Il gollismo (meno comunemente gaullismo;[1] in francese gaullisme) è la dottrina e il movimento che trae ispirazione dall'azione politica di Charles de Gaulle, nonostante il termine fosse contestato dal suo ispiratore. Il gollismo, più che un corpo di dottrina, è un modo di essere, una mentalità, che trae ispirazione dall'azione e dal pensiero del generale francese.[2][3][4][5]
Il significato del termine «gollismo» si è evoluto nel tempo, ma si possono identificare tre grandi periodi:[6]
- «gollismo di guerra»: durante la seconda guerra mondiale è sinonimo di «resistenza» (contro l'occupazione nazista della Francia e il governo di Vichy);
- «gollismo politico»: dopo la liberazione il termine prende il suo significato attuale per identificare le idee e la politica del generale de Gaulle, ora presidente;
- «neogollismo»: dopo il 1970 il termine è usato per indicare, a volte in maniera parziale, chi rivendica l'eredità gollista.
Il simbolo del gollismo è la croce di Lorena, mutuata dalla bandiera della Francia libera, l'organizzazione militare gestita da de Gaulle durante l'occupazione nazista.[7]
Il «pragmatismo» gollista
[modifica | modifica wikitesto]Il termine «dottrina» va inteso nel senso di "dei principi di base sui quali si appoggiano una strategia e dei piani d'azione" e in questo senso il gollismo assume una dimensione ideologica d'ordine politico, economico, sociale o militare, ect. Il generale de Gaulle era in realtà innanzitutto un uomo pragmatico che adattava le modalità della sua azione secondo le circostanze, conservando tuttavia dei principi intangibili.[8][9]
I grandi principi del gollismo
[modifica | modifica wikitesto]Una filosofia...
[modifica | modifica wikitesto]Il gollismo è, inizialmente, una filosofia portatrice di «una certa idea della Francia».[10] Essa parte delle constatazioni seguenti:
- la Francia ha potuto fare delle grandi cose nel passato, e essere una delle più importanti nazioni del mondo occidentale, quando essa era guidata verso un destino comune (l'impero carolingio, le crociate e la cavalleria, il Grand Siècle di Luigi XIV e l'irraggiamento della cultura francese attraverso l'Europa, la rivoluzione francese e Napoleone);
- al contrario, la Francia avrebbe in permanenza la tentazione di ripiegarsi su delle dispute interne (politiche, sociali, intellettuali), che secondo la visione gollista la porterebbero sulla via del declino.
In conseguenza, perché essa possa donare il meglio di se stessa e prendere la testa delle nazioni, la Francia deve in permanenza essere unificata da un capo, uno Stato o un progetto, e articolata in delle istituzioni politiche (un equilibrio dei poteri efficace), economiche (il piano) e sociali (la partecipazione) adeguate per evitare le lotte interne.
Resta adesso da comprendere all'interno del gollismo questa filosofia patriottica dell'umanesimo, ereditiera del cristianesimo politico (Charles de Gaulle partecipava prima della guerra ai circoli cristiano-democratici) ma anche probabilmente dell'ideale dell'anno II (rivoluzione francese) poiché de Gaulle ha detto in sostanza : «Non c'è che una sola disputa che conta, (...) ed è quella dell'Uomo.» Probabilmente, l'umanesimo gollista è:
- una finalità della grandezza della Francia, poiché il messaggio che la Francia porta nel mondo è umanista;
- una conseguenza attraverso la politica sociale che ha tuttavia per primo obiettivo di saldare la nazione.
...che guida dei grandi principi politici
[modifica | modifica wikitesto]Per conseguenza, sul piano politico, il gollismo tradizionale propone:
- L'indipendenza della Francia, con il rifiuto di una sua «vassallizzazione» a degli organismi sopranazionali (ONU, Comunità europea, NATO) a delle superpotenze (USA) o a delle potenze economiche e finanziarie. Questa indipendenza è difesa nei domini politici, economici, culturali, diplomatici e militari.
- Per estensione, il rispetto attraverso il mondo delle nazioni, delle entità culturali create dalla Storia e il baluardo dei popoli contro gli imperialismi (vedi i discorsi sul Québec libre, sulla guerra del Vietnam (discorso di Phnom Penh), etc.).
- Un potere esecutivo forte e stabile che dà al Presidente della Repubblica francese un ruolo primario.
- Una connessione diretta tra il capo e il popolo, passando al di sopra dei corpi intermedi (elezione del Capo dello Stato a suffragio universale diretto, ricorso frequente ai referendum).
- Il rifiuto del governo dei giudici. De Gaulle diceva: «In Francia, la [sola] corte suprema è il popolo[11]». All'origine il ruolo del Conseil constitutionnel[12] si limitava a evitare una deviazione del regime parlamentare in regime d'assemblea, ma non a imporre la propria visione dei diritti fondamentali agli organi eletti dal popolo.
- Il raggruppamento di tutti i Francesi, al di là delle differenze sinistra / destra, fonte di divisione e quindi di declino, attraverso una connessione diretta tra il capo e il popolo e la politica sociale.
- Il rifiuto del liberalismo economico classico a profitto di una economia orientata dallo Stato in vista di uno sviluppo volontaristico (la pianificazione, l'aménagement du territoire[13], i grandi progetti pubblici, il keynesismo, etc.).
- Il doppio rifiuto del capitalismo[14] (sfruttamento di una classe sociale sull'altra) e dei socialismi rivoluzionari (lotta di classe) a profitto di una «terza via» sociale. Al di là di una protezione sociale avanzata, la partecipazione[15] (ai benefici, alle decisioni, alla proprietà dell'impresa), chiamata anche associazione capitale-lavoro, deve riconciliare i Francesi tra di loro e condurre sia alla giustizia che all'efficacità.
- Sul metodo: il pragmatismo e il rifiuto delle soggezioni ideologiche per ottenere gli obiettivi fissati: indipendenza e irraggiamento della Francia nel mondo, unità interna della Francia al servizio di un progetto patriottico.
- Un certo conservatorismo sociale: de Gaulle era contro l'aborto (ma è sotto la sua presidenza che la pillola contraccettiva fu autorizzata con la Loi Neuwirth) ed era a favore della pena di morte (ma grazierà tutte le donne condannate a morte)[16].
Le componenti del gollismo
[modifica | modifica wikitesto]Riunificando personalità di diverse origini e sensibilità politiche attorno all'azione di un uomo (de Gaulle), il gollismo è per sua natura diverso e variegato. Tuttavia, finché de Gaulle fu in vita e al governo, tutte queste sensibilità diverse si offuscavano di fronte agli arbitraggi di de Gaulle; dopo la sua scomparsa tutte le diverse sensibilità e correnti sono finalmente apparse evidenti e a volte in contrasto tra di loro. Le principali correnti furono o sono:[17]
Il gollismo dopo de Gaulle
[modifica | modifica wikitesto]- Il gollismo ortodosso
- Il gollismo ortodosso (di destra) era corrente la più nazionalista / sovranista dei gollisti che insisteva sui principi di indipendenza e unità nazionale; alcuni esponenti furono: Michel Debré, Pierre Lefranc, Pierre Messmer.
- Il «neogollismo»
- Il «neogollismo» (di centro-destra), inizialmente vicino al gollismo tradizionale, è evoluto in seguito verso posizioni più liberali e europeiste, allineandosi verso le posizioni tradizionali delle destre europee, a sua volta poi è diviso in legittimo e liberale; alcuni esponenti furono o sono: Georges Pompidou, Jacques Chirac, Alain Juppé e Dominique de Villepin.
