Luigi Ferdinando Tagliavini
Luigi Ferdinando Tagliavini | |
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Tagliavini a Vienna nel 2012. | |
Nazionalità | Italia |
Genere | Musica rinascimentale Musica barocca Musica classica Musica romantica |
Periodo di attività musicale | 1944 – 2017 |
Strumento | organo, clavicembalo |
Luigi Ferdinando Tagliavini (Bologna, 7 ottobre 1929 – Bologna, 11 luglio 2017) è stato un organista, clavicembalista, musicologo e compositore italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Primo figlio del glottologo Carlo Tagliavini[1], ha condotto studi musicali nelle classi di organo, pianoforte e composizione con Riccardo Nielsen al Conservatorio di Bologna e al Conservatorio di Parigi (nella classe di Marcel Dupré). Laureatosi all'Università di Padova nel 1951 sotto la guida di Ladislao Mittner con una dissertazione in lingua e letteratura tedesca intitolata Studi sui testi delle cantate sacre di J.S. Bach, poi pubblicata nel 1956[1]. Ha insegnato organo complementare presso il Conservatorio di Bologna (ove ha ricoperto anche l'incarico di bibliotecario) e più tardi presso il Conservatorio Monteverdi di Bolzano, dapprima come professore incaricato e successivamente come ordinario di organo.
Docente di storia della musica presso l'Università di Parma, è successivamente approdato all'Università di Friburgo (Svizzera) dove nel 1971 è diventato ordinario e direttore dell'Istituto di Musicologia. Professore ospite in diverse università statunitensi, è stato attivo come concertista in Italia e all'estero. È stato titolare degli organi della Basilica di San Petronio a Bologna. Fondatore assieme a Renato Lunelli della rivista L'Organo, ha insegnato regolarmente ai corsi estivi di Haarlem e ai corsi dell'Accademia di musica per organo di Pistoia.
Con Marie-Claire Alain, Anton Heiller e Gustav Leonhardt ha fortemente contribuito alla riscoperta e all'affermazione della prassi esecutiva clavicembalistica e organistica barocca. Assieme a Oscar Mischiati, suo collega e amico, è stato, dopo Renato Lunelli, il secondo esponente dell'Orgelbewegung in Italia, movimento che si è proposto il restauro e la valorizzazione di organi antichi secondo criteri storici. Punto di riferimento fondamentale nell'organaria italiana, alcuni dei restauri da lui guidati costituiscono un autentico spartiacque nel panorama organistico nazionale; in particolare, l'intervento agli organi Lorenzo da Prato e Baldassarre Malamini di San Petronio ha consegnato due strumenti assolutamente unici e inestimabili.
Concertista tra i più affermati della sua generazione, ha suonato sui più importanti organi italiani ed europei. Ha realizzato numerose incisioni, ricevendo diversi premi, tra i quali il Premio della discografia Italiana, lo Schallplattenpreis der deutschen Phono-Akademie, la distinzione Choc de la musique per il CD realizzato insieme con Liuwe Tamminga sugli organi di San Petronio e dedicato ad Andrea e Giovanni Gabrieli, il Premio Antonio Vivaldi e il Premio Massimo Mila.
Tra le altre onorificenze si ricordano l'ordine dell'Aquila del Tirolo in oro conferitogli a Innsbruck nel 1982, il dottorato honoris causa in musica dell'Università di Edimburgo e il titolo onorario di Fellow del Royal College of Organists di Londra nel 1996, la laurea ad honorem dell'Università di Bologna nelle discipline delle arti, della musica e dello spettacolo nel 1999, e il dottorato honoris causa in musica sacra del Pontificio Istituto di Musica Sacra nel 2011.
Autore di numerosi scritti musicologici, fu membro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia e curatore di edizioni critiche di opere di Frescobaldi, Zipoli, Mozart e altri ancora.
È stato possessore di una collezione di strumenti musicali pressoché unica, che raccoglie circa 70 tra clavicembali, clavicordi, spinette, pianoforti, organi, ma anche fiati e strumenti automatici che vanno dal Cinquecento al Novecento. Questo patrimonio nel 2006 è stato donato alla Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna e dal 2010 è raccolto ed esposto nel complesso di San Colombano a Bologna, allora restaurato[2]. Vanta strumenti dei più importanti cembalari italiani, tra cui Alessandro Trasuntino, Giovan Battista Giusti, Fabio da Bologna e Giovanni Ferrini; quest'ultimo nel 1746 ideò e costruì lo strumento a due manuali che riunisce clavicembalo e fortepiano, del quale sono noti solo pochissimi altri esemplari[3].
