Forte Larino Fortificazioni austriache al confine italiano | |
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Il forte Larino | |
Ubicazione | |
Stato | Austria-Ungheria |
Stato attuale | Italia |
Città | Lardaro, Trento |
Coordinate | 45°57′51.89″N 10°39′30.08″E |
Informazioni generali | |
Tipo | Fortezza |
Costruzione | 1860-1862 |
Primo proprietario | Imperial regio Esercito |
Condizione attuale | restaurato |
Informazioni militari | |
Utilizzatore | Impero austro-ungarico |
Armamento | 4 cannoni da 150 mm Mod. 61 4 cannoni da 90/75 |
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Il forte Larino è un forte militare austro-ungarico, situato a Lardaro, in provincia di Trento, nella valle del Chiese. Il forte appartiene allo "Sbarramento di Lardaro" del "Subrayon III" del grande sistema di fortificazioni austriache al confine italiano. Era posto là dove la Valle del Chiese si stringe e permetteva un ottimo controllo del territorio adiacente.[1]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]La tagliata fu costruita nel 1860 allo scopo di difendere la strada proveniente dal territorio bresciano, recentemente diventato territorio italiano.
Il forte è stato un bell'esempio di architettura fortificata, con conci di granito lavorati a scalpello e circondato da un fossato continuo.
Ha avuto un ruolo importante nella terza guerra di indipendenza e nella prima guerra mondiale. Ha fatto parte di un insieme di fortificazioni: lo sbarramento di Lardaro, che comprendeva inoltre il forte Corno (raggiungibile con un sentiero), il forte Danzolino, il forte Cariola, il forte Revegler. Dal 2006 al 2008 è stato soggetto a restaurazioni.
Armamento
[modifica | modifica wikitesto]- 4 cannoni da 150 mm Mod. 61;
- 4 cannoni da 80/5 in barbetta in seguito sostituiti da 4 cannoni da 90/75 da campagna in cannoniera minima.
Note
[modifica | modifica wikitesto]Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Forte Larino
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Descrizione dei forti della valle del Chiese, su visitchiese.it. URL consultato il 5 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 14 novembre 2010).