Coordinate: 45°42′N 26°30′E

Dacia (provincia romana)

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Dacia
Informazioni generali
Nome ufficiale(LA) Dacia
CapoluogoUlpia Traiana Sarmizegetusa
Altri capoluoghiPorolissum, Apulum e Malva
Dipendente daImpero romano
Suddiviso inDacia superior e inferior sotto Adriano;
Dacia Apulensis, Malvensis e Porolissensis sotto Antonino Pio
Amministrazione
Forma amministrativaProvincia romana
Evoluzione storica
Iniziofine del 106-inizi del 107
CausaConquista della Dacia di Traiano
Fine271-274
CausaInvasioni barbariche del III secolo
Preceduto da Succeduto da
Regno dei Daci Regni di Goti e Carpi
Cartografia
La provincia (in rosso cremisi) al tempo dell'imperatore Adriano

La Dacia (in latino Dacia) era un'antica provincia dell'impero romano che comprendeva grossomodo i territori dell'attuale Romania e parte dell'Ungheria.

Lo stesso argomento in dettaglio: Province romane e Governatori romani della Dacia.

Fu costituita a partire dalla fine del 106, inizi del 107 ed affidata ad un legatus Augusti pro praetore (governatore, ex-console), da cui dipendevano due legatus legionis (comandanti di legione) ed un procurator Augusti finanziario.

In un periodo compreso tra il 119 ed il 127 (sotto l'allora governatore Sesto Giulio Severo), l'imperatore Adriano divise la nuova provincia in due parti, la Dacia superiore e Dacia inferiore (comprendente i territori della Transilvania e dell'Oltenia).[1] Il comando generale era affidato ad un governatore di rango senatorio, che avesse in precedenza ricoperto il ruolo di pretore che era anche il legatus legionis della Legio XIII Gemina. Vi erano inoltre nella provincia Superiore un procurator Augusti finanziario e un procurator Augusti ducenario nella provincia Inferiore.

Sotto Marco Aurelio, o forse già Antonino Pio, la provincia fu unificata amministrativamente e militarmente (con il nome di Tres Daciae) ma divisa in tre nuove sotto-province: Dacia Porolissensis con capoluogo Porolissum (vicino a Moigrad, distretto di Sălaj); Dacia Apulensis con Apulum; e Dacia Malvensis con Malva (localizzazione ignota). Il comando generale fu affidato ad un legatus Augusti pro praetore (governatore, ex-console), da cui dipendevano due legatus legionis (comandanti di legione, di rango senatorio) e tre procuratores Augusti finanziari.[2]

Le tres Daciae avevano tuttavia una capitale comune, Ulpia Traiana Sarmizegetusa, e un'unica assemblea che discuteva gli affari provinciali, comunicava le lagnanze dei malcontenti e calcolava la ripartizione delle tassazioni.

EVOLUZIONE DELLE PROVINCE DACICHE
prima della
conquista romana
dal 102 al 105
Banato inglobato nella Mesia superiore
Valacchia inglobato nella Mesia inferiore
dal 106/107 al 119
Dacia romana
dal 119 al 127?
Banato ai sarmati Iazigi romano
Dacia romana
Valacchia ai sarmati Roxolani
dal 127? al 156?
Banato ai sarmati Iazigi romano
Dacia superior
Dacia inferior
Valacchia ai sarmati Roxolani
dal 156? al 256?
Banato ai sarmati Iazigi romano
Dacia Apulensis
Dacia Porolissensis
Dacia Malvensis
Valacchia ai sarmati Roxolani
dal 256? al 271?
Banato ai sarmati Iazigi romano
Dacia Apulensis
Dacia Malvensis
Valacchia ai sarmati Roxolani
Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Dacia.

Preludio alla conquista romana (62 a.C- 89 d.C.)

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Lo stesso argomento in dettaglio: Campagne daciche di Domiziano.

Con l'arrivo del proconsole Gaio Antonio Ibrida nella provincia di Macedonia nel 62 a.C., l'esercito romano iniziò a scontrarsi per la prima volta con popolazioni daciche nel territorio della Mesia Inferiore e Superiore. Ibrida venne attaccato e sconfitto due volte durante questo periodo, prima dai Dardani in un luogo sconosciuto e poi nei pressi di Histria da una coalizione di popoli bastarni e sciti, che potrebbero essere stati sotto il comando del re dacico Burebista. Infatti, questi aveva assunto il comando di un esercito coalizzato di Bastarni, Sciti e Daci tra il 70 e il 60 a.C. e realizzò una vasta espansione del regno dei Daci, a nord fino al fiume Bug a Olbia Pontica, a sud nella Tracia, a est lungo il Mar Nero e ad ovest in Mesia e Pannonia. Durante la guerra civile tra Pompeo e Cesare, Pompeo cercò l'aiuto di Burebista, tuttavia, la battaglia di Farsalo pose fine a ogni possibilità di un'alleanza tra i due. Lo stesso Cesare aveva in programma di condurre una campagna contro la Dacia, tuttavia, sia Cesare che Burebista furono assassinati nel 44 a.C. e la stessa Dacia si frantumò poco dopo politicamente in diversi regni più piccoli. Successivamente i Daci ebbero un periodo di rinascita e maggiore unità politica sotto il regno di Decebalo. Infatti, dall'85 all'89, i Daci, comandati prima dal vecchio re Duras-Diurpaneus, e poi da Decebalo, combatterono due guerre contro i Romani. La guerra terminò nell'89, in seguito anche alla disfatta romana subita ad opera di Marcomanni e Quadi, in cui Domiziano fu costretto a stipulare un trattato di pace di dubbia utilità per l'Impero, ché se da un lato garantiva la sicurezza del confine danubiano, dall'altro prevedeva per i Romani l'invio di istruttori militari, artigiani e anche denaro. I Daci restarono quindi indipendenti e Decebalo ricevette il titolo di "re cliente di Roma".

La conquista della Dacia (101-106)

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Conquista della Dacia: le campagne in Dacia di Traiano del 101 e 102.
Conquista della Dacia: le campagne del 105 e 106.
Lo stesso argomento in dettaglio: Conquista della Dacia.

