Dave Clark

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Dave Clark
Dave Clark durante una trasmissione televisiva statunitense nel 1965
NazionalitàRegno Unito (bandiera) Regno Unito
GenereRock and roll
Pop rock
British invasion
Beat
Periodo di attività musicale1957 – 1970
StrumentoCanto
Batteria
EtichettaEmber, Epic, Columbia-EMI, Hollywood Records
GruppiThe Dave Clark Five

Dave Clark (Londra, 15 dicembre 1939) è un musicista, compositore e produttore discografico britannico.

Leader e batterista dei The Dave Clark Five, gruppo musicale pop rock britannico, attivo fra il 1957 ed il 1970, fra i più prolifici e venduti dell'era del beat; sono stati il secondo gruppo della cosiddetta British invasion dopo The Beatles a piazzare un disco singolo nella Top Ten delle classifiche di vendita negli Stati Uniti. Clark e la sua band sono stati inseriti nella Rock and Roll Hall of Fame nel 2008.[1]

I The Dave Clark Five al The Ed Sullivan Show nel 1966. Da sinistra Denis Payton, Dave Clark, Mike Smith, Rick Huxley e Lenny Davidson

Nato a Tottenham, Londra, si spostò da bambino nel Middlesex. Lasciata la scuola all'età di 15 anni, entrò nell'industria cinematografica come stuntman, entrando nel cast di oltre 40 film.[2][3][4] Alla fine degli anni cinquanta, Clark si comprò una batteria e da autodidatta cominciò a suonare, formando una band skiffle affinché la sua squadra di calcio potesse volare nei Paesi Bassi; quel gruppo si evolse nei The Dave Clark Five, con Clark nel ruolo di frontman, autore, manager e produttore.[4][5]

I The Dave Clark Five crebbero di popolarità nel Regno Unito, togliendo a I Want to Hold Your Hand dei The Beatles la prima posizione nella classifica dei singoli nel gennaio 1964 con Glad All Over; la stampa britannica li giudicò come più seri concorrenti dei Beatles.[6] I Dave Clark furono la prima band a seguire i Fab Four nella British Invasion, raggiungendo negli Stati Uniti d'America per 15 volte consecutivamente la Top 20.[7] Sono stati ospiti del The Ed Sullivan Show più di qualunque altro gruppo britannico,[6] con Dave Clark che divenne popolare nel pubblico femminile degli anni sessanta.[8]

La band si sciolse nel 1970 e Clark cessò la sua carriera di batterista nel 1972, a seguito di un incidente a bordo di una toboga in cui si ruppe quattro nocche.[2] Dopo la rottura, Clark ha fondato una propria società attiva nei media televisivi, acquisendo i diritti del programma Ready Steady Go!. Ha sempre rifiutato ogni possibilità di riunificazione della band, partendo dalla considerazione che essa "non avrebbe potuto far nulla di più o di meglio di quanto non avesse già fatto" negli oltre dodici anni di attività.

In seguito scrisse un musical fantascientifico, Time, che debuttò nel 1986; fu in scaletta del Teatro del West End per due anni e vide Cliff Richard come protagonista dell'opera, sostituito poi da David Cassidy.[4] Dal musical venne tratto un album, Time, che comprendeva brani di Freddie Mercury, Leo Sayer, Stevie Wonder e Dionne Warwick; il disco vendette due milioni di copie e produsse vari singoli di successo.[9]

  1. ^ (EN) The Dave Clark Five, su Rockhall. URL consultato il 20 ottobre 2019.
  2. ^ a b Andrew Pierce, Dave Clark: Why I turned down a gong from Harold Wilson, in The Daily Telegraph, 10 dicembre 2008. URL consultato il 5 gennaio 2010.
  3. ^ Graeme Green, Beatles rival on sex, drugs, rock'n’roll, in Metro, 13 ottobre 2008. URL consultato il 5 gennaio 2010.
  4. ^ a b c The Dave Clark Five, in Classic Bands. URL consultato il 5 gennaio 2010.
  5. ^ The Dave Clark Five, in Rolling Stone. URL consultato il 5 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale l'8 novembre 2007).
  6. ^ a b Clark, Rick e Unterberger, Richie, The Dave Clark Five, in Allmusic. URL consultato il 6 gennaio 2010.
  7. ^ James, Gary, Interview with Dave Clark, in Classic Bands. URL consultato il 6 gennaio 2010.
  8. ^ Dave Clark Five – DaveClarkAnkeny, su sites.google.com. URL consultato il 15 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 5 gennaio 2015).
  9. ^ Neil McCormick, Dave Clark: inscrutable pop mastermind, in The Daily Telegraph, 14 febbraio 2015. URL consultato il 9 settembre 2015.

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