Diso comune | |
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Piazza Municipio | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Puglia |
Provincia | Lecce |
Amministrazione | |
Sindaco | Salvatore Coluccia (lista civica Per Diso Marittima) dal 4-10-2021 |
Territorio | |
Coordinate | 40°01′N 18°24′E |
Altitudine | 99 m s.l.m. |
Superficie | 11,42 km² |
Abitanti | 2 784[1] (30-4-2024) |
Densità | 243,78 ab./km² |
Frazioni | Marittima, Marina di Marittima |
Comuni confinanti | Andrano, Castro, Ortelle, Spongano |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 73030 |
Prefisso | 0836 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 075027 |
Cod. catastale | D305 |
Targa | LE |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] |
Cl. climatica | zona C, 1 246 GG[3] |
Nome abitanti | disini |
Patrono | santi apostoli Filippo e Giacomo il Minore |
Giorno festivo | 1º maggio |
Cartografia | |
Posizione del comune di Diso all'interno della provincia di Lecce | |
Sito istituzionale | |
Diso (Disu in dialetto salentino) è un comune italiano di 2 784 abitanti[1] della provincia di Lecce in Puglia.
Situato nel versante orientale della penisola salentina, include un breve tratto del litorale adriatico[4] del basso Salento. Comprende anche la frazione di Marittima.
Geografia fisica
[modifica | modifica wikitesto]Territorio
[modifica | modifica wikitesto]Il territorio del comune di Diso, che si estende per 11,56 km², si affaccia sul litorale adriatico per circa 4 km con la località balneare di Marina di Marittima. È situato a 99 m s.l.m.
Confina a nord con il comune di Ortelle, a ovest con il comune di Spongano, a sud con il comune di Andrano, a est con il comune di Castro e con il mar Adriatico.
Dall'ottobre 2006 parte del territorio comunale rientra nel Parco Costa Otranto - Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase, istituito dalla Regione Puglia allo scopo di salvaguardare la costa orientale del Salento, ricca di pregiati beni architettonici e di importanti specie animali e vegetali.
- Classificazione sismica: zona 4 (sismicità molto bassa), Ordinanza PCM n. 3274 del 20/03/2003.
Clima
[modifica | modifica wikitesto]Dal punto di vista meteorologico Diso rientra nel territorio del basso Salento che presenta un clima prettamente mediterraneo, con inverni miti ed estati caldo umide. In base alle medie di riferimento, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta attorno ai +17,2 °C, mentre quella del mese più caldo, agosto, si aggira sui +26,1 °C. Le precipitazioni medie annue, che si aggirano intorno ai 910 mm.
Facendo riferimento alla ventosità, i comuni del basso Salento risentono debolmente delle correnti occidentali grazie alla protezione determinata dalle serre salentine che creano un sistema a scudo. Al contrario le correnti autunnali e invernali da sud-est, favoriscono in parte l'incremento delle precipitazioni, in questo periodo, rispetto al resto della penisola[5].
