si voglia attribuire come difetto io da semplice appassionato spettatore dico: "Capolavoro Indimenticabile!!" perché davvero emozionante e sincero.»
Mentre per Alessio Bosco, sulla testata giornalistica indie-eye.it, Fellini, Scola e Ferreri sono proprio il punto debole di un cinema inutilmente citazionista:[35]
«La Grande Bellezza, ripete oltraggiosamente il modulo sorrentiniano spostandolo su un citazionismo blando e malposto, in cui allo Scola di cui sopra, fanno eco il Ferreri de L’Udienza ed il Fellini catodico degli spot anni ’80 ma nella defatigante rincorsa a quell’atto immortale d’amore/odio che fu Roma; quella di Sorrentino è invece una bolla papalina, di nani e ballerine, giraffe e cicogne, che per quanto sospesa e notturna non lascia alcun segno.»
Mariarosa Mancuso, su Il Foglio, fa notare come nelle scene degli incontri e delle feste sulle terrazze romane non sia stato incluso nessun personaggio che abbia a che fare con la politica, a differenza, ad esempio, de La terrazza di Ettore Scola, a cui la pellicola di Sorrentino è stata paragonata.[36]
Stenio Solinas, in un articolo per Il Giornale, si focalizza sull'importanza che ha il tempo all'interno della pellicola:[37]
«Il tempo è infatti il tema della Grande bellezza. Lo abbiamo sprecato, ce lo siamo lasciati sfuggire tra le mani, e ora non resta altro che il ricordo, la memoria, la nostalgia. Quest'ultima è una delle poche armi a nostra difesa, dice uno dei tanti protagonisti del film, il meno cinico, il più fragile e insieme l'unico che cerchi di trovare una via di fuga (Carlo Verdone) [...]»
Natalia Aspesi, su Repubblica, ha elogiato il film non solo per la trama e la caratterizzazione dei personaggi ma anche per la sceneggiatura e la colonna sonora:[38]
«Con “La grande bellezza” Paolo Sorrentino sembra voler convincere che sì, quella che racconta è davvero “una Babilonia disperata” nel cuore oscuro e invidiato della capitale: e sembra riuscirci con la forza delle immagini e i virtuosismi visivi (di Luca Bigazzi), con il montaggio implacabile (di Cristiano Travaglioli), la colonna sonora (di Lele Marchitelli), che stordisce con la disco music e incanta con la musica sacra, una sceneggiatura (di Sorrentino, che è un vero scrittore, e Umberto Contarello) veloce e crudele.»
C'è chi ha apprezzato soprattutto il contrasto tra i concetti di bellezza e di morte all'interno del film:[39]
«Non c'è bellezza nella Roma splendida di Sorrentino. La volgarità e il cinismo ne sono padroni, come lo sono di Jep, che tuttavia ne ha orrore. [...] non ha vie d'uscita. O ha la sola che la vita garantisce a tutti. Lui l'attende. [...] un ritorno a casa e alla grande bellezza di un amore intenso e dolce dei vent'anni. Ma sopra le immagini luminose di quella bellezza emerge la decrepitezza della santa africana. Il suo corpo e il suo viso si tendono nello sforzo di salire una scala che dovrebbe garantirle l'indulgenza per sfuggire alle fiamme dell'inferno. E a noi sembrano lo spasimo stesso della morte.»
Cristina Piccino, su il manifesto, analizza più a fondo il concetto di "bellezza" proposto da Sorrentino:[40]
«Quale è la «Bellezza« che [il regista] cerca con la magniloquenza esibita fino allo sfinimento virtuosistico della sua macchina da presa? La «Bellezza» che ruba lo sguardo, e stordisce? Nella sua antropologia dei salotti, [la Bellezza] è una Città trasognata dall'alto, vista quasi soltanto dalle terrazze dei palazzi. Non sono più i tempi della 'Dolce Vita' e Roma non è più la città del cinema anche se il cinema si fa sempre a Roma. Ed è quel cinema che Sorrentino cerca, o meglio la sua immagine svuotata come in una specie di parco a tema.»