Morte
[modifica | modifica wikitesto]È morto alla casa di cura Toniolo di Bologna l'11 luglio 2017 all'età di 87 anni. È sepolto nella tomba di famiglia alla Certosa di Bologna.
Discografia
[modifica | modifica wikitesto]- 1991 - Andrea e Giovanni Gabrieli, Gli organi della Basilica di San Petronio, con Liuwe Tamminga (Tactus)
- 1991 - Maestri Padani e Fiamminghi. Gli organi storici della Basilica di San Petronio in Bologna, con Liuwe Tamminga (Tactus)
- 1993 - Giuseppe Gherardeschi, Messa per organo, con la Corale S. Michele Arcangelo di Corsanico (Fonè)
- 1996 - Luigi Ferdinando Tagliavini and his collection of harpsichords (Ermitage)
- 2004 - L'organo Gaetano Callido (La Bottega Discantica)
Composizioni
[modifica | modifica wikitesto]- Passacaglia su un tema di Hindemith (1953)
Pubblicazioni
[modifica | modifica wikitesto]Tra i suoi saggi[4], sono stati pubblicati anche
- Studi sui testi delle cantate sacre di J. S. Bach, Padova-Kassel, 1956
- La situazione degli antichi organi in Italia: problemi di censimento e di tutela, in collaborazione con Oscar Mischiati (in "L'organo" 1969)
- Note introduttive alla storia del temperamento in Italia (in "L'organo" 1980)
- J. S. Bach Musik in Italien im 18. und 19. Jahrhundert (in AA.VV., Bachiana et alia musicologica: Festschrift A. Dürr, Kassel, 1983)
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b TAGLIAVINI, Luigi Ferdinando in "Dizionario Biografico", su treccani.it. URL consultato il 30 gennaio 2022.
- ^ Bologna, è morto il maestro Luigi Fernando Tagliavini, in il Resto del Carlino - Bologna, 11 luglio 2017. URL consultato l'11 luglio 2020.
- ^ Stefania Ferrini, Bologna: San Colombano, Collezione Tagliavini (strumenti musicali antichi), su Bologna Blog, 21 febbraio 2020. URL consultato l'11 luglio 2020.
- ^ Non esaustiva ma ampia Bibliografia Tagliaviniana (estratto), in Organi e Organisti.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Studi sui testi delle cantate sacre di J. S. Bach, Padova-Kassel, 1956.
- La situazione degli antichi organi in Italia: problemi di censimento e di tutela, in collaborazione con Oscar Mischiati, in «L'organo», 1969.
- Note introduttive alla storia del temperamento in Italia, in «L'organo», 1980.
- J. S. Bach Musik in Italien im 18. und 19. Jahrhundert, in Bachiana et alia musicologica: Festschrift A. Dürr, Kassel, 1983.
- Luigi Ferdinando Tagliavini, in Dizionario Enciclopedico Universale della Musica e dei Musicisti, Torino, 1988.
- E. Darbellay, Luigi Ferdinando Tagliavini, in The New Grove's Dictionary of Music and Musicians, Londra, 1980.
- [Olimaioc], Luigi Ferdinando Tagliavini, su Organi e Organisti. Il sito internet degli organi e degli organisti italiani, 26 marzo 2017. Biografia dettagliata con bibliografia.
- Tagliavini, Luigi Ferdinando, in MGG online : https://www.mgg-online.com/article?id=mgg12664&v=1.2&rs=mgg12664
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Luigi Ferdinando Tagliavini
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Tagliavini, Luigi Ferdinando, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- (IT, DE, FR) Regula Puskás, Luigi Ferdinando Tagliavini, su hls-dhs-dss.ch, Dizionario storico della Svizzera, 13 settembre 2017.
- Elisabetta Pasquini, TAGLIAVINI, Luigi Ferdinando, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 94, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2019.
- Luigi Ferdinando Tagliavini, in Archivio storico Ricordi, Ricordi & C..
- (EN) Luigi Ferdinando Tagliavini, su Discogs, Zink Media.
- (EN) Luigi Ferdinando Tagliavini, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 60195 · ISNI (EN) 0000 0001 0861 1218 · SBN CFIV028448 · BAV 495/87989 · LCCN (EN) n81146910 · GND (DE) 119399253 · BNE (ES) XX1773035 (data) · BNF (FR) cb12211522x (data) · J9U (EN, HE) 987007283528305171 |
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