Diso | Mesi | Stagioni | Anno | ||||||||||||||
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Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | ||
T. max. media (°C) | 20,3 | 21,8 | 23,2 | 25,0 | 25,8 | 26,6 | 26,9 | 27,2 | 26,8 | 25,2 | 23,0 | 21,0 | 21,0 | 24,7 | 26,9 | 25,0 | 24,4 |
T. min. media (°C) | 14,2 | 15,5 | 16,8 | 18,9 | 22,8 | 24,0 | 24,6 | 25,0 | 24,8 | 22,0 | 19,3 | 15,1 | 14,9 | 19,5 | 24,5 | 22,0 | 20,3 |
Giorni di calura (Tmax ≥ 30 °C) | 1 | 1 | 3 | 5 | 6 | 7 | 10 | 12 | 9 | 7 | 2 | 1 | 3 | 14 | 29 | 18 | 64 |
Giorni di gelo (Tmin ≤ 0 °C) | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Precipitazioni (mm) | 79 | 72 | 74 | 73 | 77 | 78 | 72 | 70 | 74 | 79 | 82 | 80 | 231 | 224 | 220 | 235 | 910 |
Giorni di pioggia | 8 | 7 | 8 | 8 | 7 | 8 | 8 | 8 | 9 | 9 | 10 | 9 | 24 | 23 | 24 | 28 | 99 |
Giorni di nebbia | 4 | 4 | 6 | 5 | 3 | 4 | 5 | 3 | 6 | 10 | 10 | 11 | 19 | 14 | 12 | 26 | 71 |
Umidità relativa media (%) | 79,0 | 78,9 | 78,6 | 77,8 | 75,7 | 71,1 | 68,4 | 70,2 | 75,4 | 79,3 | 80,8 | 80,4 | 79,4 | 77,4 | 69,9 | 78,5 | 76,3 |
- Classificazione climatica di Diso:[6]
- Zona climatica: C
- Gradi giorno: 1246
Origini del nome
[modifica | modifica wikitesto]L'origine del nome potrebbe derivare dalla parola messapica Dizos, che significa città fortificata. Si suppone anche che l'etimologia derivi da Disìo, cioè desiderio di abitarci. Nei vari documenti storici è citata come Disum o anche Dixum.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Le origini di Diso sembrerebbero risalire all'età del bronzo, come fa supporre il ritrovamento del menhir Vardare, di un pugnale del periodo neolitico (2500 a.C.) e di una pietra con iscrizione messapica. Il paese sarebbe stato fondato nell'VIII secolo a.C., come sede di un centro messapico la cui denominazione, "Dizos", che significa "città fortificata", fa riferimento al suo ruolo difensivo. Per certo si può affermare che il centro di Diso esisteva già prima dell'XI secolo, certezza confortata dall'epigrafe esistente sul prospetto dell'attuale chiesa matrice, la quale sottolinea come l'edificazione dell'odierna costruzione, sia avvenuta sulle rovine della vecchia chiesa edificata certamente nell'anno 1003.
A partire dall'XI secolo, la storia di Diso s'intreccia con le vicissitudini della vicina Castro. Dal 1085, epoca di elevazione di Castro a contea, fino al 1537 quando le scorrerie turche ridussero Castro in rovina, Diso assunse il ruolo di casale di Castro. Nel XVII secolo, dopo la rovina di Castro, Diso divenne il centro più importante della contea essendo lo stesso il più popolato e anche il meglio disposto topograficamente. Per tutto il Seicento il centro ebbe una grande espansione edilizia e un accentuato aumento demografico. La popolazione era dedita esclusivamente all'agricoltura, ma vi erano anche numerosi professionisti quali notai e medici. Dal XVIII secolo iniziò una lenta decadenza di Diso dovuta soprattutto a un lungo periodo di siccità che determinò un forte flusso migratorio verso casali più fertili. Tuttavia i pochi abitanti rimasti acquistarono nel 1715 le due statue in legno dei Santi Apostoli Filippo e Giacomo, ancora oggi venerate. Nel 1758 venne eretta una nuova chiesa dando vita a una rinascita sotto tutti gli aspetti economici. Questo fu anche il periodo di maggior splendore per il locale convento dei Frati Cappuccini.
L'inizio dell'Ottocento, segnò l'inizio di una nuova epoca per Diso, che grazie alle leggi napoleoniche del 1806, si vide elevare a capoluogo di comune con le frazioni di Marittima, Castro, Andrano, Castiglione e Vignacastrisi le ultime tre nel 1809 verranno distaccate da Diso in quanto Andrano diventa comune autonomo insieme a Castiglione e Vignacastrisi diventa frazione di Ortelle. Per oltre un secolo, i tre centri hanno fatto vita in comune, con le maggiori attività concentrate a Diso, sino a quando le frazioni di Marittima e Castro sono divenute più grandi del capoluogo che ha dovuto, nel corso degli anni, concedere ai due centri diversi uffici e servizi (scuola media, ufficio anagrafe, le farmacie). Diverse nel corso dei decenni sono state le battaglie, molto spesso campanilistiche, tra i tre centri, che sono state quasi sempre risolte, anche se con molti compromessi sino al 1977, anno in cui Castro, ottenuta l'autonomia, è divenuto comune autonomo. Dal 1977 Diso continua la sua storia comunale con la sola frazione di Marittima.
