Cualstibite
Cualstibite | |
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Classificazione Strunz (ed. 10) | 4.FB.10[1] |
Formula chimica | [1]
|
Proprietà cristallografiche | |
Sistema cristallino | [1] |
Parametri di cella | [1] |
Gruppo puntuale | 3[2] |
Gruppo spaziale | [1]
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Proprietà fisiche | |
Densità misurata | 3,18(5)[3] g/cm³ |
Densità calcolata | 3,25[3] g/cm³ |
Durezza (Mohs) | 2[4] |
Frattura | concoidale[1] |
Colore | verde-blu[2] |
Lucentezza | vitrea[2] |
Opacità | trasparente, traslucida[1] |
Striscio | blu pallido[2] |
Diffusione | rara |
Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale |
La cualstibite (simbolo IMA: Casb[5]) è un minerale appartenente al supergruppo dell'idrotalcite e al gruppo omonimo della classe degli idrossidi.
La cualstibite cristallizza politipicamente in due modi diversi:[1]
- cualstibite-1M, chiamata anche cianofillite[6] con composizione chimica (Cu,Al)3(OH)6[Sb5+(OH)6]; precedentemente riconosciuta dall'IMA come specie a sé stante, ma non più accettata dal 2012 nell'ambito della definizione del supergruppo dell'idrotalcite.[7]
- cualstibite-1T con composizione chimica[8] Cu2AlSb(OH)12
Etimologia e storia
[modifica | modifica wikitesto]Il nome del minarale deriva da una crasi dei suoi principali costituenti: rame (in latino, Cuprum), alluminio e antimonio (in latino, stibium).[3]
Classificazione
[modifica | modifica wikitesto]Il minerale è stato approvato dall'Associazione Mineralogica Internazionale (IMA), quindi non viene elencato nell'ottava edizione della Sistematica dei Minerali secondo Strunz, che è obsoleta dal 1977, ma in parte ancora utilizzata.
Compare invece nella nona edizione aggiornata fino al 2009[9] e continuata sul database "mindat.org". In tale nona edizione, la cualstibite è elencata nella classe "4. Ossidi (idrossidi, V[5,6] vanadati, arseniti, antimoniti, bismutiti, solfiti, seleniti, telluriti, iodati)" e da lì nella sottoclasse "4.F Idrossidi (senza V od U)"; questa è ulteriormente suddivisa in base alla loro struttura, in modo che possa essere trovato nella sezione "4.FB Idrossidi con OH, senza H2O; ottaedri isolati" dove forma il sistema nº 4.FB.10 insieme alla zincalstibite.[4]
Sistematica dei lapis (Lapis-Systematik) di Stefan Weiß la cualstibite si trova nella classe degli "ossidi" e da lì nella sottoclasse degli "idrossidi e idrati ossidici (ossidi contenenti acqua con struttura stratificata)" dove forma il sistema nº IV/F.12-020 insieme a cualstibite-1M, zincalstibite e omsite.
Nella classificazione dei minerali secondo Dana, usata principalmente nel mondo anglosassone, la cualstibite è elencata nella classe degli "antimoniati" e in seguito nella sottoclasse "Antimoniati con formule varie" dove forma il "gruppo della cualstibite" insieme alla zincalstibite con il sistema nº 44.03.10.[4]
Abito cristallino
[modifica | modifica wikitesto]La cualstibite cristallizza politipicamente in due modi diversi:
- la cualstibite-1M cristallizza nel sistema monoclino nel gruppo spaziale P21/b con i parametri reticolari a = 9,938(1) Å, b = 8,890(1) Å, c = 5,493(1) Å e β = 102,90(1)° e con 2 unità di formula per cella unitaria.[1]
- la cualstibite-1T cristallizza nel sistema trigonale nel gruppo spaziale P3 con i parametri reticolari a = 9,150(2) Å e c = 9,745(2) Å e con 3 unità di formula per cella unitaria.[1]
Origine e giacitura
[modifica | modifica wikitesto]La cualstibite si forma secondariamente dall'ossidazione dei depositi idrotermali di barite-fluorite; la si trova associata a cornwallite, arsenogoyazite, goethite, barite, fluorite e quarzo.[3]
In Italia il minerale è stato rinvenuto a Forni Avoltri e Comeglians (Friuli-Venezia Giulia) e a Carrara (Toscana).