Per mettere fine allo scomodo potere a nord del Danubio, e forse anche per risanare le finanze dell'Impero Romano con la cattura del famoso tesoro di Decebalo e delle sue miniere d'oro, Traiano decise di conquistare la Dacia, guadagnando così il controllo sulle miniere d'oro della Transilvania. Il risultato di questa prima campagna (101-102) fu l'assedio della capitale dacica Sarmizegetusa Regia e l'occupazione di parte del territorio. La seconda campagna (105-106) si concluse con il suicidio di Decebalo, e la conquista del territorio che avrebbe formato la provincia romana della Dacia Traiana. La storia della guerra fu scritta da Dione Cassio, ma molte informazioni sono deducibili dalle raffigurazioni scolpite sulla Colonna di Traiano a Roma. La colonizzazione in massa della provincia con cittadini romani fatti giungere da gran parte delle province danubiane,[3] permise all'impero di creare un saliente strategico all'interno del "mare barbarico" che si stendeva tra la piana ungherese del Tibisco ed i territori di Valacchia e Moldavia. Traiano era riuscito ad occupare questi ultimi territori ad est della Dacia che, però, alla sua morte furono abbandonati dal suo successore Adriano. Un errore strategico a cui non fu mai posto rimedio. Ciò avrebbe permesso di ridurre i confini imperiali, avanzando le unità militari sul basso Danubio fino al fiume Siret, con grande risparmio sulle economie militari dell'area.

La permanenza romana in Dacia, sebbene storicamente limitata a meno di due secoli (la provincia sarebbe stata infatti completamente abbandonata nel 271), lasciò un'impronta duratura sull'area, tanto che la lingua romena che si sarebbe sviluppata nei secoli successivi è rimasta, nonostante l'isolamento entro una regione europea successivamente slavizzata o magiarizzata, una lingua neolatina. E, non da ultimo, il moderno Stato che occupa il territorio dell'antica provincia, si chiama, non a caso, Romania.

La dominazione romana (107-256)

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Traiano: Æ sesterzio[4]
IMP CAES NERVAE Traiano AUG GER DAC P M TR P COS VI P P, testa laureata a destra con drappeggo su spalla; DACIA AUGUST, la Dacia seduta su una roccia a sinistra, tiene un'aquila; due bambini di fronte, uno tiene in mano del grano, l'altro dell'uva; PROVINCIA S C in esergo su due linee.
33 mm, 22.41 gr; coniato nel 112-115 nella zecca di Roma.
Filippo l'Arabo: asse[5]
IMP M IVL PHILIPPVS AVG, testa con corona, indossa corazza; PROVINCIA DACIA, una scritta in basso AN II, la Dacia sta in piedi tra due insegne delle legioni V Macedonica (simbolo dell'aquila) e XIII Gemina (simbolo del leone).
29 mm, 16.47 g, coniato nel 247/248
Lo stesso argomento in dettaglio: Guerre marcomanniche e Invasioni barbariche del III secolo.

Il cuore del vecchio regno di Decebalo fu trasformato, insieme all'Oltenia occidentale ed al Banato, nella nuova provincia di Dacia,[6] con capitale la città di nuova fondazione di Colonia Ulpia Traiana Augusta Dacica Sarmizegetusa (probabilmente sul tracciato del vecchio campo militare[7] di Traiano).

Al contrario, buona parte della pianura della Valacchia (con l'installazione di alcuni forti di unità ausiliarie come a Piroboridava), della Muntenia e della Moldavia furono attribuite alla provincia di Mesia inferiore.[8]

A causa della diminuzione della popolazione nel territorio conquistato, dovuta alle recenti guerre e conseguente alla migrazione di molti Daci a nord dei monti Carpazi e ad ovest nella piana del fiume Tibisco, vennero importati coloni per coltivare la terra e lavorare nelle miniere d'oro e di sale, tuttavia quest'ultime non di particolare importanza, a fianco alle popolazioni daciche. I coloni, oltre alle truppe legionarie, erano principalmente coloni romani di prima o seconda generazione provenienti dal Norico e dalla Pannonia, poi seguiti da altri coloni di Tracia, Mesia e Asia Minore.

I Romani costruirono forti per proteggersi dagli attacchi di Roxolani, Alani, Carpi, Iazigi, Buri, Vandali, Costoboci e Daci ancora liberi e costruirono tre grandi strade militari per unire le città principali.

Una quarta strada, successiva a Traiano, attraversava i Carpazi ed entrava in Transilvania dal passo di Turnu Roșu.

I Daci nei territori romani, adottarono la religione e la lingua dei conquistatori e l'attuale lingua rumena è una lingua neolatina confermando una precoce romanizzazione di questi territori.

La guerra in Dacia tornò d'attualità quando attorno alla seconda metà del II secolo, dalla regione della Slesia-Vistola mossero verso sud alcune delle popolazioni germaniche dei Vandali (Asdingi, Silingi e Lacringi), sospingendo i popoli che si trovavano a stretto contatto con l'impero romano, e che si affacciavano lungo limes danubiano e dacico, quali: Quadi, Marcomanni, Naristi, Iazigi, Daci liberi, Buri e Costoboci.[9] La guerra che ne seguì fu devastante e durò per circa un ventennio dal 166/167 al 188. Al termine della quale si ebbe un discreto periodo di pace almeno fino a Caracalla. Sembra, infatti, che nel 213 si parli in alcune iscrizioni di un interprete dace (provenienti da Brigetio), che sembrano conseguenti a possibili spedizioni punitive contro i Daci liberi del Banato, compresi tra la Pannonia inferiore ad occidente e la Dacia ad oriente.[10] E sempre a quest'anno sarebbero da attribuire anche due altre incursioni in Dacia e in Pannonia inferiore, lungo il tratto danubiano attorno ad Aquincum, ad opera di Carpi e Vandali.[11]

Ritiro romano (256-271)

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Mappa della Dacia romana con il suo complesso sistema di fortificazioni e difesa.

Il possedimento romano della Dacia era molto precario. Infatti, si dice che già Adriano, conscio della difficoltà nel mantenerlo, avesse contemplato l'idea di abbandonarlo, e sia stato scoraggiato solo dalla grande quantità di coloni.

