Tenesmo vescicale
Tenesmo vescicale | |
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Specialità | urologia |
Classificazione e risorse esterne (EN) | |
ICD-9-CM | 788.9 |
ICD-10 | R30.1 |
Il tenesmo vescicale è la sensazione di pressione e fastidio in regione uretrale o sovrapubica, che si associa al bisogno di avere necessità di urinare e svuotare in modo più completo la vescica. Si tratta di uno stimolo di intensità variabile: nei casi più semplici il paziente può avvertire semplicemente il bisogno di recarsi più spesso in bagno per urinare; nei casi più avanzati oltre alla precedente sensazione compare anche fastidio o vero e proprio dolore sovrapubico e sensazione di non riuscire più a trattenere l'urina. Spesso il tenesmo vescicale si presenta subito dopo la minzione: il paziente riferisce di essere riuscito ad emettere solo poche gocce di urina e può rivolgersi al medico riferendo frasi come: "non sono riuscito a svuotare completamente la vescica", "nella vescica deve essere rimasta una certa quantità d'urina da eliminare", "nonostante abbia urinato sento ancora la necessità di riprovare a urinare".
Cause
[modifica | modifica wikitesto]Le cause di tenesmo vescicale possono essere molteplici. Tra quelle che più comunemente comportano questa sensazione abbiamo la cistite cioè un'infiammazione della vescica urinaria,[1] spesso conseguenza di un'infezione delle vie urinarie di tipo ascendente; l'uretrite un'infiammazione, in genere su base infettiva dell'uretra, nella maggior parte dei casi secondaria a traumi o a un'infezione sessualmente trasmessa; le infezioni e le malattie sessualmente trasmissibili (ad esempio gonorrea o l’infezione da Chlamydia trachomatis) che sono normalmente contratte attraverso i rapporti sessuali. Il tenesmo vescicale è un problema frequente anche nei soggetti con disturbi e disfunzioni della prostata.
Con frequenza minore il disturbo può anche essere secondario ad altri problemi del tratto urinario come ad esempio la litiasi vescicale, sia che i calcoli derivino dal rene e discendano lungo le vie escretrici fino alla vescica, sia che si formino primitivamente a questo livello: il tenesmo in linea di massima si manifesta maggiormente in caso di localizzazione del calcolo in corrispondenza della giunzione uretero-vescicale;[2] una neoplasia maligna vescicale; una stenosi dell’uretra; corpi estranei che si vengono a localizzare nell'uretra o nella vescica.
Il disturbo si associa anche a malattie che non coinvolgono primitivamente la vescica o le vie escretrici, e fra queste le lesioni e i traumi addominali, i traumi della colonna vertebrale, gli interventi chirurgici su colon o retto, la costipazione intestinale, i tumori rettali. Nei soggetti di sesso maschile il disturbo si associa spesso a condizioni quali l'ipertrofia prostatica benigna, la prostatite e il cancro della prostata, mentre nelle donne può far seguito a gravidanza, endometriosi e vaginite.
Segni e sintomi associati
[modifica | modifica wikitesto]Il tenesmo vescicale è un sintomo di una malattia e non una malattia a sé stante. Pertanto in molti casi può accompagnarsi ad altri segni e sintomi di malattia, fra cui:
- Disuria: minzione difficoltosa
- Stranguria: minzione dolorosa
- Ematuria: presenza di sangue nelle urine
- Emissione di urine torbide o di odore sgradevole
- Pollachiuria: aumento della frequenza delle minzioni
- Ritenzione urinaria: presenza di residuo urinario in vescica, in conseguenza di un'incompleto svuotamento
- Incontinenza urinaria
- Prurito genitale
- Secrezioni uretrali
Trattamento
[modifica | modifica wikitesto]Il trattamento non farmacologico del disturbo consiste in una assunzione adeguata di liquidi, nella regolarizzazione delle abitudini di minzione (ad esempio mingere tendenzialmente alla stessa ora), e nell'evitare di assumere sostanze come caffeina e alcool. Il trattamento farmacologico comprende invece il ricorso a sostanze ad azione antispastica (ossibutinina 2,5-5 mg ogni 6-8 ore; tolterodina 2 mg ogni 12 ore), antidepressivi triciclici (amitriptilina o imipramina 25-50 mg durante la notte), anticolinergici (scopolamina-N-butilbromuro 60-120 mg nelle 24 ore).
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Charles Bingham Penrose, A Text-book of Diseases of Women, Library of Alexandria. URL consultato il 2 maggio 2018.
- ^ Saverio Pagano, con la collaborazione di Paolo Rovellini e Pantaleo Ruggeri, L'uretere: malattie e sintomi, Springer-Verlag Italia, 2010, ISBN 978-88-470-1520-3. URL consultato il 2 maggio 2018.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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