Altri siti noti sono: Goesdorf (Lussemburgo); Guttaring, Sankt Barbara im Mürztal e Kammern im Liesingtal (Austria); Épinal, Narbonne e Toulon (Francia); Ortenaukreis (qui è stato rinvenuto il politipo 1T,[10] oltre che il politipo 1M), Märkischer Kreis e Kirchen (Germania); Lavreotiki (Grecia); Narvik (Norvegia); Špania Dolina (Slovacchia); Ribes de Freser (Spagna); Anniviers (Svizzera); nella municipalità distrettuale di Namakwa (Sud Africa).[11][12][13]
Forma in cui si presenta in natura
[modifica | modifica wikitesto]La cualstibite si presenta sotto forma di rivestimenti, croste o masse di cristalli con dimensioni dell'ordine del micrometro, ma anche in sfere submillimetriche-millimetriche di colore da bianco a celeste (talvolta con tonalità da grigio a verde) e aggregati radiali di colore verde-blu.[14] Il colore del suo striscio è blu pallido.[2]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h i j (EN) Cualstibite, su mindat.org. URL consultato l'11 ottobre 2024.
- ^ a b c d e (EN) Cualstibite Mineral Data, su webmineral.com. URL consultato il 12 ottobre 2024.
- ^ a b c d (EN) Cualstibite (PDF), in Handbook of Mineralogy. URL consultato il 12 ottobre 2024.
- ^ a b c (DE) Cualstibite, su mineralienatlas.de. URL consultato il 12 ottobre 2024.
- ^ (EN) Laurence N. Warr, IMA–CNMNC approved mineral symbols (PDF), in Mineralogical Magazine, vol. 85, 2021, pp. 291–320, DOI:10.1180/mgm.2021.43. URL consultato il 1a ottobre 2024.
- ^ (EN) Uwe Kolitsch, Gerald Giester e Thomas Pippinger, The crystal structure of cualstibite-1M (formerly cyanophyllite), its revised chemical formula and its relation to cualstibite-1T, in Mineralogy and Petrology, vol. 107, 5 dicembre 2012, pp. 171–178. URL consultato il 12 ottobre 2024.
- ^ (EN) S.J. Mills et al., Nomenclature of the hydrotalcite supergroup: natural layered double hydroxides, in Mineralogical Magazine, vol. 76, n. 5, 2012, pp. 1289-1336, DOI:10.1180/minmag.2012.076.5.10. URL consultato il 12 ottobre 2024.
- ^ (EN) Elena Bonaccorsi, Stefano Merlino e Paolo Orlandi, Zincalstibite, a new mineral, and cualstibite: Crystal chemical and structural relationships (PDF), in American Mineralogist, vol. 92, 2007, pp. 198-203. URL consultato il 12 ottobre 2024.
- ^ (EN) Ernest Henry Nickel e Monte C. Nichols, IMA/CNMNC List of Minerals 2009 (PDF), su cnmnc.units.it, IMA/CNMNC, gennaio 2009. URL consultato l'11 ottobre 2024 (archiviato dall'url originale il 29 luglio 2024).
- ^ (DE) Cualstibite-1T (Occurrences), su mineralienatlas.de. URL consultato il 12 ottobre 2024.
- ^ (EN) Localities for Cualstibite, su mindat.org. URL consultato il 12 ottobre 2024.
- ^ (DE) Cualstibite (Occurrences), su mineralienatlas.de. URL consultato il 12 ottobre 2024.
- ^ (DE) Cualstibite-1M (Occurrences), su mineralienatlas.de. URL consultato il 12 ottobre 2024.
- ^ Marco E. Ciriotti, Steffen Möckel, Günter Blaß e Giorgio Bortolozzi, Cualstibite: ritrovamenti italiani, in Micro, vol. 2006, n. 1, gennaio 2006, pp. 19-24. URL consultato il 12 ottobre 2024.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Cualstibite Mineral Data, su webmineral.com.
- (DE) Cualstibite-1T, su mineralienatlas.de.
- (DE) Cualstibite-1M, su mineralienatlas.de.