Dopo aver fatto scaturire una vasta serie di critiche, il film è stato utilizzato anche come uno specchio sulla realtà italiana post-crisi.
Philippe Ridet, corrispondente a Roma di Le Monde, critica il film su Internazionale sostenendo i giornalisti de La Stampa Raffaella Silipo e Gianni Riotta[41]:
«La vittoria dell’Italia? Sì, ma quale Italia? “Gli americani si immaginano l’Italia esattamente così”, ricordava lunedì scorso Raffaella Silipo sulla Stampa: “Splendide pietre e abitanti inconcludenti, i giovani che fuggono e i vecchi che si dipingono e si smemorano ballando”. Martedì Gianni Riotta, sempre sulla Stampa, evoca una ricompensa che “suona come un avvertimento”: “Sorrentino firma il film dell’Italia rassegnata a non avere credibilità. Continuiamo così e finiamo eleganti straccioni a guardare il passato, vincendo magari un sacco di Oscar, ma senza un domani dignitoso”.
Ma i seimila votanti di Hollywood sono fatti così. Amano l’Italia per come se la immaginano, così come tutti i membri delle giurie che hanno premiato il film in giro per il mondo prima del suo trionfo a Los Angeles. 5 maggio 2014»
Il pensiero di Ridet sarà controbattuto in un articolo di Tiziano Peccia per la rivista accademica brasiliana O Olho da História in un articolo che - dedicato alla bellezza - segue la morte di Umberto Eco[42]:
«La visione di Philippe Ridet plagia di grottesco e superficiale l’intelligenza della penisola, al sol pensiero di un'Italia che possa celebrare una propria decadenza. L’affermazione tratta dal suo articolo "L’Italia rise nel vedere sé stessa nello specchio de La Grande Bellezza" stereotipa l’italiano medio ad un Griffolino d’Arezzo da Divina Commedia, ove il personaggio dantesco si riempiva d’arie nonostante la propria collocazione infernale. Eppure bisogna porsi un quesito: era questo il messaggio di Sorrentino? Il regista napoletano voleva enfatizzare il tema della decadenza italiana, come denunciato dai Media, e non, più profondamente, quello della frenesia moderna e mondana che ti seduce, ammalia, concupisce, e poi abbandona gravido di una manciata di sogni infranti e dannati? Il fatto che un film come la Grande Bellezza possa essere interpretato come un quadro limitato al caso italiano profuma, utilizzando espressioni del giornalista Marco Travaglio, di retorica e provincialismo. Provincialismo di un popolo che probabilmente non è più abituato a sentir parlare di sé sotto un’ottica positiva o meritocratica; un paese che trasforma in presa in giro un lavoro ben fatto ed apprezzato in scala planetaria. Il provincialismo diffuso è un frutto nuovo, per un paese, come l’Italia, abituato a millenni di grandezza e produzione artistica riconosciuta e stimata ovunque. Perché un’opera sulla decadenza dei costumi, come il Satyricon di Petronio, ove vengono descritti istinti animaleschi e dissolutezze, viene interpretato come lo specchio di un'umanità viziosa e selvaggia, e non come un quadro critico sulle realtà dissolute di Pozzuoli e Crotone?»
Critica internazionale
[modifica | modifica wikitesto]Jay Weissberg di Variety descrive il film come:[43]
«A densely packed, often astonishing cinematic feast that honors Rome in all its splendor and superficiality.»
«Un’intensa e spesso sorprendente festa cinematografica che rende onore a Roma in tutto il suo splendore e la sua superficialità.»
Sul Guardian Peter Bradshaw recensisce il film valutandolo con 5 stelle su 5 (definendolo «straordinario») e conclude la sua critica scrivendo che:[44]
«[...] And for its intense, unbearable melancholy, the final end-title sequence has to be watched through to the very end, until the screen goes dark»
«[...] per la sua intensa, insopportabile malinconia, la sequenza dei titoli di coda deve essere guardata fino alla fine, fino a che lo schermo si oscuri.»