Da questo momento per circa un quarantennio la Dacia fu sconvolta da continue invasioni da parte dei barbari, anche a causa della forma dei suoi territori allungati, al di là del limes-danubiano, nell'immenso "mare barbarico" della Sarmazia. E fu così che nel 256 l'imperatore Gallieno fu costretto ad abbandonare buona parte dei territori del Nord delle Tre Dacie (vale a dire tutta la Dacia Porolissensis e parte della Dacia Superiore), in seguito ad una nuova invasione di Goti e Carpi. Una volta attraversata la catena montuosa dei Carpazi, gli invasori riuscirono infatti a cacciare i Romani dalla zona settentrionale, con la sola eccezione delle zone più meridionali e prossime al Danubio (ovvero le attuali regioni dell'Oltenia e della Transilvania). Questi eventi sono stati tramandati da un breve passo di Eutropio e confermati dai numerosi scavi archeologici della zona, che testimoniano una totale cessazione delle iscrizioni e delle monete romane nel nord del Paese a partire proprio dal 256.[12] È inoltre attestata la presenza di alcuni ufficiali delle legioni V Macedonica e XIII Gemina nei pressi di Poetovio, a conferma di un principio di "svuotamento" delle guarnigioni delle Tre Dacie a vantaggio della vicina Pannonia.[13] Tuttavia la resistenza romana alle invasioni di Goti e Carpi nel sud della provincia fu celebrata l'anno successivo, quando a Gallieno fu attribuito l'appellativo di "Dacicus maximus".[14]

L'ultimo atto doveva però consumarsi quindici anni più tardi (nel 271-273) quando l'imperatore Aureliano, a causa della crescente crisi lungo le frontiere danubiane, oltre alla secessione in Occidente dell'Impero delle Gallie ed in Oriente del Regno di Palmira, fu costretto ad evacuare la provincia delle Tre Dacie, sotto i crescenti colpi da parte soprattutto di Goti (in particolare, della tribù dei Tervingi[15]) e Carpi, oltre ai Sarmati Iazigi della piana del Tibisco.[16] Egli, sgombrando l'area a nord del Danubio, decise di formare tuttavia una nuova provincia di Dacia a sud del corso del grande fiume, scorporando due nuove regioni dalla Mesia inferiore: la "Dacia Ripense" e la "Dacia Mediterranea".[17]

Le conseguenze dell'abbandono romano del bacino carpatico generò non solo nuove tensioni tra Goti e Gepidi ad oriente e Iazigi ad occidente, a causa del contatto tra le varie tribù, ma permise anche di rafforzare le frontiere del medio-basso corso del Danubio con il ritiro di due intere legioni (legio V Macedonica e legio XIII Gemina, posizionate ora ad Oescus e Ratiaria) ed un consistente numero di unità ausiliarie, per un totale complessivo di oltre quarantacinquemila armati.[18]

L'abbandono della Dacia Traiana dei romani è menzionato dalla Historia Augusta[19] e da Eutropio nel suo Breviarium, libro IX:

(LA)

«Provinciam Daciam, quam Traianus ultra Danubium fecerat, intermisit, vastato omni Illyrico et Moesia, desperans eam posse retinere, abductosque Romanos ex urbibus et agris Daciae in media Moesia collocavit appellavitque eam Daciam, quae nunc duas Moesias dividit et est in dextra Danubio in mare fluenti, cum antea fuerit in laeva.»

(IT)

«La provincia di Dacia, che Traiano aveva formato oltre il Danubio, è stata abbandonata, dopo che l'Illirico e la Mesia sono state spopolate, perché era impossibile mantenerla. I romani, spostati dalle città e terre di Dacia, si sono sistemati dall'interno della Mesia, che adesso chiamano Dacia, sulla sponda destra del Danubio fino al mare, rispetto a cui la Dacia si trovava prima sulla sinistra.»

Dopo l'abbandono della Dacia, i numerosi coloni e militari che vi erano stati stanziati dovettero trasferirsi sulla riva destra del Danubio ed insediarsi nell'area a sud del grande fiume. I nuovi territori vennero, quindi, ribattezzati Dacia mediterranea e Dacia ripensis, in ricordo della provincia abbandonata: coincideva, in parte, con le regioni storiche di Mesia, Dardania ed Illirico. La Dacia fu elevata a diocesi nel 337.

Abbandono della Dacia traiana (271-274)
Immagine Valore Dritto Rovescio Datazione Peso; diametro Catalogazione
antoniniano IMP AVR E LIANVS AVG, testa radiata busto con corazza verso destra, indossa un'aegis (armatura di Minerva); DAC-IA FELIX, la Dacia in piedi di fronte, la mano destra tiene un bastone sormontato da una testa di un draco con drappeggio; in esergo una "S"(ecunda). Dicembre 270/gennaio 271, moneta che celebra l'ultimo atto della Dacia traiana romana; 20 mm, 4.29 g, 5h; Zecca di Mediolanum (Milano), seconda officina, prima emissione; RIC V 108; BN 362; Venèra 1557.
N.B.: Qui sopra alcuni esempi.

Parziale occupazione della ex-provincia da Diocleziano a Costantino (284-337)

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Lo stesso argomento in dettaglio: Invasioni barbariche del IV secolo.

Più tardi, Diocleziano e Costantino riorganizzarono le province Dacia Mediterranea, Mesia Inferiore, Dardania, Prevalitania e Dacia Ripense in diocesi della Dacia, che insieme alla Macedonia formava la prefettura dell'Illirico. Vi è da aggiungere che Costantino nel corso degli anni 331-336 condusse le sue armate oltre il basso corso del Danubio tornando ad occupare, circa 60 anni dopo Aureliano, gran parte dei territori della Dacia meridionale, tanto da iniziare la costruzione di un nuovo sistema difensivo (chiamato Brazda lui Novac) e meritandosi il titolo di Dacicus maximus.[20] Non a caso lo stesso Aurelio Vittore racconta che fu costruito un ponte sul Danubio (nel 328), oltre a numerosi forti e fortini in diverse località, a protezione dei confini imperiali.[21]

Sempre in questi anni fu concluso un trattato (foedus) con i Goti Tervingi, secondo il quale questi ultimi si impegnarono a difenderne i confini imperiali. Da allora rimasero in pace fino al 375/376. Per questi successi Costantino ricevette anche il titolo di "Germanicus maximus", di "Debellator gentium barbararum" (debellatore delle genti barbare) e la monetazione del 332 e 333 ne celebrò la GOTHIA e la Sarmatia diventate nuove province romane.[22][23][24] Vi sarebbero, infine, indizi archeologici secondo i quali Costantino avrebbe occupato parte del Banato montano,[25] lungo pertanto le "vecchie" strade romane che da Dierna e Lederata, conducevano a Tibiscum sessant'anni prima.

