Boris Pugo
Boris Karlovič Pugo | |
---|---|
Ministro degli affari interni dell'URSS | |
Durata mandato | 1º dicembre 1990 – 22 agosto 1991 |
Capo di Stato | Michail Gorbačëv |
Capo del governo | Nikolaj Ryžkov, Valentin Pavlov |
Predecessore | Vadim Bakatin |
Successore | Viktor Barannikov |
Deputato del Soviet delle Nazionalità del Soviet Supremo dell'URSS | |
Legislatura | XI |
Circoscrizione | RSS Lettone |
Presidente della Commissione centrale di controllo del Partito Comunista dell'Unione Sovietica[1] | |
Durata mandato | 30 settembre 1988 – aprile 1991 |
Predecessore | Michail Solomencev |
Successore | Evgenij Machov |
Primo Segretario del Partito Comunista di Lettonia | |
Durata mandato | 14 aprile 1984 – 4 ottobre 1988 |
Predecessore | Augusts Voss |
Successore | Jānis Vagris |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Comunista dell'Unione Sovietica |
Boris Karlovič Pugo, OAN (in russo Борис Карлович Пуго?; Kalinin, 19 febbraio 1937 – Mosca, 22 agosto 1991), è stato un politico sovietico.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Kalinin (oggi Tver') in una famiglia comunista lettone che aveva lasciato la Lettonia dopo la guerra d'indipendenza lettone; si laureò al Politecnico di Riga nel 1960, entrando quindi nei quadri del partito comunista. Tra il 1960 ed il 1984 ricoprì tra l'altro le cariche di Primo Segretario del Comitato Centrale del Komsomol della Repubblica Socialista Sovietica Lettone, segretario del comitato Centrale del Komsomol in URSS, Primo Segretario del Comitato Cittadino di Riga e presidente del KGB lettone.
Pugo fu Primo Segretario del Partito comunista lettone dal 14 aprile 1984 al 4 ottobre 1988 e quindi dal 1988 al 1991 fu presidente della Commissione di controllo del Partito comunista sovietico.
Tra il 1990 ed il 1991 fu ministro degli affari interni dell'URSS.[2] In questa veste partecipò al tentato colpo di Stato in Unione Sovietica dell'agosto 1991, cercando di usare la sua carica per ostacolare l'opposizione al golpe. Dopo il fallimento del golpe, ricevuto l'ordine di comparizione per rispondere delle sue responsabilità, sparò alla moglie e si suicidò per evitare l'arresto.
È sepolto al cimitero di Troekurovo di Mosca.[3]
Nonostante le sue origini, parlava a stento il lettone.[4]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Fino al 1990 Comitato per il controllo partitico presso il Comitato centrale del PCUS.
- ^ Nicholas V. Riasanovsky, Storia della Russia, Bompiani, 2003, p. 620.
- ^ (EN) Boris Pugo, su findagrave.com.
- ^ Micol Flamini, IV La via baltica, in La cortina di vetro, Milano, Mondadori, 2023.
- ^ a b c d (RU) Пуго Борис Карлович, su hrono.ru. URL consultato il 7 luglio 2021.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Boris Karlovič Pugo
Controllo di autorità | VIAF (EN) 42838800 · ISNI (EN) 0000 0000 1398 6316 · GND (DE) 126735123 |
---|
- Politici sovietici
- Politici del XX secolo
- Nati nel 1937
- Morti nel 1991
- Nati il 19 febbraio
- Morti il 22 agosto
- Nati a Tver'
- Morti a Mosca
- Membri del Comitato Centrale del PCUS
- Ministri dell'Unione Sovietica
- Deputati dell'XI legislatura del Soviet Supremo dell'URSS
- Cavalieri dell'Ordine di Lenin
- Cavalieri dell'Ordine della Bandiera rossa del lavoro
- Cavalieri dell'Ordine della Stella rossa
- Cavalieri dell'Ordine del Distintivo d'onore
- Suicidi per arma da fuoco