- Il «neogollismo» fu la corrente maggioritaria all'interno del RPR e poi dell'UMP, almeno fino al 2004. Inizialmente vicina al gollismo tradizionale, si posiziona a destra adottando il liberalismo economico agli inizi degli anni 80 poi associandosi alla costruzione europea, nel quadro di una strategia di alleanza con l'UDF. Legato all'indipendenza nazionale, esso difende l'idea di un'Europa politica, potente indipendente e differente degli Stati Uniti, un'Europa di cooperazione intergovernamentale. Essendo stati formati alla scuola Pompidou, alcuni dei suoi rappresentanti sono talvolta qualificati di pompidoliani. Divisi tra chiracchiani e balladuriani in occasione della elezioni presidenziali in Francia del 1995, questa corrente ha visto i primi rimettere all'onore delle tesi sociali e statali mentre i secondi si posizionano su una linea liberale e conservatrice. Privilegiando un approccio pragmatico nell'esercizio del potere, ispirato anche da valori umanisti ereditati dal radicalismo o dal gollismo propriamente detto, esso tende in seguito, attorno a Jacques Chirac e all'interno dell'UMP, a promuovere il ruolo dello Stato di fronte alle sfide della mondializzazione.
- Il gollismo sociale
- Il gollismo sociale (di centro) era la corrente riformista di tipo social-democratico; alcuni esponenti furono o sono: Jacques Chaban-Delmas, Olivier Guichard, Philippe Séguin, François Fillon e Nicolas Dupont-Aignan.
- Il gollismo sociale era difensore della democrazia sociale, senza tuttavia rimettere in causa il capitalismo (riformismo social-democratico), questa corrente è a volte considerata come la più vicina al gollismo tradizionale. Essa è in ogni caso quella che più di altre riesce a trascendere le appartenenze politiche. Jacques Chaban-Delmas ha così avuto per consiglieri Simon Nora o Jacques Delors e delle personalità socialiste come Martine Aubry (figlia di Delors) si sono dichiarate vicine alle idee di Philippe Séguin. Esso fa generalmente prova di progressismo sulle questioni di società. Oppositori, insieme ai «sovranisti» di Charles Pasqua, al trattato di Maastricht (1992), che essi giudicano fautore di un'Europa liberale e sopranazionale, alcuni di essi evolvono su questa questione e sono favorevoli al referendum francese sulla Costituzione Europea (2005).
- Il gollismo di sinistra
- Il gollismo di sinistra (di centro-sinistra) era la corrente più progressista, espressione del Union démocratique du travail (UDT), che rimetteva parzialmente in causa il capitalismo per proporre una terza via; alcuni esponenti furono: Louis Vallon, René Capitant, Jean Charbonnel, Gilbert Grandval, Philippe Dechartre e Jean-Pierre Chevènement.
- Il gollismo di sinistra voleva proporre una terza via con l'associazione del capitale e del lavoro (la cosiddetta partecipazione) nella quale i dipendenti erano integrati nelle decisioni aziendali (secondo un sistema di cogestione) o secondo la teoria del pancapitalismo[18] di Marcel Loichot[19] che prevedeva di rimettere progressivamente, attraverso la pratica di una grande distribuzione d'azioni, il capitale delle imprese nelle mani dei loro dipendenti, così permettendo loro di entrare nel consiglio d'amministrazione e di partecipare alle decisioni. La partecipazione era una delle due riforme proposte nel referendum sulla riforma del Senato e la regionalizzazione (1969), perduto dal generale de Gaulle. Raggruppati all'interno dell'Union démocratique du travail (UDT), i rappresentanti di questa corrente, a l'eccezione di Philippe Dechartre, si sono progressivamente avvicinati alla sinistra tradizionale a seguito dell'esclusione di Jacques Chaban-Delmas e della «destrizzazione» del gollismo, giudicato ormai troppo liberale.
Le tendenze dell'RPR
[modifica | modifica wikitesto]Il Rassemblement pour la République (RPR), negli anni 90, raggruppava quattro tendenze:
- i «gollisti ortodossi» (Charles Pasqua) di idee sovraniste e vicini al gollismo storico degli anni 50 e 60;
- i «neogollisti legittimisti», detti anche Chiraquiens, (Jacques Chirac, Alain Juppé) che oscillavano tra il liberalismo, l'umanesimo ereditato dal radicalismo e il gollismo, di tendenza bonapartista;
- i «neogollisti liberali», detti anche conservatori liberali o Balladuriens, (Édouard Balladur, Nicolas Sarkozy) di idee liberali, europeiste ed atlantiste, di tendenza legittimista e orleanista;
- i «gollisti sociali», detti anche Séguinistes, (Philippe Séguin, François Fillon) di idee più sociali, social-liberali e social-democratiche e anch'essi sono vicini al gollismo storico degli anni 50 e 60.
Le correnti dell'UMP
[modifica | modifica wikitesto]L'Union pour un mouvement populaire (UMP), a seguito del congresso del 18 novembre 2012, raggruppava cinque correnti (o movimenti) ufficiali:[20][21]
- «La Droite Forte – Génération France Forte 2017» (27,77%), di Guillaume Peltier e Geoffroy Didier;
- «La Droite sociale» (21,69%), di Laurent Wauquiez;
- «France moderne et humaniste» (18,17%), di Jean-Pierre Raffarin, Luc Chatel, Jean Leonetti e Marc Laffineur;
- «Les Gaullistes en mouvement» (12,31%), di Michèle Alliot-Marie, Roger Karoutchi, Henri Guaino e Patrick Ollier;
- «La Droite populaire» (10,87%), di Thierry Mariani e Lionnel Luca;
- «La Boîte à idées, la motion anti divisions !» (9,19%), sostenuta da Alain Juppé, che però raccogliendo meno del 10% non fu accolta.
La storia del gollismo
[modifica | modifica wikitesto]Il gollismo di guerra (1940-1944)
[modifica | modifica wikitesto]Il gollismo inizia durante la guerra, come movimento essenzialmente patriottico con l'appello del 18 giugno. Esso raggruppava attorno al generale de Gaulle, gli uomini di tutte le tendenze politiche che volevano portargli il loro appoggio per continuare la lotta contro Hitler e il nazifascismo accanto agli Alleati e rifiutare l'armistizio concluso dal maresciallo Pétain.
A partire da luglio e da ottobre 1940, de Gaulle respinge le leggi repressive sullo status degli ebrei e critica l'assenza di legittimità di queste leggi. Dopo la guerra, un dibattito dottrinale e filosofico politico si instaura sulla differenza tra leggi «legali» e leggi «legittime»; le leggi repressive e razziste del governo di Vichy erano ad esempio legali nel senso giuridico e costituzionale rispetto alla gerarchia delle norme, ma, secondo de Gaulle, esse mancavano di legittimità.
I gollisti che lo poterono raggiunsero quindi i territori britannici per arruolarsi nelle Forces Françaises Libres e combattere accanto agli Alleati, o attivarono dei movimenti di avvicinamento delle diverse colonie francesi, che entrarono in guerra sotto l'autorità di de Gaulle.
Gli altri gollisti, quelli che non poterono raggiungerlo (cioè la maggioranza), restarono nei territori diretti da Vichy, dove alcuni di loro costituirono delle reti di propaganda, di spionaggio o di sabotaggio contro gli occupanti. Finalmente tutte queste organizzazioni di resistenza furono riunificate, da Jean Moulin, nel Conseil national de la Résistance (CNR), sotto gli ordini del generale de Gaulle, che ha trasformato il suo movimento da France libre a France combattante, per riunificare i resistenti dell'estero e dell'interno.
Ma de Gaulle non si accontenta di mantenere una parte dei Francesi nella lotta contro l'occupazione tedesca: egli fa di tutto per riconquistare la sovranità francese nel campo alleato, contro alcune pressioni di governanti inglesi e soprattutto statunitensi che hanno a lungo giocato contro di lui l'opzione vichysta.