Difesa ed esercito

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Lo stesso argomento in dettaglio: Esercito romano e Limes danubiano.
Limes della Dacia romana
limes danubiano
Mappa della Dacia romana con il suo complesso sistema di fortificazioni e difesa. In alto a sinistra il limes Porolissensis, in basso al centro il limes Alutanus e Transalutanus (in rosso), tutto a sinistra (in grigio) la cosiddetta diga del Diavolo ed a destra (in verde) il Brazda lui Novac du Nord, queste ultime due di epoca costantiniana e/o successiva.
Localizzazione
Stato attualeUngheria (bandiera) Ungheria e Romania (bandiera) Romania
Coordinate45°42′N 26°30′E
Informazioni generali
Tipostrada militare romana affiancata da fortezze legionarie, forti e fortini ausiliari, burgi, ecc.
CostruzioneTraiano-Gallieno/Aureliano
Condizione attualealcune antiche vestigia rinvenute in varie località.
InizioMesia superiore / Sarmatia
FineMesia inferiore / Scizia
Informazioni militari
UtilizzatoreImpero romano
Funzione strategicaa protezione della provincia di Mesia superiore, Mesia inferiore e di tutti i Balcani
vedi sotto bibliografia.
voci di architetture militari presenti su Teknopedia

Legioni romane

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Lo stesso argomento in dettaglio: Legione romana.

Il limes correva internamente alla provincia dove furono insediate appena dopo la conquista della Dacia, due legioni (dal 106 al 117): si trattava della legio IIII Flavia Felix a Berzobis e della legio XIII Gemina ad Apulum.[26]

A partire da Publio Elio Traiano Adriano fu lasciata nella provincia una sola legione (la legio XIII Gemina ad Apulum), a cui fu aggiunta una seconda a partire dal 168 (la legio V Macedonica posizionata a Potaissa)[26].

Subito dopo la conquista dell'imperatore Traiano, furono installate all'interno dei confini della nuova provincia 4 Ali di cavalleria e 18 coorti di fanteria nel 110,[27] aumentate fino a 28 entro la fine del suo principato.[26]

Con i principati di Adriano e poi degli Antonini le unità ausiliarie furono aumentate fino ad un numero complessivo di quasi 40.000 armati (a cui andavano sommati altri 11.000 legionari). Secondo recenti studi si alternarono nella provincia non meno di 58 unità ausiliarie nel corso dei 165 anni di vita (tra alae, cohortes milliarie e quingenarie oltre a numeri[26]). Sappiamo, infatti, da tutta una serie di iscrizioni epigrafiche che nella provincia c'erano:

nel 113
nell'intera Dacia (non era stata ancora divisa in inferior e superior), 2 alae di cavalleria e 10 cohortes di fanteria,[28] i cui nomi erano:
  • per le ali: I Aug(usta) Ituraeorum e II Pannoniorum veterana;
  • per le coorti: I Flavia Ulpia Hispanorum milliaria, I Brittannica milliaria civium Romanorum, I Augusta Ituraeorum sagittariorum, I Montanorum, I Hispanorum, I Cretum sagittariorum, I Alpinorum, II Brittannorum milliaria civium Romanorum Pia Fidelis, V Lingonum e VI Thracum oltre ad un numerus di pedites Brittanniciani.
nel 119
nella sola Dacia superiore, 1 ala di cavalleria, oltre a 6 cohortes di fanteria,[29] i cui nomi erano:
  • per le ali: I (?) Hispanorum;
  • per le coorti: I Alpinorum, I Brittannica milliaria civium Romanorum, II Brittonum civium Romanorum Pia Fidelis, V Gallorum e VIII Raetorum.
nel 145
nella sola Dacia inferiore, 3 alae ed un numerus Illyricorum di cavalleria, oltre a 9 cohortes di fanteria,[30] i cui nomi erano:
  • per le ali: I Asturum, I Hispanorum e I Claudia Gallorum Capitoniana;
  • per le coorti: I Flavia Commagenorum sagittariorum, I Bracaraugustanorum, I Tyriorum sagittariorum, I Augusta Pacensis Nervia Brittonum milliaria, I Hispanorum veterana, II Flavia Numidarum, II Flavia Bessorum, II Gallorum e III Gallorum.
nel 179
nella sola Dacia superiore, 2 alae di cavalleria, una vexillatio peditum singularium Brittannicianorum, oltre a 12 cohortes di fanteria,[31] i cui nomi erano:
  • per le ali: I Batavorum e I Bosporanorum;
  • per le coorti: I Alpinorum, I Augusta Ituraeorum, III Dalmatarum, V Gallorum, I Thracium sagittariorum, I Ubiorum, II Gallorum et Pannoniorum, I Vindelicorum, VIII Raetorum, III Campestrum, IIII Hispanorum e II Flavia Commagenorum.

Unità ausiliarie di Daci

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Lo stesso argomento in dettaglio: Daci.

I Daci, inoltre, vennero reclutati nell'esercito romano sotto forma di unità ausiliarie di fanteria e cavalleria, molte delle quali furono impiegate nella costruzione e nella protezione del Vallo di Adriano in Britannia, o in altre parti dell'Impero Romano come:

La Colonna Antonina di Marco Aurelio e l'arco di Galerio di Galerio presentano raffigurazioni delle coorti daciche, con i loro caratteristici cappelli frigi e stendardi con il dragone sarmatico. La parola daga potrebbe derivare dal latino daca, un coltello dacico.

I settori di limes della provincia dacica

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Lo stesso argomento in dettaglio: Limes romano.

A tal proposito qui sotto troverete alcune tabelle/legenda:

Limes Porolissensis

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Questo tratto di limes si trovava nella parte più settentrionale della provincia. Andò a costituire parte integrante dell'omonima sotto-provincia creata ai tempi di Adriano o di Antonino Pio, quando la Dacia fu divisa in tre sotto-province. Questo limes aveva la funzione di proteggere la parte nord del bacino carpatico, dagli attacchi dei sarmati Iazigi, dei germani Buri e Vandali, e dei Costoboci. Lungo il suo precorso limitaneo si trovava l'importante forte ausiliario di Porolissum, mentre più a sud il castra legionario di Potaissa ed il centro amministrativo di Cluj-Napoca.