Il critico cinematografico Robbie Colins, sul Daily Telegraph, definisce la pellicola:[45]
«[...] a carnival of loosely connected vignettes, set at all-night parties, high society jamborees and shadowy religious congresses [...] a shimmering coup de cinema to make your heart burst, your mind swim and your soul roar.»
«[...] un carnevale di immagini vagamente collegate, costituito dalle feste che durano tutta la notte, dai festini dell'alta società e dalle oscure riunioni di religiosi [...] un brillante colpo di cinema che ti fa scoppiare il cuore, ti fa viaggiare la mente e ti fa ruggire l’anima.»
Sulle pagine de L'Osservatore Romano, il giornale dello Stato del Vaticano, il critico Emilio Ranzato ha invece commentato negativamente il film.[46]
Giudizi
[modifica | modifica wikitesto]- L'Internet Movie Database ha assegnato al film un punteggio di 7,7/10 ().[47]
- Il sito americano Metacritic ha assegnato alla pellicola un punteggio di 8,6 su 10 ().[48]
- Sul sito Rotten Tomatoes il film ha ottenuto un voto di 7.94 su 10 ().[49]
- Nel 2015, il British Film Institute ha eletto La grande bellezza come miglior film non in lingua inglese del decennio.[50]
Riconoscimenti
[modifica | modifica wikitesto]- 2014 – Premio Oscar
- Miglior film straniero (Italia)
- 2014 – Golden Globe
- Miglior film straniero (Italia)
- 2013 – European Film Award
- 2014 – David di Donatello
- Miglior regia a Paolo Sorrentino
- Miglior produttore a Nicola Giuliano e Francesca Cima
- Migliore attore protagonista a Toni Servillo
- Migliore fotografia a Luca Bigazzi
- Migliore scenografia a Stefania Cella
- Migliori costumi a Daniela Ciancio
- Miglior trucco a Maurizio Silvi
- Migliori acconciature a Aldo Signoretti
- Migliori effetti speciali a Rodolfo Migliari e Luca Della Grotta
- Nomination Miglior film a Paolo Sorrentino, Nicola Giuliano e Francesca Cima
- Nomination Migliore sceneggiatura a Paolo Sorrentino e Umberto Contarello
- Nomination Migliore attrice protagonista a Sabrina Ferilli
- Nomination Migliore attrice non protagonista a Galatea Ranzi
- Nomination Miglior attore non protagonista a Carlo Verdone
- Nomination Miglior colonna sonora a Lele Marchitelli
- Nomination Miglior montaggio a Cristiano Travaglioli
- Nomination Miglior sonoro a Emanuele Cecere
- Nomination David giovani a Paolo Sorrentino
- 2013 – Nastro d'argento
- Nastro d'argento speciale a Toni Servillo
- Migliore attore non protagonista a Carlo Verdone
- Migliore attrice non protagonista a Sabrina Ferilli
- Migliore fotografia a Luca Bigazzi
- Migliore sonoro in presa diretta a Emanuele Cecere
- Nomination Regista del miglior film a Paolo Sorrentino
- Nomination Migliore produttore a Nicola Giuliano e Francesca Cima
- Nomination Migliore sceneggiatura a Paolo Sorrentino e Umberto Contarello
- Nomination Migliori costumi a Daniela Ciancio
- Nomination Migliore colonna sonora a Lele Marchitelli
- 2014 – Nastro d'argento
- Premio speciale agli attori non protagonisti de La grande bellezza
- 2013 – Globo d'oro
- Migliore fotografia a Luca Bigazzi
- Nomination Miglior regia a Paolo Sorrentino
- Nomination Migliore attore a Toni Servillo
- Nomination Migliore musica a Lele Marchitelli
- 2014 – Ciak d'oro
- Miglior film a Paolo Sorrentino, Nicola Giuliano e Francesca Cima[51]
- Miglior attore protagonista a Toni Servillo[51]
- Miglior attore non protagonista a Carlo Verdone[51]
- Migliore attrice non protagonista a Sabrina Ferilli[51]
- Miglior produttore a Nicola Giuliano e Francesca Cima[51]
- Migliore fotografia a Luca Bigazzi[51]
- Migliore scenografia a Stefania Cella[51]
- Migliori costumi a Daniela Ciancio[51]
- Nomination Migliore sceneggiatura a Paolo Sorrentino e Umberto Contarello