Simboli
[modifica | modifica wikitesto]Profilo araldico dello stemma:
«D'azzurro all'agnello pasquale d'argento, con la testa in maestà, sostenente una bandiera bifida dello stesso, crociata di rosso, l'asta di nero terminante a croce, sviluppata prima a sinistra poi terminante con le punte a destra. L'agnello è passante su una pianura erbosa di verde. Ornamenti esteriori da Comune.[7]»
Profilo araldico del gonfalone:
«Drappo di azzurro…»
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]Architetture religiose
[modifica | modifica wikitesto]- Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, fu riedificata nel 1758 sul luogo dell'antica chiesa parrocchiale risalente all'XI secolo. Fu realizzata dai copertinesi Preite, una delle famiglie di costruttori salentini più attiva e richiesta in Terra d'Otranto nel XVIII secolo. La facciata in carparo è caratterizzata da un semplice portale d'ingresso affiancato da due nicchie nella quale sono raffigurati i santi protettori. Il campanile, lesionato dall'uragano del 10 settembre 1832, fu sostituito nel 1903, sul progetto di Gennaro Bacile di Castiglione, da quello attuale, alto venticinque metri. L'interno, a croce latina, accoglie gli altari dedicati a san Francesco di Paola, a sant'Agata e santa Lucia, alla Madonna del Carmine e all'Immacolata. Nel transetto vi sono l'altare della Madonna del Rosario e quello di sant'Anna. L'abside, arricchita dal coro ligneo e dalle tele raffiguranti il Martirio dei Santi Filippo e Giacomo, San Pietro, San Paolo, l'Uccisione di Abele e il Sacrificio di Abramo, è dominato dall'altare maggiore dedicato agli apostoli Filippo e Giacomo.
- Chiesa dell'Immacolata, fu costruita nel 1664 durante l'episcopato di Annibale Sillano (Vescovo di Castro dal 6 ottobre 1653 al febbraio 1666), come indica lo stemma presente tra il finestrone e il portale della facciata. Il semplice prospetto, inquadrato fra due robuste paraste angolari, possiede un portale d'ingresso barocco, decorato sulla sommità da foglie d'acanto disposte a pigna e da una croce. L'interno, ad aula unica rettangolare, è caratterizzato lungo il perimetro dagli scanni in legno per i priori e per i confratelli. La chiesa è infatti sede, fin dalla costruzione, della Confraternita dell'Immacolata ed è tuttora officiata a cura della stessa. Lungo le pareti laterali una serie di medaglioni dipinti su tela con cornici scolpite in pietra illustrano i momenti della vita di Maria. L'altare maggiore, in pietra leccese policroma, è dominato da una grande pala raffigurante la Vergine Immacolata tra santi.
- Chiesa di San Francesco d'Assisi, è annessa all'ex convento dei Frati Cappuccini, edificato tra il 1614 e il 1619. La chiesa venne consacrata nel 1658, come risulta da due epigrafi. Il convento ospitò una comunità numerosa di frati Cappuccini e fu anche sede di studi teologici. Nel 1866 venne soppresso e due anni dopo l'amministrazione comunale lo acquistò e ottenne in uso la chiesa, riaperta al culto solo un secolo dopo, il 10 ottobre 1961 dopo un accurato restauro. La facciata fu realizzata nel 1773 in stile barocco. Possiede un campanile a vela. L'interno con pianta a doppia navata, risponde ai dettami dell'architettura cappuccina che prevede una navata principale funzionale al servizio del culto e della liturgia e una seconda, più piccola, atta a ospitare le cappelle con gli altari laterali.
- Cappella di Sant'Oronzo, fu edificata nel 1658 per devozione di Francesco Costantini. È anche alla Vergine Maria, a san Giuseppe e a san Gaetano da Thiene come riporta l'iscrizione sul portale. La piccola facciata si compone di un portale posto in asse con una finestra ed è coronata da un campanile a vela. L'interno, ad aula unica, presenta una copertura a stella di tipo alla leccese. Ospita un solo altare su cui sono affrescate le immagini dei titolari. La chiesa è annessa al seicentesco palazzo De Blasi. Nella piazza antistante è presente una seicentesca colonna di Sant'Oronzo in pietra leccese.