Forte/burgus
lungo il limes
località antica località moderna dal al Misure Unità ausiliarie presenti
in differenti periodi
Forte di cohors Resculum Bologa 106? Gallieno? 2,8 ha Coh.I Aelia Gaesatorum mill.
Coh.II Hispanorum scutata Cyrenaica eq.
Fortino Negreni 106? Gallieno? 0,8 ha?
Forte di cohors Buciumi 106? Gallieno? 2,2 ha Coh. II Nervia? Augusta Brittonum
Forte di cohors Largina Românași 106? Gallieno? 1,5 ca. ha Coh.I Hispaniorum Pia Fidelis
Coh.VI Thracum
Forte di cohors Certinae Romita (Sălaj) 106? Gallieno? 3,0 ca. ha Coh.I Batavorum mill.
Coh.II Britannica mill.
Forte di più auxilia Porolissum Mirșid 106 Gallieno? 6,9 ha Coh.I Ulpia Brittonum
Coh.V Lingonum
Coh.I Augusta Ituaeorum
Coh.II Dacorum
Coh.VI Thracum
Coh.I Hispanorum
Numerus Palmyrenorum
Forte di cohors Tihău ? Gallieno? 1,5 ca. ha Coh.I Cannanefatium
Forte di numerus Optatiana Sutoru ? Gallieno? 0,8 ca. ha Numerus Maurorum Optataniensium
Forte di ala Gilău 106 Gallieno? 3,0 ca. ha Ala Siliana
fortezza legionaria Potaissa Turda 168 256/271 23,37 ha legio V Macedonica
vexill. XIII Gemina[32]
Forte di cohors Clus Cluj-Napoca 106 Gallieno? 3,0 ca. ha Coh.III Campestris
Forte di ala Gherla 106 Gallieno? 3,0 ca. ha Ala II Pannoniorum
Forte di cohors Samum Cășeiu 106 Gallieno? 3,0 ca. ha Coh.I Britannica mill.eq.
Coh.II Britannica mill.
Forte di ala Ilișua 106 Gallieno? 3,0 ca. ha Ala Tungrorum Frontoniana
Forte di cohors Livezile 106? Gallieno? 2,0 ha
Forte di cohors Orheiu Bistriței 106? Gallieno? 2,0 ca. ha Coh.I Hispanorum mill.

Limes nel Banato

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Il limes occidentale nella regione del Banato, rappresentò un settore fondamentale a protezione del "cuore" della provincia romana della Dacia contro le popolazioni della piana della Tisza (sarmati Iazigi e Daci liberi soprattutto). Era costituito da due principali strade militari che correvano lungo i suoi confini occidentali oltre ad una linea di penetrazione lungo la valle del Mureș, fino a Partiscum. I principali centri amministrativi e militari da cui si irradiavano i tre differenti limes verso ovest, erano Ulpia Traiana Sarmizegetusa (più a sud) e Micia (più a nord). A nord poi di quest'ultimo centro (peraltro poco distante dalla fortezza legionaria di Apulum) furono posti alcuni presidi (in primis il fortino di Abrud) a protezione degli importanti centri minerari d'oro e d'argento dell'Alburnus Maior.

Il limes lungo il Mureș
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Il limes lungo il fiume Mureș, costituì un'importante via di comunicazione fino a Partiscum, e poi da qui fino alla Pannonia inferiore raggiungendo Lugio o Lussonium.

Forte/burgus
lungo il limes
località antica località moderna dal al Misure Unità ausiliarie presenti
in differenti periodi
Forte ausiliario Micia Vețel Traiano 271 181 x 360 metri, pari a 6,5 ha Ala I Hispanorum Campagonum
Coh.II Flavia Commagenorum sagittaria
Numerus Maurorum Micensium
Forte ausiliario? Bulci Traiano? IV secolo vexill legio XIII Gemina
Forte ausiliario? Arad Traiano III secolo? vexill legio XIII Gemina[33]
Forte ausiliario? Sânnicolau Mare Traiano III secolo? vexill legio XIII Gemina

[34]

Forte ausiliario? Morisena Cenad Traiano III secolo? vexill legio XIII Gemina[35]
Forte ausiliario? Partiscum Seghedino Traiano/Antonino Pio III secolo? vexill legio XIII Gemina
Da Drobeta/Dierna a Sarmizegetusa/Micia
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Fu certamente una delle principali vie di penetrazione nel "cuore" della Dacia fin dai tempi della conquista di Traiano. Con Adriano rappresentò il limes occidentale, a protezione della provincia Superiore.

Forte/burgus
lungo il limes
località antica località moderna dal al Misure Unità ausiliarie presenti
in differenti periodi
Forte ausiliario Drobeta Drobeta-Turnu Severin 103-105 VI secolo 1,6 ha vexill. legio I Italica[36]
vexill. legio IV Flavia Felix[37]
vexill. legio V Macedonica[38]
vexill. legio VII Claudia[39]
vexill. legio XIII Gemina[40]
Coh.I c.R. eq.[41]
Coh.I Antiochensium o
Coh.I sagittariorum mill.[Antoniana] et [Gordiana] et [Philippiana][42]
Coh.II Hispanorum[43]
Coh.I Cretum[44]
Coh.III Brittonum[45]
Coh.III Campestris[46]
Forte ausiliario Dierna Orșova Traiano IV secolo[47] vexill. legio V Macedonica[48]
vexill. legio XXII Primigenia[49]
vexill. legio XIII Gemina[50]
Coh.I Brittonum mill.[51]
Forte ausiliario Praetorium Mehadia Traiano Aureliano? 1,6 ha vexill. legio IV Flavia Felix
vexill. legio V Macedonica
vexill. legio VII Claudia
vexill. legio XIII Gemina
Coh.III Delmatarum eq. mill.
Coh.VII Raetorum
Forte ausiliario Ad Pannonios Teregova Traiano Aureliano? 1,4 ha Coh.VIII Raetorum
Forte ausiliario Tibiscum Jupa Traiano Aureliano? 5,4 ha Coh.I Sagittariorum
Coh.I Vindelicorum eq. mill.
Numerus Maurorum Tibiscensium
Numerus Palmyrenorum Tibiscensium
Forte ausiliario Acmonia Zăvoi Traiano Aureliano?
Fortezza legionaria
poi centro urbano
amministrativo
Ulpia Traiana Sarmizegetusa Sarmizegetusa (Hunedoara) 102 (fortezza)
107 (centro urbano)
106 (fortezza)
Aureliano (centro urbano)
32,4 ha legio IV Flavia Felix[52]
Forte ausiliario Micia Vețel Traiano 271 6,5 ha Ala I Hispanorum Campagonum
Coh.II Flavia Commagenorum sagittaria
Numerus Maurorum Micensium
Da Viminacium (Mesia superiore) a Sarmizegetusa/Micia
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La via fortificata più esterna, rispetto a quella che conduceva da Dierna a Tibiscum e poi a Ulpia Traiana Sarmizegetusa, fu quella che collegava la fortezza legionaria di Viminacium (in Mesia inferiore, a sud del Danubio) a quella di Berzobis e poi alla capitale della Dacia, fin dai tempi della conquista di Traiano (dagli anni 102-105). Con Adriano potrebbe esserci stato un parziale ritiro della truppe da questa via a vantaggio di quella più interna orientale (vedi sopra).

