Annibale Ruccello (Castellammare di Stabia, 7 febbraio 1956 – Roma, 12 settembre 1986) è stato un drammaturgo, attore e regista teatrale italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nato e cresciuto a Castellammare di Stabia, comune della penisola sorrentina facente parte della Città metropolitana di Napoli, figlio di Ermanno Ruccello e di Giuseppina de Nonno; si laurea in Filosofia con il massimo dei voti nel 1977 presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II, con una tesi in antropologia culturale sulla Cantata dei Pastori di Andrea Perrucci.
Attore, regista, drammaturgo, è anche uno studioso della cultura e della lingua napoletana (partecipa al gruppo di ricerca sulla tradizione popolare campana facente capo a Roberto De Simone).
Inizia a recitare a Torre del Greco presso la fondazione del Teatro del Garage di Gennaro Vitiello, laddove esordiscono anche altri artisti come Mario Martone e Enzo Moscato, suo futuro collaboratore artistico.
Nel 1978 fonda la cooperativa Il carro e, in collaborazione con Lello Guida, comincia a scrivere e a mettere in scena i suoi primi lavori teatrali, ispirati in gran parte a materiali della cultura popolare.
La sua prima opera è Il Rione, una commedia in due tempi scritta nel 1973, mentre nel 1977 scrive con Lello Guida L'osteria del melograno e, successivamente, cura alcuni allestimenti teatrali ossia nel 1979 Rottami, tratto da Eugène Ionesco, nel 1980 I gioielli indiscreti, commissionato e scritto a 4 mani da e con Arnaldo Delehaye[1][2], tratto da I gioielli indiscreti di Denis Diderot[3][4] (deposita alla SIAE con il titolo I gingilli indiscreti, inedita e mai rappresentata) e L'asino d'oro, poi ribattezzato Ipata nella riedizione del 1981, tratto dall'Asinus aureus di Lucio Apulèio Madaurense.
Il suo primo lavoro autonomo è del 1980: Le cinque rose di Jennifer.
Dal sodalizio tra Il Carro e il Teatro Nuovo di Napoli prende vita nel 1982 la cooperativa Teatro Nuovo-Il Carro.
Nel 1983 scrive Weekend, con il quale vince il premio IDI under 35, e Notturno di donna con ospiti.
La sua commedia Ferdinando, scritta nel 1985, vince due premi IDI: uno nel 1985 come testo teatrale, e un secondo nel 1986 (anno della sua prima assoluta a San Severo, Teatro Verdi, 28 febbraio) come miglior messinscena, allestita personalmente da Ruccello con la scenografia di Franco Autiero e interpretata da Isa Danieli, musa ispiratrice e destinataria di questo testo. Ferdinando sarà poi rappresentato in francese a Parigi nel 2000 (Théâtre du Rond-Point, messa in scena di Marcello Scuderi, con Adriana Asti), a Liegi, Théâtre Le Moderne, a Bruxelles, Union Dramatique et Philanthropique (2008).
Sempre nel 1985 elabora una riduzione teatrale dal romanzo La ciociara di Alberto Moravia, messa in scena nel 2011 dalla regista Roberta Torre.
Completano la sua commediografia Anna Cappelli e Mamma: piccole tragedie minimali, presentate al Primo Premio Gennaro Vitiello nel maggio del 1986.
Nel 1986, tornando da Roma, muore in un drammatico incidente automobilistico sull'autostrada Roma-Napoli.[5] Alla guida dell'auto c'era Stefano Tosi, attore napoletano, deceduto assieme a Ruccello. Il cugino Giovanni Battista Boccacini, detto Vanni, ne riconosce la salma che riposa nel Vecchio Cimitero di Castellammare di Stabia, nel monumento funerario della Famiglia Boccacini.
A partire dagli anni successivi si assiste ad una riscoperta e valorizzazione del suo repertorio, e all'affermazione di Ruccello come una delle voci più interessanti e originali del teatro italiano della seconda metà del XX secolo.
Opere
[modifica | modifica wikitesto]- 1973 Il rione
- 1977 Osteria del melograno (inedito)
- 1978 Cantata dei pastori
- 1980 I gingilli indiscreti (inedito)
- 1980 I pata (inedito)
- 1980 Le cinque rose di Jennifer
- 1982 Una tranquilla notte d’estate
- 1982 Napoli Hollywood… un’ereditiera? (inedito)
- 1983 Notturno di donna con ospiti
- 1983 Weekend
- 1984 Ferdinando
- 1985 Maria di Carmela
- 1985 La telefonata
- 1985 La ciociara
- 1986 Mamma: piccole tragedie minimali
- 1986 Anna Cappelli
- 1986 La fiaccolata sotto il moggio (inedito)
Pubblicazioni
[modifica | modifica wikitesto]- Annibale Ruccello, Il sole e la maschera. Un'analisi antropologica della “Cantata dei pastori”, Napoli, Guida, 1978 (ed. agg. Stamperia del Valentino, Napoli, 2008).
- Annibale Ruccello, Villa dei Misteri, in «Babilonia», n. 45, aprile 1987.
- Annibale Ruccello, Ferdinando, Napoli, Guida, 1988
- Annibale Ruccello, Teatro, Napoli, Guida, 1993.
- Annibale Ruccello, Scritti inediti. Una commedia e dieci saggi, a cura di R. Picchi, Roma, Gremese, 2004.