Durante la Liberazione della Francia, la resistenza francese ha moltiplicato le sue azioni e paralizzato i tentativi di risposta tedesca allo sbarco. Quanto alla popolazione francese, essa ha accolto de Gaulle trionfalmente, forzando così Roosevelt a riconoscere infine pienamente il governo provvisorio installato in Francia da de Gaulle.
Il termine gollista era quindi praticamente sinonimo di resistente (nelle FFL all'estero e nelle FFI in Francia metropolitana); ma dopo il 22 giugno 1941 (Operazione Barbarossa) e l'ingresso in massa dei comunisti nella resistenza, il termine gollista identifica i resistenti che non sono comunisti.
L'obiettivo di de Gaulle – e del gollismo – era di «vincere la guerra», sia dal punto di vista «militare», sconfitta del nazismo e liberazione della Francia, sia dal punto di vista «diplomatico», legittimazione del GPRF come continuazione della Repubblica francese rispetto all'État français (considerato illegittimo da de Gaulle)[22].
Il gollismo politico (1945-1969)
[modifica | modifica wikitesto]L'opposizione alla Quarta Repubblica (1945-1958)
[modifica | modifica wikitesto]Ma de Gaulle, dopo aver vinto la guerra e restaurato la democrazia, ha criticato il «regime dei partiti» che era stato, secondo lui, per la Francia, prima della guerra una fonte di debolezza, e immagina l'instaurazione di un sistema democratico ma con un esecutivo forte.
I partiti politici, oggetto delle sue critiche, si difesero e, poiché de Gaulle non poteva applicare il suo programma, lo costrinsero a dimettersi dal GPRF nel gennaio 1946.
Il «gollismo» a questo punto prende un altro significato: smette di essere un movimento di resistenza e di restaurazione della democrazia e diventa un movimento politico deciso a sostenere le idee di Charles de Gaulle sulla necessità di un potere democratico ma forte, al quale si aggiungeva una parte sociale: la volontà di associare il capitale e il lavoro. Alcuni ex vichysti hanno raggiunto il movimento gollista così come ex comunisti, anche se alcuni dei ex compagni di lotte della France libre e della resistenza, che avevano preso posizione a sinistra, hanno combattuto il suo Rassemblement du peuple français (RPF).
Poiché la Quarta Repubblica francese aveva rapidamente evoluto verso un regime di preponderanza parlamentare, con dei governi di coalizione effimeri e che non arrivavano a prendere delle decisioni, i gollisti l'hanno combattuto senza tregua, associando a volte i loro voti in Parlamento a quelli dei comunisti. Il sistema politico della Quarta Repubblica, che riprendeva quello della Terza Repubblica (malgrado la crisi politica che questa aveva conosciuto negli anni 30), era un sistema parlamentare repubblicano; de Gaulle invece, nel suo discorso di Bayeux (1946) e in quello di Épinal (1946), delineava una forma di governo differente, che Maurice Duverger nel 1970 definirà come semipresidenziale[23].
Ma la Quarta Repubblica francese è indebolita a causa dell'incapacità dei governi di coalizione a risolvere i problemi della decolonizzazione. Dopo un sussulto sotto la Presidenza del Consiglio di Pierre Mendès France (ex aviatore della France libre, poi ministro di de Gaulle al CFLN e al GPRF), che riuscì a mettere fine per la Francia alla guerra d'Indocina e alla decolonizzazione della Tunisia, la Quarta Repubblica francese piomba nuovamente nell'immobilismo: l'insurrezione algerina provoca una repressione militare e un divorzio dalla métropole, non solamente con gli indigeni, ma anche con i francesi d'Algeria; fino alla crisi del maggio 1958 fomentata da militari e attivisti che reclamano il ritorno del generale de Gaulle.
Il governo centrale fu incapace di rispondere a questa crisi, e dopo il tentativo di colpo di Stato del 13 maggio 1958 ad Algeri e la creazione di Comités de salut public in Algeria e in Corsica, fu lanciata l'Opération Résurrection (24-28 maggio), questa prevedeva un'operazione militare in Corsica, per stabilire una testa di ponte, per poi dirigersi su Parigi e prenderne il potere allo scadere dell'ultimatum il 29 maggio.
Il governo di Pierre Pflimlin, che si era installato il 14 maggio, si dimette il 28 maggio. Nel frattempo de Gaulle, con la dichiarazione del 15 maggio[24], si dichiarava pronto ad assumere i poteri della Repubblica e, nella conferenza stampa del 19 maggio[25], confermava la sua volontà di rendersi utile per il Paese ma in un quadro strettamente legale e nel rispetto delle libertà pubbliche. Finalmente il 29 maggio il presidente René Coty fa appello al più illustre dei francesi, de Gaulle accetta e il 1º giugno 1958 forma il governo e il giorno dopo ottiene i pieni poteri dall'Assemblea nazionale. Finisce così la sua «traversata del deserto» (in francese: «traversée du désert») iniziata nel gennaio del 1946 e durata 12 anni.
Al governo durante la Quinta Repubblica (1958-1969)
[modifica | modifica wikitesto]Il 1º giugno 1958 de Gaulle fa la dichiarazione d'investitura davanti Assemblea nazionale che gli accorda la fiducia; l'indomani ottiene dall'Assemblea nazionale i pieni poteri e la delega per la riforma costituzionale.
- Il 28 settembre 1958, tramite referendum, viene approvata la Costituzione francese della V Repubblica[26]; il 21 dicembre 1958, il generale de Gaulle è eletto Presidente della Repubblica e della Comunità; e l'8 gennaio 1959, de Gaulle prende le funzioni di Presidente della Repubblica e della Comunità e nomina Michel Debré come Premier ministre.
- Decolonizzazione: nella nuova Costituzione, la Comunità francese sostituiva l'Unione francese; tutti i territori d'oltremare[27] potevano scegliere se mantenere il loro statuto, diventare dipartimenti d'oltremare o diventare Stati membri della Comunità; durante il 1960, tutti gli Stati membri della Comunità francese divennero indipendenti.
- De Gaulle comprende fin da subito che la guerra d'Algeria non può essere vinta, essa inoltre mobilita enormi risorse (economiche e militari) e mette la Francia nella posizione imbarazzante di un paese che, da un lato, promuove l'indipendenza delle nazioni (Vietnam, America Latina) e, dall'altro, si ostina a voler mantenere l'Algeria francese. Nel 1959 de Gaulle lancia il Plan de Constantine per lo sviluppo economico e sociale in Algeria. Ma, nonostante il suo ritorno al potere sia stato possibile e favorito per mantenere l'Algeria francese, de Gaulle il 16 settembre 1959 pronuncia un discorso sull'autodeterminazione dei popoli, il 18 marzo 1962 vengono firmati gli accordi di Évian (che mettono fine teoricamente alla guerra), l'8 aprile 1962 i francesi (esclusi quelli d'Algeria) approvano il referendum sugli accordi di Évian e il 1º luglio 1962 gli algerini (in sostanza tutti i residenti in Algeria) approvano il referendum d'autodeterminazione dell'Algeria.
- Indipendenza (politica, diplomatica e militare) della Francia: la crisi di Suez e la crisi di Biserta (1961) sono la prova per de Gaulle della necessità per la Francia di essere totalmente indipendente rispetto alle due superpotenze dell'epoca (USA e URSS), per poter essere riconosciuta come una Nazione non asservita ed estendere le proprie relazioni diplomatiche in tutto il mondo: in quest'ottica, de Gaulle avvia delle cooperazioni culturali e scientifiche con l'URSS, riconosce la Cina comunista, effettua un viaggio in tutta America Latina per tessere relazioni e accordi di cooperazione economici e culturali. In breve de Gaulle vuole che la Francia sia considerata come una alternativa possibile di fronte ad un mondo bipolare.