Forte/burgus
lungo il limes
località antica località moderna dal al Misure Unità ausiliarie presenti
in differenti periodi
Forte ausiliario Lederata? Banatska Palanka Traiano Adriano? vexill. legio VII Claudia[53]
vexill. legio IV Flavia Felix[54]
Coh.I Cretum[55]
Coh.II Hispanorum[56]
Coh.II Pannoniorum[57]
Forte ausiliario Dupljaja Traiano Adriano?
Forte ausiliario Grebenac Traiano Adriano?
Forte ausiliario Arcidava Vărădia 106 111/118 2,8 ha Coh.I Vindelicorum eq.
Forte ausiliario Vršac Traiano Adriano?
Forte ausiliario Centum Putei Surducu Mare Traiano Adriano? vexill. legio IV Flavia Felix
fortezza legionaria Berzobis Bersovia Traiano Adriano? 20 ha legio IV Flavia Felix
Forte ausiliario Aizis[58] Fârliug Traiano Adriano? 130 m x...?
Fortezza legionaria
poi centro urbano
amministrativo
Ulpia Traiana Sarmizegetusa Sarmizegetusa (Hunedoara) 102 (fortezza)
107 (centro urbano)
106 (fortezza)
Aureliano (centro urbano)
32,4 ha legio IV Flavia Felix[52]
Forte ausiliario Micia Vețel Traiano 271 6,5 ha Ala I Hispanorum Campagonum
Coh.II Flavia Commagenorum sagittaria
Numerus Maurorum Micensium

Limes Alutanus e Transalutanus

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Il sistema dei due limes Alutanus (lungo il corso del fiume Olt, chiamato dai Romani Alutus) e Transalutanus sembra fossero tra loro complementari. La loro costruzione sembra fu dovuta al ritiro da parte di Adriano dalla pianura della Valacchia e della Muntenia.[59] Il primo limes, più occidentale, appariva come una tradizionale linea difensiva costituita da forti, fortini in pietra ed una strada militare pavimentata; il secondo era invece costituito da un semplice vallum con dei fortini in terra (di cui uno in pietra e due in mattoni), una specie di linea avanzata di avvistamento, a vantaggio della prima. Si trovavano a protezione della Dacia inferiore, lungo appunto la pianura della Valacchia.

Limes Alutanus
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Il limes Alutanus era comporto quindi dai seguenti forti/fortini:

Forte/burgus
lungo il limes
località antica località moderna dal al Misure Unità ausiliarie presenti
in differenti periodi
Mappa
Forte ausiliario Izlaz-Verdea Adriano?
con interruzioni
Aureliano
Forte ausiliario Izlaz-Racovița Adriano?
con interruzioni
Aureliano
Forte ausiliario Tia Mare Adriano?
con interruzioni
Aureliano
Forte alare
e di numerus
Slăveni Adriano?
con interruzioni
Aureliano 3,5 ha Ala I Hispanorum
Coh.I Flavia Commagenorum
Numerus singulariorum
Numerus Syrorum Malvensium
Forte ausiliario
e centro amministrativo
Romula
(e/o forse Malva)
Reșca Adriano?
con interruzioni
Aureliano 1,5 ca. ha vexill legio VII Claudia
Coh.I Flavia Commagenorum
Forte di cohors Acidava Enoșești Adriano?
con interruzioni
Aureliano 3,0 ca. ha Coh.I Thracum
Coh.I Flavia Commagenorum
Forte ausiliario Rusidava Drăgășani Adriano?
con interruzioni
Aureliano 3,0 ca. ha
Forte ausiliario Pons Aluti Ionești Adriano?
con interruzioni
Aureliano 2,0 ca. ha
Forte ausiliario Buridava Râmnicu Vâlcea Adriano?
con interruzioni
Aureliano 3,0 ca. ha Coh.I Hispanorum Flavia Ulpia mill.
Coh.II Flavia Bessorum
Forte ausiliario Castra Traiana Dăești Adriano?
con interruzioni
Aureliano 3,0 ca. ha?
Forte ausiliario Jiblea Adriano?
con interruzioni
Aureliano
Fortino di numerus Rădăcinești Adriano?
con interruzioni
Aureliano 0,8 ca. ha? Numerus Syrorum sagittariorum
Fortino di numerus Arutela Căciulata 137-138
con interruzioni
220 ca.? 0,4 ca. ha Numerus Syrorum sagittariorum
Forte ausiliario Perișani Adriano?
con interruzioni
Aureliano
Fortino di numerus Titești Adriano?
con interruzioni
Aureliano 0,3 ca. ha
Forte di numerus Praetorium Copăceni (Racovița) Adriano?
con interruzioni
Aureliano Numerus burgariorum et veredariorum
Forte ausiliario Praetorium Racovița Adriano?
con interruzioni
Aureliano
Forte ausiliario Pons Vetus Câineni Adriano?
con interruzioni
Aureliano
Forte ausiliario Râul Vadului Adriano?
con interruzioni
Aureliano
Limes Transalutanus
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Il limes Transalutanus era comporto invece dai seguenti forti/fortini:

Forte/burgus
lungo il limes
località antica località moderna dal al Misure Unità ausiliarie presenti
in differenti periodi
Forte ausiliario Flămânda Adriano
o Antonino Pio?
con interruzioni
Aureliano
Fortinino di numerus Putineiu Adriano
o Antonino Pio?
con interruzioni
Aureliano 0,3 ca. ha
Forte ausiliario Băneasa Adriano
o Antonino Pio?
con interruzioni
Aureliano 2,2 ha
Forti ausiliari
uno di piccole
dimensioni
Roșiorii de Vede Adriano
o Antonino Pio?
con interruzioni
Aureliano 0,3 ha
Forte ausiliario Gresia Adriano
o Antonino Pio?
con interruzioni
Aureliano 0,3 ha
Forte ausiliario Crâmpoia Adriano
o Antonino Pio?
con interruzioni
Aureliano 0,7 ha
Forte ausiliario Urlueni Adriano
o Antonino Pio?
con interruzioni
Aureliano 1,3 ha
Forte ausiliario Urlueni Adriano
o Antonino Pio?
con interruzioni
Aureliano 0,8 ha
Forte ausiliario Fâlfani Adriano
o Antonino Pio?
con interruzioni
Aureliano 0,6 ha
Forte ausiliario Izbășești Adriano
o Antonino Pio?
con interruzioni
Aureliano
Forte ausiliario Săpata de Jos Adriano
o Antonino Pio?
con interruzioni
Aureliano 1,1 ha
Fortino ausiliario Săpata de Jos Adriano
o Antonino Pio?
con interruzioni
Aureliano 0,16 ha
Fortino ausiliario Albota Adriano
o Antonino Pio?
con interruzioni
Aureliano 0,4 ha
Forte ausiliario Purcăreni Adriano
o Antonino Pio?
con interruzioni
Aureliano >1,6 ha
Forti ausiliari Câmpulung Adriano
o Antonino Pio?
con interruzioni
Aureliano
Forte ausiliario Voinești Adriano
o Antonino Pio?
con interruzioni
Aureliano
Forte ausiliario Rucăr Adriano
o Antonino Pio?
con interruzioni
Aureliano Coh.II Flavia Bessorum[60]

Fortificazioni "interne" alla provincia, lungo lo Jiu

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Le fortificazioni che si trovavano lungo il fiume Jiu costituirono una linea di penetrazione in territorio dacico fin dalla prima campagna di Traiano del 101-102. Potrebbero essere state utilizzate fino ai tempi dell'imperatore Settimio Severo non in modo continuativo.

Forte/burgus
lungo il limes
località antica località moderna dal al Misure Unità ausiliarie presenti
in differenti periodi
Forte ausiliario Lișteava Traiano
?
Forte ausiliario Căciulătești Traiano
?
Forte ausiliario Castranova Castranova Traiano
?
Forte ausiliario Pelendava Craiova Traiano dopo Adriano?
Forte di numerus Răcarii de Jos Traiano Antonino Pio?[61] vexill. legio XIII Gemina[62]
Numerus Maurorum[63]
Forte ausiliario Ad Mutriam Cătunele Traiano
?
1,7 ha
Forte ausiliario Pinoasa Traiano
?
2,5 ha
Forte di coorte Bumbești-Jiu Traiano Settimio Severo[64] 2,8 ha vexill. legio V Macedonica
Coh.IV Cypria
Coh.I Aurelia Brittonum mill.
Forte ausiliario Vârtop Traiano
?
1,5 ha
Forte ausiliario Pleșa Traiano
?
3,6 ha

Geografia politica ed economica

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Nella Dacia romana sono state riconosciute, almeno fino ad oggi, undici principali insediamenti urbani di cittadini romani tra municipii e coloniae, tutte dotate di una relativa autonomia. Le istituzioni cittadine comprendevano:

Principali insediamenti urbani e militari

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Lo stesso argomento in dettaglio: Città romane e Fortezze legionarie romane.

Qui sotto potrete trovare un elenco dettagliato dei principali centri urbani e militari delle tres Daciae:

Politica economica, commerciale e monetale

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L'economia della nuova provincia si basava principalmente sull'agricoltura, l'apicoltura, la viticoltura, l'allevamento del bestiame, la produzione di ceramica e la metallurgia. Non a caso la nuova provincia romana di Dacia era rappresentata su un sesterzio (moneta romana), come una donna seduta con un bambino piccolo sulle ginocchia, che tiene delle spighe di grano, e un altro bambino seduto davanti a lei che tiene dei grappoli d'uva. Dalle ricche miniere della Transilvania, i Daci ed i nuovi Coloni, estraevano e lavoravano oro ed argento in notevoli quantità.