- Annibale Ruccello, Teatro, Milano, Ubulibri, 2005.
- Annibale Ruccello, Teatro, introduzione di Enrico Fiore, Milano, Ubulibri, 2005. ISBN 978-88-7748-273-0
- Annibale Ruccello, Scritti inediti: una commedia e dieci saggi, con un percorso critico di Rita Picchi, Roma, Gremese, 2004. ISBN 88-8440-307-3
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Mariano D'Amora, Se cantar mi fai d'amore... - La drammaturgia di Annibale Ruccello, collana Biblioteca di cultura, nº 726, 1ª Edizione, Roma, Bulzoni Editore, 2011, p. 83, ISBN 9788878706170.
- ^ Annibale Ruccello, Scritti inediti: una commedia e dieci saggi, a cura di Rita Picchi, collana QT Teatro, 1ª Edizione, Roma, Gremese, 2004, p. 49, ISBN 9788884403070.
- ^ Enrico Fiore, Quando Annibale Ruccello riscrisse Diderot, su nicodammora.it, Nicola D'Ammora, 9 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 5 giugno 2015).
- ^ Enrico Fiore, Quando Ruccello riscrisse Diderot, su blog.libero.it, Enrico Fiore, 10 settembre 2011.
- ^ Morto Ruccello, una promessa del teatro, su archiviolastampa.it, 14 Settembre 1986.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Studi su Annibale Ruccello
- Aa.Vv., Dopo Eduardo. Nuova drammaturgia a Napoli, a cura di L. Libero, Napoli, Guida, 1988.
- Aa.Vv., Il segno della voce. Attori e teatro a Napoli negli anni '80,Napoli, Electa, 1989.
- Siro Ferrone, Il «Ferdinando» tra gravità e leggerezza, in Dossier:Eduardo De Filippo e la sua eredità, a cura di F. Taviani, in «Lettera dall'Italia», n. 19, 1990.
- R. Tomasino, Il teatro di Ruccello fra tradizione ed eccesso, in Teatro italiano, a cura di P. Carriglio - G. Strehler, I, Roma-Bari, Laterza, 1993.
- T. Megale, Annibale Ruccello. Antropologia e memoria, in «Drammaturgia», n. 4, 1997.
- Enrico Fiore, Ruccello, in Dizionario dello spettacolo del Novecento, a cura di F. Cappa - P. Gelli, Milano, Baldini e Castoldi, 1998.
- Aa.Vv., Ricordando Annibale Ruccello, Castellammare di Stabia, Eidos, 2000.
- Enrico Fiore, Il rito, l'esilio e la peste. Percorsi nel nuovo teatro napoletano: Manlio Santanelli, Annibale Ruccello, Enzo Moscato, Milano, Ubulibri, 2002.
- M. Palumbo, La funzione degli spazi: da Raffaele Viviani ad Annibale Ruccello, in La civile letteratura. Studi sull'Ottocento e il Novecento offerti ad Antonio Palermo, II, Napoli, Liguori, 2002.
- D. Di Bernardo, Dopo Eduardo: la lingua e la “nuova drammaturgia” di Annibale Ruccello, in Eduardo De Filippo scrittore, a cura di N. De Blasi - T. Fiorino, Napoli, Dante & Descartes, 2004.
- D. Di Bernardo, Il plurilinguismo dei drammi di Annibale Ruccello tra espressivismo e mimesi, in «Linguistica e letteratura», nn. 1*2, 2006.
- D. Tomasello, Il fascino discreto della tradizione. Annibale Ruccello drammaturgo, Bari, Edizioni di Pagina, 2008.
- F. Cuomo, Dei volti che ha Medusa. La drammaturgia del rischio. Ermeneutica e testo nel teatro di Autiero, Moscato, Ruccello, Castellammare di Stabia, Longobardi, 2008.
- Mariano d'Amora, Se cantar mi fai d'amore. La drammaturgia di Annibale Ruccello, Roma, Bulzoni, 2011.
- Andrea Jelardi, Annibale Ruccello, una vita troppo breve, una vita per il teatro, (prefazione di Isa Danieli), Kairos, Napoli 2016 ISBN 978-88-99114-55-8
- Interviste
- E. De Filippo, Il peggiore dei mestieri. Intervista a Corrado Augias, in «L'Espresso», 29 dicembre 1968.
- R. Di Giammarco, Non chiamatemi autore: sono un allestitore e un ex antropologo, in «la Repubblica», 27 marzo 1984.
- T. Marrone, L'ultimo grido è: fuori l'autore! (intervista a Annibale Ruccello e Enzo Moscato), in «Il Mattino», 21 settembre 1985.
- Annibale Ruccello, Una drammaturgia sui corpi, in «Sipario», n. 466, marzo*aprile, 1987.
- I. Danieli, In scena senza Annibale, in «Corriere della Sera», 22 gennaio 1987.
- E. Moscato, Babelicantes, in Aa.Vv., Teatro, a cura di G. Carillo, Napoli, Cronopio, 1997.
- R. Di Giammarco, Asti: così Ruccello diventa transalpino. L'intervista, in «La Repubblica», 5 giugno 2000.
Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Annibale Ruccello, su Università degli Studi di Salerno. URL consultato il 30 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 5 luglio 2019).
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