- Per conseguire l'indipendenza nazionale, de Gaulle (ri)lancia il programma militare nucleare francese (anche contro l'opposizione degli USA), nel 1966 fa uscire la Francia dal Comando militare della NATO ed espelle tutte le basi NATO e statunitensi dal territorio francese. Nel 1960 è effettuato il primo test nucleare francese (Gerboise bleue) nell'Algeria francese, La Francia è il quarto Paese dopo USA, URSS e Regno Unito ad effettuare un test nucleare. Nel 1964 è operativo il bombardiere strategico Mirage IV, di produzione ed armamento nucleare interamente francese. Nel 1965 è lanciato il primo satellite artificiale francese (Astérix) con un razzo vettore di produzione nazionale (il lanciatore Diamant), nella corsa allo spazio la Francia è il terzo Paese ad inviare nello spazio un satellite con un razzo di produzione propria da una base francese; comunque già nel 1950 la Francia aveva lanciato il suo primo razzo-sonda (Véronique), terzo Paese ad inviare nello spazio un razzo di produzione propria.
- Indipendenza (economica e finanziaria) della Francia: de Gaulle mette in piedi numerose misure a sostegno dell'economia francese, tra cui l'introduzione del nuovo franco e, per ristabilire la bilancia dei pagamenti, aumenta le riserve monetarie e rimborsa il debito estero. Per assicurarsi il pieno controllo delle proprie riserve decide di procedere alla conversione delle riserve da dollari statunitensi in oro e fa procedere alla Marine nationale al rimpatrio dell'oro della Banca di Francia depositato a New York presso la Federal Reserve Bank. De Gaulle era per il sistema monetario Gold standard / Étalon-or.
- Per conseguire l'indipendenza economica, de Gaulle lancia un grande piano di modernizzazione dell'industria, in particolare quella aeronautica, spaziale e informatica; si attiva anche per l'indipendenza energetica investendo sia nel settore petrolifero sia nel settore nucleare; lancia un piano di modernizzazione dell'agricoltura con delle azioni strutturali, per risollevare un settore in profonda crisi, su tutta la filiera agricola. Realizza anche delle riforme sociali, rafforza lo stato sociale e cerca di realizzare la partecipazione, ovvero l'associazione capitale-lavoro, per superare la lotta di classe e permettere ai lavoratori di essere parte attiva nella gestione dell'impresa, tuttavia de Gaulle non riuscirà che parzialmente su questo punto a causa dell'opposizione sia del patronato che dei sindacati.
- De Gaulle immagina un'Europa delle nazioni (cioè un'Europa confederale, basata sullo Stato-nazione) contro ogni modello di Europa sovranazionale (basata sul federalismo europeo)[28][29], imperniata sull'asse franco-tedesco. Sostiene la costruzione europea con la firma dei Trattati di Roma (1957) e l'istituzione della CEE e della CEEA (1958) e la successiva fusione (1965) di queste due con la CECA. Ma si oppone alla CED (giudicata di ispirazione sovranazionale) e propone il Piano Fouchet (che però fu rifiutato dagli altri 5 paesi); pone per 2 volte il veto all'ingresso del Regno Unito; e attua una politica di bloccaggio (politica della sedia vuota) dal 30 giugno 1965 al 30 gennaio 1966 in particolare contro la modifica del principio dell'unanimità. Si attiva per la riconciliazione e la restaurazione di relazioni diplomatiche e amichevoli con la Repubblica Federale Tedesca (la réconciliation franco-allemande e l'amitié franco-allemande), dopo secoli di guerre tra le due nazioni, e il 22 gennaio 1963 viene firmato il Traité sur la coopération franco-allemande; ancor oggi, l'asse franco-tedesco è uno dei capisaldi della politica francese. La visione dell'Europa di de Gaulle era quella di una confederazione di Stati – un'Europa europea –, forte, indipendente e libera da ogni influenza esterna, in particolare degli USA e della NATO, ma gli altri 5 paesi membri dell'epoca (Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi, – e soprattutto – Germania Ovest e Italia) non condividevano (o non potevano condividere) questa visione[29].
Il neogollismo
[modifica | modifica wikitesto]Il termine "neo-gollismo" è stato utilizzato in letteratura per descrivere il movimento emerso dopo la morte di de Gaulle nel 1970, attingendo una maggiore influenza dal liberalismo economico, rispetto al gollismo tradizionale e sociale. Alcuni aspetti del neogollismo, come il sostegno al Trattato di Maastricht e il riavvicinamento francese alla NATO sotto la presidenza di Chirac, sono stati descritti come difficili da conciliare con l'idea storica del gollismo.
Il neogollismo degli anni 70
[modifica | modifica wikitesto]I successori di Charles de Gaulle — Georges Pompidou, e brevemente Jacques Chaban-Delmas rappresentante l'ala riformista del gollismo - mantennero gli obiettivi del predecessore.
Dal dicembre 1976 il nuovo segretario Jacques Chirac iniziò la normalizzazione del programma gollista per allinearlo a quello delle destre europee (capitalismo liberale, fino all'atlantismo). Così il neogollismo moderno non ha conservato del gollismo che l'idea di una Francia forte all'interno di un'Europa indipendente.
La conversione liberale ed europeista (anni 80 e 90)
[modifica | modifica wikitesto]La mutazione fondamentale, guidata dalla segreteria Chirac, è intervenuta dopo la presidenza di Georges Pompidou, durante quella di Valéry Giscard d'Estaing ed è continuata nella prima metà degli anni ottanta. La rapida diffusione attraverso il mondo delle idee del liberalismo economico sul modello britannico (1979) e americano (1980) così come lo scontro ideologico con i governi socialisti della presidenza di François Mitterrand (dopo il 1981) hanno portato l'adesione della maggioranza del RPR al liberalismo economico, ufficializzata al congresso del partito del 1983 con Jacques Chirac. Le misure del governo Chirac dal 1986 al 1988, in particolare sotto la spinta di Édouard Balladur, ne sono l'illustrazione.
La seconda grande mutazione è la conversione ufficiale del RPR alla costruzione europea, a seguito dell'evoluzione di Jacques Chirac su questa questione: l'autore dell'appel de Cochin (1978) fa una campagna europeista a favore del trattato di Maastricht (1992), contro le posizioni prese da Charles Pasqua e Philippe Séguin.
Il Rassemblement pour la République (RPR), negli anni 90, raggruppava quattro tendenze: «ortodossa», «legittimista/centrista», «liberale» e «sociale».
L'UMP e la fine del gollismo? (2002-2015)
[modifica | modifica wikitesto]Nello stesso tempo, la potenza dell'influenza liberale sull'insieme dei movimenti politici di destra (e anche di sinistra) attraverso il mondo, ma anche la difficoltà, 20 o 30 anni dopo la sua morte, di immaginare cosa sarebbe stata la politica del generale de Gaulle, hanno condotto l'RPR a banalizzarsi all'interno delle destre europee, malgrado i tentativi di rinascita dottrinale dei gollisti sociali e sovranisti riuniti attorno alla rivista trimestrale «Une certaine idée», fondata da Philippe Séguin, nel 1998.
Dopo le elezioni presidenziali del 2002, il movimento «gollista» Raggruppamento per la Repubblica (RPR) si è sciolto in un nuovo partito di centro-destra: l'Unione per un Movimento Popolare (UMP).