  1. ^ CIL III, 9891; Ronald Syme, Danubian Papers, capitolo V, "The first garrison of Trajan's Dacia", Londra 1971, pp. 96 e 102; Julio Rodríguez González, Historia de las legiones Romanas, Madrid, 2003, p.340.
  2. ^ Oltean 2007, p. 57; Migliorati 2011, p. 277.
  3. ^ Eutropio, Breviarium ab Urbe condita, VIII, 6, 2.
  4. ^ RIC Traianus, II 621; BMCRE 960; Cohen 125 var. (con mantello, senza drappeggio).
  5. ^ AMNG I 9; Varbanov 6 var. (obv. legenda); Mionnet Supp. II 5.
  6. ^ CIL XVI, 160.
  7. ^ CIL III, 1443.
  8. ^ Ioan Piso, Provincia Dacia, in Traiano ai confini dell'impero, a cura di Grigore Arbore Popescu, Milano 1998, p.125;
    Ioana A.Oltean, Dacia, landscape, colonisation, romanisation, New York 2007, p.55.
  9. ^ Rémondon, pp. 53-55; Williams, p. 21.
  10. ^ P. Oliva, Pannonia and the onset of crisis in the roman empire, Praga 1962, pp. 338, 355.
  11. ^ András Mócsy, Pannonia and Upper Moesia, Londra 1974, p. 198.
  12. ^ Mazzarino, p. 560; Eutropio, Breviarium ab Urbe condita, 9, 8.
  13. ^ cfr. interpretazione del Mocsy, p.209 e le seguenti iscrizioni: AE 1936, 54; AE 1936, 55; AE 1936, 56; AE 1936, 57.
  14. ^ CIL II, 2200; AE 1993, 914; CIL VIII, 1430; IRT 927; Grant, p. 229; Mócsy, p. 205.
  15. ^ Southern, 226.
  16. ^ Watson (pp.155-156) aggiunge che entrambe le due legioni furono ritirare e riposizionate: la legio V Macedonica a Ratiaria, la legio XIII Gemina ad Oescus in Mesia.
  17. ^ Historia Augusta, Aureliano, 39.7; Eutropio, Breviarium ab urbe condita, 9, 15; Mazzarino, pp. 566-567; Grant, p. 247; Southern, p.225 (data l'abbandono della Dacia tra il 271 ed il 273); Watson, p.55.
  18. ^ Mócsy, pp. 211-212.
  19. ^ Historia Augusta, Aureliano, 39.7.
  20. ^ CIL VI, 40776; T.D.Barnes, Victories of Constantine, in Zeitschrift fur Papyrologie und Epigraphik, 20, pp.149-155.
  21. ^ Aurelio Vittore, De Caesaribus, 41.18.
  22. ^ Roman Imperial Coinage, volume 7, da Costantino I a Licinio (313-337), di P.M. Bruun, 1966, p. 215.
  23. ^ Eusebio di Cesarea, Vita di Costantino, I, 8.2.
  24. ^ Sozomeno, Ecclesiastica Historia, I, 8.
  25. ^ R.Ardevan & L.Zerbini, La Dacia romana, pp.210-211.
  26. ^ a b c d Ioana A.Oltean, Dacia, landscape, colonisation, romanisation, New York 2007, p.56.
  27. ^ CIL XVI, 163.
  28. ^ RMD IV, 226.
  29. ^ AE 2003, 2047.
  30. ^ AE 2001, 2155.
  31. ^ AE 1987, 843.
  32. ^ CIL III, 1629,1k; CIL III, 1629,17b; CIL III, 08064,01v (p 1018); CIL III, 08065,22e.
  33. ^ IDR-III-1, 273d; 273e; 280p; 280q; 280r; 280s.
  34. ^ IDR-III-1, 274; 275b; 275c.
  35. ^ IDR-III-1, 277; 277a-j; 278.
  36. ^ CIL III, 8072.
  37. ^ AE 1959, 314; CIL III, 14484.
  38. ^ AE 1944, 99c; AE 1980, 774; AE 2005, 1303; IDR-II, 39; CIL III, 8066a; IDR-II, 167a; IDR-II, 99a-i.
  39. ^ IDR-II, 100a-f.
  40. ^ AE 1936, 9; IIFDR 403.
  41. ^ AE 1897, 85c.
  42. ^ AE 1936, 8; AE 1960, 350; AE 2004, 1222; AE 1944, 101; IDR-II, 106a-c.
  43. ^ IDR-II, 104.
  44. ^ IDR-II, 103.
  45. ^ IDR-II, 105 .
  46. ^ AE 1897, 83; IDR-II, 44.
  47. ^ IIFDR 415, IDR-III-1, 47.
  48. ^ IDR-III-1, 51c.
  49. ^ AE 1972, 491.
  50. ^ CIL III, 8064,01o (p 1018).
  51. ^ IDR-III-1, 52.
  52. ^ a b AE 1967, 391; AE 1977, 687; AE 1996, 1279d; AE 1996, 1279e; IDR-III-2, 111; AE 1996, 1279c; IDR-III-3, 269c.
  53. ^ IDR-III-1, 7c; IDR-III-1, 8; IDR-III-1, 9.
  54. ^ IDR-III-1, 7b.
  55. ^ AE 1912, 78.
  56. ^ IDR-III-1, 7a.
  57. ^ IDR-III-1, 5.
  58. ^ Prisciano, VI, 13; Claudio Tolomeo, Geografia, IV, 14.
  59. ^ V.A.Maxfield, L'Europa continentale, in Il mondo di Roma imperiale. La formazione, Roma-Bari 1989, p.207 ss.
  60. ^ AE 1977, 710; AE 1959, 324.
  61. ^ AE 1914, 119.
  62. ^ IDR-II, 163.
  63. ^ IDR-II, 168b-h.
  64. ^ AE 1901, 46.
  65. ^ CIL III, 1425; AE 1913, 53; AE 1947, 22; CIL III, 1141.
  66. ^ AE 1956, 207; AE 1977, 656; AE 1983, 860; CIL III, 827; CIL III, 858; CIL III, 867; CIL III, 1139; CIL III, 1517; AE 1957, 334; IDR-III-2, 124.
  67. ^ AE 1957, 334; IDR-III-2, 117.
  68. ^ CIL III, 1495; CIL III, 1517; CIL III, 1513.
  69. ^ CIL III, 1141; CIL III, 7999.
  70. ^ AE 1910, 132; AE 1913, 53; AE 1934, 17; AE 1947, 22; CIL III, 1141; CIL III, 1217.
  71. ^ CIL III, 1398; AE 2004, 1211; AE 1913, 53.
  72. ^ AE 1944, 30; AE 1977, 657.
  73. ^ AE 1989, 628; CIL III, 7773.
  74. ^ AE 1996, 1277; AE 1996, 1278; AE 1998, 1079; IDR-III-5-1, 7; CIL III, 1083.
  75. ^ CIL III, 14465.
  76. ^ CIL III, 865 (p 1380).
  • AAVV, I Daci: mostra della civiltà daco-getica in epoca classica, Roma dicembre 1979-gennaio 1980.
  • AAVV, Cambridge University Press, Storia del mondo antico, L'impero romano da Augusto agli Antonini, vol. VIII, Milano 1975.
  • (a cura di) Grigore Arbore Popescu, I Daci, Electa, Milano, 1997
  • (a cura di) Grigore Arbore Popescu, Traiano: ai confini dell'Impero, Electa, Milano, 1998
  • Radu Ardevan e Livio Zerbini, La Dacia romana, Soveria Mannelli, 2007, ISBN 978-88-498-1827-7.
  • (EN) Julian Bennett, Trajan: Optimus Princeps, New York, Routledge, 2001, p. 329, ISBN 978-0-253-21435-5.
  • Filippo Coarelli, La colonna Traiana, Roma, Colombo, 1999, ISBN 88-86359-34-9.
  • E. Condurachi & C.Daicoviciu, Archeologia Mundi: Romania, Roma 1975.
  • (ES) Julio Rodriguez Gonzáles, Historia del las legiones romanas, Madrid, 2003, ISBN 978-84-931207-8-8.
  • Edward Luttwak, La grande Strategia dell'Impero romano, Milano, 2013, ISBN 978-88-17-06403-3.
  • V.A. Maxfield, L'Europa continentale, in Il mondo di Roma imperiale. La formazione, Roma-Bari 1989.
  • Guido Migliorati, Iscrizioni per la ricostruzione storica dell'Impero romano da Marco Aurelio a Commodo, Milano, EDUCatt, 2011, ISBN 9788883118807.
  • D. Nardoni, La colonna Ulpia Traiana, Roma 1986.
  • (EN) Ioana A.Oltean, Dacia, landscape, colonisation, romanisation, New York, 2007, ISBN 978-0-415-41252-0.
  • R. Syme, Danubian Papers, Londra 1971.
  • P. Wilcox & J. Embleton, Rome's enemies: Germans and Dacians, Oxford 2004.

Voci correlate

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