Franz Ziereis | |
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Franz Ziereis con i gradi di SS-Standartenführer | |
Nascita | Monaco di Baviera, 13 agosto 1905 |
Morte | Gusen, 24 maggio 1945 |
Dati militari | |
Paese servito | Repubblica di Weimar Germania nazista |
Forza armata | Reichswehr Wehrmacht Schutzstaffel |
Arma | Heer (fino al 1936) SS-Totenkopfverbände (dal 1936) |
Anni di servizio | 1924 - 1936 1936 - 1945 |
Grado | SS-Standartenführer[1] |
Guerre | Seconda guerra mondiale |
Comandante di | Campo di concentramento di Mauthausen |
Decorazioni | Croce di Ferro di II Classe |
fonti citate nel corpo del testo | |
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Franz Xaver Ziereis (Monaco di Baviera, 13 agosto 1905 – Gusen, 24 maggio 1945) è stato un militare tedesco, comandante del campo di concentramento di Mauthausen dal febbraio 1939 al tempo della sua liberazione nel 1945.[2]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Franz Ziereis nacque a Monaco nel 1905, secondogenito di quattro figli di una famiglia di umili origini; il padre possedeva un calesse con il quale si guadagnava da vivere, la madre era casalinga.[3][4]
Dopo i suoi primi studi, lavorò per qualche tempo come apprendista in un negozio e, durante il periodo della disoccupazione nel 1922, come carpentiere.[3] Nel 1924, all'età di diciotto anni, entrò nella Reichswehr e divenne membro dell'11º reggimento di fanteria, lasciando in seguito l'esercito, con il grado di sergente, per entrare nelle SS il 30 settembre 1936 con il grado di SS-Obersturmführer.[5] L'anno seguente ottenne il comando della 22. Hundertschaft delle SS-Totenkopfverbände, distaccato a Brandeburgo.
Nel 1938 venne trasferito in Austria, come istruttore delle reclute SS del reggimento Thuringia delle SS-Totenkopfverbände.[5] Il 17 febbraio 1939, per volere di Theodor Eicke, ispettore generale dei campi di concentramento nazisti, venne destinato al comando del campo di concentramento di Mauthausen in sostituzione di Albert Sauer, con la relativa promozione al grado di tenente colonnello.[6]
Il suo rapido avanzamento di carriera sarebbe da attribuirsi all'interessamento di Heinrich Himmler, che lo avrebbe voluto ricompensare per le continue richieste avanzate di essere destinato in prima linea, una ricostruzione che lo stesso Ziereis avrebbe confermato nell'interrogatorio cui fu sottoposto prima di morire.[7][8]
Ziereis prese residenza presso lo stesso campo con la sua famiglia: vi trascorse in tutto sei anni, rendendosi tristemente famoso per la caccia ai prigionieri fuggitivi, alla quale addestrava diversi cani, e sparando loro con il proprio fucile, dal portico della propria abitazione, davanti al figlio undicenne. Nel 1941 accolse al campo Heinrich Himmler, comandante generale delle SS, in una delle sue visite di ispezione. Il 20 aprile 1944 venne promosso SS-Standartenführer (colonnello) per meriti speciali.[9] Nell'aprile del 1945, poco prima della liberazione del campo, fece fucilare circa 3.000 prigionieri, compresi alcuni detenuti politici austriaci provenienti dalle carceri, e i prigionieri "cosiddetti portatori di segreti", coloro che avevano lavorato nelle camere a gas e nei forni crematori.[10]
Dopo la liberazione del campo, fuggì insieme alla moglie ed al figlio, ma venne ritrovato dai soldati statunitensi in una casetta nelle montagne di Phyrn, nell'Alta Austria, il 23 maggio 1945. Nel suo nuovo tentativo di fuga, venne ferito gravemente da tre proiettili, per poi essere catturato e trasferito all'Ospedale militare americano di Gusen dove morì, il giorno seguente, dopo l'interrogatorio, condotto da Hans Marsalek del Servizio di controspionaggio della polizia di stato austriaca.[11][12][13] Il suo corpo venne imbrattato e appeso dagli ex-prigionieri su una recinzione del campo di Gusen, e successivamente sepolto in una tomba anonima.
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Colonnello
- ^ Megargee, p. 905.
- ^ a b (EN) James Waller, Becoming evil : how ordinary people commit genocide and mass killing, 2ª ed., Oxford University Press, 2007, p. 6, ISBN 9780195180930.
- ^ Villa, Cap. 2.
- ^ a b Hans Maršálek, Storia del campo di concentramento di Mauthausen: documentazione, 2ª ed., Mauthausen-Komitee Österreich, Österr. Lagergemeinschaft Mauthausen, 2008, pp. 206-207, ISBN 9783902605108.
- ^ (EN) Siegrun Bubser, Wildner, Hybrid Testimony and Moral Indictment: A Survivor’s Poetic Response to the Mauthausen Nazi Concentration Camp Experience, in Holocaust and Genocide Studies, vol. 29, n. 3, 2015, p. 474.
- ^ Sergio Emilio Gaetti, La primavera s'insinuò fra il filo spinato, Novi Ligure, Epoké, 2019, ISBN 978-88-98452-70-5.
- ^ (EN) United States, International Military Tribunal, Nazi conspiracy and aggression, vol. 6, Washington, U.S. Govt. Print. Off., 1946, pp. 790-796, OCLC 46932746.
- ^ (EN) Ian Baxter, Nazi Concentration Camp Commandants 1933-1945: Rare Photographs from Wartime Archives, Barnsley, Pen and Sword, 2014, p. 36, ISBN 9781781593882.
- ^ Maris, Cap. 7: Kapò.
- ^ (EN) Winston Ramsey, The Nazi Death Camps: Then And Now, After the Battle, 2022, ISBN 9781399076692.
- ^ Megargee, pp. 902-903.
- ^ (EN) Deathbed Confession of Mauthausen Commandant Franz Ziereis (1945), su jewishvirtuallibrary.org. URL consultato il 27 gennaio 2023.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Gianfranco Maris, Oltre Mauthausen : sulle strade della giustizia : la globalizzazione dei diritti, Milano, Fondazione Memoria della deportazione Biblioteca Archivio Pina e Aldo Ravelli, 2021, ISBN 978-88-575-7297-0.
- (EN) Geoffrey P. Megargee (a cura di), The United States Holocaust Memorial Museum Encyclopedia of Camps and Ghettos, 1933-1945, vol. 1, Bloomington, Indiana University Press, 2009, OCLC 1181744277.
- Giancarlo Villa, Il comandante Franz Ziereis, Saga Egmont, 2021, ISBN 9788726970227.
- (EN) Siegrun Bubser, Wildner, Hybrid Testimony and Moral Indictment: A Survivor’s Poetic Response to the Mauthausen Nazi Concentration Camp Experience, in Holocaust and Genocide Studies, vol. 29, n. 3, 2015, pp. 460–477.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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