La trasformazione del RPR nell'UMP, partito dominante della destra francese con un programma giudicato liberale e europeista, malgrado la difesa di Jacques Chirac del modello sociale francese, pose, nei primi anni del XXI secolo, la questione della perennità del gollismo nella vita politica francese.
Tuttavia, dopo la scomparsa del RPR, dei movimenti rivendicano il mantenimento del pensiero gollista: alcuni sono (stati) associati o vicini all'UMP (come l'Union des jeunes pour le progrès, il Mouvement Initiative et Liberté, il Club Nouveau Siècle o Le Chêne); altri se ne sono distaccati (Debout la France) o si sono riuniti attorno a valori comuni sovranisti e sociali; infine vi sono associazioni e club di riflessione di ispirazione gollista.
Nel 2015 infine il leader dell'UMP, Nicolas Sarkozy, lo trasforma ne Les Républicains.
Il neogollismo dopo Sarkozy
[modifica | modifica wikitesto]Elementi neogollisti sono presenti, oltre che ufficialmente nel partito erede dell'UMP sarkozista, Les Républicains, anche nel gruppo Les Patriotes e nel Front National dopo l'ascesa di Marine Le Pen nel 2011, partito di estrema destra ed euroscettico dal 2018 noto come "Rassemblement National". Alcuni commentatori politici hanno argomentato che anche il presidente centrista ed europeista Emmanuel Macron (La République en marche, oggi Reinassance) si ispiri in qualche modo al gollismo oltre che alla destra liberale; per le sue idee è stato altresì coniato il neologismo macronismo.[30][31][32]
Personalità e partiti gollisti
[modifica | modifica wikitesto]Personalità golliste
[modifica | modifica wikitesto]A partire da Charles de Gaulle (1947 - 1970), sono stati di matrice gollista i politici Georges Pompidou (1970 - 1974), Jacques Chaban-Delmas (1974-1976), Jacques Chirac (1976-2004) e Nicolas Sarkozy (2004-2015).
I «baroni del gollismo» sono i gollisti che avevano raggiunto de Gaulle all'inizio, alcuni già dagli anni quaranta, durante la guerra: Alain Peyrefitte, André Malraux, Christian Fouchet, Edmond Michelet, Gaston de Bonneval, Gaston Palewski, Georges Pompidou, Jacques Baumel, Jacques Chaban-Delmas, Jacques Foccart, Jacques Soustelle, Léon Delbecque, Louis Terrenoire, Louis Vallon, Lucien Neuwirth, Maurice Couve de Murville, Maurice Schumann, Michel Debré[33], Olivier Guichard, Pierre Lefranc, Pierre Mazeaud, Pierre Messmer, Pierre Picard, Raymond Dronne, Raymond Triboulet, René Capitant, Roger Frey, Yves Guéna, ect.[34][35][36]
Altre personalità golliste sono: i 43 cosignatari dell'«appel des 43»[37], i 229 parlamentari eletti sotto la Quarta Repubblica francese tra il 1946 e il 1958[38], Alain de Boissieu[39], Alain Juppé, Albin Chalandon, Bernard Accoyer, Bernard Debré[33], Catherine Vautrin, Charles Pasqua, Claude Greff, Christian Poncelet, Dominique de Villepin, Eugénie Éboué-Tell[40], Édouard Balladur, François Fillon, Gérard Larcher, Gilbert Grandval, Henri Guaino, Isabelle Debré[33], Jacques Godfrain, Jean-Louis Debré[33], Joël Le Theule, Louis Joxe, Marie-France Garaud, Marie-Jo Zimmermann[41], Michèle Alliot-Marie[42], Michel Barnier, Nicolas Dupont-Aignan, Patrick Devedjian, Patrick Ollier, Philippe Briand, Philippe de Gaulle[43], Philippe Dechartre, Philippe Séguin, Roger Karoutchi, Serge Dassault, François-Xavier Bellamy, ecc.
Partiti gollisti
[modifica | modifica wikitesto]In Francia il termine partito gollista ha designato generalmente il più grande movimento politico che si rivendicava gollista.[44] Tutti i partiti gollisti – da RPF a RPR – avevano nel logo la croce di Lorena.
Dallo scioglimento nel 2002 del Rassemblement pour la République, i successivi si definiscono movimenti post gollisti o neo gollisti.
destra | 1% | |||
centro-destra | 17% | |||
centro | 52% | |||
centro-sinistra | 30% | |||
Ripartizione della tenzenza politica dei quadri dell'RPR nel 1978[45] |
destra | 9% | |||
centro-destra | 63% | |||
centro | 26% | |||
centro-sinistra | 2% | |||
Ripartizione della tenzenza politica dei quadri dell'RPR nel 1984[45] |
I partiti seguenti si collocavano o si collocano generalmente nel centro-destra dello spettro politico, anche se il gollismo di de Gaulle si voleva come una «terza via sociale anti-capitalista e anti-marxista». Il posizionamento a destra è gollismo è controverso. I gollisti della prima fase, erano divisi tra gli ortodossi, nazionalisti e sovranisti, e i sociali, riformisti e progressisti. Quest'ultimi non si dicevano di destra, seppur anti-comunisti, ma rivendicavano un posizionamento tra centrista e progressista[46][47] e consideravano l'UDF di Giscard d'Estaing un partito di centro destra e conservatore[45]. Ma questo almeno fino alla fine degli anni settanta, a partire dagli anni ottanta, l'RPR si sposta verso destra e viceversa l'UDF verso il centro dello spettro politico francese.
Questo grafico non è disponibile a causa di un problema tecnico.
Si prega di non rimuoverlo.
Partito diretto da de Gaulle (1947-1955)
[modifica | modifica wikitesto]- Rassemblement du peuple français (RPF) (1947 - 1955), fondato e presieduto dal generale de Gaulle.
Partiti successivi diretti (1958-2002)
[modifica | modifica wikitesto]- Union pour la nouvelle République (UNR) (1958 - 1967), principale partito gollista a sostegno della presidenza di de Gaulle.
- Union démocratique du travail (UDT) (1959 - 1967), espressione del gollismo di sinistra a sostegno della presidenza di de Gaulle.
- Union des Démocrates pour la Ve République (UDVe) (1967 - 1968), fusione di UNR e UDT.
- Union des démocrates pour la République (UDR) (1968 - 1976), cambio di nome del UDVe.
- Rassemblement pour la République (RPR) (1976 - 2002), trasformazione dell'UDR in RPR ad opera di Jacques Chirac.
Partiti post-gollisti (dal 2002)
[modifica | modifica wikitesto]- Union pour un mouvement populaire (UMP) (2002 - 2015), fusione di RPR, Démocratie libérale e Écologie bleue e ingresso di numerosi parlamentari dell'UDF.
- Les Républicains (LR) (dal 2015), cambiamento di nome e statuto dell'UMP.
Altri partiti, coalizioni e movimenti
[modifica | modifica wikitesto]- Mouvement républicain populaire (MRP) (1944 - 1967), partito centrista cristiano-democratico «fedele» al generale de Gaulle.
- Union des républicains d'action sociale (URAS) (1955 - 1956), a seguito della scomparsa dell'RPF i gollisti si riorganizzano nell'URAS.
- Républicains sociaux (RS) (1956 - 1958), evoluzione dell'URAS, che poi diventerà l'UNR.
- Service d'action civique (SAC) (1960 - 1981), associazione a servizio del generale de Gaulle.
- UNR-UDT (1962 - 1969), coalizione di UNR e UDT a sostegno della presidenza di de Gaulle.
- Républicains indépendants (1962 - 1977), partito in appoggio alla presidenza di de Gaulle e guidato da Valéry Giscard d'Estaing.
- Union des Jeunes pour le Progrès (UJP) (dal 1965), organizzazione giovanile gollista[49].