- Nomination Miglior sonoro a Emanuele Cecere e Francesco Sabez
- Nomination Miglior montaggio a Cristiano Travaglioli
- Nomination Miglior colonna sonora a Lele Marchitelli
- Nomination Miglior manifesto a Anna Di Cintio, Matteo Desogus, Fabrizio Caperna e Geo Ceccarelli
- 2014 – British Academy Film Award
- Miglior film straniero (Italia)
- 2014 – Premio César
- Nomination Miglior film straniero (Italia)
- 2014 – Premio Goya
- Nomination Miglior film europeo (Italia)
- 2014 – Bari International Film Festival
- Premio Federico Fellini Platinum Award per l'eccellenza cinematografica a Paolo Sorrentino
- 2013 – Festival di Cannes
- Nomination Palma d'oro a Paolo Sorrentino
- 2014 – Satellite Awards
- Nomination Miglior film straniero (Italia)
- 2013 – Boston Society of Film Critics Awards
- Miglior film straniero a Paolo Sorrentino
- 2013 – British Independent Film Awards
- Nomination Miglior film indipendente internazionale a Paolo Sorrentino
- 2013 – Dallas-Fort Worth Film Critics Association Awards
- Nomination Miglior film straniero
- 2013 – Florida Film Critics Circle Awards
- Nomination Miglior film straniero
- 2013 – Hollywood Film Festival
- Miglior film straniero a Paolo Sorrentino
- Miglior film indipendente a Paolo Sorrentino
- Miglior sceneggiatura emergente a Paolo Sorrentino e Umberto Contarello
- Nomination Miglior attore a Toni Servillo
- Nomination Miglior attore all'avanguardia a Toni Servillo
- 2014 – Independent Spirit Awards
- Nomination Miglior film straniero a Paolo Sorrentino
- 2013 – Jussi Award
- Diploma di Merito per il miglior film straniero a Paolo Sorrentino
- Diploma di Merito per il miglior attore straniero a Toni Servillo
- 2013 – London Film Critics Circle Awards
- Nomination Miglior film a Nicola Giuliano e Francesca Cima
- Nomination Miglior film straniero a Paolo Sorrentino
- Nomination Miglior regista a Paolo Sorrentino
- 2013 – Los Angeles Film Critics Association Awards
- Nomination Miglior film straniero
- 2013 – New York Film Critics Circle Awards
- Nomination Miglior film in lingua straniera (Italia)
- 2013 – Sevilla Festival de Cine
- Miglior attore a Toni Servillo
- Premio Eurimages per la migliore co-produzione europea a Paolo Sorrentino, Medusa Film, Pathé
- Premio Associazione degli scrittori di Andalucia a Paolo Sorrentino e Umberto Contarello
- 2013 – Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI)
- Film della critica
- 2013 – Tallinn Black Nights Film Festival
- Grand Prix a Paolo Sorrentino
- Jury Prix a Luca Bigazzi
- 2013 – Toronto International Film Festival
- Nomination Special Presentations
- 2013 – Trailers FilmFest
- Miglior campagna pubblicitaria a Medusa Film, Pathé e TBWA
- 2014 – Chlotrudis Awards
- Nomination Miglior fotografia a Luca Bigazzi
- 2014 – Cinemanila International Film Festival
- Premio Lino Brocka per il Miglior film
- 2014 – Critics' Choice Movie Award
- Nomination Miglior film straniero a Paolo Sorrentino
- 2014 – Denver Film Critics Society Awards
- Nomination Miglior film straniero
- 2014 – Guardian Film Awards
- Miglior scena a "Party iniziale"
- Nomination Miglior film
- Nomination Miglior attore a Toni Servillo
- Nomination Miglior regia a Paolo Sorrentino
- Nomination Miglior attrice non protagonista a Giusi Merli
- Nomination Miglior linea di dialogo a Toni Servillo
- 2014 – International Cinephile Society Awards
- Nomination Miglior film
- Nomination Miglior film straniero
- 2014 – Palm Springs International Film Festival
- Nomination Miglior film straniero
- 2014 – Sindacato Belga della Critica Cinematografica
- Nomination Grand Prix
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Cannes 66: ecco tutti i film del Festival di Cannes 2013, su badtaste.it. URL consultato il 21 dicembre 2013.