Altre chiese
[modifica | modifica wikitesto]- Chiesa di Santa Maria ad Nives, è situata in aperta campagna e fu costruita negli ultimi anni del XVI secolo. Al suo interno si notano alcuni resti di affreschi.
- Chiesa di San Sisinnio, risale al XVI secolo ma venne ricostruita nel XIX secolo in seguito ai gravi danni subiti dal passaggio dell'uragano che colpì il basso Salento il 10 settembre 1832.
- Chiesetta della Madonna di Costantinopoli.
Siti archeologici
[modifica | modifica wikitesto]Menhir Vardare
[modifica | modifica wikitesto]Di forma a T, il menhir (35 x 28 cm) fu rinvenuto nel 1980. Presenta una superficie corrosa con due croci graffite sul lato est. Sul braccio orizzontale del megalite, alto 1,73 metri, si trova una canaletta con una buca probabile sede di una croce. Un'altra buca e una croce incisa si trovano sul lato a ovest del braccio verticale. Il menhir prende il suo nome dal fondo in cui è situato.
Società
[modifica | modifica wikitesto]Evoluzione demografica
[modifica | modifica wikitesto]Abitanti censiti[8]
Etnie e minoranze straniere
[modifica | modifica wikitesto]Al 31 dicembre 2020 a Diso risultano presenti 83 cittadini stranieri[9]. La nazionalità più rappresentata è:
- Romania - 21
Lingue e dialetti
[modifica | modifica wikitesto]Il dialetto parlato a Diso è il dialetto salentino nella sua variante meridionale. Il dialetto salentino si presenta carico di influenze riconducibili alle dominazioni e ai popoli stabilitisi in questi territori che si sono susseguite nei secoli: Messapi, Greci, Romani, Bizantini, Longobardi, Normanni, Albanesi, Francesi, Spagnoli.
Tradizioni e folclore
[modifica | modifica wikitesto]- Festa Patronale dei Santi Apostoli Filippo e Giacomo. I festeggiamenti si svolgono dal 21 aprile, con l'inizio del novenario e con l'esposizione delle statue alla venerazione dei fedeli, fino al 3 maggio. I festeggiamenti prevedono una gara pirotecnica la mattina del 1º maggio, concerti bandistici e musicali e grandissime luminarie che addobbano le piazze e le vie principali del paese.
Religione
[modifica | modifica wikitesto]La maggior parte degli abitanti è di religione cattolica
Fa parte dell'Arcidiocesi di Otranto.
Cultura
[modifica | modifica wikitesto]Istruzione
[modifica | modifica wikitesto]Biblioteche
[modifica | modifica wikitesto]- Biblioteca comunale[10].
Scuole
[modifica | modifica wikitesto]Nel comune di Diso hanno sede due scuole dell'infanzia, di cui una paritaria nella frazione di Marittima, due scuole primarie (di cui una nella frazione di Marittima) e una scuola secondaria di primo grado (nella frazione di Marittima) appartenenti al locale Istituto Comprensivo Statale[11].
Geografia antropica
[modifica | modifica wikitesto]Frazioni
[modifica | modifica wikitesto]Posta a 99 metri s.l.m., conta 1 982 abitanti[12]. È situata a sud del capoluogo comunale, da cui dista 2 km. La parte del paese che si affaccia sulla costa è denominata Marina di Marittima. Il primo documento scritto attestante la presenza del paese è del 1277 quando dai registri angioini si apprende che in quell'anno un certo "Rubeo de Soliaco" fu nominato "Signore del Casale di Marittima". Fu comune autonomo fino al 1809[13].