- Union pour la défense de la République (UDR) (1968), coalizione elettorale in vista delle elezioni del maggio 1968.
- Union Nationale Inter-universitaire (UNI) (dal 1969), organizzazione universitaria[50].
- Mouvement Initiative et Liberté (MIL) (dal 1981), movimento di destra civica, gollista e patriottica[51].
- Union des Démocrates pour le Progrès (UDP) (dal 1986), organizzazione gollista[52].
- Mouvement pour la France (MPF) (dal 1994), partito creato da Philippe de Villiers[53].
- Solidarité & Progrès (S&P) (dal 1996), partito creato da Jacques Cheminade[54].
- Action pour le renouveau du gaullisme et de ses objectifs sociaux (ARGOS) (1998 - 2008), movimento gollista sociale fondato da Jean Charbonnel[55].
- Rassemblement pour la France (et l'indépendance de l'Europe) (RPF(IE)) (1999 - 2002), partito creato da Charles Pasqua e Philippe de Villiers e poi confluito nell'UMP.
- Club Nouveau Siècle (CNS) (dal 2001), movimento gollista di sinistra fondato da Philippe Dechartre[56].
- Union gaulliste pour une France républicaine (UGFR), (2003 - 2004), componente gollista del Pôle républicain di Jean-Pierre Chevènement[55].
- Union du Peuple Francais (UPF) (dal 2006), movimento gollista e repubblicano guidato da Sébastien Nantz[57].
- Union Populaire Républicaine (UPR) (dal 2007), movimento sovranista guidato da François Asselineau[58][59].
- Convention des gaullistes sociaux pour la Ve République (dal 2008), movimento gollista sociale fondato da Jean Charbonnel[55].
- Debout la France (DLF) (dal 2008), prima corrente dell'RPR e dell'UMP, poi partito autonomo dal 2008, guidato da Nicolas Dupont-Aignan[60][61].
- République solidaire (RS) (2010), movimento politico fondato da Dominique de Villepin[62].
- Rassemblement Gaulliste (RG) (2012), movimento politico fondato da Roger Karoutchi[63][64].
- Force républicaine (dal 2013, dal 2001 al 2013: France.9), associazione / think tank presieduto da François Fillon[65][66][67].
- (Michèle Alliot-Marie) Le Chêne (dal 2006) e Nouvelle France (dal 2016), movimenti gollisti presieduti da Michèle Alliot-Marie[42][68].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Gollismo, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 27/10/2016.
- ^ (FR) Gaullisme, su larousse.fr.
- ^ (FR) Gaullisme, su cnrtl.fr.
- ^ (FR) Gaulliste, su cnrtl.fr.
- ^ In francese si distingue il «gaulliste», ovvero una persona simpatizzante di de Gaulle o della sua filosofia politica, da «gaullien», che si usa per qualcosa relativo personalmente a de Gaulle, alle sue azioni e alla sua personalità.
- ^ (FR) Vincent Remy, Le DICO des idées : le Gaullisme, su lebreviairedespatriotes.fr, 1º maggio 2014. URL consultato il 30 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 31 agosto 2017).
- ^ (FR) La Croix de Lorraine, su charles-de-gaulle.org (archiviato dall'url originale il 29 gennaio 2017).
- ^ (FR) Jacques Godfrain, Message du Président de la Fondation Charles de Gaulle, su actualites.charles-de-gaulle.org, 27 aprile 2017. URL consultato il 30 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 31 agosto 2017).
- ^ (FR) Yves de Gaulle, Tribune d'Yves de Gaulle, su actualites.charles-de-gaulle.org, 3 maggio 2017. URL consultato il 30 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 31 agosto 2017).
- ^ (FR) Charles de Gaulle, Mémoires de guerre – L'Appel : 1940-1942, vol. 1, Paris, Plon, 1954, p. 1.«Toute ma vie, je me suis fait une certaine idée de la France. [...] Bref, à mon sens, la France ne peut être la France sans la grandeur.»
- ^ (FR) Le métier de juge constitutionnel, témoignage d'un ancien membre du Conseil, su conseil-constitutionnel.fr. URL consultato il 30 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 17 giugno 2008).
- ^ Il Conseil constitutionnel è una forma attenuata di Corte costituzionale.
- ^ Fondation Charles de Gaulle e Association Georges Pompidou, L'aménagement du territoire. 1958 - 1974, Paris, L'Harmattan, 2000, ISBN 2-7384-8698-3.
- ^ (FR) Alain Peyrefitte, C'était de Gaulle, Paris, Fayard, 1994.«Le capitalisme n’est pas acceptable dans ses conséquences sociales. Il écrase les plus humbles. Il transforme l’homme en un loup pour l’homme»
- ^ (FR) De Gaulle et la Participation, su charles-de-gaulle.org. URL consultato il 29 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 12 gennaio 2017).
- ^ (FR) Fondation Charles de Gaulle, Charles de Gaulle et la justice, Paris, Editions Cujas, 2003, ISBN 978-2-254-03506-9.
- ^ (FR) Gaullisme, su europe-politique.eu.
- ^ (FR) pancapitalisme, su cnrtl.fr.
- ^ (FR) Jacques Lecaillon, Loichot (Marcel) - La réforme pancapitaliste., in Revue économique, vol. 17, n. 6, Paris, 1966, pp. 1028-1030, ISSN 1950-6694 .
- ^ (FR) Déclarations de principe des mouvements, su u-m-p.org. URL consultato il 28 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 28 novembre 2012).
- ^ (FR) Résultats des élections internes, su u-m-p.org, 20 novembre 2012. URL consultato il 28 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 27 novembre 2012).
- ^ Alla fine della guerra, i due atti di resa tedesca (del 7 e dell'8 maggio 1945) furono firmati in presenza di rappresentanti francesi (generale Sevez e generale de Lattre), così come l'atto di resa giapponese del 2 settembre 1945 (generale Leclerc) e trattati di Parigi (1947).
- ^ (FR) Maurice Duverger, Le système politique français, Paris, PUF, 1970.
- ^ (FR) Déclaration du 15 mai 1958, su charles-de-gaulle.org (archiviato dall'url originale il 29 marzo 2017).
- ^ (FR) Conférence de presse du 19 mai 1958, su charles-de-gaulle.org (archiviato dall'url originale il 2 giugno 2017).
- ^ Solo la Guinea francese respinge il referendum e ottiene così l'indipendenza il 2 ottobre 1958 col nome di Guinea.
- ^ Qui il termine territori d'oltremare identifica tutti i territori d'oltremare esclusi i dipartimenti d'oltremare e l'Algeria francese.
- ^ (FR) Citations du général de Gaulle sur l'Europe (II), su charles-de-gaulle.org. URL consultato il 12 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 25 settembre 2016).«Sur la base de cette alliance, il faut bâtir une Confédération, c'est-à-dire un organisme commun auquel les divers Etats, sans perdre leur corps, leur âme, leur figure, délèguent une part de leur souveraineté en matière stratégique, économique, culturelle. [...] Bien entendu, cette Europe-là ne sera pas comme on dit supranationale. Elle sera comme elle est. Elle commencera par être une coopération, peut-être qu'après, à force de vivre ensemble, elle deviendra une confédération.»