- ^ Il precedente premio Oscar per il miglior film straniero assegnato alla cinematografia italiana risale al 1999 per La vita è bella di Roberto Benigni che fu premiato anche come miglior attore protagonista. Il film ricevette un terzo premio Oscar per la migliore colonna sonora.
- ^ Elenco dei premi vinti su IMDb.
- ^ La Grande Bellezza: un viaggio al termine della notte, su Cineuropa - il meglio del cinema europeo, 21 maggio 2013. URL consultato il 29 gennaio 2024.
- ^ La memoria e lo sperpero. Su “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino, su Le parole e le cose², 3 marzo 2014. URL consultato il 29 gennaio 2024.
- ^ Roberta Michelino e Giulia Madron, Paolo Sorrentino. “Gli sparuti e incostanti sprazzi di bellezza”, su i-italy.org. URL consultato il 29 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 5 dicembre 2014).
- ^ Federico Pontiggia, Di bellezza, grande e ovunque. Conversazione con il regista Paolo Sorrentino, su YouTube, 22 giugno 2024, a 35 min 59 s.
- ^ Caserta e Afragola sul red carpet Paola Servillo: «Toni è infaticabile», su corrieredelmezzogiorno.corriere.it, 4 marzo 2014 (archiviato il 18 giugno 2017).
- ^ Durante una conversazione con Romano, Jep cita, quasi schermendosi, un "Premio Bancarella" che il libro avrebbe ricevuto.
- ^ Lo affermano Paolo Sorrentino e Toni Servillo in un'intervista rilasciata a Lilli Gruber il 7 giugno 2013, durante la trasmissione "Otto e mezzo".
- ^ chiaramente ispirata a una performance di Marina Abramović del 1977, "La grande bellezza" di Paolo Sorrentino: un possibile itinerario di lettura tra arte contemporanea e arte antica, su finestresullarte.info. URL consultato il 7 dicembre 2019.
- ^ La grande bellezza vince l'Oscar: c'è anche un po' di Toscana, Il Tirreno, Grosseto, 3 marzo 2014
- ^ Servillo & Sorrentino, per Roma a caccia di "Grande bellezza", su lastampa.it, 9 agosto 2012. URL consultato il 21 dicembre 2013.
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Altri progetti
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- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su La grande bellezza
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su janusfilms.com.
- La grande bellezza, su CineDataBase, Rivista del cinematografo.
- La grande bellezza, su MYmovies.it, Mo-Net Srl.
- La grande bellezza, su Movieplayer.it, NetAddiction S.r.l..
- La grande bellezza, su ANICA, Archiviodelcinemaitaliano.it.
- La grande bellezza, su Badtaste.
- (EN) La grande bellezza, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) La grande bellezza, su AllMovie, All Media Network.
- (EN) La grande bellezza, su Rotten Tomatoes, Fandango Media, LLC.
- (EN, ES) La grande bellezza, su FilmAffinity.
- (EN) La grande bellezza, su Metacritic, Red Ventures.
- (EN) La grande bellezza, su Box Office Mojo, IMDb.com.
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