Infrastrutture e trasporti
[modifica | modifica wikitesto]Strade
[modifica | modifica wikitesto]I collegamenti stradali che interessano il comune sono:
- Strada statale 16 Adriatica;
- Strada provinciale 363, Maglie - Santa Cesarea Terme
- Strada Provinciale 81, Vaste-Diso-Tricase-Gagliano del Capo
- Strada Provinciale 82, Diso-Spongano
- Strada Provinciale 83, Diso-Vignacastrisi-Castro
Amministrazione
[modifica | modifica wikitesto]Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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5 luglio 1988 | 11 settembre 1991 | Elio Cataldo Nuzzo | Partito Socialista Italiano | Sindaco | [14] |
16 settembre 1991 | 18 giugno 1992 | Beniamino Margiotta | Comm. straordinario | [14] | |
18 giugno 1992 | 20 dicembre 1995 | Giovanni Nuzzo | Democrazia Cristiana, Partito Popolare Italiano | Sindaco | [14] |
2 gennaio 1996 | 28 aprile 1997 | Filippo Giacomo Rizzo | Partito Popolare Italiano | Sindaco | [14] |
28 aprile 1997 | 14 dicembre 2000 | Arturo De Giovanni | L'Ulivo | Sindaco | [14] |
14 dicembre 2000 | 14 maggio 2001 | Giuseppe Romeo | Comm. straordinario | [14] | |
14 maggio 2001 | 30 maggio 2006 | Fernando Antonio Minonne | Forza Italia | Sindaco | [14] |
30 maggio 2006 | 16 maggio 2011 | Fernando Antonio Minonne | lista civica | Sindaco | [14] |
16 maggio 2011 | 6 Giugno 2021 | Antonella Carrozzo | lista civica Uniti per crescere | Sindaco | [14] |
4 ottobre 2021 | "in carica" | Salvatore Coluccia | Lista civica Per Diso Marittima | Sindaco |
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2024 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ Mare Ionio secondo alcune convenzioni nautiche.
- ^ Copia archiviata (PDF), su clima.meteoam.it. URL consultato il 27 maggio 2012 (archiviato dall'url originale l'11 marzo 2014). Tabelle climatiche 1971-2000 dall'Atlante Climatico 1971-2000 del Servizio Meteorologico dell'Aeronautica Militare.
- ^ Pagina con le classificazioni climatiche dei vari comuni italiani, su confedilizia.it. URL consultato l'8 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2010).
- ^ Stemma Comune di Diso, su comuni-italiani.it.
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
- ^ Dati Istat.
- ^ Biblioteca di Diso, su sudsalentocultura.it. URL consultato il 10 novembre 2012 (archiviato dall'url originale il 12 agosto 2020).
- ^ Istituto Comprensivo Diso-Marittima-Castro.
- ^ Censimento Istat 2001 Archiviato il 13 ottobre 2012 in Internet Archive.
- ^ Storia di Marittima, su comunediso.it (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2012).
- ^ a b c d e f g h i http://amministratori.interno.it/
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (AA.VV.): Salento. Architetture antiche e siti archeologici - Edizioni del Grifo, 2008
- L. A. Montefusco, Le successioni feudali in Terra d'Otranto - Istituto Araldico salentino, Lecce, 1994
- Iscrizioni latine del Salento: Galatone, Diso e Marittima, Andrano e Castiglione, Lizzanello, Collepasso, Tuglie, Congedo, 2000
- I monumenti megalitici in Terra d'Otranto, Napoli, 1879
- I Menhirs in Terra d'Otranto, Roma, 1880
- Vittorio Boccadamo, Nella Contea di Castro. Diso, ricerche storiche, Congedo, Galatina 1995
- Vittorio Boccadamo, Marittima. Ambiente e storia, Congedo, Galatina 1983
- Alfredo Quaranta, Marittima un paese del Salento. L'uomo l'ambiente la cultura,Congedo, Galatina 1994
- S. Coppola-F.G. Cerfeda, Vicende politiche e vita religiosa a Diso e Marittima nell'età moderna, Atti del Convegno di studi in memoria di don Vittorio Boccadamo, Leverano, Liberars, 2002
- S. Coppola-F.G. Cerfeda, Presente! Il sacrificio del finanziere di mare Vincenzo Coppola e degli altri eroi di Diso e Marittima caduti nelle due guerre mondiali, Alessano, Pubbligraf, 2004
- Mario Spedicato (a cura di), Da Feudo a Comune autonomo. Diso nell'Ottocento, Edipan, Galatina, 2007
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Diso
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su comune.diso.le.it.
- Portale di Diso - Disonline, su disonline.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 246269688 · LCCN (EN) nr96043220 · J9U (EN, HE) 987007540412205171 |
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