- ^ a b (FR) De Gaulle et l'Europe, su fresques.ina.fr. URL consultato il 12 novembre 2016.«Pour de Gaulle, les pays d'Europe doivent se constituer en une confédération de nations, capable de jouer un rôle sur la scène mondiale et de défendre ses propres intérêts face aux blocs américain et soviétique. Hostile aux conceptions supranationalistes, [...] De Gaulle plaide en faveur d'une Europe des États : il refuse d'envisager une organisation politique qui impliquerait un quelconque abandon de la souveraineté française, s'opposant ainsi aux conceptions supranationalistes de ses adversaires. [...] Il plaide en faveur d'une "Europe européenne", c'est-à-dire centrée sur elle-même et capable d'assurer sa défense militaire, sans avoir besoin de la protection des États-Unis. Ainsi combat-il, au début des années 50, le projet de la Communauté européenne de défense (CED), d'inspiration supranationaliste. Facteur d'équilibre et de paix, cette Europe doit être capable de s'imposer face au monde bipolaire dominé par les Américains et les Soviétiques.»
- ^ Mathieu Magnaudeix, « Le général de Gaulle trône au panthéon de Macron » [archive], sur Mediapart, 13 avril 2017 (consulté le 10 juillet 2017).
- ^ Dietro la proposta di Emmanuel Macron risuonano echi di neo-gollismo»
- ^ Gabriel Attal è l’unico macronista uscito bene dalle elezioni francesi?
- ^ a b c d Michel Debré è il padre dei fratelli gemelli Bernard Debré e Jean-Louis Debré; Isabelle Debré è la nuora del primo e la cognata dei secondi.
- ^ (FR) Les cadres du RPF, su charles-de-gaulle.org. URL consultato il 29 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 6 aprile 2017).
- ^ (FR) Marina Arzakanian, Les gaullistes et la "traversée du désert", su charles-de-gaulle.org, 1993. URL consultato il 29 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 26 aprile 2017).
- ^ (FR) Bernard Lachaise, Les gaullistes dans le journal de l'élysée, 1965-1969, in Les Cahiers du Centre de Recherches Historiques, n. 30, Paris, EHESS, 2002, DOI:10.4000/ccrh.552.
- ^ (FR) Jérôme Pozzi, L’Appel des 43 et le mouvement gaulliste : manœuvre politique, relève générationnelle et fronde des « godillots », in Parlement[s], Revue d'histoire politique, vol. 7, n. 1, Paris, L'Harmattan, 2007, pp. 109-120, ISSN 1768-6520 .
- ^ (FR) Bernard Lachaise, Itinéraires des parlementaires gaullistes de la IVe République, in Parlement[s], Revue d'histoire politique, vol. 7, n. 1, Paris, L'Harmattan, 2007, pp. 47-63, ISSN 1768-6520 .
- ^ Genero del generale de Gaulle.
- ^ Eugénie Éboué-Tell (1891-1972) era la vedova di Félix Éboué, vedi anche: (FR) Arlette Capdepuy, Quelle place pour Madame Éboué dans le gaullisme de la Ve République ?, in Histoire@Politique, vol. 17, n. 2, Paris, Presses de Sciences Po (P.F.N.S.P.), 2012, pp. 37-50, DOI:10.3917/hp.017.0037, ISSN 1768-6520 .
- ^ (FR) Marie-Jo Zimmermann e Janine Mossuz-Lavau, Marie-Jo Zimmermann : un engagement dans l'espace de la cause des femmes, in Histoire@Politique, vol. 17, n. 2, Paris, Presses de Sciences Po (P.F.N.S.P.), 2012, pp. 87-97, DOI:10.3917/hp.017.0087, ISSN 1768-6520 .
- ^ a b (FR) Le Chêne, su lechene.org. URL consultato il 28 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 9 febbraio 2014).
- ^ Figlio del generale de Gaulle.
- ^ (FR) David Bellamy, Historique des groupes parlementaires gaullistes, in Parlement[s], Revue d'histoire politique, vol. 5, n. 3, Paris, L'Harmattan, 2009, pp. 8-21, DOI:10.3917/parl.hs05.0008, ISSN 1768-6520 .
- ^ a b c Brechon, Derville, Lecomte, L'univers idéologique des cadres RPR. Entre l'héritage gaulliste et la dérive droitière, pp. 675-695.
- ^ (FR) Le gaullisme et la droite néo-gaulliste, su france-politique.fr.
- ^ (FR) Le gaullisme est-il de droite?, su gaullisme.net.
- ^ Bellamy, Historique des groupes parlementaires gaullistes, 8-21.
- ^ (FR) Union des Jeunes pour le Progrès (UJP), su u-j-p.fr. URL consultato il 28 ottobre 2016.
- ^ (FR) UNI (Union Nationale Inter-universitaire) - La droite universitaire, su uni.asso.fr. URL consultato il 28 ottobre 2016.
- ^ (FR) Mouvement Initiative et Liberté, su lemil.org. URL consultato il 28 ottobre 2016.
- ^ (FR) La lettre du Gaullisme (UDP - Union des Démocrates pour le Progrès), su amadei.fr. URL consultato il 28 ottobre 2016.
- ^ (FR) Mouvement pour la France, su pourlafrance.fr. URL consultato il 28 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 25 febbraio 2007).
- ^ (FR) Solidarité & Progrès, su solidariteetprogres.org. URL consultato il 28 ottobre 2016.
- ^ a b c (FR) Convention des gaullistes sociaux pour la Ve République, su gaullismesocial.fr. URL consultato il 28 ottobre 2016.
- ^ (FR) Club Nouveau Siècle, su club-nouveau-siecle.org. URL consultato il 28 ottobre 2016.
- ^ (FR) Union du Peuple Francais, su union-du-peuple-francais.fr. URL consultato il 28 ottobre 2016.
- ^ (FR) Union Populaire Républicaine, su upr.fr. URL consultato il 28 ottobre 2016.
- ^ (FR) Le Blog de François Asselineau (UPR), su francoisasselineau.fr. URL consultato il 28 ottobre 2016.
- ^ (FR) Debout la France, su debout-la-france.fr. URL consultato il 28 ottobre 2016.
- ^ (FR) Le Blog de Nicolas Dupont-Aignan - Blog NDA, su blog.nicolasdupontaignan.fr. URL consultato il 28 ottobre 2016.
- ^ (FR) République solidaire, su republiquesolidaire.com. URL consultato il 28 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 6 novembre 2016).
- ^ (FR) UMP: l'éternel retour du courant gaulliste de Roger Karoutchi, su ipolitique.fr. URL consultato il 20 giugno 2016.
- ^ (FR) Rassemblement Gaulliste (RG), su france-politique.fr. URL consultato il 20 giugno 2016.
- ^ (FR) Force républicaine, su force-republicaine.fr. URL consultato il 28 ottobre 2016.
- ^ (FR) Le blog de François Fillon, su blog-fillon.com. URL consultato il 28 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 16 maggio 2007).
- ^ (FR) France.9 / Force républicaine, su france-politique.fr. URL consultato il 28 ottobre 2016.
- ^ (FR) Nouvelle France, su nouvelle-france.fr. URL consultato il 9 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 9 dicembre 2016).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (FR) Bernard Lachaise, Du général de Gaulle à Jacques Chirac. Le gaullisme et les Français, in Histoire de notre temps, Bordeaux, CRDP Aquitaine, 2006, ISBN 978-2-86617-517-7. URL consultato il 30 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 31 agosto 2017).
- (FR) Chantal Morelle, De Gaulle, le gaullisme et les gaullistes, Paris, A. Colin, 1998, ISBN 978-2-200-01886-3, OCLC 301596839.
- (FR) Chantal Morelle, Le Gaullisme pour les nuls, prefazione di Pierre Lefranc, Paris, Editions First, 2010, ISBN 978-2-7540-0821-1, OCLC 690542975.
- (FR) Denis Mazzucchetti e Claire Fredj, Le gaullisme de 1940 a nos jours, Paris, Hatier, 1996, ISBN 978-2-218-71168-8, OCLC 406998285.
- (FR) Didier Julia, Pages de vie en politique. Le gaullisme à l'épreuve du temps, Paris, L'Harmattan, 2016, ISBN 978-2-343-09691-9, OCLC 964333071.
- (FR) Francis Choisel, Bonapartisme et gaullisme, Paris, Albatros, 1987, ISBN 978-2-7273-0152-3, OCLC 906521179.
- (FR) Francis Choisel, Comprendre le gaullisme. A propos de quelques contresens sur la pensée et l'action du général de Gaulle, in Questions contemporaines, Paris, L'Harmattan, 2016, ISBN 978-2-343-10280-1, OCLC 971574807.
- (FR) Gaetano Quagliariello, Gaullisme. Une classification impossible. Essai d'analyse comparée des droites française et italienne, in Inter-National, Paris, L'Harmattan, 2009, ISBN 978-2-296-08959-4, OCLC 470618845.
- (FR) Gaetano Quagliariello, La religion gaulliste, Paris, Perrin, 2007, ISBN 978-2-262-02198-6, OCLC 183257265.
- (FR) Guy Sabatier e Philippe Ragueneau, Le Dictionnaire du gaullisme. Charles de Gaulle. Le gaullisme. Les gaullistes, Paris, Albin Michel, 1994, ISBN 978-2-226-06945-0, OCLC 715280409.
- Jacques Soustelle, Gollismo : ventotto anni di regime, traduzione di Orsola Nemi, Milano, Edizioni del Borghese, 1969, OCLC 464645803, bnf:35661808 .
- (FR) Jacques Soustelle, Vingt-huit ans de gaullisme, Paris, La Table ronde, 1968, OCLC 908144, bnf:33180166 .
- (FR) Jean Touchard, Le gaullisme (1940-1969), Paris, Ed. du Seuil, 1978, ISBN 2-02-004797-7, OCLC 5708819.
- (FR) Jean-Christian Petitfils, Le gaullisme, in Que sais-je?, vol. 1708, 4ª ed., Paris, PUF, 1994 [1977], ISBN 978-2-13-041433-9, OCLC 5196175, bnf:34588699 .
- Pierre Avril, Il parlamento francese nella quinta repubblica : [Regime presidenziale e parlamento dal gollismo al postgollismo], traduzione di Marcello Romei, Milano, Edizioni di Comunità, 1976, OCLC 878953443, SBN IT\ICCU\SBL\0583107.
- (FR) Pierre Avril, U.D.R. et gaullistes, Paris, PUF, 1971, OCLC 304116, SBN IT\ICCU\UBO\2834174, bnf:35189013 .
- (FR) René Rémond, Les Droites en France, 4ª ed., Paris, Aubier-Montaigne, 1982 [1954], ISBN 2-7007-0260-3.
- (FR) René Rémond, Les Droites aujourd'hui, Paris, Louis Audibert, 2005, ISBN 2-84749-050-7.
- (FR) Roland Hureaux, L'actualité du gaullisme - Cinq études sur les idées et l'action du général de Gaulle, prefazione di Jean Charbonnel, Paris, Guibert (François-Xavier de), 2007, ISBN 978-2-7554-0143-1.
- (FR) Serge Berstein, Histoire du gaullisme, Paris, Perrin, 2001, ISBN 978-2-262-01155-0.
- (FR) François Audigier, Bernard Lachaise e Sébastien Laurente (a cura di), Les gaullistes : Hommes et réseaux, Paris, Nouveau Monde éditions, 2013, ISBN 978-2-36583-374-5.
- (FR) Frédéric Fogacci (a cura di), De Gaulle et la défense de la France – d'hier à aujourd'hui, Paris, Nouveau Monde éditions, 2017, ISBN 978-2-36942-537-3.
- (FR) Gérard Larcher (a cura di), Le Gaullisme. Une solution pour demain, Paris, Odile Jacob, 2012, ISBN 978-2-7381-2811-9.
- (FR) Serge Berstein e Odile Rudelle (a cura di), Le modèle républicain, Paris, P.U.F., 1992, ISBN 978-2-13-044166-3.
- (FR) AA.VV., *Espoir revue de l'Institut et de la Fondation Charles de Gaulle, in Espoir, Paris, Fondation Charles de Gaulle, dal 1972, ISSN 0223-5994 (archiviato dall'url originale il 18 ottobre 2009).
- (FR) AA.VV., Dossier : Nouveaux regards sur le gaullisme et les gaullistes, in Vingtième Siècle. Revue d'histoire, vol. 116, n. 4, Paris, Presses de Sciences Po (P.F.N.S.P.), ottobre-dicembre 2012, ISBN 978-2-7246-3250-7, ISSN 0294-1759 .
- (FR) AA.VV., Les gaullistes, femmes et réseaux, in Histoire@Politique, vol. 17, n. 2, Paris, Presses de Sciences Po (P.F.N.S.P.), 2012, DOI:10.3917/hp.017.0037, ISSN 1768-6520 .
- (FR) Florence Haegel, Mémoire, héritage, filiation. Dire le gaullisme et se dire gaulliste au RPR, in Revue française de science politique, vol. 40, n. 6, Paris, Presses de Sciences Po (P.F.N.S.P.), 1990, pp. 830-844, DOI:10.3406/rfsp.1990.394525, ISSN 0035-2950 .
- (FR) Jean Charlot, L'après-gaullisme, in Revue française de science politique, vol. 18, n. 1, Paris, Presses de Sciences Po (P.F.N.S.P.), 1968, pp. 68-76, DOI:10.3406/rfsp.1968.393071, ISSN 0035-2950 .
- (FR) Jean Charlot, Le gaullisme après de Gaulle, in Études. Revue de culture contemporaine, vol. 384, n. 5, Paris, S.E.R., maggio 1996, pp. 601-610, ISSN 0014-1941 .
- (FR) Pierre Bréchon, Jacques Derville e Patrick Lecomte, L'univers idéologique des cadres RPR. Entre l'héritage gaulliste et la dérive droitière, in Revue française de science politique, vol. 37, n. 5, Paris, Presses de Sciences Po (P.F.N.S.P.), 1987, pp. 675-695, DOI:10.3406/rfsp.1987.411575, ISSN 0035-2950 .
- (FR) Serge Berstein, Gaullisme, su universalis.fr. URL consultato il 28 ottobre 2016.
- (FR) Serge Berstein, Les gaullistes, de la Libération à la création du RPF, su charles-de-gaulle.org, 18 gennaio 1986. URL consultato il 28 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 20 aprile 2017).
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikizionario contiene il lemma di dizionario «gollismo»
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su gollismo
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- gollismo, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- gollismo, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- gollismo, su Vocabolario Treccani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- gollismo, su sapere.it, De Agostini.
- Il Gollismo, su instoria.it.
- (FR) Gaullisme, su larousse.fr.
- (FR) Fondation et Institut Charles de Gaulle, su charles-de-gaulle.org. URL consultato il 30 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 28 gennaio 2011).
- (FR) Cercle d'Études Charles de Gaulle, su charlesdegaulle.be.
- (FR) Centre d'Information sur le Gaullisme, su gaullisme.net.
- (FR) Gaullisme.fr _ Tout sur de Gaulle, tout sur le gaullisme, su gaullisme.fr.
- (FR) Union des Gaullistes de France (UGF) [collegamento interrotto], su union-gaulliste-de-france.org.
- (FR) Les Gaullistes, su les-gaullistes.fr.
- (FR) Les Gaullistes, su gaulhore.fr.
Controllo di autorità | Thesaurus BNCF 50361 · LCCN (EN) sh97008804 · GND (DE) 4156094-2 · BNF (FR) cb119315483 (data) · J9U (EN, HE) 987007551603305171 |
---|